Esplora misura racconta. Alle origini del primo museo di geografia in Italia

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SALA CLIMA di Mauro Varotto e Giovanni Donadelli

L

a prima sala che si incontra nel percorso di visita al Museo è la sala dedicata alla misura dei cambiamenti climatici, un tema che consente di collegare la lunga tradizione di ricerca geografico-fisica patavina con la stringente attualità del riscaldamento globale. La sala è intitolata al primo geografo fisico chiamato in cattedra a Padova: il milanese Luigi De Marchi (18571936), attivo nell’Ateneo patavino dal 1902 al 1932, promotore e coordinatore dal 1926 della prima Commissione internazionale per lo studio dei cambiamenti climatici in epoca storica. È la sala che più delle altre parla di studi e ricerche di geografia fisica, esponendo in particolare strumenti di misurazione dei fenomeni climatici e dell’indagine glaciologica, ma non manca di mettere in connessione questa dimensione tecnica con le responsabilità dell’uomo nella pesante manomissione degli equilibri ambientali a scala planetaria, ciò che ha portato gli scienziati a denominare la nostra era come Antropocene. Al centro della sala, rispecchiato da uno scenografico tamburo circolare, un globo proiettivo digitale invita a

cogliere la dimensione planetaria del riscaldamento climatico, un problema che riguarda tutti gli abitanti della Terra, inclusi i visitatori del Museo che sono invitati a specchiarsi sul soffitto della sala per prendere coscienza della propria responsabilità e del proprio contributo al global warming, quantificato in una grafica circolare alla base del globo che riporta le emissioni di CO2 suddivise per tipologia di attività economica. Attorno alla sfera e al tamburo che la sostiene e la rispecchia, l’esposizione della sala è organizzata attorno a quattro angoli che fungono da altrettanti ambiti tematici richiamati dai quattro elementi Aria, Acqua, Terra, Uomo. L’esposizione del primo corner (Aria) prende avvio dal manoscritto autografo di Luigi De Marchi che redasse la voce “Clima” per l’enciclopedia Treccani negli anni Venti, e ospita infografiche, strumenti di misurazione utilizzati dai geografi (eliofanografo, termometri, anemografo, barotermoigrografo) e un display interattivo che consente di rispondere a domande sulle zone climatiche del pianeta secondo la classificazione classica di Köppen-Geiger o sulla funzione degli stru65


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