Merano Magazine Sommer/Estate 2019

Page 27

R E - T R A D IT IO N

TEXT/TESTO: ANNA QUINZ

D I E S PR AC H E D E S S C H LE I F E N B I N D E N S L A LI N G UA D E L N O D O

Dirn oder Diandl ist die Magd oder das Mädchen. Diandl oder Dirndl ist auch das Kleid, das Diandlgwand. Eine weiße Bluse, ein Mieder, ein weiter Rock, eine Schürze: Verschiedene Stoffe setzen den Körper in Szene. Aus Baumwolle ist die Schürze für den Tag, aus glänzender Seide jene für den Abend, aus gewebtem Wollstoff jene für den Winter gefertigt. Faszinierend dieses Accessoire!

Dirn è la ragazza. Dirndl l’abito che indossa. Una camiciola candida, un bustino aderente, una gonna ampia. E un grembiule (Schurz) a circondare la vita e a siglare l’esemplare equilibrio tra forme del corpo e del tessuto. È questo accessorio – di cotone fragrante e fiorito per il giorno, di seta lucente per la sera, di lana spessa per l’inverno – a catturare la mia attenzione.

Bei einem traditionellen Gewand fehlt sie nie – meint die junge Frau – ohne Schürze ist die Tracht nicht komplett, sagt nicht das aus, was sie sollte. Denn dieses Stück Stoff will uns etwas mitteilen. Und seine Sprache ist die der gebundenen Schleife. Nichts ist zufällig, nichts trivial, nichts unlogisch. Ich bin verheiratet – verrät das Diandl im Diandlgwand – und bindet deshalb die Schürzenmasche rechts. Meine Schwester ist jünger als ich und nicht vergeben: Sie bindet ihre Schürze auf der linken Seite, damit signalisiert sie, dass sie „frei“ ist. Meine Großmutter hingegen ist Witwe und knotet die Masche ihrer Schürze genau in der Mitte ihrer Taille am Rücken. Meine Enkelin, noch ein junges Mädchen und Jungfrau, trägt die Schürze vorne in der Mitte gebunden. Die Botschaft ist klar und deutlich: Mit diesen von Frauen geschlungenen Schürzenbändern sind etliche Schicksale, Verwicklungen, Dramen und Freuden verknüpft. Dieses Stück Stoff ist so Vieles mehr: Es erzählt Episoden von Familien und Generationen. Ich lese aus ihnen Geschichten von Menschen und Orten. Ich sehe, wie sich Dinge verbinden und entwirren, verschlingen und entfalten, fügen und lösen, vereinigen und befreien. Mir offenbart sich eine symbolhafte Sprache ohne Worte, die eine junge Tradition hat und Knoten für Knoten weiter gewoben wird.

Non può mai mancare in un costume tradizionale – mi dice la ragazza – senza grembiule l’abito non è completo, non è finito, non parla quanto e come dovrebbe. Perché è questo che fa questo lembo di tessuto: racconta. E la sua lingua è quella dei nodi. Nulla è casuale, nulla banale, nulla scontato. Io sono sposata – svela la Dirn in Dirndl – e il nodo del grembiule devo farlo a destra, così chi mi osserva, saprà. Mia sorella è ancora giovanissima e libera: il nodo del suo grembiule allora sarà a sinistra e gli innamorati pretendenti, potranno farsi avanti, se lei vorrà. La nonna, invece, è ormai vedova e il fiocco del suo Schurz si trova al centro della vita, ma rigorosamente sulla schiena. La mia nipotina, ancora bambina, ancora vergine, infine, porta il grembiule annodato davanti al centro. I messaggi sono chiari, mi è facile capire: in questi nodi tutti femminili sono avviluppati infiniti intrecci, trame, intrighi e legami. Non semplicemente di stoffa. Leggo storie di famiglie e generazioni. Ascolto storie di persone e di luoghi, che vivono e respirano. Vedo storie che si legano, si slegano, si intrecciano, si fanno e si disfano, si sciolgono e si stringono, si aggrovigliano e si liberano. Scopro storie che parlano il linguaggio senza parole dei simboli e delle tradizioni che si rinnovano. A capo nodo o nell’altro. // 27


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.