Salute, sopravvivenza e sostenibilità dei sistemi sanitari

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Salute, sopravvivenza e sostenibilità dei sistemi sanitari: la sfida dell’invecchiamento demografico

3. La maledizione di Titone? La qualità degli anni da vivere Le età equivalenti che fanno riferimento alla sopravvivenza residua hanno il difetto di non tener conto della condizione di salute. Se le cattive condizioni di salute, invece che concentrarsi progressivamente in età sempre più avanzate, come avviene per i rischi di morte, rimanessero costanti o peggiorassero nel corso del tempo, i progressi in termini di allungamento della vita sarebbero ridimensionati - se non vanificati - in quanto gli anni guadagnati sarebbero anni di malattia e di cattiva salute. È necessario, quindi, verificare la qualità in termini di salute degli anni che, tanto numerosi, si sono aggiunti alla durata media della vita. L’arco temporale rispetto al quale si può valutare l’evoluzione delle condizioni di salute è ben più ristretto di quello che si può utilizzare per la mortalità e diverse possono essere le dimensioni della salute da prendere in considerazione: la diffusione delle malattie, l’autonomia funzionale e la salute percepita rappresentano le dimensioni alle quali si fa più frequentemente riferimento. Rispetto alle limitazioni funzionali e alla salute percepita, in particolare, è possibile costruire misure abbastanza comparabili su un arco di tempo sufficientemente ampio utilizzando i dati raccolti nelle successive edizioni dell’Indagine sulla salute e il ricorso ai servizi sanitari dell’Istat. Lo strumento utilizzato per la rilevazione della salute funzionale è una batteria di quesiti predisposti da un gruppo di lavoro dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico sulla base della classificazione ICIDH (International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questi quesiti raccolgono informazioni su specifiche dimensioni della disabilità: la dimensione del movimento, riferibile alle funzioni della mobilità e della locomozione (che nelle situazioni più gravi porta al confinamento in casa, su una poltrona o, addirittura, a letto); la sfera di autonomia nelle funzioni quotidiane, che si riferisce alle attività di cura della persona (dal lavarsi al vestirsi, alla possibilità di alimentarsi autonomamente); la dimensione della comunicazione che riguarda le funzioni della vista, dell’udito e della parola. Ogni dimensione viene esplorata mediante una serie di domande le cui modalità di risposta consentono di valutare il livello di autonomia della persona nello svolgere la specifica funzione: dalla piena autonomia alla parziale dipendenza, fino alla completa incapacità di svolgere la funzione senza l’aiuto di altre persone. Sulla base di queste informazioni, viene definita disabile una persona che, escludendo le condizio-

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