Capitolo
primo
Sono quasi nata in acqua e l’idea di chiamarmi Marina sembrò a mia madre la cosa più logica e naturale del mondo. La mamma ama moltissimo il mare e, fino al giorno prima che io nascessi, non smise mai di fare i bagni tra gli scogli di Punta Capolinaro davanti alla casa che i miei genitori, a quel tempo, avevano a Santa Marinella. Il 21 ottobre 1941, poche ore dopo quell’ennesimo bagno autunnale, mi dette alla luce nella clinica romana di Villa Bianca. In un certo senso il mare fu la mia prima culla. Se si pensa che – secondo la leggenda – Venere è nata dalle acque, credo proprio che la passione di mia madre mi abbia portato fortuna, anche se, a giudicare dai miei primi quarant’anni, si direbbe piuttosto che sia nata alle falde di un vulcano. Ero una bambina con una faccia intensa, due occhi scuri, le ciglia lunghe e un paio di sopracciglioni neri neri. Insomma, anche nell’aspetto esterno avevo il mio carattere. I miei primi ricordi di infanzia, però, risalgono a qualche anno più tardi quando, insieme con la tata, andavamo a Villa Glori per la passeggiata e io spingevo la carrozzina di mia sorella Paola, più piccola di me di due anni. Era bionda, con due occhioni celesti, e sembrava Gesù Bambino. Erano tutti così impressionati dalla bellezza di Paola che la cosa finì con l’ingelosirmi. Io, in 11