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LALIFEE'BELLA: Pasolini

LE IMPRONTE DI P.P.P.

"Per essere poeti, bisogna avere molto tempo.”

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cit.Pier Paolo Pasolini

di Alessio Boccali

Un istrionico protagonista dell’arte a 360° e un intellettuale in anticipo sui tempi. Questo e tanto altro è Pier Paolo Pasolini. Difficile, infatti, definire la sua personalità multiforme come la sua arte o racchiudere il suo pensiero dentro a un recinto. È comunque assai utile per noi e per i nostri tempi provare a comprendere meglio il suo pensiero. Interessante è, innanzitutto, la sua visione politica. Egli era un intellettuale di sinistra eppure, a differenza di molti scrittori comunisti, era contrario all’aborto e non esitò nel suo “Il PCI ai giovani” a difendere i celerini, “figli di poveri provenienti da subtopie contadine o urbane […] umiliati dalla qualità di uomini per quella di poliziotti”, negli scontri con gli studenti a Valle Giulia. Allo stesso tempo, egli auspicava il ritorno a una vita di campagna di innocenza e quiete contadina che il

fascismo e la società in continua evoluzione avevano demonizzato. Nella sua arte così nella sua vita, Pasolini tentò addirittura di coniugare comunismo e cristianesimo, affascinato com’era dalle idee di Marx, ma ancor di più amante della figura rivoluzionaria e sofferente di Gesù Cristo.

Il fil rouge che legò l’intera esistenza di Pier Paolo Pasolini fu rappresentato dal potere comunicativo della sua arte.

Niente ha influenzato la nostra cultura quanto la contraddittorietà “pensata” dell’arte di Pier Paolo Pasolini

Che si esprimesse in parola o in immagini, egli sapeva di potere/dovere lasciare qualcosa a chi stava contemplando i frutti del suo intelletto. L’intellettuale ha disseminato di tracce espressive la sua vita d’artista, impersonando e riversando su sé stesso le distorsioni della realtà italiana, nella convinzione che soltanto la forza nobilitante dell’arte potesse riscattare la mediocrità e la fuggevolezza della vita. Egli non si è mai “collocato fuori dalla storia” arrivando a mettere in scena anche le sue di contraddizioni fino all’esibizione.

Così la sua arte va letta come un enorme schermo entro cui è stato possibile proiettare non soltanto le mancanze del presente, ma anche le nostalgie di un passato perduto e, anche se lui non lo sapeva, ma forse lo immaginava, i rimpianti del futuro.

Chi sarebbe Pier Paolo Pasolini oggi? Un rapper controverso, che prima o poi sarebbe ostracizzato dai puristi del genere per la sua voglia di sperimentare nuovi stili, oppure un atipico influencer onnipresente su tutti i social network, ma mai schiavo di questi, o ancora un personaggio pubblico schietto, diretto, contraddittorio, ma a suo modo geniale. Sarebbe amato? Forse no, ma egli non cambierebbe una virgola del suo essere. Anche oggi Pier Paolo Pasolini sarebbe mistico, polemico, rivoluzionario, veggente, eretico, profeta…

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