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Ilsaluto
curo di chi, pur svolgendo una professione che impone una certa distanza dai fatti, aveva fatto dell’empatia il suo principale strumento di lavoro. E proprio grazie all’amore per l’altro riusciva a trasmettere la passione per le immagini, estrapolando poesia e inconsci significati anche dal particolare apparentemente più irrilevante.
E ora, da lassù, forse continua a osservarci e a puntare su di noi la sua terza lente: quella dell’obiettivo. Regalandoci la sua ultima, magistrale inquadratura.
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Cesare Zampa
IL FOTOREPORTER
Abbracci e sorrisi con i bambini della Savana
Subsahariana, in Kenya Fu riconosciuto “Artista della fotografia italiana”
Docente al Master, la mia testimonianza
Con noi, in viaggio per Barcellona
Conobbi Marcello lo scorso anno, qualche mese prima dell’avvio del laboratorio di fotografia. Eravamo in partenza per Barcellona, per partecipare al premio Mare Nostrum Awards, che vincemmo. A primo impatto mi diede l’impressione di essere timido. Si guardava intorno e parlava poco, solo se necessario. In realtà, rifletteva e analizzava con gli occhi ciò che lo circondava. Poi, quando meno te lo aspettavi, ecco che lo vedevi con l’obiettivo puntato su qualcosa o qualcuno. Magari, proprio su di te. Ricordo che una sera, a bordo del traghetto, mi prese sotto braccio mentre stavo riprendendo la sala del bar. Mi accompagnò in giro, dirottando l’obiettivo su chi dormiva o su chi sorseggiava un caffè. Iniziò a parlare di cose insensate (infatti non ricordo nemmeno l’argomento), tirandomi di qua e di la. In un attimo capii: iniziava con anticipo a essere il mio maestro, insegnandomi la disinvoltura per captare la spontaneità dei volti. (C.Z.)