Notiziario Meeting novembre 2012

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VOLONTARI

Volontari senza frontiere Dei 4000 volontari che hanno collaborato al Meeting di quest’anno 150 sono arrivati dall’estero. Dal Kazakistan all’Albania, dal Canada alla Colombia. Ecco alcune delle loro storie. di Erika Elleri

alja, Francesca, Franco David, Maria Paula, Lucas, Idil, Teodor, Rene e William. Sono alcuni dei nomi dei 150 volontari provenienti dall’estero. Albania, America, Argentina, Camerun, Canada, Colombia, Francia, Irlanda, Kazakistan, Lituania, Messico, Olanda, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Spagna e Svizzera. Sono i paesi da cui sono arrivati, affrontando ore di viaggio e grossi sacrifici per essere anche loro, insieme agli altri 3000 a lavorare dentro la grande cattedrale del Meeting. Sacrifici, sì. Come quelli che ha fatto Galja, 38 anni proveniente da Karaganda (Kazakistan), importante città dell’Asia Centrale, ex Unione Sovietica. Per venire a Rimini a fare la volontaria nel ristorante “Il Chicco e il Grano” ha lavorato giorno e notte, come ci ha raccontato: “Quest’anno ho vissuto un brutto momento di crisi, sia personale che economica. Non avevo soldi e lavoro e non pensavo di riuscire ad essere qui con voi. A maggio la situazione è migliorata e ho lavorato per raccogliere il denaro e essere qua”. Rinuncia a tutto, anche al cibo e i soldi messi da parte li lascia a un’amica per non rischiare di spenderli. Galja è una ragazza forte, cresciuta senza famiglia in un orfanotrofio, ha iniziato a lavorare presto, a nove

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anni; da quel momento studio e lavoro e basta. Poi l’incontro con il movimento di Comunione e Liberazione e il desiderio di venire a Rimini, dove ha imparato “la pazienza e l’attenzione nel lavoro. In Kazakistan – ha raccontato – fai la tua parte e ti fermi lì. Invece al Meeting ho visto un’altra cosa: lavorare insieme. Ti riguarda tutto e tutti quelli che sono con te”. La volontaria più giovane La storia di Francesca è molto diversa ma è un’altra delle storie che ha segnato il Meeting di quest’anno. E’ arrivata da Ottawa, una cittadina canadese, 14 anni, ma idee molto chiare: “So che da grande voglio essere me stessa” e “voglio seguire don Giussani perché in Cl sto facendo l’incontro con Cristo e questa è la cosa più importante della mia vita”. Cosi ha accettato di lavorare come volontaria all’International Meeting Point, dando informazioni e un supporto internazionale. “Noi viviamo il Meeting in casa” ha raccontato la mamma, che ha lavorato gomito a gomito con la figlia, vista la sua giovane età. Infatti, la madre è italiana e cattolica, mentre il padre protestante e di origini olandesi. Ma è stato proprio il padre a far sì che Francesca arrivasse al Meeting. Nella sua scuola sono previste 120 ore di volontariato all’anno e 40 di queste

vanno fatte d’estate. Per questo, l’idea del padre di spenderle al Meeting, che aveva visitato qualche hanno fa, spiegando insieme alla figlia le ragioni di questa scelta al preside della scuola. E alla fine, a soli 14 anni, è stato uno dei motori dell’International Meeting Point, stupendo anche i più


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