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Ercole Zuccaro

Il Consorzio Cascine Piemontesi, promosso da Confagri, ha presentato a Torino l’ultima annata del vino

di Ercole Zuccaro

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Erbaluce cresce ancora

La produzione non arriva a un milione e mezzo di bottiglie, il cinque per mille della produzione enologica piemontese. Ma l’interesse per l’Erbaluce di Caluso, uno dei primi vini piemontesi a fregiarsi della denominazione d’origine controllata nel 1967 - a Docg dal 2010 - è in forte crescita. I vigneti coltivati sono passati da 128 ettari del 2000 a 227 del 2020, con un incremento di oltre 77%. “È il segno tangibile della riscoperta di questo vino - dichiara Gianluigi Orsolani, vicepresidente di Confagricoltura Torino e titolare di una delle aziende storiche della denominazione - che oggi appassiona molti giovani che impiantano vigneti, costruiscono cantine e cercano spazi commerciali”. L’uva bianca che si coltiva in Canavese, un’area collinare di origine glaciale tra le province di Torino (in prevalenza) e Biella, offre tre tipologie di vino: fermo, spumante metodo classico e passito. Quest’ultimo, ottenuto dalla spremitura di grappoli vendemmiati tardivamente e lasciati ad appassire in locali arieggiati fino alla primavera successiva, fatti fermentare e affinati per almeno quattro anni. Nel Seicento Giovanni Battista Croce, gioielliere ed enologo dei

g LA DEA ALBALUCE, IL MITO CHE ALIMENTA LA STORIA

Storia e fantasia si fondono in questo vino che nasce sulle sponde di piccoli laghi morenici - i più noti sono quello di Candia e di Viverone - contribuendo a creare piacevoli suggestioni. La leggenda narra che un tempo nelle terre dove ora ci sono le vigne dimorassero le ninfe del lago e dei boschi. Tra queste Alba, che con la sua bellezza fece innamorare di sé il Sole: il Tempo però non favoriva l’incontro tra i due, perché il Sole giungeva quando l’Alba se n’era appena andata. La Luna allora decise un giorno di non lasciare il cielo e un’eclissi favorì l’incontro. Nacque una creatura, Albaluce, con gli occhi color del cielo, la pelle di rugiada e lunghi capelli splendenti come raggi di sole. Gli abitanti del posto la veneravano a tal punto da donarle tutti i loro averi; cercarono poi nuove terre da coltivare e per questo decisero di prosciugare il lago, ma le acque travolsero tutto seminando distruzione. La ninfa Albaluce pianse per il dolore e dalle sue lacrime, si alzarono lunghi tralci, ricchi di grappoli dorati: fu così che nacque l’Erbaluce. (e.z.) Savoia, cita già “l’Erbalus”, mentre Ottavio Ottavi, professore di scienze agrarie alla Scuola superiore di Agricoltura di Portici e fondatore del “Giornale vinicolo italiano”, nel 1886, riferendosi al passito ottenuto dall’Erbaluce parla del “Vin santo di Caluso” e del “Sauterne di Caluso”. “Oggi questi territori - spiega Corrado Scapino, presidente dell’Enoteca regionale dei Vini della Provincia di Torino - vivono una nuova stagione di successo grazie all’Erbaluce. La ricerca della qualità e il lavoro di promozione hanno favorito l’ampliamento nelle carte dei vini da parte della ristorazione, che spingono l’offerta di produzioni ottenute da vitigni autoctoni”. Il Consorzio Cascine Piemontesi, promosso da Confagricoltura, ha recentemente presentato a Torino l’ultima annata dell’Erbaluce di Caluso. Gabriele Busso, responsabile del servizio tecnico di Confagricoltura Torino e direttore del Consorzio di tutela che riunisce oltre l’80% della base produttiva, ha definito il 2021 “un ottimo millesimo: le uve offriranno vini con caratteristiche di grande freschezza, idonei anche per l’affinamento”. nnn

LA MALATTIA MINACCIA L’INTERO INDOTTO ECONOMICO

Un’app contro la peste suina

Il recente ritrovamento in Piemonte nei primi giorni di gennaio in alcune carcasse di cinghiale del virus della Peste Suina Africana pone drammaticamente il mondo zootecnico e degli allevamenti suini in particolare di fronte ad un problema: la consapevole gestione della fauna selvatica a lungo colpevolmente ignorato, se non dagli allevatori sicuramente dal momento decisionale politico. La Psa, che è presente in modo endemico in Sardegna dal 1978, si manifesta ora con tutta la sua drammatica pericolosità, per i disastrosi effetti economici che è in grado di avere sul territorio dell’Italia continentale. Il 7 gennaio scorso il Centro di referenza nazionale per le pesti suine, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Umbria e Marche, ha confermato la presenza di un caso di PSA, a cui poi si sono aggiunti altri nei giorni seguenti in una prevedibile successione. La rilevazione è stata fatta su una carcassa di cinghiale rinvenuta casualmente da un passante al bordo di una strada nel comune di Ovada, in provincia di Alessandria (Piemonte). Da tempo Eps, consapevole dei danni che tale situazione è in grado di arrecare, ha messo a punto e pubblicato sul proprio sito un sistema per segnalare, in modo gratuito e anonimo attraverso un’app, il rinvenimento e la geo-localizzazione di carcasse sospette direttamente alle autorità sanitarie ed in particolare all’IZS dell’Umbria e delle Marche. Inquadrando con la fotocamera di uno smartphone il QR code vengono inviate foto e localizzazione delle spoglie rinvenute, in modo da consentirne il rapido prelievo ed analisi. Poiché il virus isolato nelle carcasse piemontesi appare completamente diverso da quello presente in Sardegna, sembra che la via di ingesso della malattia sul territorio nazionale sia legata alle movimentazioni dei selvatici o di carni suine o anche all’immissione fraudolenta di soggetti malati, non necessariamente selvatici, provenienti da allevamenti ubicati in aree europee già colpite dalla malattia. Al momento l’allarme interessa solo poche aree al confine tra Piemonte e Liguria (poco più un centinaio di comuni), ma le modalità con cui la malattia si diffonde non fanno ben sperare sulle possibilità di un suo contenimento in aree ristrette e lontane dalle zone di allevamento dei soggetti destinati alle produzioni italiane d’eccellenza. È concreto il rischio che la malattia, magari per ritardi ed incomprensioni nella gestione dell’emergenza e nell’applicazione delle misure di contrasto, metta a rischio non solo l’economia degli allevamenti, ma quella di tutta la filiera suina (allevamenti, mangimifici, macelli, trasformatori, stagionatori e commercio). In questo caso, l’effetto economico stimato da Assica si aggira intorno ai 20 milioni di euro al mese, causati dallo stop dell’export di carne suina. È quindi necessaria la rapida adozione di univoche ed inderogabili misure operative che i Paesi terzi, riconoscendo il principio di regionalizzazione, reputino come sufficienti come garanzia per i canali commerciali con l’Italia. Da tempo inascoltato, l’Ente produttori di selvaggina (Eps) sostiene che le attuali norme sulla fauna selvatica sono datate, soprattutto perché superate dagli avvenimenti e dalle nuove conoscenze scientifiche. Quindi, non adatte a fronteggiare con efficacia la situazione emergenzialie che stiamo vivendo. Basate esclusivamente sulla tutela, a prescindere delle specificità della fauna selvatica autoctona ed in alcuni casi anche alloctona, e riconoscendo competenze in capo alle Regioni, le norme non consentono di avviare con immediatezza azioni coordinate ed unitarie per contenere il numero della specie selvatiche.

ROMA ROTA CONFERMATO

“Rafforzare il legame con il tessuto associativo della provincia per rendere ancora più efficiente la nostra struttura e per rispondere in modo puntuale alle esigenze delle imprese agricole offrendo servizi sempre più personalizzati e rispondenti ai reali bisogni del settore”. Lo ha detto Vincenzino Rota, riconfermato alla presidenza di Confagricoltura Roma, durante l’Assemblea che si è svolta nella sede nazionale, a Palazzo Della Valle. “Oggi il mondo economico va avanti a gran velocità, e noi teniamo il passo assicurando ai nostri soci assistenza qualificata nelle diverse attività agricole e nei rapporti con l’agroindustria - ha proseguito Rota - rappresentando al meglio le istanze degli agricoltori, ma anche proponendo soluzioni concrete alla politica e alle istituzioni locali e nazionali”. Vicepresidenti Carlo Corsetti, Orsola Balducci e Enrico Scorsolini (questi ultimi due riconfermati). Già programmate riunioni tematiche ed approfondimenti sui vari comparti del settore, insieme a tutto il consiglio direttivo di Confagricoltura.

CONVEGNO A BRESCIA SUL DL PRATICHE SLEALI Filiere agricole più tutelate

Un decreto legislativo, il n. 198 del 2021, che “vuole bene agli agricoltori”. A quelli bresciani così come a quelli del resto d’Italia perché finalmente li “protegge” dai comportamenti sleali, che sempre più penalizzano la filiera agroalimentare. Un provvedimento che è stato definito “di portata storica”, perché introduce una lista nera di pratiche vietate sempre, e una lista grigia che comprende quelle ritenute sleali se non contrattate in forma chiara e precisa tra i soggetti della filiera. Se ne è parlato nel convegno “Pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare: come le nuove norme tutelano gli agricoltori”, organizzato da Confagricoltura Brescia, nel quale il presidente Giovanni Garbelli ha dialogato con Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali; Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, e l’avvocato Francesco Fasani. La nuova norma, in attuazione di una direttiva europea, stabilisce una serie di tutele per i produttori agricoli provando a disciplinare meglio i rapporti contrattuali tra i soggetti, con la previsione anche delle sanzioni e, soprattutto, con il riconoscimento del ruolo fondamentale ricoperto dalle Organizzazioni agricole. “Se l’integrazione tra le produzioni agricole è auspicabile, quella tra agricoltura, commercio e industria è assolutamente necessaria”, ha detto Garbelli. Nel convegno è emerso ancora forte il problema dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, con squilibri che spesso sfociano nella vendita dei prodotti sotto costo. Ciò mette in crisi molte aziende agricole, anche nel Bresciano: anche qui si inserisce il ruolo di Confagricoltura. “In un momento in cui i costi di materie prime ed energia strozzano gli imprenditori, il nostro supporto è fondamentale - ha commentato il presidente dell’Unione - per far comprendere ai cittadini che i prodotti agricoli e in particolare quelli alimentari, devono avere un giusto prezzo e un giusto valore. Si tratta di un doppio impegno, sia culturale verso le persone, sia nel definire cosa sono i costi di produzione”.

CONFAGRICOLTURA TREVISO PENSA AL TURISMO SICILIA NUOVA SEDE A VITTORIA

Apriamo le porte delle dimore storiche

È stato presentato nella Cantina Collalto di Susegana il progetto “La tradizione agricola delle dimore storiche”, promosso da Confagricoltura Treviso e Belluno, in collaborazione con l’Associazione Ville Venete e il contributo della Camera di Commercio di TrevisoBelluno-Dolomiti. Il progetto nasce per valorizzare dal punto di vista turistico e agroalimentare siti di interesse culturale e architettonico che abbiano un’azienda agricola collegata in piena attività, attraverso lo sviluppo di contenuti e strumenti funzionali sia alla promozione del territorio che alla formazione di una community. L’obiettivo è offrire ai turisti un incentivo per scoprire territori in cui le vocazioni agricola e vitivinicola sono un fiore all’occhiello e le dimore storiche sono preziosi scrigni di cultura disseminati nel paesaggio. Hanno preso parte all’evento Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi (presidente Confagricoltura Treviso), Diego Donazzolo (presidente Confagricoltura Belluno); l’assessore regionale Federico Caner; Mario Pozza (presidente Camera di Commercio Treviso-Belluno); Isabella Collalto de Croÿ (presidente Ville Venete) e i rappresentanti delle ville protagoniste del progetto, grazie alla collaborazione con l’Associazione, che conta oltre 4.300 dimore in Veneto e Friuli (3.971 in Veneto, di cui 984 nelle province di Treviso e Belluno). Durante l’evento è stato proiettato il suggestivo documentario realizzato per la promozione dei siti (visibile sul canale youtube). “Sono molte le dimore storiche presenti sul territorio capaci, nel corso dei secoli, di mantenere la vocazione originaria grazie alla propria azienda agricola: meraviglie di interesse storico-culturale e al tempo stesso protagoniste attive del settore agricolo e vitivinicolo locale”, ha detto Scotti Bonaldi. “Con la creazione di contenuti digitali studiati ad hoc vogliamo diffondere l’interesse per le dimore storiche con attività agricola attraverso le agenzie di promozione turistica e gli enti di valorizzazione del patrimonio agroalimentare locale - gli ha fatto eco Diego Donazzolo -. Oltre al documentario, verranno elaborati altri contenuti video specifici per creare la “community” che rappresenti il progetto e ne sia portavoce”. Nella centralissima Piazza del Popolo di Vittoria ha aperto una nuovo ufficio zona di Confagricoltura Ragusa, per rafforzare la vicinanza dell’Organizzazione agricola alle imprese di un territorio in cui l’economia è fortemente legata al settore primario. “Un altro importante obiettivo, per offrire servizi innovativi ai nostri associati, che trovano in Confagricoltura un punto di riferimento nel portare avanti investimenti per un’agricoltura sempre più competitiva, tecnologica e sostenibile - ha sottolineato il presidente dell’Organizzazione ragusana, Antonino Pirrè -. Le strategie internazionali sui cambiamenti climatici e sullo sviluppo sostenibile, il Piano di azione europeo sul Green New Deal, il PNRR e la nuova Pac stanno via via delineando il percorso verso la transizione ecologica, energetica e digitale del nostro Paese. Tutte sfide che Confagricoltura ha scelto di accettare, anche per coglierne le opportunità a vantaggio delle imprese agricole”.

UNA ROADMAP VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Investiamo in ricerca e impariamo a raccontarci

L’agricoltura è determinante per gli equilibri dell’intero food system e nei prossimi anni sarà chiamata a svolgere un ruolo sempre maggiore, sia per la crescita esponenziale della popolazione, sia perché la produzione agricola generale aumenterà del 60% entro il 2050 (dati FAO). Questo crescente fabbisogno di prodotti agricoli deve conciliarsi con la transizione ecologica, a cui è chiamato anche il settore primario. Si tratta di un percorso che sta necessariamente inducendo i sistemi produttivi ad un processo di innovazione integrato che coinvolge le aziende dei giovani agricoltori. Le sfide sono importanti, soprattutto per alcuni comparti messi sotto stress, e sono ineludibili se vogliamo un’agricoltura sempre più sostenibile. A proposito di questo percorso, vorrei indicare alcune parole chiave che devono essere alla base del lavoro che ci aspetta: Supporto alla ricerca e all’innovazione. Per valorizzare al meglio le nostre produzioni e renderle sempre più compatibili con le nuove regole, bisogna che le aziende e il mondo accademico lavorino a soluzioni che permettano il giusto mix di innovazione e tradizione senza snaturare la nostra agricoltura (basti pensare alla carne sintetica) e che ci accompagnino verso i nuovi modelli. Carbon Farming. I risultati delle ricerche ci dicono che tali pratiche non sono legate solamente alla “soil health”, ma soprattutto alla “soil productivity”. Minime lavorazioni, cover crops e tutte le altre tecniche ormai consolidate si conciliano perfettamente con la transizione ecologica che ci viene richiesta e garantiscono anche maggiori produttività e reddito. Formazione e informazione del consumatore e degli operatori esterni al nostro mondo. L’agricoltura italiana, soprattutto quella giovane e innovativa, è efficiente ed efficace sui temi trattati molto più di quanto emerga agli occhi dell’opinione pubblica. Bisogna quindi iniziare ad inserire tra i nostri obiettivi imprenditoriali anche una comunicazione strutturata per uno storytelling più fedele della nostra agricoltura. Trasparenza e tracciabilità dei prodotti. Anche queste sono finalizzate ad una corretta informazione verso il consumatore finale e costituiscono un valore aggiunto per i nostri prodotti. Naturalmente non ci sono soluzioni predefinite o passaggi obbligati verso un concetto così ampio come quello della transizione ecologica, ma una cosa è certa: i giovani agricoltori saranno sicuramente in grado di affrontare questa sfida nel modo più efficace ed efficiente possibile.

Francesco Mastrandrea Presidente Nazionale Anga

NASCE ANGA REGGIO-EMILIA

Melli eletta alla presidenza

È Erika Melli la nuova presidente di Anga Reggio Emilia. Trentasei anni, Melli è socia dell’azienda di famiglia “Podere Padoa”, impresa di circa 180 ettari nel comune di Rubiera (Reggio Emilia) che si occupa prevalentemente di allevamento di bovini, con latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano, coltivazione di cereali, medicali e colture viticole, la cui produzione è riservate a vini Dop e Igt. “La neonata sezione di Reggio Emilia si propone di consolidare il gruppo creatosi, per diventare punto di riferimento per i giovani agricoltori della provincia e valorizzarne le imprese - spiega Erika Melli -. Il confronto, lo scambio di idee e di conoscenze e il fare rete saranno i punti di forza”. Tra le iniziative in programma per i prossimi mesi c’è anche un corso per aziende enoturistiche, che prevede degustazioni e approfondimenti sui metodi produttivi. La sede di Reggio lavorerà in sinergia con l’Anga di Ferrara per l’organizzazione di attività congiunte e sarà presente all’edizione del Vinitaly di quest’anno insieme all’intero gruppo di associati. NATALE E EPIFANIA DIFFICILI PER LE STRUTTURE

Giglia (Agriturist) “Impossibile programmare”

Le strutture agrituristiche italiane continuano a vivere tempi di incertezza. Ne abbiamo parlato con Andrea Giglia, delegato Anga presso Agriturist.

Qual è stato il bilancio sulle presenze negli agriturismi durante le festività? Dopo un’estate e un autunno con numeri in crescita rispetto al 2020, il periodo invernale ha portato una netta inversione di tendenza. La recrudescenza del virus su scala europea, specie nei mercati tradizionalmente forti dell’Italia, ha avuto un impatto pesantissimo sulla domanda estera. Complessivamente, tra Natale ed Epifania, si è registrato un tasso di disdette pari a circa il 40%. Oggi stiamo vivendo un nuovo picco pandemico. Qual è lo stato dell’arte del settore? Omicron ha solamente acuito una situazione che permane costante da inizio pandemia. Tutte le strutture ricettive hanno totalmente perso la capacità di fare una programmazione di breve o medio-lungo periodo. Fino al 2019 eravamo nelle condizioni, come comparto, di poter prevedere nuove tendenze e flussi turistici. Oggi, invece, l’attuale situazione sanitaria non lo consente più. Costi energetici e produttivi stanno schizzando alle stelle. In che modo questo si ripercuote sul settore? L’incremento degli indici di prezzo nel settore energetico, il cui costo è praticamente raddoppiato rispetto al 2020, produce effetti negativi sui bilanci delle nostre aziende. A ciò dobbiamo aggiungere, per quelle che stanno affrontando investimenti o ristrutturazioni edili, la scarsa reperibilità dei materiali, che comporta notevoli ritardi nelle forniture e nelle consegne. Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate dagli operatori? Oggi la maggiore difficoltà degli imprenditori agrituristici è quella di non potere programmare. La situazione epidemiologica a livello globale ha determinato un radicale cambiamento delle abitudini del turista. Se prima le vacanze estive venivano programmate a partire da dicembre, oggi la regola è la prenotazione ravvicinata o “sotto data”. Un quadro del genere non garantisce ai titolari delle imprese di poter lavorare con serenità. Di cosa ha bisogno il comparto per far fronte alla situazione emergenziale? Anga cosa chiede ai decisori politici? Voglio essere ottimista. Il 2022 segnerà il passaggio ad una fase endemica del virus. La situazione emergenziale, dovuta non soltanto al Covid-19, continua tuttavia a permanere e va gestita con attenzione. Come Anga abbiamo sempre chiesto principalmente chiarezza del quadro normativo e maggiori risorse, anche attraverso iniziative che facilitino l’accesso al credito per tutti quei giovani che decidono di investire in agricoltura.

CARBON FARMING, INTERVISTA A DAL GRANDE (ANGA TREVISO)

Terreno fertile contro il carbonio

Il tema dei crediti di carbonio è cruciale per i prossimi anni. Innegabili sono i vantaggi per gli agricoltori in termini di fertilità del terreno, mantenimento idrico e resistenza delle colture. Ne parliamo con Martina Dal Grande, presidente di Anga Treviso, delegata Anga al Ceja a Bruxelles e coordinatrice di un gruppo di lavoro dedicato a questo tema.

Quando hai iniziato nella tua azienda il percorso di agricoltura rigenerativa e cosa stai realizzando? Mi occupo da tre anni della gestione dei vigneti di famiglia (Società Agricola Dal Grande): 28 ettari di vigne, situate nel cuore del Conegliano Valdobbiadene. Tutto ha avuto inizio da un’analisi per conoscere lo stato di salute del terreno, dai cui risultati è emerso che l’utilizzo ripetuto dei concimi di sintesi aveva stancato il suolo, portandolo ad un progressivo impoverimento. Ho deciso quindi di mettere in pratica un approccio rigenerativo, seminando a file alterne le colture di copertura, favorendo la scelta di essenze che facilitassero il sequestro di carbonio nel terreno. La semina delle “cover” avviene direttamente sul terreno non lavorato (no tillage); si evita così la mineralizzazione della sostanza organica e si riduce il compattamento della parte più profonda del terreno. Ho inoltre deciso di limitare le lavorazioni riducendo al minimo lo sfalcio del manto erboso, che ho appositamente lasciato alto per garantire al terreno la corretta copertura. Questa scelta, infatti, concorre ad una riduzione dei fenomeni di lisciviazione ed erosione, permettendo al terreno di assorbire meglio la pioggia, preservandone la porosità. Si tratta, in generale, di piccole operazioni ed accorgimenti, che tuttavia garantiscono grandi effetti sulla salute del suolo. Fai parte di un gruppo di lavoro sul carbon farming. Da chi è composto e che obiettivi ha? Da sei mesi, con il supporto della presidente di Confagricoltura Vicenza, Anna Trettenero, coordino un gruppo di lavoro sui crediti di carbonio, composto da sei giovani, che rappresentano le diverse province venete. L’intento è approfondire il tema del carbon farming in tutti i suoi aspetti, confrontandoci - data la complessità dell’argomento - con accademici, ricercatori e professionisti in grado di tradurre la teoria in pratiche agronomiche. Che tipo di attività state portando avanti? Alla base del gruppo c’è la volontà di divulgare un nuovo approccio più consapevole: i suoli sono stanchi perché soggetti a degrado, erosione, compattamento, perdita della sostanza organica, salinizzazione e impermeabilizzazione. Questi fenomeni hanno fatto riflettere i giovani di Confagricoltura Veneto sulla necessità di approcciarsi ad un’agricoltura conservativa e rigenerativa, atta a comprendere l’impatto che ogni lavorazione comporta. In quest’ottica, nel 2021 abbiamo organizzato alcuni webinar e incontri di approfondimento ed altri sono in programma per il 2022. Quali sono le prospettive sul tema a livello europeo? E quali le aspettative delle imprese a riguardo? Entro la seconda metà del 2022 la Commissione europea presenterà una proposta legislativa riguardante il sequestro di carbonio. Attualmente il gruppo Anga Veneto è impegnato nell’analisi del dossier “Suistainable Carbon Cycles”, redatto dalla Commissione; di questo si discuterà con Mara Bizzotto, europarlamentare e membro della commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale. Il mondo agricolo giocherà un ruolo chiave nella transizione ecologica ed in particolare nel campo del carbon farming e nella nostra ottica è fondamentale che attività che contribuiscono alla valorizzazione della neutralità carbonica vengano intraprese quanto prima.

CAMBIO AL VERTICE DI CONFAGRICOLTURA DONNA EMILIA-ROMAGNA

Diana Bortoli nuova presidente

Ferve l’attività in Confagricoltura Donna Emilia-Romagna. Prima la vendita di ben 360 chilogrammi di clementine con Soroptimist per la raccolta fondi in favore della Casa delle Donne, sottoscritta anche livello nazionale grazie all’impegno di Rosanna Scipioni. Poi il protocollo d’intesa con l’Accademia Nazionale di Agricoltura per organizzare, unendo competenze e professionalità, iniziative comuni che interessino l’agricoltura, gli alimenti, le risorse naturali e le attività ad esse connesse. Il cambio della guardia al vertice dell’associazione regionale ha visto la nomina a presidente per il prossimo triennio dell’imprenditrice modenese, Diana Bortoli. “Sono onorata dell’incarico ricevuto in un momento così delicato per l’economia del Paese - ha detto -. Dedicherò le prime iniziative del mio mandato al sostegno dell’impresa femminile per garantire condizioni agevolate di accesso al credito e nuove linee di finanziamento in linea con gli obiettivi fissati da Confagricoltura Donna nazionale”. Bortoli è affiancata da due vicepresidenti: la bolognese Rosanna Scipioni e la ferrarese Raffaella Cavicchi.

BIODIVERSITÀ

La trapanese Francesca Simonte ha vinto il premio Simenza per essersi distinta nella preservazione e la divulgazione della biodiversità in Sicilia. L’imprenditrice, associata a Confagricoltura Donna, recupera da tempo varietà antiche. “Coltivo e custodisco la biodiversità siciliana, come il Melone Cartucciaro di Paceco, l’Aglio Rosso di Nubia, il Grano Timillia, le lenticchie, i ceci e il Pomodoro Pizzutello delle valli di Erice”. I terreni vengono coltivati a rotazione. “Avvicendiamo le nostre colture - spiega - in un ciclo di molti anni per consentire al terreno di mantenere la sua fertilità. Le varie lavorazioni sono ridotte al minimo proprio per preservarne la vitalità”.

CRISTINA MARIANI-MAY È LA VINCITRICE della II edizione del Women in Wine and

Spirits Awards (WINWSA) per la sostenibilità. Il concorso premia le donne del mondo del vino e degli spiriti capaci d’influenzare il mondo cui appartengono a livello globale. La “50 list of excellence” viene stilata sulla base di quattro criteri: perspicacia e realizzazione professionale, impatto, contributo e visione. Questa vittoria ha riconosciuto l’impegno della proprietaria e ceo dell’azienda Banfi nella responsabilità sociale d’impresa.

L’OFFERTA DI CONFAGRI ACADEMY PER DIRETTORI, DIRIGENTI E IMPRESE

Risorse umane al centro dello sviluppo

Siamo nel mezzo di una profonda crisi, che però presenta molti spunti e opportunità. Per il nostro ente di formazione quello appena iniziato sarà un anno di consolidamento. Il focus principale del nostro lavoro del 2022 sarà su innovazione e digitalizzazione, concetti che guideranno lo sviluppo competitivo delle aziende agricole e del sistema Paese nel suo complesso. Ci siamo attrezzati per provvedere alla progettazione e realizzazione di piani formativi per le imprese agricole e per le risorse del sistema organizzativo di Confagricoltura, attraverso finanziamenti dei fondi interprofessionali o del Fondo Sociale Europeo, o utilizzando il credito di imposta per la formazione 4.0. Tantissime le attività online, anche a pagamento, disponibili sulla nostra piattaforma e-learning, che oramai conta oltre 2000 utenti registrati. Un programma per il sindacato e imprese agricole. Inaugurata nel giugno 2021, l’Academy è ripresa con slancio già con l’inizio del nuovo anno con un ciclo di webinar su temi di attualità sindacale dedicati ai dirigenti, e su temi di carattere organizzativo e gestionale per i direttori. La riforma della Pac e il conseguente piano strategico nazionale sono stati gli argomenti centrali del primo workshop per i rappresentanti degli agricoltori associati. L’incontro con i direttori, invece, si è incentrato sul tema delle relazioni sindacali e della contrattazione collettiva. In entrambi i casi i relatori sono stati i dirigenti e i funzionari delle aree confederali. Prossimi appuntamenti in calendario sono quelli di febbraio e marzo. Per i direttori tratteremo il tema del lavoro nella dimensione della gestione delle risorse umane; mentre per i dirigenti sono in programma ancora due workshop: uno in materia di relazioni sindacali nel comparto agricolo e agro-alimentare e l’altro sul tema, attualissimo, dell’innovazione tecnologica a supporto della produttività, competitività e sostenibilità delle imprese agricole. Formazione a distanza. Prosegue la collaborazione con il Caf per lo svolgimento della formazione obbligatoria per gli operatori. Siamo al quarto anno e sono oltre 800 gli operatori del territorio che hanno a disposizione una formazione qualificata idonea anche all’obbligo previsto dall’Agenzia delle Entrate. Allo stesso modo, sono oltre 700 gli operatori del Patronato Enapa e oltre 100 del GAA (Gestione Assicurazione Agricola) che hanno accesso alla piattaforma Enapra - E-Learning. Utilizzano la piattaforma anche i giovani o i neo assunti delle sedi territoriali della Confagricoltura per la formazione tecnico-specialistica dei vari settori. Academy per le imprese. A queste ultime, per ordine di richiamo non certo per importanza, Enapra riserva un’attenzione particolare mettendo a disposizione un’offerta formativa assai variegata nei contenuti (specifica per settori produttivi o per obiettivi di crescita e competitività), nelle modalità di fruizione (corsi in presenza e a distanza, a disposizione su piattaforma digitale di Enapra) nelle forme di realizzazione (con risorse interne ovvero attivando partnership di rilievo come per esempio Amazon, Intesa SPF, Unicredit, Politecnico di Milano e Osservatorio Smart Agrifood ecc..) e nei costi (finanziati, principalmente con gli strumenti del Foragri - il fondo per la formazione continua dei dipendenti del settore agricolo - oppure a pagamento).

“ENGLISH FOR WINE” E “SKILL4WINE”, DUE PROPOSTE FORMATIVE PER OPERATORI DEL SETTORE

Nuovi corsi su enoturismo e marketing

Dopo il successo della prima edizione, Enapra sta definendo le nuove date per il corso “English for wine”, questa volta in una versione base e un’altra avanzata. Sul sito enapra.it verranno pubblicati tutti gli aggiornamenti e alla casella di posta info@enapra.it sarà possibile avere tutte le informazioni necessarie. Quest’anno, per le aziende vitivinicole c’è anche una novità formativa, appositamente studiata per loro. Si chiama Skills4wine ed è il “marchio” che racchiude l’offerta per il settore che da febbraio inizierà con la prima edizione del corso dal titolo “Enoturismo: promuovere il prodotto e il territorio”. Le cantine, da “semplici” produttrici di vino, diventano luoghi di interesse turistico e assurgono al ruolo di custodi del patrimonio storico e culturale italiano. Sono sempre più numerosi i gruppi di amici e di gente comune che, mossi dalla passione per il buon vino e dalla voglia di acquisire nuove conoscenze, organizzano visite e soggiorni presso le aziende produttrici. Nasce così l’enoturismo e con esso la consapevolezza dei produttori di vino che questa nuova forma di turismo, dotata di specifica identità, possa via via costituire una voce importante nel fatturato di una cantina. L’obiettivo del corso va quindi nella direzione di declinare l’enoturismo nella sua dimensione legislativa, fornendo nel contempo gli strumenti per programmare e svolgere al meglio l’attività enoturistica, come un vero e proprio ramo commerciale dell’impresa, con le opportunità e i ruoli che questo comporta. L’enoturismo viene così presentato in un’ottica integrata, con riferimenti al marketing strategico e di territorio.

g I RELATORI DEL CORSO “ENOTURISMO: PROMUOVERE IL PRODOTTO E IL TERRITORIO”

La nuova offerta formativa per il settore vitivinicolo prevede 6 ore intensive in cui interverranno relatori di prestigio come Federico Castellucci, presidente della Federazione nazionale vitivinicola di Confagricoltura; Palma Esposito, responsabile del settore vitivinicolo di Confagricoltura; Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor di Nomisma; Sabrina Mirabile, esperta di marketing e comunicazione e Silvia Furghieri, responsabile e co-founder di EIQ (Enoturismo Italiano Qualificato). Il corso si rivolge a imprenditori e manager di aziende, organizzatori di wine tours, addetti al marketing e turismo che intendano specializzarsi nel settore. Le iscrizioni per la prima edizione in programma a febbraio 2022 sono state superiori alle aspettative e pertanto ne sarà programmata una nuova.

INNOVAZIONE E DIGITALE PER LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO

Continua la collaborazione con l’Osservatorio Smart Agrifood

Anche per l’anno in corso il focus principale del lavoro di Enapra sarà quello dell’innovazione e digitalizzazione. A tal fine continua la proficua collaborazione con l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia, partecipando ancora alla Ricerca dell’Osaf, che indaga sulle innovazioni digitali nella filiera agricola e agroalimentare. Al convegno di presentazione dei risultati della ricerca 2021, che si terrà il prossimo 15 marzo, interverrà il presidente di Enapra, Luca Brondelli di Brondello. Rimanendo in tema, è stata programmata una nuova edizione del corso di preparazione per Innovation Broker, riservato ai dipendenti delle strutture territoriali di Confagricoltura, il cui obiettivo è creare all’interno delle Unioni delle figure professionali nuove. Il corso sarà realizzato con il contributo del Foragri e coinvolgerà 35 dipendenti.

La formazione regionale per gli agricoltori

Con l’accreditamento presso la Regione Lazio, Enapra è diventato un punto di riferimento importante. Le Unioni regionali potranno rivolgersi all’ente di formazione nazionale di Confagricoltura per abilitare e qualificare gli agricoltori (o aspiranti tali) associati e non alle strutture territoriali provinciali. L’offerta formativa di Enapra ad oggi comprende: corsi di qualificazione per imprenditori agricoli professionali (IAP); corsi per l’acquisizione e/o l’aggiornamento dei patentini per l’utilizzo dei fitosanitari; corsi per selecontrollori cinghiali ed altre specie appartenenti alla fauna selvatica; corsi vari per olivicoltori, piante officinali e altro.

g AGRICOLTURA SOCIALE E PROGETTI EUROPEI

Nel programma di formazione Enapra 2022 non manca l’Agricoltura sociale attraverso progetti finalizzati alla solidarietà tra le generazioni, all’assistenza sociale e sociosanitaria dei gruppi svantaggiati, alla tutela dei diritti civili e all’inclusione di chi vive nelle zone rurali. Continueranno anche le collaborazioni di Enapra con i progetti europei di Confagricoltura, come il progetto Fields, dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione. Altro esempio è Agrofossil Free, progetto che ha l’obiettivo di raccogliere e presentare tutte le pratiche e soluzioni tecnologiche per un’agricoltura europea libera da energia fossile.

Due domande a… Benedetto Itri

Il Patronato Enapa di Napoli e provincia ha dodici uffici zona e consegue ottimi risultati assistendo e tutelando un’utenza potenziale che supera i 3 milioni di abitanti. Ne parliamo con il responsabile Benedetto Itri.

Siete punto di riferimento per il territorio?

Certamente. Enapa ha aperto i battenti nel 1992, ma già da qualche anno Confagricoltura Napoli aveva avviato l’attività. Il nostro rapporto con il territorio, con gli agricoltori e i cittadini si può definire storico e continua a crescere. Con la nostra offerta di servizi alla persona raggiungiamo un vasto e variegato pubblico e anche con il Covid la nostra attività non si è mai interrotta. Tra le richieste più frequenti i vari bonus e gli assegni familiari.

Bilancio positivo?

Senza dubbio. Sono orgoglioso di sottolineare che siamo fra i primi a livello nazionale, dopo Bolzano. I nostri uffici più consolidati, oltre Napoli, Torre Annunziata, Giugliano e Cicciano si distinguono per gli alti punteggi raggiunti. Auspichiamo presto un ritorno alla normalità anche nella nostra attività: il nostro lavoro richiede costanti aggiornamenti e la necessità di confrontarci con altre provincie, scambiare idee e pareri.

COME FUNZIONA L’ASSEGNO UNICO UNIVERSALE

L’Auu è la nuova prestazione di sostegno economico a favore della genitorialità e della natalità. L’Assegno unico e universale è concesso dall’Inps, in presenza di figli minori a carico, maggiorato in caso di figli ulteriori al secondo e corrisposto (per i nuovi nati) dal 7° mese di gravidanza. L’assegno unico è riconosciuto, a determinate condizioni, anche ai figli dai 18 ai 21 anni e al figlio di età pari o superiore a 21 anni con disabilità. Ulteriori info presso Enapa.

QUOTA 102, A CHI È RIVOLTA

Con la Legge di Bilancio è stata introdotta la Quota 102, che permette di andare in pensione anticipata a chi raggiunge, entro il 31 dicembre 2022, almeno i 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni. La Quota 102 si rivolge ai lavoratori iscritti alle gestioni private, a quelle pubblica e dello spettacolo e dello sport, e può essere acquisita anche attraverso il cumulo dei periodi assicurativi. Per richiedere la prestazione e verificare il possesso dei requisiti rivolgersi al Patronato Enapa.

Riconoscere l’artrite e affrontarla

L’osteoartrite colpisce molte persone una volta superati i 50 anni. Un problema che riguarda le cartilagini e che ha come primo sintomo avvertito il dolore articolare. Si tratta di un danno cronico al tessuto cartilagineo ed è la forma più comune di artrite. Ginocchia, anche, spalle, dita di mani e piedi sono le articolazioni più interessate. In pratica la funzione cuscinetto della cartilagine, a causa dell’usura, fa sì che le ossa sfreghino tra loro provocando dolore. È indubbio che le difficoltà fisiche si acuiscano con il passare degli anni, tuttavia queste complicazioni si possono prevenire, tenere sotto controllo e curare. Uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Arthritis Care & Research da un team del Baylor College of Medicine di Houston ha dimostrato che, anche non si avverte dolore ma soltanto inquietanti scricchiolii alle ginocchia, in realtà si potrebbe essere affetti da osteoartrite. L’attività fisica, ad esempio, è molto utile, sempre passando attraverso parere del proprio medico curante. Camminare, nuotare e andare in bicicletta possono essere degli utili rimedi, sempre stando attenti a non esagerare nell’attività, per evitare effetti negativi.

FALSO ALLARME SULL’ANESTESIA

L’anestesia generale non mette a rischio le funzioni cognitive degli anziani e ha un impatto di molto inferiore ad altri fattori di rischio, come la pressione sanguigna, il colesterolo alto, il diabete di tipo 2 e il fumo. Lo ha rivelato uno studio della Maastricht University Medical Center. La ricerca ha coinvolto 1.823 persone tra i 25 e gli 84 anni, prima di un intervento chirurgico. Il campione è stato sottoposto ad un esame all’inizio dello studio, dopo 6 anni e dopo 12 anni. Al termine non è stato riscontrato alcun legame significativo tra anestesia generale e prestazioni cognitive.

I CANI POSSONO ESSERE ANIMALI DA COMPAGNIA adatti agli over 70 con effetti

concreti su salute fisica e mentale. Passare del tempo con il miglior amico dell’uomo è un ottimo modo per fare attività e socializzare; tutte attività che aiutano a tenere bassa la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, aumentando anche la produzione di serotonina. Adottare un animale adulto, calmo e addestrato, invece di un cucciolo super attivo potrebbe essere la scelta ideale.

LA COMPAGNIA FA BENE AL CUORE

L’isolamento impatta pesantemente non solo in chi già soffre di cuore, ma anche su chi è in salute nella terza età. E fa salire i rischi di infarto o ictus negli over-70. Lo sottolinea una ricerca dell’Università Monash. Per un anziano in buona salute, secondo lo studio, la probabilità di subire un evento cardiovascolare come infarto o ictus aumenterebbe del 66%. Con un carente supporto sociale, poi, il rischio cresce del 50%, ovviamente in confronto a chi ha invece un ambiente socialmente “caldo” e coinvolgente che offre stimoli e compagnia.

Declino cognitivo e istruzione sono collegati

Negli Stati Uniti il declino cognitivo grave tra gli over 65 si è ridotto negli ultimi 10 anni passando dal 12,2% del 2008 al 10% del 2017. Uno studio condotto dalla University of Toronto, in Canada, ha attribuito parte del merito all’aumento del livello di istruzione della popolazione. Il calo della prevalenza di problemi cognitivi ha importanti ricadute sociali per gli anziani, le loro famiglie, gli operatori sanitari, il sistema sanitario e l’intera economia americana. La ricerca ha analizzato una serie storica di indagini nazionali effettuate negli Usa in quasi dieci anni. Il campione ha coinvolto più di 5 milioni e mezzo di ultrasessantacinquenni, tra il 2008 e il 2017. Oltre a rilevare un calo assoluto di ben 2,2 punti percentuali, i ricercatori canadesi hanno scoperto che a trarre i maggiori benefici sono state, in particolare, le donne, con una riduzione di ben il 23% dei tassi di declino cognitivo. Il 60% del miglioramento riscontrato è stato attribuito alle differenze generazionali nel livello di istruzione ricevuta. Lo studio sottolinea come le crescenti opportunità educative offerte nei decenni passati continuino a dare i loro frutti anche oltre mezzo secolo dopo.

USARE UN ASSISTENTE VOCALE PER MIGLIORARE la qualità della vita degli an-

ziani? È possibile. Lo evidenzia uno studio condotto dal Centro di ricerca dell’Università Cattolica EngageMinds HUB, in collaborazione con DataWizard e con il contributo di Amazon. Tre persone su quattro raccontano dei benefici e dell’aumento del benessere. Il campione ha riportato una significativa riduzione dello stress psicologico e un miglioramento dell’attitudine personale all’uso della tecnologia.

“AMASTUOLA” IN PROVINCIA DI TARANTO

La seconda vita di una masseria storica

Nell’agro di Crispiano, in provincia di Taranto, Amastuola è un magnifico agriturismo, un vero e proprio resort, oltre che un’azienda vitivinicola, con meravigliosi vigneti di vitigni autoctoni. Per arrivare alla masseria attraversiamo uno scenario da favola: gli ulivi secolari del viale accompagnano alla masseria, dove ci accoglie Filippo Montanaro. “Il nostro è un background agricolo, basta vedere gli agrumeti a Massafra, ma anche industriale, con l’azienda di famiglia Kikau, che produce persiane. L’avventura Amastuola - racconta - è iniziata nel 2003, quando l’abbiamo acquistata. La masseria era abbandonata da più di 50 anni e abbiamo fatto un’opera radicale di ristrutturazione, che ha interessato pure i vigneti, guidati dall’estetica, dall’amore per l’ambiente e dalla funzionalità”. Lo scenario è stupendo: un originale vigneto-giardino, recensito anche su importanti testate, tra cui National Geographic e New York Times. “Abbiamo impiantato i filari di vite ad onde, sul disegno del famoso paesaggista spagnolo Fernando Caruncho - spiega Filippo -. Abbiamo risistemato 1.500 ulivi secolari in 24 isole, organicamente posizionate su tutta la superficie del vigneto e lungo le strade storiche della masseria”. I lavori di ristrutturazione per trasformare una masseria distrutta e terreni abbandonati sono stati importanti. “La nostra prima vendemmia è stata nel 2011. Le nostre 12 etichette bio sono il frutto del sapiente lavoro con cui mettiamo in pratica i nostri valori. Il rispetto per la natura ci ha premiato: oggi esportiamo il nostro vino in 24 Paesi”. Il progetto imprenditoriale della famiglia Montanaro è stato lungimirante, perché è stato capace di unire ambiente e innovazione, coniugandoli abilmente con la tradizione. Tutti i membri della famiglia, guidati dal padre Peppino, si occupano delle attività agricole e industriali. La carica suggestiva e quella scenografica del wine resort sono eccezionali, grazie anche ai 100 ettari di vigneto bio impiantato ad onde e alla forza degli ulivi millenari che circondano la masseria. Amastuola, nonostante il radicale rifacimento,

che ha inserito materiali moderni nella tradizionale pietra tufacea e calcarea, ha conservato l’originale struttura, tipica delle antiche masserie della zona. “Il nostro agriturismo - rimarca Filippo Montanaro - è stato sottoposto a un enorme lavoro di ristrutturazione, che ha compreso anche dei saggi archeologici. Abbiamo un vincolo diretto perché sorgiamo su un antico villaggio greco e alcuni reperti sono a vista nella hall della masseria”. Amastuola oggi offre ospitalità con diciotto camere e suite, un ristorante ricavato nelle vecchie stalle, la possibilità di sposarsi con rito civile, una sala conferenze, due sale degustazione, una bottaia, una libreria e la piscina. Il ristorante è aperto da aprile a ottobre, mentre d’inverno solo per eventi. La cucina è quella della tradizione pugliese, rivisitata dalla chef, Patrizia Girardi. Sono da provare assolutamente: il Flan al cavolo viola su vellutata di patate; le Orecchiette di grano arso con rucola, pomodorino giallo e formaggio fresco; il Maialino al latte con calendula o servito con salsa di cipolle e uva; la pasta fresca con pomodorini; la Melanzana ripiena

AMASTUOLA

Località Amastuola, Strada Provinciale 42 Crispiano (TA) Tel: +390999908025 e-mail: masseria@amastuola.it Web: www.amastuola.it con cereali e provola; gli Strascinati al Centosassi (vino della masseria) con crema di burrata, pistacchio e guanciale croccante, e le Giuncatine fritte ai pistacchi con pomodorino giallo caramellato. Tutti accompagnati dai vini rigorosamente bio prodotti dalla Cantine Amastuola. “Ai nostri ospiti - aggiunge l’imprenditore - offriamo un nutrito catalogo di esperienze e degustazioni di cibo e vino. Sono prevalentemente di provenienza estera: francesi, belgi, svizzeri, tedeschi, dal nord Europa, americani e inglesi e apprezzano particolarmente la wine experience e le cooking class”. “La stagione 2021 è andata molto bene e ha decisamente superato le nostre aspettative. Anche la prossima stagione si prospetta altrettanto positiva, ma il Covid ci ha insegnato a non fare previsioni”, conclude Filippo Montanaro.

“LUIGI E GIOVANNA”, L’ORVIETO CLASSICO SUPERIOPRE DELL’AZIENDA BARBERANI

La magia della “muffa nobile”

Una terra “baciata dalla for- tuna” e una famiglia, quella dei Barberani, che ha saputo coglierne tutte le potenzialità, conservandola e valorizzandola con passione per tre generazioni. Siamo sulle colline che dominano il Lago di Corbara, attraversate dal fiume Tevere, lungo la strada che porta da Orvieto a Todi, nella zona di produzione del vino di Orvieto più antica e prestigiosa, denominata Classica. I terreni di origine marina, argillosi e calcarei, sono composti da marne ricche di fossili e conchiglie che risalgono al periodo oceanico e che determinano la complessità, la particolare acidità e i leggeri sentori iodati dei vini che vi si producono. L’alternanza tra l’umidità notturna e mattutina provocata dalla fitta nebbia che in autunno avvolge le vigne ed il clima pomeridiano mite e ventilato fa sì che le uve vengano gradualmente attaccate da una muffa particolare, la “Botrytis Cinerea”, che si deposita sulla buccia dell’acino. Questo microscopico fungo, che normalmente è nocivo, può invece trasformarsi in “muffa nobile”, a patto che si manifestino queste condizioni del tutto particolari, che si ritrovano in pochi posti al mondo (Sauternes francese, Alsazia, Ungheria) arricchendo ed esaltando la complessità organolettica del vino, donandogli note aromatiche e gustative uniche ed inconfondibili. L’azienda si sviluppa su una superficie complessiva di oltre 100 ettari, di cui 55 a vigneti specializzati, posti su diversi versanti collinari, e 30 a bosco ad alto fusto capaci di garantire una fissazione di oltre 240 ton di CO2 ogni 12 mesi. Sia il settore agronomico sia quello enologico sono posti sotto la direzione di Niccolò Barberani, mentre il fratello Bernardo si occupa della parte amministrativa e commerciale. I vini provengono esclusivamente da uve prodotte in azienda, da dieci anni certificata biologica - e di recente anche vegana - con l’adozione di regole ancora più stringenti di quelle stabilite dai disciplinari. Le concimazioni sono di origine organica e vegetale. Inoltre, per rendere il ciclo vitale delle vigne più completo e sostenibile, vengono riutilizzati tutti i materiali organici di scarto della vite per arricchire e fertilizzare il suolo. La vinificazione viene effettuata separatamente per ogni vigneto, nell’assoluto rispetto delle caratteristiche delle diverse uve. L’utilizzo dei solfiti è ridotto al minimo e negli anni è stato portato avanti con successo il progetto di produrre un vino senza solfiti aggiunti dotato di doti uniche di gradevolezza, eleganza e bevibilità e di una sorprendente longevità: il Vinoso, un Grechetto in purezza macerato tre anni sulle bucce. L’attuale produzione media annua dell’azienda è di circa 350.000 bottiglie, per il 40% destinate al canale Ho.Re.Ca italiano, il resto destinato all’export (Usa, Russa, Asia, Europa). Una linea base (Castagnolo, Grechetto, Amore, Fioresco), una superiore (Luigi e Giovanna e Polvento), e un vino dolce che vanta numerosissimi riconoscimenti: il Calcaia, un Orvieto Classico Superiore Muffa Nobile. Tra questi spicca per la sua assoluta originalità il Luigi e Giovanna (dedicato ai genitori), un Orvieto Classico Superiore che nasce da una selezione di grappoli di cui almeno il 5% colpito da Botrytis e da una maturazione di 12 mesi in botti grandi di rovere. Colore giallo paglierino intenso, al naso è fruttato, tropicale, con profumi di erbe, miele e zafferano; in bocca è armoniosamente complesso, morbido, fresco e avvolgente.

RISTORANTE LA QUERCIA A ROMA

Quando il piatto è un’esperienza totale

Un’accademia del mangiare bene. Questa è Casa Vissani, a Baschi, sul Lago di Corbara: il “tempio” dello chef bistellato Gianfranco Vissani, che ha scritto la storia dell’alta gastronomia italiana e che non richiede presentazioni, e di suo figlio Luca, che ne segue fedelmente le orme, portando il suo contributo in termini di originalità e innovazione. Un luogo vivido, carnale, energico, operoso, sempre in continuo divenire, ma con due punti di riferimento che da sempre lo contraddistinguono: il genio culinario da una parte, la raffinatezza assoluta dell’ambiente dall’altra. Il locale, che dispone anche di un ampio giardino, è finemente arredato e suddiviso in sala rock e sala classic con vista sulla cucina. La sala rock è quella in cui vengono accolti gli ospiti con quattro stuzzichini, una accurata selezione di bollicine, ma anche tè ed infusi. Una sorta di “camera di compensazione” che serve a mettere il cliente a proprio agio, invitarlo a scegliere il menù e a predisporlo alla degustazione dei piatti, “per poterli apprezzare - come dice Luca - al 100 per cento.” Sopra al ristorante l’hotel: sette camere da letto, quattro de lux superior e tre junior suite, incantevoli nel loro stile grazie ai tessuti ricercati e al comfort a disposizione. Massima attenzione anche per l’ambiente: Casa Vissani usa solo corrente verde, quindi ricavata al 100% da fonti rinnovabili. Inoltre, in tutti gli ambienti viene utilizzata la tecnologia d’avanguardia ActivePure che cambia la qualità dell’aria interna per tutto il giorno ed è in grado di combattere efficacemente batteri, virus, muffe e allergeni in maniera completamente innocua e sicura per essere umani e animali. Inoltre è possibile ricaricare le auto elettriche tramite un’apposita colonna situata all’interno della proprietà. Questo fa di Casa Vissani non solo un luogo dove andare a mangiare bene, ma anche un posto per vivere per un’esperienza totale, a tutto tondo: dalla cucina al territorio, dall’ambiente al paesaggio, allo sport; dal fitness al godimento del bello e del buono, puntando sulla qualità estrema. Il menù offre tre proposte (Three Level): 1° livello (3 pietanze + 1 dolce a scelta dalla carta); 2° livello (5 pietanze + 1 dolce a scelta dalla carta); 3° livello (proposta completa). I piatti sono il felice risultato di una combinazione di tecnica, innovazione, rispetto delle tradizioni e ricerca, utilizzo di materie prime di altissimo livello. Come Smacco matto... con salvia e rosmarino, caviale, avocado, dressing di limone, nero di seppia e yogurt; Esclamativo di sogliola allo cham- pagne e aglio, chiodini, fondente alla nocciola; Spaghetto leone con mussoli, Sagrantino, fegato grasso e mangosteen; Gamberoni rossi alla vernaccia, rabarbaro, capperi e olive taggiasche, liquore di abete e mirtillo; Scottona di chianina al peposo con cipolline e zucca, patate sauté al rosmarino. E per finire, i dessert: gelato di marron glacè, colatura di mele, wafer di passion fruit e nocciola, gianduia al sale, mousse di marron glacè, rhum, panna e foglie d’oro. La carta dei vini propone oltre 1000 etichette nazionali e internazionali, con grande attenzione per i grandi vini del territorio. Strada Statale 448, Km 6.600, Baschi (Terni).

PIZZOCCHERI AL BITTO

Con il “Luigi e Giovanna” dell’azienda Barberani, Luca Vissani propone Pizzoccheri al bitto, bieta e razza, mirepoix di cetrioli

L’ALTER EGO DIGITALE DELL’AZIENDA E DEL TRATTORE

Flyer SimAgri

Ldiffusione di attrezzature agricole sempre più “intelligenti” e digitali, in grado di dialogare tra di esse, richiede competenze multidisciplinari e nuove modalità formative. Tra gli strumenti utili per formare ed accelerare i processi decisionali, analizzando in anticipo gli scenari possibili o prevedibili, c’è ora anche il videogame. Si chiama “SimAgri” il simulatore fisico-virtuale messo a punto dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). Con esso, integrando i criteri tecnologici e operativi dell’agricoltura di precisione, sarà possibile realizzare una ‘gemella virtuale’ dell’azienda agricola per studiare, attraverso molteplici scelte e scenari, l’intero processo produttivo; ciò consentirà all’operatore di fare valutazioni preliminari alla lavorazione, estremamente accurate. Ipotizziamo, ad esempio, l’impiego di una irroratrice; con il simulatore si potranno verificare in anticipo i tempi e le modalità di lavorazione, i consumi di carburante, la quantità di prodotto distribuito ed anche misurare quali e quante siano le aree non coperte del tutto o parzialmente. Si avrà, insomma, la possibilità di valutare fino a che punto si potrà spingere il livello di precisione nell’attività colturale da effettuare. A ciò si aggiungono poi tutta una serie di vantaggi in termini di sostenibilità e di sicurezza del lavoro per l’operatore. “Il problema attuale per gli addetti - ha spiegato il direttore del Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari di CREA, Paolo Menesatti - non è tanto la disponibilità di tecnologie 4.0 sul mercato, ma quante difficoltà vi siano a poterle provare in campo”. “La mancanza di dimostrazione e formazione sono - ha aggiunto - i fattori principali che frenano la diffusione del nuovo modo di fare agricoltura”. Con SimAgri si vuole superare questo problema.

g I RAGAZZI FRANCESI GIOCANO ONLINE

Si chiama proprio SIMAGRI (www.simagri. com), il gioco francese di simulazione agricola online (ma non c’entra nulla con l’omonimo progetto di ricerca di CREA). L’utente del game sviluppa la propria fattoria gestendo le diverse colture ed il bestiame nel miglior modo possibile. Così, grazie ad esso, si possono indossare i panni di un allevatore transalpino di vacche da latte, di un grande coltivatore di cereali, di un vignaiolo o anche di un venditore di attrezzature agricole.

NUOVE FUNZIONALITÀ PER “FARMING SIMULATOR 22”

Videogame agricolo

Ti videogame hanno grande importanza quelli di “simulazione”, che si contraddistinguono per la stretta aderenza alla realtà. Pensiamo ai “flight simulator”, che simulano la guida di aeromobili e che addirittura vengono utilizzati nei programmi d’addestramento di volo. Tra i giochi di simulazione è campione d’incassi “Farming Simulator” (prodotto da Giants Software) di cui è uscita recentemente la versione “2022”. Il gioco - con grafica 3D estremamente realistica - consiste nello svolgere l’attività colturale e di allevamento; si può preparare un campo, seminarlo, effettuare la raccolta dei prodotti e venderli. Farming Simulator 22 è disponibile per PC, Mac, PlayStation5, Xbox Series X|S, PlayStation 4, Xbox One e Stadia (la piattaforma di gaming di Google). Nella versione 2022 include funzionalità aggiuntive come nuovi marchi, macchine, mappe, colture, cicli stagionali e filiere produttive. Il videogame ha attirato l’attenzione di molti brand (come i principali marchi della meccanizzazione agricola) che lo vedono come una grande opportunità per farsi ulteriormente conoscere dagli agricoltori di domani (d’altronde si calcola che il 45% dei giocatori di Farming Simulator, a livello globale, sia composto da studenti di Agraria). Il game conta oltre 400 macchine e strumenti autentici e più di 100 veri marchi agricoli. Tra le novità, la presenza di BKT, che ha messo a disposizione dei giocatori alcuni dei propri pneumatici più celebri per equipaggiare i trattori ed i macchinari agricoli virtuali. In particolare, i prodotti inseriti nella simulazione sono: Agrimax V-Flecto, Agrimax Force, Agrimax Teris, Mutimax MP522 e Ridemax FL 693 M. E non è tutto; ha promosso pure BKT Farming Simulator Challenge, sfida tra i 7 migliori giocatori di Italia, Polonia, Ungheria, Francia, Germania (per l’Italia ha partecipato “Killercroc88”). L’obiettivo è stato quello di rafforzare il marchio BKT e la sua awareness anche presso le nuove generazioni. “Farming Simulator è una bella opportunità per avvicinare il grande pubblico al mondo agricolo, un settore tutto da scoprire - ha osservato Lucia Salmaso, CEO di BKT Europe -. Siamo grandi fan del gioco e felici che i gamer abbiano da oggi la possibilità di sceglierci anche virtualmente”.

g PICCOLI AGRICOLTORI CRESCONO

Anche con i giocattoli si ha modo di scoprire il settore agricolo, la sua vitalità e modernità, la sua capacità d’innovazione. Ci sono fattorie per i più piccoli (di Farm Set e Playmobil), trattori telecomandati per i ragazzi più grandi ma anche per gli adulti (di Maisto Tech R/C). Questi ultimi sono riproduzioni fedeli dei trattori reali 1:16, realizzati con estrema cura dei particolari, come il New Holland Traktor T8.320.

SUITE DI TONY PAGLIUCA

Note di rosario

Lo storico tastierista e compositore de Le Orme, Tony Pagliuca, nella sua carriera solista, in più occasioni, ha riservato attenzione al ‘Credo’, dalla Santa Messa al disco di Papa Francesco (ma anche con Le Orme ha proposto momenti importanti di spiritualità, si pensi, ad esempio, al brano ‘Uno sguardo verso il cielo’). Ora Pagliuca pubblica “Rosa Mystica” (M.P. Records), una particolarissima suite elettroacustica in cinque movimenti - profondamente meditativa e introspettiva - sui ‘Misteri Gaudiosi’ del Rosario. In evidenza le voci soliste di Elisabetta Montino (vocalist del gruppo progressive

Quanah Parker) e di Andrea

Saccoman; le preghiere si inanellano ad un percorso sonoro che sa raccontare in note le emozioni. “Il Rosario della tradizione è legato alla ripetizione, la rosa musicale di Tony Pagliuca invece - annota nelle note introduttive del libretto il prof. Giovanni Sampaolo dell’Università Roma Tre - si evolve incessantemente, nasce, cresce e sboccia”. Questo disco è davvero - come ha scritto il critico Paolo Carnelli - “un piccolo miracolo musicale”. L’artista è già al lavoro su un nuovo progetto: la rilettura in chiave sinfonica di “Felona e Sonora” (l’album cult de Le Orme) per festeggiarne il cinquantennale.

Onde di luce

Come il susseguirsi delle onde del mare

IL CD DI MARCO MATTEI

Fuori controllo

Una nave in balia della vita, tra terra e cielo. Questa la significativa cover di “Out of control” (7D Media/Third Star Records), primo sorprendente album solista di Marco Mattei, valente chitarrista, compositore, ma anche ingegnere elettronico di Civitavecchia, che vive in pianta stabile negli Usa. Il suo è un concept particolare sull’impossibilità di tenere tutto sotto controllo; l’imprevedibilità dovrebbe spingerci a un cambiamento di prospettive. Brani curati e davvero avvincenti, nel caleidoscopico mix di prog-rock, dream-pop, folk e world music. L’album nasce dal “pieno controllo” del suono, originale e multistrato, che l’artista ha ottenuto utilizzando soprattutto una vasta gamma di chitarre; ritmica potente, con molteplici guest star del calibro di Tony Levin (King Crimson, Peter Gabriel), Jerry Marotta (Peter Gabriel, Hall & Oates), Pat Mastelotto (King Crimson, XTC), Chad Wackerman (Frank Zappa, Allan Holdsworth), Clive Deamer (Portishead, Radiohead, Robert Plant), Fabio Trentini (Le Orme, Markus Reuter).

Fascinoso jazz

A testimonianza dell’incessante ricerca collettiva in atto, la band Aparticle ha deciso di incidere nuovamente il suo ultimo album “The Glamour Action” in chiave analogica. Nasce così “The Glamour Tapes” (Ritmo&Blu Records), disponibile sul sito dell’etichetta nei formati tape master, musicassetta e digitale in alta definizione. I brani sono stati registrati con un multitraccia a nastro e mixato su banco analogico; non sono stati utilizzati computer in alcuna fase produttiva e l’audio non è stato processato con dispositivi digitali. Un’operazione vintage indovinata, quella dell’eclettico quartetto, che propone un fascinoso jazz elettrico, che dà ampio spazio alle interazioni, alle improvvisazioni, all’estemporaneità, figlio di Miles Davis, Wayne Shorter, Jaco Pastorius. Giusto affiancare ai supporti vintage (davvero una chicca il tape master) la versione digitale, a ricordarci che comunque il sound di Aparticle è contemporaneo. È una particella dell’oggi che ha fatto propria la lezione del passato.