MEZZOPIENO News - Novembre / Dicembre 2018 - edizione Piemonte

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NOVEMBRE/DICEMBRE 2018

Radici che affondano nel quartiere dove è nato e cresciuto, Torpignattara, e uno sguardo che rimanda ad altri luoghi, anche se non necessariamente ad altre appartenenze: Amir Issaa ha scelto il rap per raccontare la sua storia al mondo, le difficoltà e le criticità della sua infanzia, il disagio causato dalla detenzione di suo padre, immigrato di origine egiziana, ma anche il riscatto attraverso la musica e il buon uso delle parole, la responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, il contributo a un paese che necessariamente deve ripensare il concetto di cittadinanza. Amir si avvicina alla cultura hip hop negli anni Novanta nella crew romana The Riot Vandals. È tra i fondatori del leggendario collettivo Rome Zoo, di cui hanno fatto parte nomi storici della scena rap romana. Dopo alcune importanti collaborazioni con rapper italiani e internazionali, nel 2005 pubblica il suo primo album solista, “Uomo di prestigio”, seguito nel 2007 da “Vita di prestigio” e negli anni successivi “Paura di nessuno”, “Amir 2.0” e “Pronto al peggio”. Nel 2012 fonda la sua etichetta discografica indipendente, la Red Carpet foto Edoardo Cortesi

foto Edoardo Cortesi

Music. E due anni dopo calcherà proprio il red carpet del Festival del cinema di Venezia, grazie al successo ottenuto con la colonna sonora del film “Scialla!” di Francesco Bruni, composta insieme ai The Ceasars, entrando in nomination ai David di Donatello e al Nastro d’argento. È co-autore delle musiche e attore nel docufilm “La Luna che vorrei” di Francesco Barnabei. Collabora con il programma Questioni di famiglia su Rai 3 e come inviato per Nemo – nessuno escluso su Rai 2. Impegnato come attivista nel sociale, si batte per il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati e realizza un video-appello rivolto al Presidente della Repubblica per invitarlo ad affrontare il tema dello ius soli, oltre a rilasciare interviste alle principali testate italiane e internazionali (tra le altre, The Guardian) su questo argomento come testimonial dei “nuovi italiani”. Nel 2014 pubblica per il download gratuito l’album “Ius Music” e l’EP “Un quarto d’ora di celebrità”. Pubblica il romanzo autobiografico “Vivo Per Questo”, che viene accolto positivamente dalla critica. Amir dà vita inoltre a molti progetti extramusicali, tra cui un laboratorio musicale nel penitenziario minorile di Casal del Marmo e percorsi educativi musicali nelle scuole attraverso il progetto “Potere alle Parole”, in collaborazione con Unar e l’associazione “Il Razzismo è una brutta storia” con l’obiettivo di destrutturare gli stereotipi e i pregiudizi alla base delle discriminazioni. La didattica attraverso il rap gli ha aperto le porte di molte università in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone, dove viene invitato a tenere conferenze. INTERVISTA ESCLUSIVA PER MEZZOPIENO a pagina 16/17

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DISPERSO NELL’OCEANO VIENE SALVATO DOPO 49 GIORNI PAGINA 2

MAI PIÙ PONTI CROLLATI: DALL’UMBRIA LA SOLUZIONE PAGINA 10

piemonte LA PRIMA REGIONE A CREARE LE COMUNITÀ ENERGETICHE PAGINA 18


DISPERSO NELL’OCEANO VIENE SALVATO DOPO 49 GIORNI Aldi Novel

Adilang, un giovane pescatore indonesiano di 19 anni, stava lavorando su una zattera utilizzata come trappola per i pesci, quando forti venti hanno fatto saltare i suoi ormeggi portandolo al largo in balia del mare. Il ragazzo di Sulawesi è impiegato di una società che installa trappole galleggianti per pesci, conosciute in Indonesia come rompong. Le piccole strutture sono situate in mare a molti chilometri dalla costa e vengono presidiate da persone che ogni notte accendono

una luce per attirare i pesci e catturarli; ogni settimana poi una barca va a prelevare il pesce dalle trappole, consegna provviste di cibo, acqua e carburante e dà il cambio a chi si è occupato della pesca fino a quel momento. La piccola capanna di legno galleggiante era ancorata al fondo del mare da una lunga corda ma nel mese di luglio una forte mareggiata l’ha disancorata mandando Aldi alla deriva nell’oceano. L’adolescente aveva solo pochi giorni di provviste ed è sopravvissuto catturando pesci, bruciando legna dalla capanna per cucinarli e sorseggiando l’acqua

Sempre meno rinoceronti uccisi: bracconaggio ko La caccia al rinoceronte, per impadronirsi del suo corno, è una pratica che ha sterminato questi grandi animali e portato alcune specie vicino all’estinzione. Secondo i rilevamenti, il bracconaggio è stato fortemente ridimensionato e il numero di rinoceronti uccisi è in calo e la loro popolazione è in aumento da almeno tre anni. ll dipartimento Affari Ambientali sudafricano ha rilevato che tra il 1° gennaio e il 31

agosto 2018 sono stati uccisi 508 rinoceronti, molti meno rispetto ai 691 dello stesso periodo del 2017. I bracconieri sono sottoposti a sempre più controlli nel Kruger National Park, la riserva con la più grande concentrazione di rinoceronti d’Africa. Il numero di animali colpiti dal bracconaggio è in calo di oltre un terzo anche rispetto al 2016. Utilizzato dagli arabi per le impugnature di pugnali pregiati e dai cinesi nelle

ricette di medicina tradizionale, il corno di rinoceronte è bandito da quasi tutti i Paesi del mondo, ma il suo mercato illegale e prospero genera un giro di affari milionario. Nel 2017 sono stati arrestati 471 bracconieri nel parco e il governo ha assunto 1500 nuovi ranger che insieme a organismi locali e organizzazioni internazionali stanno effettuando monitoraggi serrati e campagne di ripopolamento in diverse aree del continente africano. Per la prima volta in 46 anni sono stati avvistati rinoceronti in Ciad e anche in Mozambico alcune zone sono state liberate dagli insediamenti umani per restituire l’habitat naturale ai rinoceronti.

Fonte: Government of South Africa

marina attraverso i suoi vestiti per ridurre al minimo l’assunzione di sale. Una decina di navi hanno cercato il ragazzo indonesiano per settimane prima che una nave battente bandiera panamense lo trovasse 49 giorni dopo. “Pensavo che sarei morto ma a un certo punto, quando ho pensato di suicidarmi, mi sono ricordato il consiglio dei miei genitori di pregare nei momenti di difficoltà. Avevo una bibbia a bordo e così ho fatto”. FONTE: THE JAKARTA POST

Una vita senza stress: il record di centenari giapponese In Giappone la vita raggiunge traguardi sempre più stupefacenti e il Paese si conferma campione di longevità. Gli ultimi dati sulla popolazione hanno infatti rivelato che il numero dei nipponici di età pari o superiore ai 100 anni è salito nell’ultimo anno a un livello record di quasi 70 mila persone. I dati parlano di una popolazione centenaria in continua crescita, l’88% della quale è rappresentata da donne. Il dato, in crescita di oltre 2 mila persone rispetto al 2017, ha fatto registrare il 48° aumento annuale consecutivo nel Paese. Il record è reso ancora più curioso se si osserva la progressione temporale dei centenari giapponesi che nel 1963

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erano appena 153, per poi superare i 10 mila nel 1998. Il segreto della grande longevità dei giapponesi, secondo gli studiosi, è una vita dai ritmi non troppo stressanti, una dieta ricca di pesce e attività fisica quotidiana. Il premier giapponese Shinzo Abe sta riformando il sistema di previdenza

sociale per trovare il modo di permettere agli oltre 127 milioni di abitanti del Paese di poter continuare a lavorare anche oltre l’età di pensionamento se lo desiderano: la sfida è quella di evitare che una società così longeva abbia problemi con l’erogazione dei servizi sanitari e assistenziali.

Fonte: The Japan Times


Nasce la prima casa farmaceutica no-profit al mondo

Sette ospedali e tre fondazioni filantropiche hanno annunciato il lancio della prima società farmaceutica al mondo produttrice di medicine senza fini di lucro. La compagnia produrrà, su larga scala, versioni generiche di 14 farmaci salvavita allo scopo di stabilizzarne il costo sul mercato e di ridurre gli oneri dell’assistenza sanitaria. La Civica RX, nata dall’incontro e dalla collaborazione di diverse entità benefiche americane, rappresenta una rete di circa 500 ospedali statunitensi. I prezzi dei medicinali prodotti da questa compagnia avranno un costo inferiore fino al 90% rispetto a quelli attualmente sul mercato. La Food and Drug Administration, l’ente che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici negli USA, ha identificato oltre 100 farmaci di difficile reperibilità negli Stati Uniti, a causa di problemi di produzione e di profittabilità legata ai bassi utili che la vendita genera. Il caso che fece esplodere lo scandalo fu quello di Martin Shkreli, un imprenditore che aumentò del 5.000% il prezzo di un farmaco salvavita usato per curare la malaria e le complicazioni dell’AIDS. Il commissario della FDA Scott Gottlieb ha dichiarato che “L’unico modo per produrre questi prodotti a basso margine è fabbricarli su una scala enorme”. Martin VanTrieste, ex manager di una delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo, è stato nominato amministratore di Civica RX, accettando di guidare la società senza compenso. Fonte: Washington Times

Riuniti dopo 70 anni di guerra i coreani con i loro parenti

Decine di anziani sudcoreani hanno attraversato il confine precedentemente invalicabile della Corea del Nord per potersi incontrare con i loro parenti dopo oltre 60 anni, da quando i due Stati furono separati dalla guerra. L’evento è il risultato degli sforzi di riconciliazione che il governo nordcoreano ha intrapreso in seguito all’apertura diplomatica per risolvere lo stallo sulle armi nucleari avviato con gli Stati Uniti. La maggior parte delle persone che stanno attraversando i confini sono persone anziane desiderose di vedere i loro cari ancora una volta prima di morire. Le loro famiglie furono separate durante la guerra di Corea del 1950-53 che terminò con un cessate il fuoco, non con un trattato di pace, lasciando la penisola coreana in uno stato tecnico di guerra e di isolamento. Alcuni autobus con a bordo 90 anziani sudcoreani hanno attraversato la Corea del Nord e gli ultrasettantenni, alcuni in sedia a rotelle e aiutati dai volontari della Croce Rossa, sono entrati nell’ufficio immigrazione sudcoreano nella città di Goseong, nella zona orientale del confine, per riunirsi con i loro parenti nordcoreani per tre giorni. Altri 300 sudcoreani hanno poi potuto fare lo stesso pochi giorni dopo. Nella Corea del Sud le famiglie separate sono il più grande problema umanitario creato dalla guerra che ha ucciso e ferito milioni di persone. Il ministero stima che attualmente ci siano oltre 600.000 sudcoreani con parenti nella Corea del Nord. Fonte: The Japan Times

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Fa il giro del mondo su una ruota, per i poveri Fare il giro del mondo è un’avventura che in molti tentano di portare a termine con diversi mezzi, ma nessuno finora aveva mai provato a farlo su una ruota sola. Ed Pratt, un ragazzo di 19 anni, è partito da casa sua nel Somerset, in Inghilterra, nel marzo 2015 per intraprendere quasi 34.000 chilometri su una ruota. Portandosi nient’altro che una tenda, un sacco a pelo e un fornello da campeggio attaccati al suo monociclo, ha accettato la sfida senza alcun supporto, ritornando lo scorso luglio da dove era partito e diventando la prima persona a completare il giro del mondo su una ruota. Il viaggio in solitaria è durato più di tre anni, in condizioni meteorologiche di ogni tipo e con temperature che spesso scendevano anche a -20 gradi, su terreni ostili e in Paesi difficili. Dopo essere partito dal suo villaggio ha pedalato in direzione est attraverso l’Europa, proseguendo poi in Asia centrale e Cina. Ha poi attraversato il Sudest asiatico fino a Singapore, prima di prendere un volo per viaggiare in Australia e Nuova Zelanda. Il suo percorso è durato 16 mesi in più di quanto aveva programmato, a causa di un incidente e di periodi troppo freddi per muoversi, rotture del suo mezzo ed episodi di malattia. La sua avventura ha appassionato migliaia di persone in tutto il mondo che lo hanno seguito sui social network. Con questa impresa Ed ha raccolto circa 340.000 euro per un ente di beneficenza che permetteranno di fornire attrezzature educative a 15.000 bambini poveri in tutto il mondo. Fonte: The Sunday Times; World Unicycle Tour


India: i mariti non saranno più proprietari delle mogli In India il tradimento non è più un reato, una sentenza della corte Suprema ha depenalizzato l’adulterio. L’organo al vertice del potere giudiziario indiano ha dichiarato incostituzionale una legge del codice penale coloniale che risaliva a 160 anni fa e che prevedeva un massimo di cinque anni di reclusione per un uomo che avesse avuto rapporti sessuali con una donna sposata, senza il permesso del marito di lei. La legge 497 recitava: “Chi ha rapporti sessuali con la moglie di un altro, senza il consenso o la connivenza di questi, verrà considerato un adultero.

Ciò non è equiparabile al reato di stupro”. L’articolo in questione era accompagnato da un comma, in materia di procedimenti giudiziari per reati contro il matrimonio, che permetteva al marito leso di sporgere denuncia contro la moglie mentre non permetteva che lo stesso diritto potesse essere rivendicato anche dalle donne tradite dal marito. Durante la lettura del giudizio, il ministro della giustizia Dipak Misra ha affermato che “l’adulterio può essere motivato da questioni civili, incluso lo scioglimento del matrimonio, ma non può essere più considerato un reato. La legge ha discriminato le donne per anni, in piena violazione dell’articolo 21 della Costituzione indiana”. In India, le donne accusate di adulterio sono tradizionalmente sottoposte a punizioni e umiliazioni eseguite spesso in pubblico. Fonte: The Hindu

Il canguro delle piante torna dopo 90 anni

Il rarissimo canguro di Wondiwoi è stato registrato l’ultima volta dagli scienziati nel 1928. I ricercatori avevano soltanto dei disegni a disposizione per identificarlo e si presumeva estinto. Pochi giorni fa è stato fotografato in una remota catena montuosa della Nuova Guinea. “È uno dei mammiferi meno conosciuti al mondo”, afferma Mark Eldridge, un biologo marsupiale all’Australian Museum di Sydney. L’insolito canguro, simile a una scimmia, vive tra gli alberi delle foreste montane del Pacifico. Un botanico dilettante inglese ha guidato una spedizione tra le foreste di bambù quasi impenetrabili a 5.000 metri di altezza nelle montagne Wondiwoi della Papua Occidentale, in Indonesia, per trovarlo. “Dimostrare che esiste ancora è sorprendente. È un posto così remoto e difficile da raggiungere che non credevo che ce l’avremmo mai fatta”, dice Eldridge. Michael Smith, un botanico dilettante di 47 anni, ha guidato la spedizione alla ricerca di specie rare e ha trovato alcuni esemplari di canguro di Wondiwoi: “I numerosi segni di graffi e l’abbondante presenza di sterco suggeriscono che è straordinariamente comune in quest’area”, ha dichiarato. Fonte: National Geographic

123 bambini scomparsi, recuperati in un solo giorno Il servizio degli sceriffi degli Stati Uniti della Polizia di Stato del Michigan ha realizzato in un solo giorno un’operazione mai condotta prima. Gli agenti delle forze dell’ordine della contea di Wayne hanno organizzato un’azione denominata MISafeKid, programmata per mesi e diretta a identificare e recuperare i bambini scomparsi in tutta la contea. L’iniziativa si è svolta in una vasta area con la collaborazione organizzata di tutte le forze di polizia e degli enti incaricati della protezione dei bambini sfruttati e scomparsi. Gli agenti hanno lavorato incrociando i dati di oltre 300 fascicoli di casi di sparizione e hanno iniziato a indagare sulle loro abitudini, visitando gli ultimi indirizzi conosciuti, le case degli amici e le scuole. Su 301 file di bambini scomparsi, 123 sono stati identificati e recuperati durante l’operazione. MEZZOPIENO 4 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

E’ la prima volta che un’azione di polizia di questo tipo viene condotta e che ottiene risultati così eclatanti. Questo il messaggio che gli sceriffi del Michigan hanno dato alla fine dell’operazione: “Vogliamo che i bambini scomparsi e le loro famiglie sappiano che non smetteremo mai di cercarli”.

Fonte: US Marshals Service


L’auto elettrica fatta di zucchero. 100% Circolare

Elettrica, super leggera e soprattutto realizzata senza l’uso di plastica e metallo: è Noah, la minicar costruita dagli studenti dell’Università di Eindohoven in collaborazione con Total e presentata al pubblico come la prima automobile al mondo al 100% “circolare”. Telaio, carrozzeria e interni provengono infatti da materie prime naturali, come lino e canna da zucchero. “L’impatto ambientale di un’auto non è determinato solo dai suoi consumi, ma anche dalla sua produzione e dal suo riciclo finale”, precisa l’Ateneo olandese in una nota stampa. Le fibre naturali utilizzate per la costruzione di Noah hanno permesso di risparmiare sei volte la quantità di energia consumata dai materiali tradizionali del settore automotive, primi fra tutti plastica e alluminio. La due posti olandese pesa soltanto 420 kg, ha un’autonomia di 240 km e può raggiungere la velocità massima di 110 km all’ora. Alla fine del suo ciclo di vita, i materiali con cui è costruita possono essere riciclati o macinati e servire da materia prima per altri prodotti. Gli studenti porteranno il prototipo in giro per l’Europa per “dimostrare che un’economia circolare è possibile in prodotti complessi come un’automobile”. Fonte: Eindhoven University of Technology

Milioni di ciechi ora possono vedere i film L’India è il più grande mercato cinematografico del mondo, con oltre 1600 nuovi film prodotti nelle varie lingue del grande Paese ogni anno. Andare al cinema per gli indiani è in assoluto il passatempo più amato e popolare. Per i circa 48 milioni di ipovedenti indiani, tuttavia, la possibilità di godersi un film è preclusa: molti possono capire la trama soltanto con l’aiuto di qualcuno che spieghi lo svolgimento delle scene. Una società di software indiana per dare la possibilità anche ai ciechi di vedere un film in autonomia ha lavorato a una app in grado di sincronizzare una descrizione audio di un film con la sua traccia video. L’applicazione per smartphone, lanciata in tutta l’India gratuitamente, fa uso di descrizioni audio create da Saksham, una ONG che utilizza gli stessi ciechi per registrare le tracce audio e che lavora per dare un’esistenza più dignitosa ai disabili visivi indiani. L’app XL Cinema è la prima del suo gene-

Le prime città senza pellicce: amiche degli animali Dopo la recente decisione della Settimana della moda di Londra di abolire le pellicce dalle passerelle, è la città di Los Angeles a compiere un passo storico, approvando il divieto definitivo di produzione e di commercio di qualsiasi prodotto derivato dalla pelliccia animale. Si tratta della seconda città americana ad adottare un protocollo su tutto il suo territorio che mette fine al mercato delle pellicce. Con oltre 15 milioni di abitanti L.A. è la città del cinema di Hollywood e la quarta

città più grande del mondo. La medesima decisione è stata presa dalla città di San Francisco lo scorso marzo 2018. La svolta s’inserisce in un approccio avviato in tutta la California dove il governatore Jerry Brown sta promuovendo molte iniziative e approvando diverse leggi a favore della protezione animale e del rispetto dell’ambiente e della natura. Fonte: USA Today

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re. “Spesso non capisco perché le persone intorno a me ridano durante un film”, dichiara Krishan Kumar Murugan, un ipovedente intervistato durante la prima di un film di Bollywood per cui è stata creata la traccia audio per ipovedenti. “I registi non ci consideravano”, dice Dipendra Manocha, co-fondatrice di Saksham, anch’essa cieca. “Sono però convinta che questa nuova tecnologia consentirà di avere sempre più tracce audio per persone come me, la collaborazione degli studi di Bollywood sta aumentando”.

Fonte: Al Arabiya


MEZZOPIENOpensiero

Mezzopieno è innanzitutto un modo di pensare, un approccio alla vita ed una maniera di essere. Il pensiero Mezzopieno è sempre pro, mai contro. Mezzopieno si pone come risposta costruttiva al vittimismo, alla polemica e al disfattismo. Il modo di essere Mezzopieno collabora con tutti per stimolare risposte positive all’atteggiamento pessimista, a quello conflittuale e alla ricerca di capri espiatori. Vivere Mezzopieno significa non avere timore di caricarsi delle responsabilità e dell’impegno di individuare stimoli creativi e fecondativi diversi dalle dinamiche distruttive e di contrasto. Il cambiamento è responsabilità di chi costruisce con umiltà, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile in relazioni collaborative. Piuttosto che cercare di demolire ciò che è ritenuto sbagliato, Mezzopieno propone alternative, pratiche e comportamenti che perseguono l’armonia e che non impiegano energia per contrastare ma per creare. La scelta buona prende il posto di quella cattiva. Chi si identifica nel Mezzopieno non esalta il buonismo ma ha un approccio positivo e aperto al diverso ed al nuovo. Il cambiamento è un processo che va condiviso da tutti e può avvenire soltanto lentamente, con la presa di coscienza e la partecipazione costruttiva di ogni elemento della società. L’alternativa alla rivoluzione è l’evoluzione. La vera forza che manda avanti il mondo da sempre e che lo ordina attraverso la crescita e la collaborazione di tutti. Chi giudica questo modo di pensare come naif… ha ragione! Non è obiettivo del pensiero Mezzopieno produrre utili o generare profitto. È dimostrato che i buoni esempi “sono in grado di suscitare emozioni positive e di spingere le persone a seguire gli esempi presentati e addirittura provocare reazioni fisiche tali da lasciare un’impronta duratura capace di influenzarne le azioni future. Questo fenomeno, che in psicologia prende il nome di “elevazione morale’” può provocare cambiamenti comportamentali e predisporci all’empatia e all’interazione sociale”.

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MEZZOPIENOcosafacciamo

SEMPRE MENO SOLDATI E MILITARI NEL MONDO

Conflitti e guerre sono ancora presenti in diversi Paesi anche se il mondo è in pace da oltre 70 anni. La sensazione di conflittualità tuttavia è ancora elevata nonostante il numero di scontri armati sia in costante diminuzione da decenni. Uno degli elementi principali per stabilire la propensione alla guerra e la bellicosità di una nazione è il numero di personale impiegato per la difesa e nel campo militare. I dati in questo settore sono estremamente indicativi e riflettono una decisa

e costante diminuzione del numero di personale impiegato in maniera professionale nell’attività militare. Se negli anni ‘60 si calcolava ci fossero circa 8 militari ogni mille abitanti, nel 2010 questi erano la metà e oggi circa il 70% in meno. Nel computo è considerato non solo il personale di terra come i soldati ma anche quello addetto a ruoli di logistica, pianificazione, formazione e supporto tecnologico e dirigenziale. Questo conferma che anche i ranghi più elevati della guerra sono in diminuzione e le carriere sempre meno rappresentative delle funzioni assegnate ai cittadini nei diversi Paesi del mondo.

Fonte: Ufficio Studi Mezzopieno su dati Correlates

of War, International Institute for Strategic Studies

DIFFUSIONE DI MEZZOPIENO NEWS: IL CERCHIO DELLA GRATITUDINE

INFO SU WWW.MEZZOPIENO.ORG

Indice di benessere

La comunità Mezzopieno è un movimento formato da persone, gruppi e associazioni che credono nell’importanza di promuovere ed interpretare un approccio costruttivo ed armonioso nella società e nella vita, nel rapporto con gli altri e nella gestione delle sfide e delle difficoltà. La comunità Mezzopieno: Semi Onlus International, Voluntas Foundation, Fondazione Arbor, Gruppo di ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, associazione Volonwrite. Il gruppo di lavoro Mezzopieno è aperto. Nei primi due lunedi di ogni mese ci incontriamo alle 19 alla Casa del Quartiere di via Morgari 14 a Torino, in zona San Salvario.

Mezzopieno News è un veicolo di condivisione per diffondere la cultura della positività, per sensibilizzare e motivare le persone a mettere in gioco le proprie capacità e la propria intelligenza propositiva. Il “cerchio della gratitudine” è il progetto che prende vita dalle relazioni di gratuità e di gratitudine che si vengono a creare intorno a Mezzopieno News: il periodico, nella sua forma cartacea, viene consegnato di mano in mano nel cerchio delle conoscenze e delle persone vicine ai membri della comunità e diventa uno strumento di relazione e di condivisione. I volontari della comunità Mezzopieno sono attivi nella distribuzione di Mezzopieno News in: Ospedali - Case di cura e di degenza - Centri di accoglienza per anziani - Carceri ed istituti penitenziari - Scuole - Parrocchie - Associazioni - Aziende - Circoli - Comunità. L’UFFICIO STUDI MEZZOPIENO

L’attività di ricerca è lo strumento attraverso il quale il movimento Mezzopieno approfondisce la sua capacità di interpretare ed analizzare la società e le sue evoluzioni. I programmi di ricerca del movimento sono un laboratorio permanente che coinvolge università, ricercatori, associazioni e gruppi di lavoro. In particolare, Mezzopieno svolge l’attività di studio e analisi in collaborazione col Gruppo di Ricerca Valori, Etica ed Economia dell’Università di Torino, di cui è membro.

MEZZOPIENO NELLE SCUOLE

La cultura della positività entra nelle scuole con laboratori di lettura e comunicazione gentile. Attraverso attività, giochi ed esperienze si trasmettono i valori della fiducia, della gratitudine e della collaborazione, per stimolare il lato migliore di ogni studente e la capacità di educare la propria volontà al bello e al buono. MEZZOPIENO 7 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018


MEZZOPIENOfocus

Un nuovo modo di produrre che considera i materiali e i processi in un ciclo che ne valorizza la vita e l’uso il più a lungo possibile

L’Italia è Circolare: l’economia della natura Un giaccone realizzato con plastica riciclata, un parco giochi che nasce da vecchie pale eoliche, una maglietta fatta con gli scarti del latte. Eccoli qua, i prodotti dell’economia circolare. Se ne sente parlare ogni tanto, anche se ancora troppo poco, o in modo improprio, per raccontare, ad esempio, come ci stiamo muovendo per riciclare meglio i rifiuti. Ma l’economia circolare è molto di più. È una vera e propria rivoluzione della sostenibilità globale in cui l’Italia ha grandi carte da giocare.

In ottobre l’economia circolare è stata la grande protagonista della Maker Faire di Roma, l’evento più importante dell’artigianato digitale. Proprio l’economia che “vuole imitare la natura”, come scrisse l’imprenditore ed economista belga Gunter Pauli, è stata messa al centro del più importante evento sull’innovazione in Europa (il secondo al mondo). Pauli, nel 2009, pubblicò un libro molto importante per la definizione di un approccio integrale alla sostenibilità in economia: The Blue Economy, l’economia blu. Ma il nome che più spesso viene as-

sociato all’economia circolare è quello di una giovane donna, anzi una sportiva: Ellen MacArthur. Britannica, 42 anni, a 28, nel 2005, ha battuto il record di traversata transoceanica solitaria a vela mettendoci meno di 72 giorni per fare il giro del mondo sul suo trimarano. Proprio quella esperienza la spinse a fondare la Ellen MacArthur Foundation, che dal 2010 è impegnata a sostenere la transizione del nostro modo di produrre e consumare verso una economia ri-generativa e circolare. E proprio alla Ellen MacArthur Foundation si deve la definizione più ampia e interessante: un’econo-

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mia in cui i flussi di materiali sono di due tipi; quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera. “In parole semplici – spiega Nadia Lambiase, dottoranda in Innovation for the Circular Economy all’Università di Torino e ideatrice della app Mercato Circolare (vedi box in pagina) – l’economia circolare è un nuovo modo di fare produzione e distribuzione di beni e servizi, che ha radici antiche: intende superare la caratteristica proprio dell’economia lineare nata dalla rivoluzione industriale, cioè la produzione di rifiuti, recuperando l’idea del ‘ciclo naturale’ che per secoli ha caratterizzato il nostro modo di produrre. Senza però tornare indietro a prima della macchina a vapore, ma puntando proprio sull’innovazione”. La tecnologia, dunque, può aiutare non poco. Ma l’aspetto più importante è culturale, prosegue Lambiase: “Per dare vita davvero all’economia circolare è fondamentale cambiare approccio e pensare all’intero ciclo di vita di ogni prodotto: un’auto, un vestito o uno smartphone devono essere progettati a partire da quello che si intende fare dei loro componenti dopo l’uso principale, di modo che ogni componente abbia sempre una seconda vita, e riducendo l’impatto negativo del suo utilizzo, della sua produzione, e così via”. Questo modo di progettare si chiama design sistemico e consente di valutare il peso di ogni produzione sulla biosfera. L’economia circolare può generare anche un bel po’ di ricchezza e lavoro. Secondo lo studio Growth within: a circular economy vision for a competitive Europe, realizzato dal McKinsey Center for Business and Environment in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation e il Sun (Stiftungsfonds für Umweltökonomie und


Nachhaltigkeit), un sistema circolare creato grazie a nuove tecnologie e nuovi materiali sarebbe in grado di aumentare fino al 3% la produttività delle risorse e genererebbe per le economie del Vecchio Continente sia un risparmio di base pari a 1.800 miliardi di euro l’anno entro il 2030, sia una crescita del Pil fino a 7 punti percentuali, oltre a più alti livelli di occupazione. Secondo il 5° Rapporto Agi-Censis sull’economia circolare in Italia presentato proprio all’apertura della Maker Faire, il nostro Paese può essere protagonista. Siamo la nazione con il più basso consumo di materiali grezzi in Europa, tra i più bravi ad estrarre valore dalle risorse utilizzate, al primo posto per circolazione di materiali recuperati all’interno dei processi produttivi e si stima che l’industria del riciclo produca l’1% circa del Pil.

Segnali molto incoraggianti, anche se l’avventura ad esempio, ha come vocazione l’upcylcing, strada vengono) abbandonate sui fondali con grave danè agli inizi e l’economia circolare resta poco cono- intrapresa fin dal 1994: realizza gadget aziendali no ai sistemi marini. sostenibili, utilizzando i ma- La Executive Service Srl di Castel San Pietro (Bosciuta. “Possiamo individuare teriali di scarto delle aziende logna) si occupa invece di ICT, cioè tecnologie sei modelli di business per stesse. Non c’è rifiuto che informatiche e di comunicazione. E nel 2013, per l’economia circolare – spiega Recuperare il ciclo naturale nelle mani degli abili artigiani festeggiare i suoi 25 anni, si è regalata una nuova ancora Nadia Lambiase – : che per secoli ha caratterizzato di Alisea non possa diventare sede completamente ecosostenibile a emissioni l’uso di materiali ed energie il nostro modo di produrre un utile e originale oggetto di zero alimentata da energia solare in autoconsumo, naturali e rigenerabili; il riciclo design: agende, shopper, calen- il che elimina il pesante impatto dell’uso di energia, dei materiali (carta, alluminio, dari, sacche da viaggio, fino a Per- visto che – come raccontano loro stessi – “3 eplastica, vetro ecc.); l’upcycling, petua, la matita di grafite riciclata che è mail generano la stessa CO2 prodotta percorrencioè la trasformazione di rifiuti in prodotti nuovi e diversi da quelli originali (teloni pub- anche un brevetto registrato. do 1 km in auto, un server produce ogni anno da blicitari che diventano borse, pallet trasformati Una importante azienda italiana che da tempo sta 1 a 5 tonnellate di CO2 e Internet inquina quanto in mobili ecc.); l’estensione della vita del prodot- organizzando interi cicli prol’intera aviazione civile monto, attraverso la riparazione, il riuso (i mercatini duttivi all’insegna di una sodiale”. dell’usato o il riutilizzo dei contenitori) e la rige- stenibilità sempre maggiore Il prodotto come servizio è Progettare a partire nerazione (elettrodomestici che tornano a vivere è la Aquafil di Arco (Treninvece la strada scelta dalla da quello che si intende fare sostituendo alcuni pezzi); le piattaforme di condi- to): 2700 dipendenti in 15 OIKOS di Grugliasco: affitdei beni dopo il loro visione dei beni (un viaggio in auto, un posto letto impianti diffusi in 8 stati (e 3 ta cassette pieghevoli di plastiuso principale sul divano, una stanza); e infine il prodotto come continenti), è uno dei principali ca per frutta e verdura agli amservizio, in cui conta l’uso e non il possesso (come attori, in Italia e nel mondo, nella bulanti del Centro Agroalimentare nelle locazioni di veicoli)”. di Torino, riducendo così i rifiuti e produzione di fibre sintetiche, in speIn Italia non mancano ottimi esempi, segno che, cial modo di quelle in poliammide 6. Ma si consentendo a chi usufruisce del servizio di l’economia circolare del Belpaese è in marcia. propone anche come modello per “qualità, inno- avere uno sconto sulla Tassa Rifiuti. Categoria per cate- vazione e nuovi modelli di sviluppo sostenibile”. Infine un campione del Mezzogiorno, la Kanesis. goria, ecco alcuni E infatti all’interno della sua business unit Energy Start-up con sede a Ragusa e base a Catania, pro“campioni” selezio- and Recycling, lanciata nel 2008, è nato, ad esem- duce biocomposti a partire da scarti di biomasse. nati tra le aziende pio, ECONYL Rigeneration System, un processo L’obiettivo sono “termoplastici speciali” come la censite sulla app di rigenerazione del nylon a partire da rifiuti com- Hempbioplastic, sviluppato a partire da scarti delMercato Circolare. posti in tutto o in parte da poliammide 6, come le la produzione di canapa che vengono trasformati La vicentina Alisea, reti da pesca che troppo spesso venivano (e ancora in prodotti grazie alla stampa in 3D.

UN’APP PER METTERE IN PRATICA LA CIRCOLARITÀ L’idea, a Nadia Lambiase, è venuta mentre scriveva, con Alberto Pagliarino e Paolo Piacenza, uno spettacolo che sta girando l’Italia proprio per raccontare le possibilità aperte dall’economia circolare: Blue Revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta. “Volevo far vedere a tutti che di imprenditori coraggiosi che hanno a cuore la sostenibilità ce ne sono tanti anche da noi”, racconta. Nasce così Mercato Circolare, una app gratuita per smartphone, grazie alla quale è possibile conoscere prodotti, servizi, negozi e aziende davvero “circolari” vicino a ognuno di noi. Disponibile in versione beta per Android e Apple, dà accesso a una mappa, che si arricchisce anche grazie al contributo degli utenti che possono suggerire prodotti, imprese, iniziative. Dalla app alla start-up il passo è stato breve: Nadia, insieme all’associazione Pop Economix, Paolo Piacenza, Riccardo Gagliarducci e Carlotta Cicconetti ha dato vita a una società “innovativa a vocazione sociale” che si propone come soggetto in grado di aiutare le aziende a far conoscere a tutti il valore dell’economia circolare. MEZZOPIENO 9 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018


MAI PIÙ PONTI CROLLATI: DALL’UMBRIA LA SOLUZIONE Un giovane neo-laureato di Perugia ha inventato un sistema che permette di non farsi trovare impreparati nei confronti dei danni strutturali che ponti e cavalcavia possono subire a causa del tempo, delle intemperie e delle catastrofi naturali. Si chiama Secure Shelter (riparo sicuro) il sistema inventato da Tommaso Vicarelli e il suo gruppo di collaboratori e che installato sulle strutture sospese o sottoposte a stress strutturali elevati, può monitorarne

lo stato e la sicurezza. Il nuovo sistema è un insieme di sensori di accelerazione che rileva le vibrazioni delle strutture, queste vengono analizzate con degli algoritmi che, se rilevano variazioni considerevoli, registrano e comunicano il pericolo in tempo reale ad una centrale. Un anno e mezzo prima del recente crollo del ponte a Genova, il gruppo di giovani ingegneri informatici ha iniziato a indagare un metodo per prevenire disastri alle infrastrutture pubbliche e private. “Come una corda di chitarra – ha spiegato Vicarelli – quando la struttura

L’Italia supera per la prima volta il 50% di riciclato

L’Italia è in testa alla classifica dei Paesi più riciclatori d’Europa e nell’ultimo anno ha superato per la prima volta il 50% di raccolta differenziata. Oltre la metà del totale dei rifiuti prodotti nelle case viene convertita in energia o in altri materiali di base e con un incremento del 12% negli ultimi 10 anni il sistema di raccolta porta a porta ha superato un terzo del totale delle abitazioni italiane. L’Italia è un esempio virtuoso in Europa e si accinge a raggiungere i target dell’Unione con molti anni di anticipo. Le direttive europee infatti stabiliscono i parametri per il recupero di rifiuti minimi da riciclare del 55% entro il 2025, del 60% entro il 2030 e del 65% nel 2035. È stato inoltre introdotto uno specifico obiettivo sullo spreco alimentare, che dovrà ridursi del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. La produzione di rifiuti marini invece ha come obiettivo l’azzeramento. I risultati sono il frutto di un’attenzione raggiunta da cittadini e imprese. “C’è un crescente impegno delle imprese per il miglioramento qualitativo e quantitativo della raccolta differenziata, per la sostenibilità ambientale, per la piena attuazione dei principi dell’economia circolare e per la riduzione delle frazioni non utilmente riciclabili”, ha osservato Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia. A livello territoriale, le regioni del Nord sono ormai prossime o hanno già superato l’obiettivo del 65%; quelle del Sud denotano accelerazioni che potrebbero, anche nel breve periodo, portarle ai livelli delle regioni più virtuose.

non vibra più nello stesso modo, vuol dire che si è scordata, e questo è un segnale per riconoscere se una struttura sta bene o no”. La nuova tecnologia è pensata per dare un aiuto soprattutto alla Protezione Civile che potrà usarla per fornire soluzioni pratiche e tempestive ai problemi di gestione e manutenzione eventualmente presenti su vecchi ponti e cavalcavia in tutto il Paese.

FONTE: UMBRIA 24

Il nonnino mette a posto il suo paese gratis e da solo

La gente vedendolo lavorare pensava che fosse un anziano dipendente comunale non ancora andato in pensione. Invece era nonno Vito, un pensionato che ha a cuore la sua Brindisi e che ha passato tutta l’estate ad abbellire la città. Ha comprato quello che serviva per sistemare muretti, aiuole e spartitraffico e si è rimboccato le maniche. Muratore, pittore e giardiniere per passione, nonno Vito ha fatto tutto da solo “perché voglio che Brindisi resti una bella città”, ha dichiarato. Ad accorgersi di lui è stata una giornalista che l’ha fotografato un giorno all’ora di pranzo e gli ha chiesto cosa facesse: “Mi rendo utile”, le ha risposto con serenità. La storia di nonno Vito Cisternino ha commosso tanti che lo hanno visto all’opera ed è arrivato al cuore di chi ha visto le fotografie condivise sui social. Ed è arrivato anche all’orecchio del Comune: alcuni assessori e lo stesso primo cittadino, colpiti dalla sua buona volontà, hanno deciso di rimborsare a proprie spese il pensionato per ringraziarlo di quanto ha investito in questi mesi e di conferirgli un riconoscimento.

Fonte: Ufficio Studi Mezzopieno; Ciriesco; Utilitalia

MEZZOPIENO 10 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

Fonte: Brindisi Report


ECCO I DETERSIVI INFALLIBILI FATTI CON I BATTERI Detergenti a base di batteri buoni, in grado oltre che di pulire le superfici dai microrganismi nocivi, di rallentare la ricontaminazione da parte di nuovi agenti patogeni: si contrastano così le infezioni, basandosi sulla naturale competizione biologica. Il sistema è stato messo a punto da un’azienda italiana che, dopo diversi studi condotti insieme a 5 università e 7 ospedali italiani, è riuscita a creare un sistema di igienizzazione a base di batteri probiotici del genere Bacillus. Se con i tradizionali sistemi di pulizia la carica batterica riprende a crescere dopo pochi minuti, questo sistema rallenta nel tempo - fino oltre il 90% - la crescita di nuovi batteri. L’applicazione di questa scoperta è particolarmente significativa soprattutto nel campo ospedaliero dove si registra un incremento della antibiotico-resistenza, causa di infezioni e decessi innanzitutto nelle sale operatorie. “Grazie ai risultati ottenuti è possibile ridurre significativamente e in modo stabile nel tempo la contaminazione patogena delle superfici nosocomiali”, ha spiegato il coordinatore dello studio Sante Mazzacane, direttore del Centro di Ricerche CIAS dell’Università di Ferrara. “La ricerca ha inoltre permesso di verificare in tutti gli ospedali trattati con il sistema PCHS la forte riduzione delle infezioni correlate all’assistenza. A differenza dei tradizionali sistemi a base di disinfettanti chimici è quindi possibile conseguire e garantire nel tempo un livello di igiene stabile mediante l’impiego di specifiche tecnologie e prodotti biologici contenenti microrganismi sicuri per la salute umana”. L’analisi ha inoltre osservato che l’utilizzo di questa strategia di sanificazione ha anche un notevole impatto sulla riduzione dei costi. Fonte: Copma; PHCS; Quotidiano Sanità

La prima città che ha sconfitto i cambiamenti climatici

La città di Siena ha sconfitto i cambiamenti climatici e raggiunto un record che rende orgoglioso il nostro Paese. L’intera provincia assorbe più gas serra di quanti ne emetta, risultato che pochi comuni nel mondo possono vantare e unico in Europa. L’intero territorio della provincia di Siena, con circa 270 mila abitanti distribuiti su 35 comuni, rappresenta uno dei migliori esempi di sostenibilità a livello globale. Dal 2011 vanta un record ancora imbattuto: è la prima provincia tra tutti i Paesi dell’Unione Europea ad aver raggiunto la carbon neutrality. Questo risultato è stato certificato dall’Università di Siena ed è frutto di un Bilancio territoriale con emissioni positive. In pratica, quello di Siena è un territorio che ripulisce l’aria. Questo traguardo è frutto di numerosi fattori, a partire dalla geotermia locale che è arrivata a coprire il 92% di tutta l’energia prodotta sul territorio provinciale. L’area inoltre è stata capace di mantenere un alto tasso di verde, in grado di assorbire molta CO2. Il progetto Siena Carbon Free nato nel 2008 ha coinvolto amministrazione, imprese e cittadini in uno sforzo condiviso che ha prodotto risultati di eccellenza ed è diventato un esempio per molti altri comuni che stanno già lavorando per rendere carbon free non solo la provincia di Siena ma tutta la Toscana del sud. Fonte: Green Report

Arriva in tutta Italia il soccorso per gli animali

Arrivano in tutta Italia le ambulanze veterinarie per il soccorso animale. Le Ambulanze Veterinarie Italia operano gratuitamente e su tutto il territorio attraverso una struttura no-profit che si occupa del recupero e del trasporto in emergenza degli animali attraverso automezzi attrezzati e personale volontario addestrato per le emergenze sanitarie di mammiferi, suini o ungulati. L’obiettivo è prestare un primo soccorso e garantire un trasporto adeguato nella struttura veterinaria operativa più vicina. Le Ambulanze Veterinarie sono organizzate per trasportare e soccorrere grandi animali come cerbiatti, cavalli o cani ma anche volpi, capre, gufi o ricci. Il progetto sta raggiungendo con successo diverse località italiane e si sta occupando di centinaia di animali che diversamente non avrebbero opportunità di essere salvati. Per garantire un soccorso adeguato a ogni specie animale, gli automezzi sono allestiti con gabbie di diverse misure, così da poter effettuare il trasporto in sicurezza e strumenti di accalappiamento e contenimento antistress che garantiscono poi un recupero e una gestione dell’animale ferito e agitato senza pericoli per gli operatori e l’animale.

Fonte: Ambulanze Veterinarie Italia Volonwrite per Mezzopieno

MEZZOPIENO 11 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018


Più delfini e balene nei nostri mari

I libri condivisi per tutti: la rivoluzione all’università Un’intera biblioteca con tutti i libri di testo e le dispense a disposizione di tutti e in ogni momento? Una rivoluzione nel modo di accedere alla conoscenza, oltre che un prezioso segnale per abbattere barriere fisiche ed economiche. Ideata da due ex studenti della Bocconi, è un servizio che permette di accedere a gran parte delle pubblicazioni del mondo accademico. Con un abbonamento mensile, inferiore al costo di un libro, si può avere accesso a un catalogo di oltre 200 mila pubblicazioni, manuali, dispense, saggi e testi d’approfondimento in formato elettronico. I testi

sono disponibili in tutti i 28 Paesi dell’UE e nelle lingue dei singoli Paesi. I testi si possono consultare su un tablet o computer e si possono sottolineare, corredare di appunti, estrapolare, copiare e incollare, come qualsiasi altro testo. Il sistema si chiama Perlego ed è nato da una start-up fondata a Londra da due giovani italiani. Nelle università è già stata soprannominata la Spotify dei libri. I vantaggi sono non solo per gli studenti che risparmiano notevolmente sull’acquisto dei libri e possono avere sempre le versioni aggiornate

dei volumi, ma anche per gli autori che ricevono una tutela per i loro diritti e per gli editori che pongono un freno alla contraffazione e al mercato delle fotocopie. La start-up sta lavorando a un sistema che legga i testi messi a disposizione, con il sistema degli ebook: questo permetterà di non dover più leggere i libri per studiare e potrà facilitare l’apprendimento e la velocità di studio. Fonte: Perlego

Arriva la maglietta defibrillatore che salva la vita Ideato il primo defibrillatore indossabile, una canottiera per il trattamento dell’arresto cardiaco improvviso, in grado di offrire a chi soffre di cuore, protezione e monitoraggio avanzati e un salvavita in caso di arresto del muscolo cardiaco. Diversamente da un defibrillatore cardiaco impiantabile, questo è indossato sul corpo e non impiantato nel torace. Il dispositivo monitora costantemente il cuore del paziente con elettrodi sensori asciutti e non adesivi, per rilevare in tempo reale il ritmo cardiaco ed entrare in funzione se questo diventa anormale o pericoloso per la vita di chi lo indossa. Se rileva un ritmo potenzialmente mortale, il dispositivo avvisa il paziente prima di erogare uno shock di defibrillazione, consentendo così alla persona di decidere, se cosciente, di accettare l’erogazione del trattamento e approvarla. Se il paziente perde conoscenza, il dispositivo rilascia autonomamente del gel sugli elettrodi di defibrillazione ed eroga uno shock elettrico per riportare il ritmo cardiaco a livelli normali. Il corpetto è comodo e leggero, è lavabile e può essere indossato tutto il giorno. Un piccolo monitor si può indossare attorno alla vita, come una cintura, e registra i dati provenienti dai sensori, i quali possono essere anche inviati a un medico via modem. Fonte: Life Vest MEZZOPIENO 12 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

Il Comune di Massa insieme a quello di Carrara e di Montignoso sono gli ultimi a entrare nel Santuario Pelagos, la prima area protetta d’alto mare del mondo, con la maggior concentrazione di balene e delfini del Mediterraneo. Questa zona del mar Tirreno di circa 90 mila chilometri quadrati è stata voluta da un accordo internazionale sottoscritto da Italia, Francia e Principato di Monaco per la protezione e la tutela dei mammiferi marini. Tutti i comuni costieri sono invitati a partecipare e a realizzare le operazioni di preservazione e stimolo alla conservazione della vita di delfini, cetacei e balene, proteggendo il loro ecosistema marino e il loro ciclo produttivo. L’accordo realizza inoltre finalità scientifiche e di ricerca su questi animali e programmi di natura divulgativa delle attività e delle normative nazionali e interna-

zionali per la loro salvaguardia. Il 3 agosto scorso si sono completate le adesioni di tutti i comuni rivieraschi della regione Liguria, seconda dopo la regione Sardegna a raggiungere questo traguardo. La Toscana ha 29 comuni aderenti su 35 aventi diritto. Sottoscrivendo la Carta, i comuni si uniscono alla grande rete che protegge lo spazio marino con progetti condivisi come quello per eliminare la plastica nel mare del Santuario o quello per combattere l’inquinamento biologico e tossicologico. In tutti i comuni della rete inoltre sono predisposti dei protocolli per evitare le collisioni tra natanti e mammiferi acquatici, per ridurre l’inquinamento acustico acquatico e lo stress da turismo, come agire in caso di spiaggiamenti, catture accidentali o incontri ravvicinati con i grandi animali marini. Fonte: Pelagos


Convertire ogni auto in elettrica: ora si può

Milano impara a parlarsi senza cellulare

Trasformare la propria auto tradizionale con motore a scoppio, in un veicolo elettrico: una pratica ora possibile e alla portata di tutti. Come succede già per gli impianti a Gpl e metano, sostituire la propulsione originaria con una elettrica, completamente pulita, è possibile grazie all’installazione di un kit motore apposito. Dalle piccole utilitarie fino ai veicoli commerciali e persino alle auto sportive, il nuovo il motore è efficiente e abbatte radicalmente i consumi. Il primo costruttore accreditato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è l’azienda italiana Newtron che fornisce kit diversi per i differenti modelli di vettura. L’Università di Bologna insieme a un gruppo di imprese emiliane del settore della componentistica ha poi creato un programma per lo sviluppo di sistemi tecnologici modulari completi per veicoli elettrici e per la realizzazione di una filiera della rigenerazione. Un kit per motore elettrico costa circa 4.000 euro e l’intera operazione di conversione costa dai 10.000 ai 15.000 euro. La nuova auto può circolare con un semplice aggiornamento della carta di circolazione e beneficia di molti vantaggi fiscali come l’esenzione del bollo per i primi 5 anni e del 75% per gli anni successivi (Piemonte e Lombardia hanno esteso l’esenzione per tutta la vita del veicolo). L’assicurazione costa mediamente dal 30 al 50% in meno rispetto a un mezzo a benzina e l’accesso alle Zone a Traffico Limitato e libero ovunque. La vita media di un motore elettrico è poi di oltre 2 milioni di chilometri contro i circa 200mila di un tradizionale motore a scoppio. Fonte: TIME; Newtron Srl; Gazzetta Ufficiale

Arriva l’aperitivo senza cellulare, senza filtri né distrazioni. A Milano una nuova tendenza, la Digital Detox, cioè la disintossicazione digitale, già diffusa in altre parti del mondo, sta prendendo piede in diversi locali. L’iniziativa mira a far riappropriare le persone di un modo di relazionarsi più diretto e partecipativo, riscoprendo il piacere di non essere distratti né interrotti da telefonate improvvise o dall’assillo di rispondere a messaggi o chat. L’iniziativa che si è avviata in alcuni locali a settembre è nata in seguito a un programma pensato per educare a un uso consapevole dei media digitali, ideato dalla psicologa Monica Bormetti. In quello che è già stato battezzato come smart break (la pausa intelligente), le persone sono invitate a godersi le chiacchiere e la compagnia degli altri, lontani dallo schermo dello smartphone e a riflettere sull’impatto del cellulare sulle loro relazioni. I locali partecipanti propongono ai loro clienti di lasciare il telefono in un cesto all’entrata in appositi box porta cellulare protetti e godersi la serata come si faceva una volta. Fonte: Ansa

Gli restituisce il portafoglio pieno. E lui lo assume Diop, un richiedente asilo senegalese, stava pulendo il parco intorno all’Hotel Felicioni nella città di Roseto degli Abruzzi come ogni giorno per volontariato nel comune che lo ospita, quando ha visto per terra un portafogli. Il ragazzo è subito andato alla stazione dei Carabinieri locale e lo ha consegnato. Grazie ai documenti contenuti, i militari hanno chiamato il proprietario per restituirgli il portafoglio. “Quando i carabinieri me l’hanno consegnato non mancava niente”, ha dichiarato l’uomo che poche ora prima lo aveva perso. Dopo aver offerto una ricompensa al giovane Diop, per premiare la sua onestà gli ha proposto un lavoro nella sua piccola impresa. Il senegalese, giunto in Italia su un barcone attraverso il Mediterraneo, ha accettato. “Di fronte a una così limpida dimostrazione di onestà, ho pensato di dare una mano a quel ragazzo”, ha dichiarato l’imprenditore che ha trovato ancora i 370

euro che erano nel borsellino insieme a tutte le carte e i documenti. Alla reception dell’Hotel Felicioni, posizionato sul lungomare adriatico tra Pescara e Giulianova, raccontano che altri migranti nel recente passato hanno trovato portamonete e telefonini nel loro parco e anche in quelle occasioni li hanno portati alla caserma dei carabinieri.

MEZZOPIENO 13 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

Fonte: La Repubblica


MEZZOPIENO52passi Ogni primo Lunedì del mese, dalle ore 19 alle 21, il cammino individuale prosegue con momenti di incontro comuni, per condividere i passi settimanali e dialogare intorno ad essi.

I 52 PASSI SONO UN PERCORSO DI IMPEGNO PERSONALE CHE CONSISTE NELL’AFFRONTARE PICCOLI PROPOSITI SETTIMANALI, UNO PER OGNI SETTIMANA DELL’ANNO, CON L’OBIETTIVO DI VEDERE IL LATO MEZZOPIENO DEL MONDO. LE QUATTRO AREE DI IMPEGNO SONO:

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- LE RELAZIONI

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- IL RISPETTO DELL’AMBIENTE - LA SPIRITUALITÀ

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LE BUONE ABITUDINI

UN ALLENAMENTO ALLA FELICITÀ

Diamo spesso per scontate proprio le cose che più meritano la nostra gratitudine

La rimozione mentale di un persona

(C. Ozick)

1. Prenditi un momento per pensare a una persona importante nella tua vita, ad esempio una relazione romantica oppure un’amicizia molto stretta. 2. Cerca di ricordare dove e come hai incontrato quella persona. 3. Prendi in considerazione l’ipotesi che potresti non avere mai incontrato quella persona e creato con lei una relazione o un’amicizia: ad esempio se avessi deciso di non andare ad una certa festa, frequentare il tale corso o trasferirti in una nuova città. 4. Scrivi tutti gli avvenimenti che sarebbero potuti andare diversamente e le decisioni – piccole e grandi – che avrebbero potuto impedirti di incontrare quella persona. 5. Immagina cosa sarebbe la tua vita ora se gli avvenimenti si fossero sviluppati in modo diverso e tu non avessi incontrato quella persona. Riporta alla mente le gioie e i vantaggi di cui hai goduto per effetto di quella relazione e prendi in considerazione come ti sentiresti se tutto ciò ti fosse stato negato.

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3 dicembre – CREDERE NEL MONDO E NEGLI ALTRI 7 gennaio – I “NO” CHE AIUTANO A VIVERE 4 febbraio – LE BUONE ABITUDINI

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- IL RAPPORTO CON SE STESSI E CON IL PROPRIO INCONSCIO

Ecco il prossimo appuntamento aperto a tutti presso la Casa del Quartiere di San Salvario di Via Morgari 14 a Torino (saloncino in fondo al cortile):

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6. Ora che hai preso in considerazione come le cose sarebbero potute andare diversamente, prendi atto che tali benefici non erano inevitabili. Concediti di essere grato per come le cose sono andate e per il fatto di avere questa persona nella tua vita. È facile dare per scontato le persone che ci sono affianco ma la Ricerca suggerisce che se sperimentiamo ed esprimiamo gratitudine nei loro confronti le nostre relazioni saranno più solide e le nostre vite più felici. Questo esercizio è pensato per alimentare sentimenti di gratitudine verso una di queste persone, chiedendoti di riflettere su come la tua vita sarebbe stata se non le avessi incontrate. Provando ad immaginare la loro assenza, dovresti essere in grado di apprezzare più profondamente la loro presenza nella tua vita, senza doverle perdere per davvero. La rimozione mentale controbilancia la nostra tendenza a dare per scontati gli eventi positivi della nostra vita, come ad esempio l’incontro di una persona speciale. Quando consideriamo le circostanze che hanno portato ad un incontro casuale, potremmo essere sorpresi di quanto improbabile fosse effettivamente quell’incontro e di quanta fortuna abbiamo avuto che sia andato proprio in quel modo. Sebbene possa essere doloroso pensare di non avere mai incontrato qualcuno che ci sta a cuore, questo scenario offre un contrasto negativo sul quale poter comparare la nostra attuale situazione positiva. In collaborazione con The Greater Good Science Center presso UC Berkeley http://ggia.berkeley.edu; http://greatergood.berkeley.edu

MEZZOPIENO 14 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018


MEZZOPIENO52passi

VUOI FARE IL PRIMO PASSO?

sprimere e ’ l l a d i t i n e Asti ione la tua opin ento su un argom ci nos che non co

Almeno un giorno di questa settimana rinuncia all’auto e utilizza mezzi pubblici o bicicletta

Ringrazia una persona che avresti voluto ringraziare da tanto tempo

MEZZOPIENO 15 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

tante s i n u i t a m Oggi fer ilenzio s n i a t s e r e minuto per qualche


MEZZOPIENOintervista ELISABETTA GATTO RACHELE ELLENA

lia tra la cultura della sua terra e quella di approdo. Per me non è stato così. Come seconde generazioni, noi rappresentiamo qualcosa di nuovo, ma non abbiamo abbastanza spazio. In tv siamo sempre invitati in situazioni di dibattito. Ed è curioso che io sia chiamato a dire quello che penso su un argomento che non è più nuovo e non è nemmeno il futuro: l’Italia non sarà un Paese multiculturale, lo è già. Basta fare una passeggiata in una grande città, ma anche in un paesino di provincia per accorgersene. Eppure si gioca a rimandare.

A questo proposito, cosa vuol dire essere italiano oggi?

Essere italiano oggi è andare all’estero e sentire che mi manca qualcosa, dalla pasta allo stile di vita, ma che altre cose non mi mancano affatto. Essere italiano significa essere combattuto. Io amo l’Italia ma l’Italia in questo momento non mi ama. All’estero ci sono maggiori opportunità, si possono usare strumenti come il teatro, il cinema, i social network per fare qualcosa di nuovo.

foto Edoardo Cortesi

Amir Issaa Una narrativa costruttiva per dare fiducia all’Italia Hai spesso parlato del bisogno di una contro- Oggi questo bisogno è ancora più forte come narrativa o di una narrativa ‘pro’, costrut- lotta alla disinformazione. tiva, che faccia della diversità una risorsa. Nei media si fa molta confusione tra seconde

generazioni, migranti, rifugiati, tra chi è immigrato e chi è nato in Italia. Già nel 2006 avevo firmato il primo progetto musicale e il marketing era incentrato su quello. Speravo che nel tempo ci fosse un’evoluzione, ma non è stato così. Io sono felice di manifestare amore per la mia patria e al contempo sono fiero delle mie radici. Ma non posso sentire quello che sente un immigrato, che ha dovuto lasciare qualcosa da parte, che ha dovuto mediare una volta arrivato in Ita-

MEZZOPIENO 16 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

Tu hai scelto il rap per arrivare ai giovani: può essere un motore di cambiamento? Il rap è un genere musicale che esiste dalla fine degli anni Settanta, adesso lo ascolta la maggior parte dei ragazzi, si può dire che è la musica dei giovani di oggi perché racconta la loro vita, perché ci si possono rispecchiare. Il rap è un linguaggio che va approfondito, chi non lo conosce si ferma agli stereotipi, ma bisogna andare oltre l’estetica e ascoltare le canzoni e comprendere i contenuti. I ragazzi decodificano queste


metafore avevo appena accennato. Ho recu- Di cosa vorresti parlare senza filtri con il perato i pezzi della mia storia esattamente nel rap? momento in cui ho capito di essere pronto Sono un cronista di quello che succede a me per farlo. Grazie a questo libro sono arrivato e nella società. Cerco di stare al passo con i anche in luoghi diversi tempi e ho fatto la scelta artistica di raccone a pubblici diversi, più tare tutto quello che voglio, non di rincorrere esigenti. E mi ha dato le mode. Ho scritto più di 200 brani, posso Ho scoperto Quali sono le tue fonti di una credibilità maggiore permettermi di rinunciare a scrivere il ritorche raccontare ispirazione? per sfruttare al meglio nello dell’estate. fa stare meglio il rapporto con il mio Mi ispiro principalmente pubblico più affezionato, Come cronista quale ruolo pensi possa a quello che mi è successo, che sono gli studenti. Mi sta avere il giornalismo? Pensi possa conperché la mia vita non è stata portando in altri territori, è una tribuire attivamente a moltiplicarle le facile. Il rap ha colmato l’esigenza voci e a creare nuove narrative e spazi nuova linfa per fare altro. di tirare fuori quello che tenevo chiuso di ascolto? e non riuscivo a dire. Pian piano ho aperto il cassetto dei ricordi e ho cominciato a La tua è una bella storia di rivincita. Cosa Dietro un giornalista c’è un essere umano e io mi aspetto che abbia educazione raccontare. E ho scoperto che raccontare fa significa per te “riscatto”? stare meglio. “Cinque del mattino”, “Inossi- Riuscire a fare quello che per me era un so- e rispetto nel racconto della verità. E che dabile”, “Le ali per volare”: ogni brano è una gno. Io guardavo gli skater della California, i scelga le parole giuste. piccola storia. Poi ho sentito il bisogno di rapper cantare sul palco e a me che non aveA questo proposito, hai una scrittura più dettagliata ed è nata l’idea vo i soldi per comprarmi suggerito che l’etichetta di scrivere un libro, “Vivo per questo”, che è uno strumento o fare un “seconda generazione” stata una vera esperienza catartica. Ho potu- corso sembravano così L’Italia è molto meglio ricorda qualcosa di “seto raccontare senza filtri quello che in musica lontani. La cosa più imdi quello che i media raccontano conda mano”. Per conper l’esigenza di sintetizzare e di ricorrere a portante per me è essere felice di fare quello che trasto, alcuni hanno proposto provocatoriamente vuoi. Quando la mattina mi sveglio sono sereno. “generazione alla seconda”. cose, gli adulti faticano a stare dietro. In passato ho usato il rap per strillare messaggi, come se fosse un megafono. Ho raccontato per far riflettere i ragazzi e sapere che questo è stato di aiuto per qualcuno è una grande soddisfazione.

Se dovessero proporre un termine alternativo, i ragazzi ‘di seconda generazione’ come si autodefinirebbero? Hanno il bisogno di auto-definirsi oppure no?

In Italia c’è bisogno di farlo, perché c’è confusione. Negli USA ormai di un artista, ad esempio, non si scrive più “di origine haitiana”. L’etichetta può dare fastidio, ma è ancora necessaria per fare chiarezza.

MEZZOPIENO 17 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

Che ruolo pensi possa avere la scuola nel creare integrazione?

Sono molto fiducioso quando vado nelle scuole. Ragazzi di culture diverse che crescono tutti insieme saranno l’Italia del futuro, dove Alì farà l’avvocato, il suo compagno il giornalista e così via. Mi auguro che fra quindici anni sarà questa l’Italia e che sarà possibile una narrazione più corretta.

Da quali discipline credi che stiano arrivando gli spunti più creativi e dirompenti per creare narrative nuove che permettano di cambiare punto di vista e cambiare le percezioni? Nel rap italiano ci sono molti nomi bravi che raccontano in modo onesto. Il cinema, la letteratura, l’arte in generale, più che la politica, possono lanciare un messaggio più efficace, più realistico. L’Italia è molto meglio di quello che i media raccontano.

Sei tornato in Egitto, paese di tuo padre, solo due volte, una da piccolo e una da adulto. Cosa ha lasciato nella tua identità questo viaggio di ritorno alle origini? Mi sono sentito ancora più italiano. Non conosco la cultura egiziana, non parlo l’arabo. L’Egitto per me non può essere casa, perché la mia identità non è a metà, è tutta italiana. Ognuno ha la sua storia. Ho amici che tornavano ogni estate in Egitto e per loro sarà sicuramente diverso. Ma il senso di appartenenza non è scritto nel DNA e sarà possibile una narrazione più corretta.


piemonte LA PRIMA REGIONE A CREARE LE COMUNITÀ ENERGETICHE Auto-

produzione e condivisione comunitaria dell’energia prodotta da diverse fonti rinnovabili: sono questi i princìpi base della nuova iniziativa delle Comunità Energetiche approvate in Piemonte con una legge regionale. La nuova norma, che pone il Piemonte come regione all’avanguardia a livello nazionale, crea gli elementi legislativi per una comunità di persone, enti e imprese che scambiano tra loro l’energia prodotta da fonti alternative. Attraverso il “Manifesto per l’autoproduzione da fonti rinnovabili” sottoscritto da centinaia di sindaci

in tutta Italia, si incentiva un nuovo modo di produrre e condividere l’energia pulita. La legge nazionale prevede ad oggi che possano produrre e vendere energia solo cooperative o consorzi storici, mentre i singoli privati possono rivendere il proprio surplus solo alla rete. “Il Piemonte, prima regione italiana a dotarsi di una legge di questo tipo, fa un passo importante nella direzione dell’autosufficienza energetica e della costruzione di un nuovo modello di cooperazione territoriale virtuosa”, ha commentato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. “La generazione diffusa di energia e un’autonoma

efficienza energetica contribuiscono infatti alla riduzione del consumo di fonti fossili, delle emissioni inquinanti e climalteranti, a un miglior utilizzo delle infrastrutture, alla riduzione della dipendenza energetica, alla riduzione delle perdite di rete e ad un’economia di scala”. Dopo anni in cui il Piemonte ha condotto in forma sperimentale il pionieristico progetto di Comunità Energetiche del Pinerolese promosso dal Comune di Cantalupa (TO), ora questo tipo di esperienze potranno uscire dalla fase sperimentale e avere un’ampia diffusione. FONTE: LEGAMBIENTE

Una nuova tecnica restituisce il sorriso Lo scuolabus a pedali a chi lo ha perso conquista l’Europa Molte persone sono tornate a sorridere anche dopo 20 o 30 anni di immobilità causata da paralisi facciali irreversibili. A Torino un nuovo tipo di intervento di rianimazione mini-invasiva permette di ripristinare le funzioni perse in seguito alla paralisi totale del nervo facciale. Il primo ospedale a realizzare questa operazione con successo in Italia è il Maria Vittoria. La nuova tecnica si avvale di muscoli donatori, prelevati da altre zone del viso e del collo che vengono trasferiti per rianimare le aree paralizzate del volto. L’operazione combina inoltre l’utilizzo del lifting endoscopico per sollevare le parti del volto che hanno perso la loro tonicità originale. La procedura si chiama EMTL, ovvero trasposizione e sollevamento multiplo di muscoli con assistenza endoscopica (Endoscopically assisted Multiple muscle Transposition and Lift). “Per ridare mobilità a un viso paralizzato da molti anni – spiega il Dott. Marco Borsetti – abbiamo utilizzato metodiche già ben conosciute dai chirurghi che si occupano di questa patologia ma con la novità di averle conglobate tutte in un unico intervento mini invasivo”.“I risultati sono ottimali come quelli già descritti in letteratura per ciascuna delle varie tecniche – aggiunge il Dott. Giorgio Merlino – ma con il beneficio dell’ottimizzazione in un unico intervento e di una notevole riduzione dell’invasività chirurgica e delle cicatrici residue perché l’accesso chirurgico è minimo, a fronte delle ampie incisioni e dello scollamento dei muscoli prima necessari. I pazienti sono stati dimessi in ottime condizioni e sono tornati a casa in tempi rapidi”. Dall’attivazione sono stati operati con successo più di 40 pazienti.​ Fonte: Quotidiano Piemontese

Con l’inizio dell’anno scolastico sta facendo il giro del mondo un nuovo modo di gestire lo spostamento da casa a scuola per tanti bambini di molte città che hanno scelto di ridurre il loro impatto sull’ambiente. Si tratta di uno scuolabus a pedali, un progetto nato in Svezia che ha sostituito il vecchio pulmino con una carrozza trainata da una bici. I piccoli passeggeri vengono presi dalle proprie abitazioni e portati a scuola con questo particolare mezzo di locomozione creato appositamente per dar loro comodità e sicurezza, aggiungendo anche un elemento di divertimento. I bambini sono entusiasti di andare e tornare da scuola con questo mezzo che può contenere fino a 12 posti trainati da una bici con un meccanismo a pedalata assistita in modo da non far stancare il conducente.

MEZZOPIENO 18 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

In Italia lo scuolabus a pedali è partito in alcune scuole di Milano, Torino e Roma e ha avuto un enorme successo, anche per gli effetti a catena che genera. Le famiglie sono liberate dal peso di accompagnare i figli a scuola e i bambini si divertono e imparano a usare mezzi condivisi. In alcuni casi sono gli stessi bambini, guidati da un grande, a prendere le proprie biciclette e a muoversi tutti insieme. Il risultato? Attività fisica in allegria e riduzione di traffico e inquinamento. Fonte: Torino Oggi; Massa Marmocchi; Move By Bike


Far riprovare il vento trai capelli a chi non può più Diventare anziani significa non solo perdere le energie e a volte la mobilità, ma anche la possibilità di fare alcune delle cose che ci rendono felici. Ole Kassow, un giovane olandese, andando al lavoro, notava ogni mattina un vecchio seduto su una panchina accanto al suo girello che sembrava avere l’aria triste. Così decise di fare qualcosa per ridargli il sorriso. Una mattina comparve davanti alla casa per anziani del vecchio signore con un risciò a noleggio e lo portò a fare un giro. Il giorno dopo Ole ricevette una telefonata all’amministratore della casa di riposo che voleva sapere cosa era successo al vecchio Gertrud che sembrava essere tornato giovane e entusiasta della vita. Così Ole iniziò nel tempo libero a portare altri anziani della casa a fare giri con il risciò e convinse molti suoi amici a fare lo stesso. È nato così Cycling Without Age (In bici senza età) da un gesto di generosità diventato contagioso. “Diamo a loro il nostro tempo, così come loro hanno dato tempo e attenzione a noi. Possiamo condividere molti ricordi e girare la città mentre ci raccontiamo delle storie della nostra vita. Anche loro desiderano ascoltarci. Ci prendiamo il tempo di pedalare lentamente, per vivere questa esperienza e apprezzarla”. L’iniziativa è sbarcata anche in Italia a Cagliari, Torino e Bologna con dei volontari che, grazie a un sistema di licenze gratuito, portano gli anziani a fare giri in bicicletta. Il risciò ha tre posti e un motore elettrico che può sostenere la potenza di pedalata di qualsiasi guidatore. Fonte: In Bici Senza Età

Una casa nel parco per i ragazzi dislessici Non è un caso che sia stato inaugurato durante la Settimana Nazionale della Dislessia: all’interno del parco della Tesoriera è nato uno spazio pensato per giovani studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, ovvero dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Nella nuova sede torinese dell’AID - Associazione Italiana Dislessia tutti i pomeriggi 200 ragazze e ragazzi con DSA dalla 5° elementare alla 5° superiore potranno dedicarsi ad attività su misura nella cosiddetta “sala adolescenti”, attrezzata di strumenti compensativi e rete internet, affiancati da un tutor a loro disposizione, ma anche sperimentare l’esperienza tradizionale

MEZZOPIENO 19 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

del doposcuola in un ambiente inclusivo. “Il nostro motto Qui si sboccia non si boccia – spiega Barbara Urdanch, responsabile e formatrice: - riassume nel migliore dei modi la nostra mentalità nel voler cercare le strade e gli strumenti giusti, sostenendo le famiglie e sensibilizzando le scuole, per permettere ai nostri ragazzi di raggiungere i traguardi importanti

della vita esattamente come tutti i loro coetanei. Saremo i primi in Italia a fornire una certificazione di lingua inglese attraverso il progetto Trinity. Per garantire la maggiore inclusione possibile e la sostenibilità sociale del progetto, inoltre, terremo conto delle domande di iscrizione indipendentemente dalle capacità reddituali”. Fonte: TorinoOggi


piemonte

Le madri di quartiere si aiutano tra di loro

A Torino esiste un gruppo di mamme che si sono organizzate per aiutare altre mamme nei loro quartieri e che hanno creato una rete di aiuto e di solidarietà per superare insieme le difficoltà. Sono le Madri di Quartiere, donne migranti diventate un punto di riferimento per le famiglie che si trovano in una situazione di vulnerabilità economica, sociale, fisica o psicologica. La loro esperienza diretta vissuta per prime, gli ha permesso di costruirsi un bagaglio di conoscenze e di superare le difficoltà del loro percorso di integrazione, diventando per altre un esempio e un appoggio su cui contare. Il loro ufficio è la strada, sono antenne delle situazioni di disagio e cerniere verso i servizi pubblici e privati sul territorio. L’informalità e la fiducia sono la base della loro modalità di instaurare relazioni, aspetti umani che permettono maggiore flessibilità rispetto ad altre figure più istituzionali. Il loro obiettivo è di accompagnare per mano le persone verso l’autonomia, superando i meccanismi assistenzialisti, creando indipendenza e rinforzando le relazioni e il mutuo aiuto, attivando intorno alle persone reti di sostegno e abbattendo anche i muri costruiti sulle paure delle differenze. Dicono di loro: “Se non avessi avuto loro sarei stata molto in difficoltà, non so se sarei riuscita ad agganciare questo nucleo familiare che non voleva saperne”, un’assistente sociale. “Il 70% dei casi che seguiamo sono stranieri. Noi non sapremmo neanche dove mettere le mani. Chiediamo loro, che sono molto competenti, di affiancare anche italiani”, una volontaria della Parrocchia.

I motorini elettrici condivisi in città

Una rivoluzione nella mobilità urbana che abbatte il traffico e l’inquinamento, oltre che i costi e le difficoltà legate al parcheggio, si chiama MiMoto ed è un motorino elettrico che si può prelevare e rilasciare, come già avviene per il car sharing. Omologati per due e dotati di un casco per ciascun passeggero, i motorini sono condivisi a flusso libero senza alcun vincolo di stazioni di ricarica. Senza chiavi, si gestisce tutto tramite App sullo smartphone. Ogni scooter può essere noleggiato da chiunque abbia una patente B o il patentino per i ciclomotori e in qualunque punto della città in cui è stato lasciato dal guidatore precedente. Il servizio è arrivato a Torino e a Milano; iscriversi costa 99 centesimi e l’uso 0,23 euro al minuto. I motorini possono anche entrare nella ZTL e in centro dove le auto non hanno accesso. La ricarica non è necessaria e si può controllare con la App sul telefono. Ogni mezzo è sempre carico e non serve attaccarlo alla rete quando si rilascia; l’alimentazione è effettuata dal personale della società in collaborazione con IrenGo, la multiutility torinese che fornisce l’energia elettrica per l’alimentazione dei mezzi.

Fonte: in collaborazione con Madri di Quartiere, associazione Il Mondo di Joele

Fonte: MiMoto

Conoscere le altre fedi per cancellare il pregiudizio A scuola abbiamo studiato le religioni del mondo con la nostra maestra Elvira e siamo rimasti così affascinati dalle loro culture, che la nostra insegnante ci ha voluto portare a visitare due luoghi sacri: la Sinagoga e la Moschea. Dopo aver ascoltato vari episodi di cronaca negativi nel mondo eravamo tutti un po’ scettici al pensiero di fare una visita di questo tipo, ma invece ci siamo ricreduti. A volte abbiamo pregiudizi, nei confronti delle persone che scelgono un’altra religione solo perché non la conosciamo bene.Volevamo dirvi che la Sinagoga e la Moschea di Torino sono due

luoghi stupendi, ricchi di particolari e curiosità, che vale la pena conoscere. Quando siamo arrivati, ci hanno accolto con entusiasmo, ma soprattutto con il sorriso. In entrambi i luoghi le guide hanno cercato di raccontarci la storia e i principi su cui si fondono le loro religioni. E’ importante conoscere gli aspetti delle altre culture. Nel mondo siamo circondati da persone di altre religioni e ognuno di noi deve imparare a conoscerle e a rispettarle. Solo così noi giovani bambini, potremmo imparare a costruire un mondo migliore.

Articolo scritto dai piccoli giornalisti della 5^A e 5^B - Scuola Barruero, Moncalieri

MEZZOPIENO 20 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

MEZZOPIENO NELLE SCUOLE

Giornalisti gentili


MEZZOPIENOlafotografia

LA TUA FOTO QUÌ INVIACI LA TUA FOTO DI COME TU VEDI IL MONDO MEZZOPIENO redazione@mezzopieno.org

“Mostar - Dalle cicatrici di guerra nascono fiori” MEZZOPIENO 21 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

Foto di Antonio Ballone


MEZZOPIENOincontra...

Il giardino della gioia

Un ecovillaggio per la scoperta di sé, attraverso la semplicità e la condivisione

San Nicandro Garganico (FG)

“i ragazzi che vivono tra gli ulivi”. Poco più avanti, superato un vecchio cancello di ferro che affaccia sulla provinciale 41, imbocchiamo la strada sterrata che, tra cespugli di cardi che ci graffiano le gambe, porta dopo due chilometri all’ingresso del villaggio. Ci accolgono Maùna e Francesca, una dei membri più anziani della comunità, e con loro iniziamo a passeggiare tra i 600 uliveti secolari distesi su cinque ettari di tenuta. Visitiamo così la grande cucina, il tendone del circo per le attività in comune, le compost toilet e le diverse abitazioni dell’ecovillaggio (yurte, case sugli alberi, tende e costruzioni in argilla e paglia). Travolti dalla curiosità, iniziamo a far loro qualche domanda.

Come è nata l’esperienza del Giardino e cosa vi ha spinto a vivere qui?

RACHELE ELLENA DIEGO MARIANI

“Promuovere uno stile di vita nel rispetto della natura, dell’umano, dei cicli naturali e di tutti gli esseri” Un proverbio africano dice che ci vuole un intero villaggio per crescere un bambino, ma il sentirsi parte di una comunità è importante a qualsiasi età. È senz’altro così al Giardino della Gioia, l’ecovillaggio immerso in un uliveto secolare a

Torre Mileto, nel Comune di San Nicandro (FG), Parco nazionale del Gargano. Ispirato all’esperienza dei raduni annuali della Rainbow Family, la comunità che fin dagli anni ’70 riunisce in tutto il mondo persone di diverse culture intorno ai principi della non violenza e dell’egualitarismo, l’ecovillaggio

offre ospitalità a chiunque condivida i suoi valori, in cambio di lavoro e partecipazione alle attività quotidiane. La Vespa percorre il litorale garganico punteggiato di trabucchi quando, arrivati a Torre Mileto, ci fermiamo al bar del paese dove ci indicano la strada per raggiungere

MEZZOPIENO 22 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

Quando sono venuta qui la prima volta pensavo di rimanere quindici giorni e ci sono rimasta per otto mesi - mi risponde Francesca. Ogni anno, durante l’inverno rimaniamo soltanto in cinque o sei ma durante l’estate il Giardino ospita fino alle trenta persone contemporaneamente. La bellezza di questo luogo sta proprio nello scambio e nelle relazioni che si instaurano fra persone così diverse per età, provenienza e percorso. Non abbiamo molte regole ma soltanto


alcune norme dettate dal LA BUONA PRATICA buon senso DEL GIARDINO per il vivere DELLA GIOIA comune e Portare i bambini in mezzo per svolgere alla natura le diverse mansioni. Prendiamo le decisioni più importanti attraverso la ‘via del cerchio’, una pratica che permette di maturare scelte condivise da tutti

i membri della comunità. Tutto è nato nel 2010 per iniziativa di Diego e Padmadevi, che ha ereditato il terreno, entrambi ispirati dall'esempio di altre esperienze ecologiche, comunitarie e spirituali. Dopo un periodo iniziale di libera sperimentazione, abbiamo individuato dei principi comuni sui quali costruire la nostra progettualità. Oggi, il Giardino offre a chiunque la possibilità di vivere uno stile di vita che in molti sognano, ma temono sia impraticabile nella quotidianità. Può darsi che vivere in un contesto come questo, lontano da molti comfort, sia per certi versi un andare indietro – aggiunge Maùna – ma questo è anche ciò che ci permette di assaporare la vita a livello più profondo. Il fare questa esperienza insieme ad altri, inoltre, è un modo per contrastare l’individualismo dilagante e un’opportunità per vivere in armonia con noi stessi e con la natura circostante. E poi ragazzi, guardatevi intorno… siamo l’unico ecovillaggio in Italia che si trova sul mare! Suona la campana e raggiungiamo i “giardinieri”, così si definiscono gli abitanti dell’ecovillaggio, seduti all’ombra di un ulivo, non

lontani dalla cucina. È l’ora del pranzo a base di farro, orzo, pane fatto in casa, ottimo olio d’oliva della zona, insalata con farinello selvatico e deliziose verdure provenienti dall’orto sinergico alle nostre spalle. La tradizione di abbondanza e ospitalità del Giardino si manifesta così sotto i nostri occhi. “Non è facile riuscire a vivere di ciò che produci”, dice Maùna, “e prenderne atto mi ha portato ad avere più rispetto del mondo e maggiore comprensione della sua complessità”.

Quali difficoltà avete dovuto superare per realizzare questo stile di vita? Abbiamo molti condizionamenti che provengono dal nostro inconscio, dalle nostre paure - prosegue Maùna -. Quando nel 2009 ho lasciato il mio lavoro per avvicinarmi al mondo degli ecovillaggi, gli amici mi chiedevano: «e come fai se ti ammali?»; la realtà è che vivendo in posti come questo, ammalarsi è molto più difficile. La vita all’aperto, la natura, la bellezza, una dieta sana e relazioni sociali sincere mi nutrono e mi alimentano, mantenedomi in salute. Dal punto di vista pratico poi, alcune delle scelte fatte a livello abitativo come le yurte (tenda circolare utilizzata dalle tribù nomadi dell’Asia n.d.r.) si sono rivelate problematiche durante la stagione fredda, quando l’umidità

impregna il tessuto delle tende che perciò risultano difficili da scaldare. Al momento stiamo valutando soluzioni diverse come ad esempio la casa di argilla e paglia che abbiamo costruito da poco, che ha invece un’elevata capacità di isolamento termico. Spesso la natura ed il contesto circostante ci offrono molte soluzioni praticabili, è sufficiente saper osservare.

Come declinate la sostenibilità nelle vostre attività quotidiane? Il villaggio è basato sull'autosufficienza energetica, grazie all’impianto solare termico e fotovoltaico, e su quella idrica per mezzo del pozzo interno e la raccolta di acqua piovana. Nel Giardino pratichiamo un’agricoltura naturale ispirata ai principi della permacultura, che mira a soddisfare i bisogni umani e al contempo mantenere un sistema agricolo resiliente, in salute e ricco di diversità. Il percorso verso la sostenibilità alimentare include l’orto biologico, l’orto biodinamico, il frutteto e la raccolta di erbe spontanee. Nel Giardino seguiamo una dieta vegetariana senza consumo di bevande alcoliche e periodicamente osserviamo il digiuno. Pratichiamo inoltre il karma yoga – o yoga dell’azione – ripulendo spiagge e zone inquinate nelle vicinanze, per stimolare una sensibilizzazione ecologica attraverso attività volte al risveglio delle coscienze.

MEZZOPIENOIncontra è dedicato a nuovi stili di vita improntati all’etica e alla sostenibilità. Andiamo a trovare persone, associazioni ed enti che sono alla ricerca di alternative positive ai modelli tradizionali nel loro vivere quotidiano e nella loro attività. Per conoscerli e trascorrere del tempo insieme, per farci ispirare e contagiare dal loro esempio…e per condividere con loro il senso del messaggio Mezzopieno.

MEZZOPIENO 23 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018


MEZZOPIENOringraziarevoglio

Ringraziare voglio Ringraziare voglio il divino labirinto degli effetti e delle cause per la diversità delle creature che compongono questo singolare universo, per la ragione, che non cesserà di sognare un qualche disegno del labirinto... ... per lo splendore del fuoco, per l’arte dell’amicizia, per l’odore medicinale degli eucalipti... RingraziareVoglio è un progetto che ha l’obiettivo di riconoscere e portare alla luce le sensazioni, le emozioni e i pensieri che danno prodondità e colore all’esistenza, rendendoli patrimonio comune. Un racconto collettivo ispirato dalla poesia di Borges a cui ognuno può partecipare scrivendo e condividendo il proprio personale contributo per celebrare la bellezza della vita, il proprio ringraziamento. Il progetto è ideato e curato da Lorenza Anselmi.

per avere ogni giorno qualcosa per cui ringraziare

per avere una famiglia unita

per il gusto

per l’eco tra le montagne

per l’amore tra mamma e figlio

per i libri di Isabel Allende

per i miei compagni di classe

per essere libero

per l’odore dei libri

per tutto ciò che scalda

per la mia gatta

per l’odore del legno in autunno

per la fratellanza

per il profumo del calicantus, per le matite a punta morbida, per le mandorle salate, per i profumi speziati, per l’indipendenza di mia figlia, per il mio lavoro.

__ Fulvio

__ Filomena __ Rebecca

__ Omar, 5^ scuola Rodari __ Filippo __ Allison

__ Francesco

per ogni persona nuova che incontrerò __ Cinzia

per le parole che ti fanno emozionare __ Diego

MEZZOPIENO 24 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

__ Gioele, 4^ scuola di Cantalupa __ Umberto __ Lorena

__ Nicola, 2^ media , scuola Roncalli __ Iolanda __ Anita

__ Donatella C.


MEZZOPIENOprogetti POVERTÀ SALUTE FINANZA ETICA ECOLOGIA APPROVVIGIONAMENTO IDRICO SOSTEGNO ALL’INFANZIA COSTRUZIONE DI STRUTTURE HIV/AIDS TERAPIE SANITARIE INSERIMENTO LAVORATIVO RICERCA SCIENTIFICA DIALOGO INTERRELIGIOSO DISABILITÀ CULTURA DELLA POSITIVITÀ CRESCITA PERSONALE SPIRITUALITÀ CULTURA / CONOSCENZA

IL TG CHE VORREI: A CONVEGNO LA NARRAZIONE CHE CREA BENESSERE Il pretesto è stato il lancio ufficiale della campagna per la parità di informazione positiva lanciata dal Movimento Mezzopieno: il 10 ottobre scorso, la Fondazione Einaudi di Torino ha ospitato l’incontro pubblico «Il Tg che vorrei» per stimolare un dibattito su un modo diverso di fare giornalismo e sul suo ruolo al servizio del benessere della società. L’eccesso di cronaca nera è una strategia mediatica, secondo Stefano Tallia, segretario Associazione Stampa Subalpina, invitato a moderare il dibattito. Per Stefano Zamagni, già ordinario di economia all’Università di Bologna e padre dell’economia civile, sono tre le ragioni – tutte confutabili – che spiegano perché le notizie negative prevalgono su quelle positive: la leggibilità (il lettore medio non sarebbe interessato alle buone notizie e per vendere i giornali occorre rappresentare il male che osserviamo, ma indagini serie dimostrano il contrario); le cose buone tendono a diffondersi da sole, ma in realtà c’è interesse a non far conoscere come vanno le cose; infine divulgare le notizie cattive per instillare la paura nella gente è il fondamento di ogni dittatura. Occorre cambiare la matrice culturale. Cristopher Cepernich, sociologo della comunicazione e direttore scientifico del Master di giornalismo dell’Università di Torino ritiene che la notizia non sia buona in sé, ma dipenda dalla cornice di senso. Le buone storie hanno un valore pedagogico, ma non sempre la storia coincide con una notizia. Allo stesso modo le cattive notizie non sono sempre negative: l’emozionalità del contenuto sopperisce alla mancanza di volontà di informarsi su alcuni temi: la propensione a informarsi aumenta quando un dato argomento fa paura. Stefanella Campana, giornalista e rappresentante Commissione Pari Opportunità della Fnsi e GIULIA, pensa che la negatività nell’informazione sia da evitare perché carente, ovvero non dà conto della complessità del mondo. Usare le parole corrette è già un segnale di positività. Per Angela Fedi, docente di psicologia di comunità dell’Università di Torino le notizie contribuiscono a creare la nostra narrazione sul mondo e le buone sono quelle che ci coinvolgono in una relazione. Inoltre per riequilibrare una sola informazione negativa ne occorrono circa 7-8 positive. Occorre aumentare le notizie positive non per una nostra consolazione ma per una rappresentazione del mondo più variegata e complessa. E poi uscire dalla passività della lamentela, senza per questo correre il rischio della “sindrome di Pollyanna”, che sfocia nell’ottimismo ottuso. PARTECIPANTI: Rete del Movimento Mezzopieno, Università di Torino MAGGIORI INFORMAZIONI SU WWW.MEZZOPIENO.ORG (SEZIONE PROGETTI)

MEZZOPIENO 25 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018


MEZZOPIENOtralagente

“Qual è il più grande vantaggio che ha portato l’economia circolare nella tua attività?” LO ABBIAMO CHIESTO A IMPRENDITORI CHE HANNO SCELTO DI CAMBIARE IL LORO RAPPORTO CON L’ECONOMIA A FAVORE DI UN APPROCCIO PIÙ NATURALE

Interviste di Diana La Rocca

PAOLA POLCE / SOCIETÀ AGRICOLA LE ERBE DI BRILLOR

Recuperare tutto fino all’ultimo

Non riesco a trovarne uno solo. Il vantaggio più grande è vivere coerentemente con l’eredità contadina che ho ricevuto, che insegna il valore della parsimonia e il rispetto della natura. Così, nel 2012, ho dato avvio alla mia attività agricola e imprenditoriale: la creazione di agrodetergenti per la casa e per l’igiene personale in piena armonia con il territorio in cui vivo e lavoro, la Val Chiusella. Noi coltiviamo le piante (ortica, alloro, lavanda), le lavoriamo e trasformiamo. E come la tradizione contadina mi ha insegnato, recupero tutto fino all’ultimo passaggio. Quello che rimane dal processo estrattivo va in torbiera per fare compost, le piante che non si raccolgono per fare detergenti si fanno essiccare come erbe aromatiche per casa e cucina. Infine, l’acqua di scarto della lavorazione, a conferma della naturalità del processo produttivo, viene fatta defluire, grazie a un impianto di fitodepurazione, nel laghetto presso il quale sorge l’azienda. Non per altro, economia ed ecologia hanno la stessa radice! GIORGIO BERTOLINO / ASTELAV

Non buttare via niente

La domanda sarebbe da girare ai consumatori. Sono loro che hanno avuto i vantaggi principali, in termini di prezzo finale. In ogni caso, Astelav, attraverso il progetto Ri-Generation, realizzato insieme al Sermig, ha sicuramente ottenuto benefici in termini di visibilità e apprezzamento. L’idea è nata dal lavoro pluridecennale di Astelav nel campo del ricambio degli elettrodomestici: la gente butta via materiale riparabile. E così abbiamo pensato di farcene carico, ricondizionando gli elettrodomestici dismessi (sostituire pezzi rotti o vecchi con nuove parti). All’inizio è stato complicato mettere insieme tutti gli elementi: ottenere l’autorizzazione a lavorare con gli elettrodomestici R2, come le lavatrici, dalla Città Metropolitana (manca ancora l’autorizzazione per gli R1, come i frigoriferi); recuperare il materiale da rigenerare; e soprattutto definire il prezzo finale. In Italia, ad oggi, siamo i primi e per ora gli unici, perché abbiamo una base tecnica, competenze e ricambi, da 55 anni. Abbiamo un volume di produzione, o meglio di rigenerazione, di 200 elettrodomestici al mese. Offriamo un anno di garanzia su tutta Italia e il prezzo è un po’ meno di metà rispetto a un prodotto omologo nuovo. MEZZOPIENO 26 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

NOTIZIEflash LA NAMIBIA ADERISCE ALLA CONVENZIONE PER ELIMINARE LE MUNIZIONI A GRAPPOLO 2 settembre - Organizazione delle Nazioni Unite

LA BARRIERA CORALLINA DEL BELIZE ESCE DAI SITI A RISCHIO 3 settembre - Unesco

ITALIA PRIMA IN EUROPA PER AUTO PULITE 6 settembre - European Automobile Manufacturers Association

LA SETTIMANA DELLA MODA DI LONDRA È LA PRIMA SENZA PELLICCE 7 settembre - London Fashion Week

GIBUTI ED ERITREA TRATTANO PER LA PACE 17 settembre - Africa News

TUTTE LE REGIONI DELLA PIANURA PADANA ABOLISCONO I MOTORI DIESEL 1 ottobre - Ansa

SCLEROSI MULTIPLA, ARRIVA IN ITALIA IL PRIMO FARMACO PER LE FORME PIÙ GRAVI 3 ottobre - Ministero della Salute

CREATA LA PRIMA RETINA ARTIFICIALE UMANA 12 ottobre - Science


LO STATO DI WASHINGTON ABOLISCE LA PENA DI MORTE 13 ottobre - Washington Post

ENRICO PALACINO / QUAGGA

FRANCESCA LOVATO / OLTRECAFÈ

Una moda senza crudeltà

Lo scarto diventa valore

Sicuramente lavorare secondo i principi dell’economia circolare non è economico, i costi di produzione sono molto alti, soprattutto per il lavoro delle artigianalità italiane che hanno costi maggiori rispetto a una produzione all’estero. Tuttavia, l’esplosione di attenzione sull’economia circolare ha permesso all’esperienza di Quagga di posizionarsi come leader nazionale soprattutto nel campo della critical fashion. Quagga, infatti, ha scelto la plastica riciclata come materia prima con cui realizzare soprattutto giacche, perché tale materiale permette un approvvigionamento abbondante e continuo ed è così possibile standardizzare la produzione. L’idea nasce dall’esigenza di offrire un bene cruelty free e in grado di porsi seriamente come alternativa ad altre giacche tecniche, e insieme proporsi con uno stile alla moda. Una questione ancora aperta è il tema dello smaltimento. Tecnicamente le giacche Quagga si potrebbero riciclare, ma non possono esserlo per la normativa italiana, non essendo un imballaggio. Ad oggi ritiriamo i capi offrendo il 20% di sconto su nuovi acquisti.

Senza ombra di dubbio, la possibilità di dare vita a un’attività imprenditoriale. Se non ci fosse stata tutta questa attenzione all’economia circolare non avrei potuto dare “gambe” ad anni di studio universitario. Inoltre, aver creato la start-up OltreCafè mi ha dato l’occasione di poter contribuire allo sviluppo del mio territorio (l’Emilia-Romagna) e incontrare altre persone che hanno questo spirito. Secondo me chi si occupa di economia circolare ha maggiormente fatto proprio il concetto di collaborazione: collaborare nella competizione. Nella mia esperienza, non è un gioco a somma zero. Infatti, se per i bar e le torrefazioni lo scarto di caffè è un problema, per me è una risorsa di valore con cui creare pellet ecologico. La collaborazione la sto sperimentando anche con diversi impianti che producono fertilizzante, interessati a testare una nuova linea di prodotto a partire dagli scarti del caffè, un prodotto a km 0 a cui non avevano pensato se non glielo avessi proposto. L’economia circolare permette di congiungere pezzi di puzzle che acquistano senso solo se uniti insieme.

CATERINA MESTRO / DRESS YOU CAN

Un salvadanaio nell’armadio

Noi siamo partite nel 2014, quando l’economia circolare non era ancora così di moda! L’idea era che ci fosse un “salvadanaio” negli armadi di ciascuna di noi in termini di vestiti non messi, che poteva acquistare valore se fatto circolare. Ci piaceva immaginare un mondo dove produrre di meno e far durare più a lungo i capi di abbigliamento. Oggi siamo andate oltre all’idea di scambio e condivisione di vestiti e siamo approdate a un modello di business basate sul noleggio di capi di abbigliamento di alta moda. Affittiamo da privati, ma anche da designer che vogliono sperimentare nuove linee, o che hanno in magazzino vecchie collezioni. Uno dei benefici che ci sta facendo l’economia circolare è che ora cominciamo a pensare tutto in termini circolari: dalla catena di approvvigionamento (chiedendo a designer di lavorare con materiali ecocompatibili); al packaging usato per le spedizioni (perché non usare tessuti di abiti dismessi?); dalla logistica delle spedizioni stesse (appoggiarsi all’applicazione SiWeGo, che permette di condividere il proprio mezzo di trasporto per consegnare pacchi); fino alla dismissione degli abiti spesso ancora in ottimo stato ma non più affittabili (regalarli all’associazione Salute allo specchio dell’ospedale San Raffaele o farne nuove creazioni). MEZZOPIENO 27 NOVEMBRE-DICEMBRE 2018

IN AFRICA NASCE IL MINISTERO DELLA PACE 22 ottobre - All Africa News

L’UE ABOLISCE LA PLASTICA MONOUSO 24 ottobre - Parlamento Europeo


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La bellezza nascosta di ogni cosa Entrare in contatto con la bellezza: un’esperienza che può affascinare ma anche ispirare e confortare. Il nostro animo risuona così tanto a ciò che è bello che quando lo incontra si trasforma, nutrendosene e fecondandosi. C’è così tanta bellezza nel nostro mondo che ci siamo persino permessi di farci l’abitudine. A volte si rischia di perdersela o di darla per scontata; ci concediamo di attribuire gradi di bellezza alle cose e di riservare la nostra attenzione soltanto a quelle straordinarie o che ci emozionano, trascurando quelle che sono solo belle, o qualcuno direbbe “carine”. Percepiamo l’energia della bellezza attraverso la meraviglia ma possiamo avvertire la sua presenza anche quando ne cogliamo solo l’armonia, senza capire il perché. Un equilibrio che supera la complessità del piacere razionale, dandoci una percezione di pace e di appagamento, frutto della essenziale semplicità di cui è fatto il bello. La cerchiamo inconsciamente in ogni cosa che facciamo ma spesso ci sfugge o la perdiamo nel momento stesso in cui la sfioriamo, così intenti come siamo nell’inseguirne ossessivamente altra. Quanta bellezza abbiamo attorno a noi, quanta ne riusciamo a cogliere nel frastuono del mondo, in un’epoca di abbondanza come la

Mezzopieno News è pubblicato ogni due mesi dal movimento Mezzopieno nelle versioni locali di Piemonte, Umbria e Marche. Gli articoli riportati sono frutto della ricerca e del lavoro giornalistico del comitato editoriale, dell’ufficio studi, del gruppo di ricerca, dei volontari e dei membri della comunità Mezzopieno. Ogni articolo è un’elaborazione originale e riporta fatti e situazioni reali. Le fonti originali sono verificate e citate per esteso. SE CREDI NELLA BELLEZZA E NELLA POSITIVITÀ, CONDIVIDILA Mezzopieno News è scritto dalla gente e riporta le notizie dei suoi lettori e dei simpatizzanti del Movimento Mezzopieno. Articoli, lettere, suggerimenti e collaborazioni sono inseriti nella pubblicazione secondo i parametri della linea editoriale condivisa. Consulta il sito per collaborare

nostra? Tutti siamo attratti dalla bellezza ma dedichiamo così poco tempo a coltivarla e a contemplarla; ci aspettiamo piuttosto una bellezza che ci appaghi, che si possa possedere, usare e consumare a nostro vantaggio. Ma la bellezza non si può ingabbiare, né addomesticare, è il frutto di un’armonia di cui l’osservatore è parte integrante e perde senso al di fuori dell’equilibrio in cui si è creata. Ogni epoca, cultura e società ha sviluppato i suoi canoni di bellezza, risultato della proporzione raggiunta tra i suoi elementi, e ha ispirato cose grandissime e straordinarie in merito della sua forza generatrice. La bellezza è democratica, non necessita di cultura, di preparazione o di spiegazioni ma risuona con un desiderio intimo che ogni uomo o donna ha, combacia con il bisogno di completezza che c’è in tutti noi e ci anima per unirci a tutto ciò in cui siamo immersi, il mondo, la vita, l’umanità, l’eterno. Dovremmo allora cercare di trovare la bellezza nascosta in tutte le cose e proteggerla, condividerla per moltiplicarla, svelarla per salvarla dal frastuono. Non un’ossessione ma una disposizione. La bellezza ci fa sentire parte del mondo e ispira il nostro desiderio di gettarci nelle fondamenta del suo svolgimento, di diventarne partecipi. Per questo amare la bellezza è il contrario di volersene appropriare. Guardare il mondo sapendo di essere un frammento di esso, per cogliere il senso vero delle cose, il significato profondo e la bellezza nascosta di tutto ciò che esiste, come elementi di una sola unità armoniosa, quella che sentiamo anche senza vederla, come l’anima di un albero, l’affetto di un animale, l’innocenza di un bambino, la semplicità di un fiore, la pace di un lago. Una bellezza di cui si sente il profumo,

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il richiamo; profonda ed eterna, che quando è nascosta è ancora più bella. C’è qualcosa di più oltre alla sensualità e allo scrutare razionale e critico che inquadra le cose in canoni preordinati, perché una cosa bella lo è anche con le luci spente e se non c’è nessuno a guardarla. Qualcuno descrive la bellezza come un dolore che trafigge, ma quando è pura diventa un riverbero che al contrario cura e purifica. Quando le parole non riescono a uguagliare in potenza la bellezza delle cose, allora siamo in presenza di una grande bellezza che affascina ciò che tocca e addolcisce intorno a sé con la sua grazia e ci ricongiunge all’armonia profonda della sua natura. La bellezza nasce dalla pace e sublima quando supera l’idea di estetica e di proporzione e ricostruisce il legame eterno e inscindibile tra bellezza e bontà. Spesso ci fermiamo all’apparenza delle persone e non ci prendiamo il tempo di esplorare la bellezza interiore che custodiscono, quella più sovente nascosta ma più profonda e durevole. La bellezza è un abbraccio, non un attributo che passa con l’età, ma una saggezza che si realizza con la sintonia. La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza ma chi riesce a mantenere la capacità di vedere la bellezza attorno a sé, non diventa mai vecchio e non perde mai la sua consonanza con il bello. La bellezza non salverà il mondo, come scriveva Dostoevskij; lo salva già tutti i giorni. Un’energia che rende belli anche coloro che ne vengono in contatto. Luca Streri

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