Ncaa Time Novembre 2016

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Anno 4 numero 2

NOVEMBRE 2016



LA NOSTRA TOP TEN della Redazione......................................4-5 TOP 25 di Giovanni Bocciero.....................................................6-10 UTSA by De Nicolao di Giovanni De Nicolao.................................11 NEW RULES di Glauco Barbero...............................................12-13 DI NUOVO DUKE di Claudio Tatoli..........................................14-19 STEVE ALFORD AL BIVIO di Stefano Bei....................................22

Hanno collaborato:

Stefano Bei di NBA-Evolution.com Glauco Barbero di Rushandslam.blogspot.it Giovanni Bocciero Giovanni De Nicolao della UT-San Antonio Claudio Tatoli

Tutte le immagini inserite in questo numero appartengono ai rispettivi proprietari


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DiLuca Giovanni Di Caslini

Bocciero

1- DUKE Alzi la mano chi non crede che i Blue Devils siano i candidati numero uno quest'anno. In una stanza piena zeppa di gente probabilmente neanche uno alzerebbe la mano. All'addio di Brandon Ingram, coach Mike Krzyzewski si è regalato una recruiting class da sballo con Jayson Tatum, Harry Giles, Frank Jackson e Marques Bolden. Certo i primi due avranno qualche problema d'infortunio all'inizio, ma i veterani Grayson Allen, Amile Jefferson, Matt Jones e Luke Kennard fanno di Duke una squadra lunga, profonda, talentuosa e concreta. A due anni di distanza dal quinto titolo, si ha tutto per appendere un altro stendardo al soffitto del Cameron Indoor, ma il percorso va costruito con calma e passo dopo passo. 2- KANSAS La principale avversaria dei numeri uno è Kansas, che mira a vincere la tredicesima Big XII consecutiva. Certamente per il tecnico Bill Self la perdita di un leader come Perry Ellis lascia un vuoto non indifferente nel pitturato

dove dovranno nascere dei nuovi equilibri fondati su Carlton Bragg e Landen Lucas, oltre ai freshman Udoka Azubuike e Mitch Lightfoot. L'attenzione sarà però tutta rivolta a Josh Jackson, l'asso reclutato dai Jayhawks, che potranno contare su di un backcourt piuttosto rilevante con le conferme di Frank Mason e Devonte' Graham, ai quali si è aggiunto il transfer Malik Newman che vuole rivalutarsi al campus di Lawrence. Come ogni stagione, si parte per arrivare alla Final Four che manca da quattro anni ormai. 3- KENTUCKY Come ogni anno all'ateneo di Lexington, in palestra, è parcheggiata un'auto extra lusso. E come ogni stagione la domanda è quella se John Calipari sia in grado di guidarla sino al risultato grosso. A reclutare i giovani talenti l'allenatore non ha eguali, ma a farli giocare invece decisamente un po' meno. Da De'Aaron Fox a Malik Monk, da Edrice Adebayo a Wenyen Gabriel, da Tai Wynyard a Sacha Killeya-Jones, senza dimenticare i sophomore Isaiah Briscoe ed Isaac Humphries, c'è un talento sconfinato tra le fila dei Wildcats che però deve essere ben indi-


rizzato. La forza della squadra non si discute, però l'aspetto mentale del gruppo va curato con grande parsimonia, soprattutto durante i momenti di difficoltà. 4- OREGON Si riparte da dove si era lasciato, con il trio composto da Tyler Dorsey, Dillon Brooks e Chris Boucher pronto a fare ferro e fuoco nella Pac-12, ma soprattutto a livello nazionale. I tre insieme fatturavano l'anno scorso 41 dei 79 punti di media della squadra. L'unico addio di rilievo è stato quello del graduato Elgin Cook, che partecipava con quasi 15 punti al fatturato totale. Il suo testimone in fatto di realizzazione dovrebbe essere raccolto dal freshman Payton Pritchard che ha una mano niente male dall'arco dei tre punti. Per il resto l'apporto di Casey Benson e Jordan Bell sarà come al solito molto importante per le rotazioni dei Ducks. 5- NORTH CAROLINA Non ancora digerita l'amara sconfitta in finale, da Chapel Hill se ne sono andate star come Brice Johnson e Marcus Paige difficilmente rimpiazzabili. Ma uno starting-five con la regia di Joel Berry, la versatilità di Theo Pinson e Justin Jackson sugli esterni, e la durezza di Kennedy Meeks ed Isaiah Hicks sotto le plance, non è da molti. Inoltre dalla panchina sono pronti ad uscire il genio e la sregolatezza di Nate Britt, così come il nuovo arrivato Tony Bradley pronto a lottare nel pitturato. Sempre per quanto riguarda i freshman, sia Brandon Robinson che Seventh Woods potranno allungare le rotazioni dei Tar Heels, ammesso che superino in breve tempo l'ambientamento.

7- XAVIER Chris Mack - coach of the year l'anno scorso per i giornalisti - potrà contare su di una base solida per assestarsi ancora nei piani altissimi del power ranking. Trevon Bluiett ed Edmond Sumner saranno i principali terminali offensivi dei Musketeers, così come tanto arriverà anche da Myles Davis e J.P. Macura. Il vero problema è che si tratta di tutti esterni, e quindi, oltre ad un molto probabile small-ball, c'è da inventare qualcosa nell'area dei tre secondi. Proprio per questo il transfer senior da Norfolk State RaShid Gaston, che un vero lungo comunque non è, rappresenterà una pedina piuttosto fondamentale nell'economia della squadra. 8- MICHIGAN STATE Gli Spartans si affacciavano a questa stagione con grande attesa, e invece gli infortuni della preseason possono essere un bastone fra le ruote. Ad East Lansing è giunta una nidiata piuttosto interessante con il regista Cassius Winston, la guardia realizzatrice Joshua Langford, l'ala atletica Miles Bridges ed il lungo Nick Ward che devono comunque prendere confidenza con il nuovo palcoscenico. Il play Tum-Tum Nairn, il tiratore Matt McQuaid ed il tuttofare Eron Harris sono il classico usato garantito, che avrebbe incorporato anche il senior Gavin Schilling ed il transfer Ben Carter se solo non dovessero fermarsi ai box al momento, il che apre una voragine nel pitturato. Però il motto "January, Febraury, Izzo, April..." dev'essere incoraggiante per la truppa di coach Tom Izzo dato che a marzo Michigan State va in trans agonistica. 9- VIRGINIA

6- VILLANOVA I campioni in carica di coach Jay Wright - in estate gli è stata offerta la panchina dei Sixers in NBA - hanno perso due pedine imprescindibili come Ryan Arcidiacono e Daniel Ochefu, che valevano molto più del terzo e quarto terminale offensivo che rappresentavano per le statistiche. Palla allora a Kris Jenkins e Josh Hart, rispettivamente la mano ed il cuore dello storico titolo dell'anno scorso. Molta più responsabilità avrà il play Jalen Brunson, che già alla sua prima annata ha fatto molto bene, così come i vari Phil Booth, Mikal Bridges e Darryl Reynolds. A rimpinguare la panchina dell'università di Philadelphia è arrivato Omari Spellman che potrebbe avere da subito tanto spazio.

Due sono le certezze con cui s'inizia la stagione: coach Tony Bennett ed il playmaker London Perrantes. Si possono senza ombra di dubbio definire la mente ed il braccio di questi Cavaliers che da due anni a questa parte stanno inseguendo l'obiettivo Final Four senza raggiungerlo, e per di più perdendo pedine importanti dello scacchiere. Il potenziale della squadra è drasticamente sceso, ma non così tanto da non essere considerati a livello nazionale. Due sono le aggiunte estive di maggior peso, ovvero il transfer da Memphis Austin Nichols, che ha trovato già il modo di violare le regole del team beccandosi una sospensione, ed il freshman Kyle Guy che di professione sarebbe un cecchino ed ha tutta l'intenzione di dimostrarlo sul parquet.


10- UCLA

13- INDIANA

Situazione piuttosto spinosa a Los Angeles, dove quest'anno ci si attendono risposte concrete dai Bruins e soprattutto da coach Steve Alford, la cui posizione sembrerebbe piuttosto a rischio. Sarà sicuramente aiutato dal figlio Bryce, al suo ultimo anno universitario, e magari da quel Isaac Hamilton che è il giocatore più talentuoso della squadra, che è comunque arricchita dall'esperienza maturata in campo dal sophomore Aaron Holiday e dallo junior Thomas Welsh. Tutti però non vedono l'ora di poter ammirare il fenomenale Lonzo Ball, una sorta di profeta in patria, che guida una classe di freshman che comprende anche i lunghi Ike Anigbogu e T.J. Leaf..

Gli Hoosiers hanno perso tanto, forse tantissimo con le perdite di Yogi Ferrell e Troy Williams, due giocatori di qualità e quantità. Proprio per questo il tecnico Tom Crean in una mano potrà pesare tutto il talento che si ritroverà per l'ennesima volta a Bloomington, ma nell'altra anche il fosforo e la determinazione che purtroppo non avrà più con le dipartite su citate. Lo scettro di leader è passato nelle mani di James Blackmon Jr., mentre l'atletismo di Thomas Bryant e O.G. Anunoby rappresenta un punto di forza non indifferente. Per quanto riguarda la cabina di regia, attenzione al freshman Curtis Jones che ha già giocato con Bryant alla Huntington Prep.

11- WISCONSIN

14- GONZAGA

La continuità è certamente il punto di forza di questi Badgers, che hanno visto far ritorno tutti i grandi artefici della convincente passata stagione. La coppia di lunghi formata da Nigel Hayes ed Ethan Happ - due autentiche star a livello collegiale ma con prevedibile difficoltà ad immaginarli protagonisti ad alto livello tra i professionisti - dà una grossa affidabilità e solidità alla frontline, che può contare anche sul combattivo Vitto Brown. Il backcourt, invece, ruoterà sulle prestazioni soprattutto del senior e leader silenzioso Bronson Koenig, ma anche di Zak Showalter e Khalil Iverson, il cui normale apporto è comunque di vitale importanza..

Con un vero e proprio mercato estivo, i Bulldogs saranno come sempre una brutta gatta da pelare per chiunque. I transfer Nigel Williams-Goss da Washington e Johnathan Williams da Missouri sono due aggiunte davvero molto importanti per un telaio che comunque può contare sulla combo-guard Josh Perkins ed il pivot polacco Przemek Karnowski. Coach Mark Few potrà anche attingere dalla nuova classe freshman, che oltre ad un danese, un francese ed un giapponese - non è affatto una battuta: Jacob Larsen, Killian Tillie, Rui Hachimura - conta due giocatori su tutti come il realizzatore Zach Norvell ed il lungo Zach Collins.

12- ARIZONA

15- LOUISVILLE

Coach Sean Miller è sempre a caccia della Final Four, ma, almeno in partenza, l'obiettivo quest'anno, pur non essendo lontano, non sembra alla portata. Tante sono infatti le incognite che devono essere inquadrate nel discorso, ad iniziare da quel Allonzo Trier che al suo secondo anno deve ergersi a guida dei Wildcats. Gli addii dei senior Gabe York sull'arco e Kaleb Tarczewski in area aprono poi nuovi scenari in cui possono emergere nuovi e vecchi volti, come il serbo Dusan Ristic o il finlandese Lauri Markkanen, i freshman Rawle Alkins e Kobi Simmons osservato speciale, il pivot sophomore Chance Comanche. Inoltre Ray Smith dopo esser stato fermo ai box tutta la passata stagione ha deciso di ritirarsi a causa di un altro infortunio, mentre il prospetto Terrence Ferguson per problemi scolastici ha virato per l'Australia. Il talento e la profondità non si discutono, la giovinezza e l'inesperienza purtroppo sì..

Dopo l'autosospensione della passata stagione per lo scandalo a luci rosse, la squadra di Rick Pitino è pronta a tornare in pista e a competere a livello nazionale. I ferri saranno di competenza di Mangok Mathiang, così come la fase offensiva ruoterà intorno a Donovan Mitchell. Lo junior Quentin Snider ed il sophomore Ray Spalding nativi di Louisville, lo swingman australiano Deng Adel ed il freshman V.J. King costituiscono un roster ad immagine e somiglianza del proprio allenatore le cui parole chiavi sono intensità, difesa, corsa e cinismo. Passare dalle parole ai fatti non è mai semplice, ma, se c'è una squadra capace di insegnarlo, questa è proprio quella dei Cardinals.


16- TEXAS

19- PURDUE

Al suo secondo anno presso l'ateneo di Austin, coach Shaka Smart ha provveduto a ricostruire il progetto tecnico dei Longhorns fondando la squadra su ben tre sophomore e quattro freshman. L'unico superstite di questa epurazione è il senior Kendal Yancy. Il backcourt dipenderà dalla vena realizzativa e soprattutto di gioco del trio composto da Kerwin Roach Jr., Eric Davis Jr. e Tevin Mack, mentre invece la frontline non potrà fare a meno delle prestazioni della fenomenale ala Jarrett Allen e del talentuoso centro James Banks. È possibile che Texas inciampi in una serie di gare altalenanti, in virtù dell'età piuttosto bassa, ma la difesa asfissiante che porta a tanti recuperi potrà essere un fattore piuttosto rilevante.

I Boilermakers hanno perso uno dei loro migliori prospetti degli ultimi anni, tale A.J. Hammons, che non sarà una forza per quoziente intellettivo, ma sicuramente per il suo enorme fisico dava un vantaggio alla propria squadra nel pitturato. Nonostante ciò sarà sempre la frontline il loro punto di forza visto che l'ala Vince Edwards unisce la tecnica alla sostanza, Caleb Swanigan non si è fatto attrarre dal "one and done" ed ha preferito posticipare l'arrivo in NBA, ed infine Isaac Haas si candida per diventare il giocatore dominante dell'area pitturata. Ma Purdue ha cercato anche di sistemare la cabina di regia con il transfer Spike Albrecht giunto da Michigan.

17- CONNECTICUT Sliding doors piuttosto movimentate per l'alma mater di un altro pezzo storico del gioco anni '90 che ha appeso di recente le scarpette al chiodo, ovvero Ray Allen. Gli Huskies quest'anno non potranno prescindere che dalla continuità delle prestazioni per costruire un'altra stagione ricca di soddisfazioni. Ai partenti Daniel Hamilton, Shonn Miller e Sterling Gibbs hanno fatto da contraltare gli arrivi di Alterique Gilbert, Vance Jackson e Mamadou Diarra. Coach Kevin Ollie, inoltre, potrà sempre contare sul talento di Jalen Adams e l'esperienza di Rodney Purvis, oltre che sul lungo Amida Brimah e a quel Steven Enoch che dopo il primo anno trascorso in sordina dovrebbe essere pronto e voglioso a far vedere le proprie qualità. 18- SYRACUSE Dopo la straordinaria cavalcata della passata stagione, seppur con le partenze lussuose di Malachi Richardson e Michael Gbinije, non è mai saggio puntare contro la squadra di Jim Boeheim. Tra transfer e freshman, gli Orange hanno una squadra competitiva che potrà comunque contare sui veterani Tyler Roberson e DaJuan Coleman, che uniti al prospetto Tyler Lydon in rampa di lancio e al nuovo Paschal Chukwu in arrivo da Providence formano una batteria di lunghi invidiabile. Andrew White III da Nebraska porterà qualità e sostanza al reparto esterni che potrà fregiarsi anche dei giovani Matthew Moyer e Tyus Battle, al quale dovrebbe spettare l'incombenza di sostituire il tiratore Trevor Cooney. Bisognerà sperimentare in cabina di regia, perché al momento non sembra esserci un play designato.

20- CALIFORNIA Con l'addio di Jaylen Brown tutto ruoterà intorno ad Ivan Rabb in questa stagione. In estate non si sono risparmiati i paragoni per la forward, come quello con LaMarcus Aldridge. Il giovane talento di Oakland - un papabile player of the year - si sposerà perfettamente in coppia con i vari pivot Kingsley Okoroh e Kameron Rooks, che fanno dei Golden Bears un team molto solido sotto le plance. Tanto del fatturato offensivo della squadra allenata da Cuonzo Martin dovrà dipendere per forza di cose da quel Jabari Bird, che giunto al suo anno da senior dovrà dimostrare realmente le proprie capacità che troppo spesso, finora, non si sono ammirate. Progetto ambizioso che per funzionare dovrà trovare degli equilibri necessari. 21- RHODE ISLAND Coach Dan Hurley ha tra le mani un autentico gioiellino, una squadra forte, dinamica, atletica, esperta, che fa dell'unità d'intenti e della circolazione di palla i suoi punti di forza. Stiamo parlando della favorita dell'Atlantic 10, conference che ha regalato tantecinderella negli ultimi anni, e allora segnatevi questi Rams. Sugli esterni agiranno da metronomo Jarvis Garrett e da attaccanti Jared Terrell e quel E.C. Matthews grande prospetto NBA al rientro dopo l'infortunio che gli ha fatto disputare una sola gara l'anno scorso. Le rotazioni saranno allungate dal transfer Stanford Robinson, proveniente da Indiana, e dal sophomore Christion Thompson. Il reparto lunghi si fonda sulla coppia composta dai senior Hassan Martin e Kuran Iverson, con il nostro Nicola Akele pronto a conquistarsi fiducia e minuti.


22- IOWA STATE

25- N.C. STATE - TEXAS A&M

Per l'università con sede ad Ames si è chiuso decisamente un ciclo con il giocatore simbolo di questi ultimi anni: Georges Niang, che si è laureato. Questo però non significa che i Cyclones non siano sempre una squadra di rilievo nel panorama nazionale. Non fosse altro per la presenza del playmaker veterano Monte Morris, che si candida per essere non solo il player of the year della Big XII ma anche dell'intera Division I. Inoltre, il roster di coach Steve Prohm potrà contare anche sui senior Nazareth Mitrou-Long e Deonte Burton che sicuramente faranno il proprio dovere. La coperta, però, rispetto agli anni passati, appare un po' cortina.

Ex aequo alla venticinquesima posizione di questo power ranking, dove troviamo sia North Carolina State che Texas A&M, entrambe squadre che hanno conservato una loro ossatura con qualche piccolo accorgimento. Per quanto riguarda N.C. State, l'innesto per eccellenza è quello del giovanissimo talento Dennis Smith, playmaker dotato di fisico e capacità che tra i tanti nuoviprospetti ha tutte le carte in regola per competere per il premio di freshman of the year. Altri giocatori importanti per i Wolfpack sono gli esterni Maverick Rowan e Abdul-Malik Abu ed i lunghi BeeJay Anya ed Omer Yurtseven, squalificato dalla NCAA per le prime nove gare per aver guadagnato al Fenerbahce.

23- SAINT MARY'S La continuità sarà alla base del progetto dei Gaels che hanno tutto, ma davvero tutto per sorprendere ed impensierire gli acerrimi rivali della West Coast di Gonzaga. Squadra profonda quella di coach Randy Bennett, che ha visto far ritorno a tutto il quintetto base, oltre che alle prime tre riserve. Insomma: tavola piuttosto apparecchiata. Tanto ci si attende dal duo australiano formato dalla stella indiscussa Emmett Naar e dall'ala Dane Pineau. Al centro del pitturato farà la voce grossa Evan Fitzner, mentre, sugli esterni, spazio a Calvin Hermanson e Joe Rahon. Dalla panchina sono pronti a subentrare Stefan Gonzalez, Kyle Clark e Jock Landale. 24- FLORIDA STATE Il talento dei Seminoles può essere facilmente racchiuso nel trio composto dalla combo-guard junior Xavier Rathan-Mayes, dal realizzatore sophomore Dwayne Bacon e dalla forward freshman Jonathan Isaac, che sono i pezzi singoli che stanno pian piano definendo il puzzle a disposizione dell'allenatore Leonard Hamilton. In questa posizione sono più di una scommessa, soprattutto se si considera che militano nella ultra competitiva Atlantic Coast Conference. Però, se c'è una cosa che si impara piuttosto velocemente nel seguire il college basketball, è proprio che nulla è impossibile.

Tra le fila di Texas A&M, invece, gli addii di tre giocatori del calibro di Alex Caruso, Jalen Jones e Danuel House si faranno sentire eccome. Eppure il roster degli Aggies potrà contare su di una frontline piuttosto tosta con Tonny Trocha-Morelos e Tyler Davis, e con l'aggiunta dello spagnolo del Barcellona Eric Vila. Creare sarà invece compito prettamente di Admon Gilder, mentre le più grandi responsabilità offensive per la squadra di coach Billy Kennedy peseranno sulle spalle di D.J. Hogg, chiamato a non far rimpiangere i giocatori graduati che sono stati nominati all'inizio.


Di Giovanni De Nicolao

Ormai sono passati due mesi dalla mia partenza e volevo farvi sapere un po’ come andava. Devo dire che sono veramente soddisfatto della mia esperienza e della mia scelta. Per adesso sta andando tutto alla grande. Ho avuto bisogno delle prime settimane per ambientarmi rispetto ai modi di vivere in USA. Per quanto riguarda il basket abbiamo fatto un lungo periodo di preparazione atletica e di allenamenti individuali, poichè le regole NCAA permettono solo un allenamento di squadra a settimana nel primo periodo. Qui ho avuto la possibilità di conoscere bene i miei compagni fuori dal campo e di concentrarmi un po’ anche per quanto riguarda l’università, dove sto seguendo il corso di Kinesiology. L’aspetto scolastico è molto importante e non è da sottovalutare. Non passare gli esami e avere un brutto rendimento non mi permetterebbe di giocare con la squadra. Nelle ultime settimane invece abbiamo iniziato i veri allenamenti. Ci alleniamo quasi tutti i giorni con qual-

che day off imposto dalla NCAA. Gli allenamenti sono abbastanza lunghi e intensi, visto che il ritmo di gioco è davvero alto! Siamo una buona squadra e i coaches personalmente mi piacciono davvero tanto. Specialmente con il capo allenatore il rapporto è ottimo. Si tratta di Steve Henson, ex giocatore NBA, con un passato anche a Roma e Pesaro. Prima di venire qui a UTSA ha allenato un’ottima università come Oklahoma State. La scorsa settimana abbiamo fatto la presentazione della squadra “THE ROWDY JAM”. Abbiamo fatto un piccolo show con gara delle schiacciate e vari giochi che coinvolgevano anche il pubblico! Non vedo l’ora di iniziare la stagione!!! . La prima vera partita sarà in California vs Fresno State, campione della Mountain West e una delle migliori squadre di tutta l’NCAA. Non vedo l’ora!!!


Di Glauco Barbero

Ogni anno la NCAA vuole focalizzarsi nella correzione del proprio regolamento per le partite. Se nella scorsa stagione le variazioni erano state sostanziali, ricordiamo la riduzione dello shot clock da 35 a 30 secondi, per la prossima corsa alle Final Four la NCAA ha voluto apportare alcune modifiche principalmente riconducibili ad interpretazioni del regolamento. Questa alternanza è ormai una consuetudine per il college basket. Il primo cambiamento riguarda la possibilità di richiedere un timeout da parte degli allenatori. Il problema era stato sollevato dopo il cambiamento dello scorso anno ed appare quasi una concessione ai coach. Se fino al 2014-15 tutti potevano chiamare TO dopo un canestro subito e sulle rimesse, nel caso di problemi nel rimettere la palla in campo, nella scorsa stagione la Lega aveva proibito agli allenatori di farlo. La nuova regola prevede che essi possano chiamare TO purchè gli arbitri non abbiano ancora iniziato il conto dei 5 secondi per l’effettuazione della rimessa. La concessione sembra leggera, ma la Lega prevede che si elimino gli urli degli allenatori verso i loro ragazzi per dire loro di chiamare TO.

La seconda riguarda le situazioni di palla in post e rischia di far alzare il numero di fischi arbitrali, anche di doppi falli. L’attaccante, infatti, potrà piegare i gomiti per mantenere il proprio spazio di movimento, ma non potrà roteare le braccia per allontanare il difensore, pena il fischio di un fallo. Dall’altra parte, il difensore non potrà cercare la palla cercando di passare sotto le braccia. La difesa dovrà stare infatti o davanti o a tre quarti, potrà utilizzare un avanbraccio, ma non aggiungere anche una mano per mantenere l’appoggio del giocatore in post. Questa variazione nell’interpretazione dei movimenti di attacco e difesa, secondo molti esperti, coinvolge due situazioni che avvengono contemporaneamente e quindi dovranno essere penalizzate entrambe. La penalizzazione sarà un doppio fallo con la palla che rimarrà all’attacco, ma lo shot clock non sarà resettato. Da sottolineare che questa situazione si avrà anche quando il giocatore cercherà di prendere posizione ed allargherà le braccia per allontanare il difensore. Il terzo cambiamento sembrerebbe scontato per noi europei, ma meritava un approfondimento da parte della


NCAA. La Lega ha infatti definito di penalizzare col fischio di un “fallo di passi” il saltello che alcuni giocatori eseguono al momento della ricezione della palla. Scelta scontata quanto basilare per limitare alcuni giocatori che abusano di questo per avere un guadagno sul difensore. Per facilitare l’attacco, sarà, però, incoraggiata la libertà di movimento da parte degli attaccanti, venendo punite maggiormente le difese troppo aggressive sul portatore di palla. Infine arriviamo a quella che potrebbe essere una piccola svolta nel gioco universitario. La quinta norma reinterpretata sarà sperimentata solamente in MAC e Big 10 e, nel caso ci siano 15 occasioni in cui si verifichi la bontà di tale cambiamento, verrà ampliata per la prossima stagione a tutta la Lega. La regola prevede la possibilità da parte di un allenatore di chiedere il replay per una azione di sfondamento, sempre che possieda TO da spendere per far ribaltare un eventuale fischio. In particolare si chiede agli arbitri di valutare come sia avvenuto il contatto. Prima di tutto il difensore dovrà saltare verticalmente con le braccia distese ed anche se sarà partito da dentro il semicerchio avrà diritto di occupare questo spazio all’arrivo dell’attaccante, in questo caso non dovrà essergli fischiato un fallo. Allo stesso tempo, se anche il difensore è piedi a terra e sta scivolando difensivamente per poi fermarsi a prendere uno sfondamento, il fallo del difensore sarà fischiato solo se il movimento dell’attaccante, a discrezione degli arbitri, sarà valutato come “pulito”.

Quello che la lega penalizzerà saranno i difensori che si fermano per attendere lo sfondamento per troppo tempo cercando quindi la collisione con l’avversario. Per far capire il concetto di questa interpretazione piuttosto complicata si può utilizzare la frase per cui: la Lega incoraggerà i giocatori atletici a saltare per bloccare il tiro più che per fermare, con la loro posizione, l’avversario. Come lo scorso anno, i cambiamenti potranno essere valutati solo durante la stagione e potranno essere positivi, come sembra per lo shot clock a 30 secondi, o negativi come la regola nuovamente modificata sui timeout. La direzione che si sta prendendo è, però, chiara e prevede di agevolare gli attacchi e far emergere solo i difensori più puliti.


Di Claudio Tatoli

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Dopo la bruciante quanto attesa uscita di scena nelle Sweet16 dello scorso 25 Marzo contro i Ducks di Oregon, i Blue Devils si presentano ai nastri di partenza della prossima kermesse collegiale con un solo grande obiettivo: TORNARE GRANDI !!!!! Seppur la scorsa stagione sia stata, numeri alla mano, una fra le più complicate per un team di blasone nel mondo collegiale della palla a spicchi, coach Mike Krzyzewski ha più e più volte rimarcato i successi di crescita di molti atleti già presenti all’interno del roster (vedasi i numeri sbalorditivi nel suo anno da sophomore di Grayson Allen), oltre che dei freshman aggregatisi nella passata stagione (Brandon Ingram selezionato dai Los Angeles Lakers con la seconda scelta dello scorso Draft NBA), a riprova di uno staff sempre d’eccellenza nelle fasi di recruiting dalle High School d’America.

Entriamo nel dettaglio, analizzando gli atleti al loro primo anno di college presso l’ateneo di Durham. Partendo da coloro che da tempo (alcuni già dallo scorso giugno) si erano “committati” , la prima “stella” del recruiting 2016/17 porta il nome di Jayson Tatum, ala piccola (203 cm per 92 Kg) proveniente dalla Chaminade High School (1998). I numeri spaventosi di questo ragazzo e i vari riconoscimenti già ricevuti mi costringerebbero a dedicare l’intero articolo solo a lui e non renderebbero merito alle qualità di questo ragazzo, definito da tutti come uno dei migliori “One-and-done” dell’intera NCAA: terzo miglior giovane nella classifica ESPN, tre partecipazioni alle rassegne giovanili della nazionale americana, 29.5 punti e 9.1 rimbalzi di media a partita con sei gare concluse con almeno 40 punti a referto. Ottima velocità di gambe e buona visione di gioco ed una tecnica di tiro eccellente fanno di Tatum uno degli atleti emergenti dell’intero panorama ameri-


cano. Molti colleghi americani hanno azzardato arditi paragoni con un certo Kobe…..ma, si sa, il mondo NCAA è altra cosa. Benvenuto nella vasca degli squali Jayson!!! Discorso molto simile vale per la seconda stella secondo le classifiche di ESPN e 247sports.com, il lungo Harry Giles (208 cm per 108 Kg) da Winston-Salem, N.C. A lungo al vertice delle due speciali classifiche dei giovani più promettenti nella classe dei freshman 2016, Giles può vantare come il suo futuro compagno di squadra Tatum diverse presenze in tutte le rappresentative giovanili americane (nella rassegna mondiale dello scorso anno ha registrato 11.8 punti e 8.0 rimbalzi di media). Nonostante la sua altezza e la sua mole, Giles ha migliorato tantissimo il lavoro di piedi, soprattutto nei primi passi: un grosso vantaggio per un’ala grande moderna destinata a palcoscenici NBA. Molto aggressivo sotto canestro, ottimo quando servito spalle al tabellone, non lesina mai schiacciate molto spettacolari (non impiegherà molto a farsi amare dai suoi nuovi compagni di college). La sua voglia di “spaccare il mondo” lo porta però a commettere errori banali e a intestardirsi in azioni solitarie e quindi con diverse palle perse. Il Jump-Shot dalla media e percentuali ancora bassine ai liberi (nel’ultima stagione giocata ha viaggiato intorno al 43%) saranno i principali punti di sviluppo per un giocatore da un radioso avvenire. Unico neo è rappresentato da un ginocchio abbastanza ballerino, che l’ha costretto ai box per l’intera stagione scorsa e che lo terrà fuori dai campi almeno fino ai primi di dicembre.

Ma non temete!!!! Sarà degnamente sostituito nella prima fase della stagione….Volete sapere da chi ? Va bene, ve lo dico subito per non tenervi sulle spine: Marques Bolden, l’ultimo “five-star player” a committarsi per la prossima stagione (19 maggio). Nonostante la mole non proprio consona a quelle del centro vecchio stampo (208 cm per 113 kg ), Bolden ha attirato su di sé le attenzioni dei migliori programmi NCAA (tra cui si annoverano college come Kentucky, Alabama, Kansas ed Oklahoma) per la straordinaria mobilità sotto canestro, buon controllo del corpo e ottimo tocco con entrambe le mani, un autentico pericolo per le difese avversarie in situazione di Miss match. Spetterà quindi al centro nativo di Dallas, Texas non far rimpiangere l’infortunio occorso a Giles e garantire un numero sufficiente di rimbalzi per scatenare l’invidiabile arsenale di tiratori oltre l’arco dei tre punti (tallone d’Achille principale nella scorsa stagione). Un importantissimo aiuto ad un comparto lunghi di grande prospettiva, ma priva di esperienza NCAA, sarà fornito dal Redshirt Senior Amile Jefferson, ala grande alla sua quinta stagione giocata presso l’ateneo di Durham. Il 23enne di Philadelphia è reduce da un grave infortunio al piede (frattura occorsa nello scorso mese di novembre) che lo ha escluso per la quasi totalità della scorsa stagione, costringendo coach K a far ricorso ad un comparto lunghi numericamente corto e privo di esperienza NCAA


(vedasi le prestazioni sottotono del lungo Chase Jeter). Coach K ha preferito non rischiarlo durante la scorsa March Madness per via di alcuni dolori avvertiti nei cambi di direzione laterali. Dopo una lunghissima fase di riabilitazione, il capitano dei Blue Devils è finalmente pronto a tornare sul parquet del Cameron Indoor Stadium, contribuendo in maniera decisiva con i suoi rimbalzi alla vittoria di squadra, ma soprattutto accellerando la fase di maturazione dei tanti giovani dei Blue Devils 2016/17. Bentornato Amile!!!! Il recruiting per il reparto lunghi dei Blue Devils 2016/17 si completa con i due freshman Javin DeLaurier (207 cm per “soli” 92 kg) e l’australiano da Canberra Jack White (204cm per 97 Kg). Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche di questi due giocatori, molti insider hanno evidenziato una buona predisposizione alla difesa, soprattutto in fase di transizione per un buona mobilità di base, ma anche evidenti handicap dal punto di vista fisico che potrebbero pagare a caro prezzo contro molti centri NCAA. Per entrambi coach K ha preferito esprimersi in termini di “progetti in costruzione” sia dal punto di vista fisico che tecnico, tuttavia non è da escludere un impiego (seppur parziale) di entrambi nelle primissime partite di stagione,

quando Duke affronterà squadre non di rango. Mentre le prestazioni dell’americano erano ben conosciute dagli addetti ai lavori (i 21.9 punti, 12.9 rimbalzi e 4.1 assist di media a partita gli sono valsi la 39esima posizione nella speciale classifica ESPN), il “Carneade” Jack White si presenta nel mondo NCAA senza la luce dei riflettori puntati addosso, ma con buone prestazioni fornite negli ultimi mondiali U19 con la maglia dei “Kangarooes” (8.3 punti di media e 4 rimbalzi, unite ad una straordinaria capacità difensiva, specialmente nelle marcature a uomo). Difficilmente sarà protagonista già in questa stagione, ma Coach K punta molto su di lui per la sua fisicità e abnegazione difensiva. Grande delusione rispetto alle attese nutrite dei tifosi e dall’intero coaching staff di Duke è rappresentata dal sophomore Chase Jeter. Destinato ad un ruolo marginale nel suo primo anno da freshman, è stato gettato nella mischia da Coach K per via dell’infortunio occorso ad Amile Jefferson. I numeri del lungo da Las Vegas, NV rendono ben chiare le difficoltà da lui avute nella passata stagione (32 presenze per lui con 7.9 minuti di media conditi da 2 punti e 2 rimbalzi di media a partita). Le responsabilità (e le critiche) piovute su di lui da tutto l’ambiente


al cospetto di una classificazione invidiabile da parte di ESPN per la classe del 2015 (11esimo miglior prospetto), unite ad un’abbondanza fuori dal comune nel reparto, hanno portato molti esperti ad avanzare l’ipotesi di un addio di Jeter prima dell’inizio di questa stagione (un percorso simile a quello dell’ex playmaker Derryck Thornton, ma ne parleremo più avanti). Al momento queste indiscrezioni non hanno trovato conferme, pertanto Chase Jeter deve essere considerato membro ufficiale del roster 2016/17 dei Duke Blue Devils (ha anche presenziato alla presentazione ufficiale della squadra pochi giorni fa al Cameron Indoor Stadium). Ragazzi, non fatevi prendere dalla foga di cercare video highlights o la prossima partita dei Blue Devils….NON ABBIAMO ANCORA PARLATO DEL COMPARTO GUARDIE, QUINDI ASPETTATE!!!!! Anche qui Duke può vantare un innesto molto significativo che va a rafforzare un comparto di piccoli già di altissimo livello, stiamo parlando cioè del playmaker da Alpine, Utah Frank Jackson (192 cm per 90 Kg). Dopo un lungo corteggiamento da parte di altri illustri progetti come Arizona, UCLA, Utah e Maryland, Jackson ha deciso di sposare il progetto Blue Devils assumendosi l’onere di point guard titolare della prossima stagione (anche di quelle a venire??). Gli addetti ai lavori descrivono il freshman play come un interessantissimo mix di talento e atletismo, oltre che ad un sapiente uso di entrambe le mani. Ad un ottimo

jump-shot dalla media e un micidiale primo passo per le penetrazioni centrali, fanno da contraltare una visione di gioco ancora in costruzione (aspetto fondamentale per qualsiasi play che voglia raggiungere risultati importanti sia nel panorama NBA che in Europa). A riprova dei suoi ottimi numeri come tiratore dalla media e dalla lunga distanza ci sono due statistiche emblematiche: con i suoi 2047 punti segnati, Jackson si è issato al sesto posto nella speciale classifica degli atleti provenienti dallo stato dello UTAH, oltre ad aver riportato ben 54 punti il 18 dicembre 2014 in un singolo match (record per la Lone Peak High School, suo liceo di provenienza). A lui quindi verranno affidate le chiavi offensive dei Blue Devils 2016/17, anche alla luce del trasferimento dell’ex freshman Derryck Thornton presso l’ateneo di USC (University of South California). Oltre ad evidenti motivi di distanza geografica (è originario di Chatsworth, California), un probabile ruolo da comprimario nel ruolo di playmaker l’hanno spinto a tentare fortuna altrove (si ricordi che le regole NCAA impongono al giocatore trasferitosi presso un’altra università di rimaner fermo per una stagione). Principale beneficiario degli spazi aperti dalle penetrazioni centrali di Jackson sarà lo Junior da Jacksonville, Florida Grayson Allen (195 cm per 91 Kg). Autentico faro della squadra di coach K, sia per i numeri spaventosi (22 punti, 6 rimbalzi e quattro assist di media) che per il suo tempe-


ramento, è chiamato alla definitiva consacrazione tra le guardie Elite di questa stagione NCAA e quindi all’approdo tra i professionisti. Al contrario di altri suoi colleghi, Allen ha deciso di disputare un’altra stagione a livello collegiale, trascinando i suoi a suon di triple e di penetrazioni brucianti alle Sweet16 dello scorso March Madness.. Molti colleghi della carta stampata si aspettano da lui anche e soprattutto dal punto di vista della maturazione caratteriale; a tal proposito non sono mancati polveroni giornalistici in seguito ad alcuni “atteggiamenti antisportivi” di cui Allen si sarebbe macchiato nella passata stagione (si ricordi l’episodio dello “sgambetto” nella partita contro Florida State dello scorso 25 febbraio). Più volte difeso pubblicamente da Coach K in persona, Allen non ha mai nascosto il suo disappunto nei confronti della stampa, rimarcando la grande lealtà sportiva che lo ha contraddistinto durante la sua esperienza collegiale. Ci ricascherà? Staremo a vedere. Autentica rivelazione della passata stagione in maglia bianco-azzurra è stato senza ombra di dubbio Luke Kennard, guard Sophomore da Franklin, Ohio (198 cm per 92 Kg). Nonostante le luci della ribalta fossero puntate decisamente su Chase Jeter e su Derryck Thornton, Kennard è riuscito con il lavoro e la costanza di rendimento a guadagnarsi uno spazio sempre più importante all’interno del roster dei Blue Devils, riuscendo anche in ben 11 occasioni a partire nel quintetto iniziale. Grazie a una spiccata fase difensiva, i numeri al tiro nel suo primo anno nel

mondo dei College hanno portato Kennard prepotentemente alla ribalta all’interno della Conference ACC e dell’intero programma NCAA (12 punti, 4 rimbalzi e 2 assist di media, molto spesso da subentrante come “sesto uomo” nelle rotazioni di Duke della passata stagione). Tutti si aspettano un ulteriore passo in avanti nel suo processo di crescita, dando quasi per certa la sua presenza in maglia bianco azzurra anche per la stagione 2017/18, quando il suo collega senior Matt Jones avrà concluso la sua carriera collegiale. Proprio Matt Jones si appresta a chiudere la sua esperienza collegiale presso l’ateneo di Durham con un titolo già conquistato nel 2015, dopo essersi ritagliato un posto speciale nel cuore di tutti i tifosi Duke per la sua grinta e per la sua voglia di non mollare mai. In diverse occasioni Coach K ha avuto modo di elogiare la dedizione al lavoro e al sacrificio del prodotto di DeSoto, Texas. Sono ben 106 le presenze in maglia bianco-azzurra, con 53 apparizioni da titolare condite da 27 double-double e da una fase difensiva migliorata negli anni a livello esponenziale. Non conosciamo il suo destino al di fuori del college di Durham, ma a prescindere che si tratti di NBA, Europa o di altre realtà cestistiche, non impiegherà molto a farsi amare dal suo futuro coaching staff e dai suoi tifosi. Buon ultimo ballo Matt!!!! Completiamo il nostro report sul roster di Duke elencando


i giocatori che comporranno la panchina dei Blue Devils nella prossima stagione (vedremo quanto minutaggio sarà loro riservato): Antonio Vrankovic, Center, (213 cm per 118 Kg), Delray Beach, Fla Sean Obi, Forward, (205 cm per 115 Kg), Kaduna, Nigeria Nick Pagliuca, Guard (190 cm per 88 Kg), Weston, Mass. Justin Robinson, Forward (203 cm per 88 Kg), San Antonio, Texas Brennan Besser, Guard (195 cm per 85 Kg), Chicago, Illinois. Per Coach K ci sono tutte le premesse perché si realizzi qualcosa di importante. Per vedere all’opera la Duke Gang 2016/17 dovremo attendere il primo match ufficiale contro il College di Marist del prossimo 11 novembre. Un appuntamento da fissare sul proprio calendario. In bocca al lupo, DIAVOLI BLU !!!!!!


Rushandslam nasce come blog di un appassionato di sport americani per tutti coloro che condividono la stessa passione. Nato nel 2013 con quattro sezioni di base (NBA-NCAABB-NFL-NCAAFB) presto riesce a trovare un discreto numero di lettori, fatto che porta all'inizio del 2014 alla creazione di una pagina Facebook dedicata

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Sempre nel 2014 nascono anche diverse collaborazioni con siti importanti e la partecipazione ad eventi LIVE quali il College Basketball Tour a Vicenza ed il 2K Classic a New York oltre all'annuale report da Londra per le NFL International Series. Il blog non si colloca nel panorama dei siti web di basket e football americano come una pagina di aggiornamenti giornalieri, ma come una punto di ritrovo per opinioni sugli argomenti che nascono dalle Leghe americane.


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Di Stefano Bei

Ormai ci siamo quasi, ancora pochi giorni e sarà finalmente palla a 2 della stagione 2016-2017 del college basket. Nuovi giocatori lotteranno per entrare nei cuori dei tifosi e nella storia delle loro squadre ma non ci sono solo giocatori al bivio. Ci sono anche allenatori che vedono la carriera andare di corsa e che proprio in questa stagione affronteranno una delle curve più difficili del percorso, sta a loro seguire la giusta traiettorie o finire fuori strada. La maggior pressione di risultati sarà senza dubbio di Steve Alford di UCLA che quest’anno si troverò una squadra veramente competitiva con dei freshman di altissimo livello. La passata stagione ha lasciato più di qualcuno con l’amaro in bocca per una squadra che mai è riuscita veramente a giocare un buon basket, facendo purtroppo vedere la peggior stagione degli ultimi 13 anni, con tanto di proteste volanti sopra i cieli di Westwood. Molti tifosi infatti hanno affittato degli aerei per far vedere a tutti il loro disappunto con messaggi indirizzati alla dirigenza UCLA con i quali si chiedeva

il licenziamento immediati di Steve Alford. Alford oltre alla stagione disastrosa paga anche il fatto di aver perso per ben tre volte in stagione contro gli acerrimi rivali di USC, il che forse è anche peggio di perdere tutte le altre partite. Ovviamente forte del contratto firmato 4 anni fa Alford è rimasto al suo posto ma ora è il momento di agire e di far vedere che qualcosa in questi 4 anni si è costruito. La classe di reclutamento è una delle migliori da diversi anni e le potenzialità per far bene ci sono tutte, la squadra è nel ranking con una certa sicurezza e non ci sono più alternative, vincere o stop. I Bruins meritano di meglio, meritano di tornare a ruggire.


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