la via dell’alf
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La parola che fa bene alla carne è benefica per l’universo, perché non riconosce alcuna separazione . La supervivenza è restituire Unità cosciente a ciò che l’uomo ha separato nel linguaggio. È l’irrinunciabile vocazione all’Ascesi. È l’instancabile sguardo verso le stelle. La Supervivenza è ricordare al corpo la sua appartenenza energetica all’Infinito. La Supervivenza non è pensiero filosofico, non è cultura o sapere, è un istinto innato, cellulare. Se fosse un bisogno, sarebbe l’origine di tutti i bisogni evolutivi. È l’istinto dell’uomo di portarsi fuori dalla foresta per innalzare il proprio cuore, il muscolo cardiaco in carne viva, oltre la linea dell’orizzonte. E di salire sulle più alte cime per portare il volto oltre la linea dell’orizzonte. È salire, salire ancora. Nessuno sa perché l’uomo voglia ridurre le distanze tra i piedi e le stelle. Fisicamente. E neppure perché la gioia in corpo sia un senso di luce di verticalità assoluto. Forse perché da bambini, alzare le braccia verso il padre e la madre era alzare le braccia verso divinità terrene. E quel gesto non ce lo scorderemo mai. Non potevamo andare avanti se qualcuno non ci portava in Alto. E questo qualcuno siamo, ora, adesso, noi.