Quotidiano Meeting | 20 agosto 2021

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Incontri, mostre spettacoli: da oggi il Meeting torna in presenza alla Fiera di Rimini e in collegamento con il mondo

I giorni del coraggio di dire “io” EDITORIALE

Papa Francesco

L’audacia di percorrere nuove strade

Da dove ripartire di Andrea Simoncini Oggi inizia il quarantaduesimo Meeting di Rimini. Inizia in un mondo che non avremmo mai immaginato, ma, incredibilmente inizia, ricomincia. Il Papa, nel suo messaggio, ci ha detto: “Ripartenza è la parola d’ordine”. Ma chiediamoci: da dove ripartire? Quando tutto è ancora incerto, quando tutt’ora è in circolazione un virus invisibile, che ha letteralmente messo in ginocchio le economie di mezzo mondo, stravolgendo lo stile di vita consueto di miliardi di persone. Da dove ripartire? Dai vaccini? Certamente. Dal “Pnrr”? Senz’altro! Stiamo provando a reagire collettivamente e questi sforzi vanno sostenuti con tutte le nostre energie. Ma bastano? Basteranno? Se ci guardiamo allo specchio senza finzioni, dobbiamo ammettere che questa crisi ha toccato qualcosa di molto più profondo. Per decenni abbiamo posto la nostra speranza nelle istituzioni pubbliche, ma questa fiducia ha cominciato a incrinarsi ben prima del lock-down. La ricomparsa del terrorismo globale all’inizio del secolo e la feroce crisi economica del 2008 avevano già fortemente minato la fiducia nella capacità delle istituzioni di mantenere ciò che promettevano: sicurezza e benessere. La pandemia non è stata la causa, ma solo il colpo di grazia. E così, dopo quasi due anni, tra le macerie fumanti delle nostre certezze, ora la polvere della distruzione lentamente si sta posando a terra, cosa rimane in piedi? Vi è un fattore senza del quale nulla può riprendere. Vi è un punto di resistenza ultima alla paura e alla disperazione: la persona. [continua a pagina 2]

A pagina 3

Istruzioni per l’uso

In una App il passaporto per la Fiera A pagina 6 La mostra

La fragilità costruisce il futuro A pagina 9 Settantacinque convegni, 12 mostre, 15 spettacoli, 110mila metri quadrati di spazio occupato in Fiera. Dopo la pandemia si torna al Meeting che conosciamo, la grande kermesse che attira visitatori da tutto il mondo? In realtà molto di più. Di certo un Meeting che torna in presenza, pronto ad accogliere decine di migliaia di visitatori, a partire da oggi alle 12 con l’evento inaugurale a cui si collegherà in diretta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Dall’altra parte il Meeting del ritorno in Fiera sarà ancor più digitale di quello dell’anno scorso, con dirette di tutti i convegni in italiano, inglese e spagnolo, sale incontri configurate come studi televisivi ad alta tecnologia, ciascuna con una propria regia e staff dedicato di tecnici e operatori, un’app che è stata completamente riconfigurata e permetterà di vivere tutti gli aspetti della manifestazione.

Spettacoli

Il sipario si apre su Uto Ughi A pagina 14


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EDITORIAL

[segue da pagina 1] “La pandemia ha rimesso al centro la persona, l’io di ciascuno, provocando in molti casi un risveglio delle domande fondamentali sul significato dell’esistenza e sull’utilità del vivere che da troppo tempo erano sopite” ancora il messaggio del Papa. “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza” è il titolo di una grande mostra di questa edizione. Nessun sistema, neanche il più perfetto, può eliminare la paura. E’ come quando sali in montagna e c’è un punto difficile del sentiero in cui devi fare un salto e davanti a te c’è lo strapiombo. Solo se uno è già dall’altra parte e ti tende una mano, solo quello vince la paura. Occorre un amico, uno che conosci e di cui ti puoi fidare, che ci dica: “non abbiate paura!”.Il Meeting è nato per incontrare amici così. Ripartire dall’io, dalla persona è il contrario dell’individualismo; vuol dire riattivare un legame generativo, riconoscere un popolo capace di costruire “con mattoni nuovi in luoghi abbandonati” – come diceva il grande Eliot - L’ io nasce e cresce in una relazione, non cercando di tirarsi su per i suoi stessi capelli, come il barone di Münchausen. La storia del Meeting di Rimini è la storia di relazioni così; è il riaccadere di una amicizia tra popoli, storie, culture, religioni diverse. Per questo il Meeting, dinanzi al tempo che viviamo, ha “il coraggio di dire io”. Andrea Simoncini

From where to begin again by Andrea Simoncini Today the forty-second edition of the Rimini Meeting begins. It begins in a world we would have never imagined, but, incredibly, it starts again. In His message, Pope Francis told us: “Restart is the watchword”. But let us ask ourselves: where can we restart from? At a time where everything is still uncertain, while an invisible virus is circulating among us, a virus that has literally brought the economies of half the world to their knees, upsetting the everyday life of billions of people. Where to start again? From vaccines? Certainly. From the “NRRP” (National Recovery and Resilience Plans)? Absolutely! We are trying to react collectively and these efforts must be supported with all our efforts and energy. But are they enough? Will they be enough? If we look at ourselves in the mirror, honestly and without pretense, we must

admit that this crisis has pointed out to something much deeper. For decades we have placed our hope in public institutions, but this trust began to break down well before lockdowns. The resurgence of global terrorism at the turn of the century and the ferocious economic crisis of 2008 had already severely undermined confidence in the ability of institutions to deliver what they promised: security and well-being. The pandemic was not the cause, just the final blow. And so, after almost two years, amidst the smoking rubble of our certainties, while the dust of destruction is slowly settling on the ground, what is left standing? There is a factor without which nothing can resume. There is one ultimate bulwark of resistance to fear and despair: the person. “The pandemic has put the person, each person’s ‘I’, back to the centre of our life, in many cases provoking a reawakening of fundamental questions about the meaning of existence and the utility of living, which had been dormant for too long” - so the Pope’s message -. “Living without fear in the age of uncer-

tainty” is the title of a major exhibition at this year’s edition. No system, not even the most perfect one, can eliminate fear. It’s like when you go up a mountain and there’s a difficult point on the path, where you have to make a jump, and in front of you there’s a cliff. Only if someone is already on the other side and reach out their hand to you, only that can overcome fear. We need a friend, someone you know and can trust, who can tell us: “Don’t be afraid!”. The Rimini Meeting was born to meet such friends. Restarting from the “I”, from the person, is the opposite of individualism; it means reactivating a generative bond, recognising a people that is capable of building “with new bricks in abandoned places” - as written by the great poet Eliot -. The “I” is born and grows in a relationship, not trying to pull itself up by its hair, like the Baron of Münchausen. The history of the Rimini Meeting is the history of such relationships; it is the reappearance of a friendship among different peoples, histories, cultures and religions. For this reason, the Meeting, in the times we live in, has “the courage to say I”.


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Il messaggio di papa Francesco al Meeting: “Il coraggio di dire io avviene in un incontro”

L’audacia di percorrere nuove strade di Stefano Andrini «Da dove può venire il coraggio di dire io? Avviene grazie a quel fenomeno che si chiama incontro”». Lo afferma papa Francesco nel messaggio inviato al Meeting per l’amicizia tra i popoli e trasmesso dal segretario di Stato cardinale Pietro Parolin al vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi. «Il titolo scelto “Il coraggio di dire io”» ricorda il Papa «è quanto mai significativo nel momento in cui si tratta di ripartire con

sieme. Come unico collante rimarrebbe solo l’egoismo del calcolo e dell’interesse particolare che rende indifferenti a tutto e a tutti. Del resto, le idolatrie del potere e del denaro preferiscono avere a che fare con individui piuttosto che con persone, cioè con un “io” concentrato sui propri bisogni e i propri diritti soggettivi piuttosto che un “io” aperto agli altri, proteso a formare il “noi” della fraternità e dell’amicizia sociale». Dopo quello che abbiamo vissuto in

ni». In questo senso, il Servo di Dio Luigi Giussani avvertiva di un duplice pericolo per l’“io”: la dubbiezza e la meschinità. «Solo nel fenomeno dell’incontro» spiegava «si dà la possibilità all’io di decidere, di rendersi capace di accogliere, di riconoscere e di accogliere. Il coraggio di dire “io” nasce di fronte alla verità, e la verità è una presenza». In questa prospettiva, il rapporto filiale con il Padre eterno, che si rende presente in persone raggiunte e cambiate da Cristo, «dà consistenza all’io, liberandolo dalla paura e aprendolo al mondo con atteggiamento positivo. È questa esperienza che infonde il coraggio della speranza. La ragione profonda del coraggio

La sicurezza della fede ci mette in cammino e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti, nessuno escluso, perchè l’orizzonte della fede in Cristo è il mondo intero

del cristiano è Cristo». La gioia del Vangelo infonde l’audacia di percorrere nuove strade È questo il contributo, conclude il messaggio «che il Santo Padre si aspetta che il Meeting dia alla ripartenza, nella consapevolezza che la sicurezza della fede ci mette in cammino, e rende possibile la testimonianza e il dialogo con tutti nessuno escluso, perché l’orizzonte della fede in Cristo è il mondo intero».

il piede giusto, per non sprecare l’occasione data dalla crisi della pandemia. “Ripartenza” è la parola d’ordine. Ma essa non si realizza automaticamente, perché in ogni iniziativa umana è implicata la libertà». Mentre ha imposto il distanziamento fisico, prosegue il Papa «la pandemia, ha rimesso al centro la persona, l’io di ciascuno, provocando in molti casi un risveglio delle domande fondamentali sul significato dell’esistenza e sull’utilità del vivere che da troppo tempo erano sopite o peggio censurate. E ha suscitato anche il senso di una responsabilità personale». La società, chiosa il messaggio «ha necessità vitale di persone che siano presenze responsabili. Senza persona non c’è società, ma aggregazione casuale di esseri che non sanno perché sono in-

questo tempo, annota papa Francesco «forse è più evidente a tutti che proprio la persona è il punto da cui tutto può ripartire. Certamente c’è la necessità di reperire risorse e mezzi per rimettere in moto la società, ma c’è bisogno innanzitutto di qualcuno che abbia il coraggio di dire “io” con responsabilità e non con egoismo, comunicando con la sua stessa vita che si può cominciare la giornata con una speranza affidabile». Ma il coraggio, si sottolinea nel messaggio «non è sempre una dote spontanea e nessuno può darselo da sé (come diceva il don Abbondio manzoniano), soprattutto in un’epoca come la nostra, nella quale la paura gioca un ruolo così determinante da bloccare tante energie e slanci verso il futuro, percepito sempre più come incerto soprattutto dai giova-

C’È UN’ITALIA CHE SI INCONTRA UN’ITALIA CHE SI IMPEGNA CHE COSTRUISCE CHE UNISCE C’È UN’ITALIA CHE DIALOGA CHE COMUNICA C’È UN’ITALIA CHE AGISCE UN’ITALIA CHE PARTECIPA C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

UNIONE EUROPEA

AREA INTERNAZIONALE PAD B1/B2

UNIONE EUROPEA


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1983, Pertini: infortunio alla caviglia Forfait causa “tempestiva” slogatura

1991, Cossiga: piccone e t-shirt Discorso in maglietta da volontario

1993, Scalfaro: la patria chiama Giovani salvate il senso dello Stato

2011, Napolitano: il nostro Dna Riscoprirlo nella storia per rinascere

In principio fu la caviglia. Quella del presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Ufficialmente slogata. Correva il 1983. Con gli organizzatori a Selva in Val Gardena si era detto entusiasta di andare a parlare ai giovani del raduno riminese. Invece non arrivò mai, e il motivo spiegato dagli uffici del Quirinale fu appunto la slogatura della caviglia. Lasciamo perdere le dietrologie e le malignità di allora su perfidie quirinalizie e manovre massoniche. E’ tuttavia innegabile che gli assetti e le lotte di potere dell’Italia di allora non favorivano certo il dialogo tra giovani cattolici e Stato laico. Che l’anno prima il Meeting avesse avuto la visita del pontefice... affari interni alla Chiesa. Ma una benedizione del laico più popolare del Paese, per certa nomenclatura sarebbe stata inaccettabile perché avrebbe legittimato i cattolici del Meeting a partecipare a pieno titolo allo “spazio pubblico” del nostro Paese. La caviglia si slogò a tempo giusto.

Il primo a scuotere questo establishment fu Francesco Cossiga. Egli colse tutta la portata della caduta del Muro di Berlino e la necessità di cambiare concezione e modi della politica. E siccome non la capivano, si mise a menar colpi di piccone. Comparve a Rimini, primo presidente a “osare”, lasciò giacca e cravatta in hotel, indossò la maglietta dei volontari. Delineò la visione di una nuova Europa dall’Atlantico agli Urali, frutto dell’incontro dopo mille anni” fra le chiese e le culture d’Oriente e d’Occidente. Poi additò nuovi orizzonti di “libertà coraggio e fantasia” per la missione della Chiesa non più costretta ad arroccarsi “nella difesa essenziale della sua libertà temporale e della indipendenza del nostro paese”, come negli anni ‘50, chiedendo l’unità dei cattolici nella DC. Infine l’augurio: “Siate liberi dal potere e dalla demagogia contro il potere. Siate freschi, abbiate la fantasia dei figli di Dio”.

Il secondo presidente a metter piede a Rimini fu Oscar Luigi Scalfaro, un anno e mezzo dopo la sua elezione. Tempi da fine impero per la prima repubblica: politici inquisiti per corruzione e folle plaudenti al tintinnare delle manette; partiti tradizionali grandi e piccoli che vacillavano e si sfaldavano e movimenti che inneggiavano alla secessione della Padania. E magistrati esemplari come Falcone e Borsellino uccisi dalla mafia con quintali di tritolo. Scalfaro spiegò di essere venuto al Meeting per parlare ai giovani, a tutti i giovani del Paese. Sentiva scricchiolare l’unità della Nazione e il senso dello Stato, che cercava di puntellare con il richiamo insistente ai valori della Costituzione. Al Meeting chiamò a questo compito soprattutto i giovani, educati agli ideali e capaci di testimoniarli con sacrificio. “La patria ha bisogno di voi giovani... La patria vi chiede soltanto di saper servire con generosità il bene comune”.

La crisi mondiale mordeva . L’Italia era a rischio collasso per il cumulo di emergenze: economica, politica, di credibilità internazionale. Ma anche per il diffondersi della sfiducia e dell’incertezza su di sè. Il Meeting andrò in contropiede al cuore: “E l’esistenza diventa una immensa certezza”. La risorsa per affrontare la crisi è umana e popolare e la nostra storia lo documenta. E’ il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e la mostra principale del Meeting ripercorre la costruzione della Nazione dal basso, nell’ottica della sussidiarietà. Napolitano appare ben sintonizzato: “La storia che abbiamo vissuto in 150 anni di Unità, nei suoi momenti migliori, come quando sapemmo rialzarci da tremende cadute e poi evitare fatali vicoli ciechi, racchiude il DNA della nazione. E quello non si è disperso, e non può disperdersi... Portate nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza”. A cura di Maurizio Vitali

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Il presidente della Repubblica torna a inaugurare il Meeting dopo cinque anni (ore 12, Auditorium Intesa Sanpaolo D1) Giovani e coraggio: un invito che nessuno ha dimenticato

L’io, il tu, il noi La lezione di Mattarella di Gianfranco Giuliani “Viviamo oggi l’epoca dell’io. Nell’affermazione dell’individuo vi è un’intrinseca verità, una crescita della coscienza, una domanda positiva di diritti e di opportunità. Ma l’io non è soltanto identità. E’ anche dignità, libertà che trova il proprio limite nella libertà di tutti gli altri. Il punto cruciale è che l’io non è autosufficiente. L’io ha bisogno del tu come l’aria per respirare. L’io contiene l’esigenza di diventare un noi. Perché il noi è la comunità. Il noi è anche la storia. Il noi è la democrazia”. Ascoltato e memorizzato cinque anni fa, agosto 2016, edizione numero 37.

In Fiera, a lato del palco dell’Auditorium, le insegne del Quirinale. Sergio Mattarella, quarto presidente della Repubblica a varcare l’ingresso del Meeting dopo Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano, apriva la settimana di incontri davanti alla platea dei grandi eventi, con accanto Emilia Guarnieri, Giorgio Vittadini

e con il saluto di don Julian Carron. L’occasione? Il settantesimo compleanno della Repubblica italiana. L’orizzonte: una strada, un metodo, la possibilità di bene per tutti. Riaccadrà oggi, allo scoccare del mezzogiorno, all’accendersi dei riflettori su una nuova edizione della settimana riminese, che pone al centro il coraggio di dire io. Il presidente Mattarella, in collegamento da Roma, sarà accolto dal presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Bernhard Scholz. E riannoderà i fili di un dialogo che non si è mai interrotto ed è stato rilanciato il 19 mag-

gio scorso in una conversazione al Colle con anche Andrea Simoncini, Emmanuele Forlani e Giorgio Vittadini. Certo, lo scenario è mutato. E non solo per gli effetti della pandemia. Sono cambiati i governi, soffiano venti di guerra da oriente, il dramma di un’umanità ferita, disorientata e ancor più timorosa riporta a galla domande profonde, che

nessun potere potrà mai narcotizzare. L’attesa di un nuovo, possibile, inizio si è fatta più urgente. “Tante nuove disuguaglianze stanno emergendo – aveva ammonito Sergio Mattarella nell’estate di cinque anni fa -. Spesso sono proprio i giovani a pagarne il prezzo più alto. Occorre ricominciare a costruire ponti e percorsi di coesione e sviluppo. Occorre rendersi conto che vi è un destino da condividere. Condivisione di benefici, responsabilità e anche difficoltà. Condivisione dei diritti e dei doveri, della memoria del nostro popolo e del suo sguardo verso il futuro”. Lo sguardo del capo dello Stato si era

spinto oltre il parterre delle prime file: “A voi giovani presenti, e a quanti altri con il loro servizio volontario e generoso rendono possibili queste giornate di incontri e dialogo qui a Rimini, voglio dire che siete una risorsa preziosa per la nostra società. Sono qui soprattutto per ringraziarvi e per incoraggiare, insieme a voi, tutti i giovani che sono disposti a met-

tersi in gioco per una speranza, per una passione, per una buona causa”. Perché “la nostra società sta invecchiando e ci sono rischi oggettivi che le potenzialità dei giovani vengano compresse. Dobbiamo scongiurare questo pericolo. In un tempo di cambiamenti epocali, come il nostro, è necessario prestare attenzione e dare spazio alla visione dei giovani. Senza farci vincere da paure antiche o inedite”. Un invito a “superare il limite del qui e ora, perché il futuro si costruisce soltanto insieme” ed “è necessario dare valore al dialogo, mettere insieme le speranze e l’amicizia” in Italia (“un Paese che non sa trovare occasioni di unità diventa più debole”), in Europa (“La missione di un’Italia consapevole del proprio ruolo e della validità storica del progetto di integrazione europea è contribuire al rilancio dell’Unione. E’ questo il destino migliore per noi e per i nostri giovani”), nel mondo. Fino all’esortazione mai dimenticata dal popolo che tornerà oggi ad affollare gli spazi del Meeting: “Ai giovani voglio dire: dovete sentire la responsabilità, ma anche apprezzare la bellezza di quanto avete nelle vostre mani. Il talento non va nascosto sottoterra, ma investito con coraggio. L’Italia siete voi, è fatta dai giovani che come voi stanno mettendo in gioco le loro qualità, le loro idee, le loro esperienze. Usate la vostra libertà per costruire un futuro migliore. Non restate a guardare. La casa comune, in realtà, è già la vostra”. Bentornato, Presidente!

Occorre rendersi conto che vi è un destino da condividere.


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Avanti con l’app QR Code, prenotazioni, news e molto altro ancora

Ecco come funziona il lasciapassare per la Fiera di Matteo Rigamonti Al Meeting quest’anno si entra con la app. È la prima e più evidente novità dell’edizione 2021 che interessa i visitatori fin dal momento in cui intendono varcare la soglia della Fiera di Rimini. Anzi da qualche giorno prima, quando è infatti più che mai opportuno scaricare l’applicazione Meeting Rimini, registrarsi e inserire i propri dati Covid free, per poter così accedere ai padiglioni una volta raggiunto l’ingresso, esibendo il QR Code da essa generato. Il QR Code è fondamentale, un lasciapassare senza del quale non sarebbe altrimenti possibile visitare il Meeting che, dopo l’edizione Speciale del 2020, ha voluto riportare il suo popolo in presenza a una manifestazione che non poteva essere che Covid free. Motivo per cui l’ingresso è consentito solo a chi è vaccinato (una e/o due dosi), guarito (tra il decimo e il 180esimo giorno successivo a test positivo) oppure in possesso di tampone (rapido o molecolare) che abbia esito negativo entro le 48 ore precedenti l’ingresso. Sempre con l’app si può prenotare il tampone che verrà effettuato all’ingresso Ovest della Fiera. Una volta scaricata l’applicazione Meeting Rimini, che si trova facilmente negli store Apple e Android sui più comuni smartphone e tablet – è quella con la colomba del Meeting su fondo blu –, la prima cosa da fare è registrarsi. Il format per la registrazione appare dopo aver cliccato per la prima volta su ‘Genera QR Code d’ingresso’ ed è piuttosto intuitivo nei campi da compilare. Per chi avesse difficoltà a selezionare l’anno di nascita, come a taluni è capitato, basta cliccare sull’anno che appare in evidenza e scegliere dall’elenco. Per chi necessiti di maggiore aiuto ci sono un video tutorial sul canale Youtube del Meeting (lo trovate cercando in rete ‘App Meeting Rimini Tutorial’) e un indirizzo mail cui scrivere per domande e difficoltà (assistenza.ospiti@meetingrimini.org). La registrazione si conclude dopo aver ricevuto mail di conferma e cliccato sul link in essa contenuto. Attenzione che non sia finita nella posta indesiderata. Scaricare l’app per tempo è importante, non soltanto per agevolare l’ingresso di tutti, ma anche per familiarizzare con le semplici, ma pur sempre nuove per molti, modalità di prenotazione. Qualcosa di simile si era già sperimentato

nel 2019 con la prenotazione online delle visite alle mostre, ma ora le funzionalità dell’applicazione sviluppata dall’agenzia Altramarca sono maggiori: informazioni utili, prenotazione incontri, mostre e anche spettacoli, notizie e contenuti che verranno via via implementati durante lo svolgimento del Meeting. Come generare il QR Code Per generare il QR Code, a registrazione avvenuta, bisogna cliccare su ‘Genera QR Code d’ingresso’ e dall’elenco spuntare i giorni nei quali si intende visitare il Meeting. Poi bisogna cliccare sul tasto ‘Covid free’ per scegliere l’opzione corrispondente alla propria situazione: se si è in possesso di green pass, di tampone negativo o si intende farlo in fiera oppure se si è guariti. Dopo aver accettato le condizioni si genererà il QR Code. Cliccando su ‘Vai al mio QR Code’ si noterà che i dati sono incompleti, ma è comunque possibile iniziare a comporre la propria agenda prenotando mostre e incontri. Per completare i dati selezionare la voce ‘Covid free’ dal menu a tendina della home page dove è possibile prenotare il tampone rapido o gestire le preferenze relative alla situazione covid e immettere, ricopiandolo, il codice identificativo del proprio green pass. Terminata la procedura, la sezione dati Covid si colora di verde ed è finalmente possibile accedere al Meeting mostrando il QR Code all’ingresso. Un’agenda che evolve L’app Meeting Rimini non è soltanto il lasciapassare Covid free per l’ingresso nei padiglioni della Fiera. È lo strumento principe con cui organizzare la propria visita, consultando il programma del giorno e prenotando incontri, mostre e spettacoli. Ma c’è di più, nell’applicazione si trovano informazioni utili, come gli orari della fiera, parcheggi e treni, notizie e contenuti che verranno costantemente aggiornati dal team informatico durante i giorni dell’evento in sinergia con quanto pubblicato sul sito e i canali digitali del Meeting di Rimini. Per alcuni incontri, poi, che sono andati sold out già prima dell’apertura dei cancelli, sono state aggiunte nuove sale dove poterli seguire in video e sempre sull’app è stato possibile prenotarsi. Occhi aperti dunque e applicazione sempre a portata di mano: è il primo passo verso ‘Il coraggio di dire io’.

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Lavorare è cambiare Il Talk Show quotidiano delle 19

Giorgio Vittadini sull’evoluzione dell’occupazione: “Nel 2030 un miliardo di persone faranno una professione che oggi non esiste. I giovani devono essere sempre più aperti alle novità” di Maurizio Vitali “Il lavoro che verrà” è il titolo del talk show in sei puntate, trasmesse in diretta (ore 19-20) sul sito del Meeting e sul maxischermo della Hall Sud, e fruibili poi in differita su ilsussidiario.net. Si inizia oggi con i ministri Andrea Orlando e Elena Bonetti e il leader della Cisl Luigi Sbarra. Si proseguirà parlando di lavoro senza frontiere, di formazione, di Recovery plan, dei lavori che verranno, di lavoro e vita. Il talk, condotto da Massimo Bernardini ed Enrico Castelli, è prodotto dalla Fondazione per la sussidiarietà, presieduta dallo statistico prof. Giorgio Vittadini. Perché un intero ciclo sul lavoro in un Meeting dedicato al coraggio di dire io? «Il lavoro, cioè la trasformazione della realtà, è il coraggio dell’io in azione. è la modalità con cui l’io afferma sé stesso, il proprio desiderio, l’ideale religioso e umano che lo costituisce». C’è un dramma vistoso oggi, che è la disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile. «Certo. Ma non si può affrontare adeguatamente questo problema se non facendo i conti con il cambiamento. Basti un dato: nel 2030 un miliardo di persone

faranno un lavoro che oggi non esiste. Transizione ecologica, digitalizzazione, big data... galoppano. Bisogna essere disposti a cambiare, se no non ce la si cava». Si assiste a uno strano fenomeno: da un lato una massa di giovani che non trovano un impiego, dall’altro una consistente offerta di posti di lavoro che non trova chi li occupi. Come mai? «È il cosiddetto missmatch, dovuto a tre fattori: il fenomeno oggettivo del cambiamento, già sopra accennato. Questo implica propensione umana a cambiare mansione, ruoli e carriera, e disponibilità a muoversi. Cosa che ebbero i 15 milioni di italiani che dalla fine dell’800 andarono in America». Il secondo fattore? «La grave e colpevole lunga assenza di politiche attive per il lavoro, orientate alla formazione permanente, alla riqualificazione. Nelle crisi aziendali gli ammortizzatori sociali sono necessari, ma ridursi alle politiche passive non risolve nulla”. Mi faccia indovinare: il terzo fattore ha a che fare con la scuola e l’università. «Esatto. Ci sono dati preoccupanti: 150mila abbandoni scolastici, 2,2 mi-

lioni di Need, giovani che non studiano e non cercano lavoro. Il nostro sistema formativo comprende come due mondi: aree di qualità eccellente ed aree di disastro assoluto. Ci sono aree in cui la qualità è sopra la media Ocse (quella riferita ai Paesi avanzati). Esempio: il 12% dei nostri laureati trova all’estero lavori di alto profilo. E c’è un altro mondo,

sotto il livello qualitativo minimo, come confermato anche recentemente dai dati Invalsi sulla didattica a distanza. E poi c’è la carenza degli ITS, l’istruzione tecnica superiore». E il sindacato? Ci sarà Sbarra questa sera... «Sì. E nella puntata conclusiva si parlerà di come evitare che i “vinti” narrati da Verga siano la nostra “normale” realtà. C’è tutto un mondo che tende allo sfruttamento del lavoro a basso costo, a contratti debolissimi e alla precarietà, per cui è indispensabile la presenza di un soggetto che promuova un sistema di tutele adeguato. Un sindacato, appunto, che agisca in coerenza con l’ispirazione originaria, solidaristica e sussidiaria. Si tratta di essere “costruttori”. Come mi sembra stiano facendo gli uomini della Felsa (il ramo Cisl per i lavori atipici)». A proposito di costruttori: il talk darà rilievo, con servizi e interviste, a storie ed esperienze concrete. Una scelta, immagino. «Certo. Ci interessa parlare della vita, non annoiare con discorsi».

Un format televisivo per conoscere chi non si è arreso alla crisi Il “talk” è firmato anche quest’anno da Massimo Bernardini ed Enrico Castelli, entrambi con una lunga carriera giornalistica e televisiva. Le novità? Bernardini: «Avremo più servizi registrati, una grande ricchezza di storie ed esperienze di gente che non si è arresa, non solo dall’Italia ma da tutto il mondo, dal Venezuela alla Polonia, dal Canada all’Uganda. La rete di relazioni che la Fondazione per la sussidiarietà intrattiene in questo è stata preziosa». Castelli: «Sono tutti servizi originali, girati apposta, e occuperanno un buon terzo dell’ora di trasmissione. Gli ospiti in studio, tre o quattro per ogni puntata, avranno circa 40 minuti per rispondere alle nostre domande e dare vita tra di loro a un dibattito vero, che lanci domande e non ricette, messaggi e non chiacchiere». Bernardini: «Questa dimensione di

apertura ci ha permesso di allargare ad altri professionisti della tv, in genere più giovani di me ed Enrico, il lavoro di preparazione del talk: quasi una piccola community, che ha offerto una collaborazione generosa e convinta». Qualche anticipazione? Castelli: «Dal Venezuela storie di gente che non si è arresa alla crisi disastrosa di quel Paese. Dalla Polonia l’esperienza di eccellenza per quanto riguarda l’uso dei fondi europei. Dal Canada, la ricerca e l’inserimento al lavoro di 450mila immigrati durante la pandemia. Dall’Uganda, un servizio non profit di distribuzione di acqua potabile». Appuntamento ogni sera dalle 19 alle 20 per la diretta trasmessa sul sito del Meeting. Successivamente la puntata sarà visibile in differita sul sito de ilsussidiario.net. M.V.


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Come un coro di “io” In mostra

Alla scoperta di Tolkien attraverso la polifonia della creazione, un’esperienza di sé come parte di qualcosa di più grande di Valeria Vimercati L’importanza della comune vocazione a collaborare a un disegno più grande e insieme il valore della creatività del singolo. Sono una coppia di concetti che, oltre ad essere cara allo scrittore John Ronald Reuel Tolkien, sta all’origine della mostra “The Tree of Tales. Tolkien e la polifonia della creazione”, allestita presso la sala Neri della Fiera di Rimini

lifonia della creazione, dove ciascuno è chiamato a offrire un contributo, secondo le proprie possibilità, inclinazioni e talenti; e al tempo stesso la storia di ciascun “io” si innesta sempre nel grande e unico “Tree of Tales”. «Anche affrontando la pandemia – prosegue Pezzini – sono emerse due posizioni, spesso contrapposte. Quella di chi considera l’individuo sempre a servizio

e organizzata dalla Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, dalle University of St. Andrews e University of Oxford, dall’Associazione Newman di Torino e dalla King Edward’s School di Birmingham. Una mostra che, in presenza, si avvale anche di materiali originali appartenenti alla collezione Tolkien di Oronzo Cilli e agli archivi dell’Università St. Andrews, e, in rete, prosegue su di un sito dedicato (Thetreeoftales.it) Esito di un lavoro iniziato già nel 2019, la mostra è il frutto di «un’intuizione», come spiega Giuseppe Pezzini, professore associato all’Università di Oxford e curatore della mostra insieme ad Emmanuele Riu, dottorato dell’Università di Genova e docente in un liceo paritario a Torino. «Siamo partiti dal pensiero e dall’opera di Tolkien – spiega Pezzini – ed è stato un viaggio, come andare verso Mordor». È all’avventura di Frodo e compagni nella Terra di Mezzo ne Il Signore degli Anelli, infatti, che Pezzini paragona il cammino che ha portato alla realizzazione della mostra. Un itinerario, letterario e progettuale, che ha coinvolto un team internazionale di oltre 100 persone. A suo modo testimonianza di quella che Tolkien descrive come la po-

del noi, e pertanto sacrificabile al bene comune, e quella di chi, invece, afferma il valore assoluto della libertà individuale». Tolkien, osserva l’accademico «ritiene che ci sia del vero in entrambe, ma occorre considerarle insieme, perché, quando la persona va veramente al fondo di sé, dei propri bisogni e desideri, non può non rendersi conto di essere parte di un noi, scoprendo che il proprio io è dato per stare insieme ad altri». Proprio a questa tensione tra particolare e universale, tra personaggio individuale e narrazione generale, tra libertà creativa del singolo e alterità di un disegno più grande, è dedicato anche l’incontro dal titolo “Tolkien. La polifonia della creazione e la creatività dell’uomo”, in programma martedì 24 agosto alle ore 13 nella Sala Generali B4 della Fiera di Rimini. Oltre a Pezzini interverranno Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, Luksaz Neubauer, del dipartimento di lingue straniere della Koszalin University of Technology, e Guglielmo Spirito, francescano conventuale e docente di Teologia spirituale presso l’Istituto Teologico di Assisi.

Un itinerario, letterario e progettuale, che ha coinvolto un team internazionale di oltre 100 persone.

Una questione di metodo Riscoprire la meraviglia del reale di fronte all’imprevisto del creato. Anche ricorrendo al metodo dell’arte creativa. È un’esperienza che la mostra del Meeting dedicata a Tolkien invita a compiere, quasi suggerendo al visitatore la valorizzazione delle proprie esperienze e inclinazioni, proprio come vorrebbe l’idea della polifonia della creazione. Del resto è ciò che fa Tolkien stesso con Il Signore degli Anelli, opera sulla quale si focalizza l’ultima sezione della mostra. Questo libro, infatti, non è l’esito di un progetto bensì il frutto di una disponibilità dell’autore ad essere strumento nelle mani di Dio. Fedeltà e obbedienza al compito, al di là del successo personale, e poi la sorpresa, come accade al protagonista del racconto meno noto Foglia, di Niggle, di vedere che l’albero cresce ed è vivo.


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La risorsa della fragilità In mostra

Nel Padiglione C3 “Costruttori di futuro”: sei opere che nel tunnel della pandemia hanno rimesso al centro la persona e creato esperienze di integrazione e di inclusione professionale di Gianni Mereghetti “Costruttori di futuro” è una mostra che racconta la storia di persone che prendendosi “il coraggio di dire io” hanno costruito opere capaci di realizzare integrazione e inclusione lavorativa e di creare un movimento rigenerativo in un mondo paralizzato dalla pandemia. La mostra (padiglione C3) evidenzia come le fragilità diventano risorse in un’impresa capace di mettere al centro le persone. Le fragilità non sono più un impedimento, anzi diventano occasione per accorgersi di aver bisogno dell’altro e spingono a mettersi insieme per inventare risposte originali dentro i contesti lavorativi. La mostra propone questa sfida non elaborando un modello teorico, ma presentando esperienze che documentano come si realizza l’inclusione attraverso la costruzione di reti di solidarietà. L’Associazione Next, nata a Parma, aiuta a trovare una collocazione lavorativa per disoccupati da lungo tempo, giovani che hanno abbandonato la scuola, migranti, donne vittime di violenza. Il progetto “Aula 162” ispirato al paragrafo 162 dell’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco (“Non esiste peggiore pover-

tà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro”) promuove in tutta Italia percorsi di riqualificazione in cui le persone acquisiscono le competenze necessarie per cogliere nuove opportunità lavorative. Quid è una cooperativa sociale di Verona che produce una doppia “rigenerazione”: offre formazione e lavoro a donne in condizione di svantaggio o di fragilità, e recupera tessuti di fine serie di prestigiose aziende tessili facendone prodotti di moda. Un matrimonio riuscito tra moda e ambiente nel segno della bellezza e della ritrovata dignità. Insieme per il lavoro è un progetto per l’inserimento lavorativo di persone scarsamente autonome. Nasce a Bologna per iniziativa del cardinale Zuppi e del sindaco Merola con l’obiettivo di rendere autonome persone in difficoltà sociale ed economica. Coinvolge oltre cento imprese e da un lato risponde ai bisogni delle persone fragili, dall’altro soddisfa le necessità delle aziende in termini di personale. E’ un esempio significativo di sinergia con il territorio e di sussidiarietà. Il Consorzio Sale della Terra nasce a Benevento ed è presente su tutto il ter-

Il percorso

Un punto di ripartenza di Giorgio Paolucci Chi non ha sperimentato momenti di fragilità nella propria vita? La fragilità fa parte dell’esperienza umana. Ma perché non diventi un’obiezione, sono necessarie due cose: non averne paura e incontrare qualcuno che aiuti a darle significato e a conviverci. Fragilità e lavoro vengono ritenuti due aspetti inconciliabili, la mostra “Costruttori di futuro” documenta invece alcune esperienze in cui il lavoro abbraccia la fragilità di ex carcerati, disabili, migranti, donne vittime di violenza, persone da tempo in cerca di occupazione. Incontriamo uomini e donne che non hanno censurato i loro limiti, ma ne hanno fatto un punto di ripartenza. Hanno vissuto un’esperienza di rigenerazione umana e professionale grazie all’incontro con aziende, realtà del mondo non profit, amministrazioni

locali che hanno costruito “reti” di solidarietà mettendo al centro la persona, la sua dignità, il suo valore infinito. E sono diventati costruttori di un futuro dove nessuno venga scartato o condannato a restare indietro. Sarebbe riduttivo liquidare tutto ciò come delle “buone pratiche”: queste esperienze testimoniano come l’accompagnamento e l’inclusione sociale e lavorativa a favore di chi vive situazioni di difficoltà producono reddito, dignità e bellezza. E possono diventare esempi per un nuovo paradigma di economia. Quando si fanno i conti con la propria fragilità, ci si rende conto di avere bisogno dell’altro. E si capisce che si può ripartire solo insieme, in una trama di relazioni umane in cui i limiti diventano potenzialità. Le esperienze che presentiamo nella mostra lo testimoniano. Possiamo imparare da loro come nasce “il coraggio di dire io”.

ritorio nazionale con una rete di store, fattorie e orti sociali, un albergo diffuso e progetti di accoglienza per migranti. Un modello di rigenerazione umana e ambientale, il suo vero prodotto è la coesione sociale che si crea tra le persone e i territori. Ascla è un ente di formazione con sede a Casarano (Lecce) che nasce dalla passione di alcuni amici per la formazione e l’orientamento dei giovani al mondo del lavoro. Dalla formazione in aula si è passati a creare occasioni lavorative, valorizzando strumenti come l’apprendistato e gli stage e diventando punto d’incontro tra giovani Neet e aziende del territorio salentino. “Waw-Women at work” è un progetto italo-svizzero che promuove l’inclusione lavorativa di donne in difficoltà perché vittime di violenza o perché in situazioni borderline. Testimonia come la ricostruzione dell’io è la condizione per la riuscita di qualsiasi progetto di inclusione lavorativa. Storie e personaggi della mostra sulla pagina Facebook “Costruttori di futuro”.

Non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro (Papa Francesco)


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Dalla persona al mondo Incontri

La politica estera al Meeting: gli Usa alla prova della democrazia di Cecilia Rossi Aperti agli scenari internazionali per capire noi stessi, perché la costruzione di un mondo più umano passa necessariamente per la consapevolezza di essere parte di un tutto. Il tema del Meeting 2021, “Il coraggio di dire io”, prevede che grande spazio sia dato alla relazione - cioè ai contesti in cui si rapportano singolo e comunità, io e noi - che risulta sempre più necessaria per costruire un sentimento di responsabilità comune. Il programma propone già dai primi giorni una serie di incontri incentrati sulla politica estera, per leggere più chiaramente il presente e contribuire a cambiare in meglio l’orizzonte collettivo. Si inizia a discutere di questioni dal respiro internazionale già dal primo giorno, con un incontro dal titolo “Stati Uniti.

Democrazia al bivio?” (oggi, venerdì 20 agosto, ore 17 Sala B4). Si riaprono le ferite inferte alla democrazia americana nell’ormai già storico 6 gennaio 2021, con l’assalto al Campidoglio, per parlare di responsabilità, crisi e rinascite, partendo da una nazione che è stata spesso avamposto di grandi mutamenti, insieme al direttore de La Repubblica Maurizio Molinari, il direttore dell’Helen Kellogg Institute Paolo Carrozza e ai professori Joshua Mitchell e Martina Saltamacchia. Nella scia degli eventi internazionali ospitati e presieduti dall’Italia quest’anno, a partire dal G20 fino al vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite del 2021, si colloca l’incontro intitolato “Food-coalition. La sfida della nutrizione in tempo di pandemia” (domani, sabato 21 agosto, ore 17), organizzato in colla-

borazione con il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il dialogo si incentra su tematiche che richiedono sempre più un impegno globale, come la nutrizione, l’utilizzo e la condivisione delle risorse alimentari, la lotta alla fame e allo spreco. Interverranno Agnes Kalibata, inviata speciale Onu del segretario generale per il 2021 Food Systems Summit, Maurizio Martina, Special Advisor e vicedirettore Generale aggiunto della Fao; Ettore Prandini, presidente Coldiretti; Marina Sereni, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale; suor Alessandra Smerilli, sottosegretaria del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale per il settore Fede e sviluppo e consigliere economico del Papa. Sempre in collaborazione con il ministero degli Esteri, il Meeting presenta

l’incontro “Istituzioni internazionali e multilateralismo alla prova in tempo di Covid” (domenica 22 agosto, ore 17), che affronta il tema del “building back together”, cioè del ricostruire insieme dopo la pandemia, perché “nessuno sarà al sicuro finché tutti non saremo al sicuro”, grazie all’elaborazione di obiettivi comuni all’interno delle istituzioni internazionali. Ne parleranno il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, Emma Marcegaglia, presidente B20 e Francesco Rocca, presidente nazionale Croce Rossa Italiana. Proseguendo sul tema delle istituzioni e del loro funzionamento, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e il presidente della Conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga discuteranno insieme al professore Sabino Cassese della moderna disintermediazione tra popolo e politica, nell’incontro “Europa, nazioni, regioni. La verticalizzazione del potere?” (domenica 22 agosto, ore 19), per capire se forme più immediate di relazione possano giovare alla democrazia.

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Le sfide della fede Incontri

Conversione e identità: dialogo internazionale tra il domenicano Candiard e il gesuita Orobator di Paolo Costa Il domenicano e il gesuita, il racconto di due vicende umane con percorsi tortuosi prima di approdare imprevedibilmente alla fede. Due protagonisti del mondo ecclesiale il cui operato e il cui pensiero, divenuti interessanti a livello internazionale, sono radicati nel contesto africano che li vede uno ospite e l’altro originario. Sono il domenicano Adrien Candiard, noto in Italia per il suo libro “Sulla soglia della coscienza”, e il gesuita Agbonkhianmeghe Orobator, responsabile della Compagnia di Gesù per l’Africa, che oggi al Meeting (ore 15, Auditorium Intesa Sanpaolo D1) si trovano sullo stesso palco per confrontarsi su “L’io, la fede e la sfida delle culture”, introdotti da Alberto Savorana. Orobator ha origini nigeriane e un nome per noi impronunciabile che significa “Il mondo mi ha mostrato

molte facce”. Cresciuto in una famiglia poligama con genitori sacerdoti di un culto tradizionale animista, viene chiamato da Cristo in età adolescenziale. E’ lo stravolgimento di una vita: a 16 anni chiede il battesimo e più avanti diventa gesuita dedicandosi agli studi teologici. Già rettore dell’Hekima University College di Nairobi, oggi Orobator è membro del Boards della Georgetown University di Washington e tiene conferenze in tutto il mondo. Nel 2019 ha predicato agli esercizi spirituali per i leader del Sud Sudan convocati in Vaticano da Francesco. Il suo libro più conosciuto è “Confessioni di un animista”, un titolo un po’ provocatorio che tuttavia indirizza perfettamente al cuore del pensiero del gesuita, secondo il quale l’animismo non può essere ridotto a fenomeno folkloristico, magico o comunque negativo. C’è del

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buono anche lì, una ricchezza che - se recuperata - può essere di aiuto al mondo. “L’ospitalità e la tolleranza di cui è permeata la spiritualità africana - ha detto Orobator- possono essere una risorsa per il cristianesimo globale”. Per questo l’africano che diventa cristiano “non deve disconoscere se stesso” (come disse Paolo VI), ma anzi valorizzare quanto di buono c’è nella sua cu in corsa alle presidenziali del 2007. Improvvisamente, anche a causa di certi indirizzi politici del candidato, la folgorazione e la vocazione. Oggi Candiard vive in un convento al Cairo e si occupa di Islam. Dotato di una grande capacità comunicativa, il domenicano ha scritto libri tradotti in più lingue e con il pregio di testi semplici e chiari. Ricordiamo “Pierre e Mohamed, due martiri dell’amicizia”, sulle figure del vescovo di Orano Pierre Lucien Claverie

e del suo giovane autista musulmano morti in un attentato, “Comprendere l’Islam”, “Fanatismo! Quando la religione è senza Dio” e il recente “Sulla soglia della coscienza”, frutto di un confronto con giovani egiziani attorno alla lettera di San Paolo a Filemone e al tema della libertà del cristiano. “Dio - , spiega Candiard - ci chiede una fede libera, perché essere cristiani non vuol dire seguire regole ma abbracciare una vita cambiata”. E cita Paul Claudel: “Per fortuna c’è Gesù Cristo, che ci ha liberato dalla morale”. “Per Paolo - scrive Candiard - è uno shock scoprirsi d’un tratto amato così totalmente e senza la più piccola delle condizioni; amato, quando non ha fatto quello che doveva ma piuttosto il contrario”.


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Il mondo dello sport protagonista al Meeting: Vezzali, Pessina, Paltrinieri, Giovinazzi

I campioni fanno squadra di Emilia Leban Il mondo dello sport sempre più protagonista al Meeting di Rimini. Oltre alla Sottosegretario di Stato allo Sport – nonché plurimedagliata olimpica – Valentina Vezzali, al convegno su “Il coraggio della sfida – Andare oltre i limiti – incontro con grandi talenti dello sport italiano” di venerdì 20 agosto prenderanno parte anche tre grandi campioni: Matteo Pessina, centrocampista dell’Atalanta e della nazionale che ha vinto gli Europei; il nuotatore Gregorio Paltrinieri, argento e bronzo a Tokyo 2020, e Antonio Giovinazzi, unico pilota italiano di Formula Uno. Lo sport come stile di vita. Sotto questo profilo, i tre campioni che interverranno al Meeting hanno tutte le carte in regola per testimoniare le buone pratiche spor-

tive, impegnati come sono a restituire allo sport la giusta dimensione, facendo attenzione a scindere le azioni interne al campo o alla pista da quelle che avvengono al di fuori. Non a caso, nei giorni scorsi la Gazzetta dello Sport descriveva Matteo Pessina, prossimo dottore in Economia e protagonista dei due gol capolavoro con Austria e Galles, come un atleta campione nel campo e nella vita, amante della danza, della buona cucina e con la passione per il latino, che la nonna insegnava a scuola e ripassava a casa con lui. Allo stesso modo, ricca di insegnamenti è la storia di Gregorio Paltrinieri, che vanta un palmares di prima grandezza mondiale, con l’oro di Rio 2016 e le due medaglie olimpiche a Tokyo 2020. Doveva essere il favorito in almeno tre specia-

lità ma ha contratto la mononucleosi a un mese esatto dalle gare olimpiche. Una mazzata per qualunque atleta. Non per lui, però. Ha strappato l’argento negli 800 stile libero e un bronzo nella gara meno attesa. «Dire che quel che ho fatto oggi è un miracolo è poco», ha dichiarato dopo la prima medaglia. «Ho preso un argento col cuore. Dopo la mononucleosi ho avuto paura di tutto. Un mio carissimo amico ieri sera mi ha scritto: queste finali si fanno col cuore, non con la testa. Ho seguito il suo consiglio». Che dire poi di Antonio Giovinazzi, attualmente l’unico pilota italiano presente in Formula 1 per i colori della scuderia Team Alfa Romeo Racing Orlen. «Il sogno della Formula Uno c’è sempre stato, fin da piccolo», ha dichiarato in una re-

cente intervista, «ma sono sempre stato conscio di quanto difficile sia per tutti la scalata. Ora sono all’inizio della mia terza stagione completa, in una scuderia con un nome storico come l’Alfa Romeo, ed è una sensazione fantastica: voglio essere in grado, quest’anno, di raggiungere dei risultati importanti insieme alla squadra». L’incontro con tre protagonisti dello sport italiano promette dunque di svelare il connubio tra le gesta atletiche impensabili e sbalorditive dei nostri campioni con i limiti fisiologici delle prestazioni umane, sfidando innanzitutto se stessi. La loro perseveranza è un assunzione di responsabilità che - come ha recentemente dichiarato il presidente del Meeting, Bernhard Scholz è diventata la forza collettiva, l io si è trasformato in noi .


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Viaggio tra i padiglioni della Fiera prima del taglio del nastro

Volontari: gratuità contagiosa di Davide Amata «I volontari non sono chiamati anzitutto a fare “qualcosa per”, ma a partecipare da protagonisti a un’esperienza in cui sperimentare un bene per sé, per la propria vita. Manifestano la tensione a vivere all’altezza del proprio desiderio, e in questo senso declinano in prima persona il titolo dell’edizione di quest’anno». Così Donatella Magnani, responsabile dei volontari del Meeting, delinea lo spirito di chi lavora al Meeting. I numeri di quest’anno documentano la rinnovata partecipazione in presenza dei volontari, in totale 1700, comprendenti: 1000 adulti – 40 dall’estero - 500 universitari da 26 atenei e 200 studenti liceali. Alto il numero dei volontari Ambassador, ben 1200, suddivisi tra Europa, America Latina, Russia e Nigeria. Al pre Meeting sono arrivati 250 volontari, di cui 160 universitari. Durante la settimana 200 presenteranno le mostre, più di

100 controlleranno gli ingressi. A Milano Chiara Ambrosio, terzo anno di Lettere in Cattolica, ha seguito le iscrizioni dei volontari della sua facoltà: «Vado al Meeting da quando sono piccola, questo è il primo anno come volontaria, appena mi si è offerta quest’occasione ho detto sì». Per Anna Bassignani, matricola di Linguaggi dei media in Cattolica, è un esordio: «Mi hanno invitato, ho detto perché no? Sarò impegnata nella ristorazione, mi lascerò stupire da questa occasione». Giovanni Zanotti, primo anno magistrale di Filosofia è felice della sua esperienza: «Ho iniziato a fare il volontario il primo anno di università, spiegavo la mostra di Giobbe, l’anno dopo ero ai parcheggi in una squadra stupenda, ho sperimentato una bellezza nell’accogliere e sono tornato a casa ancora più contento. Quest’anno ho scelto di lavorare alle casse per vedere i volti delle persone». Sara Sanviti, secondo anno di

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Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Bologna, descrive il suo pre Meeting: «Mi colpisce la familiarità tra i volontari, anche nello spostare le sedie ci si tratta da amici. Nascono rapporti inaspettati, mi chiedo cosa lo renda possibile?». Agostino Frisoni è il responsabile dei volontari del Politecnico di Milano, presenti al pre Meeting come grafici ed elettricisti: «Avevo sedici anni la prima volta. Grazie al pre-Meeting ho conosciuto i ragazzi del Poli e mi sono iscritto lì». Marialuisa Dotti, secondo anno di Giurisprudenza in Bicocca, ha seguito la preparazione della mostra “Costruttori di futuro”: «Ho detto sì all’invito di due amiche, mi hanno proposto di partecipare come curatrice, è stato un semplice fidarsi e affidarsi». Una delle testimonianze più immediate è quella dell’architetto Enrico Magistretti, curatore di mostre: «Negli anni sono nati rapporti e amicizie insperate grazie alle mostre, il

momento del pre Meeting è un’amicizia tesa a realizzare qualcosa di più grande che ti supera. Ѐ stato bello lavorare con i ragazzi che coinvolgevo nella progettazione, realizzare delle architetture effimere è sempre una sfida». Tra i volontari storici, anima del Quotidiano Meeting, Maurizio Vitali: «Dare una mano al Meeting è un atto di gratitudine al movimento e di partecipazione a questa grande fiera missionaria dell’Avvenimento. Che a me costa niente, anzi mi piace molto per la grande ricchezza di volti, contenuti, giudizi, tentativi, dialoghi in cui uno si immerge e da cui attinge vino buono. L’unico rammarico è non aver mai fatto il parcheggiatore: li fuori, al sole rovente, e alle prese solo con l’automobilista, per di più a volte sgarbato e riottoso come da cliché italico, la gratuità è più pura, senza il miele della gratificazione collaterale. Non ho più l’età forse, ma mai dire mai».

Il tempo e i luoghi del coraggio

Pad. A3


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Spettacoli

Il palco del Meeting nel cuore di Rimini di Daniele Maria Ragno “Il coraggio di dire Io”. Di fronte al titolo del Meeting è inevitabile chiedersi con sincerità “Ma io chi sono?” e mettersi alla ricerca di persone, testi, musiche, genialità con cui confrontarsi partendo dalla domanda che è nell’animo di ciascuno. Questo il tema conduttore che unisce gli spettacoli proposti nella settimana riminese, in cui tanti artisti si esibiranno al centro della città di Rimini (in piazza Tre Martiri e nell’Arena Lido in zona Darsena) e all’interno della Fiera (Area Piscine). «Il ritorno in Fiera e nelle piazze di Rimini rappresenta a mio avviso una grande provocazione» sottolinea Otello Cenci, regista e responsabile della rassegna di spettacoli del Meeting. «Quest’anno c’è il desiderio di tornare in prima linea, di dare l’occasione ai giovani di presentarsi e a tante persone di incontrarsi e di apprezzare proposte originali e di qualità. Organizzare un evento come il Meeting nasce proprio dal desiderio di incontrare e Rimini è la città che per antonomasia favorisce questa esperienza. Auguro a tutti coloro che verranno di essere toccati e scossi dalla bellezza di ciò che incontreranno». Un cartellone ricco di eventi che vedrà soprattutto il ritorno del pubblico. Quest’anno, per assistere agli spettacoli in programma, è fondamentale scaricare l’app del Meeting, caricare la certificazione verde Covid-19 e generare il Qr-code per l’ingresso: potrà infatti avere accesso sia in Fiera che negli spazi degli spettacoli solo chi possiede il codice identificativo. Inoltre, sarà possibile acquistare su Viva Ticket i biglietti per gli spettacoli a pagamento, sempre tramite la app e attraverso il sito del Meeting, ma anche per l’accesso agli spettacoli gratuiti è necessaria la prenotazione. La serata inaugurale, oggi alle 21.30, vedrà protagonisti di primissimo pino il maestro Uto Ughi e l’orchestra Uto Ughi and Friends: un ensemble di sedici musicisti che, presso in piazza Tre Martiri, eseguirà le “Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi. Inoltre, sul palco delle Piscine Ovest prenderà il via il Meeting Music Contest, concorso che vedrà esibirsi ogni sera giovanissimi artisti determinati a conquistare un posto nella finale di mercoledì 25 all’Arena Lido in zona Darsena. Per celebrare i settecento anni della morte di Dante Alighieri, il

Uto Ughi Il fascino del maestro

«Bisogna dare ai giovani la possibilità di conoscere la musica classica. Ho verificato personalmente che quando i giovani la ascoltano dal vivo ne restano completamente estasiati e molti di loro giungono addirittura alle lacrime per l’emozione. I giovani aspettano solo qualche musicista che sappia spiegare loro la musica ed apra loro le porte della conoscenza musicale» Nato a Busto Arsizio (Varese) il 21 gennaio 1944, Uto Ughi ha iniziato gli studi di violino a soli quattro anni, debuttando al Lirico di Milano nel 1951. Ha proseguito gli studi con Enescu a Parigi e Romano a Ginevra; è stato poi allievo all’Accademia Chigiana di Siena con Brengola e al Conservatorio di Milano con Bettinelli e Vidusso. È ritenuto uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana ed è fra i massimi interpreti contemporanei. Ha iniziato giovanissimo la sua brillante carriera di concertista nei principali Festival con le più rinomate orchestre sinfoniche mondiali, tra cui quella di Amsterdam, Boston, Philadelphia, New York, Washington e molte altre, sotto la direzione dei più prestigiosi direttori. Uto Ughi è inoltre in prima linea nella vita sociale del Paese e nella salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. In quest’ottica ha fondato il festival “Omaggio a Venezia”, al fine di raccogliere fondi per il restauro dei monumenti storici della città lagunare, e il festival “Omaggio a Roma” per la diffusione del grande patrimonio musicale internazionale e la valorizzazione dei giovani talenti. Tali ideali sono stati ripresi nel 2003 e attualmente portati avanti dal festival “Uto Ughi per Roma” di cui Ughi è ideatore, fondatore e direttore artistico D.M.R.

Ogni sera riflettori accesi su appuntamenti di caratura internazionale nelle Arene in piazza Tre Martiri, alla Darsena e alla Corte degli Agostiniani. Concerto inaugurale con Uto Ughi e le “Quattro stagioni” di Vivaldi. E in Fiera la musica è giovane Meeting, in collaborazione con l’Associazione Italiana Centri Culturali e con il Teatro delle Albe di Ravenna, proporrà domani, sabato 21, in piazza Tre Martiri lo spettacolo “Dante 2021 – mi ritrovai… dalla selva oscura al paradiso” a cura di Marco Martinelli, rappresentazione teatrale che ripercorre il viaggio letterario del sommo poeta. Al Meeting non solo musica: domenica 22, ore 20.30, alla Corte degli Agostiniani è in programma la proiezione del film “A hidden life” del regista americano Terrence Malick, storia di un uomo di fede chiamato a scontrarsi con il dramma della Seconda Guerra Mondiale. Introdurrà Francesco Comina (in caso di pioggia la proiezione sarà lunedì 23); mentre Piazza Tre Martiri farà da sfondo al suggestivo concerto di Federico Mecozzi, giovane musicista di talento che dal 2009 collabora con Ludovico Einaudi e assieme a lui ha firmato le colonne sonore dei film premio Oscar “Nomadland” e “The Father”. Pier Paolo Bellini, curatore della collana Spirto Gentil fondata da don Luigi Giussani, presenterà le serate del 23 e del 24 agosto, proponendo rispettivamente l’ascolto di “Mandulinata a Napule”, raccolta di canzoni della tradizione napoletana eseguite dal Trio Napulammore, e dei Preludi di Rachmaninov, interpretati dal pianista Pietro Beltrami. Entrambi gli spettacoli andranno in scena nella Sala Ravezzi. L’originale allestimento de “Il sogno di Giuseppe”, opera teatrale di Luca Doninelli incentrata sulla figura di Giuseppe, il giusto d’Israele, vede la collaborazione del Teatro degli Incamminati e caratterizzerà la serata di lunedì 23 in piazza Tre Martiri. Martedì 24 sarà la volta di Paolo Cevoli che, con lo spettacolo “La sagra famiglia” in piazza Tre Martiri, racconta al pubblico la sua storia personale di padre e di figlio scomodando con l’ironia e la leggerezza che lo contraddistinguono i grandi classici della letteratura e della storia; presso il Palco Spettacoli Piscine Ovest la band Miami & The Groovers scalderà la serata suonando brani originali e cover del repertorio americano. Finale in musica mercoledì 25 presso il Palco Spettacoli Piscine Ovest i cantautori Walter Muto, Carlo Pastori e Marcello Colò chiuderanno in allegria il Meeting tra canzoni tradizionali italiane e balli irlandesi.


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OGGI IN FIERA h. 12:00 AUDITORIUM INTESA SANPAOLO D1 INAUGURAZIONE In diretta televisiva su SkyTg24 Intervento di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana. Introduce Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo, TIM, Tracce. h. 14:00 SALA GENERALI B4 IL CORAGGIO DELLA SFIDA – ANDARE OLTRE I LIMITI Incontro con grandi talenti dello sport italiano in collaborazione con Star Biz. Francesco Bagnaia, Pilota MotoGp, Ducati; Matteo Berrettini, Tennista; Antonio Giovinazzi, Pilota Formula 1, Alfa Romeo; Matteo Pessina, Calciatore Atalanta; Valentina Vezzali, Sottosegretario di Stato allo Sport. Introduce Giovanni Bruno, Editorialista Sky Sport In aggiornamento sul programma on-line https://www.meetingrimini.org/edizione-2021/ programma-2021/ h. 14:00 SALA RAVEZZI I GIOVANI PER UNA NUOVA ECONOMIA: DALL’ECONOMY OF FRANCESCO, UN IO IN AZIONE In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Luigino Bruni, Direttore Scientifico di The Economy of Francesco, Professore Ordinario di Economia Politica alla LUMSA, Editorialista di Avvenire; Luca Farè, Dottorando in Economics, Université de Namur; Paolo Grignani, Analista finanziario, Banca Sella; Domenico Rossignoli, Ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Università Cattolica del Sacro Cuore. Introduce Giacomo Ciambotti, Assegnista di ricerca e docente di Business Strategy, Università Cattolica e Research fellow, ALTIS ed E4Impact Foundation. h. 15:00 AUDITORIUM INTESA SANPAOLO D1 L’IO, LA FEDE E LA SFIDA DELLE CULTURE Adrien Candiard, OP, Membro dell’Institut dominicain d’études orientales (IDEO); Agbonkhianmeghe E. Orobator, SJ, Presidente Conferenza dei Gesuiti dell’Africa e del Madagascar (JCAM). Introduce Alberto Savorana, Portavoce di Comunione e Liberazione. Con il sostegno di Tracce. h. 17:00 AUDITORIUM INTESA SANPAOLO D1 ITALIA 2021: CHE COSA VUOL DIRE INNOVARE? In diretta televisiva su SkyTg24

Direttore Gianfranco Giuliani Direttore responsabile Cesare Trevisani

In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà. Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale; Alessandro Profumo, Amministratore Delegato Leonardo; Marco Sesana, Country Manager & CEO di Generali Italia e Global Business Lines. Introduce Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Con il sostegno di Enel, Generali, IMA, Gros Rimini, Euronics, Tracce.

dente ANCI e Sindaco di Bari (TBC); Carlo Ratti, Architetto e Ingegnere, Docente presso il Massachusetts Institute of Technology e Direttore del MIT Senseable City Lab; Irene Tinagli, Presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari del Parlamento Europeo. Introduce Guido Bardelli, Presidente Compagnia delle Opere. Con il sostegno di Enel, Hines, Milanosesto, Autostrade per l’Italia, ARS Aedificandi, Fondazione Patrimonio Comune.

h. 17:00 SALA GENERALI B4 STATI UNITI. DEMOCRAZIA AL BIVIO? Paolo Carozza, Direttore dell’Helen Kellogg Institute for International Studies all’Università di Notre Dame; Joshua Mitchell, Professor of Political Theory, Georgetown University; Maurizio Molinari, Direttore de La Repubblica. Introduce Martina Saltamacchia, Distinguished Associate Professor di Storia Medievale all’Università del Nebraska, Omaha.

h. 19:00 TALK - IL LAVORO CHE VERRÀ SALA RAVEZZI LAVORARE È CAMBIARE A cura di Fondazione per la Sussidiarietà. Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia; Marco Ceresa, Group Chief Executive Officer Randstad; Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Renzo Sartori, Presidente Number1 e Presidente Associazione Next; Luigi Sbarra, Segretario Generale Cisl; Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Con il sostegno di Philip Morris Italia, Bayer SpA, Anteas, Randstad, Consorzio Scuole Lavoro.

h. 17:00 SALA RAVEZZI GUARESCHI. UN MESTIERE ANCHE PER ME In collaborazione con Gruppo Amici di Giovannino Guareschi. Egidio Bandini, Giornalista e Presidente Gruppo Amici di Giovannino Guareschi; Enrico Beruschi, Regista e Attore; Gianni Govi, Attore e Regista; Eugenio Martani, Clarinettista; Corrado Medioli, Fisarmonicista; Giancarlo Plessi, Parroco di Besenzone, Bersano, Mercore e Presidente del Centro di Spiritualità Mons. Manfredini di Piacenza. h. 19:00 CURA E SALUTE AUDITORIUM INTESA SANPAOLO D1 COVID-19, IL RUOLO CENTRALE DELLA RICERCA SCIENTIFICA: LA SFIDA DEL VACCINO E DI UNA TERAPIA EFFICACE Stefano Bertuzzi, Chief Executive Officer at American Society for Microbiology (ASM); Andrea Costa, Sottosegretario di Stato alla Salute; Skhumbuzo Ngozwana, CEO and President Kiara Health; Walter Ricciardi, Presidente della World Federation of Public Health Associations e Professore Ordinario di Igiene e Medicina Preventiva, Università Cattolica del Sacro Cuore. Introduce Riccardo Zagaria, Amministratore Delegato di DOC Generici. Con il sostegno di DOC Generici, IMA, Università Cattolica del Sacro Cuore, Tracce. h. 19:00 SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE SALA GENERALI B4 VIVIBILITÀ E ACCESSIBILITÀ. LA CITTÀ INCLUSIVA In collaborazione con Cdo e Unioncamere. Giuseppe Bonomi, Amministratore Delegato di Milanosesto S.p.a.; Antonio Decaro, Presi-

Editore Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, Fondazione costituita in data 31 marzo 2008 con atto a ministero del Notaio del Plescia di Rimini (rep. n. 47.236/7949, registrato all’Agenzia delle Entrate di Rimini il 10 aprile 2008 al n. 4.919/I), sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini

h. 20:00 SALA NERI LA CREPA E LA LUCE. VIDEO INTERVISTA AD EDITH BRUCK Edith Bruck, deportata nei campi di concentramento a tredici anni, è tra i più grandi testimoni viventi dell’Olocausto. E di cosa significa “tornare a vivere” dopo l’inferno.

secuzione di ogni concerto, creando, così, un accattivante e suggestivo binomio di musica e poesia. I brani eseguiti, oltre a rappresentare uno dei punti più alti della creatività musicale italiana, godono anche di una connotazione simbolica di esaltazione della vita. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Comune di Rimini, SGR. h. 21:30 PALCO SPETTACOLI PISCINE OVEST MEETING MUSIC CONTEST PRIMA SERATA DI ESIBIZIONE DEI SEMIFINALISTI Il Meeting Music Contest, ideato dal Meeting di Rimini e dal Mei di Faenza, giunge alle semifinali riproponendo finalmente la musica dal vivo. Dopo una scrupolosa e attenta valutazione -ben 137 le proposte pervenute– sono stati selezionati i giovanissimi artisti, tra cantanti e band, che si esibiranno sul palco del Meeting e avranno la possibilità di aggiudicarsi un posto alla finalissima, in programma il 25 agosto a Rimini nella suggestiva cornice di Piazza Tre Martiri. La Giuria d’Onore è composta da Lorenzo Baglioni, N.A.I.P., Erica Mou, Federico Mecozzi, Max Monti e da altri rappresentanti del settore discografico e musicale, insieme a Giordano Sangiorgi e Otello Cenci, coordinatori. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.

h. 21:00 AUDITORIUM INTESA SANPAOLO D1 LA POSSIBILITÀ DI DIRE “IO”. IL MISTERO DEL LINGUAGGIO In collaborazione con Associazione Euresis. Andrea Moro, Neurolinguista e scrittore, Professore di linguistica generale, Scuola Universitaria Superiore IUSS, Pavia. Introduce Mauro Ceroni, Professore di neurologia, Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Università degli Studi di Pavia. Direttore dell’Unità operativa di Neurologia generale, Istituto Neurologico Nazionale IRCCS Mondino di Pavia. Con il sostegno di Tracce. SPETTACOLI h. 21:30 ARENA SPETTACOLI SGR - PIAZZA TRE MARTIRI UTO UGHI IN CONCERTO In collaborazione con Emilia Romagna Festival. L’Orchestra Uto Ughi and Friends inaugurerà la 42esima edizione del Meeting 2021 eseguendo le “Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi. Il Maestro Ughi, accompagnato da un Ensemble d’eccezione di sedici musicisti, introdurrà i sonetti vivaldiani che precedono l’e-

Tel.0541-783100 | Fax 0541-786422 Progetto Grafico Bruno Monaco Impaginazione Elisa Compagnoni, Veronica Conchetto, Petra Mistura, Sabrina Scalesciani

Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS) Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991


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venerdì 20 agosto 2021

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