9 minute read

Elisabetta Tufarelli

Passaggio di cons egne

Diana Lenzi (Ceja) ospite del programma “Global Trend” di BKT: “Per un ricambio

Advertisement

generazionale

sono necessari prodotti finanziari su misura”

di Elisabetta Tufarelli R icambio generazionale in agricoltura. È stato questo il tema sfidante del programma streaming “Global Trend” di BKT, azienda leader mondiale per gli pneumatici. Una questione particolarmente sentita nel mondo occidentale, perché tocca il futuro stesso dell’agricoltura e dell’intero sistema agroalimentare. Nella stessa Unione Europea i dati non sono confortanti: solo l’11% delle aziende agricole viene condotto da agricoltori al di sotto dei 40 anni e, nonostante le innumerevoli misure per favorire l’ingresso dei giovani nel settore, la questione rimane ancora aperta. L’età media degli operatori continua ad essere tra i cinquanta e i sessant’anni. Se non si riesce, da un lato, a rimuovere concretamente ostacoli e barriere che frenano l’ingresso di nuove leve, dall’altro, ad invogliare le nuove generazioni ad impegnarsi nel settore primario, chi produrrà il cibo del futuro? Il nuovo format di BKT Network dedicato ai macro-temi e alle tendenze che influenzano l’agricoltura mondiale ha voluto approfondire il passaggio di consegne tra generazioni nel settore agricolo coinvolgendo nella discussione Diana Lenzi, imprenditrice vitivinicola e presidente del Ceja (Consiglio europeo dei giovani agricoltori) che, insieme a Matthew Tilt, giornalista della rivista inglese Farm Contractor and Large Scale Farmer e Scott Downey professore alla statunitense Purdue University e direttore del Center for Food and Agricultural Business. Downey, con la testimonianza di una giovane allevatrice piemontese, hanno fatto il punto sulle difficoltà del ricambio generazionale. Perché convincere un maggior numero di giovani ad avviare un’attività agricola rappresenta

Passaggio di cons egne

ancora una vera sfida? “Proprio il ricambio generazionale è uno dei presupposti per migliorare la competitività del settore agricolo nel lungo periodo e per garantire in futuro una produzione alimentare sostenibile - spiega Diana Lenzi -. Malgrado ciò, i giovani impegnati in agricoltura sono un numero insufficiente. Da un lato è impossibile costruire una nuova Politica Agricola Comune europea incentrata ad una transizione verde, equa e sostenibile senza mettere al centro i giovani; dall’altro, il prezzo elevato dei terreni e sostegni inadeguati impediscono, in Italia come in tutta Europa, i nuovi ingressi. Ma l’ostacolo maggiore era ed è l’accesso al credito. Non solo - aggiunge l’imprenditrice -. Occorre riuscire a fornire più competenze perché l’agricoltura è profondamente cambiata; servono conoscenze tecniche, pratiche e finanziarie che permettano di sviluppare dei sistemi economicamente sostenibili”. Per Matthew Tilt, “certamente uno degli ostacoli principali che le nuove generazioni si trovano a fronteggiare all’inizio della loro carriera nel settore primario è la difficoltà nell’ottenere fondi per investimenti e per acquistare terreni. Poi c’è la questione della remunerazione. L’agricoltura, rispetto ad altri settori, vede purtroppo stipendi generalmente più bassi. Per questo motivo, un ingrediente fondamentale per chi vuole iniziare un business in questo settore è la passione e la voglia di costruire passo dopo passo un’attività, che spesso può essere faticosa e difficile, ma che porta anche tantissime soddisfazioni”. Sarà necessario, a livello formativo, che i giovani aspiranti agricoltori abbiano anche una profonda conoscenza della tecnologia e dei processi digitali. “Direi che avere competenze tecnologiche sarà un prerequisito per lavorare in agricoltura, e le nuove generazioni dovranno quindi essere preparate per questo. Nei prossimi anni - chiarisce il professor Downey - la capacità di analizzare e utilizzare dati diventerà sempre più centrale nei business agricoli, determinando i processi decisionali non solo delle grandi aziende, ma anche delle realtà più piccole. La trasformazione digitale e tecnologica non coinvolge semplicemente la categoria degli agricoltori, ma l’intera filiera del settore, fornitori inclusi”. Cosa fare allora per spingere sempre più giovani a diventare imprenditori agricoli? La presidente del Ceja s’impegna a mettere al centro le posizioni e gli interessi dei giovani agricoltori europei. “Il momento è critico e complesso. Per quanto riguarda i problemi dell’accesso al credito sono presenti in tutte le regioni europee. Andrebbero avviate linee di credito, creati prodotti su misura e gli istituti di credito dovrebbero affiancare i progetti validi investendo nello sviluppo dell’azienda. Come Ceja stiamo lavorando proprio su soluzioni capaci di favorire il ricambio generazionale, dando voce alle necessità e reali esigenze dei giovani agricoltori”. nnn

Diana Lenzi ospite di “Global Trend”, programma di Bkt Network

Ricerca, Applicazione,

Informazione: queste le parole chiave del 2022 per l’ad di Syngenta Italia,

Riccardo Vanelli

di Gabriella Bechi

Il 2021 è stato l’anno dell’assestamento e della ripartenza. Quello appena iniziato ha in serbo grandi sfide e grandi opportunità per il settore agricolo. Syngenta Italia punta su innovazione e sostenibilità. Ce ne parla l’amministratore delegato, Riccardo Vanelli. Dopo la crisi generata dalla pandemia nel 2020, che anche nel 2021 ha condizionato non poco la nostra economia e il nostro modo di vivere, le aziende hanno dovuto ripensare nuove modalità di interagire e lavorare. Come si è adattata Syngenta a questo contesto?

Sostenibilità integrata

Nonostante tutto, per l’agricoltura il 2021 è stato un anno favorevole. Il settore ha saputo reagire in maniera rapida alle obiettive difficoltà che ci sono state, da quelle dell’accesso ai mercati a quelle provocate dai sempre più frequenti cambiamenti climatici, come le gelate primaverili, soprattutto nel nord d’Italia, e la siccità diffusa nel secondo semestre dell’anno. Gli agricoltori hanno dovuto adattarsi, come tutti del resto, alle restrizioni imposte dalla pandemia e hanno mostrato una grande capacità di adeguarsi a nuovi metodi di lavoro. Noi, come Syngenta, abbiamo seguito lo stesso percorso, adattandoci a nostra volta per continuare ad essere vicino agli agricoltori. La presenza in azienda con i nostri tecnici e le prove in campo, su cui si basava il nostro lavoro, è stata sostituita, anche se non completamente, da webinar e virtual tour. Con buoni risultati. E credo che questa maniera ibrida di operare continuerà anche in futuro. Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate? Le carenze infrastrutturali. In primo luogo la diffusione della banda larga nelle campagne, che è il requisito sine qua non per la crescita dell’innovazione in agricoltura. Secondo l’agenda 2030 sarà necessario un duplice intervento: implementare la produttività agricola e ridurre le emissioni. La risposta a questa sfida può essere data dall’innovazione. Come vi state muovendo su questo fronte? La nostra ricerca e sviluppo guida il settore agricolo: l’azienda investe 1,3 miliardi di dollari all’anno in R&D. E la nostra posizione in prima linea nell’innovazione agricola va oltre gli investimenti. Syngenta sta integrando competenze, risorse scientifiche con le migliori piattaforme di chimica, biologia e scienza dei dati, per proporre soluzioni d’avanguardia e metodi di coltivazione avanzati al mercato. Inoltre, ogni singola attività aziendale persegue uno specifico obiettivo: il migliora-

Sostenibilità integrata

mento della sostenibilità e della produttività in agricoltura, che possono essere raggiunte solo attraverso l’innovazione. Quali sono le nuove offerte per gli agricoltori? Syngenta fornisce diverse soluzioni per affiancare gli agricoltori nella gestione delle colture e nel rispetto dell’ambiente. Tra queste, occupano un posto di primo piano quelle digitali, racchiuse nella piattaforma CROPWISE. Un’altra proposta interessante è HELIOSEC, un sistema per la gestione delle acque di risulta dei trattamenti fitosanitari che permette di raccogliere l’acqua utilizzata per pulire le attrezzature, minimizzando i rischi di contaminazione del suolo e dei corpi idrici. In questo modo è possibile intervenire sul processo di evaporazione naturale dell’acqua. Infine, stiamo puntando molto sul segmento dei biostimolanti, che consentono di accrescere la produttività in maniera integrata con un uso intelligente dei fitofarmaci. Lei ha accennato all’importanza di una corretta informazione del consumatore. Cosa intende? Credo che il consumatore, pur richiedendola, abbia un’idea astratta del concetto di sostenibilità e che non sappia bene cosa c’è dietro un prodotto che vanta questo requisito. Per questo c’è bisogno di formazione e di corretta informazione. Strumenti come la blockchain sono importanti, ma bisogna fare di più, avvicinando la scienza ai cittadini, sfatando alcuni falsi miti legati all’agricoltura. Per questo partecipiamo con grande entusiasmo, fin dal suo debutto, al Food & Science Festival di Mantova, organizzato da Confagricoltura. L’innovazione sarà il punto di partenza e il faro guida di quest’anno. Torneremo a essere “fisicamente” al fianco dei nostri agricoltori. Dopo la vicinanza “digitale” degli ultimi due anni, infatti, riprenderemo e rafforzeremo la vicinanza “fisica” e le relazioni con i nostri principali interlocutori. A partire dal mese di febbraio, in linea con le osservazioni governative che verranno di volta in volta dettate in base all’andamento della pandemia, lanceremo il nostro “Innovation Tour”. Un vero e proprio viaggio che farà tappa in diversi areali agricoli italiani per raccontare, ma soprattutto mostrare la nostra innovazione a 360°. Dalle innovazioni di prodotti e i nuovi strumenti di agricoltura digitale ai protocolli integrati con Valagro, azienda leader nel campo dei biologicals che da più di un anno fa parte della famiglia Syngenta; fino al modo di interazione digitale con i nostri clienti e con gli agricoltori, alla sostenibilità, senza dimenticare la ricerca e lo sviluppo, che da sempre contraddistinguono il nostro modo di fare agricoltura. Con un 2021 alle spalle che ha regalato prospettive di ripresa, come vede il 2022 per la vostra azienda e per il comparto? Voglio essere ottimista. Le risorse messe a disposizione del PNRR per l’agricoltura e in particolare per l’innovazione sono ingenti. E sono un’occasione che non può essere sprecata. È dunque il momento di investire in macchinari, ma anche in mezzi tecnici e digitale. Il nostro compito è affiancare gli agricoltori in questo percorso. E, come sempre, ci saremo. nnn

g CROPWISE, LA PIATTAFORMA DIGITALE DI SYNGENTA

‘Innovazione’ e agricoltura, sono le parole chiave del futuro. Abbiamo, in questo senso, voluto quindi rafforzare la nostra offerta digitale, sviluppando una delle prime novità che quest’anno lanceremo in Italia, la piattaforma Cropwise all’interno della quale sono presenti i diversi tool che mettono nelle mani degli agricoltori un’innovazione unica nel suo genere e in grado di trasformare il loro modo di fare agricoltura. Questo strumento si declina in quattro livelli: Sustainability, Imagery, Protector, Seed selection. All’interno di Cropwise Sustainability rientra eMAT, il software che promuove l’accesso al mercato dei vini di qualità. Un applicativo che, sulla base di programmi di protezione condivisi con le aziende vitivinicole, permette di incrociare i profili residuali degli agrofarmaci sia con le legislazioni sui Limiti Massimi di Residui (LMR) in vigore nei diversi Paesi del mondo, sia con i requisiti imposti dalle più importanti catene distributive europee. Sono in corso dei test di sviluppo anche su altre colture, come uva da tavola e pomodoro. Cropwise Imagery, invece, è un’applicazione per l’elaborazione di foto satellitari che consente ad agricoltori, agronomi, tecnici e rivenditori di verificare in modo rapido e accurato lo stato di salute delle coltivazioni, coadiuvando gli operatori nell’identificazione delle aree dove intervenire in modo veloce, preciso e selettivo.