Con il buon nome. Luigi Cermatori e la sua Famiglia, nel ricordo della figlia Giuliana Mio padre ha iniziato l’attività di commerciante all’età di 11 anni (1914 - ‘15), con quattro fratelli più piccoli, ereditando una piccola bottega situata nel castello di Tomba (Tavullia), dove si vendeva di tutto: generi alimentari, cappelli, zoccoli, terraglie, articoli per la campagna, ferramenta. Questo miscuglio di roba (come diceva lui) non piaceva a mio padre e non rendeva quanto egli avrebbe voluto, per sfamare tutta la famiglia. Cercò allora di specializzarsi in un settore, quello dei tessuti. Si era fatto un buon nome a Tomba e nei dintorni e così molti fornitori lo aiutarono. Si trasferì nel Borgo, dove comprando una casa in costruzione aprì il negozio in via Roma (attuale Banca dell’Adriatico). Contemporaneamente svolgeva l’attività di ambulante: Pesaro, Sant’Angelo in Lizzola, Montecchio, Cattolica... dapprima con il cavallo, poi con la Balilla, sino all’inizio della guerra aiutato dal fratello Silvio. Finita la guerra, poiché aveva perduto tutto, con poche pezze di stoffa e una motocicletta BSA venne a fare il mercato a Pesaro. Continuò a fare l’ambulante e a gestire il negozio di Tavullia con l’aiuto del fratello Silvio, della moglie Iolanda e della sorella Maria; anche la moglie di Silvio, Maria, collaborava all’attività di famiglia. Nel 1950 comprò una casa a Pesaro, in piazza Garibaldi - viale XI Febbraio e aprì un negozio, pur continuando a lavorare come ambulante, anche se meno assiduamente. Poiché nel commercio bisogna sempre stare al passo coi tempi (diceva), ed essere lungimiranti, al posto della casa con l’aiuto delle banche, la vendita di alcuni appartamenti e il buon nome i fratelli Cermatori edificarono l’attuale palazzo che da loro ha preso il nome, definito all’epoca da un articolo sul “Resto del Carlino” biglietto da visita della città, e inaugurarono un negozio per quei tempi grandioso: era il 1960. Si vendevano ancora solo tessuti. Alcuni anni più tardi Luigi e Silvio ebbero l’autorizzazione anche per la vendita di confezioni e accessori. Purtroppo nel 1963 Silvio morì, e mio padre Luigi rimase a capo delle due famiglie, coadiuvato nell’attività commerciale, qualche anno dopo, da mio fratello Francesco. Si divisero in seguito le attività: “Cermatori classico” e “Cermatori sport”.Tuttora “Cermatori sport” è gestito dagli eredi di Silvio. Pesaro, Maggio 2011 Giuliana Cermatori Cecchini
Anni Cinquanta del ‘900. La bancarella di Luigi e Silvio Cermatori e due immagini della casa che sorgeva dove si trova l’attuale palazzo Cermatori (la foto al centro è datata 1955) (raccolta Giuliana Cermatori Cecchini, Pesaro).
Fonti e tracce
* Udite udite o rustici (cavatina di Dulcamara, Atto I, scena V), da Elisir d’amore (1832), libretto di Felice Romani, musica di Gaetano Donizetti. ** Filastrocca popolare, da Dolores Prato, Giù la piazza non c’è nessuno, Milano 2001. Le testimonianze di Luciano Cecchini e Giuliana Cermatori
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Cecchini, Giorgio Lucenti, Giorgio Valchera e Gianni Pentucci sono state raccolte a Pesaro, tra il Settembre 2010 e il Maggio 2011. La testimonianza di Mario Bezziccheri è stata raccolta a Montecchio - Sant’Angelo in Lizzola, in più conversazioni tra l’Agosto 2008 e il Maggio 2010. Nando Piovaticci, Pesre vechia, Pesaro 1974. promemoria_numerodue