Esplora misura racconta. Alle origini del primo museo di geografia in Italia

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COLLEZIONI E PATRIMONIO DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA di Elena Canadelli

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e università conservano un ricco patrimonio, stratificatosi nel corso del tempo e generalmente poco noto al grande pubblico. Nei musei e nelle collezioni universitarie si possono trovare le cose più varie – fossili e animali tassidermizzati, strumenti scientifici e macchine, modelli anatomici in cera e fogli di erbario, tavole parietali, scheletri, plastici e molto altro ancora; tutte cose che nel corso degli anni sono passate dalle mani di generazioni di docenti, ricercatori, curatori e studenti che hanno abitato e popolato aule, laboratori, istituti e musei degli atenei di tutto il mondo. Ogni raccolta è la traccia di un passaggio individuale o collettivo; ognuna racchiude e racconta una storia diversa, dalle radici più o meno lontane, legate a una particolare figura, disciplina o stagione dell’insegnamento e della ricerca. Limitandosi all’Italia, in alcuni casi le raccolte universitarie conservano nuclei che risalgono al collezionismo privato di epoca rinascimentale, come il museo naturalistico di Ulisse Aldrovandi, poi confluito nell’Università di Bologna; in altri si tratta di raccolte alimentate nel corso del Settecento nell’am-

bito delle cattedre universitarie affidate a personalità come il fisico Alessandro Volta o il naturalista Lazzaro Spallanzani, entrambi attivi nell’asburgica Università di Pavia; in altri casi ancora siamo di fronte a collezioni incrementate nel corso della seconda metà dell’Ottocento e legate all’attività di chi contribuì a riorganizzare le istituzioni universitarie dopo l’Unità, come lo zoologo Giovanni Canestrini e il geologo Giovanni Omboni per l’Università di Padova, in un Veneto da poco annesso al Regno d’Italia. La storia delle collezioni e dei musei universitari rappresenta una pagina particolare nella storia delle istituzioni museali. Si tratta, infatti, di collezioni ibride acquisite per lo più a scopi di ricerca o di didattica, che nel tempo si sono caricate anche di un importante valore storico, spesso assente all’inizio della loro storia. Da oggetti usati ogni giorno a lezione o in laboratorio sono così diventati testimonianze storiche da salvaguardare, contestualizzare e valorizzare per un pubblico che oggi non è più solo quello universitario. Si pensi per esempio alla meravigliosa collezione in vetro di modelli di 13


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