NCAA Time Magazine - Dicembre 2018

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Kansas torna a fare le voce grossa, ma il ranking è stato poche volte così pieno di sorprese. Tennessee, Nevada, Houston, Buffalo, Mississippi State e Furman stanno facendo la voce grossa, così come la Texas Tech di Moretti, ma la strada verso il Torneo è ancora lunga



Photo Gallery

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Editoriale

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Italian College Basket di Riccardo De Angelis

10-14

RJ Barrett il Wade del futuro di Giovanni Oriolo

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Hanno collaborato: Giovanni Oriolo Isabella Agostinelli

Tutte le immagini inserite in questo numero appartengono ai rispettivi proprietari






Redazione NCAA Time Magazine

E’ passato il primo mese di college basket ed ecco che siamo a tirare le somme delle prime sfide che tra tornei di inizio stagione e prime sfide extraconference hanno iniziato a delinea un panorama che non vede il consueto monopolio delle Major Conference. Come sempre la minore difficoltà del calendario lascia a squadre delle mid-major il posto tra le squadre con meno sconfitte, ma quest’anno non sono poche quelle che sono stabilmente tra le migliori 25 della nazione. Nevada tiene alto il vessillo della Mountain west così come Buffalo è la grande favorita della MidAmerican. Houston è una certezza per il secondo anno consecutivo e guida un notrito gruppo di college che puntano ad entrare al Torneo proveniendo dalla AAC. Anche la Southern ha la sua corazzata: Furman. Il college, guidato da Lyons che ha anche pareggiato il record per triple in una partita con 15 nei 54 punti segnati contro North Greenville, spera di sfruttare al meglio le partite, sulla carta facili della conference per poi non cadere nella trappola del torneo di conference. Tra le squadre che tutti si aspettavano Gonzaga ha cavalcato un ottimo Hachimura, ma ha fallito gli scontri contro Tennessee e North Carolina. Proprio i Volunteers sembrano essere l’esatto opposto degli Zags, con un gioco più incentrato sui singoli che sul collettivo. Se qualcuno aveva delle dubbio sulla possibilità di Kansas di tenere aperta la sua striscia di vittorie della regular season, per ora non sembra che debba temere qualcosa dato che i Jayhawks conti-


nuano ad essere i grandi favoriti seppur in una conference in cui non mancano le alternative valide. Lawson si è infatti rivelato il leader di questo gruppo alla sua prima stagione dopo il transfer da Memphis. Iniziamo, però, a parlare di questo numero del magazine che sarà incentrato sui protagonisti ed in particolare su uno dei due assi di Duke, quel RJ Barrett che si era messo in mostra nei mondiali di categoria e che, mentre Williamson impazzava per le sue doti fisiche fuori dal comune, scalava le classifiche di gradimento fino ad essere considerato il prossimo numero 1 del draft e che ora costituisce l’asse portante di una delle favorite per il Titolo. La carriera di RJ Barrett, l’uomo copertina di questa stagione, sarà raccontata dopo aver esaminato i tanti ragazzi italiani presenti in division I quest’anno. Come già sperimentato lo scorso anno il prossimo numero potrebbe uscire leggermente in ritardo nel caso la situazione nelle varie conference sia particolarmente tesa ed il tempo redazionale rischi di non rendere attuali i temi trattati. Per ogni commento, condivisione di questo magazine ed eventuali candidature per la nostra redazione vi rimando come sempre al termine di questo numero dove troverete tutti i nostri contatti. La redazione di NCAA Time Magazine vi augura Buoen Feste e vi aspetta nel 2019.


Di Riccardo De Angelis Ecco una carrellata dei ragazzi italiani presenti in Division I per l’anno accademico 2018-19.

Davide MORETTI PG, 188 cm – Texas Tech 28.4 minuti, 9.9 punti, 2.0 assist

Secondo anno di college e primo da titolare per l'ex Treviso, alla guida di una squadra che già sta facendo rimangiare i molti pronostici scettici visti in preseason. Jarrett Culver, stella dei Red Raiders, è l'unico che sta in campo più di lui, a conferma della grande fiducia che coach Chris Beard sta riponendo nell'italiano. Kansas sembra inarrivabile nella Big 12 ma sia Texas Tech che Moretti possono togliersi belle soddisfazioni e puntare a un altro viaggio lungo nella March Madness.

Alessandro LEVER PF, 208 cm – Grand Canyon 23.3 minuti, 13.0 punti, 4.8 rimbalzi

Dopo un brillante anno da freshman, Lever è chiamato a guidare una GCU molto intrigante ma che deve ancora provare di poter salire di livello e scalzare New Mexico State come squadra egemone della WAC. Il lungo bolzanino è il fulcro dell'attacco dei Lopes ma quest'anno potrà contare su un contorno che pare di livello più alto nella metà campo offensiva: basterà per vincere il torneo di conference?


Ethan ESPOSITO SF, 201 cm – Sacramento State 18.6 minuti, 14.2 punti, 7.4 rimbalzi

La grande sorpresa di questo inizio di stagione: trasferitosi da un junior college, il sophomore Esposito ha avuto un impatto notevole uscendo dalla panchina per Sacramento State, contribuendo attivamente all'ottimo inizio della squadra (4 vittorie e 1 sconfitta). Molti punti e tanta bravura nello strappare e approfittare dei tanti rimbalzi offensivi: basteranno per lanciare gli Hornets verso i piani alti della Big Sky? L'impresa è difficile ma la squadra promette bene.

Giovanni DE NICOLAO PG, 188 cm – UTSA 28.8 minuti, 7.9 punti, 3.3 assist

Terzo anno, sempre da point guard titolare per il padovano, calato in una squadra che vuole sorprendere nella C-USA, pur partendo alle spalle di formazioni molto quotate (Western Kentucky e North Texas, per esempio). L'inizio di UTSA è stato pieno di incertezze ma il recente ritorno del leading scorer Jhivvan Jackson darà sicuramente nuova linfa a una squadra che ha bisogno di opzioni in attacco.

Pierfrancesco OLIVA PF, 203 cm – Saint Joseph's 24.4 minuti, 5.9 punti, 8.0 rimbalzi, 2.5 assist


Giocatore ormai esperto, Oliva parte dalla panchina ma con minuti da titolare in una Saint Joseph's che ha bisogno della sua presenza a rimbalzo e visione di gioco da playmaker, pur giocando fra gli spot 4 e 5. I punti nella mani non sono troppi, ma a quello ci pensano i vari Kimble, Brown e Funk. La squadra è esperta e abbastanza completa: punta a un posto nella March Madness, anche se sarà difficile in un'Atlantic 10 al ribasso e che rischia di non poter offrire at-large bid per quest'anno.

Micheal ANUMBA SG, 195 cm – Winthrop 23.8 minuti, 9.3 punti, 4.0 rimbalzi, 2.0 assist

Solo un freshman, ma già con un ruolo importante nella squadra: Anumba ha conquistato un posto nello starting five di Winthrop, mettendo la sua versatilità al servizio di coach Pat Kelsey e dell'assetto a 4 guardie degli Eagles, marcando spesso avversari molto più grossi. Vincere nella Big South sarà difficile quest'anno ma Winthrop è abituata ad arrivare in alto: vietato sottovalutarla.

Gabriele STEFANINI SG, 190 cm – Columbia 29.6 minuti, 14.7 punti, 2.4 assist

Giunto al secondo anno in NCAA, l'ex Reggio Emilia e BSL San Lazzaro sta rivestendo un ruolo da titolare portando tanti punti accanto al go-to-guy Mike Smith. Stefanini, infatti, ha già messo a segno una spettacolare partita da 33 punti (contro FIU) e c'è da aspettarsi diverse gare sopra i 20 punti. Columbia però non sembra poter reggere il confronto con le migliori squadre della Ivy ed è molto difficile che la vedremo nella post-season.


Guglielmo CARUSO PF, 206 cm – Santa Clara 17.4 minuti, 3.6 punti, 3.4 rimbalzi

Anno da matricola per una delle stelle della classe '99 italiana: Caruso ha scelto la squadra della WCC e c'è da pensare che finirà per fare molto bene da quelle parti. Ora da freshman dovrà adattarsi a un gioco diverso e trovare il modo per non soffrire troppo sul piano fisico.

Federico POSER PF, 203 cm – Elon 11.9 minuti, 3.6 punti, 2.4 rimbalzi

Arrivato dal Treviso Basket, Poser è un lungo che sembra fatto su misura per il gioco offensivo di Elon, vista la sua bravura nel muoversi intorno all'area. I minuti finora non sono stati enormi ma il freshman italiano ha già un suo spazio fisso nelle rotazioni. Le aspettative di squadra non sono esagerata: un anno di transizione prima di poter cominciare a puntare in alto.

Mattia DA CAMPO SG, 195 cm – Seattle 3.6 minuti, 1.1 punti


L'ex Stella Azzurra è al terzo anno di college ma non sta trovando spazio fra le fila di Seattle, squadra che punta ai piani alti della WAC. Da Campo può solo pazientare e aspettare l'occasione giusta per far cambiare idea a coach Jim Hayford.

Pietro AGOSTINI PF, 206 cm – Kennesaw State 6.4 minuti, 1.3 punti

Dopo tre anni di high school, il lungo triestino è finalmente approdato in Division I, parte di una squadra in rebuilding totale e che per quest'anno non può coltivare grosse ambizioni nella A-Sun. Per Agostini, una stagione di apprendistato prima di calarsi in un ruolo di maggior rilievo.

Francesco BADOCCHI SF, 201 cm – Virginia

Era atteso all'esordio dopo un anno da redshirt (un classico in casa Cavaliers) ma il milanese era rimasto fuori squadra a tempo indeterminato per motivi di salute non meglio precisati. L'ex Bishop Miege ha però fatto capolino in panchina durante il match con Morgan State: oltre ad essere un gran bel segnale sul suo stato di salute, speriamo che sia anche di buon auspicio per un suo prossimo esordio.


Di Giovanni Oriolo

Nazionalità: Canada Altezza: 201 cm Peso: 92 kg

Anno: matricola Ruolo: Ala pura/guardia tiratrice Squadra: Duke RJ Barrett è, insieme al compagno di squadra Zion Willimason il più serio candidato ad esser la prima pick del prossimo draft NBA. Ma, prima di descrivervi il giocatore, io vi racconterei le origini della giovane promessa di Duke. Il suo nome intero è Rowan Alexander Barrett Jr. (detto RJ). E’ nato il 14 giugno 2000 a Toronto, viene da una faglia molto atletica e piuttosto conosciuto nel mondo dello sport. Infatti la madre ha praticato l’atletica leggere a livello agonistico, mentre suo padre, Rowan Barrett, ha iniziato a giocare a basket all’Università di St.John, per poi girare il mondo da professionista. Barrett senior, ha giocato: prima in Spagna nel Etosa Alicante, per poi passare nell’America latina (precisamente in Argentina nel Boca Juniors e in Venezuela nei Cocodrilos de Caracas). E’ tornato in Europa nel 2001 a Cipro con i Keravnos Keo, poi in Grecia per il Dafni, in Israele per il Maccabi Rishon LeZion e per l'Hapoel Haifa, è anche passato in Italia, dove ha indossato la casacca dell’allora Vertical Vision Cantù, per decidere di chiudere la carriera in Francia gio-


cando per il JDA Dijon, ASVEL Lyon-Villeurbanne e per l’ÉS Chalon-sur-Saône. Rowan ha vestito la canotta del Canada nei Mondiali del 1998 e del 2002, ha anche disputato i giochi olimpici del 2000 e ha vinto l’argento nell’AmeriCup del 1999. Attualmente è l’Executive Vice President e Assistant General Manager della Nazionale canadese. RJ gioca nello stesso ruolo del padre, ma il livello cestistico sembra essere decisamente superiore (quando si dice che l’allievo ha superato il maestro). Dopo aver dato un quadro generale alla famiglia del gioiellino del Nord D’America parliamo di come è arrivo in un college così prestigioso come quello dei Blue Davils.

L’ala candese ha frequentato la scuola francese dell’École Secondaire Jeunes Sans Frontières a Brampton, in Ontario, fino al 2014. E’ passato anche per la St. Marcellinus Secondary School a Mississauga, sempre in Ontario, ma solo per un anno, perché ha preso la decisione di puntare tutto sulla una carriera cestistica, trasferendosi alla Montverde Academy di Montverde, in Florida (scuola di gran prestigio in America). Con la scuola della Florida ha vinto il premio di Most Valuable Player al Jordan International Classic Game 2016 e vari premi minori, prima che gli venga riconosciuto, nel febbraio del 2017, MVP al Basketball Without Borders. RJ è stato membro anche del World Select Team al Nike Hoop Summit, sempre nel 2017, torneo che lui ha chiuso con 20 punti, 9


rimbalzi, 6 assist e 5 palle rubate e del quale ha vinto MVP. Ma i premi di Barrett non finiscono qui, infatti, nel marzo 2018 il ragazzo di Toronto ha ricevuto il prestigioso Morgan Wooten National Player of the Year. Mentre, nella scorsa stagione (20172018), il team di Montverde ha chiuso il campionato di Nazionale da imbattuto (35 - 0 di score), soprattutto, grazie 25 punti e 15 rimbalzi di media fatti registrare dal figlio d’arte.

Ora che abbiamo in mente origini e passato della promessa 18enne, possiamo passare al presente. Barrett è un eccezionale scorer (28.7 punti di media a partita nell’ultima stagione alle High School), molto atletico, discreto rimbalzista e con grandi doti difensive. La sua capacità di saper incedere in entrambi i lati del campo fa di lui uno dei giocatori da affrontare (se non il più difficile) di tutta la lega. L’unico punto debole di RJ è: il tiro dalla lunetta, infatti, ai tempi delle HS, tirava i liberi con solo il 63% (ma ha tempo per migliorare). Il numero 5 di Duke nasce come ala, ma in questa stagione di college partirà in quintetto nel ruolo di guardia, vista la presenza di Cam Reddish e Zion Williamson, e il fatto che dei 3 è quello che meglio sa ricoprire il ruolo di guardia, per gestione di palla e visione di gioco. In pratica farà reparto con Tre Jones (anche se a partita in corso verrà sicuramente nella posizione a lui più congeniale). Molti esperti, visto l’atletismo, la facilità nel fare punto e le capacità di fare bene in entrambe le fasi (offensiva e difensiva), lo paragonano al Dwyane Wade degli


anni d’oro. I due sono accomunati dalla abilità di segnare molto e con facilità, dal saper giocare con la palla in mano, dall’ottima visione di gioco, ma anche dal non essere degli eccezionali tiratori da oltre il perimetro. Il giovane canadese è ritenuto da molti il più forte giocatore mai passato dal college dello stato della North Carolina e uno dei più versatili. Infatti Barrett junior, come detto prima, è un’ala che può giocare tutti i ruolo dal uno al quattro, come ha già sperimentato coach Krzyzewski nel tour in Canada, dove lo ha impiegato addirittura come playmaker visto un problema accusato da Jones. In pratica il nativo di Toronto, è il candidato numero uno sia per la first pick del prossimo draft, sia per vincere l’ACC Player of the Year e anche per il National Player of the Year (l’ultimo giocatore riuscito a vincere quel premio con la canotta dei Blue Davils è stato un certo JJ Redick nel 2006). C’è da dire, inoltre, che gli unici due giocatori (almeno sulla carta) che potrebbero sottrargli il premio di mano, sono gli stessi con cui condivide il campo ogni sera, ossia: Zion Williamson e Cam Reddish (il primo sembra esser più pericoloso per Barrett Jr). Come si può facilmente comprendere le aspettative su RJ Barrett sono veramente molto alte, forse troppo per la sua giovanissima età, ma in questo inizio di stagione sembra non soffrire la pressione, anzi le sta rispettando in pieno con prestazioni super (sta viaggiando una media di quasi 25 punti, 7 rimbalzi, 4 assist e 1 stoppata a partita).

In più, ad aumentare il valore della promessa nativa del Canada, c’è il fatto che non si limita ad essere uno degli attaccanti più forti della lega, ma anche un difensore assolutamente non facile da affrontare. Oltre alle qualità tecniche, RJ può sfoggiare un palmares veramente invidiabile alle High School, nelle quali, ha vinto praticamente tutto ciò che poteva vincere (sia da un punto di vista individuale, che di squadra) con i Montverde Eagles. In più, nonostante la sua carriera professionista debba ancora cominciare, il figlio d’arte è già una celebrità in patria e non solo, e tanto di quel successo, viene dalle prestazioni con la propria Nazionale. La guardia di Toronto, è stato il giocatore più giovane (appena 15enne) della sua squadra al cam-


pionato FIBA Americas Under 16 del 2015 svoltosi in Argentina, nel quale, ha vinto l’argento. In quella manifestazione RJ ha sfornato una media di 14.6 punti a match, guidando li suoi compagni fino alla finale del torneo, persa contro gli Stati Uniti per 77 - 60. L’anno dopo si è contraddistinto alla Coppa del Mondo Under 17, avvenuta in Spagna, segnando 18.4 punti, 4.6 rimbalzi e 2.3 assist a partita. L’exploit con la maglia del Canada arriva nel 2017, ai Mondiali Under 19, nelle quale la Nazionale bianco-rossa batté, in semifinale, i due volte campioni in carica degli USA, grazie a una prestazione mostre di Barrett da 38 punti, 13 rimbalzi e 5 assist. Quel Canada ha poi vinto l’oro in Finale contro la nostra Italia per 79 - 60, mentre l’attuale stella di Duke fu nominato nel quintetto base e MVP della manifestazione, con una media di 21.6 punti a partita. Tra i giocatori oggi giorno al college RJ è quello più promettente e destinato (infortunio e sfortuna permettendo) a diventare un dominatore della NBA in futuro. Ma per ora il ragazzo del Nord d’America punta a vincere in NCAA (sia individualmente che con i Duke) e ad essere la prima scelta del prossimo draft, tutto questo alla giovane età di 18 anni, beh mica male il Wade del futuro.


Rushandslam nasce come blog di un appassionato di sport americani per tutti coloro che condividono la stessa passione. Nato nel 2013 con quattro sezioni di base (NBA-NCAABB-NFL-NCAAFB) presto riesce a trovare un discreto numero di lettori, fatto che porta all'inizio del 2014 alla creazione di una pagina Facebook dedicata

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Sempre nel 2014 nascono anche diverse collaborazioni con siti importanti e la partecipazione ad eventi LIVE quali il College Basketball Tour a Vicenza ed il 2K Classic a New York oltre all'annuale report da Londra per le NFL International Series. Il blog non si colloca nel panorama dei siti web di basket e football americano come una pagina di aggiornamenti giornalieri, ma come una punto di ritrovo per opinioni sugli argomenti che nascono dalle Leghe americane.



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