Esplora misura racconta. Alle origini del primo museo di geografia in Italia

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PALAZZO WOLLEMBORG: UNA SEDE PRESTIGIOSA di Chiara Gallanti

Una sede per la Geografia patavina

N

umerosi sono i cambi di sede che hanno caratterizzato gli istituti geografici nel tempo, il che rende ancora più degne di rilievo le buone condizioni in cui il materiale che essi custodivano ci è giunto. La prima notizia sulla sede del Gabinetto di Geografia dell’Università di Padova lo vede, nel 1896, fresco di trasferimento nei locali di Palazzo Bo affacciati sull’attuale via S. Francesco che avevano ospitato l’Istituto di Meccanica. Al 1914/1915 risale il notevole progetto di un suo trasloco a Palazzo Cavalli, insieme all’Istituto di Geografia fisica – ubicato dal 1907 nella parte più antica di Palazzo Bo – e a quello di Geologia, a creare un polo accademico dedicato allo studio della Terra. La Prima Guerra Mondiale rallentò i lavori così che il Gabinetto, dovendo lasciare Palazzo Bo nel frattempo oggetto di un rinnovo generale, dovette trasferirsi provvisoriamente in Corte Capitaniato (1921). Otto anni dopo, constatando come il piano originario fosse stato stravolto dal coinvolgimento nel trasloco

anche dell’Istituto di Mineralogia e dalla conseguente riduzione dello spazio disponibile per quello di Geografia, il direttore Lorenzi decise di rinunciarvi: così, mentre tra il 1931 e il 1932 gli altri istituti, compreso quello di Geografia fisica, passavano finalmente nella nuova sede, quello di Geografia rimase ad attendere il termine della risistemazione della sede centrale. Tuttavia, l’avvio della costruzione del nuovo Palazzo Liviano costrinse nel 1934 il Gabinetto a un ulteriore sgombero, a seguito del quale lo ritroviamo ospite di quello di Antropologia in Via Jappelli. Il Gabinetto di Geografia entrò nella sua nuova sede, all’ultimo piano di Palazzo Bo, solo nel 1941. Nell’anno accademico 1947/1948 anche l’Istituto di Geografia fisica, dopo essere stato inglobato da quello di Geodesia nel rinominato Istituto di Geodesia e geofisica, tornò a Palazzo Bo. Entrambi gli istituti iniziarono ad essere frequentati da un numero crescente di studenti e studentesse; proporzionalmente aumentava il numero di docenti ed assistenti, al punto che, nel giro di vent’anni, gli spazi a 43


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