Mondo Agricolo n. 3/2020

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di Elisabetta Tufarelli

Non discriminare gli anziani

L’età influenza la salute delle persone anziane? Più che l’età è l’ageismo, ovvero la discriminazione che viene fatta in base all’età. Con l’invecchiamento della popolazione mondiale e i costi sanitari che continuano a crescere, i ricercatori dell’Università di Yale hanno analizzato 422 studi in 45 Paesi dal 1970 al 2017, che hanno coinvolto sette milioni di persone della terza età affrontando, in modo specifico, la discriminazione e gli esiti sanitari. Becca Levy, professore di epidemiologia presso la Yale School of Public Health, ha studiato la questione a livello in-

dividuale, ma guardando oltre le persone, per vedere come l’impatto dell’età sulla salute si manifestasse a livello sociale e strutturale. In effetti è colpevole proprio l’ageismo, che rende depressi, scontrosi e diventa un enorme salasso per l’economia. La ricercatrice ha stimato che, in un anno, questo tipo di discriminazione nei confronti degli over 60, negli Stati Uniti provoca 17,04 milioni ripercussioni sulla salute, come le malattie cardiovascolari, quelle respiratorie croniche e il diabete mellito, con un prezzo annuale di 63 miliardi di dollari.

MANGIARE NOCI

Mangiare noci fa bene e può aiutare a rallentare il declino cognitivo nella popolazione anziana. Sono un alimento importante per la nostra salute, una vera e propria miniera di proprietà benefiche, ricche di proteine, grassi e una fonte di calcio e ferro. È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori della California e della Spagna. Sostituire la merenda con qualche noce fa bene. I ricercatori hanno esaminato 42 individui per sei settimane ai quali, al posto di patatine fritte e cracker, sono state servite due manciate di noci. Al termine dell’esperimento tutti i partecipanti hanno visto scendere i loro livelli di colesterolo e di batteri intestinali, riducendo il rischio di malattie cardiache.

DIETA MEDITERRANEA e longevità. Seguire la dieta mediterranea per un solo anno altera il microbioma delle persone anziane, migliorando la funzione cerebrale e favorendo la longevità. Lo ha rivelato una ricerca che ha analizzato 612 anziani provenienti da Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito. Sono stati coinvolti 323 individui per un anno, che hanno mangiato pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino ai pasti regolari. Il risultato è stato che la dieta mediterranea ha rallentato la perdita di diversità batterica e la produzione di marker infiammatori potenzialmente dannosi, come la proteina C reattiva e l’interleuchina-17, a tutto vantaggio della salute. 58 | MONDO AGRICOLO | MARZO 2020


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