Un paese e cento storie. Cronache e ricordi tra Montelevecchie e Belvedere Fogliense

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Tra il 1938 e il 1948 don Giovanni Gabucci lavorò a più riprese a uno stemma per il Comune di Tavullia che però non fu, almeno a quanto risulta a tutt’oggi, mai realizzato. La vicenda dello stemma si intreccia a quella del cambio di nome da Tomba a Tavullia: il 24 novembre 1938 don Giuseppe Garattoni scrive a don Gabucci chiedendogli uno stemma che si confaccia ai tempi moderni e al nome prescelto Pinezia: Noi per esempio pensiamo ad uno stemma che abbia sullo sfondo un castello (bene si presterebbe l’antico castello di Montelevecchie) circondato da pini e in primo piano un terreno coltivato, ove un aratro con buoi ara, oppure un contadino semina o miete.

Don Giovanni Gabucci, disegni per lo stemma di Tavullia con la rocca di Montelevecchie (Archivio Diocesano di Pesaro)

Il 22 dicembre don Garattoni informa don Gabucci che lo stemma è piaciuto assai a tutte le Autorità ed è desiderio che resti anche per il nuovo nome Tavullia, dato a Tomba. Si tratta solo di cambiare la pianta, lasciando il resto che va bene. Secondo il parere nostro, bisognerebbe disegnare un fiume, il Tavollo e scrivere sulle sponde: Marche - Romagna, possibilmente in latino, per dare più importanza storica al confine delle due regioni. Il 30 dicembre don Gabucci invia due versioni dello stemma modificato secondo le richieste, accompagnato dalla seguente descrizione: I - Ha sapore araldico, e nello spaccato ov’era il pino è raffigurato il fiume col nome latino:TAVULLUM. II - È più... poetico [a matita, sopra, “verista”] perché sul terreno fra le colline scende il fiume che divide le due regioni, le quali vengono indicate dai due cippi romani, uno con la leggenda = MARCHIA ANCON(ITANA) (che è il vero nome della nostra regione), l’altro con la scritta ROMANDIOLA. 160


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