Esplora misura racconta. Alle origini del primo museo di geografia in Italia

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ESPLORA, MISURA, RACCONTA: UNA CERTA IDEA DI GEOGRAFIA di Mauro Varotto

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uardare al passato con gli occhi rivolti al presente, o meglio proiettati al futuro. È questa la prima sfida di un progetto museale che intenda coniugare rispetto e valorizzazione del passato, capacità di dare risposta alle domande del presente, orientare in maniera sostenibile l’azione nel futuro. Una volta fatto “emergere” il patrimonio, si è reso necessario dare corpo ad un progetto di allestimento e fruizione pubblica che consentisse di far uscire la geografia e i suoi metodi dal cerchio ristretto di esperti e specialisti, ma anche dai pregiudizi di una disciplina arida e mnemonica sedimentati nella formazione scolastica. Valorizzare il patrimonio senza rimanere ancorati esclusivamente ad esso, proponendo attraverso di esso una riflessione su alcuni temi chiave della geografia contemporanea: dare insomma l’idea di una disciplina viva, attuale, accattivante, rispondendo ad aspettative diversificate. Una seconda sfida consisteva nel coniugare la patavinitas dei percorsi di ricerca con un messaggio geografico universale. Mentre si lavorava sul patrimonio specifico della “geografia a Padova” si doveva tener conto che il

progetto agli occhi del visitatore sarebbe stato percepito come il prototipo di un “museo della geografia” tout court, senza precedenti in Italia e con poche analogie in Europa e nel mondo, al di là delle collezioni delle Società Geografiche nazionali: riuscire dunque a parlare della geografia di Padova, ma insieme offrire un’immagine generale della geografia, in un percorso che dal “particolare” della vicenda locale potesse allargarsi ad una visione universale della disciplina, superando nel contempo quella geografia delle “cose eterne” legata all’immagine del geografo “da Piccolo principe”. Una terza sfida, o forse meglio una opportunità da non perdere, è legata alla collocazione accademica del Museo, a stretto contatto con la ricerca e didattica universitaria, che lo rende naturale punto di congiunzione fra tre missioni universitarie tra loro strettamente embricate. Si trattava quindi di agganciare solidamente il Museo alle articolazioni della terza missione universitaria, alle diverse declinazioni del social engagement, mantenendo una relazione e un dialogo stretto con le prime due missioni, la ricerca e la didattica. 55


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