Promemoria n. 5

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Monteluro, la fonte I documenti dell’Archivio storico comunale sono avari di notizie sulla fonte di Monteluro. Dagli atti deliberativi, serie lacunosa per il primo periodo post-unitario, leggiamo di uno spurgo straordinario delle fonti di Monteluro in occasione del passaggio del 2° Corpo d’esercito. Siamo nel rigido inverno del 1888, durante il quale la strada comunale di Monteluro si era fatta impraticabile a causa della neve accumulata dai venti e la Giunta stabilì di inviare molti operai all’effetto di togliere l’inconveniente. Per decenni a Tomba il problema dell’acqua fu tanto assillante quanto irrisolto. Si sperava molto nell’acqua proveniente dalla frazione più alta del Comune, come dimostrano gli studi per la conduttura dell’acqua potabile da Monteluro al Capoluogo del 1891, ma le analisi delle acque risultarono negative. Altro fallimento seguì nel 1904 quando dalle due analisi cliniche e una batteriologica effettuate presso il laboratorio del Ministero si ottennero ancora risultati negativi per il forte quantitativo di cloro e per l’elevato grado di durezza. Il 12 luglio 1908 la Giunta delibera

un restauro alle Fonti di Monteluro. Passano gli anni, ma nel ‘25 l’acquedotto non esiste ancora. Il Comune incarica un ingegnere del progetto di allacciamento di fonti esistenti a Monteluro. A causa della scarsità e qualità dell’acqua, la risoluzione del trentennale problema dell’acqua potabile non può più essere cercata a Monteluro: tra il ‘27 e il ‘30 si faranno assaggi e prelievi al “pozzo del Diavolo” che darebbe acqua sufficiente, ma contenente tracce di ammoniaca, acido nitroso e germi.

Sopra: Monteluro, primi del ‘900. Gita alla fonte (raccolta Vittorina Capanna, Tavullia); sotto: A. Mosconi, Fonte e lavatojo vicino Monte l’Oro nel 9bre 1886 (Archivio Comune di Tavullia) e la fonte di Monteluro in una serie di immagini dell’estate 2013 (fotografie Rocco Ornaghi). Nella pagina precedente, dall’alto: F. Mingucci, Monteluro, 1626; il castello di Monteluro e la chiesa di San Giovanni Battista nelle mappe del Catasto Gregoriano (prima metà

dell’800; Archivio di Stato, Pesaro; Monteluro (Tomba di Pesaro), Castello, 1910 circa (Archivio Stroppa Nobili, Ginestreto - Pesaro). Nelle pagine seguenti: dettagli degli atti processuali relativi all’omicidio di don Gaetano Betti (Archivio di Stato di Pesaro); in apertura: Monteluro, la chiesa di San Giovanni Battista nell’estate 2013 (fotografia Simonetta Bastianelli, Monteluro - Tavullia).

Fonti e tracce Comune di Tavullia, Deliberazioni. Macrobio pesarese. Breve e succinta relazione storica sulla fondazione e pregi di Pesaro, Fuligno 1821 L. Michelini Tocci, Castelli pesaresi sulla riva sinistra del Foglia, Pesaro 1975 Archivio di Stato di Pesaro, Tribunale Pesaro, Penale, b 1152, voll. 1-4. Come abbiamo già scritto sul numero precedente di “Promemoria”, ai documenti si aggiungono innumerevoli voci e suggestioni che echeggiano tra Monteluro, Babbucce, Gradara e Pesaro, mai sopite dal 1921 sino a oggi. Voci e memorie che attraversano le generazioni, e che hanno ispirato il lavoro presentato su queste pagine

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