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È la donna più veloce ad aver circumnavigato il globo in bicicletta: Paola Gianotti nel 2014 nel giorno della festa della donna - non a caso - ha iniziato il suo giro del mondo e ha pedalato per 29.430 km in 144 giorni. Durante il percorso, in Arizona, un incidente (è stata investita da un’automobile che le ha rotto la quinta vertebra cervicale) l’ha costretta a fermarsi per 4 mesi, ma è ripartita dallo stesso punto per proseguire la sua impresa e ha migliorato il record precedente di 8 giorni. Paola ha raccontato la sua avventura nel libro “Sognando L’Infinito” (Piemme) e continua a farla girare attraverso incontri motivazionali in cui accende l’entusiasmo del pubblico condividen-
do le sue esperienze e ispirando la fiducia che un mondo migliore e un futuro positivo siano non solo possibili ma alla portata di quelli che ci credano con tenacia. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Don Puglisi, il Premio Pulcheria, il Premio Amelia Earhart e il Premio Brera. E al suo attivo non ha un solo record del mondo: nel 2016 ha ottenuto il Guinness World Record attraversando 48 Stati degli USA in 43 giorni e percorrendo in bicicletta 11.543 chilometri e nel 2017 ha attraversato il Giappone da nord a sud, pedalando per 2.740 chilometri in 9 giorni con una media di oltre 300 chilometri al giorno. Nel 2015 ha partecipato come unica donna in coppia con l’ultracycler Paolo Aste alla prima edizione della RedBull Transiberian Extreme: i 9.200 km del leggendario percorso della Transiberiana, da Mosca a Vladivostock, con oltre 60.000 metri di dislivello, 9 fusi orari, 7 zone climatiche diverse. Non si tratta puramente di sfide sportive: sono il pretesto per dare visibilità a progetti di solidarietà. Paola Gianotti ha raccolto fondi per il progetto “La Speranza Viaggia in Bicicletta” di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo per creare una micro-officina e formare dei meccanici locali e per acquistare biciclette per 73 donne ugandesi. INTERVISTA ESCLUSIVA PER MEZZOPIENO a pagina 16/17
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ETIOPIA E ERITREA DICHIARANO LA FINE DELLA GUERRA PAGINA 2
FATE FIGLI: VI AUMENTO LO STIPENDIO PAGINA 10
piemonte LA CITTÀ CON PIÙ ALBERI D’ITALIA PAGINA 18
ETIOPIA E ERITREA DICHIARANO LA FINE DELLA GUERRA Una guerra si-
occasione di incontro dei leader dei due Paesi confinanti dopo quasi due decenni. Etiopia ed Eritrea sono in uno stato di stallo dal 2000, quando un accordo di pace ha interrotto una guerra in cui decine di migliaia di persone sono state uccise. L’accordo di pace tuttavia stabilìva che la città di Badme, il punto focale del conflitto, facesse parte dell’Eritrea. L’Etiopia rifiutò di accettare questo punto e così le relazioni tra i due Paesi non ripresero mai. La tensione in questo ventennio ha provocato l’esodo di migliaia di eritrei in fuga dal proprio Paese.
lenziosa che dura da quasi 20 anni ha afflitto una delle aree più povere del continente africano. I capi di Stato di Etiopia ed Eritrea hanno firmato il 9 luglio una dichiarazione in cui si afferma che lo stato di guerra tra i due Paesi è finito. Un accordo di pace che termina il conflitto nato per questioni legate ai confini del 1998. Il summit tra il presidente dell’Eritrea Isaias Afewerki e il neo-primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed è stata la prima
Il miliardario che ha lasciato tutto per la foresta Felix è stato il rivoluzionario editore inglese della rivista Swingin’ London «Oz» ed è diventato uno degli uomini più facoltosi d’Inghilterra. I suoi libri insegnavano alla gente come si diventa ricchi. All’atto della
sua morte, nel testamento ha lasciato 170 milioni di euro per la creazione di un immenso bosco. Durante la sua vita ha piantato più di un milione di alberi creando un bosco nei pressi di casa sua a circa 140 km da Londra. Il geniale editore ha sempre avuto un grande amore per gli alberi al punto da lasciare un patrimonio per le generazioni future e creare una immensa foresta accessibile a tutti con la sola regola che nessun albero dovrà mai essere tagliato. Il suo
progetto è diventato un ente, la Heart of England Forest, nato a seguito della vendita della sua casa editrice. L’obiettivo è dieci milioni di alberi. A novembre ricomincerà la stagione di piantagione aperta a tutti a cui chiunque può partecipare piantando personalmente un albero, con la possibilità di dargli il nome di una persona cara. L’iniziativa prevede la piantagione e la tutela soprattutto di querce e frassini, ma anche aceri, ciliegi, noccioli che saranno i protagonisti insieme agli animali dell’incontaminato “bosco di Felix”.
Fonte: Felix Dennis Volonwrite per Mezzopieno
L’accordo è stato voluto fortemente da Abiy Ahmed, diventato il primo ministro della seconda nazione più popolosa dell’Africa nello scorso aprile. Il Ministro dell’Informazione eritreo Yemane Meskel ha dichiarato: “Lo stato di guerra tra i due Paesi è giunto al termine. Una nuova era di pace e amicizia è stata inaugurata. Entrambe le nazioni lavoreranno per promuovere una stretta cooperazione nelle aree politiche, economiche, sociali, culturali e della sicurezza”. FONTE: MINISTRY OF INFORMATION Y. MEKSEL
Le carceri senza guardie né armi Esiste per chi ha commesso un crimine un metodo di detenzione senza coercizione. In Brasile sono state realizzate delle strutture alternative alle tradizionali carceri di Stato. Sono gestite da civili e da volontari senza la polizia penitenziaria e si basano sulla scelta dei detenuti di entrare a far parte di un programma di recupero a cui devono collaborare. Le carceri Apac sono una forma più umana, economica e sicura di detenzione. Il 20 marzo scorso è stato aperto un nuovo carcere Apac a Rondônia, nel nord del Paese, portando a 49 il numero di strutture di questo tipo. Non ci sono guardie né armi e i visitatori sono accolti da un detenuto che apre la porta della prigio-
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ne. I carcerati sono tutti chiamati per nome e non con un numero e seguono un percorso di giustizia riparativa e di riabilitazione che si basa sullo studio e il lavoro, a volte in collaborazione con la comunità locale. Se non seguono il programma o se cercano di fuggire sono restituiti al sistema carcerario tradizionale. L’assenza di guardie riduce la tensione. “Alcuni stanno
scontando condanne all’ergastolo e hanno commesso crimini atroci ma l’atmosfera qui è serena” dice una detenuta. Molti riescono con la collaborazione e la buona condotta a ottenere il regime semi-libertà, cosa che raramente si riesce ad applicare nelle carceri tradizionali. Nel cortile esterno c’è un cartello con scritto: “Nessuno fugge dall’amore”. Fonte: BBC; immagini di Marina Lorusso
Il soldato che salva i cani in Afghanistan
Pen Farthing è un sergente dell’esercito inglese che nel 2006 durante una missione in Afghanistan a Nawzad ha incontrato un amico speciale: un cane. Il marine, nel corso dei combattimenti, decide di intervenire salvando la vita al randagio che chiamerà Nowzad. I due sono diventati inseparabili amici e finita la missione il soldato nel suo ritorno a casa porta con sé l’amico a 4 zampe. La presenza dell’animale in quei giorni difficili è stata per il militare di grande aiuto, tanto che Pen, consapevole del destino che spetta a molti altri cani randagi che vivono nelle zone di guerra, decide di fondare un’associazione per aiutare altri soldati inglesi, americani e canadesi a riportare a casa con loro gli animali salvati durante le missioni. Il Progetto di Pen è cresciuto e oggi è divenuto l’unico centro di recupero e salvaguardia di cani e altri animali in Afghanistan. Decine di volontari accolgono centinaia di cani, gatti, cavalli, asini, scimmie e altri animali che sono stati abbandonati, feriti o che hanno bisogno di cure veterinarie. L’associazione insegna anche alla popolazione afghana come prendersi cura degli animali domestici e a prevenire l’abbandono. Pen ha aperto anche una clinica, grazie alla quale molti veterinari locali tra cui diverse donne, trovano un lavoro e rendono un servizio di valore alla società. “Siamo stati in grado di portare un piccolo cambiamento in un paese difficile come l’Afghanistan dove non esisteva alcuna cura degli animali. Ora formiamo i veterinari per salvare le vite degli animali”, spiega Pen.
Trasformare la propria bici in elettrica: ora si può
Elettrificare la propria bici e renderla un mezzo di locomozione completo e pulito è diventato possibile. Senza bisogno di interventi strutturali, cavi o batterie esterne, la ruota elettrica permette di continuare ad andare in bici normalmente ma con una forza moltiplicata. La rotella di Copenhagen (questo è il soprannome che gli è stato dato dai suoi inventori) trasforma qualsiasi bicicletta in una bicicletta elettrica, in modo rapido: basta sostituire la ruota posteriore con quella a batteria. Il sistema sincronizza i movimenti della pedalata per potenziare la spinta fino a dieci volte e per renderla graduale. La ruota è dotata di un sistema di assistenza alla frenata e interrompendo la pedalata il motore gestisce l’erogazione dell’energia in modo fluido, per evitare scossoni, mentre durante la normale frenata l’energia cinetica viene trasferita alla batteria e trasformata in energia, esattamente come nelle auto elettriche o ibride. La ruota si ricarica anche attraverso la rete elettrica domestica in 2/4 ore con un costo di pochi centesimi. La Super Pedestrian (letteralmente super pedone) ha un’autonomia elettrica di 50 chilometri con una carica e una velocità massima di 25 chilometri orari. È completamente silenziosa e pesa circa 7 chili. Progettata per adattarsi a qualsiasi tipo di bicicletta, è il frutto del lavoro di un team dell’università MIT del Massachusetts, con l’ingegnere italiano Carlo Ratti, in collaborazione con la capitale danese.
Fonte: Superpedestrian
Fonte: Nowzad
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Ecco il negozio dove paghi quanto vuoi Si chiama Inconvenience Store, letteralmente “il negozio sconveniente”, il nuovo concetto di mercato che supera la logica del prezzo e porta il commercio ad un livello diverso, quello della auto-responsabilizzazione. È nato a Melbourne in Australia ed è un supermercato in cui si possono comperare prodotti alimentari di ogni genere. La differenza con gli altri negozi è che non esiste il cartellino del prezzo. Ognuno può scegliere se e quanto pagare per quello che prende, tutto è regolato dal buon senso. Tutto quello che si trova sugli scaffali è stato recuperato, donato, ordinato e rifornito dal lavoro di una squadra di soccorso alimentare volontaria. Chi ha difficoltà economiche può prendere ciò che gli serve senza bisogno di pagare niente mentre chi ne ha la possibilità lascia la cifra che desidera, con la consapevolezza che il suo contributo servirà ad alimentare la continuazione di questo commercio e le sue spese. Più di 900.000 tonnellate di cibo commestibile vengono sprecate ogni anno soltanto nella città di Melbourne; i volontari che si sono voluti chiamare Food Without Borders (cibo senza frontiere), salvano montagne di cibo di qualità che sarebbe destinato alla discarica a causa di imballaggi ammaccati o semplicemente invendibile perché troppo vicino alla scadenza. Questa iniziativa segue la già nota catena di ristoranti senza conto, nata dalla volontà del medesimo fondatore Shanaka Fernando che, visti gli incoraggianti risultati delle trattorie Lentils as Anything (lenticchie per nulla), ha voluto creare dei supermercati con la stessa filosofia. Fonte: Lentils as Anything
L’alpinista dato per morto ritrovato da un drone Dopo 36 ore di agonia aggrappato da solo ad una parete di una delle montagne più alte del mondo, lo scalatore scozzese Rick Allen è stato salvato da un intervento provvidenziale e inaspettato. Scomparso nel corso della scalata ad una delle vette del Karakorum, si riteneva morto dopo essere caduto in un crepaccio di ghiacciaio del Broad Peak, una vetta che giunge a 8046 metri nella catena dell’Himalaya. L’alpinista stava tentando di scalare la montagna in solitaria quando non è tornato al campo base, lasciando pensare a tutti che non sarebbe più riuscito a rientrare. La sopravvivenza in queste condizioni e senza equipaggiamento per la notte è considerata praticamente impossibile. “Molte persone hanno pensato che non sarei mai più tornato”, ha detto
Allen alla CBS News. Al campo base due fratelli Bartek e Andrzej Bargiel, che stavano progettando di battere un record per scalare la vicina montagna K2 e discenderla con gli sci, avevano un drone con loro per filmare la loro sfida. Attraverso la telecamera del drone hanno avviato le ricerche e dopo alcune ore hanno scoperto Allen aggrappato al lato della montagna. Una squadra di soccorso si è messa in marcia e guidata dal drone è riuscita a salvare l’alpinista e a metterlo in salvo con appena alcune escoriazioni e un inizio di congelamento. Allen ha dichiarato di avere avuto una certa mal sopportazione per i droni utilizzati in montagna ma che dopo questa avventura a lieto fine: questo ha cambiato la sua percezione sui droni. Fonte: CBS News
Sogni da un minuto, gratis alla stazione del treno
“Gli occhi appiccicaticci, la mente confusa. Come al solito entro nell’ascensore a testa bassa, con il pilota automatico. Ma oggi è diverso perché l’odore di lei è qui…” Inizia così uno dei tanti racconti pubblicati dell’editore francese Short Edition e stampati all’istante dagli oltre 150 distributori automatici presenti in Francia, Stati Uniti e Canada. I “distributori di storie corte” offrono gratuitamente racconti e poesie da leggere in uno, tre o cinque minuti nelle sale d’attesa di stazioni e aeroporti ma anche in altri luoghi pubblici come municipi, uffici postali e caffè. “Ci chiedevamo come poter pubblicare le centinaia di storie brevi di qualità che riceviamo”, dicono a Short Edition per illustrare la loro iniziativa editoriale che ha distribuito finora oltre due milioni di storie scritte da oltre 8.000 autori approvati dalla loro comunità di 230.000 lettori. E così è nata l’idea dei distributori istantanei di letteratura che hanno colpito persino l’immaginazione del regista americano Francis Ford Coppola il quale li ha voluti nel suo caffè a San Francisco (i distributori sono presenti anche in diversi campus di università e licei degli Stati Uniti). In un settore come quello dell’editoria, che non brilla per innovazione, l’iniziativa di Short Edition è stata salutata con favore tanto da valergli un premio al CES di Las Vegas, l’importante fiera dedicata all’elettronica di consumo, nonché un invito alla conferenza annuale TED di Vancouver come unica startup non americana presente all’evento. Fonte: Short Edition
Scoperta una foresta con centinaia di nuove specie Una foresta mai conosciuta prima e inesplorata, un’oasi quasi irraggiungibile situata in cima ad una roccia alta 125 metri: il Monte Lico si erge verticalmente dalla terra circostante nel cuore del Mozambico, in Africa settentrionale, antico cuore di un vulcano estinto dove la foresta è cresciuta per millenni e si è sviluppata indisturbata all’interno del suo cratere sviluppando un ecosistema unico al mondo. È stata scoperta dal dott. Julian Bayliss della Oxford Brookes University, attraverso l’esame delle immagini satellitari di Google Earth. Un ritrovamento definito straordinario dalla comunità scientifica. Un progetto che, in seguito alla scoperta sulle mappe, ha visto il lavoro congiunto di partenariato accademico tra 13 università, musei e istituti di ricerca di tre continenti. Ci sono voluti due anni per organizzare la spedizione: il problema maggiore era quello di affrontare la scalata della roccia verticale ripidissima. Una equipe di 28 scienziati vi ha trovato MEZZOPIENO 4 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
diverse specie di rettili, anfibi, piante e farfalle sconosciuti e non presenti in altre parti del mondo. Simon Willcock della Bangor University del Galles, ha affermato di non conoscere altre foreste pluviali in Africa che gli scienziati possano dire con sicurezza che non siano mai state raggiunte dagli esseri umani. Secondo la comunità locale nessuno nella memoria o nella leggenda è mai stato in cima alla montagna. Le foreste pluviali sono i sistemi viventi più antichi sulla Terra e contengono circa la metà delle specie conosciute del pianeta. Alcune foreste pluviali tropicali risalgono all’età dei dinosauri ma quasi tutte mostrano segni di attività umane passate.
Fonte: The Guardian;
Alliance Earth
Il muro USA-Messico diventa tela di fratellanza
Quando l’arte è impegno civile: il “Mural of Brotherhood” dell’artista messicano Enrique Chiu è “un modo per unire le due nazioni che sono divise” e per trasformare il Muro della vergogna che già divide il Messico dagli Stati Uniti d’America in una tela da guinness dei primati. Infatti, se il progetto proposto al Congresso americano è stato quello di prolungare il muro di 500 chilometri per un costo stimato in 18 milioni di dollari, l’artista di Tijuana si propone di sfruttare l’occasione per imbrattarlo di colori e di messaggi positivi per tutti coloro che a causa del muro sono divisi o esclusi o che intendono correre il rischio di valicarlo. Lui stesso, insieme alla madre, ha attraversato illegalmente il confine, all’età di otto anni, per stabilirsi alcuni anni a Los Angeles. Enrique Chiu ha dipinto le strutture di confine già esistenti tra Messico e USA aiutato dalla popolazione locale a Tijuana, Tecate, Mexicali, Ciudad Juarez, Naco City e Reynosa, ispirandosi ai simboli del folklore messicano. Una volta conclusa, la gigantesca opera d’arte coprirà 18 mila metri quadrati di superficie per quasi 1000 chilometri di lunghezza. In 18 anni l’artista ha realizzato oltre 80 murales in dieci città, in California, Messico e Guatemala e in particolare un mural lungo cinque chilometri all’Arkansas River in Colorado. Il “Mural of Brotherhood” vuole essere un racconto per immagini e insieme un “sabotaggio pacifico” di un progetto politico che, attraverso muri invalicabili e costosissimi, promuove la cultura della divisione. Fonte: Artribune; Enrique Chiu
La scuola delle nonne riscatta l’India
L’India è un paese in cui la disuguaglianza di genere è molto forte e che oltre alla povertà registra ancora un tasso di analfabetismo molto alto, soprattutto tra le donne. Proprio qui, nelle campagne attorno alla città di Mumbai, è nata la prima scuola per alfabetizzare le nonne. Nel villaggio di Phangane, la Aajibaichi Shala è la prima scuola delle grannies (nonnine), per consentire alle donne tra i 60 e i 90 anni di imparare a leggere, a scrivere e a fare i conti. L’idea è nata dal maestro Yogendra Bangar dopo aver rilevato che nelle zone rurali soltanto il 59% di donne accede all’istruzione. Due ore di scuola per sei giorni su sette, dove la più anziana della classe arriva zoppicando con il suo bastone, accompagnata dalla nipote. Molte donne sono diventate spose da bambine e hanno trascorso la loro vita in casa, altre si vergognano di non essere mai
Perde 50 chili per salvare il figlio Il famoso detto “prima di aiutare gli altri devi stare bene tu” è la sintesi perfetta di questa storia di determinazione che nasce dall’amore di un padre verso il proprio figlio. Barry Stokes, un papà di 61 anni del Lancashire, Gran Bretagna, di fronte alla malattia del figlio Alan di 32 anni, decide di donare il proprio rene per salvarlo ma i medici non acconsentono all’intervento perché l’uomo, in sovrappeso, rischierebbe la vita. Alan è affetto da una rara forma di cancro fin dall’adolescenza, la cui diagnosi non sembrava lasciare molto scampo ma che invece riesce persino a laurearsi. I numerosi
cicli di chemioterapia tuttavia hanno portato alla necessità di un trapianto di rene. Il padre non ci ha pensato un attimo ad offrire il suo rene sano ma dopo il rifiuto dei medici il suo desiderio di aiutare Alan è stato così forte da fargli affrontare un percorso di cura alimentare e di dieta che gli ha permesso di riuscire a perdere oltre 50 chili in un solo anno. Oggi Berry è in perfetta salute ed ha raggiunto la forma fisica ideale per la donazione del rene a suo figlio. Orgoglioso del suo traguardo Berry ha ringraziato la clinica che lo ha curato ma non ha scordato di ricordare che l’amore MEZZOPIENO 5 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
state capaci di firmare, molte sono affaticate dai dolori dell’età, tuttavia l’impegno è grande quanto la loro soddisfazione per i traguardi raggiunti. L’India sta tentando la sfida dell’emancipazione e lancia una campagna governativa “Beti bachao, beti padhao” che significa “Salva una ragazza, educala”, con l’obiettivo di sostenere l’accesso delle donne all’istruzione. Il funzionario dello sviluppo rurale che ha ispezionato la struttura è rimasto colpito dalla dedizione e dalla perseveranza di queste anziane signore ed ha avviato un progetto per fornire l’energia solare e l’acqua potabile a tutto il villaggio.
Fonte: Al Arabiya
e il sostegno della sua famiglia sono stati la sua forza oltre che la loro salvezza. Fonte: Daily Record - Volonwrite per Mezzopieno
MEZZOPIENOpensiero
Mezzopieno è innanzitutto un modo di pensare, un approccio alla vita ed una maniera di essere. Il pensiero Mezzopieno è sempre pro, mai contro. Mezzopieno si pone come risposta costruttiva al vittimismo, alla polemica e al disfattismo. Il modo di essere Mezzopieno collabora con tutti per stimolare risposte positive all’atteggiamento pessimista, a quello conflittuale e alla ricerca di capri espiatori. Vivere Mezzopieno significa non avere timore di caricarsi delle responsabilità e dell’impegno di individuare stimoli creativi e fecondativi diversi dalle dinamiche distruttive e di contrasto. Il cambiamento è responsabilità di chi costruisce con umiltà, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile in relazioni collaborative. Piuttosto che cercare di demolire ciò che è ritenuto sbagliato, Mezzopieno propone alternative, pratiche e comportamenti che perseguono l’armonia e che non impiegano energia per contrastare ma per creare. La scelta buona prende il posto di quella cattiva. Chi si identifica nel Mezzopieno non esalta il buonismo ma ha un approccio positivo e aperto al diverso ed al nuovo. Il cambiamento è un processo che va condiviso da tutti e può avvenire soltanto lentamente, con la presa di coscienza e la partecipazione costruttiva di ogni elemento della società. L’alternativa alla rivoluzione è l’evoluzione. La vera forza che manda avanti il mondo da sempre e che lo ordina attraverso la crescita e la collaborazione di tutti. Chi giudica questo modo di pensare come naif… ha ragione! Non è obiettivo del pensiero Mezzopieno produrre utili o generare profitto. È dimostrato che i buoni esempi “sono in grado di suscitare emozioni positive e di spingere le persone a seguire gli esempi presentati e addirittura provocare reazioni fisiche tali da lasciare un’impronta duratura capace di influenzarne le azioni future. Questo fenomeno, che in psicologia prende il nome di “elevazione morale’” può provocare cambiamenti comportamentali e predisporci all’empatia e all’interazione sociale”.
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MEZZOPIENOcosafacciamo
GLI INCIDENTI AEREI AI MINIMI DI SEMPRE
Lo scorso è stato un anno record per la sicurezza dell’aviazione civile. Nonostante il grande incremento di voli e di ore volate in tutto il mondo, gli incidenti sono diminuiti, raggiungendo il minimo storico. Nel 2017 sono stati effettuati circa 35 milioni voli aerei per uso civile e il numero complessivo di incidenti mortali sugli aerei passeggeri è stato di 3, tutti con piccoli aerei turboelica. Il rapporto redatto da una delle maggiori aziende di analisi del traffico aereo del mondo ha analizzato gli incidenti degli aerei passeggeri usati comunemente dalla maggior parte dei viaggiatori, includendo tutte le cause, sia che si tratti di guasti tecnici, errori umani o attacchi illeciti.
Nel 2016 ci sono stati 71 incidenti nell’aviazione civile, di cui sei hanno provocato vittime. Nel 2017, con un numero di voli incrementato di circa il 3%, 111 incidenti, tre dei quali hanno comportato decessi. Con la crescita del traffico aereo, significa che il tasso di incidenti mortali si è ridotto a 0,08 incidenti mortali per milione di voli. In pratica una media di un incidente mortale ogni 12 milioni di voli. La nota dell’agenzia che ha curato il rapporto cita un incidente con la perdita della turbina del motore e del cofano su un Air France A380 e il fatto che il velivolo abbia continuato a operare in sicurezza effettuando un regolare atterraggio di emergenza e che sia poi stato trasportato per riparazioni sui tre motori rimasti, come esempio di robustezza dei moderni aeroplani. Fonte: Ufficio Studi Mezzopieno su dati To 70
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Indice di benessere
La comunità Mezzopieno è un movimento formato da persone, gruppi e associazioni che credono nell’importanza di promuovere ed interpretare un approccio costruttivo ed armonioso nella società e nella vita, nel rapporto con gli altri e nella gestione delle sfide e delle difficoltà. La comunità Mezzopieno: Semi Onlus International, Voluntas Foundation, Fondazione Arbor, Gruppo di ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, associazione Volonwrite. Il gruppo di lavoro Mezzopieno è aperto. Nei primi due lunedi di ogni mese ci incontriamo alle 19 alla Casa del Quartiere di via Morgari 14 a Torino, in zona San Salvario.
Mezzopieno News è un veicolo di condivisione per diffondere la cultura della positività, per sensibilizzare e motivare le persone a mettere in gioco le proprie capacità e la propria intelligenza propositiva. Il “cerchio della gratitudine” è il progetto che prende vita dalle relazioni di gratuità e di gratitudine che si vengono a creare intorno a Mezzopieno News: il periodico, nella sua forma cartacea, viene consegnato di mano in mano nel cerchio delle conoscenze e delle persone vicine ai membri della comunità e diventa uno strumento di relazione e di condivisione. I volontari della comunità Mezzopieno sono attivi nella distribuzione di Mezzopieno News in: Ospedali - Case di cura e di degenza - Centri di accoglienza per anziani - Carceri ed istituti penitenziari - Scuole - Parrocchie - Associazioni - Aziende - Circoli - Comunità. L’UFFICIO STUDI MEZZOPIENO
L’attività di ricerca è lo strumento attraverso il quale il movimento Mezzopieno approfondisce la sua capacità di interpretare ed analizzare la società e le sue evoluzioni. I programmi di ricerca del movimento sono un laboratorio permanente che coinvolge università, ricercatori, associazioni e gruppi di lavoro. In particolare, Mezzopieno svolge l’attività di studio e analisi in collaborazione col Gruppo di Ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, di cui è membro. MEZZOPIENO NELLE SCUOLE
La cultura della positività entra nelle scuole con laboratori di lettura e comunicazione gentile. Attraverso attività, giochi ed esperienze si trasmettono i valori della fiducia, della gratitudine e della collaborazione, per stimolare il lato migliore di ogni studente e la capacità di educare la propria volontà al bello e al buono. MEZZOPIENO 7 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
MEZZOPIENOfocus realtà: le donne sono meno ottimiste rispetto agli uomini riguardo alla loro situazione personale e alle prospettive economiche del proprio Paese. Secondo quanto riportato nell’ultimo Nielsen Consumer Confidence Index soltanto il 43% delle donne dichiara di essere ottimista riguardo alle prospettive legate al lavoro, rispetto al 51% relativo agli uomini; il 54% è ottimista per quanto riguarda la propria situazione economica, contro il 59% registrato tra gli uomini.
UNO SGUARDO ALL’ITALIA
Uno sguardo ai passi in avanti fatti fino ad oggi ispira fiducia nel futuro delle relazioni tra i generi nel mondo del lavoro
Il futuro è più donna Il trend è globale: nelle società di tutto il mondo il ruolo delle donne sta sperimentando significativi cambiamenti di tipo culturale, economico e politico che rappresentano una trasformazione strutturale e meritano una giusta attenzione. Secondo quanto emerso nel Global Summit for Women, il forum internazionale più importante in materia di scambio di buone pratiche, che nella recente edizione ha riu-
nito a Sidney 1250 leader femminili da 65 Paesi, le donne assumeranno una posizione strategica nel cambiamento delle nostre società a livello mondiale e sarà imprescindibile tentare di soddisfare ambizioni e priorità diverse da quelle che fino ad oggi hanno dettato l’agenda: ad esempio, “fare soldi”, la seconda più grande ambizione degli uomini, non trova posto tra i desideri maggiori delle donne, che sono piuttosto il benessere e la salute, passare tempo con la propria fami-
glia e viaggiare. È stato evidenziato che in cinque anni il fatturato globale prodotto dalle donne raddoppierà tanto quanto il PIL di Cina e India messe assieme. Al crescente potere economico occorre aggiungere le conquiste nel mondo del lavoro e in politica tanto da poter affermare che l’influenza che possono esercitare oggi le donne non ha precedenti rispetto al passato. Ma la percezione è ben diversa dalla
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Se si assume una prospettiva storica, il quadro è incoraggiante. A partire dagli anni ottanta, nel nostro paese, le donne non solo hanno visto aumentare considerevolmente la loro presenza sul mercato del lavoro, dimostrando un tasso di partecipazione sostanzialmente sganciato dall’andamento dell’economia, ma si sono inserite in ambiti professionali di prestigio fino ad allora di esclusiva pertinenza maschile: donne coraggiose che sono entrate negli studi forensi e in magistratura, che sono diventate medici, giornaliste, sindacaliste, imprenditrici, che si sono inserite nel mondo della ricerca scientifica e nell’arena politica. Se negli anni Settanta a portare lo stipendio a casa era solo una donna su tre (33,5%), oggi a lavorare è quasi una donna su due (48,1%). Le serie storiche dell’Istat mostrano che tra il 1977 e il 2016 le lavoratrici sono aumentate del 54,9%, passando da 6,1 milioni a 9,5 milioni. Allo stesso tempo il numero delle donne inattive è crollato del 21,7%, passando da 11,2 milioni a 8,7 milioni. Rispetto al totale degli occupati, che
nel 1977 era di 19,5 milioni, la quota rosa arrivava al 31,5% mentre oggi, con un numero complessivo di occupati che è arrivato a quota 22,8 milioni, le donne hanno conquistato una fetta importante del mercato
del lavoro, arrivando al 41,8%. I dati mo- tria nella divisione dei compiti domestici nel tasso di occupazione, di inattività e di strano che gli uomini occupati, nello stesso (nel 2014 nelle coppie monoreddito in cui a lavoro nero è ancora una questione di geneperiodo, sono rimasti sugli stessi livelli: era- lavorare era solo l’uomo, la donna svolgeva re e che per integrare a pieno le donne nel no 13,4 milioni negli anni Settanta e sono l’80,3% delle faccende domestiche: un dato mercato del lavoro c’è ancora molta strada passati a 13,2 milioni lo scorso anno. ancora piuttosto elevato, da percorrere. In base ai La decisione più difficile da Sono aumentate nel tempo le ma in costante diminudati Eurostat, l’Italia è imprese a guida femminile (le zione dal 1989, quando prendere è l’agire. Il resto è mera agli ultimi posti nel contenacia. Puoi fare tutto ciò che donne a capo di un’azienda si attestava all’89,6%). fronto europeo: il tasso decidi di fare. Il processo stesso sono in percentuale il 21,8%). Sopravvivono ancora – e di occupazione delle donCon una maggior rappresen- faticano a essere scardidiventa la ricompensa ne in età lavorativa (15-64 (Amelia Earhart) tanza femminile ai vertici delle nati, grazie anche a modelli anni) a giugno 2017 ha sì aziende le performance di cre- riproposti dai media – stereoraggiunto il 48,8% - il valore scita sono migliori: lo studio tipi che inquadrano le donne entro più alto dall’avvio delle serie storiMcKinsey-Cerved racconta i confini rigidi di icone pre-definite: quello che (dal 1977) – ma restano ancora distanti come un ambiente eterogeneo della donna-moglie e donna-madre imper- dal 66,8% degli uomini e la media nazionale per genere sembra essere più sonato dalla casalinga contrapposto a quello del 57,8% le colloca lontano dal 61,6% delfertile rispetto a uno in cui la della donna in carriera. Senza sottovalutare la media dei 28 paesi europei. E ancor di diversità sia di età oppure di na- le difficoltà nel conciliare il lavoro con la fa- più dai record di Svezia (74,6%), Norvegia zionalità. Se la miglia (nel 2016 – in base (71,9%) e Germania (71,0%). partecipazioagli ultimi dati degli ispet- Per parlare in modo costruttivo del ruolo “Le donne hanno sempre dovuto ne femminile torati del lavoro – 30mila della donna nella società italiana dobbialottare doppiamente. Le donne si allineasse donne hanno dato le mo innanzitutto parlarne al plurale, in virtù sono la colonna vertebrale delle entro il 2030 dimissioni dal posto di delle loro diverse appartenenze, che si tratti società” a quella malavoro in occasione della di nazionalità, età, livello culturale, classe (Rita Levi Montalcini) schile (74,7%), maternità), è pur vero che socio-economica, orientamento sessuale. il Pil pro-capite auquesto binomio è proprio di un Tener conto delle diversificate identità anmenterebbe di circa 1% immaginario declinato al maschile. che delle donne è il primo passo verso una annuo. Se ci concentriamo sull’Italia, i dati Istat sul società che rifletta un’effettiva uguaglianza È migliorata inoltre l’asimme- lavoro femminile dimostrano che il divario tra donne e uomini.
LA MASCOLINITÀ CONSAPEVOLE PER LA PARITÀ DI GENERE Il Cerchio degli Uomini nasce nel 1999 da un gruppo di uomini che volevano condividere esperienze, vissuti ed emozioni su tematiche inerenti le questioni di genere e i mutamenti sociali in corso. Nel 2004 si costituisce in associazione per favorire lo sviluppo della comunicazione tra uomini, promuovere un atteggiamento maschile consapevole e un rapporto democratico e solidale con le donne, contribuire al cambiamento del maschile tramite il superamento del modello patriarcale maschilista e il passaggio da una società basata sulla logica della prevaricazione e dell’annullamento delle differenze a una improntata alla valorizzazione delle differenze e al riconoscimento dei diritti e delle pari opportunità tra uomini e donne. Lo strumento fondamentale sono i cerchi di condivisione che si svolgono con un approccio non giudicante e improntato alla riflessione costruttiva. A vari livelli e in diversi contesti - dai laboratori formativi nelle scuole ai percorsi individuali e di gruppo con gli uomini autori di violenza domestica - i membri dell’organizzazione propongono e diffondono punti di vista nuovi su aspetti quali le relazioni intime, la paternità, le amicizie, l’omofobia, il rapporto col corpo e la sessualità, quello con la violenza, contribuendo così alla diffusione di un modo nuovo di essere uomini. MEZZOPIENO 9 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
FATE FIGLI: VI AUMENTO LO STIPENDIO Al contrario della prassi
aziendale che a volte penalizza l’assunzione delle lavoratrici donne, a causa della loro possibile assenza provocata da una eventuale maternità, un imprenditore padovano ha deciso di stanziare 50 mila euro per le dipendenti della sua azienda che decidono di avere un bambino. È il proprietario di un’agenzia interinale di Padova dove lavorano 150 persone
in 40 filiali sparse sul territorio. La maggior parte dei dipendenti sono donne. L’imprenditore si chiama Luigi Sposato e crede fermamente che sia fondamentale l’attenzione verso le risorse umane. Per questo sceglie una politica aziendale che incentiva e tutela i suoi dipendenti. Il suo fine è il miglioramento del clima aziendale e quello delle famiglie dei suoi lavoratori. L’imprenditore ha scelto di garantire un aumento dello stipendio alle dipendenti che tra il
Il supermercato più bello del mondo
Tra affreschi, stucchi e scale sinuose in stile liberty, si trova a Venezia lo spettacolare supermercato nato all’interno di un ex-teatro dell’inizio del ‘900. Lo storico Teatro Italia, divenuto poi cinema, è stato recuperato dall’abbandono e trasformato in quello che è da molti definito “il più bel supermercato del mondo”. “Mi devo essere sbagliato! È la prima cosa che ti viene in mente, entrando in quello che pensi sia il Cinema Teatro Italia” raccontano i visitatoti increduli. Pane, verdure e bistecche hanno trovato posto tra gli affreschi decò e la disposizione degli espositori è studiata in modo da non nascondere nulla della struttura originale dell’antico teatro e permettere così di apprezzarne le opere d’arte che lo ornano. “Non è cosa di tutti i giorni vedere un banco salumi al posto del palcoscenico, tra le inferriate in ghisa e ferro battuto” dice qualcuno. Il palazzo, gioiello del neogotico e del liberty d’inizio Novecento, in disuso da decenni, è stato per un periodo anche sede universitaria, ha un’area di 580 metri quadrati e un piano superiore con una loggia. Stava finendo in decadimento quando la Aspiag Service lo ha rilevato investendo due milioni e mezzo di euro per il restauro e una somma analoga è stata investita dalla famiglia Coin, che ne è diventata la nuova proprietaria. Il supermercato è anche un gioiello di sostenibilità con impianti a ridotto impatto ambientale e linee speciali di prodotti biologici provenienti da colture selezionate. Fonte: TripAdvisor
2018 e il 2019 faranno figli e, per non fare ingiustizie, ha anche introdotto altri premi e incentivi per tutti i dipendenti. Contrario ad ogni forma di precariato, l’imprenditore punta tutto sul favorire il benessere delle persone che lavorano nella sua azienda. Il suo principio è che dipendenti felici, oltre a stare meglio, aumentano anche la produttività aziendale.
FONTE: TGCOM 24 - VOLONWRITE PER MEZZOPIENO
Arriva la diga mobile sul Po che recupera la plastica
La plastica scaricata nei fiumi è una delle fonti di inquinamento principali non solo dei corsi d’acqua ma anche di mari e litorali. Una nuova tecnologia italiana è stata messa a punto per ridurre la quantità di rifiuti nocivi portati dai fiumi e scaricati sulle coste. Si tratta di un dispositivo di raccolta composto da barriere in polietilene che intercettano, selezionano, intrappolano e infine raccolgono la plastica galleggiante e altri rifiuti trasportati dai fiumi. Il sistema, simile ad una diga galleggiante, è stato installato per la prima volta sul Po nella località Pontelagoscuro, nel Comune di Ferrara, a 40 km dalla foce, così da consentire una raccolta dei rifiuti presenti lungo quasi l’intero corso del grande fiume. La diga mobile non interferisce con la flora e la fauna del fiume in quanto la raccolta viene eseguita solo nella parte superficiale della colonna d’acqua. Piccole barche raccolgono periodicamente i rifiuti, in prevalenza plastica e materiali legnosi, e li portano a riva dove vengono trasportati presso un impianto dove avviene la loro separazione. La componente plastica è inviata a successivi trattamenti e al riciclo e molto materiale è utilizzato per il recupero energetico. Il progetto del Consorzio Italiano Castalia sta dando ottimi risultati ed ha già ricevuto proposte per essere esportato in altri grandi fiumi del mondo che gettano nei mari e negli oceani tonnellate di plastica e materiali inquinanti ogni giorno.
Fonte: Consorio Castalia;
Corepla; Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile; Autorità Distrettuale Bacino del Po
MEZZOPIENO 10 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
ENERGIA DAL MARE: L’ITALIA PIONIERA Sono sette Paesi europei ad aver dato via al primo programma internazionale per la produzione di energia dalle onde, una risposta energetica che si sta diffondendo sempre di più e di cui l’Italia è pioniera. Italia, Spagna, Francia, Grecia, Croazia, Cipro e Portogallo hanno fondato l’alleanza nominata Pelagos Blue Energy Cluster e scelto il Mar Mediterraneo come punto di partenza per la rivoluzione energetica che viene da mare. L’iniziativa finanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale, nasce con l’obiettivo di incrementare le capacità di innovazione e di cooperazione transfrontaliera in tema di energia marina, in tutte le su forme (vento, onde, mare, gradiente termico ecc.). L’alleanza coinvolge ricercatori ed esperti provenienti da imprese, compagnie elettriche, università, operatori finanziari, fornitori di servizi e utenti finali, uniti con l’obiettivo comune di sfruttare la grande potenza del mare e di trasformarla in energia pulita. “L’Italia ha compiuto grandi passi in avanti, sia nella ricerca che nello sviluppo tecnologico ed ha acquisito ormai una posizione di rilievo tra gli attori internazionali in questo settore” ha dichiarato Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio ENEA di modellistica climatica e impatti che sviluppa tecnologie per l’energia dal mare. “In Europa gli investimenti stanno progressivamente crescendo”. “Le acque sarde sono quelle che possiedono il potenziale più elevato nel Mediterraneo per lo sfruttamento dell’energia dal mare” secondo Sannino. “Un mini parco marino da 3 MW al largo di Alghero è in grado di produrre un quantitativo di energia elettrica per più di 2000 famiglie”.
L’artista che copre gli sfregi con le cose buone
Fonte: Pelagos
L’autostop diventa etico e protetto
Combatte le scritte offensive e che deturpano le città con disegni di cibo e di frutta succulenta. Si chiama Pier Paolo Spinazzè, 37 anni, in arte “Cibo” ed è di Verona: la sua è arte pubblica e la città la sua galleria ma per lo street artist i graffiti sono molto più che disegni per abbellire le città. Pier Paolo crede che simboli xenofobi sui muri non solo deturpino i muri ma influiscano negativamente sulla memoria della storia e sull’educazione dei più piccoli. Per questo la sua è una vera e propria missione e si impegna a sostituire ogni svastica che incontra sul suo cammino con frutta, dolci o cibo coloratissimi. Spinazzè è stato chiamato in molte città e in ognuna offre il suo lavoro per coprire i simboli che incitano all’odio con dipinti murali molto allegri, promuovendo il cibo caratteristico della località in cui si trova e invitando altri street artist a mettersi all’opera e fare lo stesso, praticando una vera e propria educazione civica attraverso l’arte di strada.
Prendi un gruppo di paesi del Lago Maggiore poco collegati tra di loro, aggiungi che non tutti gli abitanti hanno la macchina e che i mezzi pubblici non sono così frequenti. Come migliorare la mobilità locale, spendendo poco e magari facendo anche amicizia? Con Equostop, progetto realizzato dall’associazione GIM Terre di lago, con i comuni del Lago Maggiore e la Comunità Montana Valli del Verbano. “Ognuno di noi deve fare qualcosa per l’ambiente – spiega Gianfranco Malagola dell’associazione GIM Terre di lago – il progetto Equostop crea una mobilità più sostenibile e facilita le relazioni tra le persone. Molte auto viaggiano con una sola persona a bordo, mentre gli anziani o chi non possiede una macchina non si può muovere facilmente”. Così è nato il progetto Equostop: “Per superare la diffidenza a dare o ricevere un passaggio abbiamo distribuito una Card alle associazioni della zona. Chi la usa è in qualche modo una persona di fiducia”. In cambio del passaggio si riceve un contributo simbolico di 0,50 centesimi o 1 euro, chiacchiere comprese. La card si è poi trasformata in un’app grazie ai ragazzi dell’Itis Carlo Volonté di Luino (Va). L’app Equostop permette tra l’altro di calcolare la CO2 risparmiata, così si può chiedere al proprio Comune di riconoscere uno sconto sulle tasse comunali in cambio del comportamento virtuoso avuto. Il progetto dei ragazzi ha appena vinto il premio Earth Prize international 2018.
Fonte: Cibo
Fonte: in collaborazione
Volonwrite per Mezzopieno
con Earth Prize International
MEZZOPIENO 11 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
I filtri abbandonati diventano un accessorio di moda Nel mese di marzo sono comparsi decine di migliaia di dischetti di plastica sulle spiagge della Maremma, in Toscana, provocando l’allarme delle associazioni ambientaliste e occupando le cronache a causa della loro provenienza misteriosa. Dopo alcuni giorni dai primi rinvenimenti, la Guardia Costiera ha svelato il mistero: erano filtri per la depurazione delle acque dispersi in mare alla foce del fiume Sele, in Campania. Oggi, grazie alla creatività di una giovane designer, i dischetti raccolti durante la campagna di pulizia
dei litorali lanciata da WWF sono diventati oggetti di design. “Dopo averne raccolti tantissimi, vista la mia propensione al riutilizzo, ho pensato di dar loro una nuova vita” - ha dichiarato la designer tessile toscana Laura Rovida - “la loro struttura a rete mi ha ricordato la struttura tessile dei tessuti garzati, dunque la cosa più naturale era ricamarci. E ho pensato subito al fenicottero rosa, la mia grande passione, la cui silouette ho riprodotto su ogni dischetto, ricamata in seta”. La confezione delle spille è realizzata con l’interno dei rotoli di
carta igienica e carta da cucina, per lanciare un messaggio di coerenza su riutilizzo e recupero degli scarti. Il ricavato della vendita delle spille servirà a sostenere le Oasi WWF di Burano e Orbetello. Fonte: Il Tirreno; WWF
I cani salvatori che proteggono le spiagge Sono chiamate le Squadre Speciali SICS, i cani da salvataggio della Scuola Italiana Cani da Salvataggio. Salvano ogni anno decine di vite sui nostri litorali. Sono solitamente Terranova o Pastori Tedeschi che dopo un lungo periodo di addestramento diventano veri e propri bagnini e che in molte situazioni riescono in ciò che persino un essere umano qualificato non riesce a fare. Questi cani posseggono un grande istinto di salvataggio e una forza che insieme al loro spirito altruistico, li rende risolutivi in tanti casi. Si tratta di animali possenti e dal carattere mite che seguono corsi per imparare a prendere una persona che può pesare più del doppio di loro e a portarla a riva, evitandole di annegare e senza ferirla. Sono anche labrador o golden retriver che grazie alle loro caratteristiche fisiche e morfologiche possono anche portare un salvagente in acqua a chi è in difficoltà nel mezzo di una tempesta, cani abituati a vincere la paura e a lanciarsi anche dal ponte di un’imbarcazione o addirittura da un elicottero. Ogni proprietario di cane può insegnare al suo animale a diventare bagnino, esistono corsi in tutta Italia, è sufficiente avere un cane robusto e docile. In 30 anni di attività le Unità Cinofile SICS hanno salvato la vita a centinaia di persone in tutta Italia. Una squadra di 300 animali dislocati su tutto il territorio nazionale e anche a bordo di unità navali che lavorano in ambiti di Protezione Civile e in progetti di sicurezza balneare in molti comuni e regioni italiane, principalmente in affiancamento alla Guardia Costiera. Fonte: Scuola Italiana Cani Salvataggio MEZZOPIENO 12 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
Leucemia: i colleghi gli regalano le loro ferie per curarsi Emilio Lentini, un operaio 53enne di Vimodrone (Milano), si è ammalato due anni fa di leucemia. Dopo 18 mesi di cure e il trapianto di midollo, l’uomo non è ancora guarito e non può tornare a lavorare nella fabbrica dove prestava servizio, terminati i giorni di ferie retribuita. In questo caso l’aspettativa non è più coperta dalla cassa di previdenza sociale e a causa delle assenze il rischio è anche di perdere il posto di lavoro. I colleghi della Mattei Group, realizzato lo stato di necessità, non sono
stati indifferenti a questa situazione e si sono offerti di donare parte delle loro ferie per salvare il posto di lavoro di Emilio. La gara di solidarietà ha coinvolto tutti i suoi compagni di lavoro che hanno rinunciato tutti insieme a 911 delle loro ore per aiutare il compagno, circa 110 giorni lavorativi, permettendogli così di stare a casa ancora un po’ per recuperare la salute senza preoccupazioni e preservare il suo posto in fabbrica. Fonte: La Martesana
Lo zoo diventa di peluche e gli animali come quelli veri
L’ospedale delle piante
Quante volte abbiamo assistito alla morte di una piantina senza sapere cosa fare? Dalla sensibilità di un uomo che ama molto la natura è nato l’ospedale per le piante. Gianni Boetto, titolare di un bar di Padova, ha deciso di trasformare una stanza adiacente alla sua attività in un luogo dove cercare di guarire le piante che sono in sofferenza: per innaffiature errate, terreno non idoneo, habitat, temperature o esposizioni non corrette. Da sempre amante di animali e di giardinaggio, Gianni in modo gratuito si mette a disposizione Gli zoo sono sempre più al centro di riflessioni e campagne che ne chiedono la chiusura di chiunque ne abbia bisogno. La sua ricompensa è soltanto vedere la pianta guarita per poi per rispettare il diritto alla libertà degli animali. Un’azienda ha voluto creare la possirestituirla al proprietario. bilità di avere zoo senza animali. Con un gruppo di artisti e di artigiani ricostruisce “Come intervengo? Cambio la terra, metto concime, do l’acqua secondo le giuste quantità. copie uniche di animali partendo dal ritratto originale nell’habitat naturale. Gli animali Sono esseri viventi che hanno bisogno di cure: io con le mani sento la terra e capisco di che sono estremamente veritieri e non presentano segni di fabbricazione, sono creati con cosa hanno bisogno. Devo dire che sono parecchie quelle che recuperano”. Un’esperienza tessuti fatti espressamente per ogni esemplare e cuciti dall’interno, evidenziando così la che l’uomo ha portato anche sul ponte Tadi muscolatura e tutti i particolari. In media vengono utilizzate fino a 240 parti per ogni di Padova, dove ha piantato una vigna e esemplare. Le ombre ed i dettagli più piccoli vengono aerografati a mano e ogni animale creato un’area verde per i passanti. Dopo è studiato per avere un volto che esprime emozioni differenti e realistiche. Sono anche essersi battuto per cercare di salvare un ecologici perché l’imbottitura utilizzata è interamente in materiale riciclato. Gli animali pioppo centenario, in seguito abbattuto, ha della Hansa Creation riproducono le specie dei 5 continenti e sono a grandezza natupoi creato “l’orto degli ingiusti”, che prende rale. Questi grandi peluche sono i protagonisti in tutto il mondo di zoo e “parchi il cui il nome dall’ingiustizia subita dall’albero, obiettivo non è solo intrattenere e stupire ma anche aiutare ad apprezzare e comprende- simbolo per la sua famiglia e per gli abitanti re l’importanza della salvaguardia e della coesistenza con il meraviglioso mondo anima- del quartiere che oggi contribuiscono a dar le”, come afferma l’azienda. In molti centri commerciali in cui questi zoo sono installati, vita all’aiuola con tante piantine da lui stesso la gente può indossare accessori da esploratore e ripercorre spazi nei quali è riprodotto curate. l’habitat naturale degli animali e scoprire la vita e le abitudini degli esseri che ci vivono. Fonte: L’Ospedale delle Piante Fonte: HansaCreations; Publievent Volonwrite per Mezzopieno
La foca monaca è tornata La foca monaca, uno degli animali più a rischio del Mediterraneo e dichiarata estinta in Italia, sta facendo ritorno e per il terzo anno consecutivo fa rilevare le sue tracce nelle isole Egadi, in Sicilia. Questa specie che abbondava nei nostri mari fino agli anni ‘70, è progressivamente sparita nel corso degli ultimi decenni a causa del degrado del suo habitat e della pesca che aveva impoverito la disponibilità delle prede tradizionali. La sua presenza è stata accertata a Favignana, l’isola più abitata dell’arcipelago, dalle foto-trappole installate dall’Istituto Superiore per la Ricerca Applicata al Mare (Ispra) in collaborazione con l’Area Marina Protetta locale. “Gli individui fotografati nel periodo 2011-2017 – scrive il bollettino della are marina delle Egadi – sono quasi certamente esemplari di femmine adulte”. Il progetto di monitoraggio e salvaguardia delle foche marine, avviato nel 2011, sta permettendo di ricreare le con-
dizioni per l’insediamento di questa specie che sembra gradire le iniziative intraprese per permettergli di tornare a popolare le aree dove ha vissuto per migliaia di anni. “La scelta della tutela e della sostenibilità dello sviluppo, in questo territorio, è stata premiante e oggi la foca monaca è diventata il brand dell’arcipelago” secondo il Direttore dell’AMP, Stefano Donati ricercatore dell’ISPRA. Fonte: Area Marina protetta Isole Egadi
MEZZOPIENO 13 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
MEZZOPIENO52passi Ogni primo Lunedì del mese, dalle ore 19 alle 21, il cammino individuale prosegue con momenti di incontro comuni, per condividere i passi settimanali e dialogare intorno ad essi.
I 52 PASSI SONO UN PERCORSO DI IMPEGNO PERSONALE CHE CONSISTE NELL’AFFRONTARE PICCOLI PROPOSITI SETTIMANALI, UNO PER OGNI SETTIMANA DELL’ANNO, CON L’OBIETTIVO DI VEDERE IL LATO MEZZOPIENO DEL MONDO. LE QUATTRO AREE DI IMPEGNO SONO:
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- IL RISPETTO DELL’AMBIENTE - LA SPIRITUALITÀ
LE BUONE ABITUDINI
UN ALLENAMENTO ALLA FELICITÀ
Non esistono sconosciuti, soltanto amici che non hai ancora incontrato
Chiacchierare con uno sconosciuto
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Ogni giorno della nostra vita passiamo del tempo insieme a sconosciuti ma non sempre avviamo una conversazione con loro. Questo esercizio ti invita a stabilire una connessione, piuttosto che rimanere da solo. Che sia su un mezzo pubblico, in una sala d’aspetto, in ascensore oppure in coda per il caffè, oggi avvia una conversazione con una persona nuova. Prova a stabilire una connessione. Scopri qualcosa di interessante su di lei e condividi qualcosa di te. Più è lunga la conversazione meglio è. L’obiettivo è conoscere quella persona. Sebbene gli altri abbiano più voglia di parlare di quanto immagini, è importante prestare attenzione alla loro reazione nel caso ti accorgessi che non hanno voglia di comunicare. Se invece si dimostrano interessate, qui c’è qualche consiglio per avere una buona conversazione: • Fai domande legate al contesto. Al mercato puoi domandare “Cosa preparerai con questo?” o durante le feste puoi chiedere “Dove andrai in vacanza?”. • Tieniti pronte domande per rompere il ghiaccio come “Da dove vieni?” oppure “Cosa fai per divertirti?”. • Fai leva sulla tua conoscenza di fatti di cronaca o eventi correnti: per esempio potresti chiedere “Hai sentito di quella coppia che ha
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vinto alla lotteria? Cosa faresti tu se vincessi?” Esplora i loro interessi, specialmente quando sono in comune con i tuoi. Ad esempio “Stai andando a lezione di yoga?” oppure “Qual è il tuo corso preferito?”. • Invece che saltare da un argomento all’altro fai domande per approfondire l’argomento, vai più a fondo nella conversazione per suscitare il loro interesse. Forse credi che chiacchierare con uno sconosciuto sia spiacevole, e non saresti il solo a pensarlo. Spesso immaginiamo che gli altri non siano interessati a parlare e, per di più, l’etichetta ci incoraggia a rimanere in silenzio in molte situazioni. Di fatto, però, ci sbagliamo. Diversi studi hanno dimostrato che le persone sono più interessate a stabilire un contatto di quanto noi pensiamo. In realtà parlare con uno sconosciuto/a può essere altrettanto piacevole che parlare a un amico, sia per te che per lui/lei. Anche se sei introverso, provare una piccola scossa di interazione sociale può essere un’esperienza positiva, a dispetto di quanto ti dice l’intuito. Questo esercizio trasforma momenti che altrimenti potrebbero risultare lievemente negativi – in particolare spostarsi con i mezzi pubblici, che spesso è ritenuta una delle attività meno piacevoli della giornata – in opportunità per sorridere, condividere qualcosa di noi stessi e rallegrare la giornata di qualcuno. Socializzare è considerata una delle attività quotidiane più piacevoli e i micro momenti di connessione che sperimentiamo con gli altri possono darci conforto e farci sentire una maggiore connessione con il genere umano. In collaborazione con The Greater Good Science Center presso UC Berkeley http://ggia.berkeley.edu; http://greatergood.berkeley.edu •
(W. Butler Yeats)
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- LE RELAZIONI
1 ottobre - I 52 PASSI: UN CAMMINO DI CONSAPEVOLEZZA 5 novembre - UN PERCORSO VERSO IL MONDO E SÉ STESSI
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- IL RAPPORTO CON SE STESSI E CON IL PROPRIO INCONSCIO
Ecco il prossimo appuntamento aperto a tutti presso la Casa del Quartiere di San Salvario di Via Morgari 14 a Torino (saloncino in fondo al cortile):
MEZZOPIENO 14 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
MEZZOPIENO52passi
VUOI FARE IL PRIMO PASSO?
timana t e s a t s e u Q entarti m a l n o n a prova a volta neppure un
Scegli detersivi alla spina e ricaricabili
Dona o condividi un oggetto che ti sta a cuore
MEZZOPIENO 15 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
Fermati cielo l i e r a d r a u ag l giorno a a t l o v a n almeno u
MEZZOPIENOintervista ELISABETTA GATTO
Ognuno deve imparare a definire i propri contorni. Io ho cercato di capire quali erano i miei senza farli diventare dei limiti appunto, a piccoli passi. Esistono limiti di tempo, limiti di spazio, ma il limite è in primis mentale. Ce lo imponiamo e lo trasformiamo in realtà. Senza esagerare, senza forzare troppo i limiti fisici, il corpo segue la mente. Io so quello che posso fare e mentalmente sposto l’asticella un po’ più in alto e un po’ più in avanti. Per carattere tendo ad andare molto veloce. Mi pongo degli obiettivi molto ambiziosi. Ma se credo che sia possibile, ci arrivo.
La sfida più “mezzopiena” che ti sei posta?
Senza dubbio il giro del mondo in bicicletta, perché non è stata solo una sfida sportiva, ma anche sociale ed emotiva e un’esperienza di vita immensa. Ha cambiato il mio modo di vedere le cose. A 32 anni ho svoltato completamente, ho capito che siamo noi i protagonisti della nostra vita e che possiamo fare quello che vogliamo. Il giro vive con me ogni giorno. In 144 giorni ho acquisito insegnamenti diversi che riscopro nella mia quotidianità.
Paola Gianotti
Hai legato questa impresa a uno scopo solidale e benefico, ovvero…
“Non c’è un finito nel mondo e si può sognare quello che si vuole” Quali sono i tuoi punti di forza?
Credo che uno sia il modo in cui affronto la vita e le difficoltà. Ho molta positività, sono
ottimista e solare. Cerco di affrontare le difficoltà con leggerezza. Se c’è un problema, si risolve. Con impegno e determinazione.
E questa è stata davvero la parte più bel-
Come atleta hai superato con successo la. Come atleta è stata indubbiamente una sfide estreme, ma mai con boria. Cos’è grandissima soddisfazione, ma i record per te il senso del limite? sono sterili se fini a se stessi. Ciò che mi
MEZZOPIENO 16 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
ha dato più soddisfazione è la possibilità di trasmettere agli altri un messaggio.
E al tempo stesso promuovere un uso consapevole della bicicletta.
della campagna promossa da Radio Rai2 Caterpillar: 2.000 km in pieno inverno per portare le oltre 10.000 firme raccolte in tutto il mondo.
Com’è venuta l’idea
La bicicletta è un mezdi circumnavigare il Ognuno deve imparare a zo straordinario, il più globo in bici? definire i propri contorni senza democratico in assoluto, È stata una vera ilfarli diventare dei limiti non fa distinzioni socialuminazione. Non li. È fondamentale in tanti ci avevo mai pensato Paesi dell’Africa e dell’Asia. prima, non l’avevo mai Ed è uno strumento per riespresso a parole come provendicare la libertà e i propri diritti, getto. Non ho un passato da ciclicome stanno facendo le ragazze della pri- sta, ma sono una sportiva eclettica e una ma squadra nazionale di ciclismo femmi- grande viaggiatrice “zaino in spalla”. La nile in Afghanistan. Ho portato la candi- bicicletta è il mezzo che mi piace di più datura della bicicletta a premio Nobel alla perché coniuga queste due passioni: il Pace da Milano a Oslo come testimonial viaggio e lo sport.
Ho puntato sul Guinness World Record per ridarmi un futuro: viaggiare per due anni in giro per il mondo sarebbe stata una bella esperienza, ma questo è stato di più, è stata l’occasione per ricostruirmi un futuro e ripartire.
Economia e Commercio, così una volta laureata ho trovato un impiego in una grande società di consulenza finanziaria a Milano. Ma ho capito presto che gli orari e indossare un tailleur non facevano per me. Sono tornata a Ivrea, la mia città, e ho messo su una Un’idea che è arrivata società di organizzazioin un momento dene di eventi e team buLa crisi mi ha permesso di licato della tua vita, ilding. È iniziato così mettere insieme i pezzi della quando hai dovuto il processo di avvicinamia vita reinventarti. mento a ciò che ero io. Io avrei voluto fare l’IMa erano gli anni della SEF ma i miei genitori mi crisi e nel 2012 sono stata hanno convinta a studiare costretta a chiuderla. La crisi mi ha permesso di mettere insieme i pezzi della mia vita.
Hai scoperto così un altro talento, quello della scrittura. Scrivere mi è sempre piaciuto, ma era un sogno che avevo lasciato da parte. Raccontare il giro del mondo è stato il modo per scolpire le emozioni e passarle agli altri.
Cosa significa per te “Sognare l’infinito”?
Cercare di andare oltre il limite. Capire che non c’è un finito nel mondo e si può sognare quello che si vuole. E anche che non c’è un solo infinito, perché ogni volta è un infinito nuovo. MEZZOPIENO 17 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
piemonte LA CITTÀ CON PIÙ ALBERI D’ITALIA La presenza di vegetazione nelle città
è un elemento di qualità della vita e di attenzione per l’ambiente che fa parte della cultura di una comunità e che si conquista e si protegge nel tempo. ll MIT di Boston, una delle più prestigiose università del mondo, ha sviluppato un algoritmo in collaborazione con Google che calcola “l’indice di verde visibile” nelle metropoli internazionali, individuando le 17 città più verdi del mondo. Torino è risultata l’unica italiana, con un tasso di verde visibile del 16,2%. La più verde in
assoluto è Singapore e quella europea è Oslo. La città di Torino è una delle più ricche di alberi al mondo, grazie ai suoi numerosi parchi e alle aree protette intorno al fiume Po e in collina. Circa 320 Km di viali alberati e 160.000 piante radicate lungo le strade e nei suoi giardini pubblici. La storia degli alberi torinesi ebbe un forte impulso nel 1808 quando il consiglio degli edili ne definì il piano generale ma già nel ’600 le grandi strade di collegamento con le residenze sabaude erano lunghi rettilinei alberati. A Torino però la sensibilità ecologista non è solo cosa
Sventa la rapina: il supermercato lo assume
Era solito stare davanti al supermercato per sbarcare il lunario Osahon Ewansiha ma sabato 30 giugno scorso si è avventato su un rapinatore che stava assaltando la cassa e lo ha bloccato. Ha 27 anni e vive a Torino da qualche mese, arrivato dalla Nigeria con un barcone. Era in cerca di un impiego e spesso aiutava le persone in difficoltà a portare la spesa o le signore anziane a caricare i carrelli. “Anche se non avevo niente non volevo rubare. Ho guardato quella cassiera in pericolo e ho pensato alla mia famiglia in Nigeria” ha dichiarato in un intervista. Osahon ha preso alle spalle il rapinatore e lo ha disarmato del coltello che stava usando contro la cassiera terrorizzata. I Carabinieri hanno avuto la conferma in seguito all’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza. Il giovane nigeriano non credeva di aver compiuto un atto tanto straordinario ma esattamente un mese dopo Osahon è stato assunto dal supermercato in cui ha sventato la rapina e ora fa il magazziniere. La direttrice del negozio, visti i filmati, ha avviato tutte le pratiche necessarie per premiarlo della sua onestà e del coraggio che ha mostrato ed ha voluto offrirgli un lavoro in piena regola. Il giovane ha incominciato anche a studiare l’italiano andando a scuola dopo l’orario di lavoro e ora vive in un appartamento con alcuni suoi connazionali. Fonte: Torino Today; TGCOM24
del passato; la città aumenta costantemente il suo polmone verde. Nel mese di maggio 600 nuovi alberi sono stati piantati e altri 600 sono stati messi a dimora da novembre nello spazio verde nei pressi dell’inceneritore. L’intervento è stato svolto in collaborazione con il gruppo volontario spontaneo Badili Badola Guerrilla Gardening che con pale e zappe e tante persone di buona volontà ha creato una piccola foresta. FONTE: TREEPEDIA; BADILI BADOLA; GUIDA TORINO
Un peluche per ogni bambino malato: da tutta Italia Un piccolo peluche per accogliere ogni bambino al momento del suo ricovero in ospedale. È l’idea della caposala del reparto di pediatria dell’ospedale di Vercelli che ha coinvolto tutta l’Italia. “Mio figlio un giorno mi ha chiesto di dare in beneficenza i peluche che non usava più e ho pensato subito al reparto”. La prova con il primo paziente ha successo e Michela decide di condividere l’iniziativa su Facebook. La campagna #facciamogirareinostripeluche ottiene migliaia di consensi e di adesioni e da tutta l’Italia incominciano ad arrivare peluche. “Vorrei partecipare anch’io. Abito a Cuneo ma spedirei a mio carico”, “Wow che bello, ne ho tantissimi! Sono di Bari come faccio a partecipare?”, “Bellissima iniziativa. Io 45 anni fa fui ricoverata a Cagliari. Vi farà ridere ma ho ancora un pupazzo rosa che mi fu regalato dai genitori di un bambino. Sono piccole cose che da bambini sono grandis-
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sime”. Subito dopo la pubblicazione dell’appello sul web in reparto hanno iniziato ad arrivare i primi sacchetti. Un entusiasmo incontenibile. “Sono in ferie - racconta il primario della pediatria Gianluca Cosi - ma i peluche dei miei figli sono già stesi ad asciugare”. I peluche possono essere consegnati, dopo essere stati lavati, direttamente in Pediatria. Possono anche essere spediti all’indirizzo: Reparto di Pediatria Ospedale S. Andrea di Vercelli C.so Mario Abbiate n. 21 - 13100 - Vercelli. Fonte: ASL Vercelli
La maglia della Juve fatta dal riciclo delle spiagge Dopo aver annunciato quello che molti hanno definito l’acquisto del secolo, assicurandosi le prestazioni di Cristiano Ronaldo per la prossima stagione, la Juventus ha ottenuto un altro importante risultato, questa volta nella salvaguardia dell’ambiente. La terza maglia da gioco che la squadra campione d’Italia utilizzerà nella stagione 2018/2019 è infatti realizzata interamente con plastiche raccolte sulle spiagge e negli oceani. L’iniziativa, nata per sensibilizzare al problema delle micro-plastiche disperse nell’ambiente, è frutto della collaborazione tra lo sponsor tecnico del club torinese e Parley for the Oceans, un’associazione che da anni promuove campagne e strategie globali in difesa degli oceani. Sul sito di Parley si legge “non esistono formule magiche per risolvere le minacce ai nostri oceani. Ma esistono dei semplici passi che possiamo fare qui e ora per essere parte della soluzione”. La maglia da gioco realizzata in tessuto Parley Ocean Plastic arriva per la prima volta in serie A e sarà adottata anche dal Manchester United nella Premier League inglese. Fonte: Parley for the Oceans; Tuttosport
Il condominio diventa un museo Una palazzina nel centro della città è stata trasformata in un museo vivente, con opere in continua mutazione e artisti che risiedono per periodi più o meno lunghi per ideare installazioni artistiche e trasformare il condominio. A Torino, nel quartiere storico di Porta Palazzo, il primo esperimento internazionale di condominiomuseo. Cuore del progetto è un programma di residenza per artisti che tramite concorsi internazionali, aperti a tutte le discipline artistiche, fa loro realizzare interventi e opere negli spazi comuni al fine di promuovere la riqualificazione del maestoso edificio ottocentesco, in stato di trentennale degrado e abbandono. I progetti vincitori vengono selezionati dagli stessi abitanti del condominio (circa 200 persone di
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ogni nazionalità distribuiti in 53 appartamenti) con la mediazione di un Consiglio di curatori ed esperti, sulla base della capacità di coinvolgere la comunità nella progettazione e nella realizzazione delle opere, di interpretarne i desideri, di attivare nuove forme di socialità attraverso percorsi di co-creazione e cura degli spazi. “Il condominio è un luogo in cui si esercita la prima forma di democrazia e punto di intersezione tra dominio pubblico e
privato” è il principio che ispira l’iniziativa. L’ex-portineria presidiata da un team di giovani sociologi e antropologi dell’Università di Torino, si è trasformata per accogliere i visitatori, raccogliere i desideri degli abitanti e monitorare l’intero processo, così da renderlo un caso-studio replicabile. Il programma si completa con mostre, eventi e incontri organizzati negli spazi comuni e nel laboratorio di creazione collettiva. Fonte: Via della Fucina 16
piemonte
Chiara che racconta le storie ai passanti
Un’artista di strada che mette in scena un personale teatro di relazione attraverso l’arte della lettura “visà-vis”. Si chiama Chiara Trevisan ed è di Torino, laureata in Storia del teatro. Cinque anni fa ha scelto di avviare un progetto per studiare le reazioni delle persone in strada, rompere il muro dell’indifferenza e ricevere, donando emozioni. Chiara ogni giorno si reca in piazza Carignano con la sua bicicletta e una scatola, una mini biblioteca portatile; sosta e attende che qualcuno in strada si avvicini, in cambio lo accoglie sul suo sgabellino e gli legge alcune pagine di un libro. Tutti i giorni con la pioggia o con il sole Chiara osserva gli sconosciuti che attraversano la piazza; a chi si ferma, apre una scatola contenente diverse frasi e chiede di scegliere le cinque che più lo rappresentano: da questa selezione poi la lettrice vis-à-vis, determina il brano e inizia a leggere. Nasce così un dialogo che arricchisce sia Chiara che il suo spettatore, uno scambio reciproco, come racconta nel suo blog dove sono raccolte le sue diverse esperienze: “Non chiedo alle persone di fermarsi, ma offro loro la possibilità di darmi un po’ del loro tempo. E io, a mia volta, do il mio. Spesso non mettiamo gli altri nelle condizioni di donarci qualcosa: così non è che gli altri non siano generosi, siamo noi che non creiamo il giusto spazio per accogliere la loro generosità”.
Una nuova vita ai beni diventati superflui
Fonte: Chiara Trevisan Wordpress
Ce l’ho, ce l’ho, manca. Chiunque da bambino abbia scambiato con gli amici i doppioni delle figurine dei suoi calciatori preferiti ricorda questa filastrocca. Una buona pratica che oggi è diventata una piattaforma digitale per fare incontrare la domanda e l’offerta di beni di prima necessità: così l’Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario di Torino ha realizzato il sito web cĕlocĕlo per mettere in contatto chi opera nel sociale con chi ha qualcosa da regalare. I privati possono registrarsi sulla piattaforma e mettere a disposizione di chi ne ha bisogno oggetti di uso comune: dall’armadio al frigorifero, dal passeggino alla bicicletta di seconda mano. Ma il sito è aperto anche ai commercianti che abbiano fondi di magazzino o altri beni in eccesso, ai professionisti che offrano servizi gratuiti e alle associazioni che vogliano mettere a disposizione corsi, spettacoli e laboratori. I beneficiari dell’iniziativa sono persone e famiglie svantaggiate, in condizione di marginalità o di povertà causata da eventi traumatici come la perdita di lavoro, una separazione o una malattia. I beni tuttavia non vengono ritirati direttamente dagli interessati ma da associazioni impegnate nel sociale che, accreditatesi sulla piattaforma, fungono da intermediari tra i donatori e i loro utenti. Ad oggi cĕlocĕlo ha raccolto 327 oggetti assegnandone 291 a persone in difficoltà e può contare su una rete di oltre 50 enti no profit e servizi di prossimità.
Volonwrite per Mezzopieno
Fonte: cĕlocĕlo
Il compagno autistico, una parte di tutti noi L’inizio della nostra terza media quest’anno è stato diverso dai precedenti. A renderlo così speciale è stato l’arrivo di Edo, un ragazzo autistico ricco di talenti e dalle mille passioni. Una di queste è il cartone tedesco Die Sendung mit der maus, grazie al quale abbiamo potuto conoscere meglio il nostro nuovo compagno, specialmente durante le ore di attività alternativa. Qui, ogni martedì per un’ora, aiutiamo Edo con varie attività nelle quali i personaggi dei suoi cartoni animati preferiti sono i protagonisti. Non siamo solo noi ad aiutarlo, ma anche lui ci aiuta arricchendoci di
positività. Edo si è rivelato un ragazzo allegro, gentile, con una grande forza interiore ed un sorriso sempre sul volto. Fin dal primo secondo Edo ci ha conquistati grazie al suo meraviglioso talento nel disegno… Ogni sua opera ci regala forti emozioni. Nel corso del tempo abbiamo notato un forte miglioramento del suo comportamento e nel modo di relazionarsi con le altre persone e ciò ci rende molto felici. Ormai Edo è un componente fondamentale della nostra classe e della nostra vita, e sarà così per sempre.
Articolo scritto dai piccoli giornalisti della 3^A - Scuola Nievo-Matteotti, Torino
MEZZOPIENO 20 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
MEZZOPIENO NELLE SCUOLE
Giornalisti gentili
MEZZOPIENOlafotografia
LA TUA FOTO QUÌ INVIACI LA TUA FOTO DI COME TU VEDI IL MONDO MEZZOPIENO redazione@mezzopieno.org
“Per amore”
Foto di Alessandro Lercara premio UNHCR 2018 per gentile concessione del fotografo
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MEZZOPIENOincontra...
San Bartolomeo - Cherasco (CN)
Canale Ecologia
Un’associazione per la salvaguardia dell’ambiente
e delle donazioni di soci e cittadini che, nel corso di oltre vent’anni, hanno sostenuto l’iniziativa. Ai sottoscrittori viene consegnato un simbolico attestato di comproprietà e, chi lo desidera, può visitare di persona l’appezzamento acquistato grazie alla sua donazione.
Come è nata l’idea di acquistare terreni privati per destinarli a oasi e parchi naturali?
DIEGO MARIANI ANTONIO VETRÒ
“Acquistare un metro quadrato di terreno e assicurarlo, per sempre, a un futuro ecologico” Poco distante dal castello di Canale d’Alba (CN), al di là di un portone in ferro battuto che sembra uscito dalla fantasia del maestro Gaudì, incontriamo Gino Scarsi, eccentrico promotore dell’associazione Canale Ecologia, ex sindaco del paese e fabbro
da oltre dieci generazioni. Parcheggiata la Vespa nell’ombra del giardino, Gino ci conduce al salone che una volta ospitava l’officina di suo padre, poco distante dal laboratorio artigiano dove oggi lavorano suo figlio e i suoi nipoti. Prendiamo posto intorno al tavolo di legno con al centro la mappa
catastale di San Nicolao, l’oasi naturalistica realizzata su oltre 250.000 metri quadri di terreno tra i comuni di Canale, Montà e Cisterna d’Asti. Canale Ecologia, no profit a vocazione ambientale, ha costituito l’area naturalistica acquistando terreni privati grazie al contributo delle amministrazioni comunali
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L’associazione è nata nel 1991 per fare campagne contro il nucleare ma all’epoca la gente ci contestava di essere sempre contro e mai propositivi, allora abbiamo deciso di lanciare una campagna per destinare a parco l’area di Mombirone, alle porte di Canale, evitando così che fosse edificata. Dopo l’abbandono dei terreni che erano coltivati a viti e pescheti, i passeri avevano trasportato e sepolto nell’area migliaia di ghiande raccolte dalle querce secolari del castello di Canale, facendo nascere così un bosco di querce. La campagna “Adotta una quercia”, all’epoca, ha coinvolto oltre 300 cittadini canalesi con la raccolta di 40 milioni di lire che ci hanno permesso di costituire il piccolo parco di Mombirone, un’area di 50.000 metri quadri a poche centinaia di metri dal centro storico di Canale che ospita al suo interno un santuario del ‘600 ed è a disposizione della collettività
per escursioni e attività didattiche LA BUONA PRATICA con le scuole. DI CANALE ECOLOGIA Questa prima Spostarsi esperienza di in bicicletta “crowdfunding” ante litteram ci ha dimostrato che ciò che avevamo in mente era davvero possibile.
Quali difficoltà avete dovuto superare per raggiungere i vostri obiettivi? All’inizio nessuno voleva vendere. In queste zone c’è un senso della proprietà atavico e se imponi un’area di tutela naturalistica su terreni privati le persone ti guardano con sospetto. Soltanto un forte radicamento sul territorio e una presenza costante ci hanno permesso di
guadagnare la fiducia dei proprietari che, nel corso del tempo, hanno compreso le nostre intenzioni e ci hanno venduto le loro terre per farle diventare bene comune. Un metro quadrato di terra, tra acquisto e spese notarili, viene a costare circa un euro, un costo modesto che nasconde però un patrimonio di humus, microorganismi e sostanze vive. Se il prezzo non è un problema, una delle difficoltà è spesso l’individuazione dei proprietari di terreni, abbandonati da anni oppure ereditati da molti membri di una stessa famiglia. Pensate che abbiamo fatto atti di compravendita dal notaio a cui hanno partecipato oltre 25 comproprietari! Gino parla con passione della sua terra e, mentre sua moglie ci fa assaggiare delle pesche appena raccolte, ancora calde di sole, ci abbandoniamo ai racconti delle guerre avvenute alla fine del 1200 tra Asti ed Alba,
Gino ci mostra la mappa catastale dell’Oasi di San Nicolao
quando il libero comune di Asti contava già 40.000 abitanti. Finita la merenda, ci mettiamo in strada per raggiungere l’Oasi di San Nicolao. Parcheggiamo nei pressi di Casa Natura, un ex tiro a segno convertito da Canale Ecologia in punto di riferimento didattico e base per le escursioni nell’area. Gino scambia qualche battuta in piemontese con un viticoltore affaccendato tra i filari di uva mente noi ci avviamo sul sentiero, calpestando la sabbia del Pliocene che nasconde conchiglie fossili e monete romane del I secolo a.C., testimonianze di epoche passate. Dopo qualche minuto di cammino la vegetazione si infittisce e proviamo a immaginare, protetto dai boschi, l’avamposto partigiano della 23° brigata Canale che durante la Resistenza si asserragliò sulla Rocca Tajà (Tagliata) per controllare le valli circostanti e assicurarsi un punto di osservazione a 360 gradi. Poi, finalmente, ecco apparire davanti a noi le Rocche, guglie e pinnacoli di sabbia, vera meraviglia del Roero, che conferiscono alle vallate un aspetto quasi lunare. Distratti dalla bellezza del paesaggio, fatichiamo a tenere il passo di Gino che si muove con agilità nel sottobosco elencando la fauna locale: dal tasso alla volpe, dal ramarro alla poiana e poi ancora il germano reale, gli aironi, insetti e farfalle.
Come declinate la sostenibilità nella vostra attività associativa? Noi vediamo la sostenibilità come una tendenza al riequilibrio, per evitare che si perda la biodiversità a causa delle monoculture. Come fa un animale selvatico a vivere nella bassa Langa dove si vedono soltanto vigneti a perdita d’occhio? Come dice Franco Correggia, perdere biodiversità significa far morire il pianeta. Vogliamo conservare l’integrità di questo territorio, almeno in parte, e se possibile ripristinare ciò che è stato compromesso. Perciò, ad esempio, rimuoviamo la robinia, che è stata importata qui solo nel ‘600, per piantare altri alberi autoctoni. Per altro verso crediamo sia importante garantire che la natura faccia il suo corso, senza che gli interventi umani compromettano la diversità biologica, ciò che in inglese è riassunto con il termine wilderness.
Raggiunta la vetta dell’oasi, dove un tempo si ergeva il castello del Tuerdo con annessa la chiesa di san Nicolao, il nostro sguardo spazia sui boschi e le colline circostanti, assicurate alle generazioni future dal lavoro paziente di un gruppo di persone di buona volontà che non hanno avuto paura di sognare. Un metro quadro alla volta.
MEZZOPIENOIncontra è dedicato a nuovi stili di vita improntati all’etica e alla sostenibilità. Andiamo a trovare persone, associazioni ed enti che sono alla ricerca di alternative positive ai modelli tradizionali nel loro vivere quotidiano e nella loro attività. Per conoscerli e trascorrere del tempo insieme, per farci ispirare e contagiare dal loro esempio…e per condividere con loro il senso del messaggio Mezzopieno.
MEZZOPIENO 23 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
MEZZOPIENOringraziarevoglio
Ringraziare voglio il divino labirinto degli effetti e delle cause per la diversità delle creature che compongono questo singolare universo, per la ragione, che non cesserà di sognare un qualche disegno del labirinto... ... per lo splendore del fuoco, per l’arte dell’amicizia, per l’odore medicinale degli eucalipti... RingraziareVoglio è un progetto che ha l’obiettivo di riconoscere e portare alla luce le sensazioni, le emozioni e i pensieri che danno prodondità e colore all’esistenza, rendendoli patrimonio comune. Un racconto collettivo ispirato dalla poesia di Borges a cui ognuno può partecipare scrivendo e condividendo il proprio personale contributo per celebrare la bellezza della vita, il proprio ringraziamento. Il progetto è ideato e curato da Lorenza Anselmi.
Ringraziare voglio
per avere ogni giorno cibo e per le vacanze
per il fresco alla sera dopo una giornata afosa
per sapere che nel mondo c’è tanta brava gente
per gli abbracci
per il bacio di Brancusi
per avere avuto un fratellino
per aver iniziato a ballare
per il profumo della pelle della persona che amo
per chi mi ha dato la forza di rialzarmi
per il bordo della pizza
per il silenzio della città al mattino
per la voce di Chet Baker
per l’ora di ginnastica
per essere riuscito a smettere di fumare
per l’attesa di qualcuno che poi arriva davvero
per ogni persona nuova che incontrerò
per il colore pulsante del cuore di un fico maturo
per Itaca
per ogni mano tesa
__ Alessia
__ Renata
__ Filomena, 5^ scuola Carlo Alberto dalla Chiesa __ Alessandro __ Alvise
__ Genny __ Ugo
__ Cinzia
__ Pietro M.
__ Rachele, 5^ B, scuola Fattori __ Benedetta
__ Isabella G.
__ Stella, 5C, scuola primaria di Poiano __ Sara C.
__ Paolo A.
__ Giada, 1^ C scuola Matteotti __ Giovanna P. __ Ginevra A.
__ Giorgio M.
per tutti i riparatori di cose: per mestiere o per vocazione di spirito __ Marta U.
MEZZOPIENO 24 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
MEZZOPIENOprogetti POVERTÀ SALUTE FINANZA ETICA ECOLOGIA APPROVVIGIONAMENTO IDRICO SOSTEGNO ALL’INFANZIA COSTRUZIONE DI STRUTTURE HIV/AIDS TERAPIE SANITARIE INSERIMENTO LAVORATIVO RICERCA SCIENTIFICA DIALOGO INTERRELIGIOSO DISABILITÀ
ALLENARSI ALLA GENTILEZZA E DIFFONDERLA AGLI ALTRI Per il terzo anno consecutivo la Giornata Nazionale dei Giochi della Gentilezza porterà in tutta Italia l’esperienza di imparare e di allenarsi alla pratica gentile e di diffonderla agli altri. L’evento parte dalle scuole per contribuire a circondare bambini e ragazzi di gentilezza, coinvolgendo in seguito i differenti ambiti della loro quotidianità (famiglia, tempo libero, sport). Il tema di quest’anno sarà “Giochiamo insieme per circondare i bambini di GRATITUDINE”. La gratitudine sarà affrontata e sviluppata trattando attraverso il gioco anche argomenti affini, come le espressioni gentili, l’attenzione verso ciò che ci circonda, i movimenti gentili, le parole gentili, come e quando esprimere la gratitudine, i modi di ringraziare, saper riconoscere le cose positive, assaporare la quotidianità, saper stare bene insieme. Nell’ultima edizione del 2017 le classi partecipanti sono state 947 e circa 18.500 bambini hanno partecipato anche associazioni culturali, biblioteche, associazioni sportive e musei in 245 Comuni e 10 Regioni. La Giornata Nazionale dei Giochi della Gentilezza è patrocinata, tra gli altri, dalla Camera dei Deputati, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dal CONI e dal Comitato Italiano Paralimpico e dalla Federazione Italiana Atletica Leggera. PARTECIPANTI: Associazione Cor et Amor Rete del Movimento Mezzopieno MAGGIORI INFORMAZIONI SU WWW.MEZZOPIENO.ORG (SEZIONE PROGETTI)
CULTURA DELLA POSITIVITÀ CRESCITA PERSONALE SPIRITUALITÀ CULTURA / CONOSCENZA MEZZOPIENO 25 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
MEZZOPIENOtralagente
“Cosa hai imparato relazionandoti con un ambiente a prevalenza femminile?” LO ABBIAMO CHIESTO AGLI STUDENTI MASCHI DEL CORSO DI LAUREA IN EDUCAZIONE PROFESSIONALE DI TORINO, UN’INTERFACOLTÀ PER DIVENTARE EDUCATORE SOCIO SANITARIO.
NOTIZIEflash L’EUROPA BANDISCE DEFINITIVAMENTE I CHIMICI INTERFERENTI ENDOCRINI 7 giugno - Unione Europea
L’UE APPROVA IL PIANO SULL’UNIONE ENERGETICA PER LE ENERGIE RINNOVABILI 14 giugno - Commissione Europea
LA BIELORUSSIA CANCELLA DUE CONDANNE A MORTE
GABRIELE B.
Un dialogo delicato e profondo
Sono ligure e mi sono trasferito a Torino inizialmente per fare il Politecnico, ma dopo poco mi sono accorto che quella non era la mia strada. L’anno dopo ho deciso di fare il test per entrare in questa Facoltà e ce l’ho fatta. Oggi, dopo 3 anni, mi rendo conto di aver imparato ad essere me stesso nel dialogo con gli altri. Costruisco discorsi cercando di porre più attenzione alle parole che utilizzo, declinandole in base al genere, ma anche facendo caso alla delicatezza con cui vengono rivolte a me da parte dell’interlocutore, che mi permette di aprire nuove porte verso una profondità diversa e inconsueta” PAOLO C.
PAOLO S.
Non far caso alle diversità
Imparare dalle differenze
Sono un ragazzo torinese, frequento il terzo anno del corso di Laurea e al contempo lavoro. Ammetto di essere un po’ in difficoltà nel rispondere a questa domanda, ma cerco di spiegarmi meglio. Per me è stato molto naturale adattarmi ad un ambiente a prevalenza femminile, perché non ho mai prestato troppa attenzione al modo di comportarsi rispetto al genere della persona che ho di fronte a me. Questo forse è dovuto al fatto che durante gli anni non si sono venuti a creare degli schieramenti dovuti al genere ed è stato tutto spontaneo proprio perché anche gli altri, come me, non notavano le differenze e si comportavano con me in modo naturale.
Questa è la mia quarta laurea e devo ammettere che è stato difficile questa volta perché sono uno dei pochi educatori maschi e anche più grande rispetto all’età media dei miei compagni di corso. Questa doppia differenza all’inizio mi ha molto spaventato, però poi si è rivelata la più grande risorsa. Proprio grazie al rapporto instaurato con alcune mie compagne di corso più giovani di me, ho potuto ultimare i miei studi, perché mi hanno fatto da tutor e non è stato il contrario. L’università ha inoltre confermato l’idea che già avevo: nel mondo del lavoro, per quanto riguarda questa professione, le ragazze hanno le stesse possibilità dei maschi, nonostante siano numericamente maggiori.
16 giugno - Corte Suprema Bielorussia
LO SRI LANKA DICHIARA IL SUO PRIMO DISTRETTO LIBERATO DALLE MINE 20 giugno - Sri Lanka Dept. of Security
LA BARRIERA CORALLINA DEL BELIZE RIMOSSA DALLA LISTA DEI SITI MONDIALI IN PERICOLO 26 giugno - WWF
ANNULLATA IN SUDAN LA CONDANNA A MORTE PER NOURA HUSSEIN 26 giugno - Pressenza
LA COREA DEL SUD RICONOSCE L’OBIEZIONE DI COSCIENZA CONTRO IL SERVIZIO MILITARE 28 giugno - Corte Costituzionale Coreana
L’ENERGIA PRODOTTA DAL SOLE DIVENTA LA PRINCIPALE FONTE IN INGHILTERRA 4 luglio 2018 - Renew Economy/Electric Insights
MEZZOPIENO 26 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
CHRISTIAN P.
MATTIA G.
Riconoscere la propria parte femminile
Il linguaggio va misurato sull’interlocutore
Sono un lavoratore che sta prendendo la riqualifica in Educazione Professionale perché curioso e con tanta voglia di imparare ancora. La mia vita è un cantiere e nonostante la mia età, cerco sempre di avere nuovi stimoli e mettermi in gioco in ciò che faccio per imparare ancora di più. L’ambiente a prevalenza femminile nel quale mi trovo a lavorare e studiare mi ha aiutato a porre l’attenzione sul mio lato femminile, basato sull’ascolto, la dimensione affettiva e l’emotività. Non manca ad equilibrare una dose di lato maschile, fatto di aggressività, norme e rigore, che colmano le lacune dell’équipe spesso a prevalenza femminile. In questo equilibrio cerco sempre di conoscere me stesso, avendo un dialogo e un confronto con le persone che mi vedono dall’esterno, per avere una maggiore consapevolezza sulle luci e sulle ombre dei miei comportamenti. Siamo in continuo dialogo con noi stessi (Hölderlin) e non lo dobbiamo dimenticare.
Sono uno studente e lavoratore di Giaveno che abita a Torino. Durante l’esperienza universitaria, in un gruppo prevalentemente femminile, ho imparato a ponderare meglio le parole che uso e a modificare il mio linguaggio rispetto alla persona che ho davanti e con la quale mi trovo ad interagire. Nel nostro lavoro l’ascolto e il dialogo sono due competenze indispensabili, che sono riuscito a raffinare negli anni grazie al supporto di un gruppo tutto al femminile che dà più peso alle parole rispetto a noi maschi.
MEZZOPIENO 27 SETTEMBRE-OTTOBRE 2018
LIU XIA, VEDOVA DEL NOBEL PER LA PACE LIU XIAOBO, È LIBERA DOPO 8 ANNI DI ARRESTI DOMICILIARI 10 luglio - Amnesty International
LE RINNOVABILI HANNO COPERTO LA MAGGIORE QUOTA DEL FABBISOGNO ITALIANO DI SEMPRE: 17,7% 20 luglio - Ministero dello Sviluppo Economico
IL PAKISTAN LIBERA 30 PRIGIONIERI POLITICI INDIANI DOPO 36 ANNI DI DETENZIONE 13 agosto - Indian Times
MEZZOPIENOeditoriale
Una vita che valga la pena di essere vissuta Tra entusiasmi e delusioni, fatiche e soddisfazioni, che cosa ci dà la forza di alzarci ogni mattina e il desiderio di andare avanti, soprattutto quando le cose non vanno come ci aspettavamo e vivere sembra diventare un peso insopportabile? Talora ci domandiamo se valga la pena di affrontare tante difficoltà e se vivere non sia soltanto una continua lotta per la sopravvivenza. La vita talvolta è difficile da capire e faticosa da affrontare, questo è uguale per tutti, ricchi e poveri, giovani e anziani, saggi e stolti, non ne è esentato proprio nessuno. A volte le cose sembrano sfuggirci e non ne comprendiamo il significato, mentre in altre ci sembra tutto così logico e coerente. Il mondo è complesso, multiforme, articolato e comprenderlo vorrebbe dire conoscerlo; ma conoscerlo appieno è impossibile. Ciò che non comprendiamo ci risulta estraneo e per questo a volte ostile e insopportabile. Se decidiamo di fare lo sforzo di conoscerlo, possiamo discernere ed accoglierlo per come è ma quando smettiamo di cercare di capirlo, incominciamo a rifiutarlo. La conoscenza porta al desiderio e il desiderio alla dedizione. Vivere può essere un’esperienza di grande completamento quando si riesce a riconoscere e gioire della bellezza di ciò che incontriamo e a goder-
Mezzopieno News è pubblicato ogni due mesi dal movimento Mezzopieno nelle versioni locali di Piemonte, Umbria e Marche. Gli articoli riportati sono frutto della ricerca e del lavoro giornalistico del comitato editoriale, dell’ufficio studi, del gruppo di ricerca, dei volontari e dei membri della comunità Mezzopieno. Ogni articolo è un’elaborazione originale e riporta fatti e situazioni reali. Le fonti originali sono verificate e citate per esteso. SE CREDI NELLA BELLEZZA E NELLA POSITIVITÀ, CONDIVIDILA Mezzopieno News è scritto dalla gente e riporta le notizie dei suoi lettori e dei simpatizzanti del Movimento Mezzopieno. Articoli, lettere, suggerimenti e collaborazioni sono inseriti nella pubblicazione secondo i parametri della linea editoriale condivisa. Consulta il sito per collaborare
ne profondamente, senza a tutti i costi volerla possedere. Più ci avviciniamo alla comprensione profonda del senso della vita, più percepiamo il piacere di viverla e veder realizzare ciò in cui crediamo è uno dei motivi per cui vale la pena vivere. Riuscire ad essere parte di questa realizzazione e sentirsi elemento costitutivo di essa può diventare infine la massima sublimazione di un’esistenza. Alcuni momenti perfetti ci danno la sensazione di comprenderne totalmente il significato e ci riempiono, ci mettono in contatto con l’infinito, ci fanno sentire parte di esso e ci regalano la sensazione di pienezza e di assoluto. Sono attimi che valgono la vita e che diventano parte di noi, ancorandoci al mondo e alla voglia di farne parte. Eppure, anche in una cosa diversa o ostile si può nascondere la bellezza e imparare a scoprirlo può essere un antidoto alle difficoltà e alle delusioni. Ogni giorno della vita è importante e non dovremmo aspettare che accada qualcosa che ci tocchi per ricordarcelo. Cerchiamo con tanta avidità il senso della vita ma a volte ci scordiamo di vivere quello che capita, con senso. Vivere è sempre una scelta, non un caso e se qualcosa ci mette nella condizione e di non riuscire più a scegliere, allora il cammino di comprensione può diventare un grande percorso di saggezza. Quando le disgrazie ci toccano, sperimentiamo la prova di non riuscire a sopportare di perdere qualcosa di bello che sentiamo appartenerci, di cui abbiamo fatto esperienza e che ha dato senso alla vita: una madre, un figlio, un compagno,
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ma anche un’esistenza fatta di cose e di capacità, cancellate da una disgrazia, da una disabilità improvvisa o più semplicemente dalla vecchiaia. Accogliere la categoria dell’imprevisto e dell’ineluttabile può cambiare la vita e diventare un modo per non perdere la speranza anche nei momenti in cui l’esistenza sembra non valere più la pena di essere vissuta. Ogni vita vale sempre la pena perché porta con sé una grande energia creativa e ha senso perché non vale solo per chi la vive ma anche per chi ne viene a contatto. A volte le difficoltà ci fanno diventare persone tristi, i rimorsi e la rabbia ci impediscono di andare avanti e perdiamo il piacere di vivere. Il senso di vivere è gioire per i doni che si sono ricevuti e scoprire i propri talenti; ciò che gli dà valore poi, è trovare il modo per condividerli con gli altri. Chi ha un perché per vivere può sopportare ogni come. Non perdiamo mai la voglia di darci l’opportunità di ritentare ancora. Quando ci chiedono: “Cosa fai nella vita?” Quasi sempre rispondiamo enunciando il nostro lavoro. Ma è davvero questo il motivo per cui viviamo? Una volta a questa domanda una anziana artista mi rispose “Ho cercato sempre il bello in ogni cosa”. La vita è un’esperienza da valorizzare, non un problema da risolvere. Un giorno un uomo chiese a un bambino: “Cosa vuoi diventare da grande?” – “Felice”, rispose. “Non hai capito la domanda”, disse l’uomo. “Non hai capito la vita”, gli rispose il bambino. Luca Streri
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