NCAA Time Settembre 2018

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College, selezioni americane, Nazionali e la squadra Campione in carica femminile, questa è l’offerta in Italia per i due Tour che nel 2018 si sono spartiti palestre e università: il College Basketball Tour e l’Italy Basketball Summer Festival.



Photo Gallery

04-07

Editoriale

08-09

Dalla Nazionale a Notre Dame: il CBT 2018 al femminile di Isabella Agostinelli

10-12

Torneo Internazionale di Vicenza - Recap di Glauco Barbero

13-15

Intervista a Charlie Moore di Isabella Agostinelli

16-17

Il Tour Europeo visto da Oklahoma State

18

Il Tour Europeo visto da St Francis

19

L'Italy Basketball Summer Festival 2018

20

Penn a Bernareggio per l'IBSF di Glauco Barbero

21-23

Hanno collaborato:

Glauco Barbero di Rushandslam.blogspot.it Isabella Agostinelli

Tutte le immagini inserite in questo numero appartengono ai rispettivi proprietari






Redazione NCAA Time Magazine

Lo scorso anno arrivarono in Italia due corazzate come Kansas maschile e UCONN femminile, quest’anno siamo andati ben oltre con un Torneo Internazionale tra squadre nazionali sperimentali ed una selezione di giocatori NCAA e la presenza di Notre Dame, squadra Campione in campo femminile in ben due Tour che si sono divisi le palestre e gli eventi. Oltre a queste partite, ecco che si sono visti diversi incontri sia in campo maschile che femminile. Il Torneo di Vicenza ha visto la presenza della nazionale sperimentale olandese, di quella tedesca e di quella italiana guidata da Meo Sacchetti. Il Torneo è stato vinto dagli italiani che, dimostrando una coesione come squadra maggiore rispetto agli avversari, ha messo in mostra molti ragazzi di talento che attendono di entrare nel giro della rappresentativa maggiore. La rappresentativa dei college, pur con l’assenza del neo coach di Torino Larry Brown, ha portato giocatori che avranno un buon minutaggio nella prossima stagione e tra questi siamo lieti di riportare un’intervista a Charlie Moore. Il ragazzo, che è stata la stella della rappresentativa, sarà in quintetto nella prossima versione dei Kansas Jayhawks e dovrà confermare quanto di buono fatto nel weekend vicentino. Quest’anno, ad aumentare l’offerta di partite ecco che ha esordito l’Italy Basketball Summer festival organizzato dalla Dream Team Sports Tours che ha creato un tabellone alternativo che ha coinvolto città differenti e contribuito ad aumentare le partite. Il Festival ha avuto un prologo con le partite giocate da Pennsylvania a maggio, ma il cuore della


manifestazione è stata ad agosto quando ci sono state gare per tutto il mese. Il numero che state leggendo è dedicato, quindi, alle due manifestazioni con recap, interviste e qualche foto.

Successivamente NCAA Time Magazine tornerà a novembre per l’inizio della nuova stagione. Quest’anno sarà ancora un folto il gruppo di italiani che perde Akele, tornato a giocare in A2, ma guadagnerà tanti ragazzi pronti a far parlare di sé. La stagione NCAA del prossimo anno avrà nella coppia di Duke Barrett-Williamson la punta dell’iceberg e, dopo i tanti one and done dello scorso anno, dovrà mettere in mostra il suo solito spettacolo cestistico ora che da tante parti si stanno organizzando attacchi sotto forma di regole per bypassare anche il singolo anno al college. Vi aspettiamo per vedere cosa sapranno fare i ragazzi in campo e vi ricordiamo che se vorrete contribuire al Magazine entrando nella nostra redazione, troverete al fondo tutte le informazioni necessarie.


Di Isabella Agostinelli Notre Dame, Wake Forest, De Paul, la Nazionale Italiana, la selezione all stars delle Adriatic Sea Sirens e la Nico Basketball: ecco le sei protagoniste dell’edizione 2018 del College Basketball Tour.

Dopo UConn, a sbarcare in Italia per un ciclo di amichevoli estive è toccato a Notre Dame, attuale detentrice del titolo NCAA dopo una rocambolesca semifinale proprio contro le Huskies e decisa solo dal buzzer beater di Arike Ogunbowale. Un intreccio degno delle più belle saghe americane, non c’è che dire! Quella di Roma è stata l’unica amichevole in territorio italiano per le Fighting Irish che si sono poi spostate verso la Croazia. Un soggiorno romano breve, ma che ha lasciato davvero il segno. È stato infatti impossibile non notare Notre Dame a spasso per la capitale con il trofeo appena vinto: al Colosseo, alla Fontana di Trevi, in Vaticano; le Irish lo hanno trasportato orgogliose per tutta Roma. Il match contro la selezione all star non ha avuto storia (103 a 47 per le americane) ma coach Muffet McGraw si è detta assai soddisfatta nel vedere finalmente in campo Brianna Turner dopo il lungo infortunio che l’ha tenuta fuori per tutta la scorsa stagione. Tanta era l’attesa nel vedere all’azione anche l’eroina delle Final Four, Arike Ogunbowale che questa volta non ha avuto però bisogno dei suoi prodigiosi buzzer beater per chiudere il match. Notre Dame è data favorita anche per la prossima stagione, ma onde non incorrere in qualche imprevisto, le ragazze hanno lanciato la monetina nella Fontana di Trevi.

Photo credits: Brunello Michele


Photo credits: Brunello Michele

Altra grande protagonista di questa edizione è stata De Paul, passata un po’ in sordina: come le Irish, infatti, anche le Blue Deamons hanno giocato una sola partita nel nostro Paese (il 19 agosto a Roma), ma la squadra di coach Doug Bruno è da anni uno dei programmi più vincenti della Big East con 5 titoli di conference in bacheca (l’ultimo arrivato proprio lo scorso anno) e all’attivo ben 16 apparizioni consecutive in NCAA raggiungendo per 4 volte le Sweet Sixteens. Nonostante qualche problema con i bagagli in aeroporto, le Blue Devils si sono godute appieno i due giorni romani. Il dilemma più grosso, a dire delle ragazze, è stato quale ristorante scegliere: pizza, pasta e gelati sono stati i tranding topics tra le atlete. Il match contro le Adriatic Sea Sirens si è concluso con il punteggio di 102 a 43. Ma come nel vero spirito di questo evento, poco conta: coach Bruno è stato contento di poter vedere i miglioramenti delle sue ragazze e la maggior coesione nel gruppo. In fondo, queste amichevoli estive servono proprio a questo a dare la possibilità a giovani atleti di uscire dal proprio Paese e ancora meglio, farlo con persone che per il resto della stagione saranno per loro come una vera e propria famiglia.

Menzione speciale va quindi alle Adriatic Sea Sirens, squadra allestita ad hoc per questa manifestazione e che ha saputo esprimere al meglio lo spirito del College Basketball Tour. Senza mai tirarsi indietro, e giocando anche a tratti alla pari con i due team statunitensi, la selezione romana è stata guidata da Antonio D’Albero, coach di fama ed esperienza internazionale che dal 2014 non si perde un’edizione del College Basketball Tour. “Credo molto in questo progetto gestito da persone competenti e simpatiche!” - ha commentato in un’intervista - “Per le atlete è l’occasione di giocare contro una pallacanestro di altissimo livello, se solo pensiamo che alcune giocatrici che hanno partecipato alle passate edizioni sono state anche selezionate in Draft WNBA”. Ma è anche un’occasione per le ragazze italiane. Ne sa qualcosa Katerina Pazzaglia, atleta che proprio grazie al CBT, ha avuto diverse proposte da college americani (tra i quali Longwood che l’aveva vista in azione proprio in Italia) e che ora è in forza a Florida Southern College in Division II.


Speciale anche il legame tra Wake Forest e l’Italia. Tra le fila del college statunitense, infatti, milita Elisa Penna, atleta inserita anche nella rosa della nazionale. Per Elisa, il tour italiano, è stato innanzitutto un regalo che lo staff delle Demon Deacons volevano fare ad una delle atlete migliori della loro squadra (durante le amichevoli italiane Elisa è stata sempre le best scorer delle sue); un regalo che ha reso l’esperienza davvero unica: Elisa infatti ha mostrato la sua città alle sue compagne di squadra ed è stato un ponte davvero importante tra le due culture. Inoltre, l’amichevole contro la nazionale italiana ha visto Elisa sfidare le future compagne di squadra, compagne con le quali si è riunita subito dopo la partita per preparare le qualificazioni agli Europei del 2019. Wake Forest ha vinto le prime due partite (quella contro le AS Sirens per 80 a 62 e poi quella contro Nico Basket per 78 a 33) ma ha dovuto alzare bandiera bianca contro le azzurre che si sono imposte per 74 a 37. La miglior realizzatrice per l’Italia è stata l’esordiente Francesca Pan (per le 18 punti) in forza, insieme a Lorela Cubaj, a Georgia Teach negli Stati Uniti. Anche in questo caso, il punteggio è però passato in secondo piano. Il match tra Wake Forest e la Nazionale Italiana è stato infatti l’occasione per la racconta fondi a favore di LILT, l’Associazione Italiana per la Lotta contro i Tumori. A fine partita sono stati raccolti 2.500 euro anche grazie ad Anthony Travel che ha donato 50 euro per ogni tripla realizzata (11 in totale). Last but not least, Nico Basket, società italiana neopromossa in A2 che non ha perso l’occasione di mettersi in gioco e sfruttare l’amichevole contro Wake Forest per creare la giusta alchimia nel nuovo gruppo di giocatrici protagoniste del prossimo campionato. Come già sottolineato in altre occasioni dagli organizzatori del CBT, Ales Masetto e Andrea Sciarrini, da parte dei team italiani c’è ancora molta riluttanza a partecipare ad eventi del genere (un po’ per paura della “brutta figura” e un po’ per il periodo, quello di agosto, che vede molte giocatrici ancora in vacanza) mentre bisognerebbe vederli come delle grandi opportunità in vista della stagione successiva. Quello di Nico Basket è un ottimo esempio che potrebbe aprire la strada a un nuovo trand per la prossima edizione. Eh sì! Ales e Andrea sono già all’opera per portare in Italia altri college e promettono grandi nomi anche per il 2019. A noi non ci resta che aspettare e intanto goderci il prossimo campionato NCAA. Riusciranno le Fighting Irish a mantenere il titolo di campionesse?


Di Glauco Barbero Sono arrivato al quinto anno di collaborazione con il College Basketball Tour e per la prima volta non ho seguito la sfida tra una selezione italiana ed un college NCAA durante il suo Tour in Europa, ma un vero e proprio Torneo con la presenza di una selezione di giocatori provenienti da college diversi contro squadre Nazionali. Ci sono già state sfide tra la Nazionale Italiana e college americani quando Michigan State affrontò gli Azzurri nel 2015, ma la tre giorni vicentina ha mantenuto uno spirito molto più affine a quello del College Basketball Tour. La Nazionale italiana presente è stata una selezione sperimentale infarcita di giovani, così come quella di Olanda e Germania mentre per gli USA abbiamo visto un gruppo di ragazzi che non si erano mai conosciuti fino a pochi giorni prima, il cui unico scopo è stato quello di riprendere il ritmo partita in vista della prossima stagione che, per alcuni, sarà la prima con un nuovo college. La prima partita del sabato tra Olanda e Germania non ha fornito grandi indicazioni tecniche con l'Olanda che ha messo in mostra una grande batteria di lunghi , ma è stata tradita dai suoi playmaker che, sotto la pressione degli avversari, hanno hanno portato la squadra a chiudere con 24 palle perse e la sconfitta. La gara è stata decisa nel secondo quarto quando un parziale di 24-4 per i tedeschi ha creato lo strappo decisivo, in una partita in cui nessuna delle due squadre è sembrata essere in vena al tiro, specie dalla distanza.


Tra i protagonisti NCAA, Meisner, Columbia, è sembrato essere quello più sicuro al tiro chiudendo con 9 punti con 2/3 da tre e 3/4 totale. Sicuramente meno ispirato Ogbe, che ha vissuto la sua carriera NCAA tutta nello Utah (Utah e Utah Valley n.d.r.), con una stagione a quasi 14 punti di media, ha realizzato solo 1 tiro su 8. Infine per i tedeschi Sengfelder, che ha confermato a Boise State quanto di buono fatto a Fordham, ha chiuso con la sua consueta doppia cifra creata con una buona presenza in area a fronte di tre errori al tiro da 3. Per gli Olandesi dopo aver lasciato Gonzaga alla volta di Long Beach State per passare da 2 a 11 punti, Alberts è stato il miglior marcatore, nonostante le sbandate in attacco descritte prima. Non pervenuti Schutte, il prossimo anno a Hofstra, e Smits, figlio dell'ex giocatore degli Indiana Pacers, Rik (presente al palazzetto n.d.r.), e giocatore da 7 punti a Vaparaiso, ma autore di 0/5 al tiro. La seconda gara ha dato spunti più interessanti con una Nazionale Italiana Sperimentale, che da qualche giorno già si preparava all'evento dopo il raduno di Treviso, ed i ragazzi americani. La vittoria è andata all'Italia, che poi ha anche vinto il Torneo con 3 vittorie in 3 gare, grazie ad una buona prova di squadra che è stata solo offuscata nel secondo quarto quando una maggiore aggressività degli avversari ha portato un po' di confusione nell'attacco azzurro, oltre ad un po' di nervosismo. Per fortuna dell'Italia le rotazioni obbligate da parte degli avversari hanno poi permesso di gestire meglio la gara. Tra gli azzurri Akele, in uscita da Rhode Island per giocare nella A2 italiana, ha dimostrato il suo valore, evidenziato anche dal titolo di MVP del Torneo, per lui in questa gara 12 punti e 5 rimbalzi in 25 minuti. Oliva, St Joseph, dal canto suo ha chiuso con solo 5 punti, ma con 6 rimbalzi di cui 3 in attacco, risultando il miglio rimbalzista della squadra insieme a Candi, anche lui 3 offensivi, e Pecchia. Il giocatore di Treviglio è stato il vero ago della bilancia della partita dato che in soli 11 minuti ha


chiuso con 11 punti, 5/7 al tiro, 6 rimbalzi, tutti difensivi, 3 assist e 0 palle perse, segno dell'ordine che è riuscito a mettere nella squadra nel momento in cui Moore stava salendo in cattedra. Charlie Moore è la stella della selezione USA, il futuro play di Kansas ha avuto un secondo quarto importante, prima di uscire per via delle rotazioni, e, oltre al fatto di essere stato l'unico con una buona vena al tiro tra i suoi, ha anche provato a recuperare il divario con gli azzurri. Tra i suoi compagni si sono evidenziati Battey di Colorado, che ha sfruttato al meglio il fatto che uno dei difetti della Nazionale italiana è da sempre la stazza dei giocatori, che ha chiuso con 6/6 al tiro e Galloway di UNC Greensboro, dominatore a rimbalzo con 11 carambole totali di cui 4 in attacco. Non ha avuto grandi numeri, ma mi è piaciuto anche Whytt che giocherà a SMU, giocatore ordinato all'interno di un gruppo, come detto, non propriamente oliato. Sicuramente poco ispirato Stefanovic, futuro di Purdue che ha chiuso con 0/6 da 3. Il Torneo di Vicenza è stato un grande evento, che ha portato il College Basketball Tour ad essere un punto di riferimento non solo per i college che, come St Francis, Oklahoma State e Maryland stanno preparando la stagione, ma anche per le Nazionali che vogliono cercare di creare un gruppo per il futuro.


Di Isabella Agostinelli Dopo un anno passato in panchina per le regole dei transfer, per Charlie Moore questa sarà la stagione delle conferme. La Point Guard nativa di Chicago, vincitrice del premio Mr Basketball Illinois, sarà infatti al timone dei Kansas University con il compito di riportare i Jayhawks alle Final Four e al titolo. Ecco cosa ha raccontato Moore in occasione del College Baskteball Tour. Finalmente, la prossima stagione, ritornerai in campo dopo un anno fuori (a causa delle regole del transfer). Come ti senti all’idea di questo ritorno? Non vedo davvero l’ora. Stare fuori un anno è stata davvero dura, anche perché ho saltato tutta la post season il che è stato davvero un peccato. Ora, grazie all’aiuto dei miei compagni di squadra e dei miei allenatori sono pronto per tornare. Ora sei qui in Italia con la USA East Coast Selection. Come ti può aiutare questa esperienza in vista della prossima stagione? Il livello di gioco è alto: per esempio oggi contro la squadra tedesca è stato un match duro sotto ogni punto di vista. Ho dovuto dare il meglio di me e quindi questo periodo di amichevoli qui in Italia sarà sicuramente utile per migliorare le mie doti da Point Guard ed ad essere un miglior compagno di squadra. In altre parole voglio migliorare nella maniera di parlare ai miei compagni in campo e quindi poter costruire meglio il gioco. E naturalmente dopo un anno fuori ho bisogni di riprendere confidenza con il gioco e con il canestro.

Photo credits: Brunello Michele


Photo credits: Brunello Michele

Questa non si tratta però della tua prima volta in Italia. Lo scorso anno sei venuto, sempre al College Basketball Tour, con KU. Che ricordi hai di quell’esperienza? Che dire? È stato tutto bellissimo. Abbiamo avuto la possibilità di visitare Roma che è una città bellissima. Come del resto Vicenza che anche lo scorso anno ci ha ospitato per qualche partita. Per non parlare poi del gelato! (ride divertito). Sono davvero felice di aver avuto la possibilità di tornare anche quest’anno. Quindi adesso parlerai anche italiano benissimo? Sfortunatamente no, ma ho tutta l’intenzione di farlo!


Di Redazione NCAA Time Magazine

Un nome molto importante nel mondo del college basket e che la scorsa stagione ha fatto molto bene è quello di Oklahoma State. Vediamo le sensazioni della squadra in attesa di vederla nel nostro Paese. Iniziamo con le parole di coach Boynton che evidenziano l'importanza del viaggio per la creazione di un gruppo: "Questa è una incredibile opportunità che la NCAA ha permesso alla nostra squadra e che avrà un impatto duraturo sul futuro del nostro programma. Vorrei prima di tutto ringraziare la nostra amministrazione per permetterci di fare questo viaggio ed estendere i miei ringraziamenti a tutti i finanziatori che hanno intensificato le donazioni per renderlo realtà. La nostra squadra avrà l'opportunità di far legare tra loro i ragazzi e darà allo staff l'occasione di lavorare con loro attraverso allenamenti aggiuntivi in questa estate e dare il via ad una stagione molto emozionanete per i Cowboys. Nelle settimane che portano a questo viaggio apriremo le porte dei nostri allenamenti in modo che i nostri tifosi possano venire ad avere una anticipazione della nostra preparazione." L'ala Cam McGriff, atteso all'anno della svolta vista l'uscita di scena di alcuni senior, ci parla invece dell'importanza di questo viaggio per la crescita di un ragazzo che non era mai uscito dagli Stati Uniti: "Questo è Il viaggio della mia vita. Questo sarà il mio primo viaggio al di fuori degli Stati Uniti e fremo per l'attesa di approcciarmi alla storia ed alla cultura dell'Italia a e della Grecia. Sono venuto a Oklahoma State per migliorare come giocatore e come persona, questo è il tipo di esperienza che ti aiuta a farlo. Sono grato alla gente che ha aiutato a renderlo realtà per me e per i miei compagni."


Di Redazione NCAA Time Magazine In arrivo in Italia per il College Basketball Tour 2018 Saint Francis è pronta per sfruttare al meglio le opportunità che le si presenteranno nel nostro Paese. Abbiamo chiesto al loro Coach Krimmel quali siano le aspettative per questo viaggio che vedrà i suoi ragazzi affrontare diverse squadre di livello e girare per il nostro Paese per cercare di creare un gruppo solido in vista della prossima stagione. "Siamo entusiasti per il nostro viaggio in Italia. Fornirà ai nostri giocatori ed allo staff l'opportunità di crescere per essere un gruppo, visiteremo molti punti di importanza storica e competeremo in gare di alto livello. Le esperienze culturali, spirituali ed atletiche per i nostri giocatori saranno di quelle che loro ricorderanno per tutta la loro vita." La squadra manterrà la struttura della scorsa stagione che finì col secondo posto nella regular season prima della sorprendente sconfitta al Torneo della Northeast. "Speriamo che il viaggio ci aiuti a partire nella giusta direzione nella stagione 2018-19. Con tutti e 5 i giocatori del quintetto che sono tornati così come il 90% del nostro potenziale offensivo, attendiamo le sfide che la stagione che sta arrivando ci metterà davanti." Una squadra rodata che sembra sapere cosa cercare in questo viaggio europeo.


Di Redazione NCAA Time Magazine Oltre al College Basketball Tour, che i lettori di NCAA Time Magazine hanno ormai imparato a conoscere, quest'anno i college americani saranno in Italia anche con l'Italia Basketball Summer Festival 2018. Organizzato da Dream Tour Sports Tours, che lo scorso anno aveva portato in Italia Kansas, permetterà di vedere il basket collegiale in diverse città per tutto il mese. L'antipasto c'era già stato a maggio quando si erano svolte le gare gare di Penn. L'inizio era fissato per il 5 agosto e per tutto agosto si sono svolte gare in gran parte del centro nord. L'aumento delle partite ed il complemento tra CBT e IBSF porterà ad una più capillare diffusione delle gare, che non può che essere vista in maniera positiva da tutti gli appassionati del basket NCAA.


Di Glauco Barbero Quest'anno il Tour dei college americani è iniziato, grazie a Dream Team Sports Tours, già a maggio. La squadra vincitrice della Ivy League dello scorso anno è arrivata nel nostro Paese per un tris di incontri tra Roma ed il Nord Italia. Il roster è fortemente cambiato dallo scorso anno dopo che hanno concluso la loro carriera universitaria il terzo ed il quarto marcatore della squadra: Foreman e Wood. Per una squadra con solo sette giocatori presenti in tutti i match, perderne due non è il massimo, per questo il tour italiano potrebbe servire al coaching staff per valutare chi possa effettivamente alzare il proprio livello di gioco e rimpiazzare le assenze. Oltre ai senior che se ne sono andati, anche il miglior realizzatore, Betley, ha dovuto guardare i propri compagni dato che il suo infortunio al polso necessita di tempo e riposo per poter guarire. A fare compagnia a Ryan, ecco anche i 2 metri e 20 di Jackson, bloccato da un infortunio alla caviglia. La prima partita a Roma contro la Tiber non è andata come avrebbero voluto i ragazzi statunitensi, con una sconfitta, ma a Bernareggio contro una squadra di pari categoria la musica è sembrata diversa, così come nella seguente partita a Borgomanero. Rushandslam è stato presente nel secondo match in cui Penn, in completo scuro, è partita con Goodman da play, Woods, Silpe, Brodeur, giocatore con più punti nella mani secondo lo scorso anno, e Rothschild.


Nonostante l'altezza significativamente diversa, dall'1.80 di Goodman ai 2.04 di Brodeur e Rothschild, la squadra è apparsa avere un quintetto capace di difendere su ogni avversario e on diversi giocatori capaci di mettere palla a terra e con visione di gioco. Proprio questi punti sono risultati decisivi nell'atteggiamento di Penn sia in attacco che in difesa. L'attacco ha visto un Goodman molto ispirato la cui velocità è sembrata una cosa mai vista dagli avversari, a questo si aggiunge la schiacciata in contropiede con long steps di metà del secondo quarto per capire quanto sia stato l'MVP della gara non solo per i 23 punti finali. Bisogna dire che comunque i concetti di offense dimostrati dai Quackers sono apparsi molto "europei" con una continua circolazione di palla con area libera che permetteva in avvio dell'azione di poter avere più di un penetratore palla in mano o giocatori capaci di tagliare per ricevere. Una volta che questo canovaccio non si concretizzava ecco il lavoro spalle a canestro di Rothschild o Brodeur che hanno dimostrato un'ottimo controllo del pallone dopo la ricezione ed una capacità di gioco sulle tacche molto valida. Anche contro la zona avversaria l'attacco non ha particolarmente sofferto con uno dei due lunghi in lunetta capace di effettuare i ribaltamenti che contro la uomo avvenivano al centro fuori dall'arco. In difesa il principio base era di andare con una uomo pronta al cambio, in caso di blocco, dopo un canestro mentre su tiro sbagliato ecco una zona 1-2-2 che si accoppiava al primo passaggio. Questi continui cambi difensivi associati ad una continua ricerca del pallone da parte di Goodman, Silpe e Donahue, hanno spesso mandato fuori giri l'attacco avversario. Parlando dei difetti, in difesa sono apparsi a volte in ritardo se il giocatore raddoppiato dal piccolo riusciva a scaricare il pallone mentre in attacco si è palesato da subito come il secondo ed il terzo quintetto non abbiano molti punti nella mani. Concludiamo, quindi, con alcune note sui giocatori: AJ Brodeur: PF solida con ottime mani e buona visione di gioco, buona parte del futuro della sua squadra potrebbe passare per le sue mani... assai educate; Devon Goodman: piccolo e veloce è stato l'MVP della gara. Forse troppo piccolo fisicamente ha dimostrato grande elevazione ed una grande aggressività in difesa. Inizialmente è sembrato spaesato dalla sua vena realizzativa dato che ha iniziato rifiutare qualche tiro piazzato di troppo, nonostante i 14


totali spesso creati con palla rubata sua (3) o altrui e contropiede, pur essendo un discreto tiratore. Jackson Donahue: Ottimo tiratore, spesso esagera col range delle sue conclusioni, ma quanti vorrebbero in squadra uno come lui in attacco ed in difesa! Jakub Mijakowsky: Ottimo tiratore, ma esclusivamente piedi a terra, se attaccato non sembra essere a suo agio con la palla in mano: Jake Silpe: in attacco ha aiutato nella circolazione di palla, specie con gli extrapass capaci di liberare il compagno e non ha cercato molto la conclusione personale, un solo tiro, ma in difesa è stato spesso decisivo con la sua aggressività e capacità di raddoppio. Per coach Donahue, sostituito per la partita dall'assistente Mihalich, un buon test per vedere a che punto sia una squadra che avrà l'arduo compito di confermarsi in Ivy League.


Rushandslam nasce come blog di un appassionato di sport americani per tutti coloro che condividono la stessa passione. Nato nel 2013 con quattro sezioni di base (NBA-NCAABB-NFL-NCAAFB) presto riesce a trovare un discreto numero di lettori, fatto che porta all'inizio del 2014 alla creazione di una pagina Facebook dedicata

www.facebook.com/rushandslam

Sempre nel 2014 nascono anche diverse collaborazioni con siti importanti e la partecipazione ad eventi LIVE quali il College Basketball Tour a Vicenza ed il 2K Classic a New York oltre all'annuale report da Londra per le NFL International Series. Il blog non si colloca nel panorama dei siti web di basket e football americano come una pagina di aggiornamenti giornalieri, ma come una punto di ritrovo per opinioni sugli argomenti che nascono dalle Leghe americane.


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