Ncaa Time Settembre 2016

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Anno 4 numero 1

SETTEMBRE 2016



SEATTLE DY SCOTT di Scott Ulaneo.............................................4 INTERVISTA: DAVID GRACE di Stefano Bei..................................5 COLLEGE IN ITALY di Isabella Agostinelli...................................6-9 INTERVISTA: BEN HOWLAND di Isabella Agostinelli.............12-13 INTERVISTA: MATTIA DA CAMPO di Glauco Barbero...........14-15 IL CBT VISTO DA BOWLING GREEN di Glauco Barbero.......16-17 IL CBT VISTO DA PRINCETON di Glauco Barbero.................18-19 IL CBT VISTO DA SANTA CLARA di Glauco Barbero.............20-21 INTERVISTA: GIOVANNI DE NICOLAO di Glauco Barbero.........22

Hanno collaborato:

Stefano Bei di NBA-Evolution.com Glauco Barbero di Rushandslam.blogspot.it Isabella Agostinelli di College Basketball Tour Scott Ulaneo (Ala Seattle University)

INTERVISTA: FILIPPO MIGLIORINI di Glauco Barbero...............24

Tutte le immagini inserite in questo numero appartengono ai rispettivi proprietari


Di Scott Ulaneo

Dopo averlo incontrato questa estate a Rieti per il Rieti Basket City, il giovane talento ormai ex Stellino ha voluto raccontarci le sue prime impressioni sulla nuova esperienza alla Seattle University che recentemente ha giocato una serie di partite in Europa. Contattato su Facebook ecco i suoi pensieri, dal rapporto con il coach a quello con i compagni. Impressioni sul coach. Molto diretto, sa bene cosa vuole da noi giocatori, sono riuscito fin da subito a sintonizzarmi con lui e le sue idee di gioco, parliamo tanto anche fuori dal campo e si aspetta molto da me e questo mi piace molto. Per quanto riguarda il minutaggio per ora abbiamo fatto solamente 3 partite appunto nella tournè europea a Londra e Parigi, dove nelle prime due partite abbiamo giocato con i cambi a "hockey", un nuovo quintetto entrava ogni 5 minuti per aiutarci a conoscere tutti quanti in campo in una vera partita e migliorare la chimica di squadra e il nostro affiatamento in campo.

L'ultima partita invece era decisamente più complicata delle prime due e a tratti coach Dollar ha dovuto fare dei cambi per vincere la partita in particolare nel ultimo quarto quando mi sono ritrovato a giocare con tutti e 4 i nostri senior e alla fine abbiamo vinto di una decina di punti. Nonostante sia il più piccolo tra i freshman, con due senior nel mio ruolo, e non ancora esperto del basket americano sono fiducioso che avrò un buon minutaggio. Il fatto di essere molto versatile, e che per ora mi sono adattato molto bene alle richieste del coach, che spesso mi fa giocare da 3 e 4 ma addirittura anche da 5 quando bisogna correre un pó di più sicuramente mi aiuterà in termini di minutaggio durante tutta la stagione che ci metterà di fronte avversarsi che dovranno essere affrontati tutti con lo stesso impegno da parte di tutti i giocatori in rotazione.


Di Stefano Bei

Contatto sui social media l’assistant coach degli Ucla Bruins ha risposto a qualche domanda posta dalla nostra redazione, ecco cosa ci ha detto.

Qual è il suo parere sul recente tour in Australia?

La squadra di UCLA è parsa in risalita dopo alcune stagioni non entusiasmanti, quali sono gli obbiettivi per la prossima stagione?

Molti addetti ai lavori pensano che la stagione di UCLA passi dalle sfide con Kentucky, Michigan e Ohio State nella prima metà di Dicembre, la sua opinione?

Il nostro obbiettivo è quello di vincere tutto, abbiamo un gruppo formato da ottimi ragazzi molto capaci. Vincere, è questo l’obbiettivo che dovrebbe avere chiunque venga a giocare a UCLA. L’arrivo di Lonzo Ball cosa potrà dare alla squadra? Lonzo porta al nostro team molte cose, è un talento speciale, è un playmeker di quasi 2 metri e cosa principale è un vincente.

Il tour in australia è stato eccezionale, tutti i nostri programmi sono stati portati a termine nel migliore dei modi.

Sono tre partite importanti ma tutte sono fondamentali per costruire una squadra vincente. Nell’augurare alla squadra una grande stagione ringraziamo ancora David Grace per la disponibilità


Di Isabella Agostinelli

Come ogni agosto, il basket collegiale statunitense si sposta in Italia per prendere parte alle amichevoli di lusso targare College Basketball Tour: da Varese a Catania, da Roma a Pesaro, l'intero Stivale – e non solo vista la tappa a Malta che conlcuderà il Tour - ha la possibilità di godersi i migliori college e le future star dei campionati europei e statunitensi. E anche se quest'anno, nell'ambito delle Marche, due big come Vuelle e Jesi hanno declinato l'invito degli organizzatori, l'arrivo di Mississippi State a Montecchio (PU) il 10 agosto ha sicuramente creato un certo fremito tra gli appassionati. Vero è che i Bulldogs, che gareggiano in Division I, non hanno mai vinto il titolo NCAA (pur avendo una partecipazione alle Final Four in attivo, quella del 1996) ma sono università con un programma con ottima tradizione nella pallacanestro. Basti infatti pensare che tra i tanti giocatori sforanti ci sono star Nba come Jeff Malo-

ne, Erick Dampier, Mario Austin, Lawrence Roberts ed Arnett Moultrie, ma anche vecchie conoscenze italiane come l’ex Fortitudo Bologna Jamont Gordon, l’ex Sassari Jarvis “Tornado” Varnado e l’ex Ferentino Tim Bowers. Intorno all’edizione 2016-2017 del team di coach Ben Howland (alla seconda stagione sulla panchina del Bulldogs) c’è poi grandissima attesa visto che la squadra si è arricchita di freshmen molto interessanti a puntellare il roster che lo scorso anno aveva chiuso la stagione al secondo turno della Southeastern Conference. Una squadra interessante, quindi, ma anche in pieno ricambio generazionale: ci sono state perdite importanti, come quella del top scorer della squadra, il prospetto Gavin Ware (pivot che ha firmato recentemente ad Anversa, in Belgio), e delle guardie Malik Newman (Mvp dei Mondiali Under 17 2014 e trasferitosi a Kansas) e


Craig Sword. Occhi puntati quindi sul leader designato, il versatile esterno Quinndary Weatherspoon che nella sua stagione da rookie ha già impressionato viaggiando a 12,7 punti con il 39,4% da 3 e pure 4,7 rimbalzi a partita. Tra le new entry, attenzione al pivot Schneider Herard, al playmaker Lamar Peters (che con IJ Ready fermato da un infortunio in questa prima fase di preparazione troverà molto spazio) e alla guardia Tyson Carter. Ed è stato proprio il nativo di Starkville (MS) a lasciare il segno sulla sfida bucando letteralmente la retina con 26 punti. Ma andiamo con ordine. A sfidare i “maroon & whites” al PalaDionigi ci sono gli Adriatic Sea Tritons, una miscela ben equilibrata di talento ed esperienza che ben si oppongono all’esuberanza del team americano. Agli ordini di coach Luca Pentucci il faro è la leadership di Fabrizio “Bicio” Facenda, storico capitano della Vuelle Pesaro e reduce da una grande stagione ad Urbania in serie C Silver. Arrivano dalla B, invece, Mirco Pierantoni (totem della Goldengas Senigallia), Fabio Stefanini (guardia da Vicenza ma passata anche da Recanati) e Andrea Giampaoli (guardia pesarese che ha chiuso la stagione a Livorno), mentre completano il roster Giovanni Bianchi, Marco Giacomini, Alessandro Cassese, Andrea Kao, Matteo Buongiorno, Francesco Benevelli

e Bruno Gasparelli. Che sia un impegno preso seriamente da coach Howland e il suo staff è ben visibile sin dal warm up: riscaldamento diviso per ruoli con gli assistant-coach impegnatissimi a gestire i singoli giocatori e a suggerire gli aggiustamenti necessari per ogni schema. Anche lo stesso coach è costantemente in piedi e gesticola come un matto ad ogni situazione di gioco non riuscita al meglio. E la partita non è neppure iniziata. Sin dai primi minuti di gara già si capisce già come gli ospiti imposteranno il loro gioco: ritmi in attacco altissimi e una difesa asfissiante sui portatori di palla, tanto che dopo appena 3 minuti di gara, a referto ci sono già quattro falli per i Bulldogs. Colpa forse anche dei continui incitamenti dalla panchina che ad ogni azione difensiva attacca con il “defense, defense” tipico dei campionati americani? Ma più che i falli, a colpire è soprattutto il fatto che per la prima volta non ci sono tanti fischi sui famosi “passi”, il tallone d'Achille delle squadre NCAA che partecipano al CBT a causa della diversità di “misura” tra i campionati europei e quelli americani. Se da un lato Peters è letteralmente un cecchino dall'angolo, i Tritoni vanno tutti a segno e lo fanno soprattutto


da tre (4/4 dall'arco della lunga distanza). Ma gli applausi finali del primo periodo di gioco sono tutti per Weatherspoon che proprio sul filo della sirena si inventa una magia che merita la standing ovation dell'intero PalaDionigi. Al primo intervallo, il tabellone recita 26 a 19 per Mississippi State; punteggio prevedibile, ma i Tritons hanno decisamente tenuto botta. Nel secondo quarto la pressione dei Bulldogs aumenta soprattutto sotto canestro sia in attacco che in difesa. E se gli americani si dilettano nel tiro dall'arco dei sei metri, con risultati del tutto soddisfacenti, i nostri rispondono con giocate più semplici ma sempre molto efficaci che permettono loro di rimanere a contatto almeno fino a 5' dall'intervallo lungo quando il gap inizia ad aumentare azione dopo azione. In un amen i “marron & white” balzano infatti a +12 grazie a un Tyson Carter incontenibile: la sua azione personale che spacca la difesa avversaria in due vale il +16 e un lunghissimo applauso da parte dei compagni e del pubblico. Ma la selezione locale non ci sta a lasciare il palco agli ospiti: Bianchi indovina l'ennesima tripla dopo che gli statunitensi si erano completamente dimenticati di lui; poi è la volta di “Bicio” Facenda e infine completa l'opera una azione “tutta-tigna” di Stefanini che vale il -10 (36-46). Coach

Howland è imbufalito: urla, gesticola, si tira la maglia e alla fine chiama il time-out. Il tempo di tornare in campo per l'ultima azione: Stefanini non trova il canestro, Carter recupera e lancia al cielo la sua “preghiera” che tra le urla generali trova la retina per siglare il 49 a 36. Il terzo periodo inizia precisamente come era finito il secondo: con Carter che trova con continuità il canestro e con una delicatezza tale da suscitare ogni volta gli “wow” da parte di tutti. Così, senza Weatherspoon in campo, la matricola del Missouri sale in cattedra e diventa il vero show man dell'incontro. Gli italiani si lasciano trascinare dal ritmo e dello show della partita e così Giacomini e Stefanini si inventano un contropiede con passaggio dietro la schiena che da via a un break italiano di 10 punti (44-54). L'allenatore torna a urlare e Wright lo accontenta con un gioco da tre che ridà un po' di fiato agli statunitensi. Stefanini accetta la sfida e sigla la tripla che ristabilisce il -10. Inizia una vera e propria gara del tiro da tre che esalta i protagonisti e rende la partita ancora più entusiasmante. Se poi chiedete a Stefanini cosa si prova a schiacciare sulla testa degli americani, vi risponderà... una “figata assoluta”. Ma la preparazione è assai diversa e con il passare dei


minuti e con alcuni protagonisti in panchina – tra cui lo stesso giocatore di Vicenza che ha 15 punti in attivo per riprendere fiato, gli americani riprendono in mano il controllo del parquet e stabiliscono un +19 che taglia le gambe agli italiani (55-74). Il quarto e ultimo periodo è infatti una passerella per Carter: con già 20 punti a referto, prima ruba palla e poi va a canestro con una schiacciata degna dell' NBA. E tanto per completare l'opera subisce pure un fallo. Una sinfonia perfetta che sembra non voler smettere mai. In piena trance agonistica, Carter mette a segno anche la tripla dell'86 a 58. Ora c'è solo Mississippi in campo, ma tanto onore ai Tritons che hanno retto per ben 3 tempi nonostante una preparazione atletica approssimativa e una squadra che non aveva mai giocato insieme prima di questo appuntamento. La tripla di Davis chiude definitivamente i giochi: 96 a 66 e i Mississippi State portano a casa la terza vittoria consecutiva in questa edizione del College Basketball Tour. Ma il + 30 sembra davvero una punizione eccessiva per i “gagliardi” Tritoni dell'Adriatico. MISSISSIPPI STATE-ADRIATIC SEA TRITONS 96-66 MISSISSIPPI STATE: Peters 11, Wright 17, Davis, Strugg 6, Weatherspoon 14, Singleton 2, Carter 26, Herard 6, Holman 9, Datcher 5. All.: Howland. TRITONS: Pierantoni 3, Gasparelli, Kao 4, Giacomini 10, Bongiorno 5, Stefanini 19, Giampaoli 3, Benevelli, Bianchi 8, Cassese 2, Facenda 6. All.: Pentucci. PARZIALI: 26-19, 23-17, 25-19, 22-11.


Rushandslam nasce come blog di un appassionato di sport americani per tutti coloro che condividono la stessa passione. Nato nel 2013 con quattro sezioni di base (NBA-NCAABB-NFL-NCAAFB) presto riesce a trovare un discreto numero di lettori, fatto che porta all'inizio del 2014 alla creazione di una pagina Facebook dedicata.

www.facebook.com/rushandslam

Sempre nel 2014 nascono anche diverse collaborazioni con siti importanti e la partecipazione ad eventi LIVE quali il College Basketball Tour a Vicenza ed il 2K Classic a New York oltre all'annuale report da Londra per le NFL International Series. Il blog non si colloca nel panorama dei siti web di basket e football americano come una pagina di aggiornamenti giornalieri, ma come una punto di ritrovo per opinioni sugli argomenti che nascono dalle Leghe americane.


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Di Isabella Agostinelli

Una vittoria targata “matricole”: così potrebbe riassumersi il match tra i Mississippi State University e gli Adriatic Sea Tritons andata in scena a Montecchio (PU) il 10 agosto in uno degli appuntamenti più attesi del College Basketball Tour 2016 nelle Marche. E Coach Howland si dice assai contento di come i suoi freshmen si stiano comportando in questo tour italiano: “Oggi dopo gli infortuni di Aj Ready e Holmandl siamo entrati in campo con solo matricole. Per i più giovani – ma non solo - è difficile giocare dopo così tanti km di viaggio e doversi adattare al fuso orario: alcuni di loro hanno fatto fatica ad addormentarsi e nonostante tutto siamo riusciti a vincere tre gare su tre fino a questo momento. Sono quindi soddisfatto dei miei ragazzi!”. E soprattutto di due di loro che in queste tre uscite hanno davvero fatto faville. Uno è già da considerarsi come il leader del gruppo che affronterà la prossima stagione: Quinndary Weatherspoon che nella sua stagione da rookie ha già impressionato viaggiando a 12,7

punti con il 39,4% da 3 e pure 4,7 rimbalzi a partita. L'altro è una delle matricole terribili di questa formazione: Taylor Carter evidente emozionato di fronte alla telecamera: “ questo tour italiano é una bellissima esperienza. Per me si tratta della prima volta lontano dagli States e si tratta quindi di una possibilità straordinaria per conoscere modi diversi di intendere il basket e di mettermi alla prova con nuovi avversari”. Ma non vi lasciate intenerire dalla giovane età o dalla goffaggine; Taylor ha le idee molto chiare sulla prossima stagione: “ sono molto fiducioso della mia squadra e delle mie possibilità. Cosa mi aspetto dal prossimo campionato?Vincere naturalmente e migliorare sempre di più”. Quinndary ha invece un obiettivo molto specifico: centrare quelle NCAA che ormai dal 1996 non sono annoverate nell'albo dei Bulldogs. Ed è proprio che per raggiungere questo obiettivo che il giovane di Calton, Mississippi, si sta dando davvero da fare in questo Tour dove sta girando con 30 punti di media a partita: “iniziare prima la stagione ed entrare nel giusto ritmo é


una cosa positiva per noi atleti dato che ci permette di arrivare più pronti all'inizio della vera stagione. Quindi sono davvero contento di poter prendere parte a questo evento”. Dello stesso avviso è coach Howland: “come ho detto siamo una squadra davvero giovane e abbiamo ancora tanta strada da fare. Questo Tour, quindi, é di enorme importanza per noi: dà spazio anche ad altri elementi del roster e ci aiuta a definire alternative alla squadra titolare; inoltre aiuta ai ragazzi a creare un gruppo più unito prima di iniziare la vera stagione ad novembre”. E sembra che le squadre italiane – siano esse selezioni o veri e propri team – siano degli avversari che stimolano al meglio le virtù degli statunitensi: “da noi giochiamo in maniera molto differente” - analizza Weatherspoon a fine partita - “e per questo anche se è difficile adattarsi al sistema italiano allo stesso tempo è elettrizzante dover trovare sempre soluzioni differenti per far fronte alla novità”. Carter, che nel match contro i Tritons ha messo 26 punti, invece apprezza lo spirito degli italiani “è bello giocare qui anche se molto più tattico e meno fisico che negli Stati Uniti. La cosa che mi è piaciuta di più è stato il fatto che tutti gli atleti italiani siano venuti a congratularsi con noi dopo la partita: uno spirito sportivo che a me piace molto”. Cosa ne pensano invece gli italiani? A rispondere è Bicio Facenda, un vero e proprio totem del College Basketball Tour e del play ground pesarese: “affrontare un college americano per ogni giocatore di basket, dai più giovani ai più grandicelli come me, é semplicemente un'emozione fantastica. Questi sono eventi imperdibili per tutti gli amanti del basket. Forse ancora non riusciamo a capire qui in Italia che onore sia poter vedere questi giovani in azione qui da noi; spero che nelle prossime edizioni le nostre città mettano a disposizione i palazzetti che meritano queste sqaudre che si meritano dei grandi palcoscenici. Un mio sogno è vedere un grande college sfidare la nostra Vuelle all'Adriatic Arena con un pubblico incredibile come è successo lo scorso anno contro Stanford qui a Montecchio”. Un sogno che il best scorer degli Adriatic Sea Tritons,

Fabio Stefanini ha realizzato quando ha letteralmente volato sulle teste dei lunghi americani per una schiacciata da standing ovation: “schiacciare sulla testa dei lunghi americani...è davvero una gran “figata”, detta in maniera schietta...ma mi sono preso anche una sonora stoppata...il che va detto per equilibrare un po'. Sono avvenimenti talmente belli che ti viene voglia di metterti alla prova e di fare bene. Giocare contro squadre americane è sempre un'emozione, anche quando prendi una sonora sconfitta (96 a 66 per il Bulldogs ndr): loro naturalmente sono di livello tecnico superiore, ma vedere come sia allenano o fanno riscaldamento ti mostra la grandezza del programma statunitense; un programma che aiuta gli atleti a coniugare basket e scuola e che sfortunatamente in Italia manca clamorosamente”. Una partita che ha saputo quindi mantenere le aspettative e che ha saputo anche regalare emozioni ai protagonisti e insegnare qualcosa sia dall'una che dall'altra sponda. Un connubio che solo il College Basketball Tour sa creare e che speriamo possa coinvolgere presto sempre più appassionati e sempre più squadre.


Di Glauco Barbero

Dopo aver conosciuto come la Stellazzurra ricerchi giovani giocatori di talento, che spesso sono oggetto di attenzione da parte dei College americani, eccoci a chiedere ad uno dei ragazzi, che quest'anno attraverseranno l'Oceano, come è nata e cosa si aspetta da questa avventura in un sistema cestistico diverso da quello italiano. Mattia Da Campo ha scelto di andare alla Seattle University in division I, vediamo di conoscerlo meglio e di capire quali siano le sue emozioni a ridosso della sua partenza per gli Stati Uniti.

Avevi anche altri College che hanno espresso un interessamento per te? Ci sono stati degli interessamenti da altre università, ma la possibilità più concreta era quella di Seattle. Cosa speri di trovare e cosa pensi di migliorare in questa esperienza? Spero veramente di entrare in un “nuovo mondo”, modi di fare, modi di pensare la pallacanestro e le vita in generale. Migliorare sicuramente come giocatore, ma direi anche come studente e soprattutto l’inglese(!).

Come è nata la scelta di andare oltreoceano? Sinceramente ad inizio anno non ho scelto di andare a giocare negli Stati Uniti, è stato una grande e inaspettata opportunità che si è presentata. A quel punto si, ho scelto, ma senza pensarci troppo.

Quali sono i tuoi punti di forza che vuoi portare alla tua nuova squadra? Vorrei portare la mia energia e la mia voglia di lavorare. Contro atleti del genere sarà molto più difficile che in Italia, ma qui nessuno si tira indietro.


Paradossalmente, l’esperienza sarà positiva anche se andrà tutto male!! Non mi rendo ancora conto di quanto sia unica quest’opportunità, i momenti no si mettono in conto, si aspettano, si sconfiggono. Cosa ti aspetti dalla tua futura carriera cestistica? Non so veramente cosa aspettarmi, due anni fa non mi aspettavo di venire a Roma come a settembre non mi aspettavo di partire per gli Stati Uniti.. chissà cosa succederà. Quanto ha contato la decisione di Ulaneo (compagno di squadra di Mattia alla Stellazzurra ed anche il prossimo anno a Seattle) per dare una spinta alla tua? La decisione di partire ci sarebbe stata in ogni caso, sul dove avevo qualche altra possibilità. Sì, ma questa era la più sicura e interessata. Quali difficoltà pensi di poter avere nell'ambientamento? Sono partito a fine Giugno proprio per questo motivo, per arrivare a Settembre il più pronto possibile.. la completa immersione in questa nuova cultura penso proprio che sarà traumatica e stimolante, se no dove sta il bello? Cosa pensi che ti abbia fatto migliorare la tua esperienza alla Stella Azzurra? Tralasciando l’aspetto tecnico-tattico, che dopo due anni e 6 ore al giorno in palestra è sicuramente migliorato, quello che ho imparato di più è l’etica del lavoro, che in questa società è alla base di ogni cosa. In parole povere ho imparato a “stare al mondo” e non avere più paura di nessuno. Come potresti descrivere il tuo gioco? Modellabile a seconda delle necessità, quest’anno ho giocato e marcato dall’1 al 4.. nel nuovo ambiente cercherò di adattarmi a qualsiasi cosa mi chieda il coach. L'esperienza sarà positiva se..., sarà invece negativa se...

Alla fine non ho quasi dovuto scegliere. Ringrazio Mattia e la Stellazzurra per questo intervista e sono sicuro che durante l'anno potrete seguire le sue, e di Ulaneo, gesta sulle pagine facebook di rushandslam e del magazine NCAA TIME Magazine.


Di Glauco Barbero

Uno dei College arrivati in Italia per il College Basketball Tour è Bowling Green, squadra della Mid-American dalla scorsa stagione in mano a coach Michael Huger. Così il suo allenatore ci descrive il viaggio in Italia della sua squadra: "This experience will be a once in a lifetime opportunity for many of our guys. We want all of our players leaving Bowling Green better men who are prepared for life. Our tour of Italy will help tremendously in that development". "Questa esperienza sarà un'opportunità unica per molti dei nostri ragazzi. Noi vogliamo che i nostri giocatori lascino Bowling Green come uomini migliori, preparati per la vita. Il nostro tour in Italia ci aiuterà immensamente in questo sviluppo." "This is a wonderful opportunity for our men's basketball team to experience Europe. Italy is a fascinating country so rich in history and tradition, we will be able to practice and play games, while also getting the

chance to tour some of the best cities Italy has to offer. I would like to thank Bill Frack and the Findlay-Hancock County Community Foundation, because without their contributions and support of BGSU Athletics, and in particular our men's basketball program, this unbelievable opportunity would not be possible for our studentathletes.". "E' una meravigliosa opportunità per la nostra squadra di basket maschile di visitare l'Europa. L'Italia è un Paese affascinante così ricco di storia e tradizione, potremo allenarci e giocare partite e nello stesso tempo avremo la possibilità di girare alcune delle migliori città italiane. Voglio ringraziare Bill Franck e la Findlay-Hancock County Community Foundation per il loro contributo e supporto ai programmi sportivi della BGSU ed in particolare a quello di basket maschile, questa è una incredibile opportunità che non sarebbe stata possibile per i nostri studenti-atleti"


"From a playing standpoint, we are allowed 10 practices prior to departing for our tour. This is a huge benefit this year for us because we have a lot of young guys who haven't played together. Having the chance to give our freshmen and sophomores extra time on the court and become familiar with both our offensive and defensive sets will be a huge benefit when the season rolls around. It will also help our juniors and seniors establish their leadership roles, something we will need in order to be successful". "Dal punto di vista del gioco, ci hanno permesso 10 allenamenti prima di partire. Questo è un enorme beneficio quest'anno per noi, dato che abbiamo molti giovani giocatori che non hanno giocato insieme. Avere la possibilità per i nostri freshmen e sophomore di tempo extra in campo e familiarizzare con i nostri schemi di attacco e difesa sarà un grandissimo beneficio quando la stagione andrà avanti. Aiuterà inoltre i nostri junior e senior a concretizzare il loro ruolo di leader, una cosa di cui abbiamo bisogno per avere successo." Ringraziando coach Huger e Bowling Green speriamo che il College Basketball Tour porti loro fortuna come ha già fatto a molti College passati in Italia nelle scorse stagioni.


Di Glauco Barbero

Anche la celebre Università di Princeton sarà ospite in Italia per il College Basketball Tour. Come tutti gli atenei che sono passati per il Tour, anche i Tigers, dalle parole dell'assistant coach Brett MacConnell, sono molto felici della possibilità di potersi allenare e poter giocare in Italia durante l'estate. "Our trip to Italy in August will be very important to our program. We are certainly excited about the cultural experiences that this trip will include, and the opportunity for us to grow even closer as a team." "Il nostro viaggio in Italia in agosto sarà molto importante per il nostro programma. Siamo sicuramente entusiasti per le esperienze culturali che questo viaggio include e per l'opportunità di crescere più uniti come squadra". "On the court, this trip is very valuable for many reasons. First, it allows us to practice for about a week in Princeton leading up to our departure for Italy. This will be a great chance for us to start to build the foundation

for the upcoming season. Additionally, we will play 3 games in Italy against strong Italian professional teams. Playing against high-level competition and veteran professional players will challenge our current players and push them to be the best that they can be. We will learn a lot about ourselves in these games and will take back with us many things that we can work on to improve and prepare for our NCAA season." "In campo questo viaggio è prezioso per diverse ragioni. Primo, ci permetterà di allenarci per circa una settimana a Princeton fino alla nostra partenza per l'Italia. Questa sarà una grande opportunità per noi per iniziare a costruire le basi per la stagione in arrivo. Inoltre noi giocheremo 3 partite in Italia contro forti squadre professionistiche italiane. Giocare in competizioni di alto livello e contro giocatori veterani sarà una sfida per i nostri giocatori e li spingerà a raggiungere il loro meglio. Noi impareremo molto su noi stessi in queste partite e


2014-15 è stato il nostro miglior rimbalzista, secondo marcatore e terzo assistman" "We also welcome 4 new freshmen to our program: Jose Morales, Vittorio Reynoso-Avila, Will Gladson, and Richmond Aririguzoh. Ironically, Richmond was born and raised in Italy, before moving to the United States as a teenager." "Diamo inoltre il benvenuto nel nostro programmaa 4 nuovi freshmen: Jose Morales, Vittorio Reynoso-Avila, Will Gladson e Richmond Aririguzoh. Ironia della sorte Richmond è nato e cresciuto in Italia, prima di spostarsi negli Stati Uniti da teenager".

ci porteremo indietro molte cose su cui lavorare per migliorare e preparare la nostra stagione NCAA". "Our goal every season is to win the Ivy League and this season is no different. Expectations will be high, as last season we finished 22-7 overall, 12-2 in the Ivy League and with a national ranking in the Top 40 in NCAA Division I basketball. We have all of our contributors from last season returning and we are excited to welcome back one of our captains, Hans Brase, back from injury. Hans missed last season, but in ’14-’15 he was our leading rebounder, 2nd leading scorer, and finished 3rd in assists.". "Il nostro obiettivo per ogni stagione è di vincere la Ivy League e questa stagione non è differente. Le aspettative saranno alte visto che la scorsa stagione finimmo con un record totale di 22-7, 12-2 in Ivy League, e con un ranking nazionale nelle top 40 in Division I. Tutti i ragazzi che hanno contribuito la scorsa stagione ritorneranno e siamo contenti di vedere tornare uno dei nostri capitani, Hans Brase, dall'infortunio. Hans ha perso la scorsa stagione, ma nella stagione


Di Stefano Bei

Come per gli altri college che sono stati presenti College Basketball Tour, anche l'Head Coach Sendek ed il suo staff ci descrivono l'importanza per loro delle partite italiane.

nuti in Italia con NC State due anni fa e quando eravamo ad Arizona State andammo in Cina. La parte migliore di questi Tour è la possibilità di vederci con una luce diversa, stare insieme e viaggiare.

“We’ve been fortunate to be able to take international summer tours in the past. We did go to Italy with one of our NC State teams and a couple years ago at Arizona State we went to China. The best part about these tours is the ability to see each other in different lights, to spend time together and traveling. It’s just a wonderful opportunity to bond as a team, in addition to the value that obviously the practice time affords us. Italy is an amazing place with so much history and to be able to experience a different culture is incredible. Very significantly the food is remarkable!"

E' un'occasione fantastica per unirci come squadra oltre al valore che ovviamente il tempo di allenarci ci offre.

"Siamo stati fortunati per aver potuto prenedere parte ad altri tour estivi internazionali in passato. Siamo ve-

L'italia è un posto stupendo con così tanta storia e poter sperimentare culture diverse è incredibile. Da sottolineare anche il cibo!" Anche sul cibo italiano i giocatori hanno voluto dire la loro. La maggiore possibilità di cementare il gruppo è quello che interessa maggiormente alla squadra ed al coaching staff, il College Basketball Tour offrirà ai Broncos questa possibilità.


“Every team is different but this is unique insofar as it’s our first time together with this team. It’s maybe a little different if we had been here and had guys returning who were familiar with the system, so I think that makes this particular international trip somewhat unique.” "Ogni squadra è differente ma questa è unica dato che sarà la prima volta insieme. (Coach Sendek è arrivato in questa stagione da Arizona State n.d.r.). Sarebbe stato differente se fossimo già stati qui ed avessimo ragazzi che ritornano dalla stagione precedente e sono già familiari col sistema, quindi credo che questo particolare renderò questo viaggio internazionale in qualche modo unico." “We’re trying to establish a good fundamental base. We’re trying to advance on a broad base front, so we’re most certainly spending time on our skills but we’re also putting in the foundation of our offense and our defense and getting our system in place as much as possible.” "Stiamo cercando di stabilire buoni fondamentali di base. Stiamo cercando di migliorare ad ampio spettro, quindi stiamo passando del tempo sulle nostre abilità, ma mettendo le basi per il nostro attacco e la nostra difesa e preparando il nostro sistema il più possibile."


Di Glauco Barbero Come descriveresti il tuo gioco e quale pensi sia la tua qualità principale che porterai alla tua nuova squadra? Sono un play a cui piace molto gestire i ritmi della partita e della squadra sia in attacco che in difesa. Penso di poter portare alla mia nuova squadra solidità e un po’ di gioco europeo che non fa mai male. Cosa speri di trovare a UTSA? Spero di trovare l’organizzazione americana di cui tutti parlano, la possibilità di lavorare molto tecnicamente e atleticamente in maniera individuale. Quali pensi possano essere le principali difficoltà che potresti incontrare sia di ambientamento al mondo del college che in campo cestistico?

Dopo una lunga trafila burocratica sbarca negli States un altro giovane talento italiano. Da Casale Monferrato alla texana San Antonio con destinazione UTSA, Giovanni De Nicolao ci racconta come è maturata la scelta e cosa si aspetta dalla prossima esperienza statunitense. Come è arrivata la scelta di andare oltreoceano? Quali sono state le difficoltà maggiori una volta deciso di partire? Era da più anni che mi frullava in mente e appena si è presentata l’occasione l’ho colta al volo.. Sicuramente la lunghissima trafila di documenti da spedire in America è stata la difficoltà maggiore. Come mai hai scelto UTSA? Avevi altre possibili borse? Altre università avevano dimostrato il loro interesse come Nevada o Baylor, ma l’offerta più concreta e il miglior progetto è arrivato da UTSA.

Imparare una nuova cultura e una nuova lingua, competere, inoltre, con l’atletismo americano. Sarà un successo se... sarà un fallimento se... Sarà comunque un successo anche se mi dispiacerebbe non vincere il March madness. Grande entusiasmo ed un pizzico di ambizione alimentano l'inizio dell'avventura oltre oceano di Giovanni che seguiremo durante la stagione ed a cui auguriamo una buona stagione.


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Di Glauco Barbero

Dopo sei mesi in una Prep School, per Filippo Migliorini si sono aperte le porte per un'esperienza negli Junior College. Marshalltown lo ha cercato ed ora è tempo per lui di giocare dove ha sempre desiderato, negli States. Ecco cosa ci racconta dell'esperienza che sta per affrontare. Perchè la scelta di andare negli States? Il mio desiderio è sempre stato quello di poter studiare e giocare a Basket negli States per vivere l'esperienza sportiva e accademica del college. Quando hai capito che l'avventura sarebbe diventata realtà? Quando ho ricevuto quella che per me è stata la migliore proposta, dal coach di Marshalltown, ero entusiasta, ma ho capito che tutto sarebbe diventato realtà quando l'ambasciata americana mi ha concesso il visto.

Cosa ti ha dato e speri che ti dia in più questa esperienza rispetto a quanto avresti avuto in Italia? Spero mi dia la possibilità di crescere sia a livello cestistico che accademico in un ambiente dove sport e studio vanno di pari passo . Quale tipologia di organizzazione stavi cercando? Avevi avuto altre opportunità? Queste sono state scartate per quale aspetto? Io ho sempre cercato di entrare in un college come studente atleta e quindi l'anno scorso sono stato 6 mesi negli Usa in una Prep school per prepararmi. Innanzitutto ho imparato molto bene l'inglese, ho sostenuto gli esami di accesso per i college e poi, per quanto riguarda il basket, sono cresciuto tantissimo perché mi allenavo 5 ore al giorno ed ho giocato in molti tornei, il motto era "Hard work pays off". Da Aprile a Luglio mi sono arrivate una ventina di offerte ricevute da College in NCAA d1 d2 d3 e Njcaa d1, ma


che ho dovuto rifiutare per un discorso economico in quanto mi offrivano buone borse di studio ma la cifra che dovevo pagare era sempre molto alta rispetto alle possibilità dei miei genitori (le tasse universitarie sono molto care negli Usa). Finalmente ho ricevuto una buona offerta da un college di njcaa d1 che mi da la possibilità di realizzare il mio sogno e poi migliorare ancora per approdare in NCAA. Come descrivi il tuo modo di giocare? Io sono una guardia tiratrice di 190 cm. La mia specialità è il tiro da tre in tutte le posizioni e fuori dai blocchi. Mi piace molto passare anche la palla e far segnare i miei compagni. Gioco sempre aggressivo usando il fisico. Ovviamente sempre nei limiti. In difesa di solito marco il top scorer avversario. Quali sono le qualità tecniche che stai cercando di migliorare? Sto cercando di migliorare ancora di più il ball-handling e il footwork Al termine di questa esperienza sarà stato un successo se...... sarà stato un fallimento se... Sarà solo un successo perchè comunque vadano le cose avrò sicuramente arricchito il mio bagaglio di esperienza e conoscenza. Come vedi il tuo futuro in ambito cestistico? Il mio obiettivo è quello di fare carriera e mi piacerebbe molto che diventasse un lavoro a tempo pieno, ci voglio provare!

Sicuramente il motto "Hard work pays off" è adatto a questo ragazzo che sta creando la sua carriera senza scorciatoie e col duro lavoro, auguriamo a Filippo di poter sfruttare al massimo le opportunità che gli sono state proposte.


LA NUOVA FRONTIERA DEL COLLEGE BASKETBALL IN ITALIA


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