Venti anni di Museo universitario a Chieti

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QUADERNI del Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara

Venti anni di Museo universitario a Chieti

a cura di Luigi Capasso Edizioni èDICOLA EDITRICE


Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara Piazza Trento e Trieste, 66100 Chieti Tel. 0871 3553514 Email: mssb@unich.it http:// www.museo.unich.it

Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara

Collana QUADERNI del Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara Volume 4 – Venti anni di Museo universitario a Chieti” Redattore capo: Maria Del Cimmuto Direzione scientifica e coordinamento generale: Luigi Capasso Testi: Luigi Capasso Segreteria di redazione: Antonietta Di Fabrizio Fotografie: Archivio fotografico Museo universitario dell’università “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara a cura del Laboratorio fotografico Lullo e Del Pizzo Progetto grafico: Maria Del Cimmuto Impaginazione, stampa ed edizione: èDICOLA EDITRICE Chieti In copertina: inaugurazione della mostra “Finestre sul Passato”, allestita a Roma presso la sede centrale del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande), avvenuta nel dicembre del 2000 alla presenza del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e del ministro Giovanni Meladri.


INDICE

6 Introduzione 9 La fase pre-museale (1994 – 1995) 17 La fase del Museo di Storia delle Scienze Biomediche (19962009) Il Museo universitario a Palazzo De Pasquale Il Museo universitario nel Campus di Madonna delle Piane Il Museo universitario all’Ex Enal (Palazzo “Arnaldo Mussolini”) 59 La fase del Museo universitario (2010-2014)



"Il Museo è un'istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell'uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e specificamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto."

Definizione di museo riportata dall'ICOM (International Council of Museum) nell’articolo 2.1 dello Statuto del Consiglio Internazionale dei Musei


Introduzione

Il 10 dicembre 1994 veniva aperta al pubblico la prima esposizione scientifica organizzata dalla nostra Università, sotto forma di mostra temporanea, con poche vetrine espositive sistemate in due piccole sale. A vent’anni di distanza il Museo universitario, avendo attraversato un lungo cammino, sia formale che sostanziale, è divenuto una realtà consolidata dell’Ateneo “Gabriele d’Annunzio”, con un patrimonio inventariato di oltre 15mila record, per un valore commerciale che supera i venti milioni di euro, in buona parte esposti in oltre 400 vetrine, disposte su una superficie di circa duemila metri quadrati. Ciò che è accaduto in questi venti anni, da un lato rappresenta un entusiasmante percorso di crescita culturale e di potenzialità divulgativa che la nostra Università ha saputo tratteggiare e gestire, dall’altro riassume esso stesso la storia del nostro Ateneo, perché in qualche modo proprio nel Museo universitario si sono riflesse, come in uno specchio, le principali vicende che ci hanno attraversato; vicende che si sono stratificate nel nostro Museo, contribuendo a scrivere la nostra storia collettiva, pronta ad essere consegnata ai posteri. Questa storia ventennale in crescita continua è stata resa possibile anzitutto grazie all’impegno convinto profuso dai nostri tre ultimi rettori, Uberto Crescenti, Franco Cuccurullo e Carmine Di Ilio, nell’idea comune di realizzare ed accrescere il Museo universitario. L’occasione che qui si coglie, quindi, è quella di tracciare la storia ventennale del nostro Museo e, attraverso di essa, una parte rilevante della storia che appartiene a tutta la nostra comunità accademica ed i riflessi con i quali essa è riuscita ad incidere sul territorio, diffondendo cultura ed amore per la Scienza e per l’Arte e, in ultima analisi, contribuendo ad aumentare l’impatto dell’Università sulla popolazione e sulle altre istituzioni locali.

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Inv. n° 4364 - Sfera armillare in legno e carta. Seconda metà del ‘700.

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La fase pre-museale (1994 – 1995)


1994

Il fermento in atto alla metà degli anni Novanta nella nostra Università era teso, fra l’altro, alla realizzazione di un “Parco tecnologico regionale” di tipo scientifico-sperimentale sulle tematiche dell’invecchiamento umano. Si trattava di un obiettivo strategico, alla cui realizzazione tendevano gli sforzi di molte amministrazioni, a partire da quella regionale fino a quelle di livello europeo; anche il Ministero dell’università e della ricerca scientifica (MIUR) aveva incoraggiato l’iniziativa, mentre fu attivato uno sforzo consimile anche presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MIBAC). Anzi, proprio il tema delle ricerche medico-scientifiche nel campo dell’invecchiamento fu scelto quale caratterizzante il nostro territorio e, onde incoraggiare la realizzazione di un polo di eccellenza per questo genere di ricerche, fu creata una vera e propria sinergia di azione tematica fra le maggiori istituzioni culturali locali. In questo contesto di intenti, già il 9 giugno del 1994 l’allora soprintendente ai beni archeologici dell’Abruzzo, dottoressa Maria Rita Sansi, comunicava al MIBAC la decisione di realizzare – di concerto ed in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia della locale Università – una mostra temporanea sul tema “Storia dell’invecchiamento”, quale traccia scientifica per le manifestazioni della X edizione della Settimana della Cultura. Il MIBAC finanziò l’iniziativa con uno speciale stanziamento di 119.000.000 di lire e ciò consentì di avviare la realizzazione della mostra che, nei fatti, avrebbe rappresentato il primo nucleo espositivo del nostro ateneo (figura 1). La realizzazione dell’esposizione temporanea avvenne sotto la direzione di un comitato scientifico composto sia da esperti ministeriali (guidati dallo scrivente, che all’epoca dirigeva il Servizio Centrale di Antropologia del MIBAC, che universitari, cui afferirono i colleghi Abate, Beltrami, Cuccurullo e Mariani Costantini, oltre ad un esperto nominato dal C.N.R. (Guarino). Il 6 ottobre 1994 il Rettore dell’università assicurava, per la realizzazione dell’esposizione, la disponibilità di propri locali nel Palazzo De Pasquale, già sede della Facoltà di Farmacia (figura 2). Il progetto espositivo fu semplice e fu interamente realizzato dal gruppo di architetti del MIBAC in servizio al Castello Piccolomini di Celano, sotto la guida del compianto architetto Maurizia Mastroddi; si trattava di 16 vetrine a pianta triangolare e di un espositore a “cilindri”, per la dimostrazione dell’allungamento della durata della vita nel corso dell’evoluzione umana, il tutto sistemato in sole due stanze nel Palazzo De Pasquale (figure 3 e 4). La maggior parte di questi espositori sono tuttora utilizzati nel nostro Museo.

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1 Nota del 9 giugno 1994 con la quale il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali avvia l’allestimento di una mostra sul tema “Storia dell’Invecchiamento” – primo nucleo del Museo universitario – da realizzarsi congiuntamente fra Soprintendenza archeologica dell’Abruzzo ed Università “G. d’Annunzio”.

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Nota del Rettore della “D’Annunzio” con la quale si mette a disposizione una parte di Palazzo de Pasquale per la realizzazione della prima esposizione museale.

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Planimetria del progetto del primo allestimento espositivo a Palazzo de Pasquale (dicembre 1994): gli espositori a pianta triangolare sono ancora in parte utilizzati nell’attuale allestimento.

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Il primo nucleo espositivo, realizzato congiuntamente fra Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo e Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “G. d’Annunzio” fu allestito nel dicembre 1994 presso il Palazzo de Pasquale, sede della Facoltà di Farmacia.

Il giorno 10 dicembre 1994 questa prima realizzazione espositiva, nella cui progettazione e realizzazione entrava l’Università “G. d’Annunzio”, fu aperta al pubblico proprio nell’ambito delle manifestazioni nazionali della X edizione della Settimana della Cultura (figura 5).

5 L’inaugurazione del primo allestimento museale riscuote l’attenzione dei media: da “Il Centro” dell’11 dicembre 1994.

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6 Un momento della cerimonia inaugurale della prima esposizione museale a Palazzo de Pasquale, avvenuta il 10 dicembre 1994 alle ore 10. Si riconoscono (da sinistra) il prof. Arnaldo Capelli (già preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia), il Prof. Giorgio Maria Napolitano (parzialmente coperto dal volto del prof. Cuccurullo), il Prof. Franco Cuccurullo (preside della Facoltà medica di Chieti) ed il Dr Luigi Capasso (funzionario antropologo del MIBAC).

7 Copertina del catalogo della mostra “Storia dell’invecchiamento”, pubblicato nel dicembre 1994

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L’inaugurazione fu un evento pubblico di richiamo ed avvenne alla presenza del sindaco di Chieti, Nicola Cucullo, dell’ex preside della Facoltà di Medicina, Arnaldo Capelli (al tempo già transitato all’Università Cattolica di Roma), nonché dell’allora preside della stessa Facoltà, Franco Cuccurullo; era ugualmente presente il vice-preside, Carmine Di Ilio (figura 6). Durante la cerimonia di apertura fu anche presentato al pubblico il catalogo della mostra, che rappresenta una pubblicazione scientifica rilevante, nella quale sono stati raccolti 16 contributi, che illustrano i più diversi aspetti della biologia, della medicina e dell’antropologia dell’invecchiamento (figura 7).


L’esposizione “Storia dell’invecchiamento” fu resa fruibile al pubblico, dopo la sua inaugurazione, grazie ad una collaborazione gestionale fra la Facoltà di Medicina e Chirurgia della “D’Annunzio” e la Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, con organizzazione di un servizio di custodia e di visite guidate.

1995 L’anno successivo, il MIBAC anticipò al mese di maggio le manifestazioni nazionali della XI edizione della Settimana della Cultura ed una nuova iniziativa congiunta fra Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo e Facoltà di Medicina e Chirurgia della “d’Annunzio” portò all’elaborazione di un nuovo progetto scientifico. La realizzazione di un secondo lotto dell’esposizione museale a Palazzo de Pasquale fu quella dal titolo “I più antichi popoli d’Abruzzo”. Anche questo secondo progetto venne finanziato dal MIBAC, con uno stanziamento di 119.000.000 di lire e portò alla realizzazione di un nuovo percorso espositivo, affiancandosi a quello realizzato nell’anno precedente. L’apertura al pubblico avvenne nel maggio 1995, in ulteriori due ambienti situati al piano nobile del medesimo Palazzo de Pasquale (figura 8). In questa seconda sezione del Museo, tutt’oggi esistente, sebbene molto rimaneggiata ed aggiornata, vennero esposti materiali scheletrici umani fossili di vari giacimenti preistorici abruzzesi, compresi anche i celebri fossili umani di tipo cro-magnioniano provenienti dal bacino del Fucino. L’apertura al pubblico del percorso espositivo integrato fra le due realizzazioni, iniziò a mettere in evidenza una carenza di spazio ed a mostrare l’inadeguatezza delle strutture del Palazzo de Pasquale rispetto alle esigenze della visitabilità museale, tanto da indurre i responsabili ad iniziare fin dal 1995 la ricerca di nuovi spazi più adatti ad accogliere il crescente materiale museale.

8 La seconda esposizione, dal titolo “I più antichi popoli dell’Abruzzo”, allestita presso il Palazzo de Pasquale fu inaugurata nel maggio 1995. Si riconoscono (da sinistra): il prof. Franco Cuccurullo (e signora Serena), il prof. Carmine di Ilio, il dr Luigi Capasso e la dottoressa Marisa Veloccia (Direttore generale del MIBAC).

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La fase del Museo di Storia delle Scienze Biomediche (1996-2009)


1996 Nel maggio del 1996 un ulteriore progetto di realizzazione di una terza sezione museale venne presentato dal Servizio Centrale di Antropologia del MIBAC, con la collaborazione della nostra Facoltà di Medicina e Chirurgia; il progetto, dal titolo “La terapia del dolore attraverso i secoli”, ottenne anch’esso uno speciale finanziamento ministeriale (di 100.000.000 di lire) e consentì la realizzazione di una serie di ulteriori vetrine espositive, le quali occuparono altri spazi presso lo stesso Palazzo de Pasquale (figura 9). In esposizione fu inserita una ampia raccolta di materiali originali, che comprendeva casi antichissimi di trapanazione del cranio (praticata anche a scopo terapeutico delle cefalee), nonché un ampio strumentario chirurgico antico per il trattamento delle ferite ed una vasta gamma di sostanze farmacologiche semplici di origine animale, vegetale e minerale, usate nell’antichità per la terapia del dolore in generale. Il nuovo percorso espositivo, realizzato sotto la guida di un comitato scientifico diretto dal compianto Professor Leonardo Vecchiet, si affiancò ai due precedenti e contribuì ad iniziare a definire il primo nucleo di un vero e proprio museo di storia delle scienze biomediche. Proprio l’esistenza di questo primo nucleo museale, già strutturato in tre sezioni espositive che si erano stratificate nei due anni precedenti, rappresentò la spinta che rese possibile l’istituzionalizzazione del Museo da parte della nostra università. 9

Locandina dell’esposizione “La terapia del dolore attraverso i secoli”, terza realizzazione espositiva allestita presso il Palazzo de Pasquale nel maggio 1996.

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IL MUSEO

UNIVERSITARIO A

PALAZZO

DE

PASQUALE

L’iter amministrativo per la costituzione formale del Museo universitario ebbe inizio nel 1996, cioè quattordici mesi dopo l’apertura al pubblico della prima esposizione presso Palazzo de Pasquale. Il primo atto ufficiale interno alla nostra Università è datato 26 febbraio 1996, quando la proposta di istituzione di un Museo di Storia delle Scienze Biomediche viene avanzata nell’ambito della Giunta Esecutiva del Centro Servizi Biomedici (SE.BI.); sono presenti i Professori Napolitano (Direttore della Giunta), Procopio (Segretario), Sacco, Di Ilio e Pizzigallo; relatore è il Prof. Antonio Maria Napolitano. Viene data lettura dello Statuto del Museo e viene dato incarico al Professor Sensi (nella sua qualità di presidente del Comitato TecnicoScientifico del SE.BI.) di proporre, in una delle successive sedute della Giunta, una rosa di nomi per la designazione del Direttore del Museo. La stessa Giunta Esecutiva del Centro SE.BI., in data 26 marzo 1996, provvede alla nomina del responsabile del Museo, mediante l’adozione della delibera n. 3 all’O.d.G. che, su proposta dello stesso Prof. Antonio Maria Napolitano, indica il Dott. Luigi Capasso (all’epoca esperto esterno all’Ateneo), quale Direttore del Museo, ed il Professor Filippo Maria Ferro, quale responsabile dei rapporti fra il Museo e la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Seguono alcune modifiche di statuto del Museo, resesi necessarie per l’adeguamento della struttura organizzativa alle mutate disposizioni generali d’Ateneo, fino a giungere al decreto rettorale che sancisce la costituzione ufficiale del Museo quale organo giuridicamente definito dell’Ateneo. Infatti, l’istituzione del nuovo Museo fu approvata dal Senato Accademico, nella seduta del’11 settembre 1996, e dal Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 12 settembre 1996, con conseguente autorizzazione al rettore ad emettere il relativo decreto istitutivo. Si tratta del decreto rettorale n. 1212, emanato a firma del Prof. Uberto Crescenti, in data 26 settembre 1996, con il quale viene istituito ufficialmente il Museo di Storia delle Scienze Biomediche, presso il Centro Servizio Biomedici della Facoltà di Medicina e Chirurgia (figura 10). Al decreto rettorale è allegato lo Statuto, il quale, all’articolo 2, recita le finalità del Museo: “Scopo del Museo è quello di raccogliere, documentare, archiviare e musealizzare le cose di interesse storico nel campo della Medicina, della Farmacia, della Biologia, delle Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. Le collezioni storiche hanno scopo didattico e di ricerca. Al Museo è annessa una Biblioteca specializzata ed un Laboratorio di preparazione, conservazione e documentazione delle cose suddette. Il Museo, altresì, pro-

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muove il progresso della Storia della Medicina e delle altre Scienze attraverso l’organizzazione di congressi, seminari, pubblicazioni, premi, ecc.”. Con questo atto, dunque, la costituzione del Museo universitario, oltre che sostanziale, si perfeziona anche sul piano formale e lo statuto museale – riletto a diciotto anni di distanza – dimostra la sua attualità e la sua totale coerenza nell’ambito delle attività proprie della Storia delle Scienze.

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Decreto rettorale n. 1212 del 26 settembre 1996 con il quale fu istituito per la prima volta il Museo universitario (allora Museo di Storia delle Scienze Biomediche).

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1997 Con ulteriore decreto (n. 510 del 24 marzo 1997), il rettore professor Uberto Crescenti nominava Direttore del Museo di Storia delle Scienze Biomediche il Dott. Luigi Capasso, per il triennio 1996-97/1998-99 (il quale veniva autorizzato dal superiore MIBAC ad accettare l’incarico, in data 14 luglio 1997). Nel mentre gli spazi espositivi allestiti presso il Palazzo De Pasquale erano divenuti del tutto insufficienti a contenere ed a rendere decorosamente fruibile l’esposizione museale; cosicché occorreva individuare nuovi spazi e creare, al contempo, nuovi strumenti di crescita del Museo. Proseguendo con la politica che aveva ispirato la realizzazione del Museo fin dal suo inizio, le risorse necessarie furono cercate – ed individuate – tutte al difuori dell’Ateneo. I filoni di attività tese al potenziamento del Museo, dopo la sua formalizzazione, furono due: da un lato l’incremento del patrimonio e dall’altro la realizzazione di una struttura espositiva adeguata. Sul primo filone fu immediatamente attivata una convenzione fra Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo (detentrice di notevoli collezioni di materiali paleontologici, antropologici e storici non musealizzati) e l’Università “G. d’Annunzio”. La convenzione, molto articolata e complessa, fu redatta in prima bozza già nello scorcio del 1996 ed il MIBAC, con proprio provvedimento centrale (prot. N. 8268/VI del 29.11.1996) aveva autorizzato la locale Soprintendenza Archeologica alla stipula della citata convenzione. Con essa veniva trasferita al Museo, in prestito temporaneo illimitato, dalla Soprintendenza Archeologica all’Università, una cospicua serie di materiali e collezioni di oggetti di interesse storico, paleontologico ed antropologico (inclusi anche espositori e vetrine). La convenzione, inoltre, stabiliva l’ampliamento del Museo, l’interscambio di personale e di competenze fra i due enti e la cooperazione intesa al miglioramento dell’offerta museale. Il documento ufficiale fu effettivamente sottoscritto solo il 22 dicembre 1997 fra la dottoressa Anna Maria Sestieri e il Prof. Franco Cuccurullo (figura 11). Riguardo al secondo filone, già in data 30 aprile 1997, la stessa Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo trasmetteva al Servizio Bilancio e Programmazione del MIBAC il progetto, redatto dalla direzione del Museo, per la realizzazione del nuovo Museo di Storia delle Scienze Biomediche, da costruirsi nel Campus universitario di Madonna delle Piane, richiedendo un apposito finanziamento di 8 miliardi di lire (che, come vedremo, sarà erogato negli anni successivi nella misura di soli circa 3 miliardi di lire). Infine, una terza attività di crescita fu impostata nei confronti delle amministrazioni locali; infatti, in data 29 novembre 1997 il Rettore Franco Cuccurullo inoltrò alla Giunta Regionale dell’Abruzzo la richiesta di riconoscimento e classificazione del Museo universitario ai sensi dell’art. 9 della Legge Regionale 18 giugno 1992 n. 44.

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IL MUSEO UNIVERSITARIO NEL CAMPUS DI MADONNA DELLE PIANE Impostata nella descritta articolata maniera la crescita del Museo universitario e nell’attesa di una progressiva realizzazione tanto dell’incremento patrimoniale quanto di quello logistico, restava da trovare una soluzione – almeno temporanea – all’angustia di spazi espositivi che andava verificandosi nel contesto di Palazzo de Pasquale (peraltro in via di abbandono anche da parte della Facoltà di Farmacia, a seguito dell’avanzare della realizzazione delle nuove sedi dei laboratori e delle aule nel Campus di Madonna delle Piane). Restarono in uso al Museo solo alcuni locali situati al piano terraneo del Palazzo de Pasquale, ove furono ubicati i magazzini del Museo stesso, magazzini nei quali erano (e sono tuttora) stoccati i reperti – soprattutto antropologici – non utilizzati ne a scopo espositivo ne a scopo di studio e documentazione e che non necessitano di periodica manutenzione a scopo conservativo. La soluzione temporanea fu individuata dal nuovo rettore, il Prof. Franco 11 Cuccurullo, il quale mise nella disponibilità del Museo i locali del piano terreno del rettorato, in un primo momento la sola ala a valle, l’anno successivo anche quella a monte. Le collezioni museali ed i relativi espositori, al tempo ancora di proprietà del MIBAC, vennero spostati da Palazzo de Pasquale alla nuova sede nel Campus di Madonna delle Piane, grazie alla speciale autorizzazione all’uopo concessa dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo (prot. 7253 del 30-10-1997), mentre la custodia del Museo nella sua nuova sede fu affidata alla Cooperativa Biblos (con nota del Direttore Generale n. 1121 dell’11-101997). L’allestimento (figure 12 e 13) venne realizzato non solo mediante il trasferimento e la riallocazione dei materiali e Sulla base di una apposita convenzione degli espositori già presenti a Palazzo de fra Soprintendenza Archeologica ed Pasquale, ma anche con l’inserimento di Università “G. d’Annunzio”, il Museo universitario veniva potenziato ed nuove strutture espositive e, soprattutto, ampliato, ciò che riceve una attenzione grazie all’acquisto (da parte del MIBAC) di mediatica: da “Il Tempo” del 22 dicem- una replica a grandezza naturale di un bre 1997. grosso allosauro in atteggiamento preda-

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torio, il quale fu montato all’ingresso del Museo, nella galleria del piano terreno del rettorato. Sarà questo dinosauro, vero signaculum del Museo, a rappresentare simbolicamente il nostro Museo fin dal momento della sua apertura nel Campus universitario di Madonna delle Piane (figure 14, 15, 16 e 17). 12

Nel dicembre 1997 il Museo universitario trova una sua propria sede in parte del piano terraneo del Rettorato nuovo, dove vengono realizzati nuovi allestimenti.

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Progetto per lo scheletro di dinosauro da porsi all’ingresso della nuova sede museale.

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15 Fase di montaggio dello scheletro di Allosauro posto a signiculum del Museo nel dicembre 1997.

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17 Gli organi di stampa commentarono positivamente sia il trasferimento del Museo universitario dal Palazzo de Pasquale al Rettorato nuovo di Madonna delle Piane sia l’allestimento di uno scheletro di dinosauro all’ingresso della nuova sede del Museo universitario nel Campus di Madonna delle Piane.

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1998 L’inaugurazione ufficiale del Museo nella nuova sede avvenne il 24 gennaio 1998, in occasione della cerimonia d’apertura dell’Anno Accademico 199798, alla presenza di Cesare Romiti e di Giovanni D’Addona, insigniti nell’occasione dell’Ordine della Minerva (figure 18 e 19). Nel corso del 1998 venne realizzato l’allargamento dell’esposizione museale all’intero piano terreno dell’ala sinistra del rettorato. Grazie ad uno speciale finanziamento ottenuto da parte del MIUR, infatti, fu allestita una nuova sezione dal titolo “Uomini, orsi e malattie”, nella quale fu collocata una ricostruzione a grandezza naturale (con una altezza di tre metri e mezzo) di un Ursus spelaeus (tutt’oggi visibile in Museo) (figura 20). Grazie ad un protocollo d’intesa stipulato con il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste (firmatario il direttore dottor Sergio Dolce), furono collocati nella nuova sezione espositiva anche reperti paleontologici di orsi fossili provenienti soprattutto dal Friuli; inoltre, grazie alla stipula di una speciale convenzione fra il nostro Museo e l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (stipulata in data 28 aprile 1998), furono acclusi nella nuova esposizione anche esemplari tassidermizzati di orsi marsicani in prestito dall’Ente Parco. 18

I nuovi allestimenti museali nella sede del Rettorato nuovo vengono aperti al pubblico nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico nel gennaio 1998, alla presenza di Cesare Romiti.

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Nell’autunno del 1998, grazie ad una donazione da parte dell’azienda abruzzese “Del Verde”, inoltre, fu iniziato l’allestimento di una ulteriore sezione, quella di “Paleontologia e storia della vita”, con fossili originali dell’Eocene del Nord America, fra i quali spicca una palma fossile gigante proveniente dalla Green River Formation del Wyoming. Con decreto rettorale n. 9044 del 7 ottobre 1998 fu emanato il nuovo Statuto del Museo di Storia delle Scienze Biomediche, poi modificato nel solo articolo 4 mediante ulteriore decreto rettorale (n. 114 del 4 dicembre 1998); si introducevano così il Comitato Tecnico-Scientifico del Museo, nonché gli adeguamenti normativi necessari a conformare la configurazione amministrativa del Museo al mutato contesto regolamentare d’Ateneo. Nello scorcio del 1998, grazie ad un apposito finanziamento di 50 milioni di lire ottenuto dal MURST, sulla base della Legge 113/91-D.M. 18.06.97, venne allestita una nuova sezione museale sul tema “Le malattie dei dinosauri”, che venne presentata al pubblico nell’autunno del 1998. Fra le realizzazioni previste nell’ambito di questo lotto è da segnalare la posa in opera di una ricostruzione di kritosauro a grandezza naturale, con relativo nido ed uova in fase di schiusa, che venne collocata nell’area verde antistante al palazzo del rettorato (figure 21 e 22). Locandina del nuovo allestimento “Uomini, orsi e malattie”, integrato al Museo universitario nella primavera 1998.

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20 Ricostruzione “in pelle” di Krytosauro a grandezza naturale, sistemato nell’area verde antistante il rettorato nella primavera del 1998.

22 Ricostruzione “in pelle” di un nido con uova e schiuse di Krytosauro a grandezza naturale, sistemato nell’area verde antistante il rettorato nella primavera del 1998.

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1999 Intanto il MIBAC aveva positivamente valutato il progetto della realizzazione del nuovo Museo nel Campus di Madonna delle Piane, ai sensi dell’articolo 3, comma 83 della Legge n. 663/96. Furono quindi avviate trattative con l’Amministrazione comunale di Chieti, in quanto, proprio in vicinanza dell’area individuata come possibile luogo di edificazione del nuovo Museo, si ergeva un edificio obsoleto ed abbandonato, di proprietà dell’amministrazione comunale di Chieti, già asilo infantile comunale, all’epoca dismesso. Da una serie di incontri trilaterali fra MIBAC, Università degli Studi “G. d’Annunzio” e Amministrazione comunale di Chieti, andò maturando l’idea di utilizzare quell’edificio obsoleto quale nuova sede del Museo universitario (e con il progetto di allestire – utilizzando anche gli ampi spazi esterni – un primo nucleo di Orto botanico connesso ed integrato al Museo stesso), identificando la struttura come base progettuale per l’erogazione effettiva del finanziamento ministeriale. La cospicua attività svolta dallo scrivente, al tempo dirigente del MIBAC (quale direttore del Servizio Centrale di Antropologia) ed i contatti diretti occorsi fra il rettore Franco Cuccurullo ed il Ministro Giovanna Melandri, concretizzarono l’erogazione del finanziamento teso alla realizzazione del nuovo Museo; ciò indusse l’Amministrazione comunale di Chieti a cedere in comodato d’uso gratuito il citato ex-asilo all’Università, con lo scopo di realizzarvi la nuova sede del Museo universitario; il provvedimento, adottato con delibera del Consiglio Comunale del 29 luglio 1999, aprì la strada ad un poderoso incremento delle strutture museali (figure 23 e 24).

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L’ipotesi di spostamento del Museo universitario presso l’ex asilo infantile di via Pescara, nel Campus di Madonna delle Piane, viene dibattuto e commentato mediaticamente (da “Il Centro” del 30 luglio 1999).

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Nello stesso anno il Museo universitario di Gunma, Giappone settentrionale, richiese al nostro Museo il prestito di fossili umani originali per l’allestimento di una speciale mostra internazionale dedicata agli uomini di Neandertal. Un evento che aprì la strada alle collaborazioni inter-continentali che tutt’ora continuano e che vivacizzano le nostre attività (figura 25). 24

Il 29 luglio 1999 il Consiglio Comunale di Chieti concede in comodato d’uso gratuito al Museo universitario i locali dell’ex asilo infantile di via Pescara.

25 Il Museo universitario di Chieti collabora (anche prestando reperti originali) all’allestimento di una grande mostra internazionale sugli Uomini di Neandertal allestita nel settembre 1999 presso il Museo universitario di Gunma, Giappone.

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2000 L’avvento di nuove tecnologie della comunicazione coinvolse anche le tematiche museali; infatti, il nostro Museo già nello scorcio del 1999 attivò una collaborazione tecnico-scientifica con la multinazionale Sony, per la realizzazione di un progetto che tendesse a mettere a punto una tecnologia avanzata per la visibilità museale a distanza. In pochi mesi, grazie alla possibilità di sperimentare le nuove tecnologie nell’ambito della rete di musei universitari collegati al nostro, fu messo a punto un sistema di visitabilità museale a distanza che, per i suoi contenuti innovativi, fu oggetto di un brevetto. Nacque il progetto Telemuseum, che fu presentato al pubblico nel marzo del 2000 con la partecipazione del noto divulgatore scientifico Piero Angela (figure 26 e 27). In conseguenza, il Museo di Storia delle Scienze Biomediche partecipò alle manifestazioni centrali della Settimana dei Beni Culturali – Edizione 2000, allestendo presso la sede MIBAC, nel complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande in Roma, un’ampia ed articolata esposizione dal titolo “Finestre sul Passato”, grazie ad un finanziamento ministeriale di 250.000.000 di lire. Nella mostra confluirono i più grandi ed importanti reperti paleontologici italiani, in prestito dai maggiori musei (anche non universitari) italiani e con la collaborazione del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico. L’idea di realizzare una mostra a Roma era appunto stimolata dalla possibilità di utilizzare, per la prima volta, la tecnologia Telemuseum allo scopo di rendere visitabile l’esposizione romana da parte dei fruitori presenti nel Museo di Chieti. La Nel gennaio 2000 il Museo universitario, in collaborazio- 26 ne con la multinazionale Sony, brevetta un nuovo sistema di fruibilità a distanza dei beni culturali. Piero Angela tiene a battesimo le prime dimostrazioni pubbliche dell’uso di Telemuseum nel marzo del 2000.

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mostra “Finestre sul Passato” fu inaugurata a Roma dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, alla presenza della moglie Franca e del Ministro dei Beni Culturali, Giovanna Melandri (figura 28). Dall’altra parte del Telemuseum, cioè nella nostra sede museale nel Campus di Madonna delle Piane, era presente il rettore Franco Cuccurullo (figure 29, 30 e 31). Anche a seguito di questa grande visibilità nazionale, la Sony acquistò il brevetto Telemuseum, riconoscendo una appropriata royalty al nostro Museo (figura 32). 28

Inaugurazione della mostra “Finestre sul Passato”, allestita a Roma presso la sede centrale del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande), avvenuta nel dicembre del 2000 alla presenza del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e del ministro Giovanna Meladri.

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L’inaugurazione della mostra romana “Finestre sul Passato” venne seguita dalla nostra sede di Chieti attraverso Telemuseum.

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L’inaugurazione della mostra romana “Finestre sul Passato� venne seguita dalla nostra sede di Chieti attraverso Telemuseum.

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La grande risonanza mediatica avuta dalla presenza del Presidente della Repubblica, favorisce la vendita del brevetto Telemuseum alla multinazionale Sony.

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2001-2003 Se nel periodo dal 1994 al 2000 il Museo universitario ha fatto registrare un costante, importante, esponenziale incremento, tanto patrimoniale quanto strutturale ed istituzionale, nel periodo compreso fra il 2001 ed il 2003 si è registrata una stasi. I motivi del rallentamento sono fondamentalmente i tre seguenti. Anzitutto i vertici dell’Ateneo ravvisarono la priorità di dotare il Campus di Madonna delle Piane di una adeguata segreteria unificata per gli studenti e, non potendo reperirsi idonei e sufficienti locali, fu fatta la proposta di impiegare allo scopo, almeno temporaneamente, i locali dell’ex-asilo infantile di via Pescara. Il Museo si rese subito e volentieri disponibile, nell’interesse collettivo dell’Ateneo e l’edificio venne rapidamente restaurato e reso agibile, tanto che già nel 2003 esso divenne sede della segreteria unificata degli studenti. Contemporaneamente venne data sistemazione agli spazi esterni dell’exasilo infantile, i quali vennero sistemati in modo da creare un vero e proprio Orto botanico, il quale, con l’appellativo di “Giardino dei Semplici”, passò sotto la responsabilità, sia scientifica che gestionale, della Facoltà di Farmacia e che, non è ancora entrato a far parte del Sistema Museale d’Ateneo. A seguito della descritta decisione di dilazionare l’impiego museale dell’exasilo infantile, anche il MIBAC, che aveva già deliberato uno stanziamento di oltre tre miliardi delle vecchie lire per la realizzazione di un Museo scientifico, mutò le proprie priorità ed individuò la possibile sede della nuova struttura museale nella Palazzina Chiarini, uno stabile fatiscente situato all’interno della Villa Comunale di Chieti, per la cui ristrutturazione a scopo museale venne presentato ed approvato un apposito progetto architettonico (successivi avvicendamenti al vertice della Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo cambiarono la destinazione d’uso di quel finanziamento ministeriale, consentendo il suo impiego per il completamento di lavori strutturali presso il Museo della Civitella, restando a tutt’oggi completamente abbandonato il primitivo progetto che consentì l’ottenimento del citato cospicuo finanziamento, cioè quello della costruzione o ristrutturazione di un edificio che servisse ad accogliere il Museo scientifico, conseguente alla collaborazione istituzionale fra MIBAC ed Università “G. d’Annunzio”). Il terzo motivo del rallentamento della crescita è certamente da individuarsi nella assoluta inadeguatezza degli spazi destinati ad uso museale nella sede del rettorato nuovo, spazi ormai saturati dalle crescenti acquisizioni e dal continuo incremento patrimoniale conseguente agli investimenti fatti dal 1994 fino a tutto il 2001. Il limite alla crescita del Museo, dunque, fu sostanzialmente quello della carenza di spazi espositivi, nonostante le risorse economiche fossero state individuate e nonostante che la disponibilità di alcuni contenitori adeguabili allo scopo fosse reale.

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Tuttavia, anche il periodo in questione fu caratterizzato da una crescita, che avvenne soprattutto in termini di fruitori e visitatori. L’offerta museale venne diffusa sul territorio e coinvolse soprattutto la popolazione in età scolare delle provincie di Chieti e di Pescara (figura 33). Nel 2003, con decreto rettorale n. 68 del 18 novembre, veniva nominato un nuovo Comitato Scientifico del Museo, composto dai professori Carmine di Ilio, Fabio Capani ed Adriano Piattelli, mentre veniva confermato, per un ulteriore triennio, il Direttore del Museo, nella persona del prof. Luigi Capasso (nel mentre transitato nei ruoli dell’Ateneo).

33 Copertina della guida sulla sezione “Origini dell’uomo”, pubblicato nel 2002 grazie ad un contributo del Club Service Soroptimist International.

2004 Il 2004 fu l’anno della svolta, in quanto – finalmente - fu individuata una nuova sede, più ampia ed articolata, nella quale il Museo universitario poteva riprendere la sua crescita patrimoniale.

IL MUSEO

UNIVERSITARIO ALL’EX-ENAL

(PALAZZO “ARNALDO MUSSOLINI”)

Da un lato i buoni rapporti, istituzionali e personali, fra i vertici dell’Amministrazione Regionale dell’Abruzzo e quelli dell’Ateneo “G. d’Annunzio” e dall’altro lato l’ormai maturata determinazione di riportare le strutture museali universitarie nell’ambito del contesto urbano del centro storico della Città di Chieti, restrinsero il campo delle possibilità nella ricerca di una nuova sistemazione per il Museo universitario, ma d’altra parte ne consentirono anche una più rapida individuazione.

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Già da anni, infatti, il dibattito fra università ed amministratori comunali verteva sul tema del possibile trasferimento nell’ambito della città alta di qualche attività universitaria, possibilmente connessa ad un cospicuo movimento studentesco, tanto da contribuire alla rivitalizzazione del centro storico. Nella necessità di ottimizzare i servizi erogati agli studenti e nel porre attenzione alle economie derivanti dal tenere unito il sistema stesso (aule, segreterie, biblioteche), non restava che un’unica possibilità: spostare nuovamente il Museo universitario. Ed infatti il 26 luglio 2004 fra il governatore dell’Abruzzo, Giovanni Pace, ed il rettore dell’Università “G. d’Annunzio”, Franco Cuccurullo, fu raggiunto un accordo per lo spostamento del Museo universitario nel palazzo ex-Enal (già “Palazzo Arnaldo Mussolini” di Chieti, il cui restauro, avvenuto grazie all’erogazione di un apposito finanziamento europeo, era appena terminato, non essendo ancora stata individuata, per quell’immobile di proprietà regionale, una destinazione d’uso pubblico. Già il 10 agosto dello stesso anno venne ratificato uno speciale accordo fra Regione ed Università, con il quale la Regione inizialmente rese disponibile una parte del palazzo. Con deliberazione del Consiglio di Amministrazione del 17 dicembre 2004 l’Ateneo, preso atto di dovere conferire “adeguata sede al Museo di Storia delle Scienze Biomediche”, decide di “assumere in affitto lo stabile ex-Enal in Chieti”.

2005 Nel gennaio del 2005 inizia la tradizione della stampa e della diffusione del “Calendario del Museo”: una tradizione 34 che ancor oggi continua e che consente la capillare distribuzione a tutti i dipendenti dell’Ateneo di un supporto materiale che rievoca e pubblicizza quotidianamente la presenza del Museo nella nostra Università (figura 34). Il relativo contratto di locazione verrà stipulato soltanto in data 14 luglio 2005, fissando un canone di affitto abbattuto del 90% rispetto alle determinazioni eseguite dall’Ufficio Tecnico Erariale, così come prevede la Legge Regionale 120/97, in considerazione del fatto che nell’immobile avrebbe avuto sede un Museo. Primo Calendario del Museo (2005): una tradizione che ancor oggi prosegue.

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La consegna delle chiavi avviene, però, il 7 marzo 2005, cioè ancor prima della stipula formale del contratto di locazione. Da questa data inizia il trasferimento delle strutture espositive dal Campus di Madonna delle Piane al palazzo ex-Enal (figura 35). L’allestimento avvenne con rapidità e, grazie ad una speciale donazione da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Chieti e Provincia (presieduta dall’Architetto Mario di Nisio, la cui sensibilità verso la crescita culturale della città rimane proverbiale), venne anche installato un secondo scheletro di allosauro all’interno della nuova sede espositiva, quasi a sottolineare il legame, anche simbolico, fra vecchia e nuova collazione del nostro Museo (figura 36). L’inaugurazione della nuova sede avviene il 21 marzo 2005, alla presenza del presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Pace, e del Magnifico Rettore 35 Il 7 marzo del 2005 la Giunta Regionale dell’Abruzzo concede all’Università “G. d’Annunzio” il palazzo ex-ENAL di Chieti quale sede del Museo universitario.

Lo spostamento del Museo universitario dalla sede nel rettorato nuovo al Palazzo “Arnaldo Mussolini” (ex-ENAL) nel centro storico di Chieti viene positivamente commentato dagli organi di stampa.

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dell’Università “G. d’Annunzio”, Franco Cuccurullo (figura 37). Nuove progettualità possono partire, ma un nuovo assetto, anche amministrativo ed organizzativo è ugualmente necessario. Si paventa anzitutto il problema della custodia del Museo, individuando subito la possibilità di attivare una fattiva cooperazione con alcune associazioni di volontariato. Il 16 giugno 2005 viene, infatti, stipulata una convenzione fra l’Università “G. d’Annunzio” e l’Associazione Nazionale Carabinieri, la quale si assume la responsabilità di affiancare gli operatori museali nei servizi di accoglienza dei visitatori e di custodia della struttura (figure 38 e 39). Sarà questo il primo esempio in Italia di coinvolgimento dell’Associazione che riunisce i carabinieri in pensione nelle attività museali; molti altri musei italiani seguiranno l’esempio e la strada tracciata dal nostro Museo. La collaborazione con l’Associazione Nazionale Carabinieri, sotto la guida del maresciallo Paolo Bonomo, ha portato notevoli vantaggi reciproci ed economie di sistema, in quanto, se da un lato il Museo ha potuto giovare - come giova tuttora - della cooperazione di questi volontari, anche l’Associazione ha goduto del beneficio di potere svolgere le proprie manifestazioni in un contesto universitario di grande visibilità, senza oneri di spesa. Una seconda, importante novità fu quella dell’istituzione di un biglietto d’ingresso a pagamento. Infatti, dopo undici anni di ingresso gratuito per tutti i visitatori e fruitori, 37 Il nuovo allestimento del Museo universitario, ampliato e completamente rinnovato, viene inaugurato il 21 marzo 2005 nel Palazzo “Arnaldo Mussolini” (Ex-ENAL) di Chieti congiuntamente dal magnifico rettore, Franco Cuccurullo, e dal Governatore della Regione Abruzzo, Giovanni Pace.

38 Il compito di custodia ed accoglienza nella nuova sede museale viene affidato, attraverso una apposita convenzione, all’Associazione Nazionale Carabinieri di Chieti, sotto la presidenza del Maresciallo Paolo Bonomo.

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su proposta del preside della Facoltà di medicina, prof. Carmine di Ilio, e del direttore del Museo, in data 13 luglio 2005 venne inoltrata alla Direzione Amministrativa dell’Ateneo richiesta di autorizzazione all’emissione di un biglietto a pagamento, da intendersi quale contributo alle spese di mantenimento della struttura. Il primo tariffario fissava il costo unitario di ingresso in 1 euro, con una riduzione a 50 centesimi per le scolaresche e la totale gratuità per i fanciulli fino a 6 anni e per gli anziani oltre i 65 anni; ugualmente gratuito era previsto l’ingresso per gli studenti e per il personale dipendente della “D’Annunzio” (figure 40 e 41).

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La convenzione stipulata fra Museo ed Associazione Nazionale Carabinieri viene positivamente commentata dalla stampa e diviene un modello oggi esteso a molti musei universitari italiani.

40 Il 1° dicembre 2005 viene emesso il primo biglietto a pagamento.

41 Il primo biglietto d’ingresso al Museo (1° dicembre 2005).

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Nell’estate del 2005 il Museo universitario apre anche all’arte, con particolare riguardo all’arte contemporanea. L’occasione è data da un gruppo di artisti locali che, in maniera pressante e strutturata, sono alla ricerca di spazi espositivi, soprattutto temporanei, da potersi impiegare all’interno del centro storico cittadino, ma in un contesto squisitamente culturale. L’idea di adoperare a tal fine sia la sala museale dedicata alle esposizioni temporanee sia una sorta di pannellistica mobile, da disperdersi all’interno dei percorsi pre-formati nell’ambito delle esposizioni esistenti, venne sostenuta dal Consiglio scientifico del Museo e si poté procedere ad accogliere alcune istanze di artisti contemporanei selezionati. Furono realizzate così le prime mostre di artisti quali Gabriella Capodiferro, Giselda Marocchi, Anna Seccia e molti altri negli anni successivi. Nonostante l’introduzione del biglietto a pagamento, gli ingressi del Museo, spostato nella nuova sede al centro città, subiscono un vertiginoso incremento, che risente positivamente anche della capacità di avere intercettato il flusso turistico che, nei mesi estivi, si dirige dalla costa verso l’entroterra collinare alla ricerca di mete culturali di qualità (figura 42).

42 Il trasferimento del Museo universitario nel Palazzo “Arnaldo Mussolini”, nel centro storico di Chieti, consente un cospicuo incremento del numero dei visitatori, positivamente commentato dalla stampa locale.

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2006 Sul piano dell’incremento delle collezioni, già nella primavera del 2006, grazie alla sempre più stretta vicinanza della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, è stata organizzata una grande esposizione, con catalogo, sul tema “Mummie: un archivio biologico” (figure 43 e 44). Nell’occasione, grazie ad una apposita convenzione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici per l’Abruzzo dell’Aquila, sono confluite presso il Museo universitario anche una serie di importantissime mummie umane, frutto di rinvenimenti archeologici eseguiti nei sotterranei del Forte Spagnolo aquilano; altri importanti reperti sono stati raccolti da molti siti italiani e stranieri. In particolare, la continua consulenza prestata da parte del direttore del

43 La mostra permanente “Mummie: un archivio biologico” ha incrementato con una sezione di grande fascino le esposizioni del nostro Museo a partire dal febbraio 2006.

44 Frontespizio del catalogo della mostra permanente “Mummie: un archivio biologico” (febbraio 2006).

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Museo universitario di Chieti alla Provincia di Bolzano sia per il restauro della mummia del cosiddetto “uomo del ghiaccio”, che per la costruzione dell’apposito sistema frigorifero nel quale la citata mummia fu esposta all’interno del Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano, hanno fatto si che, in occasione di questa grande esposizione sulle mummie, sia stato possibile esibire anche una perfetta ricostruzione in resina – precisa al decimo di millimetro – del celebre “uomo del Similaun”. Infine, alcune mummie animali furono acquisite direttamente, tramite scambi con altri musei stranieri, come per il caso di una parziale mummia di dinosauro nordamericano e di ingenti frammenti di mammuth mummificati (con pelliccia originale) dai terreni siberiani ghiacciati, oggetti di scambio con il Museo di San Pietroburgo. La mostra, aperta al pubblico nel marzo del 2006 dal preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Prof. Carmine di Ilio, ebbe un ingente successo di pubblico e fu resa pertanto permanente (figura 45). Il 6 febbraio 2006 il professor Adriano Antonucci, ordinario di Anatomia umana normale nella nostra Università, nell’accingersi al ritiro per anzianità, decide di donare l’intera sua collezione naturalistica al Museo universitario. Si tratta di una raccolta ingente, prevalentemente costituita da manufatti litici preistorici, da minerali, fossili, conchiglie, animali e vegetali conservati ed altre curiosità naturalistiche, che l’illustre studioso del nostro Ateneo aveva raccolto e conservato durante tutta la sua vita di ricercatore e naturalista. La donazione, formalizzata con parere favorevole del MIBAC, sarà oggetto di catalogazione e documentazione negli anni successivi e sarà poi esposta parzialmente in Museo, in una apposita sezione che verrà aperta al pubblico soltanto nel 2011, come vedremo più avanti. 45

Inaugurazione della mostra permanente “Mummie: un archivio biologico” avvenuta il 16 febbraio 2006 alla presenza del preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, prof. Carmine di Ilio.

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Il protocollo d’intesa stipulato con il MIBAC, nel mentre, continuava a dare i suoi frutti, ed infatti un progetto dal titolo “Storia del Popolamento Umano in Abruzzo” venne riconosciuto valido sul piano scientifico e trovò la sua fonte di finanziamento in una apposita voce di spesa sostenuta dal C.I.P.E., per complessivi 150 mila euro. Il progetto prevedeva la ricostruzione delle principali tappe attraverso le quali l’uomo si è insediato e si è sviluppato nel territorio regionale, rendendo visitabili le tracce biologiche del popolamento umano, in vicinanza del Museo Archeologico Nazionale di Villa Frijeri; inoltre, i progettati allestimenti prevedevano anche l’esposizione dei reperti inerenti la preistoria della regione, un tempo esposti presso la Palazzina Chiarini (ormai decadente e chiusa), riprendendo così, almeno in parte, il primitivo progetto di realizzare un polo museale preistorico accanto a quello archeologico. Il primo lotto di questa importante ed innovativa realizzazione museale, tutta da svilupparsi al primo piano della nuova sede di Palazzo “Arnaldo Mussolini”, prevedeva l’esposizione al pubblico dei reperti del più antico insediamento umano abruzzese: quello relativo alla comunità di uomini di CroMagnon, scoperti dal compianto professor Antonio Maria Radmilli ai margini della piana del Fucino, proprio nel 1956. L’occasione celebrativa dell’importante cinquantenario della scoperta del “primo abruzzese”, fu utilizzata appunto per la presentazione al pubblico del primo lotto del nuovo percorso museale (figura 46). L’inaugurazione, avvenuta il 12 luglio 2006, vide la partecipazione di tutte le massime autorità accademiche e la confluenza di molti colleghi ed ospiti italiani e stranieri (figura 47). Ricorrendo il cinquantenario della scoperta dei più antichi resti fossili umani dell’Abruzzo, rinvenuti dal professor Antonio Maria Radmilli (al centro della foto, con il cranio fossile del Fucino fra le mani) nella piana del Fucino, ed essendo depositati quei preziosi fossili originali presso il nostro Museo universitario, nel giugno del 2006 viene allestita una speciale sezione espositiva dedicata all’evento di grande rilevanza scientifica.

47 46 L’apertura al pubblico dell’esposizione degli originali fossili degli uomini di Cro-Magnon del Fucino avviene nel Museo universitario il 12 giugno 2006.

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Nel settembre dello stesso anno, il Museo per la prima volta si è cimentato anche sul terreno della difficile esposizione di animali vivi. Purtroppo si tratta di un campo che – sebbene di forte attrattività e di intrigante interesse sia culturale sia scientifico – necessita di strutture e competenze altamente specializzate, che non erano (come non sono tuttora) in possesso della nostra struttura. Tuttavia, sono possibili esposizioni temporanee, purché gestite da personale competente e bene addestrato. E’ stata avviata, infatti, una collaborazione – divenuta ormai consuetudine – con l’Associazione degli Acquariofili Abruzzesi, i quali hanno allestito e gestito una speciale esposizione di pesci ed altri organismi marini nella sala delle esposizioni temporanee del nostro Museo. L’esposizione, inaugurata l’8 settembre 2006, ebbe un grande successo di pubblico (figura 48). Nello stesso anno venne varata l’iniziativa “I mercoledì al Museo” (negli anni successivi trasformata in “Incontri Culturali al Museo”), consistente in un fitto calendario di conferenze, incontri, dibattiti su temi scientifici, tenuti o coordinati da personalità accademiche italiane e straniere, sotto forma di appuntamenti settimanali, che ebbero inizio proprio nella primavera del 2006, iniziandosi una tradizione che tuttora continua, sebbene con alcune alternanze calendarizzate. Il 2006 si chiuse con una impor48 tante mostra documentaria dal titolo “L’impronta del Genio”, frutto di una collaborazione istituzionale fra il Museo universitario, il Nucleo Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma ed il Museo Ideale Leonardo da Vinci di Vinci. Questa collaborazione ebbe per obiettivo quello di ricercare, individuare, isolare e tipizzare le impronte digitali di Leonardo da Vinci, lasciate dal genio sia sulle sue opere pittoriche che sui suoi manoscritti. Il lavoro di documentazione, svolto prevalentemente nei laboratori del Museo, portò effettivamente all’individuazione di un’impronta digitale certamente attribuibile al grande maestro toscano. Tutta l’opera scientifica svolta per arrivare a quel risultato venne esibita in una speciale mostra temporanea, che letteralmente avviò un filone di ricerca La prima esposizione temporanea di anied un filone di attenzione museografimali vivi avviene nel Museo universitario ca che venne poi sviluppato negli anni nel settembre del 2006.

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successivi, facendo identificare il nostro Museo come un punto di riferimento per le ricerche di tal genere (figura 49, 50 e 51). Le attività di ricerca del Museo continuarono a svilupparsi anche fuori dall’Italia. In particolare, grazie ad una collaborazione fra il Museo universitario di Chieti ed il Museo Nazionale di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Firenze, è stata avviata una campagna di scavo in Sud Africa, tesa al recupero di resti fossili umani antichissimi, pertinenti a specie di ominini estinti, quali gli Australopiteci. 49 Il Museo universitario conclude una lunga ricerca sulle tracce biologiche di Leonardo da Vinci, individuando e brevettando una serie di impronte digitali lasciate dal Maestro su supporti cartacei e pittorici. Il lungo lavoro di documentazione scientifica viene presentato al pubblico in una speciale mostra allestita nelle sale del Museo nell’ottobre del 2006.

50 Le nuove scoperte riguardanti le impronte digitali di Leonardo da Vinci hanno una rilevante risonanza sui media nazionali.

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Per la prima volta nel novembre del 2006 anche un membro del Museo universitario di Chieti (l’Antropologo Dr. Ruggero d’Anastasio) ha preso parte a questa importantissima missione di ricerca paleoantropologica sudafricana, condotta sotto gli auspici dell’Istituto di Anatomia Umana Normale dell’Università di Joannesburg e con il contributo dell’Ambasciata italiana in Sud Africa (figure 52 e 53).

52 Per la prima volta nel 2006 il Museo universitario partecipa ad una missione internazionale di scavo dei fossili umani in Sud Africa; la missione, che porta ad importanti nuove scoperte, riceve grande attenzione da parte dei media nazionali.

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Per la prima volta nel 2006 il Museo universitario partecipa ad una missione internazionale di scavo dei fossili umani in Sud Africa; la missione, che porta ad importanti nuove scoperte, riceve grande attenzione da parte dei media internazionali.

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2007 Il 2007 si apre con la visita al Museo universitario dell’ambasciatore del Giappone in Italia, dottor Kagefumi Ueno e signora, che raggiunsero la nostra città seguendo la scia del canonizzatore del Giappone, padre Alessandro Valignano (figura 54). Sul piano amministrativo, il Museo di Storia delle Scienze Biomediche, fino ad allora collegato alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, viene trasformato in Centro d’Ateneo e dotato di una propria autonomia; sul piano contabile esso viene fatto confluire presso il Dipartimento di Scienze del Movimento umano. Le relative modifiche di statuto ed il nuovo assetto amministrativo vengono sancite dal decreto rettorale n. 455 del 28 marzo 2007. L’Ateneo acquisisce una collezione paleontologica privata, appartenuta al dr. Francesco Ferri, che viene parzialmente esposta nella sezione “Origini della vita” del nostro Museo a partire dal 7 maggio 2007. Nel maggio 2007 il Museo aderisce alla manifestazione europea “La nuite des Museées”, organizzata dal Ministero della Cultura francese, alla cui realizzazione prendono parte migliaia di musei europei che, in occasione della “notte”, aprono gratuitamente al pubblico le loro esposizioni. Un appuntamento che riscuote molto successo fra la popolazione e che, infatti, continua tuttora (figura 55). 54 L’ambasciatore del Giappone Kagefumi Ueno in visita al Museo universitario assieme al Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, Architetto Mario Di Nisio, nel febbraio 2007.

55 Nel Maggio 2007 il Museo universitario partecipa per la prima volta all’evento europeo “La notte dei Museo” coordinato dal Ministero della Cultura francese.

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Il 25 maggio 2007 venne aperta al pubblico anche la seconda postazione del percorso “Storia del popolamento umano in Abruzzo”, con l’esposizione della sepoltura de “Il più antico pastore”, recuperata nel territorio del comune di Spoltore e ceduta in prestito temporaneo al nostro Museo da parte della Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo. Si pose così un ulteriore tassello per la ricostruzione di un vero e proprio Museo preistorico nella nostra città (figura 56). Nonostante una intensa attività relazionale fra i vari musei cittadini, non si riuscì a realizzare il cosiddetto “biglietto unico”; ciononostante un parziale accordo venne raggiunto almeno fra il Museo universitario, il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara e le aziende di trasporto “La Panoramica”, “Arpa” e “Gtm”. Il 14 giugno 2007 venne varata l’iniziativa “Museobus”: uno speciale biglietto dell’autobus di linea che collega Chieti e Pescara consente anche l’ingresso al Museo delle Scienze Biomediche, come pure al Museo delle Genti d’Abruzzo, con uno sconto del 50%. L’iniziativa, in vista della pausa estiva, tendeva ad incoraggiare la mobilità dei turisti della costa verso l’offerta culturale del territorio, anche di quello collinare (figura 57). Il 25 maggio 2007 apre al pubblico il nuovo allestimento “Il più antico pastore abruzzese” incentrato sull’esposizione della più antica sepoltura umana con resti di animali addomesticati, ricevuta in deposito dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo. Nell’estate del 2007 parte l’iniziativa “Museobus”: entrare al Museo con un biglietto viaggiato emesso da alcune aziende di trasporto locale da diritto ad uno sconto. L’iniziativa facilità la mobilità locale associata alla fruibilità culturale territoriale.

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La notte fra sabato e domenica 10 ottobre 2007 parte un nuovo esperimento di fruibilità museale: “Una notte al Museo”. Si è trattato di accogliere un numero massimo di 60 piccoli visitatori, ragazzi e ragazze delle scuole medie inferiori di Chieti e Provincia, a partire dalla sera e fino all’ora della colazione del giorno successivo, con pernottamento all’interno delle sale del Museo, ciascuno dotato di equipaggiamento personale da campeggio, sacco a pelo incluso. L’esperienza, mutuata da esperimenti di ludo-didattica già da anni attivati in altri musei universitari fuori dall’Italia, ebbe un successo enorme, inducendo gli organizzatori a calendarizzare successive ulteriori manifestazioni consimili, con appuntamenti bimensili. La ludoditattica notturna è stata anch’essa un modello di visitabilità museale innovativo, che il nostro Museo universitario ha esportato, tanto che oggi simili iniziative vengono regolarmente svolte, per limitarci all’Italia, a Bologna, Firenze e Milano (figura 58). Le attività di ricerca intrapresa dal Museo universitario nel settore delle impronte digitali di Leonardo da Vinci, oltre ai risultati scientifici ottenuti e pubblicati su riviste specializzate, iniziò a dare risultati anche sul piano museale; cosicché i privati proprietari di un celebre dipinto, “La Madone de Laroque”, sospettata di essere opera di Leonardo da Vinci, decisero di sottoporre la preziosa tela all’esame degli esperti del nostro Museo. Il dipinto venne portato a Chieti e, con l’occasione, venne esposto al pubblico nella sala delle mostre temporanee, dove rimase visibile dal 28 novembre 2007 per una settimana. Si contarono oltre 5 mila visitatori, che affollarono le sale del Museo universitario e, con l’occasione di ammirare il dipinto leonardesco, entrarono, spesso per la prima volta, a contatto con la nostra realtà museale. Le analisi sul dipinto si svolsero presso i laboratori del Museo nelle ore notturne, quando furono all’opera – al fianco dei tecnici e degli esperti locali – anche gli esperti del Nucleo Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma, sotto la guida del Colonnello Gianfranco De Fulvio (figura 59).

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Nell’estate 2007 viene svolta la prima “Ludoteca notturna”: un gruppo di fanciulli trascorre la notte al museo.

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Con l’occasione, anche grazie alla stretta e fattiva collaborazione con il Museo Ideale di Vinci, viene esposta nel nostro Museo anche un’altra importantissima opera della scuola leonardesca, “Il martirio di Santa Caterina”, opera attribuita a Giampietrino, allievo di Leonardo da Vinci. Anche su questo secondo dipinto vennero cercate, fotografate e catalogate moltissime impronte digitali che concorrono ad arricchire la banca-dati delle impronte digitali di Leonardo da Vinci e della sua Scuola (figura 60). I due dipinti permisero di proporre al pubblico del nostro Museo una esposizione di opere leonardesche assolutamente unica ed irripetibile (figura 61, 62 e 63). A seguito degli studi che il Museo ha condotto sulle impronte digitali di Leonardo da Vinci, nel dicembre 2007 viene affidato al nostro Museo anche lo studio del presunto dipinto leonardesco “La Madone de Laroque”: le analisi sul dipinto vengono svolte nel laboratori del Museo in collaborazione con i Carabinieri della Sezione di Dattiloscopia di Roma, sotto la guida del Colonnello Gian Franco De Fulvio.

Nel dicembre del 2007 giunge al nostro Museo anche il dipinto “Il Martirio di Santa Caterina” di Giampietrino, allievo di Leonardo da Vinci, in prestito dal Museo Ideale di Vinci, diretto dal Prof. Alessandro Vezzosi, per l’analisi delle impronte digitali lasciate sullo strato pittorico.

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61 Nelle ore diurne due dipinti “La Madone de Laroque” e “Il Martirio di Santa Caterina” vengono esposti al pubblico all’interno del Museo universitario (dicembre 2007).

62 Nelle ore notturne due dipinti “La Madone de Laroque” e “Il Martirio di Santa Caterina” vengono esaminati dagli esperti del Museo e dei Carabinieri nei laboratori del Museo universitario (dicembre 2007).

Gli studi condotti sui due dipinti “La Madone de Laroque” e “Il Martirio di Santa Caterina” hanno una grande risonanza sui media nazionali ed internazionali (dicembre 2007).

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Nello stesso anno il Museo universitario di Modena commissionò al nostro Museo l’allestimento di una mostra temporanea sul tema delle origini dell’uomo; la realizzazione, inaugurata a Modena nel novembre 2007, offrì una ulteriore, proficua occasione di una realizzazione di attività e strutture espositive in regime di “conto terzi” (figure 64 e 65). 64 Il Museo universitario partecipa alla realizzazione della mostra “Lucy in the sky: alle origini dell’uomo” coordinata dal Museo universitario di Modena e Reggio Emilia.

Il Museo universitario partecipa alla realizzazione della mostra “Lucy in the sky: alle origini dell’uomo” coordinata dal Museo universitario di Modena e Reggio Emilia.

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2008 Il 2008 si aprì con una esposizione dedicata alla vita in città durante il Medioevo. Grazie ad una collaborazione con il Teatro Marruccino vennero, infatti, esposti 14 costumi medievali teatini, mentre una mostra tematica introduceva il visitatore alla lettura dei dati paleobiologici sullo stesso periodo: “Teate nel ‘500: secolo di Papi e peste”. Accanto agli “Incontri culturali al Museo”, che si susseguivano di mercoledì, iniziò anche la proiezione di film nell’auditorium del Museo, nel mentre ceduto anch’esso dalla Regione all’Università. Il primo film ad essere proiettato fu “Il Segreto”, del regista teatino Dino Viani; l’evento, avvenuto la sera dell’8 marzo 2008, ottenne un grande successo di pubblico, anche nel ricordo collettivo del fatto che l’attuale auditorium del Museo era nato e fu lungamente usato quale sala cinematografica della città. Seguono nel corso dello stesso anno, oltre ad ulteriori proiezioni di film e documentari, anche performances teatrali, fra le quali spicca senz’altro il lavoro di Luciano Paesani dal titolo “L’impronta del genio”, piece teatrale liberamente ispirata proprio al lavoro di ricerca svolto nel nostro Museo sulle impronte digitali di Leonardo da Vinci. La manifestazione, avvenuta il 2 aprile 2008, fu il risultato di una collaborazione fra il Centro di Produzione Teatrale della “d’Annunzio” e l’Accademia d’Ungheria di Roma (figura 66). Infine, l’auditorium del Museo inizia ad accogliere anche manifestazioni concertistiche. La prima è il “Chamber Music Festival” organizzato dal celebre pianista teatino Giuliano Mazzoccante (primo concerto tenutosi in auditorium il 24 aprile 2008) (figura 67). 66

Prima realizzazione teatrale nell’Auditorium del Museo: va in scena la piece “L’impronta del Genio” di Luciano Paesani (2 aprile 2008).

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Primo concerto di musica classica al Museo: “Chamber Music Festival” a cura del pianista Giuliano Mazzoccante (24 aprile 2008).

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Il 28 aprile 2008 viene inaugurata la “Ludoteca tecnico-scientifica” presso l’Università degli Studi di Teramo. Si tratta di un percorso museale squisitamente didattico, finanziato dalla Regione Abruzzo, la cui progettazione era stata completamente affidata interamente al Museo universitario di Chieti. La realizzazione, sotto forma di percorso tematico temporaneo, vedrà una grande affluenza di scolaresche e rappresenta la continuazione di realizzazioni eseguite dal Museo universitario per conto di terzi (figura 68). Nel maggio del 2008 la sala delle esposizioni temporanee accoglie una mostra monotematica sul tema “Chieti nell’800 e nel ‘900 attraverso le cartoline postali”. Molto interessanti sono soprattutto tutte le immagini che documentano le varie fasi di costruzione e di utilizzo del Palazzo “Arnaldo Mussolini”, oggi sede del Museo stesso. Sempre nel maggio 2008 il Museo aderisce nuovamente alle manifestazione europea “La nuite des Museées”, organizzata dal Ministero della Cultura francese, alla cui realizzazione prendono parte migliaia di musei europei che, in occasione della “notte”, aprono contemporaneamente e gratuitamente al pubblico le loro esposizioni. Un appuntamento che riscuote molto consenso fra la popolazione e che, infatti, continua tuttora (figure 69 e 70). Con uno speciale finanziamento europeo viene allestita presso l’Università degli Studi di Teramo la “Ludoteca Tecnico-Scientica”: progetto ed allestimento vengono realizzati dal Museo universitario di Chieti (inaugurazione 28 aprile 2008).

69 L’edizione 2008 della Notte dei Musei coordinata dal Ministero della cultura francese.

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Nel maggio del 2008 il Museo universitario coordina e gestisce l’erogazione del premio “Valerio Cianfarani”, assegnato dal Rotary Club di Chieti alla migliore tesi di laurea in tema di archeologia o antropologia dell’Abruzzo; la manifestazione è giunta oggi alla sua sesta edizione. Nello stesso periodo viene varato il primo progetto di attività di alta formazione presso il Museo universitario. Si tratta di due corsi: un corso di formazione professionale in “Tecnico della fruizione museale” ed un master di primo livello in “Tecnico della fruizione museale”. Il corso di formazione (partito già nel 2007 e nel 2008, sotto forma di lezioni frontali tenute direttamente dai docenti nelle nostre aule didattiche), a partire dal 2009 viene strutturato per essere erogato on-line, attraverso la piattaforma dell’Università telematica “Leonardo da Vinci”. Si tratta dei primi corsi attivati in Italia per conferire le professionalità corrispondenti al codice 343406 del “Dizionario delle qualifiche professionali” emanato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con D.M. 30 maggio 2001, art. 3. Tutti i contenuti didattici di entrambi i corsi sono stati prodotti da docenti connessi al Museo universitario e le attività di tirocinio vengono completamente sviluppate all’interno del Museo (figura 71). 70 L’edizione 2008 della Notte dei Musei coordinata dal Ministero della cultura francese.

71 Primo impegno del Museo universitario nel campo dell’alta formazione: nel 2008 parte il Corso di Formazione in Tecnico della Fruizione Museale riconosciuto dal Ministero del Lavoro.

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Sul piano delle missioni all’estero, continua anche nel 2008 la partecipazione del Museo universitario agli scavi paleoantropologici nel sito di Drimolen, in Sud Africa, mentre nell’estate del 2008 viene anche avviata una cooperazione con la missione italiana in Libia ed il Museo universitario prende parte ad una campagna di scavi a Cirene, in collaborazione con la cattedra di Archeologia classica della nostra Università, con il coordinamento della dottoressa Oliva Menozzi; nel corso della campagna vengono recuperati e studiati numerosi resti scheletrici antichi che arricchiscono la conoscenza del famoso sito di età classica. La cooperazione con le istituzioni scolastiche pre-universitarie del territorio inizia ad essere strutturata su base progettuale e nell’autunno del 2008 prende l’avvio il macro-progetto didattico triennale (anno scolastico 2008/2009 –2009/2010 – 2010/2011) “Il Museo va a scuola” rivolto alla classe seconda della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Orsogna (figura 72 e 73). 72 Le collaborazioni con le istituzioni scolastiche territoriali divengono strutturate e pluriennali (2008).

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2009

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Nel 2009 molte manifestazioni museali hanno trovato ispirazione nel bicentenario della nascita di Charles Darwin, sia con mostre tematiche in Museo, sia con attività didattiche esterne. Una serie di conferenze, di proiezioni di documentari scientifici ed alcune mostre temporanee, servirono a celebrare questo evento di grande rilevanza scientifica e storica. In particolare, una mostra temporanea venne organizzata per mostrare come, nel corso dell’evoluzione, alcune specie animali siano risultate particolarmente stabili; infatti, vennero esposti i resti fossili e le corrispondenti forme viventi di molti animali marini che, proprio per la loro mancata evoluzione, ricevono l’appellativo di “fossili viventi” (figure 74 e 75). Il 26 maggio 2009 si tiene nell’auditorium del Museo una giornata di studi internazionali sui Sanniti, con partecipazione di numerosi studiosi italiani e stranieri. Con l’occasione viene aperto al pubblico il terzo lotto dell’articolato percorso espositivo “Storia del Popolamento umano in Abruzzo”: un diorama mostrante una scena di combattimento fra guerrieri sanniti, ricostruita meticolosamente, sia sulla base delle evidenze archeologiche di corredi funerari che sulla base delle lesioni da armi fendenti, documentate su resti scheletrici di inumati della necropoli di Val Fondillo (Aquila) (figura 76). Programma delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Darwin nel Museo universitario (2009).

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Apertura al pubblico di una nuova sezione espositiva sulla vita dei Sanniti il 26 maggio 2009.

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Mostra temporanea “fossili viventi” con esposioni di animali acquatici vivi e loro corrispondenti fossili, nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Darwin (2009).

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Le attività svolte per conto di terzi vengono incrementate ed il Museo entra a far parte di un consorzio teso alla realizzazione dell’ambizioso progetto di una grande mostra europea sulle mummie, con capofila il Museo della Scienza e della Tecnica di Granada (Spagna) (figura 77). Inoltre, il Museo universitario riceve l’incarico di realizzare una struttura museale dedicata alla storia delle vita sulla Terra presso il centro di ricerche biomediche Biogem, di Ariano Irpino, diretto dal prof. Otensio Zecchino; la nuova realizzazione, denominata “Bio-Geo”, completamente progettata e realizzata da tecnici del Museo universitario di Chieti, viene aperta al pubblico il 15 settembre 2009 e rappresenta tuttora una struttura espositiva molto frequentata, inserita in un contesto territoriale povero dal punto di vista museale (figura 78). L’intensa attività museale concernente le mummie e la responsabilità della conservazione di un crescente patrimonio mummiologico in possesso del Museo, hanno imposto, nel corso degli anni, la ricerca di nuovi, più efficaci e più economici sistemi di conservazione delle mummie stesse. Ciò ha stimolato una continua attività di ricerca presso i laboratori del Museo ed ha prodotto la messa a punto di una nuova tecnica conservativa. Il metodo, connesso con lo sviluppo di una tecnologia innovativa e con la realizzazione di un nuovo prototipo di teca per la conservazione, è stato quindi oggetto di un apposito brevetto, registrato dall’Università “G. d’Annunzio” con il n.RM2010A000095. Al termine del 2009 il Museo subisce una importante modificazione di carattere amministrativo: con delibera del Consiglio di Amministrazione del 26 ottobre, il Museo di Storia delle Scienze Biomediche viene trasformato in Centro di spesa autonomo dell’Ateneo, disciplinato dal Titolo V del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza Nel 2009 il Museo universitario aderisce al

77 consorzio internazionale di Musei per la realizzazione di una mostra sulle mummie.

Il Museo universitario progetta e realizza un “Museo di storia della vita sulla terra” (cosiddetto “Bio-Geo”) presso l’istituto di ricerca Biogem di Ariano Irpino, sotto la direzione dell’Onorevole Ortensio Zecchino, già ministro dell’università. L’inaugurazione della uova struttura, interamente realizzata dal nostro Museo, avviene il 15 settembre del 2009.

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e la Contabilità di Ateneo. Ne consegue il totale svincolo, sul piano amministrativo, del Museo universitario da altri dipartimenti; anzi, il Museo stesso assume dignità e rango dipartimentale. Nuove modifiche di statuto ed un nuovo regolamento si rendono immediatamente necessari e, con decreto rettorale n. 428 del 19 novembre 2009, viene nominato un nuovo Consiglio del Museo, del quale sono chiamati a far parte il Prof. Carmine di Ilio, il Dr. Ruggero d’Anastasio ed il Prof. Luigi Capasso, il quale, contestualmente, viene confermato direttore del Museo stesso per il triennio 2009-2012. Inoltre, il 19 novembre 2009 il Museo universitario è entrato a far parte dell’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici (ANMS) ed il 2 dicembre 2009 è stato accolto nell’International Council of Museum dell’UNESCO. Queste due affiliazioni completano il perfezionamento del Museo universitario quale organo accademico, in quanto la nostra struttura – su base volontaria – entra nel circuito nazionale ed internazionale di valutazione della qualità. Soprattutto l’adesione all’ICOM, comportando il possesso di precisi requisiti codificati e controllati dall’UNESCO, offre una garanzia certa e verificata internazionalmente in ordine alla qualità scientifica e tecnica del Museo universitario. Il mantenimento di questi requisiti nel tempo rappresenta un impegno costante del nostro Museo (figura 79). Il 2009 coincide anche con i 40 anni dalla prima missione umana sulla luna ed il Museo universitario realizza una serie di eventi (conferenze proiezioni di filmati ed una mostra temporanea) anche su questo tema di grande fascino. In particolare, la mostra è stata incentrata sull’esposizione di modelli a grande scala dell’Apollo XII e del Modulo di Atterraggio Lunare, oltre ad una tuta spaziale della NASA (figura 80). L’ICOM dell’UNESCO affilia il Museo universi- Dicembre 2009: una serie di conferenze tario di Chieti il 19 novembre 2009. ed una mostra con modelli ed oggetti originali celebra i 40 anni dell’allunaggio. 79

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La fase del Museo universitario (2010-2014)


2010 Il decreto rettorale n. 1992 del 9 febbraio 2010 sancisce la nascita del Museo universitario. Infatti, accogliendo l’istanza del Consiglio del Museo, gli organi accademici avevano potuto verificare come, specialmente negli anni più recenti, il Museo si fosse aperto ad una serie articolata di attività, sia espositive sia – più in generale – di divulgazione culturale, non strettamente scientifica. Le raccolte si erano estese a comprendere materiali, cose e collezioni che andavano ben oltre la Storia della medicina e l’Antropologia, ma che comprendevano anche tutta la Storia Naturale ed anche la Storia di altre scienze, come la fisica e la matematica; ma anche le opere d’arte, anche moderne, venivano ormai acquisite al patrimonio museale, soprattutto grazie a donazioni. Cosicché la denominazione di “Museo di Storia delle Scienze Biomediche” era divenuta, di fatto, troppo angusta per sottendere con pienezza e completezza le attività ed il patrimonio che il Museo era andato svolgendo ed accumulando. La dizione più appropriata, anche perché più generale (e pertanto più comprensiva), sembrò essere quella di “Museo universitario”. Lo stesso citato decreto rettorale, che aveva sancito la trasformazione della denominazione del Museo, continuò a riconoscere al Museo stesso autonomia dipartimentale e, pertanto, conferì al direttore del Museo la veste di organo monocratico pro-tempore del dipartimento stesso, coadiuvato nella sua azione dal Comitato scientifico. Quest’azione di completo rinnovamento amministrativo fu perfezionata l’8 giugno 2010, con l’assegnazione al Museo di un proprio segretario amministrativo, nella persona della dottoressa Romilda Tinari. L’attività di didattica delle scienze – la principale vocazione del Museo universitario – sviluppata nel corso degli anni sul territorio, ha consentito di costituire una rete di collaborazioni fra Museo e scuole, che porta ad un patrimonio di oltre 800 istituti scolastici (da quelli materni fino alla scuola media secondaria), i quali collaborano costantemente con il Museo universitario, impiegando le nostre strutture didattiche quali veri e propri laboratori per l’insegnamento delle scienze. La maggior parte di queste attività didattiche, tese alla diffusione della cultura scientifica nella popolazione studentesca in età precedente a quella universitaria, viene svolta sulla base di progetti concordati fra Museo ed insegnanti, cioè di veri e propri progetti didattici. Nel 2010 a questa intensa attività didattica si affianca anche un primo progetto di formazione dal titolo “Educare in Museo”, svolto, in via sperimentale, con i docenti e con gli allievi dell’Istituto Statale “Isabella Gonzaga” di Chieti. Nello stesso anno, un secondo dipinto su tavola, attribuito a Leonardo da Vinci, viene trasferito temporaneamente presso i laboratori del Museo universitario, allo scopo di rintracciare possibili impronte digitali del Maestro. Con l’occasione si riunisce nuovamente presso il Museo di Chieti uno staff di esperti, che vede coinvolti sia i tecnici della nostra struttura sia gli esperti di dattiloscopia del Nucleo Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma, sotto la guida del Colonnello Ingegner Gianfranco De Fulvio. Il dipinto in questione, noto come “Autoritratto di Acerenza”, nelle ore diurne viene espo62


sto al pubblico nelle sale del Museo universitario dal 7 all’11 maggio 2010. Con l’occasione viene svolto anche un congresso internazionale monotematico, che vede la partecipazione dei massimi esperti dell’opera pittorica di Leonardo da Vinci. La manifestazione riscuote uno straordinario successo di pubblico ed una grande attenzione da parte della stampa nazionale ed internazionale (figure 81, 82 e 83). In occasione della giornata internazionale dei Musei promossa dall’ICOM, il Museo universitario, in collaborazione con WWF-Italia, organizza una mostra fotografica dal titolo “Acqua: scatti d’autore”. Il patrimonio librario della biblioteca annessa al Museo, costituita grazie ad una cospicua iniziale donazione da parte dello scrivente, subisce un primo importante incremento grazie al lascito di una ingente donazione libraria da parte del Professor Antonio Russo, prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il quale, al momento del ritiro dalla vita accademica, nel 2010, ha individuato la nostra struttura quale destinataria delle sua personale ed istituzionale biblioteca specializzata in geologia e paleontologia. Ulteriori donazioni librarie proverranno negli anni successivi anche dal Prof. Filippo Maria Ferro, dall’Associazione degli Acquariofili Abruzzese, dagli eredi del dr. Antonio Grilli e dal Dott. Alessandro Bisaccioni. 81 Dal 7 all’11 maggio 2010 giunge al Museo universitario il cosiddetto “Autoritratto Lucano”, dipinto attribuito a Leonardo da Vinci; nelle ore diurne il dipinto è esposto al pubblico ed in quelle notturne viene esaminato nei laboratori del Museo alla ricerca di impronte digitali del grande Maestro toscano.

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L’11 ottobre 2010 viene sottoscritta dal Rettore e dalla Direttrice didattica, professoressa Giuseppina Politi, una convenzione che stabilisce, tra l’altro, il trasferimento al Museo universitario delle intere raccolte naturalistiche e di strumentaria di laboratorio in possesso del Liceo Classico “G.B.Vico” di Chieti (Figura 84). Questo cospicuo ed importantissimo materiale era stato costituito a metà dell’800 presso il citato Liceo, allo scopo di integrare la didattica delle scienze. In particolare, si tratta di una ricca collezione di animali tassidermizzati (soprattutto di provenienza locale), di una raccolta di minerali e rocce (principalmente di provenienza vesuviana) e di una cospicua messe di strumenti di laboratorio per le esercitazioni di Fisica e di Chimica. Questi materiali, che avevano cessato di svolgere la loro primitiva funzione di ausili didattici, necessitavano di urgenti restauri (specialmente quelli di origine organica), ciò che non poteva essere sostenuto economicamente dal Liceo possessore. Pertanto, la stipula di una convenzione fra Università e Liceo tendeva a rendere nuovamente fruibili il citato materiale, divenute di interesse storico e culturale, incrementando le collezioni del nostro Museo e sollevando il Liceo dagli obblighi della conservazione. La convenzione stessa prevede che i docenti e gli alunni del Liceo potranno conti83 Frontespizio del catalogo della mostra relativa al cosiddetto “Autoritratto Lucano”, attribuito a Leonardo da Vinci (maggio 2010).

L’11 ottobre 2010 il Museo universitario stipula una convenzione per il trasferimento del patrimonio culturale dal Liceo “G. B. Vico” di Chieti al 84 Museo universitario.

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nuare ad usufruire dei materiali in questione, ma potranno farlo all’interno del Museo universitario, che assolve così ad un altro dei suoi ruoli essenziali nel territorio: quello di vero e proprio laboratorio didattico, aggiornato, dotato di competenze professionali adeguate, responsabile unico della conservazione del patrimonio storicoscientifico dell’intera collettività (figura 85). A seguito di questa donazione, nell’autunno dello stesso anno, avendo iniziato i necessari restauri (soprattutto urgenti sugli animali tassidermizzati), è stata allestita ed aperta al pubblico una piccola mostra dal tema “Gli uccelli della nostra città”, nella quale fu esposta una selezione di uccelli tassidermizzati, frutto di catture avvenute nella città di Chieti a metà dell’800 ed oggetto di tassidermizzazione da parte del professor Florindo Rocchetti, medico chirurgo, professore dell’Università di Napoli distaccato presso il Real Liceo “G.B.Vico” di Chieti, appositamente quale responsabile dell’insegnamento e della pratica delle scienze (figure 86 e 87). Nel 2010, infine, il Museo universitario aderisce per la prima volta alla manifestazione nazionale “Bio-diversamente”, giornata organizzata dal WWF per la sensibilizzazione della popolazione ai problemi di conservazione della natura. Una parte degli esemplari tassidermizzati acquisiti nel 2010 alle collezioni del Museo universitario dal Liceo “G.B.Vico”, dopo il restauro.

Locandina della mostra temporanea “Gli uccelli della nostra città” allestita dopo il restauro della collezione di animali tassidermizzati acquisita nel 2010 dal Liceo “G. B. Vico”.

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Il frontespizio del “Saggio” del professor Florindo Rocchetti, titolare del Laboratorio scientifico del Liceo “G. B. Vico” che, alla fine dell’800, produsse una straordinaria raccolta di animali tassidermizzati, frutto di catture locali, passati al nostro Museo nel 2010.

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2011 Il 2011 è stato l’anno caratterizzato, per la nostra come per tutte le altre università italiane, dall’avvio delle prassi amministrative tese all’applicazione della famosa “Legge Gelmini”. Nel caso che ci riguarda, anche il nostro Ateneo ha dovuto riscrivere il proprio Statuto, secondo i dettami delle nuove normative e l’occasione è stata propizia anche per apportare miglioramenti ordinamentali stabili. Il nuovo Statuto ha visto anche l’istituzione, ex legis, del Museo universitario, quale organo accademico codificato dal massimo strumento legislativo d’Ateneo. Il 21 marzo 2011, intanto, il Consiglio d’Amministrazione dell’Ateneo adottava il nuovo tariffario del costo dei biglietti d’ingresso e degli altri servizi erogati attraverso il Museo universitario, adeguando le proprie tariffe a quelle nazionali. Il 3 aprile viene inaugurata una mostra monotematica del pittore Domenico Colasante dal titolo “Luci del Mediterraneo”. Entrano a far parte dello staff del Museo tre nuove figure professionali: due tecnici della fruizione museale (Maria del Cimmuto e Mariangela Sciubba) ed una pedagogista (Alessia Fazio), che faranno fronte d’ora innanzi alle accresciute esigenze sia interne sia di relazione con il variegato mondo dei nostri utenti. Nel corso dell’anno viene acquisita alle raccolte del Museo la donazione dei coniugi Helen e Paul Critchley, i quali – avendo acquistato nel centro del piccolo comune abruzzese di Farindola (Pescara), l’antica dimora del medico condotto locale (dr. Sgandurra) – individuano il nostro Museo come la struttura idonea a riceve in donazione tutto l’armamentario tecnico in dotazione all’ambulatorio del citato medico e comprendente, tra l’altro, una completa attrezzatura odontoiatrica, set chirurgici, prodotti farmaceutici ed un apparecchio radiologico. Si tratta di un complesso di cose che rappresenta in maniera straordinariamente ben conservata l’assetto di un ambulatorio medico periferico della prima metà del Novecento. Sul piano della ricerca, nel 2011 ricordiamo come sia stato messo a punto, nei laboratori del Museo, un nuovo metodo di datazione assoluta dei resti ossei, umani ed animali, il quale si serve della misurazione della fluorescenza ossea per stimare il tempo trascorso dall’epoca della morte del soggetto. Il nuovo metodo, che si affianca a quello classico del radiocarbonio, è oggetto di un brevetto, prima nazionale poi europeo, e rappresenta davvero un momento di sintesi di eccellenza delle attività del nostro Museo, che si pone all’avanguardia anche nel campo della ricerca applicata ai beni culturali (brevetto n. RM2011A000096, del 1 Marzo 2011). I tentativi di musealizzazione di animali vivi, in collaborazione con la Società Erpetologica Italiana, proseguono anche nel 2011 con una mostra temporanea di serpenti vivi: una vera sfida espositiva, non solo in ordine alla gestione delle difficoltà obiettive di mantenimento e di fruizione di animali tanto particolari e pericolosi, ma anche in ordine alla complessità burocratico-amministrativa che una simile iniziativa comporta. Nonostante le difficoltà e la ristrettezza del periodo espositivo (dall’11 al 18 giugno), l’iniziativa ha registrato un ottimo successo di pubblico (figura 88). 66


88 Nel giugno 2011 viene allestita una mostra temporanea di serpenti vivi, in collaborazione con la Società Erpetologica Italiana: un evento di straordinario richiamo.

Il 17 dicembre 2011, alla presenza delle massime autorità accademiche e cittadine ed alla presenza di moltissimi colleghi, viene aperta al pubblico e presentata l’esposizione che il Museo universitario ha dedicato alla donazione della Collezione naturalistica del Prof. Adriano Antonucci. Una manifestazione commovente e simbolica del ruolo che il Museo universitario è preposto a svolgere, e che in effetti svolge, nella vita dell’Ateneo (figure 89, 90 e 91). Nella medesima occasione, fu anche completato il percorso espositivo “Storia del popolamento umano in Abruzzo”, grazie all’allestimento degli ultimi diorami, dedicati alla fase della romanizzazione dell’Abruzzo ed all’epoca medievale, completando così l’iniziale progetto finanziato su fondo CIPE (figure 92 e 93). Il 17 dicembre 2011 viene presentata al pubblico la “Collezione Antonucci”: una grande raccolta naturalistica donata al Museo universitario dal Prof. Antonucci, professore ordinario di Anatomia umana normale nella nostra Università.

89 Il Professor Antonucci durante la cerimonia di apertura della sezione del Museo universitario che accoglie la sua collezione naturalistica (17 dicembre 2011).

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Una parte dell’esposizione concernente la “Collezione Antonucci”, inaugurata il 17 dicembre 2011.

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Il diorama “Abruzzo: la romanizzazione” aperto al pubblico nel 2011.

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Il diorama “Le città medievali”, aperto al pubblico nel 2011.

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2012 Una nuova convenzione, ricalcante esattamente quella già stipulata con il Liceo classico “G.B. Vico”, viene sottoscritta anche con il Liceo “Isabella Gonzaga”. La convenzione prevede, anche in questo caso, il passaggio al Museo universitario di una cospicua raccolta naturalistica (con animali tassidermizzati, minerali, fossili e vegetali) e strumenti scientifici per la dimostrazione degli esperimenti, specialmente di fisica e di chimica. Anche questi materiali erano stati acquisiti originariamente, nella seconda metà del’800, allo scopo di migliorare ed integrare l’insegnamento delle scienze. La stipula della convenzione, avvenuta il 31 gennaio 2012, e sottoscritta dal Rettore Franco Cuccurullo e dal preside Antonio Sapio, permette il trasferimento al Museo di circa 2000 reperti, fra i quali spicca senz’altro un importantissimo erbario ottocentesco in eccellente stato di conservazione (figura 94). Nel febbraio del 2012 il Museo universitario partecipa all’allestimento della grande Mostra “Homo sapiens” al Palazzo delle Esposizioni di Roma, mediante la messa a punto della sezione riguardante la vocalizzazione dell’uomo preistorico (figura 95). 94

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Stipula (31 gennaio 2012) della convenzione fra Università “G. d’Annunzio” e Liceo “Isabella Gonzaga” per il trasferimento al Museo universitario delle collezioni naturalistiche e della strumentaria tecnico-scientifica antica in possesso del Liceo “I. Gonzaga” e risalente al 1886.

Il Museo universitario progetta ed allestisce la sezione “Vocalizzazione nell’uomo preistorico” nell’ambito della grande mostra “Homo sapiens” allestita a Palazzo delle Esposizioni di Roma.

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L’articolo 59 del nuovo Statuto d’Ateneo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 71 del 24 marzo 2012, è dedicato al Museo universitario quale organo statutario dell’Ateneo. Questo importante passaggio istituzionale si abbina all’emanazione, da parte dell’ANVUR, dei nuovi criteri di valutazione delle università italiane. Per la prima volta l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario, infatti, con il “Piano della performance 2012-2014” (pag. 8), ha introdotto il principio di “terza missione delle università”. Questa terza missione non è altro che l’assieme delle prestazioni che configurano da un lato, la valorizzazione economica della ricerca universitaria e dall’altro la capacità delle università a generare impatto sociale e culturale. L’ANVUR ha dichiarato che questo ultimo aspetto, verrà valutato d’ora innanzi proprio attraverso parametri che prenderanno in esame la capacità di gestione dei propri beni culturali e dei musei universitari. Cosicché l’essersi dotati di una struttura museale codificata nello Statuto, rappresenterà da quel momento, per il nostro Ateneo, un enorme vantaggio, anche in termini di valutazione dell’efficacia con la quale la nostra Università realizza gli obiettivi della propria “terza missione”. Da questo momento il Museo universitario, con le sue attività certificate da enti terzi esterni ed internazionali, contribuisce, pertanto, anche alla costituzione del Fondo di Funzionamento Ordinario, in una maniera positiva e significativa. Il 27 marzo 2012, il celebre gallerista milanese Alfredo Paglione sottoscrive un atto notorio di donazione al nostro Museo della “Collezione di Tartarughe”, costituita dalla compianta signora Teresita Olivares Paglione. Questa donazione dimostra come il Museo universitario sia riuscito ad attrarre un mecenatismo qualificato, che consente di individuare il Museo stesso come una struttura di conservazione e fruizione che offre ogni garanzia, di sicurezza e di continuità, nei confronti dei donatori. La collezione è un’ingente e rilevante raccolta di opere d’arte moderna, con sculture di Cascella e Fontana, opere grafiche di Sassu e Guttuso, e rappresenta la prima organica raccolta di arte moderna e contemporanea che, tra l’altro, suggella l’ingresso del nostro Museo anche nel campo della Storia dell’arte moderna (figura 96). Frontespizio del “Quaderni del Museo, n. 2”, contenente il Catalogo della “Collezione di Tartarughe” donata al Museo universitario dal gallerista milanese Alfredo Paglione ed appartenuta alla compianta signora Teresita Olivares Paglione (27 marzo 2012).

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In collaborazione con l’associazione ONLUS “Diritti Diretti”, il Museo universitario organizza un corso dal titolo “Comunicare con le immagini”, rivolto soprattutto ai disabili e teso a realizzare la formazione museale senza vincoli legati alla disabilità. L’iniziativa, che riscuote un gran numero di adesioni, si svolge interamente presso il Museo universitario (il quale in tal modo dimostra la sua totale accessibilità senza vincoli) ed, il 14 giugno 2012, riceve la “Medaglia di rappresentanza” del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nello stesso anno il Museo universitario vede finanziato un grande progetto di ricerca e catalogazione, coordinato dal Museo universitario di Modena e Reggio Emilia, ed al quale hanno aderito altri 11 musei universitari nazionali, attingendo ad un finanziamento complessivo di 720.000 euro. Il progetto, finanziato attraverso lo strumento della legge n. 6 del 2000, prevede la schedatura di migliaia di reperti museali, attraverso il nuovo sistema Sigec, messo a punto dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, nonché la costruzione di un portale nazionale dei musei universitari, con visitabilità delle opere anche a distanza. Una seconda donazione del gallerista Alfredo Paglione, consistente in 100 opere grafiche di Aligi Sassu, viene formalizzata al Museo universitario e contribuisce sostanzialmente ad incrementare il nucleo di opere d’arte contemporanea, che ormai costituisce una parte non trascurabile del patrimonio museale (figura 97). 94

Frontespizio del Catalogo della Collezione di 100 opere grafiche di Aligi Sassu, donate al Museo universitario dal gallerista Alfredo Paglione nel dicembre 2012.

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Nell’anno 2012 si portano a termine anche i due il macro-progetti didattici triennali (anno scolastico 2008/2009 – 2009/2010 – 2010/2011) “Il Museo va a scuola” rivolta alla classe terza della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Orsogna e (anno scolastico 2009/2010 – 2010/2011 – 2011/2012) “La scuola al museo” rivolta alla classe terza della scuola primaria di Arielli, con la pubblicazione di due quaderni operativi (figure 98, 99 e 100). 98

Frontespizio della pubblicazione “dalla Scuola al Museo”, frutto dell’attività svolta dagli alunni del Liceo “Isabella Gonzaga” nel nostro Museo (2012).

Frontespizio della pubblicazione “Il Museo va a Scuola”, frutto della attività svolta dagli alunni dell’Istituto Comprensivo di Orsogna (2011).

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100 Frontespizio della pubblicazione “Il Quaderno del Museo”, frutto della attività svolta dagli alunni della Scuola Elementare di Arielli (2012).

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2013 Il 2013 si apre con la stipula di un contratto di prestazione d’opera in conto terzi: il Museo universitario riceve l’incarico di studiare, restaurare e musealizzare la mummia dell’eroe nazionale libanese, Youseef Bey Karam. Il relativo atto negoziale fu sottoscritto da Padre Stephane Ephrangie, primate della Chiesa maronita di Eden (Libano Nord), dal Dr. Fadi Ferrianos (medico internista dell’Ospedaler Sayed di Eden) ed il nostro Rettore, prof. Carmine Di Ilio (figura 101). L’opera è resa più difficoltosa dal peculiare teatro nel quale si dovranno svolgere le operazioni tecnico-scientifiche che, com’è noto, viene dichiarato “zona pericolosa” dal nostro Ministero degli Affari Esteri. Ciononostante, l’importante incarico viene svolto positivamente e verrà portato a termine con piena soddisfazione del committente arabo, anche grazie alla preziosa e costante assistenza ricevuta dall’Ambasciata Italiana a Beyrut, con in prima linea il nostro Ambasciatore in Libano, dottor Giuseppe Morabito (figura 102).

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Nel 2013 il Museo universitario ricevere l’incarico di studiare, restaurare e musealizzare la mummia di Joseph Bey Karam, eroe nazionale libanese. L’atto negoziale fu sottoscritto (da sinistra) dal Prof. Luigi Capasso (direttore del Museo), dal dr. Fadì Fenianos (medico internista dell’Ospedale di Eden), dal Prof. Carmine di Ilio (magnifico Rettore della “D’Annunzio”) e da Padre Stephane Ephrangie (primate della Chiesa Maronita di Eden, Libano Nord).

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La mummia dell’eroe nazionale libanese, Joseph Bey Karam, dopo il restauro eseguito dai tecnici del nostro Museo (2012).

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Su proposta del Senato Accademico, il Rettore, con proprio decreto n. 204 del 28 marzo 2013, nomina il Consiglio del Museo, nelle persone dei colleghi Isabella Raffi, Sara Santoro e Giovanni Brancaccio e dei rappresentanti del personale tecnico-amministrativo, Fausta Mantini e Costantino Tiziano Zuccarini. Con questi atti il Museo universitario passa finalmente ad una gestione collegiale, conforme al nuovo Statuto ed adeguata al ruolo istituzionale ormai divenuto centrale nell’economia dell’Ateneo (figura 103). Fra i primi atti dell’organo collegiale, notiamo la stesura del nuovo Regolamento del Museo stesso, il quale viene poi approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio d’Amministrazione, divenendo punto di riferimento italiano nel firmamento dei regolamenti dei musei, stante la sua articolazione e la sua modernità di impostazione. Fra l’altro, finalmente, il regolamento del Museo re-introduce la cruciale figura del “conservatore museale”, quale responsabile della conservazione dei beni e detentore del catalogo e dell’inventario (ruolo che viene assunto dalla dottoressa Antonietta di Fabrizio, pilastro istituzionale del Museo fin dal suo nascere). Sul piano dell’incremento patrimoniale, una nuova donazione, formalizzata nel corso del 2013, rappresenta un cospicuo aumento delle collezioni. Infatti, la Conferenza Episcopale Sezione Abruzzese-Molisana, presieduta da Monsignor Tommaso Valentinetti, vescovo di Pescara, decide di trasferire al Museo universitario il rilevantissimo materiale che rappresenta il cosiddetto “Museo del Seminario vescovile Pianum” di Chieti e quello dei Gabinetti scientifici del Seminario stesso. Si tratta di un materiale veramente ragguardevole, consistente in una ampia collezione naturalistica ed in un esteso strumentario scientifico. 103

Decreto Rettorale no. 204 del 28 marzo 2013 che stabilisce la composizione del Primo Consiglio del Museo universitario a norma dell’articolo 59 del nuovo Statuto d’Ateneo.

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La collezione naturalistica comprende raccolte di vegetali essiccati (incluso un erbario settecentesco in straordinario stato di conservazione), animali tassidermizzati e conservati in formalina, minerali, rocce, fossili, insetti, uova, semi, resti antropologici; la strumentaria scientifica comprende apparecchi di fisica ed un intero laboratorio chimico, perfettamente e completamente attrezzato di reagentario e di vetreria. A ciò si associano una biblioteca specializzata, un assieme di materiali etnografici (soprattutto di provenienza estremo-orientale) frutto di raccolte eseguite da missionari, ed una bella collezione numismatica antica, costituita grazie allo zelante impegno di Don Ciro Padalino. La maggior parte di questi materiali sono stati assemblati per scopi didattici che, come al solito, erano indirizzati al miglioramento dell’insegnamento delle scienze all’interno del Seminario stesso. Tuttavia, alcuni nuclei di questi materiali (come, in particolare, la collezione di semi e l’erbario) erano frutto di attività svolte in antichi monasteri e conventi della regione diocesana, poi confluiti presso il Seminario (figure 104, 105, 106, 107 e 108). 104

Allestimento della sala contenente le raccolte naturalistiche (oggi passate al nostro Museo universitario) presso il Seminario Regionale Pianum di Chieti, prima degli interventi di restauro.

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Scorcio del Laboratorio di Chimica (oggi passato al nostro Museo universitario) presso il Seminario Regionale Pianum di Chieti, prima degli interventi di restauro.

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106 Frontespizio dell’antico catalogo delle collezioni del Seminario Regionale Pianum,oggi passate al nostro Museo universitario.

107 Particolare delle strumentazioni per la dimostrazione degli esperimenti di fisica (oggi passate al nostro Museo universitario) presso il Seminario Regionale Pianum di Chieti, al momento del loro primo allestimento presso il Seminario (1921 circa). Allestimento della sala contenente le raccolte naturalistiche (oggi passate al nostro Museo universitario) presso il Seminario Regionale Pianum di Chieti, al momento del loro primo allestimento presso il Seminario (1921 circa).

108

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L’imponente donazione, basata su una iniziale convenzione sottoscritta dal rettore Carmine di Ilio e dal vescovo Tommaso Valentinetti in data 3 maggio 2013, che ha comportato anche uno sforzo enorme in ordine alla catalogazione, alla documentazione e, soprattutto, al restauro delle migliaia di reperti, ha anche implicato un lungo e difficile percorso burocratico, stante il passaggio dei beni dalla proprietà pontificia a quella statale italiana. Una parte della donazione è anche l’oggetto del nuovo allestimento che si apre ufficialmente al pubblico proprio in occasione delle celebrazioni del ventennale del Museo universitario.

2014 L’anno 2014 ha imposto una radicale revisione delle esposizioni, sia per adottare gli adeguamenti imposti dalle mutate normative sulla sicurezza dei luoghi e degli intenti, sia, soprattutto, per ottimizzare gli spazi, divenuti nuovamente angusti, sia per introdurre capillarmente il bilinguismo, assolutamente necessario per piena fruibilità anche internazionale dei nostri beni, sia – infine – per l’istallazione di un moderno sistema di sicurezza attiva dei beni, anche mediante videosorveglianza. A completamento degli organi collegiali previsti dall’articolo 59 dello statuto di Ateneo, nel luglio del 2014 si insedia anche il nuovo Comitato scientifico del Museo, composto da: Aurelio Bigi, Ruggero D’Anastasio, Nicoletta Di Francesco, Gabriele Di Marco, Luciano Di Tizio, Nicolantonio D’Orazio, Alessia Fazio, Enrica Gentili, Antonio Marano, Stefano Maugeri, Luigi Menghini, Oliva Menozzi, Enrico Miccadei, Paul Nibaruta, Gian Gabriele Ori, Carlo Peretto, Pietro Picozzi, Sandro Ranellucci, Maria Cristina Ricciardi, Mariangela Sciubba, Liborio Stuppia, Paola Tollis, Polisena Vittorini. Nel 1994 il Museo universitario non aveva inventariato alcun oggetto di proprietà e, nel corso di questi suoi primi vent’anni di vita, certamente il dato più interessante è costituito proprio dall’incremento patrimoniale, che vede oggi la registrazione del record n. 15.426. Questo patrimonio, che si affianca anche a quello librario, appartiene alla nostra Università, nel senso che è nella disponibilità dell’Ateneo. Cosicché il Museo universitario, divenuto una realtà istituzionale, pienamente integrata nel tessuto connettivo dell’Ateneo, ha vissuto un ventennio di crescita: da 0 ad oltre 15mila record catalogati, un’area espositiva di oltre 2000 metri quadrati, oltre 250mila visitatori e fruitori, oltre 500 eventi organizzati, una rete di oltre 800 scuole connesse costantemente alle attività didattiche del Museo, sette unità di personale dedicato a tempo pieno, oltre a quello di custodia. Il futuro prossimo, per mantenere un livello di crescita, necessita di una espansione degli spazi espositivi. In questa direzione si sono concentrate le più recenti attività, consentendo di individuare una nuova sistemazione aggiuntiva

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per il Museo Universitario nell’ambito dell’ex-ospedale Militare. Grazie all’impegno congiunto delle principali istituzioni centrali cittadine e grazie all’impegno profuso del sottosegretario Giovanni Legnini, il giorno 3 novembre 2014 il Rettore Carmine di Ilio ha sottoscritto, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, un accordo di utilizzo a scopo museale di parte degli spazi dell’ex-ospedale Militare (figura 109). Il prossimo futuro ci vedrà impegnati nella realizzazione di nuovi grandi sezioni (Storia della Scienza e della Tecnica ed Arte moderna e contemporanea) proprio in questa nuova sede, che si candida a divenire – assieme ad altre realtà culturali cittadine – il polo museale d’eccellenza del nostro territorio. Luigi Capasso Direttore del Museo universitario

109 Atto concordato di utilizzo degli spazi dell’ex-Ospedale militare di Chieti, sottoscritto anche dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e dal Magnifico Rettore della “d’Annunzio”, Carmine di Ilio, in data 3 novembre 2014.

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Inv. n° 4387 Bussola in radica di noce, carta, vetro e magnetite naturale. Prima metà del ’600. Si tratta di uno dei più antichi strumenti scientifici posseduti dal Museo universitario, proveniente dal Gabinetto di Fisica dei frati Scolopi di Chieti.

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STAFF

DEL

MUSEO

Direttore: Luigi Capasso Conservatore: Antonietta Di Fabrizio Amministrazione: Fabiano Di Muzio, Paola Frani Tecnici della fruizione museale: Maria Del Cimmuto, Mariangela Sciubba Progetti didattici: Alessia Fazio Ludodidattica: Assunta Paolucci Ricerca e restauro: Ruggero D’Anastasio, Jacopo Cilli, Joan Viciano Badal, Paul Nibaruta

Fotografia e documentazione: Luciano Lullo, Donatella Del Pizzo Custodia ed accoglienza: Cooperativa “Biblios”

CONSIGLIO

DEL

MUSEO

Giovanni Brancaccio Isabella Raffi Sara Santoro Fausta Mantini Tiziano Zuccarini

COMITATO SCIENTIFICO

DEL

MUSEO

Aurelio Bigi, Nicoletta Di Francesco, Gabriele Di Marco, Luciano Di tizio, Nicolantonio D’Orazio, Enrica Gentili, Antonio Marano, Stefano Maugeri, Luigi Menghini, Oliva Menozzi, Enrico Miccadei, Gian Gabriele Ori, Carlo Peretto, Pietro Picozzi, Sandro Ranellucci, Maria Cristina Ricciardi, Liborio Stuppia, Paola Tollis, Polisena Vittorini.


Finito di stampare nel mese di dicembre 2014 èDICOLA editrice - Chieti




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