Introduzione 2 Il tema dell’alimentazione e del cibo in generale può essere affrontato da diversi punti di vista e può essere la chiave di lettura per una serie di aspetti geopolitici che in apparenza non sembrano tra loro correlati. Per la compilazione di questa bibliografia ci siamo posti una serie di quesiti in ambiti diversi tra loro ma interdipendenti. Ad esempio, riguardo agli aspetti etici e morali: è giusto che allo stesso tempo una parte della popolazione mondiale muoia per mancanza di cibo e un’altra parte muoia invece per eccesso di cibo? Per quanto riguarda gli aspetti finanziari: è giusto che il cibo venga trattato in borsa alla stregua di una moneta o di una materia prima? E ancora relativamente alle implicazioni di politica delle migrazioni: è possibile che in Occidente si tenda più a gridare ad una improbabile invasione causata dai flussi migratori piuttosto che impegnarsi a garantire un corretto approvvigionamento alimentare delle popolazioni interessate da tali flussi? E infine riguardo alla qualità del cibo: quanta attenzione viene posta alle tecniche di produzione alimentare per garantire una buona qualità del cibo? Solo questi quesiti di fondo fanno capire chiaramente che il cibo non è solo alimentazione: il cibo è legato al paesaggio, in quanto una certa produzione agricola determina colori e forme del paesaggio tipici di quell’area, come possono essere i paesaggi con risaie, con grano o cereali, con olivi, con vite ecc. Il cibo è legato alle tradizioni culinarie e determina differenze culturali sostanziali, oltre ad avere un sempre maggiore impatto sul turismo legato alla gastronomia. Il cibo è inoltre legato direttamente allo sviluppo economico di tante aeree geografiche, soprattutto se leggiamo il dato in chiave di sicurezza alimentare. La questione alimentare, in poche parole, ha evidenziato ulteriormente la situazione di crisi strutturale che stiamo vivendo negli ultimi anni. E’ paradossale che sul nostro
pianeta si muoia contemporaneamente per mancanza di cibo e per eccesso di cibo: ad oggi sono 800 milioni le persone in condizione di malnutrizione e 25.000 muoiono ogni giorno per cause connesse alla mancanza di cibo (dati FAO). La fame nel mondo è certamente un problema complesso, ma deve essere finalmente affrontato poiché non è possibile immaginare un mondo con sempre maggiore popolazione e regole economiche che limitano l’accesso al cibo per tutti: è arrivato il momento in cui il diritto al cibo diventi una priorità assoluta per tutti i paesi del mondo. Nessun essere umano deve morire di fame e di stenti. Per approfondire tutte queste tematiche da qualche anno è stata lanciata la campagna “Sulla fame non si specula” (www.sullafamenonsispecula.org) proprio per proporre una riflessione sulla speculazione finanziaria sui prodotti agricoli, che più delle carestie, ha provocato gravi crisi alimentari negli ultimi anni. La campagna tenta di sensibilizzare anche sul problema del Land grabbing, tema che abbiamo già affrontato in precedenza. Alcuni paesi sviluppati con questa pratica acquistano o affittano enormi estensioni di terreno coltivabile in paesi del Sud del mondo (ma non solo), che non saranno necessariamente utilizzati per la produzione di cibo: in alcuni casi si produce cibo solo per l’esportazione, in altri solo per la produzione di biocarburanti, in altri casi semplicemente non si produce nulla in attesa di una situazione finanziaria favorevole. Le stime sulla dimensione del fenomeno sono tuttora imprecise, ma secondo dati della Banca Mondiale, nel solo periodo da ottobre 2008 ad agosto 2009 sono state dichiarate acquisizioni di terreni agricoli per un’estensione di 46 milioni di ettari (come paragone l’Italia ha una superficie di circa 31 milioni di ettari), due terzi dei quali si trovano nell’Africa subsahariana. Questa superficie