Pura Lana Sarda Tra innovazione e tradizione

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Pura Lana Sarda Tra innovazione e tradizione


“Pura Lana Sarda”. Idee per innovare e valorizzare la tradizione La lana è un prodotto che riflette perfettamente le tensioni e le aspettative dei nostri tempi: è una fibra naturale al 100%, ecosostenibile e rinnovabile, energeticamente efficiente e biodegradabile. Un materiale antico ma con proprietà tecnologicamente avanzate. Caratteristiche uniche di un prodotto naturale che tuttora non è possibile riprodurre artificialmente. Annualmente, in Sardegna, sono prodotte più di quattromila tonnellate di lana dalla tosatura stagionale dei 3 milioni e 200 mila capi di razza sarda allevati nelle tredicimila aziende agro-pastorali presenti nell’Isola. Un ingente quantitativo di prodotto che, per le sue particolari caratteristiche tecnologiche e la mancanza di una filiera adeguatamente strutturata, rappresenta per gli allevatori più uno scarto di cui liberarsi a bassi costi che una risorsa per incrementare il reddito aziendale. Solo in pochi casi la lana sarda trova uno sbocco commerciale remunerativo, nonostante le potenzialità applicative e commerciali siano, di fatto, molto interessanti. La lana, inoltre, prodotto di una terra di pastorizia, porta con sé il legame con la storia e con il territorio. Anche se non realizzabile e commercializzabile su larga scala, un prodotto può lanciare messaggi, indurre comportamenti e riflessioni agendo sulla sfera emotiva del consumatore. Partendo da queste riflessioni e grazie alle attività svolte nell’ambito del progetto di cooperazione transfrontaliera MED Laine À la recherche des couleurs et des tissus de la Méditerranée, è nato il concorso di idee “Pura Lana Sarda”. In questo opuscolo vengono presentati una serie di prototipi scaturiti dal concorso di idee e realizzati con lana di pecora sarda. “Pura Lana Sarda”, promosso da CNR Ibimet, Provincia di Sassari e Camera di Commercio del Nord Sardegna, si è svolto tra aprile e giugno 2011 rivolgendosi a designer, artigiani, piccole e medie imprese dei settori tessile, abbigliamento, arredamento e bioedilizia, con l’obiettivo di incentivare l’interesse verso l’utilizzo della lana sarda e di contribuire a sviluppare le potenzialità delle filiere produttive e turistiche ad essa collegabili. Sono 2


pervenuti oltre venticinque progetti e, in base ad una graduatoria di merito stabilita da una giuria di esperti, sono stati premiati i primi tre. Successivamente, utilizzando i fondi MED Laine ed adottando come principali criteri di scelta la fattibilità tecnica ed economica dei manufatti entro i termini e le risorse disponibili nel Progetto, il CNR Ibimet ha commissionato la realizzazione dei dieci prototipi raccolti e descritti di seguito. La collezione di prototipi Pura Lana Sarda sarà diffusa attraverso una mostra itinerante ospitata a turno dai numerosi enti pubblici e operatori privati già coinvolti nel progetto MED Laine, inquadrandosi, così, tra le azioni di promozione e valorizzazione della lana sarda. Inoltre, rimarrà a disposizione, gratuitamente, di chiunque - Enti Locali, Agenzie Pubbliche, Associazioni di categoria, Centri di Formazione e Ricerca, privati, ecc. – promuova eventi di natura didattica e/o turistica e/o commerciale che siano allineati ai principi ispiratori del progetto MED Laine.

Il progetto MED Laine: fil rouge che unisce tradizione e innovazione E’ possibile trasformare dei limiti strutturali in risorse per lo sviluppo locale attraverso la ricerca e l’innovazione? Il progetto MED Laine è nato da questa ambiziosa sfida. L’iniziativa, finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nell’ambito del Programma di Cooperazione Transfrontaliera ItaliaFrancia Marittimo per una durata di 30 mesi, risponde al bisogno di dar 3


vita nelle aree rurali di Sardegna, Toscana e Corsica, a percorsi di valorizzazione, in chiave attuale, di attività locali altrimenti destinate a scomparire. I soggetti promotori, il CNR Ibimet di Sassari, Agris Sardegna e le Province di Sassari e del Medio Campidano in Sardegna, la Chambre de Métiers et de l’Artisanat de la Haute Corse nel Nord della Corsica e la Provincia di Grosseto in Toscana, mirano a promuovere azioni innovative che, applicate alle microimprese e PMI dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo sostenibile, migliorino la produzione e la commercializzazione di prodotti di qualità e di eccellenza. MED Laine si è inserito all’interno di queste strategie di sviluppo rurale sostenibile articolandosi in tre principali settori di intervento:

1. Valorizzazione di lane locali per la produzione di artigianato tessile tradizionale e di materiali di impiego nel settore della bioedilizia. L’obiettivo è trasformare le oltre 4 mila tonnellate di lana tosata annualmente nelle aree coinvolte, da prodotto di scarto di cui liberarsi a bassi costi a risorsa capace di incrementare il reddito aziendale. Le attività hanno riguardato principalmente: la caratterizzazione delle razze ovine autoctone quali le razze Sarda, Nera di Arbus, Corsa e Amiatina; studi tecnico-scientifici sulle lane e sui tessuti tradizionali; la realizzazione di prototipi in lane autoctone, scaturiti da uno specifico concorso di idee, e che sono stati oggetto di studi per la definizione di un protocollo di certificazione e per la valutazione del ciclo di vita di prodotto (Life Cycle Assessment).

2. Valorizzazione di specie vegetali autoctone ad uso officinale-tintorio. In questo campo, l’obiettivo specifico è proporre criteri di innovazione o di recupero di tecniche tintorie tradizionali in chiave innovativa, per dare maggior valore aggiunto a produzioni tessili che sono sempre più sottoposte a pressioni di forte (e spesso sleale) competizione sui mercati inter4


nazionali e, di conseguenza, a rischio di scomparsa. Fare ricerca, dunque, su prodotti derivati dalla flora locale che, già “riconosciuti” in alcune filiere di trasformazione come quelle della fitoterapia, della cosmetica o dell’agroalimentare, possano ritrovare nuove modalità di applicazione anche nel settore tessile-tintorio e, in particolare, in quello artigianale. Partendo dall’individuazione di specie vegetali locali ad uso officinale e tintorio (dafne, elicriso, robbia, melograno e reseda), si è messo a punto un protocollo per la standardizzazione dei sistemi di estrazione e per l’ottimizzazione di alcune sostanze funzionalizzanti, che, successivamente, sono state valutate tramite indagini di laboratorio rispetto alle loro proprietà antitarmiche, antiossidanti, antiradicaliche e UV-screening.

3. Messa a punto e sviluppo di modelli di marketing territoriale e promozione del turismo rurale e culturale-didattico legati alla valorizzazione delle lane au-

toctone e delle specie vegetali officinali-tintorie. Nell’ambito di tali azioni si sono realizzati eventi di animazione territoriale e informazione mirati al trasferimento e all’interscambio di conoscenze scientifiche. L’applicazione dei principi base del marketing territoriale e ambientale alle filiere oggetto di studio ed al settore artigianale, si fonda sul rafforzamento del networking tra enti pubblici, centri di ricerca e piccole imprese agricole, artigiane e del turismo. Tale approccio ha portato allo sviluppo di strumenti innovativi quali, ad esempio, l’estensione dell’analisi sensoriale (la stessa che valuta le proprietà sensoriali dei vini e degli oli d’oliva) ai tessuti, metodologia che apre nuovi scenari nei sistemi di qualità dei prodotti tessili-lanieri, fornendo utili indicazioni per rispondere in maniera più mirata ed efficace alle aspettative dei consumatori più esigenti. Analizzando in profondità i punti di debolezza delle imprese agricole e artigianali e fornendo nuovi spunti e strumenti innovativi attraverso la ricerca e l’interscambio transfrontaliero, MED Laine ha voluto contribuire a promuovere e potenziare la competitività delle aziende agricole ottimizzando i fattori di sostenibilità ambientale, culturale ed economica. 5


Gabbanu ditta Bagella Nino s.n.c Il “Gabbanu” è stato ideato e realizzato dalla ditta Bagella Nino s.n.c di Sassari. Confezionato con orbace (tessuto tradizionale di lana di pecora sarda) - prodotto dalla ditta Carta F. di Samugheo (OR) - e colorato con tinture naturali (presso il Laboratorio La Robbia di Atzara – NU), il progetto “Gabbanu” rivisita l’antico modello tradizionale di cappotto sardo, introducendo piccole innovazioni che conferiscono originalità e maggiore vestibilità al capo. L’antico modello di cappotto sardo, confezionato esclusivamente in orbace e solitamente di colore nero, si caratterizza per il taglio lineare - senza fodera e guarnizioni di altre stoffe -, la presenza del cappuccio, la mancanza di abbottonatura e per l’attaccatura della manica impostata ad angolo retto. I Gabbani attuali, seppur ancora confezionati con l’orbace, sono di fattura più moderna, ispirata a modelli militari. Il taglio del 6


petto è semplice o doppio, con o senza risvolti, e chiuso con bottoni moderni a due o a quattro fori. Il cappuccio è normalmente sagomato e spesso unito con bottoni nascosti nella parte posteriore del colletto. Ugualmente sagomate sono le maniche, tagliate a scalfo asimmetrico. La parte posteriore mantiene il lungo spacco che termina appena sotto una martingala alta. Inoltre, per adeguarsi alle moderne esigenze di comfort, le parti più a contatto con la pelle sono guarnite o ricoperte col velluto o altro tessuto morbido. Il presente modello ha le seguenti caratteristiche: • cappotto a petto semplice; • quattro bottoni; • cappuccio estraibile; • due tasche; • inserti in velluto liscio in tinta sulle maniche, sul colletto e sulle tasche; • martingala; • uno spacco. Per la colorazione del tessuto è stato utilizzato il colorante naturale estratto dalla pianta Robbia dei Tintori (Rubia Tinctorum L.).

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Bertula 2011 di Stefania Careddu La bertula era la bisaccia del pastore nella quale si trasportavano i viveri (formaggi, salsicce, pane, acqua, frutta). Veniva utilizzata tanto in spalla quanto sul dorso del proprio cavallo. Spesso negli ovili non vi era il letto e ci si arrangiava stendendo per terra una stuoia oppure la bisaccia, sa bertula; si infilavano le gambe in una tasca mentre l’altra fungeva da cuscino. L’impiego della bertula come borsa, per i più svariati utilizzi, è alla base dell’idea di rivalutazione di questo accessorio caratteristico dell’abbigliamento sardo. Con Bertula 2011, la bisaccia si trasforma da strumento di lavoro in una borsa moderna e versatile che non rinnega le sue origini conservando caratteristiche tradizionali come la capienza e la praticità.

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Bertula 2011 è realizzata ai ferri con punto legaccio. Questa confezione permette di ottenere due maglie distinte con un'unica lavorazione. Con questo sistema la borsa ha due differenti fronture, due borse in una. Le cuciture sono realizzate anch'esse ai ferri con l'utilizzo del punto passato. Le due fronture della borsa vengono create separatamente e successivamente cucite insieme. La qualità e lo spessore della lana sarda non rende necessaria la fodera interna.

Il logo del modello Bertula 2011, da applicare come etichetta alle borse, nasce dall’ unione e rivisitazione del simbolo della pura lana vergine - disegnato da Franco Gignani - e dalla tipica lavorazione della filigrana sarda per la creazione dei gioielli.

Stefania Careddu, laureanda in Architettura. Laureata in Scienze dell’Architettura nel 2006. stefania.careddu@gmail.com 9


L’eredità di Anna Deriu Una donna svolge dal gomitolo della vita il sottile e resistente filo dei ricordi intrecciato di volti, di fatti, di gioie e dispiaceri... Lo va a tessere nel telaio della memoria per trarne una robusta tela... un abito per il nostro domani. (Rita Arba. L'anima della memoria)

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La sfida in questo progetto: Creare un oggetto tradizionale ma dall’ uso innovativo, utilizzando la lana di pecora e i relativi scarti di produzione.

Caratteristiche • L’oggetto è un arazzo di 84 x 44 cm che, per mezzo delle asole e del cuoio, si trasforma in una borsa a sacchetto con tracolla e tasche interne • Il manufatto riprende la tessitura caratteristica delle bisacce da lavoro con elementi del paesaggio sardo, quali le pecore al pascolo e il pastore.

Anna Deriu vive e la vora a Bolotana (NU) presso la Cooperativa tessile S’ISCACCU, tessitrice dal 1985 ha partecipato con L’ISOLA a numerose mostre nazionali ed internazionali e nel 2009 alla Biennale di Sassari. Collabora tuttora con vari Designer e Architetti della Sardegna. deriuanna@gmail.com 11


Yaya di Mauro Soddu “A seranu fatz’a jaja cumpanzia e mi preguntat cosas de iscola, intantu cun su pettene e s’ispola est finende sa bertuledda mia” “Alla sera faccio compagnia a nonna e mi chiede notizie della scuola intanto lei col pettine e la spola sta finendo di tesser la mia bisaccia” Francesco Pinna di Bonarcado

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La matriarca sarda è donna autorevole e saggia, circondata da un’aurea mistica e misteriosa, attiva lavoratrice, custode del focolare, portatrice d’acqua, lavandaia, panettiera, guaritrice, tessitrice. Lo stretto legame tra la donna sarda e l’azione del tessere è fonte di ispirazione del progetto di “Yaya” una lampada, che evochi oggi tradizioni, ricordi, arti.

Alcune prove in fase concettuale

Mauro Soddu, Architetto, è nato a Cagliari nel 1982. Ha una formazione post-laurea in interior design. Con “Yaya” si aggiudica il primo posto nel concorso “Pura Lana Sarda”. www.maurosoddu.com 13


Corbulait di Gabriella Loi e Urszula Grodzicka

La corbula è un cesto senza manici di dimensioni medie e grandi. Ha la forma di una calotta con un profilo triangolare. È più ampia che profonda e molto capiente. Viene utilizzata soprattutto per contenere il pane in grande quantità. Rosso, giallo, nero, i colori usati anticamente nella corbula. Al centro la spirale rappresentata in senso antiorario, simbolo dell’acqua e della Dea Madre. Wagner, Max Leopold, D.E.S. Dizionario etimologico sardo, Heidelberg, 1960-64

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Con la linea CORBULAIT le designer vogliono rappresentare la sintesi tra la secolare tradizione e cultura della Sardegna e l’innovazione tecnologica propria di una originale linea di lampade da tavolo, da terra, da sospensione e da parete. CORBULAIT esprime la semplicità della vita quotidiana rurale, della tradizionale lavorazione della lana e, in particolar modo, della “corbula sarda”.

Le progettiste Gabriella Loi, Urszula Grodzicka si laureano nel 2008 in Architettura. Parallelamente all’attività professionale curano progetti artistici di pittura e fotografia. Vivono e lavorano tra Torino, Alghero e Varsavia. www.gabriellaloi.com urszulagrodzicka.carbonmade.com 15


I Lanosi di Eugenia Pinna e Concetta Nasone I LANOSI è un gioco rivolto ai bambini dai 5 anni in su, che vuole recuperare anche l’approccio alla tessitura e al cucito, intese come attività di pazienza, di lentezza e di riflessione, riproponendo il lavoro manuale, attualmente sostituito dai giochi meccanici e tecnologici spesso passivi e poco creativi…

Il bimbo sceglie tra i sei gomitolini di lana a disposizione il suo colore preferito, infila l’estremità del filo nella cruna dell’ago nel primo foro partendo dalla coda e iniza a impostare l’ordito, poi pian piano inserisce la trama e crea il tessuto che diventa il vestito base della animale. Questo vestito può essere impreziosito ed elaborato sfruttando tutte le potenzialità del filo che può tornare fiocco e diventa coda, criniera, baffi, zoccolo… 16


…un gioco didattico che prima di tutto faccia conoscere al bambino la lana di pecora sarda, l’antica arte della tessitura, ne sviluppi la creatività e soprattutto gli permetta di manipolare oggetti e materiali inusuali.

Dentro la scatola, avvolte e protette da una nuvola di lana bianca cardata, ci sono le sagome in cartone grosso da tre mm di 5 animaletti; un gatto, un maialino, un asinello, un leone e una pecorella. Sono nudi tutti rosa con dei fori di circa 4 mm che ne circondano il perimetro, pronti per essere “vestiti” da due o più manine “leggere” e creative. Sei gomitolini da 30 gr ciascuno, ognuno di un colore diverso, tinti in modo naturale. Vi è anche un grosso ago di plastica da maglia, un piccolo e semplice strumento da lavoro, con una lunga storia, già candidato alla pensione, che vogliamo riscoprire e soprattutto riproporre come strumento di gioco…

Eugenia Pinna vive e lavora a Nule, in provincia di Sassari. Dopo gli studi in design e artigianato-design, inizia a lavorare come libera professionista nel campo del design tessile e in particolare del tappeto. Ha vinto due importanti premi a livello regionale per l’originalità e la ricerca tecnica dei suoi manufatti. “I Lanosi” le valgono il terzo posto nel concorso “Pura Lana Sarda”. 17


Dot to dot

tappeto “Campana”

di Caterina Frongia, Antonello Loi, Luca Porru

Il più semplice passatempo enigmistico riletto attraverso l'esperienza tattile. Unendo i puntini il bambino attraverso il gioco di far scorrere un filo in asole numerate impara a conoscere i numeri e a comporre delle lettere. Attraverso il tatto oltre che la vista, puo' familiarizzare con l'iconografia tipica della tradizione tessile. Il riferimento alla fauna sarda richiama la rilevanza dell’essere nati o cresciuti in Sardegna, con l’importante tradizione dell’artigianato, del pane, dei tessuti che, per molti di noi, sono stati vera scuola e grande insegnamento estetico. 18


L’oggetto: Tappeto in lana sarda naturale tessuto a mano al telaio con lavorazione a “pibiones” tipica di Samugheo, comune della provincia di Oristano.

Concept: Usare la specificità materica della tessitura a “Pibiones” come veicolo di esperienza ludica e scoperta sensoriale per il bambino

Interazione:

Sistema di asole numerate

Bambini e genitori contribuiscono a completare il quadro rappresentato, in un esercizio di semplice manualita’ in cui la lana diventa uno strumento di gioco: l’immagine si costruisce nelle mani del bambino. La specifica tridimensionalità della tessitura rende la figure riconoscibili al tatto.

Design: Grafica stilizzata a colori accesi e richiami ai giochi tipici dell’infanzia e ad elementi della natura, perchè la lana non sia solo “una cosa che pizzica!”

tappeto “MyLand”

Le figure sono in rilievo

tappeto “Passaggio”

Caterina Frongia laureata nel 1995 in Lettere. Autodidatta del design, nel 2005 ha creato il marchio t-fish® dedicato all’abbigliamento e agli accessori per la casa. www.tfish.it 19


Frunidu di Eugenia Pinna Progettato da EUGENIA PINNA e realizzato nel suo laboratorio di Tessitura e Design Tessile, su telaio verticale, utilizzando la tecnica di tessitura “a stuoia”, tipica della tradizione tessile di NULE (SS). Ordito e trama in lana di pecora sarda tinta con essenze naturali - dimensioni 180 x 250 cm.

Il progetto “FRUNIDU” (ricco di decorazione) nasce da una consolidata esperienza professionale e da un’approfondita ricerca sulla cultura e sulla tradizione tessile di Nule, uno dei paesi più importanti della Sardegna per il suo prestigioso artigianato tessile. Attinge segni e simboli dall’iconografia locale rivisitandola in chiave moderna; è un tappeto che si rivolge ai gusti e alle esigenze di vita attuali, ispirandosi alla tradizione con sensibilità contemporanea, richiamo alla decorazione tipica, ricca e colorata, 20


all’interno di una composizione semplice e pulita. Particolare attenzione è stata prestata alla scelta dei colori morbidi e allo stesso tempo decisi, ottenuti rigorosamente da prodotti naturali. 21


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Memorie di lana di Maria Francesca Maniga

Memorie di Lana nasce dal desiderio di portare a casa, di ritorno da un viaggio, un ricordo che sia il più fedele possibile alle sensazioni vissute. Oltre le foto e le canzoni, anche i “souvenir”, i ricordi, vorrebbero aiutarci in questo ... ...Oggetti che portano con sè la memoria del posto in cui sono nati - nelle forme, nei colori e nei rimandi culturali - realizzati con il prodotto principe della Sardegna, la lana grezza, ma rivisitati in chiave moderna e con un design accattivante. Con la serie di sottopentola di lana il souvenir non rimane un oggetto fine a se stesso ma entra a far parte dell’ambiente domestico e della quotidianità familiare. 24


I prodotti sono realizzati in feltro di lana. Non viene utilizzato nessun colorante; in questo progetto vengono usati solamente i colori naturali della lana: bianca, moretta, grigia.

Maria Francesca Maniga dopo la laurea in Giurisprudenza frequenta la scuola di figurino e di modellistica per la moda presso l’Istituto Carlo Secoli di Milano approfondendo lo studio della merceologia tessile; nel campo della grafica produce cartoline e biglietti di auguri, ispirati prevalentemente ai temi della cultura e della gastronomia sardi.

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Maestrale di Cristian Loddo e Diego Villalon La lana di pecora sarda è un prodotto tradizionale che in passato veniva utilizzato esclusivamente per la tessitura di tappeti e abiti, ma che negli ultimi decenni ha trovato numerose applicazioni in settori diversi. Specialmente il feltro di lana, grazie alla semplicità della sua lavorazione industriale e per le sue proprietà estetiche, viene utilizzato oggi da architetti e designer per la realizzazione di prodotti quali arredamenti, espositori, lampade, pareti mobili, abbigliamento, accessori, ecc. Inoltre per le sue caratteristiche tecniche la lana inizia oggi ad essere usata anche nella bioedilizia, ad esempio come coibentante termico per tetti e pareti ma anche per l’isolamento acustico. Le caratteristiche principali del feltro di lana individuate dai proggettisti sono: 1. Isolamento termico 2. Isolamento acustico 3. Regolazione igrometrica 4. Capacità ignifuga 5. Inattaccabilità dalle muffe e potere antibatterico 6. Qualità estetiche 7. Colorazione naturale. 26


A partire da queste caratteristiche e considerando inoltre le nuove tendenze, i progettisti hanno cercato di creare un prodotto che coniugasse le proprietà tecniche ed estetiche in modo da valorizzare e rendere più efficiente questo materiale.

visivo, ma anche da quello termico e acustico. Caratteristiche estetiche La facile colorazione con prodotti naturali del feltro di lana, le diverse forme di lavorazione con processi industriali o semi-artigianali, permettono la creazione di un’ampia Caratteristiche tecniche gamma di varianti del prodotto, La Porta per interni Maestrale dalla versione per case e uffici, a sfrutta al massimo le proprietà tec- quella più ludica per le camere dei niche del materiale per isolare due bambini o ambienti colorati. spazi, non solo dal punto di vista Cristian Loddo, designer, è nato a San Gavino Monreale nel 1982. Con la porta “Maestrale” si aggiudica il secondo posto al concorso “Pura Lana Sarda”. 27


I partner del progetto MED Laine Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR Ibimet Sassari – Capofila Provincia di Grosseto Agris Sardegna Provincia di Sassari Provincia del Medio Campidano Chambre de Métiers et de l’Artisanat de la Haute Corse Coordinamento del progetto Pierpaolo Duce*, Enrico Vagnoni* Responsabili scientifici Pierpaolo Duce*, Francesca Camilli* Referenti Provincia di Sassari Salvatore Masia, Laura Meloni, Vincenzo Monaco Progetto grafico Pierpaolo Pirino* Revisione dei testi Elena Campus* Per ulteriori informazioni sul progetto MED Laine visitare il sito: www.medlaine.eu Per informazioni sulla collezione “Pura Lana Sarda”: Pierpaolo Duce*: p.duce@ibimet.cnr.it * CNR Ibimet

Il concorso “Pura Lana Sarda” è stato promosso in collaborazione con:


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