Una magica nevicata di racconti

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Poi si volta verso di me, mi guarda, sorride e viene ad accarezzare la mia corteccia. Che gioia, quasi mi sciolgo per la commozione! “Larice, la tua corteccia è proprio dura, però so che in fondo il tuo cuore è morbido, somigli un po’ al mio nonno, che adesso non c’è più. Sai, tra poco sarà Natale, e io vorrei solo che lui fosse qui con me, anche solo per un giorno.” Povera piccola! In fondo io sono Nonno Larice, potrei essere anche tuo nonno, solo per un giorno… penso tra me. “Davvero dici, Nonno Larice?” Un momento! Mi ha sentito! Come avrà mai fatto questa piccoletta? Mi scuoto tutto, mosso da un fremito sconosciuto. La cucciola d’uomo ride, una risata cristallina, leggera, che scalda il cuore morbido che pulsa sotto la mia dura corteccia, poi dice: “ Lo so che sei stupito, ma te l’ho detto: voi Alberi siete i miei veri amici! Però tu, tu sei qualcosa di più, lo sento. Sei il mio Nonno Larice, e per questo oggi ti riempirò di baci e di carezze. Però devi farmi una promessa…” Ecco che adesso mi guarda con quegli occhioni irresistibili. Cosa vorrà da un albero vecchio e indolenzito, questa creatura? “Ecco… tra poco sarà Natale. Io non so scrivere e quindi non posso mandare i miei desideri a Babbo Natale. Sono sicura che passerà di qua con la sua slitta e tu sei così alto che potresti toccare il cielo con un ramo, quindi puoi dirgli tu per me quello che vorrei per questo Natale?” Oh! Per così poco! Ma certo, piccola amica, se Babbo Natale solleticherà la mia chioma spoglia con le sue renne sarò ben felice di riferirgli le tue parole! Dimmi pure, ascolto. “Grazie Nonno Larice, lo dicevo che nonostante il tuo aspetto burbero sei buono come le ciambelle che fa la mia mamma! Chiedi a Babbo Natale se può farmi vedere il mio nonnino, anche solo per un istante.” Pignetta mia, lo sai che queste cose vanno al di là della nostra comprensione… neppure Babbo Natale ha questo potere! “Oh, sapevo che lo avresti detto! Però per favore, tu diglielo!” Va bene piccola pigna, lo farò. Parola di Nonno Larice. La piccola manina della cucciola d’uomo si soffermò sulla mia corteccia, mi carezzò per quelle che mi parvero ore, poi salutandomi con un bacetto se ne andò saltellando, sparendo con la velocità con cui era venuta. Quella piccola pigna testarda… come si fa a spiegare il mistero della Vita e della Morte a una creatura così piccola se neppure io ne comprendo i meccanismi? Eppure qualcosa in me si è riscaldato… il freddo Larice d’un tempo si è trasformato sotto il tocco di quelle mani minuscole, eppure così potenti da scuotermi tutto da cima a radici. Se è vero che il Natale è una rinascita allora perché Babbo Natale non potrebbe riportare a quella pignetta il suo nonno solo per un po’? Crederci è bello e chissà, forse quel signore con la barba che noi chiamiamo Signor Inverno potrà compiere qualche miracolo… Le stelle spuntano nel cielo e io volgo lo sguardo all’insù. Aspetto, attendo: non manca molto ormai.

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