concorso CETES relazione illustrativa

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Ce.Te.S. RC Relazione illustrativa


Tavola 1 - Il concetto

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Tavola 2 - Il progetto tecnico

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Tavola 3 - L’architettura

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Ce.Te.S. RC Relazione illustrativa DATI DI BASE E SCELTE DI FONDO

1.1

oggetto del concorso 1.2

IL Concorso riguarda il complesso delle attrezzature dismesse dell’ex stabilimento Italcitrus posto nella frazione di Catona del Comune di Reggio Calabria da riutilizzare per la realizzazione di un intervento pubblico finalizzato alla realizzazione di un Centro Televisivo Sperimentale e Didattico-Culturale. L’area di riferimento di circa 14 mila metri quadrati va assoggettata, secondo la configurazione del bando, all’elaborazione di un progetto unitario per la riconfigurazione edilizia, ambientale, paesaggistica ed architettonica. Documento fondamentale per la progettazione degli interventi da prevedere con il presente concorso d’idee è il Documento Preliminare per la progettazione, redatto a norma di legge dal Responsabile del Procedimento. In realtà il Documento Preliminare per la Progettazione non è sostanzialmente o esclusivamente un documento tecnico per l’elaborazione progettuale ma piuttosto un quadro assai ampio delle possibilità di manifestazione e configurazione del “Centro Televisivo Sperimentale e didattico-culturale” da ubicare nelle aree dello stabilimento ex-Italcitrus. Il problema generale che occorre tenere ben presente riguarda la questione della compatibilità dell’intervento con la consistenza materiale dei manufatti e delle opere relative alle attrezzature dell’ex stabilimento Italcitrus. Ciò significa che se il Documento Preliminare alla Progettazione (DPP) indica il ventaglio delle possibilità da considerare per la realizzazione dell’intervento il senso del progetto sarà in realtà tutto legato alle scelte generali e funzionali maturate e alle effettive possibilità d’intervento rispetto alla consistenza dell’esistente.

consistenza dell’esistente

I fabbricati dell’ex impianto industriale sono di tipo e consistenza assai differente, secondo un ventaglio di possibilità che va da costruzioni con struttura in cemento armato realizzate a norma, fino a capannoni o strutture precarie che necessitano di una profonda rivisitazione strutturale e di una complessiva verifica di sostanziale compatibilità e di adeguamento alle normative tecniche in vigore. Il palese stato di abbandono dell’impianto implica la necessità di azioni determinate e decise garantite da un impianto progettuale forte. L’area ex Italcitrus non ha le caratteristiche di una preesistenza industriale significativa e non si può pertanto annoverare né come un esempio di impianto modello né come un caso archeologia industriale atto a legittimare un ragionamento scientificamente significativo sulla conservazione dell’esistente. In realtà l’occasione del concorso riguarda la rivisitazione “libera” di un patrimonio edilizio da assoggettare a recupero per evidenti questioni di rinnovo e risanamento di una struttura oggi ingestibile. La creazione di un centro televisivo sperimentale è certamente suggestiva ma evidentemente nata da una scelta di struttura strategica per la dotazione del comune di Reggio Calabria di un centro di formazione e produzione televisiva strutturalmente compatibile ai programmi dell’amministrazione comunale. Non a caso l’idea della struttura nasce da un accordo con la Rai sottoscritto nel 2004 e offre un ampio spettro di funzioni. Il concorso d’idee pone il problema dell’attuazione del Centro Televisivo Sperimentale e necessita quindi – aldilà delle soluzioni architettoniche compatibili di un programma funzionale assolutamente logico e praticabile. Ciò significa in particolare che dalla molteplicità di funzioni che si accavallano e sovraccaricano sui sei corpi di fabbrica di precaria consistenza si deve andare a scremare di quanto non direttamente utile ad un concreto concepimento e decollo della struttura. Ciò comporta che rispetto all’idea originaria del 2004 il Centro deve soddisfare una serie di nuovi requisiti che hanno di fatto modificato le tendenze e le modalità di funzionamento del settore e che di fatto hanno richiesto l’elaborazione e l’articolazione di un adeguato programma funzionale che sta alla base e motiva fortemente il progetto che si trasmette.


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otofoto

area Ce.Te.S

S.S. 18 Tirrenica inferirore Autostrada A3 SA-RC Ferrovia Lungomare Catona-Gallico Fiumara di Gallico ViabilitĂ in ammodernamento Provinciale Gallico - Gambarie

O

aereofotogrammetria 2004


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1.3

scelte di fondo di progetto

Alla luce di quanto indicato il gruppo di lavoro espresso dal RTP si è mosso in due direzioni: a. da un lato ha attentamente studiato e considerato l’esistente e le possibilità di recupero e nuova definizione formale dell’esistente con tutto ciò che la cosa poteva comportare e manifestare; b. dall’altro ha con estrema attenzione valutato la messa a punto del programma funzionale ricorrendo, per la particolare definizione delle esigenze, alle più interessanti professionalità “di settore”. Le due modalità di disamina delle esigenze e di formulazione di progetto sono state oggetto di una forma di sintesi che ha portato alla definizione di un’idea progettuale che, senza soluzione di continuità, ha permesso la configurazione generale della proposta articolando tanto il riutilizzo delle volumetrie realizzate nel tempo che la necessità di una nuova impostazione progettuale atta a dare un significato all’intervento. Ciò significa che la soluzione di progetto interviene direttamente sul riassetto dell’area e sulla messa a punto della proposta del Centro Sperimentale. Il riutilizzo di quanto realizzato nel tempo consente di tenere come riferimento la volumetria delle strutture che, considerate le possibilità di edificazione indicate per l’area e recepite dallo strumento urbanistico comunale, consente di far leva su quanto esprime la volumetria dell’insediamento. La dimensione dell’esistente si viene ad incrementare solo di quanto è direttamente consentito dalle norme comunali e non costituisce variazione sostanziale dello stato di fatto. La compatibilità del progetto allo stato di fatto è pertanto assicurata dalla sostanziale rispondenza del programma costruttivo alla consistenza reale dell’esistente. Le novità e le innovazioni che esprimono la forza e la definizione del progetto riguardano la necessità di una riorganizzazione formale che viene praticata con elementi di connessione, connettivo e spazi serventi che non alterano l’equilibrio dimensionale e la consistenza degli immobili e che si propongono come elementi funzionali. Le novità che riguardano gli spazi serviti riguardano essenzialmente la nuova destinazione d’uso delle parti e le caratteristiche tecniche, fisiche e funzionali che le rendono fruibili ed opportune secondo le nuove destinazioni d’uso. Quanto riguarda l’adeguamento e la trasformazione funzionale dell’esistente, così come quanto riguarda la rielaborazione formale necessaria per l’attuazione del nuovo programma funzionale non implica alterazione sostanziale della consistenza volumetrica ma piuttosto profonda rivisitazione e riorganizzazione delle attività in ragione del nuovo ruolo della struttura in attuazione delle opere necessarie per l’attuazione del nuovo Centro Televisivo sperimentale.


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TOTALE SERVIZI 300 MQ REGIA MOBILE 100 MQ

CAFFETTERIA 220 MQ SARTORIA+ DEPOSITO 175 MQ SALA CONF 230 MQ

CAMERINI 200 MQ

TOT UFFICI PT+1P 1000 MQ

1.4

REGIA MOBILE 360 MQ PARK COPERTO 330 MQ

CONNETTIVO STUDI 1150 MQ

STUDI DI PROD 1100 MQ

LAB SCENOGRAFIE 375 MQ

CONFERENZE 2 150 MQ PARK AREA 1 600 MQ

TOTALE CONNETTIVO 1000 MQ AULE 800 MQ CAFFETTERIA 1P 90 MQ PARK AREA 4 270 MQ PARK AREA 3 1000 MQ

REGIE DEP LUCI 500 MQ PARK AREA 2 270 MQ MEDIATECA 250 MQ

EMEROTECA+ ARCHIVIO 250 MQ

PERCORSO IN QUOTA 1140 MQ

TOT COPERTURE LAMIERA 3500-4000 MQ

TOTALE AREA PAVIMENTAZIONI ESTERNE, VERDE + ALTRO 8875 MQ

STRADE INTERNE 1000 MQ

programma funzionale

Con la dizione “Programma funzionale” si intende caratterizzare il progetto in ragione delle esigenze che si sono attentamente considerate in rapporto: A. alla effettiva configurazione che il Centro televisivo può avere alla luce delle più attuali tendenze di questa tipologia d’intervento; B. alla necessaria ottimizzazione delle risorse necessarie per conseguire l’obiettivo. Rispetto all’ipotesi del Documento Preliminare c’è da considerare il fatto che la notevole quantità di funzioni che verrebbero a gravare sull’area potrebbe inficiare il corretto funzionamento della struttura. La soluzione che si è perseguita è stata quella di mettere ordine in un programma costruttivo assai complesso e di formulare una proposta tale da dare unitarietà e possibilità di funzionamento alla struttura. Ciò ha comportato l’esigenza di provvedere a necessarie specializzazioni che sono oggi ritenute assolutamente fondamentali per il conseguimento di obiettivi di flessibilità, efficienza e notevole rendimento del Centro. Il “rendimento” va considerato con attenzione perché determina il successo della proposta e la compatibilità dell’intervento con la necessaria possibilità di rientro degli investimenti. Il ragionamento è stato quindi precisato sulla base della considerazione non solo delle differenti parti funzionali, quanto piuttosto dei contenuti specifici che queste parti debbono poter soddisfare. La dizione del bando di Centro Televisivo Sperimentale e didattico-culturale ha fatto guardare consapevolmente a diverse possibilità reali. La prima è che il Centro sia sostanzialmente un Centro di formazione e di promozione culturale quindi sostanzialmente gestito coi finanziamenti del Fondo Sociale Europeo. Potrà prevedere delle sperimentazioni, ma sostanzialmente riguarderà il settore formazione. La seconda ipotesi considerata, che possiamo ritenere complementare alla prima, è che il centro affidi degli spazi ai privati per attività di produzione e postproduzione audiovisiva e multimediale. Attività che in termini finanziari possono essere assistite dai fondi per i BIC e per i POR. La soluzione proposta, tutta basata sulla divisione tematica degli spazi, prevede la realizzazione di un centro di produzione in grado di fornire dei prodotti competitivi che consentano di tenere presenti le richieste e le esigenze del mercato. L’area di formazione e la mediateca sono state calibrate in ragione del significato che oggi si attribuisce a tali attività. In particolare saranno elementi atti ad una comunicazione avanzata dei dati. La mediateca va intesa come luogo della memoria digitale dei documenti prodotti e non come luogo di mera raccolta di dati, funzione che oggi, in maniera più appropriata si delega a strutture che rientrano nel circuito delle biblioteche. Al contrario la mediateca del Centro – all’interno della quale ci sarà la memoria dell’area della formazione si identifica come un archivio forte delle esperienze e delle attività promosse e gestite in situ, archivio multimediale avanzato, scatola nera delle attività del Centro. Al contrario la mediateca del Centro – all’interno della quale ci sarà la memoria dell’area della formazione si identifica come un archivio forte delle esperienze e delle attività promosse e gestite in situ, archivio multimediale avanzato, scatola nera delle attività del Centro.


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EDIFICIO A - schemi funzionali


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EDIFICIO B - schemi funzionali


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EDIFICI C, D, E, F - schemi funzionali


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1.5

Considerazioni generali strategiche 1.6 sulle funzioni del Centro Televisivo

1.5.1 la schematizzazione funzionale del progetto produttivo risulta ottimizzata anche rapportandola ai nuovi (ma ormai consolidati e indispensabili) scenari della digitalizzazione e della conseguente trasformazione dei processi di workflow tra luoghi dove prendono forma gli eventi e necessitano di essere documentati (gli studi televisivi), luoghi dove la documentazione viene registrata e conservata (tradizionalmente le salette “rvm”, più in generale tutto il processo che porta all’archivio…. ma è più esplicito parlare di memorie di massa, server audiovisivi), luoghi dove i materiali dell’archivio vengono elaborati e trasformati in differenti forme e messaggi (la post-produzione… ma è più concreto parlare di piattaforme multimediali di edizione) e luoghi di diffusione/distribuzione (hub multimediali che, chiudendo con un cerchio tutte le fasi della produzione, si ricollocano anche all’inizio del processo come luogo di ricezione e quindi ulteriore fonte di materiali di documentazione da sottoporre e far interagire con le attività degli studi, dell’archivio, della elaborazione e della diffusione); 1.5.2 la presenza di funzioni formative, considerati gli spazi disponibili, potrà essere integrata (e questo più che un rimedio può essere una scelta dettata dall’indispensabile necessità di formazione sul campo per tutte le attività che un centro di produzione televisiva e un centro multimediale prevedono) con le diverse attività di produzione, post-produzione e edizione, riducendo lo spazio necessario alle tradizionali aule e prevedendo, nel piano gestionale, tempi ed occasioni di formazione “operativa”; 1.5.3 negli scenari della completa digitalizzazione dei processi produttivi la riduzione delle aree destinate inizialmente ai laboratori di scenotecnica trova motivazione e coerenza con lo sviluppo di spazi finalizzati alle elaborazioni digitali delle immagini, degli effetti e delle scene, arricchendo la rete delle attività di post-produzione; 1.5.4 l’insieme del complesso che ospiterà in Ce.Te.S. può essere rappresentato in pianta da una suggestione informatica: i corpi D ed E le periferiche audiovisive (gli studi), il corpo C il processore e la scheda madre (la postproduzione), il corpo F l’hard disk (l’archivio), il corpo A il modem (l’area tecnica per l’esterno), il corpo B il sistema operativo (gli uffici amministrativi), l’elemento di connessione e cablatura dei vari componenti. Un sistema organico, complesso, integrato ma aperto alle evoluzioni degli scenari futuri dell’ICT (information communication technology). 1.5.5 Si ribadisce l’attualità e praticabilità dell’ipotesi di suddivisione gestionale delle attività degli studi televisivi, delle elaborazioni multimediali e dell’archivio: le tre attività, con tutto il potenziale sinergico che il progetto architettonico e funzionale esprimono, si porrebbero sicuramente meglio sul mercato proponendosi anche singolarmente, come prodotti differenziati con dinamiche economiche indipendenti. Risulta strategicamente importante le previsione, in prossimità degli studi televisivi, della possibilità di parcheggio di mezzi mobili per la regia, la post-produzione e la trasmissione satellitare: gli stessi (studi) potrebbero essere noleggiati a terzi che per motivi diversi decideranno di operare con mezzi propri, senza utilizzare le regie ed i processi di lavorazione del centro televisivo;

soggetto gestore

Il successo e la capacità di impatto di questo Centro televisivo sperimentale rispetto al territorio saranno direttamente condizionati dalle capacità operative dei soggetti gestori. È infatti ipotizzabile che, aldilà dell’esigenza di abbrivio del Centro che potrà essere pilotata da un unico soggetto, si possa pensare a tre differenti soggetti gestori: uno per la gestione degli studios, uno per la post-produzione e la formazione e uno per la mediateca, guardando in particolare allo sviluppo delle nuove televisioni digitali (satellite, DTT, IPTV, web TV) che significano interattività, virtualità, multimedialità. Nel concreto, fatta salva l’area della mediateca-memoria del Centro che avrà una sua autonomia di funzionamento e gestione, l’intero Centro si ripartisce in due grossi spazi tematici e funzionali: il primo dedicato agli studi televisivi, il secondo alle nuove tecnologie digitali che costituiscono la prospettiva reale del settore. Le restanti parti configurate nell’area con un preciso riparto di funzioni accessorie e pertinenze costituiscono il tessuto e il connettivo che rende praticabile ed efficace la proposta.


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DESCRIZIONE DEL PROGETTO 2.1

scelte progettuali generali ed elementi 2.2

E’ fin troppo evidente che intervenire sull’area ex Italcitrus significa rideterminare i termini di una nuova relazione tra le parti e identificare le occasioni di riaggregazione formale e sostanziale che il progetto può consentire. In particolare si è scelto di dare unitarietà all’intervento con soluzioni architettoniche atte a riorganizzare formalmente la connessione tra i blocchi. Tale situazione è assolutamente necessaria, oltre che per conferire unitarietà all’intervento, anche per consentire occasioni di collegamento, materiale, funzionale e sostanziale, tra le parti. Si propone nella sostanza un nuovo e necessario livello di comunicazione che diviene occasione di accessibilità tra le diverse parti funzionali e di distribuzione tra i blocchi. Le attività e le nuove relazioni della proposta espressa con il nuovo programma funzionale danno un senso complessivo alla struttura, riaggregando le diverse parti e stabilendo un rapporto tra le aree, indicando possibili gerarchie di interconnessione, direttamente legate al rendimento e alla produttività della struttura. La relazione e la comunicazione fisica tra le parti riguarderà un livello superiore a quello dell’attacco a terra, sovraccaricato di fatto dalle molte promiscuità legate da una sequenza di corpi di fabbrica sorti fuori da ogni precisa programmazione. L’elemento di connessione, che si propone formalmente come un passaggio aereo che collega i diversi blocchi, si offre altresì come occasione di identificazione del passaggio materiale che avviene dalla struttura industriale abbandonata e dismessa alla nuova struttura produttiva e culturale espressa dal Centro Sperimentale televisivo. Non si propone come semplice fatto formale ma piuttosto come elemento di riammagliatura dei diversi elementi in ragione delle nuove funzioni e delle nuove relazioni. Elemento di ricomposizione che può essere considerato icona e layout del nuovo progetto. Il segnare formalmente il nuovo progetto indica in particolare la notevole importanza che si attribuisce al nuovo Centro che rivestirà un rilevante ruolo strategico tanto come struttura produttiva che come struttura didattico-culturale di valenza territoriale.

progetto e situazione urbanisca-ambientale

Alla scelta della nuova configurazione formale contribuisce in maniera sostanziale il ruolo urbanistico-ambientale che il nuovo segno territoriale deve svolgere come occasione di ridefinizione di un’area fin oggi trascurata e sottovalutata posta nello scenario unico dello Stretto, in una zona protesa verso quella che architetti come Samonà e Quaroni definivano la Metropoli dello Stretto, luogo di una centralità di rapporti e relazioni territoriali di estrema qualità e suggestione. Regione metropolitana o conurbazione dello Stretto, nella definizione storica proposta da Lucio Gambi. La singolarità dell’area dello Stretto e la connessione logica di due sponde significa anche estremo pregio ambientale e un forte ruolo strategico che coinvolge le aree interessate. Aldilà del significato dell’area e della caratterizzazione del progetto, tutto proteso alla massima esaltazione di una ipotesi di riorganizzazione produttiva avanzata, c’è da considerare la valenza culturale e urbanistica di un programma costruttivo che tende a dotare la città di Reggio Calabria di un servizio culturale d’eccellenza, servizio territoriale di eminente importanza che interessa un’area sensibile. La dimensione del servizio territoriale, se la si vuole considerare nell’ambito del quadro normativo-urbanistico in vigore, non va assolutamente trascurata perché indica la congruità di un intervento nella strategia di una amministrazione comunale che guarda a servizi di tipo superiore che riguardano una porzione di territorio ampia che tende a superare la dimensione dei confini comunali. Il territorio diviene quindi l’occasione del riassetto di diverse funzioni e di recupero complessivo che travalicano la possibilità d’impatto del semplice programma edilizio e si propongono come azioni complesse che si rapportano direttamente ai valori strutturali e ambientali di un’area. In questo senso la proposta guarda palesemente ad una dimensione territoriale d’intervento e si propone come riferimento concreto di una modalità del tutto nuova di manifestazione, segno di una precisa partecipazione al ridisegno dell’ambiente antropizzato. Questa situazione, considerato da un lato il ruolo fondamentale degli spazi per la cultura e dall’altro il ruolo consapevolmente “produttivo” dell’intervento, connota la scala territoriale della proposta che determina un valore aggiunto di significativo rilievo. Nella sostanza su un’area dismessa e di difficile gestione prende corpo una proposta che vuole essere contemporaneamente tecnologicamente e strutturalmente avanzata, appropriata alle condizioni di riequilibrio di un’area e compatibile con la realtà ambientale dello Stretto.


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2.3

attacco a terra e ridefinizione degli elevati

Nella proposta progettuale le aree dell’attacco a terra - suolo, spazi liberi e connettivo – sono stati significativamente riorganizzate per offrire una migliore connessione con l’esterno, fuori dai pesanti condizionamenti del flusso veicolare, e una relazione più ammissibile tra le parti. L’occasione di riorganizzazione riguarda, nelle previsioni di progetto, tanto la modifica delle caratteristiche del suolo che le modalità di utilizzo. In particolare si dismetterà l’immagine di attacco a terra inteso come immagine di pavimentazione stradale di connessione tra le parti, fatto che non faceva altro che sottolineare l’estrema casualità delle relazioni tra blocchi edificati in tempi differenti. L’attacco a terra non si sottrarrà alle funzioni di mezzo di relazione diretta tra le parti, con quanto di viabilistico la cosa comporta, ma tenderà, come le altre parti dell’area, a contribuire ad una specializzazione di funzioni. La proposta di progetto tende a conferire unitarietà e nuova dignità di funzionamento all’intera area, supera quindi concettualmente e concretamente la discrasia che caratterizza l’attuale immagine di quanto resta dell’impianto produttivo dell’Italcitrus. La visione di diversi corpi di fabbrica collocati in aree con quote e piani di sedime differenti offre oggi la visione di una situazione di difficile lettura nella quale non si rintraccia la semplicità delle connessioni logiche che in condizioni normali fa parte dell’immagine di un impianto produttivo. Disomogeneità, differenze e una certa precarietà delle soluzioni ha imposto la scelta di una forte caratterizzazione architettonica del nuovo centro che si basa su alcune chiare regole: 1. la specializzazione delle funzioni secondo il programma funzionale indicato, al fine di dare ai diversi corpi di fabbrica la dignità di un recupero ammissibile e tecnicamente plausibile; 2. l’esigenza di dare connessione logica e materiale all’intero complesso consentendo accessibilità e condizioni di utilizzo non inficiate dai vincoli che oggi rendono difficilmente praticabile l’area; 3. la congruità della soluzioni tecniche da praticare in ragione del recupero fisico dell’esistente; 4. l’ammissibilità delle soluzioni rispetto alla normativa urbanistica del Comune di Reggio Calabria; 5. la scelta di soluzioni progettuali improntate a soluzioni tecniche innovative e compatibili atte a qualificare qualitativamente l’intervento.


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2.4

descrizione tecnica del progetto e regole

Si richiamano le regole già espresse con i necessari riferimenti alle soluzioni di progetto: 2.4.1. la specializzazione delle funzioni. Si fa specifico riferimento al programma funzionale, punto 1.4, che è condizione imprescindibile per la realizzazione e che costituisce il layout funzionale che è elemento fondamentale che determina la motivazione delle scelte e la conseguente praticabilità delle soluzioni. Il layout funzionale è chiaramente espresso negli elaborati progettuali e diviene il manifesto del nuovo Centro Televisivo Sperimentale con l’indicazione specifica di spazi, condizioni di funzionamento e pertinenze. 2.4.2. la connessione logica e materiale all’intero complesso. La relazione diretta tra i diversi corpi di fabbrica e le differenti aree è condizione fondamentale per la riuscita dell’intervento e si propone come elemento di unificazione concettuale e di riaggregazione formale determinata. La soluzione architettonica messa a punto propone un elemento curvileneo di connessione che corrisponde ad un cordone ombelicale che determina la relazione e lo scambio tra le parti. Formalmente tale elemento non è posto a livello del suolo – dove non farebbe che sovraffaticare i diversi elementi che insistono sull’area e sarebbe inficiato dai diversi vincoli materiali – ma piuttosto crea una relazione sostanziale aerea, posta in quota, sul livello delle odierne coperture, che determina una connessione che nel concreto darà accessibilità selettiva alle diverse parti. L’andamento della connessione aerea determina la relazione, senza soluzione di continuità, tra le differenti zone funzionali e semplifica rapporti e comunicazioni. Complessivamente si pone come immagine unificante dell’intervento e tocca le differenti parti in ragione delle differenti possibilità di utilizzo identificate nel programma funzionale. Tecnicamente corrisponde ad una copertura leggera realizzata con struttura metallica reticolare con sezione curvilinea che si conclude in alto con la chiusura che funziona da protezione e consente l’accessibilità delle parti in qualunque stagione. Il segno della connessione tra i volumi è forma plastica e articolata che indica l’unitarietà all’intervento e propone una visione generale che caratterizza formalmente il progetto, come un logo che vuole esprimere con un segno una determinata volontà di approccio e una nuova modalità di funzionamento. L’utilizzo di una connessione con un elemento che si sviluppa con alcune curve a dimensione variabile offre una dimensione planimetrica non monotona che rimanda alla complessità delle relazioni e alla possibilità di affacciarsi sul panorama dello Stretto da un punto di vista privilegiato. La soluzione non dà impatto perché la sua trasparenza e la mancanza di definizione di un volume chiuso la rendono semplicemente e logicamente

appoggiata ai volumi esistenti, nuova occasione di continuità e funzionamento. 2.4.3. la congruità della soluzioni tecniche da praticare. Il recupero fisico dell’esistente costituisce la scelta di base dell’intervento e si pone come ulteriore elemento fondamentale del programma che si propone col progetto. Poiché i diversi corpi di fabbrica rispondono a differenti tipologie costruttive le soluzioni proposte sono riferite alle differenti tecnologie utilizzate. Ciò comporta in particolare che si utilizzino soluzioni differenti per le strutture in cemento armato e per le strutture metalliche. Per i corpi in cemento armato le soluzioni praticabili riguardano il consolidamento strutturale delle parti degradate e la riorganizzazione fisica delle parti. Il consolidamento strutturale non presenta particolare complessità considerato il fatto che non si manifestano rilevanti dissesti strutturali e che le patologie riscontrate riguardano essenzialmente fenomeni di limitata importanza come l’esplosione di sezioni copriferro o alcuni piccoli fenomeni legati a modifiche ed alterazioni parziali succedutesi nel tempo. Gli interventi di consolidamento in alcuni casi potranno riguardare il consolidamento di solai per prevenire fenomeni di sovraccarico dovuti a particolari funzioni. Gli interventi sugli spazi interni riguarderanno essenzialmente l’abbattimento di tramezzature e la ricostruzione delle partizioni. Fermo restando che buona parte delle partizioni interne saranno realizzate con elementi divisori prefabbricati o pannellature smontabili. Nel programma costruttivo proposto si bada a conservare e riutilizzare quanto può essere recuperato ad un nuovo utilizzo, a partire dal recupero dei nodi verticali (scale, elevatori) e degli impianti esistenti (canalizzazioni, reti, localizzazione servizi igienici). L’esigenza di ottenere una struttura funzionante a norma ha implicato la previsione di un adeguamento completo delle strutture esistenti e la nuova realizzazione degli impianti secondo il particolare tipo di cablaggio che il Centro richiede. L’accessibilità ai soggetti differentemente abili sarà assicurata dal nuovo sistema di connessione e dai nuovi elevatori posti in corrispondenza dei vani scala. Le facciate esterne dei corpi in c.a. saranno oggetto di interventi di risanamento e recupero della continuità di funzionamento delle parti, fermo restando che gli interventi di ridefinizione formale saranno realizzati con pannellature o griglie leggere sovrapposte che non influiranno sul funzionamento strutturale dei diversi corpi, né costituiranno incrementi volumetrici. I corpi di fabbrica realizzati con struttura d’acciaio saranno assoggettati a bonifica delle finiture inammissibili, come le coperture in Eternit, e a verifica strutturale per renderle adeguate alle nuove funzioni. È previsto un intervento di modifica strutturale solo per i due capannoni


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posti sul lato nord che, in quanto destinati alla realizzazione degli studi, dovranno subire una modifica volumetrica consistente in una variazione della sezione trasversale con incremento dell’altezza necessario per la realizzazione degli spazi per l’illuminazione artificiale e per la creazione della cabina di regia soprelevata. Questa soluzione permetterà una adeguata riconversione dei due blocchi e la realizzazione degli spazi necessari. In particolare si è prevista, nello spazio dei due padiglioni, la creazione di più studi destinati alla produzione che potranno funzionare contemporaneamente. Tecnicamente pertanto verranno modificate le strutture metalliche in elevazione e si provvederà ad un recupero di altezza necessario per i parchi lampade e la regia. Modifica tecnica che comporterà solo un limitato incremento di volumetria. Nell’intero progetto si prevede una sola demolizione e ricostruzione per il corpo di fabbrica YY che appare oggi assolutamente precario da un punto di vista strutturale. Il blocco che si ricostruisce utilizza la stessa area con una partizione più articolata dovuta al fatto che sarà il luogo dove viene ubicata da un lato l’emeroteca e l’archivio mentre dall’altro si pone la sala conferenze. Anche in questo caso il volume ricostruito, che sarà realizzato con struttura portante metallica, non determina incremento di volumetria rispetto a quanto ammesso dalle norme comunali. 2.4.4. l’ammissibilità delle soluzioni rispetto alla normativa urbanistica Le aree d’intervento del Centro Televisivo Sperimentale ricadono oggi in zone del Comune di Reggio Calabria identificate come zona omogenea B (aree di trasformazione conservativa) e, in parte, come zona omogenea E (Aree per attività primarie). Il progetto mantiene immutate le densità edilizia e fondiaria di zona, prevedendo solo alcuni incrementi che ricadono nel 20% consentito dalle norme e che riguardano i due corpi di fabbrica posti sul lato nord dell’area e costituiti dagli studi televisivi. Il progetto non prevede pertanto alterazioni o modifiche dell’esistente ammesse dalle norme. I nuovi elementi di connessione o ridisegno non costituiscono modifica di cubatura perché si manifestano solo come parti porticate o semplici coperture aperte. 2.4.5. soluzioni progettuali improntate a soluzioni tecniche innovative Il progetto del Centro Televisivo Sperimentale prevede l’utilizzo di soluzioni e tecnologie direttamente legate al conseguimento della migliore qualità possibile degli interventi. Queste soluzioni da un lato fanno parte dell’elaborazione progettuale vera e propria e si pongono come soluzioni tecniche compatibili legate al conseguimento della migliore qualità architettonica come indicazione di uno standard d’intervento avanzato che considera il ruolo di sistemi di connessione e comunicazione realizzati con strutture leggere compatibili alla scala dell’intervento sull’esistente, dall’altro considerano la possibilità di utilizzare materiali e soluzioni tecniche in grado di migliorare qualitativamente le possibilità di funzionamento del Centro. Il miglioramento delle possibilità di comportamento di quanto previsto dal progetto riguarda tanto l’uso di materiali e soluzioni “compatibili” che l’utilizzo di sistemi legati alla migliore gestione della struttura. L’uso di soluzioni compatibili implica la scelta di utilizzare materiali co-

struttivi e strutture leggere che non determinano né sostanzialmente, né concettualmente problemi d’impatto, mettendo da parte soluzioni “pesanti” in quanto inopportune e invasive. In questo senso oltre all’utilizzo per le nuove strutture di materiali leggeri (acciaio, strutture reticolari, coperture in materiali compositi) si da molta importanza a soluzioni tecniche in grado di determinare il contenimento dei costi di gestione e manutenzione. Si prevede pertanto per le finiture esterne l’utilizzo di materiali atti al contenimento della dispersione termica con l’utilizzo di sistemi basati su sandwich o pacchetti isolanti atti a contenere la trasmissione termica. Sistemi passivi di finitura che devono mitigare lo scambio con l’esterno specie nei corpi di fabbrica realizzati con strutture metalliche come i corpi di fabbrica degli studi. A questo sistema passivo va accoppiato un sistema di aerazione, ricambio d’aria e climatizzazione necessario per il possibile uso nelle diverse condizioni climatiche. Queste soluzioni sono state oggetto di valutazione economica nel computo degli interventi posto a conclusione della relazione. Il contenimento del consumo energetico del Centro è stato valutato con attenzione, considerato il fatto che un centro televisivo necessita di molta energia per il funzionamento degli impianti di aerazione e condizionamento, dei parchi lampade, dei corpi illuminanti, dell’hardware e dei dispositivi di trasmissione dati. A questo scopo si prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico costituito da 4.000 metri di superficie di captazione realizzata con pannelli standard di dimensioni di m 1.66 x 1.00 in grado di fornire 50 kw di corrente. La superficie di captazione è posta sulle coperture dei corpi C, D ed E e consente una relativa autonomia di funzionamento, andando a servire essenzialmente la parte che necessita di maggiore dotazione energetica. Volendo fare una facile valutazione si può dire che 50 kw di corrente corrispondono mediamente al 30-40% del consumo medio del Centro valutato in una condizione di utilizzo normale. Ciò significa che l’apporto dell’impianto fotovoltaico può consentire di avere, senza ulteriori oneri, l’energia necessaria per far funzionare gli impianti di aerazione, condizionamento, attrezzature elettroniche. Resta il fatto che in condizioni d’uso particolari, come nel caso dell’uso contemporaneo degli apparecchi d’illuminazione di tutti gli studi il consumo potrebbe salire a 200-250 kw. Questa soluzione è di estremo rilievo perché permette di abbattere i costi di gestione del Centro ed indica una prospettiva di utilizzo assai interessante. La soluzione dell’uso dei pannelli fotovoltaici – considerato in particolare il tipo di pannelli utilizzati è di fatto assolutamente compatibile con le nuove strutture e può essere implementata nel tempo ed estesa alle parti del collegamento aereo di connessione dei diversi corpi di fabbrica. C’è altresì da considerare il fatto che con questa soluzione non solo è possibile ridurre sensibilmente il consumo di corrente elettrica e garantire una relativa autonomia energetica complessiva alla struttura, ma è possibile fare ricorso a formule di incentivazione che vengono assistite da provvidenze economiche. In fase di previsione dei costi non sono state calcolate le misure di abbattimento economico dell’investimento e si è computato l’intero costo dell’impianto, gravato di tutti i costi relativi agli elementi accessori (inverter, quadri elettrici, cablaggio, ecc.) considerando gli oneri necessari per un funzionamento a regime.


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2.5

programma degli interventi 2.5.1 Corpo A Area tecnica per l’esterno. Si recupera completamente il capannone realizzato a norma, si dismettono le coperture metalliche precarie realizzate in contiguità. Il capannone viene destinato ad area tecnica per l’esterno dove accogliere e conservare le attrezzature per regia mobile e le attività esterne. L’area viene altresì dotata di un parcheggio coperto di 330 mq. Sulla stessa area avviene l’aggancio con la struttura di comunicazione che consente l’accesso in quota alle differenti parti del Centro. A conclusione del passaggio coperto soprelevato si trova l’antenna di trasmissione che diviene il fondamentale mezzo di comunicazione via etere. 2.5.2 Corpo B – Il sistema operativo (gli uffici amministrativi). Si recupera completamente la costruzione in c.a. e gli spazi contigui, risanando la struttura e rimuovendo le coperture precarie. È il luogo degli uffici amministrativi e di gestione dell’intero complesso. Gli uffici si distribuiscono su una superficie di 1.000 mq ed hanno in contiguità una piccola sala conferenze di 230 mq ed una caffeteria di 220 mq. Il blocco è accessibile tanto dal passaggio coperto in quota che da terra. 2.5.3 Corpo C La post-produzione. Si recupera completamente la costruzione in c.a. con il relativo sistema distributivo che viene integrato dall’elevatore per soggetti meno abili. Si riorganizzano completamente le facciate e si integra la copertura piana con un sistema porticato che la rende utilizzabile per funzioni integrative. È destinato alla post-produzione, vale a dire alla completa elaborazione delle informazioni e di quanto prodotto negli studi, ai laboratori, agli spazi per la didattica, ai camerini. I laboratori che ospita sono destinati alla messa a punto dell’attività degli studi, alle scenografie, ai costumi, alle elaborazioni d’immagine ed effetti. È il nucleo fondamentale delle attività produttive, il luogo nel quale si concepiscono e si gestiscono le diverse attività di produzione, dall’idea fino alla elaborazione finale dei prodotti. Il nucleo destinato alla formazione, costituito da aule e laboratori per la didattica risulta parte fondamentale e integrante di questo corpo, luogo della trasmissione della conoscenza e del know-how. Il blocco è accessibile tanto dal passaggio coperto in quota che da terra. L’elemento di connessione incontra il corpo C sul lato nord, in corrispondenza del solaio del secondo livello fuori terra, rendendo contemporaneamente accessibile il livello superiore del blocco degli studi. Sul solaio di copertura, chiudendo ed utilizzando una porzione di 250 mq del sistema porticato, si sviluppa lo spazio della mediateca. 2.5.4 Corpi D ed E – Gli studi. I due capannoni metallici, che appaiono oggi strutturalmente sottodimen-


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sionati, vengono radicalmente modificati al fine di consolidare integralmente la struttura portante e vengono anche trasformati nella sezione trasversale, con la modifica della copertura, per recuperare l’altezza necessaria alle esigenze degli studi. Contemporaneamente si riduce sul fronte est la superficie utile per dare maggiore spazio al parcheggio di servizio. La modifica della sezione trasversale ha lo scopo da un lato di ottenere un’unico sviluppo curvo della superficie di copertura, dall’altro di recuperare, nella zona più elevata, un solaio parziale per la postazione delle regie e lo spazio per la sistemazione dei parchi lampade. Questa soluzione ottimizza il rendimento della zona studi perché permette l’organizzazione di ben quattro studi che possono funzionare contemporaneamente e indipendentemente l’uno dall’altro. Il livello superiore della regia permette di seguire dall’alto quanto avviene nei diversi spazi inferiori e di dare le istruzioni necessarie ai quattro studi. La superficie degli studi è stata messa a punto al fine di calibrare la struttura alle esigenze delle diverse produzioni. Ciò significa che la dimensione della superficie di ogni studio è rapportata alle reali esigenze della produzione, andando da un minimo di 200 mq ad un massimo di 670 mq netti, con l’esclusione di spazi di servizio e di connettivo. Essendo gli spazi e i sistemi di illuminazione modulari queste dimensioni possono essere incrementate o diminuite. La superficie complessiva del blocco studi è di 2120 mq. 2.5.5 Corpo F – Archivio ed Emeroteca. Si dismette completamente il volume precario del corpo F, assolutamente precario nella sua consistenza e si edifica un nuovo corpo con struttura metallica che occupa una superficie parziale dello spazio recuperato. Questo corpo è, a sua volta diviso in due parti: la prima contiene archivio ed emeroteca, la seconda una piccola sala per conferenze. Complessivamente il nuovo corpo si propone come archivio informatico del Centro, una sorta di hard-disk in grado di costituire la memoria storica della struttura vista nelle sue manifestazioni esterne di produzione e comunicazione culturale. Il ruolo della sala conferenze sarà pertanto quello di costituire un terminale pubblico di comunicazioni e occasioni di scambio. 2.5.6 Il corpo di collegamento. Il collegamento in quota tra i diversi corpi di fabbrica rappresenta l’elemento di connessione fondamentale, il cordone ombelicale o, se si preferisce, il cavo che da la possibilità di raggiungere le diverse parti del Centro senza gli inconvenienti dei percorsi a terra, faticosi e complessi per le diverse quote di sedime dei sei diversi corpi di fabbrica. Consente accessibilità e possibilità di relazione semplificate, esprime la volontà di dare unità e continuità a parti che non sono nate da una logica di razionale aggregazione. È formalmente l’elemento forte e il simbolo del progetto, nella realtà costituisce l’unica possibilità di dare un senso compiuto all’intervento e di conferire dignità di relazione alle diverse zone funzionali di un Centro che ha bisogno di una precisa possibilità di identificazione e funzionamento. Il sistema di connessione si basa su un corpo sezione variabile che si appoggia sul corpo B ed è tangente ai diversi corpi di fabbrica. Sarà realizzato con struttura leggera metallica reticolare e svolgerà contemporaneamente il ruolo di collegamento pedonale e di connessione cablata tra i diversi corpi, consentendo la trasmissione di dati ed informazioni, connettivo insostitui-


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bile e punto di vista privilegiato del panorama dello Stretto. 2.5.7 La sistemazione dell’attacco a terra. La rivisitazione degli spazi esterni ha comportato la necessità di creare i parcheggi necessari alla ricettività veicolare e di riservare a tutti gli spazi liberi dal traffico veicolare la sistemazione a verde attrezzato. La possibilità di spostare i percorsi pedonali in quota rende di fatto percorribile in condizioni di sicurezza l’intera area e consente un diverso uso delle pertinenze dei blocchi. 2.5.8 Manutenzione e costi di gestione. Il progetto si basa sul recupero di buona parte dei corpi di fabbrica, sulla ottimizzazione degli interventi di adeguamento e modifica, sulla dismissione delle parti non recuperabili perché oggettivamente poco affidabili e strutturalmente precarie. Le nuove integrazioni e il nuovo corpo di fabbrica nascono dall’esigenza di migliorare la qualità dell’esistente e usano tecnologie e soluzioni atte a migliorare la sostenibilità dell’intervento. In questo senso tutte le soluzioni di progetto, come appare chiaramente dagli elaborati, risultano tecnicamente basate su soluzioni di rilevante livello qualitativo e di notevole efficienza. Si prevede di fatto un miglioramento dei comportamenti energetici, l’utilizzo di un parco fotovoltaico posto su 4.000 mq di coperture, una organizzazione di funzioni che si esprime non tanto come un miglioramento distributivo del comportamento delle diverse architetture, quanto piuttosto in una condizione di applicazione di un programma funzionale che tende al conseguimento degli obiettivi del bando. Ne consegue che il buon comportamento delle parti e l’ottimizzazione delle funzioni in ragione delle soluzioni adottate comporta di fatto una consistente riduzione dei costi di gestione e un limitato costo degli interventi di manutenzione. L’abbattimento di questi ultimi si prevede in ragione delle tecnologie adottate e del fatto che tutte le parti in condizioni di precaria consistenza sono state dismesse o abbondantemente riorganizzate utilizzando soluzioni tecniche più avanzate.


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STIMA DEI COSTI D’INTERVENTO

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costi di previsione

Nel Bando il costo complessivo stimato di realizzazione dell’opera, così come previsto nell’ambito del Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2008/2010 del Comune di Reggio Calabria, è stato stimato per un importo complessivo pari a € 9.500.000, a cui corrisponde un costo indicativo dei soli lavori di €. 6.650.000. Questa somma di previsione dei lavori è stata attentamente considerata nella realizzazione del progetto per consentire un computo sommario delle opere da eseguire ed ha comportato l’elaborazione di una valutazione che si riporta di seguito. La disaggregazione dell’importo dei diversi lavori è stata effettuata utilizzando delle macro-voci, utilizzando i criteri del computo sommario della spesa indicati dal DPR 554/99 per i progetti preliminari con le integrazioni richieste dal Bando.

computo sommario delle opere da eseguire Interventi sulle costruzioni esistenti e sull'area A.1

DEMOLIZIONI PARZIALI E TRASPORTI

€ 245.000,00

A.2

OPERE SISTEMAZIONE AREA, ALLACCI, PARCHEGGI, VERDE ATTREZZATO E ILLUMINAZIONE ESTERNA

€ 340.000,00

A.3

INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO, TRAMEZZATURE INTERNE, COIBENTAZIONI E SISTEMAZIONE COPERTURE

€ 460.000,00

A.4

OPERE DI FINITURA INTERNA ED INFISSI

€ 360.000,00

A.5

SISTEMAZIONE SERVIZI, CAFFETTERIA, AREA DIDATTICA

€ 425.000,00

Realizzazione nuovi interventi architettonici A.6

SISTEMA DI CONNESSIONE IN STRUTTURA METALLICA LEGGERA

€ 760.000,00

A.7

COSTRUZIONE NUOVA ANTENNA TRASMISSIONE

€ 180.000,00

A.8

COSTRUZIONE COMPLETA BLOCCO MEDIATECA - ARCHIVIO

€ 1.050.000,00

A.9

OPERE PER COPERTURE PORTICATE, TAMPONATURE ESTERNA E FINITURA

€ 680.000,00

Impianti A.10

IMPIANTI ELETTRICI, VIDEOSORVEGLIANZA E ANTINCENDIO

€ 840.000,00

A.11

IMPIANTI AERAZIONE, CLIMATIZZAZIONE E IDRICO-SANITARIO

€ 950.000,00

A.12

IMPIANTO FOTOVOLTAICO COMPLETO DA 50 KW

€ 360.000,00

TOTALE IMPORTO DELLE OPERE

€ 6.650.000,00


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