Sant'Angelo in Lizzola 1047-1947. Luoghi, figure, accadimenti

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Della sottoscrizione promossa dall’Amministrazione comunale si ha notizia in realtà sin dal 187376, e sembra di poter annoverare almeno l’ipotesi di un ulteriore omaggio a Branca nel 1930, quando Gabucci afferma “ora Sant’Angelo in Lizzola, che ha il vanto di mostrare al forestiero l’umile casa ove il Branca vide la luce, vuol aggiungere qualcosa al freddo marmo [della lapide]: vuole, come monumento vivo, un istituto di beneficenza...”77. Sia l’opuscolo del 1971 sia lo studio di Giovanni Gabucci ricordano poi la querelle tra Sant’Angelo in Lizzola e Cannobio, indicato da alcuni studi del primo Novecento quale patria della famiglia d’origine dell’architetto. Proprio Gabucci approfondisce la questione, ricostruendo grazie ai documenti dell’archivio parrocchiale di Sant’Angelo un abbozzo di genealogia della famiglia Branca. “Adi 22 aprile 1571. Giovanni figlio di mastro Nicolò Branca fu batizato da me don Agostino Ciarla compar mastro Mercurio sarto, comar donna Giovana”: nell’atto, trascritto dal I Libro dei battesimi della parrocchia, non compare il nome della madre di Giovanni, Fiore, che Gabucci ricava da altri battesimi “nei quali essa fu comare”; Giovanni Branca ricevette la cresima da monsignor Roberto Sassatelli nel 1580. Più spesso di Nicolò compare suo fratello Bastiano, compreso anche nell’elenco “dei quaranta soldati che, sotto il comando di Iacomo di Lape, erano adibiti alla difesa del castello, e ciò fin dal 1556, cioè quattro anni prima dell’ipotetico trasferimento del Branca da Cannobio a Sant’Angelo in Lizzola”78. Nel Catasto roveresco Nicolò di Giovanni di Branca risulta proprietario di 40 canne di terreno e una casa in fondo Serra, mentre Bastiano di Giovanni di Branca possiede 302 canne di terreno e una casa in fondo Montali79. Nel già citato Libro d’estimo della comunità di Sant’Angelo del 1584 i fratelli Branca, registrati entrambi come muratori, risultano proprietari di case e appezzamenti di terreno con vigne e arativo in fondo Cerreto, fondo San Gianni e Monte Novo. I beni di Nicolò, che morì a ottanta anni il 16 dicembre 1610 passarono all’unico suo figlio Giovanni, e da questi alla Santa Casa di Loreto. In un primo tempo credetti trattarsi di una donazione, ma il padre Francesco Del Monte, archivista della Santa Casa mi fece notare come il Branca cedette i suoi possedimenti alla Santa Casa con atto del 5 gennaio 1638, in estinzione di debiti da lui contratti con la stessa amministrazione. Da accurate ricerche fatte a Loreto dal padre Del Monte (al quale va per questo tutta la mia riconoscenza) non sembra che il Branca formasse famiglia. [...] Gli eredi Branca per parte di Bastiano 46


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Sant'Angelo in Lizzola 1047-1947. Luoghi, figure, accadimenti by Cristina Ortolani - Issuu