ALLE ORIGINI DEL PATRIMONIO: I PRIMI ACQUISTI di Chiara Gallanti
L
e collezioni del Museo di Geografia di Padova rappresentano l’eredità materiale di questa lunga esperienza accademica. All’inizio furono le necessità didattiche a stimolare l’acquisto di sussidi; presto però le acquisizioni coinvolsero anche strumenti legati alla ricerca: questi primi beni costituiscono l’incipit di un processo che rispecchia l’evolversi del modo di intendere e praticare la didattica e la ricerca geografica all’Università di Padova. Le prime carte murali e la prevalenza della geografia storica La diffusione delle tavole murali fu favorita nel XIX secolo, da un lato, dai rapidi progressi della litografia che, prevedendo un disegno su matrici in pietra, risultava assai più veloce ed economica rispetto alla
tradizionale incisione di matrici in rame; dall’altro, dal successo di tendenze pedagogiche che accordavano grande importanza alle componenti pratiche e visuali, anziché mnemoniche, dell’insegnamento. Il più antico nucleo conservato in Museo risale alla metà dell’Ottocento: sono carte tedesche dal prevalente tematismo storico, a testimoniare una posizione ancillare da cui la disciplina geografica si liberò gradualmente all’epoca del suo approdo universitario. La più antica è la Carta dei dintorni di Roma di Heinrich Kiepert, pubblicata a Weimar nel 1850; le altre, tutte edite a Gotha da Justus Perthes nel 1856, comprendono, da un lato, dieci carte di Carl Anton Bretschneider raffiguranti l’Europa dal 350 al 1815, che costituiscono il più antico atlante murale storico mai realizzato; ad esse si aggiungono le due Americhe di Emil von Sydow, esempio isolato e prezioso di carte politiche nell’ambito della produzione di questo grande cartografo.
Pagina a fronte: Carta murale politica dell’America del Nord di Emil von Sydow (1856).
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