Shake it out!

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Tra i filoni narrativi che hanno contribuito al grande successo di pubblico della mostra fotografica collettiva "E-45 – La grande Via", sulla quale è calato il sipario lo scorso 17 marzo e di cui vi abbiamo parlato nello scorso numero, spicca sicuramente il reportage di approfondimento Quo Vadis?. Classe anghiarese 1990, Matteo Bianchi è la mente pensante dietro questo progetto. Da sempre appassionato di fotografia, lo scorso anno, mentre frequentava il corso di fotogiornalismo presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze, sotto la guida del collettivo Terraproject ha gettato le basi per il suo primo progetto personale. In tempi definibili non sospetti, specie se visti nell’ottica dei recenti fatti di cronaca locale e nazionale, la tematica scelta è stata quella del deli-

cato rapporto tra paesaggio e infrastrutture, tra natura e uomo che trova il proprio paradigma espressivo nelle comunità dell’Appenino toscoemiliano e la E45. Con l’occhio e l’obiettivo affinato dallo studio dei lavori dei più esponenti fotografi, tra tutti Alec Soth, Matteo affida a 20 scatti il racconto della vita all’interno di Valsavignone, Montecoronaro, Le Ville di Montecoronaro e Verghereto, luoghi vicini a casa e quindi tanto noti quanto logisticamente accessibili. Il lavoro si incentra così sulla loro esistenza, cambiata, sotto tanti aspetti, dalla costruzione del tratto di superstrada E45 e dalla chiusura della vecchia statale SS3 bis Tiberina che, contemporaneamente allo stato di degrado in cui versa, comporta giorno dopo giorno crescenti disagi

per i residenti. Se da un lato infatti quella che è stata definita la Grande Via ha favorito i collegamenti verso i maggiori centri abitati, dall’altro ha accelerato il processo di spopolamento di queste comunità montane in cui l’età media si alza e il calo demografico progredisce inesorabilmente dagli anni ’70 ad oggi. Lungi dai riferimenti letterari e cinematografici, l’espressione latina scelta per il titolo (it.«dove vai?») è una domanda che rimane volutamente aperta e si rivolge a tutti coloro che, in misura diversa, hanno a che fare con la E45. Con piglio decisamente fotogiornalistico, Quo Vadis? non ha alcuna pretesa di esaustività ma si “limita” a voler offrire una prospettiva, suggerendo o allargando laddove già esista, lo sguardo su ciò che per chi vive in queste zone è naturale e imprescin-

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