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GUIDA PRATICA ALLA SICUREZZA NEI CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI

VI Edizione

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PREFAZIONE Il Comitato Paritetico Territoriale di Mantova propone a tutti gli operatori del settore edile, la VI^ edizione della “ Guida pratica alla sicurezza nei cantieri temporanei e mobili”. Il manuale è stato aggiornato con le novità dettate dal Dlgs 9 aprile 2008 n° 81 detto anche “Testo Unico sulla Sicurezza” e arricchito con una nuova sezione riguardante il settore dei lavori stradali. Sono oltre 20 anni che questa iniziativa si ripete con cadenze periodiche e allarga il suo consenso. Diventa quindi importante riconoscere il merito della lungimiranza a coloro che diedero vita a questa pubblicazione, utile per le imprese e che da sempre caratterizza qualitativamente l’attività del Comitato Paritetico Territoriale. Ribadiamo ancora una volta che il manuale è stato progettato e redatto in modo da rendere la consultazione rapida, chiara e sintetica. Si è data evidenza ai riferimenti legislativi più importanti ed ai vari adempimenti burocratici cui sono tenuti i vari soggetti nei confronti degli enti di riferimento. Infine, sono state aggiunte numerose illustrazioni che, attraverso esempi pratici, possono semplificare l’ applicazioni delle norme. I rappresentanti delle Associazioni di Categoria Imprenditoriali e dalle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori che hanno la responsabilità di definire le linee di indirizzo dell’attività Comitato Paritetico Territoriale, intendono offrire, con questa opera, uno strumento utile allo sviluppo della cultura della sicurezza quale valore etico dell’impresa e del lavoro. E’ con piacere che ringraziamo tutti coloro che hanno offerto la loro utile collaborazione.

Il Vice Presidente Angelo Ribelli

Il Presidente Paolo Biancardi

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A cura dei tecnici del Comitato Paritetico Territoriale di Mantova: Buda geom. Giampaolo Pagliari geom. Tiziano

Fonti -

Linee guida ISPESL Banca dati Indicitalia Normativa CEI ASL Mantova – Unità di ricerca EPM – Regione Lombardia Gruppo di Lavoro del CRCPT della Regione Lombardia Comitato Paritetico Territoriale di Torino Azienda ULSS 12 Veneziana – Dipartimento di prevenzione SPISAL

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DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 TESTO UNICO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. TITOLO I – PRINCIPI COMUNI Articolo 2 - Definizioni 1. Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo si intende per:

a) «lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell’ente stesso; l’associato in partecipazione di cui all’articolo 2549, e seguenti del codice civile; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui all’articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle leggi regionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; il lavoratore di cui al decreto legislativo 1° dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni;

b) «datore di lavoro»: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo;

c) «azienda»: il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato; d) «dirigente»: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa;

e) «preposto»: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;

f) «responsabile del servizio di prevenzione e protezione»: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

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g) «addetto al servizio di prevenzione e protezione»: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32, facente parte del servizio di cui alla lettera l);

h) «medico competente»: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui all’articolo 38, che collabora, secondo quanto previsto all’articolo 29, comma 1, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al presente decreto; i) «rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»: persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro;

l) «servizio di prevenzione e protezione dai rischi»: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori;

m) «sorveglianza sanitaria»: insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa;

n) «prevenzione»: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno; o) «salute»: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità;

p) «sistema di promozione della salute e sicurezza»: complesso dei soggetti istituzionali che concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori;

q) «valutazione dei rischi»: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza; r) «pericolo»: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni;

s) «rischio»: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione;

t) «unità produttiva»: stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale;

u) «norma tecnica»: specifica tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale, da un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione, la cui osservanza non sia obbligatoria; v) «buone prassi»: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro, elaborate e raccolte dalle regioni, dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL), dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dagli organismi paritetici di cui all’articolo 51, validate dalla Commissione consultiva permanente di cui all’articolo 6, previa istruttoria tecnica dell’ISPESL, che provvede a assicurarne la più ampia diffusione;

z) «linee guida»: atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza predisposti dai ministeri, dalle regioni, dall’ISPESL e dall’INAIL e approvati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;

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aa) «formazione»: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi; bb) «informazione»: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro; cc) «addestramento»: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro;

dd) «modello di organizzazione e di gestione»: modello organizzativo e gestionale per la definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agli articoli 589 e 590, terzo comma, del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro;

ee) «organismi paritetici»: organismi costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, quali sedi privilegiate per: la programmazione di attività formative e l’elaborazione e la raccolta di buone prassi a fini prevenzionistici; lo sviluppo di azioni inerenti alla salute e alla sicurezza sul lavoro; la l’assistenza alle imprese finalizzata all’attuazione degli adempimenti in materia; ogni altra attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento; ff) «responsabilità sociale delle imprese»: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle aziende e organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.

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Articolo 15 - Misure generali di tutela 1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono: a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza; b) la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro; c) l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico; d) il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo; e) la riduzione dei rischi alla fonte; f) la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso; g) la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio; h) l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro; i) la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; l) il controllo sanitario dei lavoratori; m) l’allontanamento del lavoratore dall’esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona e l’adibizione, ove possibile, ad altra mansione; n)l’informazione e formazione adeguate per i lavoratori; o) l’informazione e formazione adeguate per dirigenti e i preposti; p) l’informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; q) l’istruzioni adeguate ai lavoratori; r) la partecipazione e consultazione dei lavoratori; s) la partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; t) la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l’adozione di codici di condotta e di buone prassi; u) le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato; v)l’ uso di segnali di avvertimento e di sicurezza; z) la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti. 2. Le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori.

Articolo 17 - Obblighi del datore di lavoro non delegabili 1. Il datore di lavoro non può delegare le seguenti attività: a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’articolo 28; b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

Articolo 18 - Obblighi del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di cui all’articolo 3, e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: a) nominare il medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal presente decreto legislativo. b) designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza; c) nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza; d) fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, ove presente; e) prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; f) richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione;

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g) inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria e richiedere al medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico nel presente decreto; g-bis) nei casi di sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41, comunicare tempestivamente al medico competente la cessazione del rapporto di lavoro; h) adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; i) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; l) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37; m) astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave e immediato; n) consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute; o) consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di questi e per l'espletamento della sua funzione, copia del documento di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a), anche su supporto informatico come previsto dall'articolo 53, comma 5, nonché consentire al medesimo rappresentante di accedere ai dati di cui alla lettera r). Il documento è consultato esclusivamente in azienda; p) elaborare il documento di cui all’articolo 26, comma 3, e, su richiesta di questi e per l’espletamento della sua funzione, consegnarne tempestivamente copia ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; q) prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l'ambiente esterno verificando periodicamente la perdurante assenza di rischio; r) comunicare in via telematica all’INAIL e all’IPSEMA, nonché per loro tramite, al sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro di cui all’articolo 8, entro 48 ore dalla ricezione del certificato medico, a fini statistici e informativi, i dati e le informazioni relativi agli infortuni sul lavoro che comportino l’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento e, a fini assicurativi, quelli relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza al lavoro superiore a tre giorni. L’obbligo di comunicazione degli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni si considera comunque assolto per mezzo della denuncia di cui all’articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124; s) consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nelle ipotesi di cui all’articolo 50; t) adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato, secondo le disposizioni di cui all’articolo 43. Tali misure devono essere adeguate alla natura dell’attività, alle dimensioni dell’azienda o dell’unità produttiva, e al numero delle persone presenti; u) nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto e di subappalto, munire i lavoratori di apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro; v) nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, convocare la riunione periodica di cui all’articolo 35; z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione; aa) comunicare in via telematica all’INAIL e all’IPSEMA, nonché per loro tramite, al sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro di cui all’articolo 8, in caso di nuova elezione o designazione, i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; in fase di prima applicazione l’obbligo di cui alla presente lettera riguarda i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori già eletti o designati; bb) vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità. 1-bis. L’obbligo di cui alla lettera r) del comma 1, relativo alla comunicazione a fini statistici e informativi dei dati relativi agli infortuni che comportano l’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento, decorre dalla scadenza del termine di sei mesi dall’adozione del decreto interministeriale di cui all’articolo 8, comma 4. 2. Il datore di lavoro fornisce al servizio di prevenzione e protezione ed al medico competente informazioni in merito a: a) la natura dei rischi; b) l’organizzazione del lavoro, la programmazione e l’attuazione delle misure preventive e protettive;

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c) la descrizione degli impianti e dei processi produttivi; d) i dati di cui al comma 1, lettera r e quelli relativi alle malattie professionali; e) i provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza. 3. Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, ai sensi del presente decreto legislativo, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dell’amministrazione tenuta, per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tale caso gli obblighi previsti dal presente decreto legislativo, relativamente ai predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti o funzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del loro adempimento all’amministrazione competente o al soggetto che ne ha l’obbligo giuridico. 3-bis. Il datore di lavoro e i dirigenti sono tenuti altresì a vigilare in ordine all’adempimento degli obblighi di cui agli articoli 19, 20, 22, 23, 24 e 25 del presente decreto, ferma restando l’esclusiva responsabilità dei soggetti obbligati ai sensi dei medesimi articoli qualora la mancata attuazione dei predetti obblighi sia addebitabile unicamente agli stessi e non sia riscontrabile un difetto di vigilanza del datore di lavoro e dei dirigenti.

Articolo 55 - Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente 1. E’ punito con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro il datore di lavoro: a)per la violazione dell’articolo 29, comma 1; b) che non provvede alla nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione ai sensidell’articolo 17, comma 1, lettera b), o per la violazione dell’articolo 34, comma 2; 2. Nei casi previsti al comma 1, lettera a), si applica la pena dell’arresto da quattro a otto mesi se la violazione è commessa: a) nelle aziende di cui all’articolo 31, comma 6, lettere a), b), c), d), f) e g); b) in aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi biologici di cui all’articolo 268, comma 1, lettere c) e d), da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, e da attività di manutenzione, rimozione smaltimento e bonifica di amianto; c) per le attività disciplinate dal Titolo IV caratterizzate dalla compresenza di più imprese e la cui entità presunta di lavoro non sia inferiore a 200 uomini-giorno. 3. E’ punito con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro il datore di lavoro che adotta il documento di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), in assenza degli elementi di cui all’articolo 28, comma 2, lettere b), c) o d), o senza le modalità di cui all’articolo 29, commi 2 e 3. 4. E’ punito con l’ammenda da 1.000 a 2.000 euro il datore di lavoro che adotta il documento di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), in assenza degli elementi di cui all’articolo 28, comma 2, lettere a), primo periodo, ed f). 5. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 750 a 4.000 euro per la violazione degli articoli 3, comma 12-bis, 18, comma 1, lettera o), 26, comma 1, lettera b), 43, commi 1, lettere a), b), c) ed e), e 4, 45, comma 1; b)con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione dell’articolo 26, comma 1, lettera a); c)con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.200 a 5.200 euro per la violazione dell’articolo 18, comma 1, lettere c), e), f) e q), 36, commi 1 e 2, 37, commi 1, 7, 9 e 10, 43, comma 1, lettere d) ed e-bis), 46, comma 2; d) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.500 a 6.000 euro per la violazione degli articoli 18, comma 1, lettere a), d) e z) prima parte, e 26, commi 2 e 3, primo periodo. Medesima pena si applica al soggetto che viola l’articolo 26, commi 3, quarto periodo, o 3-ter. e) con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro per la violazione degli articoli 18, comma 1, lettere g), n), p), seconda parte, s) e v), 35, comma 4; f)con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 6.600 euro per la violazione degli articoli 29, comma 4, 35, comma 2, 41, comma 3; g) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 4.500 euro per la violazione dell’articolo 18, comma 1, lettere r), con riferimento agli infortuni superiori ai tre giorni, bb), e comma 2; h) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 1.800 euro per la violazione dell’articolo 18, comma 1, lettere g-bis) e r), con riferimento agli infortuni superiori ad un giorno, e dell’articolo 25, comma 1, lettera e), secondo periodo, e dell’articolo 35, comma 5; i) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 500 euro per ciascun lavoratore, in caso di violazione dell’articolo 26, comma 8; l) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro in caso di violazione dell’articolo 18, comma 1, lettera aa).

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6. L’applicazione della sanzione di cui al comma 5, lettera g), con riferimento agli infortuni superiori ai tre giorni, esclude l’applicazione delle sanzioni conseguenti alla violazione dell’articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124

Articolo 19 - Obblighi del preposto 1. In riferimento alle attività indicate all’articolo 3, i preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono: a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti; b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato; f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta; g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37.

Articolo 56 - Sanzioni per il preposto 1. Con riferimento a tutte le disposizioni del presente decreto, i preposti, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze, sono puniti: a) con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda da 400 a 1.200 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere a), c), e) ed f); b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 800 euro per la violazione dell’articolo 19, comma 1, lettere b), d) e g).

Articolo 20 - Obblighi dei lavoratori 1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. 2. I lavoratori devono in particolare: a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale; c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e, nonché i dispositivi di sicurezza; d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione; e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo; g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; i) sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal medico competente. 3. I lavoratori di aziende che svolgono attività in regime di appalto o subappalto, devono esporre apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e

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l’indicazione del datore di lavoro. Tale obbligo grava anche in capo ai lavoratori autonomi che esercitano direttamente la propria attività nel medesimo luogo di lavoro, i quali sono tenuti a provvedervi per proprio conto.

Articolo 59 - Sanzioni per i lavoratori 1. I lavoratori sono puniti: a) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 600 euro per la violazione dell’articolo 20, comma 2, lett. b), c), d), e), f), g), h) ed i), e 43, comma 3, primo periodo; b) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 300 euro per la violazione dell’articolo 20 comma 3.

Articolo 47 - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 1. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è istituito a livello territoriale o di comparto, aziendale e di sito produttivo. L’elezione dei rappresentanti per la sicurezza avviene secondo le modalità di cui al comma 6 2. In tutte le aziende, o unità produttive, è eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. 3. Nelle aziende o unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è di norma eletto direttamente dai lavoratori al loro interno oppure è individuato per più aziende nell’ambito territoriale o del comparto produttivo secondo quanto previsto dall’articolo 48. 4. Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda. In assenza di tali rappresentanze, il rappresentante è eletto dai lavoratori della azienda al loro interno. 5. Il numero, le modalità di designazione o di elezione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, nonché il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti per l’espletamento delle funzioni sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva. 6. L’elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali, territoriali o di comparto, salvo diverse determinazioni in sede di contrattazione collettiva, avviene di norma in corrispondenza della giornata nazionale per la salute e sicurezza sul lavoro, individuata, nell’ambito della settimana europea per la salute e sicurezza sul lavoro, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministro della salute, sentite le confederazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Con il medesimo decreto sono disciplinate le modalità di attuazione del presente comma. 7. In ogni caso il numero minimo dei rappresentanti di cui al comma 2 è il seguente:a) un rappresentante nelle aziende ovvero unità produttive sino a 200 lavoratori; b) tre rappresentanti nelle aziende ovvero unità produttive da 201 a 1.000 lavoratori;c) sei rappresentanti in tutte le altre aziende o unità produttive oltre i 1.000 lavoratori. In tali aziende il numero dei rappresentanti è aumentato nella misura individuata dagli accordi interconfederali o dalla contrattazione collettiva. 8. Qualora non si proceda alle elezioni previste dai commi 3 e 4, le funzioni di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono esercitate dai rappresentanti di cui agli articoli 48 e 49, salvo diverse intese tra le associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Articolo 48 - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale 1. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale di cui all’articolo 47, comma 3, esercita le competenze del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di cui all’articolo 50 e i termini e con le modalità ivi previste con riferimento a tutte le aziende o unità produttive del territorio o del comparto di competenza nelle quali non sia stato eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. 2. Le modalità di elezione o designazione del rappresentante di cui al comma 1 sono individuate dagli accordi collettivi nazionali, interconfederali o di categoria, stipulati dalle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. In mancanza dei predetti

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accordi, le modalità di elezione o designazione sono individuate con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sentite le associazioni di cui al presente comma. 3. Tutte le aziende o unità produttive nel cui ambito non è stato eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza partecipano al Fondo di cui all’articolo 52. Con uno o più accordi interconfederali stipulati a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative vengono individuati settori e attività, oltre all’edilizia, nei quali, in ragione della presenza di adeguati sistemi di rappresentanza dei lavoratori in materia di sicurezza o di pariteticità, le aziende o unità produttive, a condizione che aderiscano a tali sistemi di rappresentanza o di pariteticità, non siano tenute a partecipare al Fondo di cui all’articolo 52. 4. Per l’esercizio delle proprie attribuzioni, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale accede ai luoghi di lavoro nel rispetto delle modalità e del termine di preavviso individuati dagli accordi di cui al comma 2. Il termine di preavviso non opera in caso di infortunio grave. In tale ultima ipotesi l’accesso avviene previa segnalazione all’organismo paritetico. 5. Ove l’azienda impedisca l’accesso, nel rispetto delle modalità di cui al presente articolo, al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale, questi lo comunica all’organismo paritetico o, in sua mancanza, all’organo di vigilanza territorialmente competente. 6. L’organismo paritetico o, in mancanza, il Fondo di cui all’articolo 52 comunica alle aziende e ai lavoratori interessati il nominativo del rappresentante della sicurezza territoriale. 7. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale ha diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi. Le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva secondo un percorso formativo di almeno 64 ore iniziali, da effettuarsi entro 3 mesi dalla data di elezione o designazione, e 8 ore di aggiornamento annuale. 8. L’esercizio delle funzioni di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale è incompatibile con l’esercizio di altre funzioni sindacali operative.

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TITOLO IV – CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI Articolo 89 - Definizioni 1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente capo si intendono per: a) cantiere temporaneo o mobile, di seguito denominato: "cantiere": qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile il cui elenco è riportato nell’ ALLEGATO X. b) committente: il soggetto per conto del quale l'intera opera viene realizzata, indipendentemente da eventuali frazionamenti della sua realizzazione. Nel caso di appalto di opera pubblica, il committente è il soggetto titolare del potere decisionale e di spesa relativo alla gestione dell'appalto; c) responsabile dei lavori: soggetto che può essere incaricato dal committente per svolgere i compiti ad esso attribuiti dal presente decreto; nel campo di applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il responsabile dei lavori è il responsabile del procedimento; d) lavoratore autonomo: persona fisica la cui attività professionale contribuisce alla realizzazione dell'opera senza vincolo di subordinazione; e) coordinatore in materia di sicurezza e di salute durante la progettazione dell'opera, di seguito denominato coordinatore per la progettazione: soggetto incaricato, dal committente o dal responsabile dei lavori, dell'esecuzione dei compiti di cui all'articolo 91; f) coordinatore in materia di sicurezza e di salute durante la realizzazione dell'opera, di seguito denominato coordinatore per l'esecuzione dei lavori: soggetto incaricato, dal committente o dal responsabile dei lavori, dell'esecuzione dei compiti di cui all'articolo 92, che non può essere il datore di lavoro delle imprese affidatarie ed esecutrici o un suo dipendente o il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) da lui designato; Le incompatibilità di cui al precedente periodo non operano in caso di coincidenza fra committente e impresa esecutrice; g) uomini-giorno: entità presunta del cantiere rappresentata dalla somma delle giornate lavorative prestate dai lavoratori, anche autonomi, previste per la realizzazione dell'opera; h) piano operativo di sicurezza: il documento che il datore di lavoro dell'impresa esecutrice redige, in riferimento al singolo cantiere interessato, ai sensi dell'articolo 17 comma 1, lettera a), i cui contenuti sono riportati nell’ ALLEGATO XV; i) impresa affidataria: impresa titolare del contratto di appalto con il committente che, nell’esecuzione dell’opera appaltata, può avvalersi di imprese subappaltatrici o di lavoratori autonomi ; Nel caso in cui titolare del contratto di appalto sia un consorzio tra imprese che svolga la funzione di promuovere la partecipazione delle imprese aderenti agli appalti pubblici o privati, anche privo di personale deputato alla esecuzione dei lavori, l’impresa affidataria è l’impresa consorziata assegnataria dei lavori oggetto del contratto di appalto individuata dal consorzio nell’atto di assegnazione dei lavori comunicato al committente o, in caso di pluralità di imprese consorziate assegnatarie di lavori, quella indicata nell’atto di assegnazione dei lavori come affidataria, sempre che abbia espressamente accettato tale individuazione; i-bis) impresa esecutrice: impresa che esegue un’opera o parte di essa impegnando proprie risorse umane e materiali l) idoneità tecnico-professionale: possesso di capacità organizzative, nonché disponibilità di forza lavoro, di macchine e di attrezzature, in riferimento ai lavori da realizzare.

Articolo 90 - Obblighi del committente o del responsabile dei lavori 1. Il committente o il responsabile dei lavori, nelle fasi di progettazione dell’opera, si attiene ai principi e alle misure generali di tutela di cui all’articolo 15, in particolare: a) al momento delle scelte architettoniche, tecniche ed organizzative, onde pianificare i vari lavori o fasi di lavoro che si svolgeranno simultaneamente o successivamente; b) all'atto della previsione della durata di realizzazione di questi vari lavori o fasi di lavoro.

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1-bis. Per i lavori pubblici l’attuazione di quanto previsto al comma 1 avviene nel rispetto dei compiti attribuiti al responsabile del procedimento e al progettista. 2. Il committente o il responsabile dei lavori, nella fase della progettazione dell'opera, prende in considerazione i documenti di cui all'articolo 91, comma 1, lettere a) e b). 3. Nei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea, il committente, anche nei casi di coincidenza con l’impresa esecutrice, o il responsabile dei lavori, contestualmente all'affidamento dell'incarico di progettazione, designa il coordinatore per la progettazione. 4. Nei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea, il committente o il responsabile dei lavori, prima dell'affidamento dei lavori, designa il coordinatore per l'esecuzione dei lavori, in possesso dei requisiti di cui all'articolo 98. 5. La disposizione di cui al comma 4 si applica anche nel caso in cui, dopo l'affidamento dei lavori a un'unica impresa, l'esecuzione dei lavori o di parte di essi sia affidata a una o più imprese. 6. Il committente o il responsabile dei lavori, qualora in possesso dei requisiti di cui all'articolo 98, ha facoltà di svolgere le funzioni sia di coordinatore per la progettazione sia di coordinatore per l'esecuzione dei lavori. 7. Il committente o il responsabile dei lavori comunica alle imprese affidatarie, alle imprese esecutrici e ai lavoratori autonomi il nominativo del coordinatore per la progettazione e quello del coordinatore per l'esecuzione dei lavori. Tali nominativi sono indicati nel cartello di cantiere. 8. Il committente o il responsabile dei lavori ha facoltà di sostituire in qualsiasi momento, anche personalmente, se in possesso dei requisiti di cui all'articolo 98, i soggetti designati in attuazione dei commi 3 e 4. 9. Il committente o il responsabile dei lavori, anche nel caso di affidamento dei lavori ad un'unica impresa o ad un lavoratore autonomo: a) verifica l'idoneità tecnico-professionale delle imprese affidatarie, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione alle funzioni o ai lavori da affidare, con le modalità di cui all’ ALLEGATO XVII. Nei cantieri la cui entità presunta è inferiore a 200 uomini-giorno e i cui lavori non comportano rischi particolari di cui all’ ALLEGATO XI, il requisito di cui al periodo che precede si considera soddisfatto mediante presentazione da parte delle imprese e dei lavoratori autonomi del certificato di iscrizione alla Camera di commercio, industria e artigianato e del documento unico di regolarità contributiva, corredato da autocertificazione in ordine al possesso degli altri requisiti previsti dall’ ALLEGATO XVII; b) chiede alle imprese esecutrici una dichiarazione dell'organico medio annuo, distinto per qualifica, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori effettuate all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), all'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (INAIL) e alle casse edili, nonché una dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti. Nei cantieri la cui entità presunta è inferiore a 200 uomini-giorno e i cui lavori non comportano rischi particolari di cui all’ ALLEGATO XI, il requisito di cui al periodo che precede si considera soddisfatto mediante presentazione da parte delle imprese del documento unico di regolarità contributiva fatto salvo quanto previsto dall’art.16-bis, comma 10, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e dell’autocertificazione relativa al contratto collettivo applicato; c)Trasmette all’amministrazione concedente, prima dell’inizio dei lavori oggetto del permesso di costruire o della denuncia di inizio attività, copia della notifica preliminare di cui all’articolo 99, il documento unico di regolarità contributiva delle imprese e dei lavoratori autonomi, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 16-bis, comma 10, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e una dichiarazione attestante l’avvenuta verifica della ulteriore documentazione di cui alle lettere a) e b). 10. In assenza del piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 100 o del fascicolo di cui all’articolo 91, comma 1, lettera b), quando previsti, oppure in assenza di notifica di cui all’articolo 99, quando prevista oppure in assenza del documento unico di regolarità contributiva delle imprese o dei lavoratori autonomi, è sospesa l’efficacia del titolo abilitativo. L’organo di vigilanza comunica l’inadempienza all’amministrazione concedente. 11. In caso di lavori privati la disposizione di cui al comma 3 non si applica ai lavori non soggetti a permesso di costruire. Si applica in ogni caso quanto disposto dall’articolo 92, comma 2.

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Articolo 101 - Obblighi di trasmissione 1. Il committente o il responsabile dei lavori trasmette il piano di sicurezza e di coordinamento a tutte le imprese invitate a presentare offerte per l'esecuzione dei lavori. In caso di appalto di opera pubblica si considera trasmissione la messa a disposizione del piano a tutti i concorrenti alla gara di appalto.

Articolo 157 - Sanzioni per i committenti e i responsabili dei lavori 1. Il committente o il responsabile dei lavori sono puniti: a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 90, commi 3, 4 e 5; b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione dell’articolo 90, comma 9, lettera a), 93, comma 2, e 100, comma 6-bis; c) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.200 a 3.600 euro per la violazione dell’articolo 101, comma 1, primo periodo; d) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.00 a 1.800 euro per la violazione dell’articolo 90, commi 7 e 9, lettera c), 101, comma 1, primo periodo.

Articolo 96 - Obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti 1. I datori di lavoro delle imprese affidatarie e delle imprese esecutrici, anche nel caso in cui nel cantiere operi una unica impresa, anche familiare o con meno di dieci addetti: a) adottano le misure conformi alle prescrizioni di cui all' ALLEGATO XIII; b) predispongono l'accesso e la recinzione del cantiere con modalità chiaramente visibili e individuabili; c) curano la disposizione o l’accatastamento di materiali o attrezzature in modo da evitarne il crollo o il ribaltamento; d) curano la protezione dei lavoratori contro le influenze atmosferiche che possono compromettere la loro sicurezza e la loro salute; e) curano le condizioni di rimozione dei materiali pericolosi, previo, se del caso, coordinamento con il committente o il responsabile dei lavori; f) curano che lo stoccaggio e l'evacuazione dei detriti e delle macerie avvengano correttamente; g) redigono il piano operativo di sicurezza di cui all'articolo 89, comma 1, lettera h). 1-bis. La previsione di cui al comma 1, lettera g), non si applica alle mere forniture di materiali o attrezzature. In tali casi trovano comunque applicazione le disposizioni di cui all’articolo 26 del presente decreto 2. L'accettazione da parte di ciascun datore di lavoro delle imprese del piano di sicurezza e di coordinamento di cui all'articolo 100 nonché la redazione del piano operativo di sicurezza costituiscono, limitatamente al singolo cantiere interessato, adempimento alle disposizioni di cui all'articolo 17 comma 1, lettera a), all’articolo 26, commi 1, lettera b), 2, 3, e 5, e all’articolo 29, comma 3.

Articolo 97 - Obblighi del datore di lavoro dell’impresa affidataria 1. Il datore di lavoro dell’impresa affidataria verifica le condizioni di sicurezza dei lavori affidati e l’applicazione delle disposizioni e delle prescrizioni del piano di sicurezza e coordinamento. 2. Gli obblighi derivanti dall’articolo 26, fatte salve le disposizioni di cui all’articolo 96, comma 2, sono riferiti anche al datore di lavoro dell’impresa affidataria. Per la verifica dell’idoneità tecnico professionale si fa riferimento alle modalità di cui all’ ALLEGATO XVII. 3. Il datore di lavoro dell’impresa affidataria deve, inoltre: a) coordinare gli interventi di cui agli articoli 95 e 96; b) verificare la congruenza dei piani operativi di sicurezza (POS) delle imprese esecutrici rispetto al proprio, prima della trasmissione dei suddetti piani operativi di sicurezza al coordinatore per l’esecuzione. 3 -bis. In relazione ai lavori affidati in subappalto, ove gli apprestamenti, gli impianti e le altre attività di cui al punto 4 dell’allegato XV siano effettuati dalle imprese esecutrici, l’impresa affidataria corrisponde ad esse senza alcun ribasso i relativi oneri della sicurezza.

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3-ter) Per lo svolgimento delle attività di cui al presente articolo, il datore di lavoro dell’impresa affidataria, i dirigenti e i preposti devono essere in possesso di adeguata formazione.

Articolo 159 - Sanzioni per i datori di lavoro, e dirigenti 1. Il datore di lavoro è punito con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione dell’articolo 96, comma 1, lettera g); si applica la pena dell’arresto da 4 a 8 mesi o l’ammenda da 2.000 a 8.000 euro se la violazione è commessa in cantieri temporanei o mobili in cui l’impresa svolga lavorazioni in presenza di rischi particolari, individuati in base all’allegato XI; si applica la pena dell’ammenda da 2.000 a 4.000 euro se il piano operativo di sicurezza è redatto in assenza di uno o più degli elementi di cui all’allegato XV. 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148; b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettere. a), b), c), d), e) ed f), e 97, commi 3 e 3-ter, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate; d) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 1.800 euro per la violazione degli articoli 100, comma 4, e 101, commi 2 e 3. 3. La violazione di più precetti riconducibili alla categoria omogenea di requisiti di sicurezza relativi ai luoghi di lavoro di cui all’allegato XIII, nella parte relativa alle “Prescrizioni per i servizi igienicoassistenziali a disposizione dei lavoratori nei cantieri”, punti 1, 2, 3, 4, 5 e 6, e nella parte relativa alle “Prescrizioni per i posti di lavoro nei cantieri” per i punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8, è considerata una unica violazione ed è punita con la pena prevista dal comma 2, lettera c). L’organo di vigilanza è tenuto a precisare in ogni caso, in sede di contestazione, i diversi precetti violati.

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DOCUMENTAZIONE DI CANTIERE Qui di seguito viene riportato un elenco, non esaustivo, della principale documentazione da tenere in cantiere, quando necessaria, e da esibire in caso di controlli da parte degli Organi di vigilanza:

Piano di Sicurezza e Coordinamento – PSC Fascicolo Tecnico Piano Sostitutivo di Sicurezza – PSS ( solo per appalti pubblici in assenza del PSC ) Piano Operativo di Sicurezza - POS Piano di lavoro per lavori che prevedono la rimozione di materiali contenenti amianto e relativo nulla-osta Notifica Preliminare Documento Unico Valutazione Rischi Interferenti - DUVRI Documento Unico di Regolarità Contributiva – DURC ( non obbligatoriamente in cantiere ) Tesserino di riconoscimento Segnalazione all’esercente di energia elettrica delle procedure/protezioni adottate per lavori effettuati in vicinanza di linee elettriche Registro di carico e scarico rifiuti e copia MUD Richiesta di deroga per l’eventuale superamento dei limiti del livello del rumore nei centri abitati Schede tossicologiche delle sostanze e prodotti usati in cantiere Scheda di manutenzione periodica dei dispositivi antincendio ( estintori ) Documentazione relativa alla presenza di imprese o lavoratori autonomi in subappalto Denuncia inizio lavori all’INAIL

Documentazione degli apparecchi di sollevamento

Dichiarazione di conformità CE Denuncia di messa in servizio/immatricolazione all’INAIL Richiesta di prima verifica all’INAIL per apparecchi di sollevamento con portata superiore a 200 kg. Libretto di uso e manutenzione Richiesta di verifica periodica annuale per apparecchi di sollevamento con portata superiore a 200 kg., all’ASL competente per territorio o relativo verbale Documento di controllo iniziale ad ogni montaggio Registro di controllo Certificazione del radiocomando per apparecchi di sollevamento, con relativa comunicazione di installazione all’INAIL Piano di coordinamento per l’interferenza fra più apparecchi di sollevamento Dichiarazione di corretta installazione di apparecchio di sollevamento Relazione di calcolo delle basi di appoggio degli apparecchi di sollevamento Eventuali autorizzazioni e prescrizioni di enti terzi

Documentazione di macchine/attrezzature e DPI

Dichiarazione di conformità CE Documento relativo a attrezzature non CE Libretto di istruzioni, uso e manutenzione Verifiche di manutenzione Registro di controllo ove previsto Documento di controllo iniziale ad ogni montaggio Certificazioni di componenti/accessori di impianti, attrezzature e macchine

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Documentazione dell’impianto elettrico e di messa a terra

Dichiarazione di conformità degli impianti elettrici, di messa a terra e contro le scariche atmosferiche redatta dall’elettricista comprensiva di schema dell’impianto e relazione sulla tipologia dei materiali e componenti usati per la realizzazione Copia dei modelli di trasmissione della dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico, di terra e contro le scariche atmosferiche agli Organi competenti Calcolo della probabilità di fulminazione contro le scariche atmosferiche Richiesta di verifica periodica biennale dell’impianto di messa a terra e contro le scariche atmosferiche Verbali di verifica degli impianti di messa a terra e contro le scariche atmosferiche

Documentazione relativa ai ponteggi

Libretto di Autorizzazione Ministeriale Piano Montaggio, Uso e Smontaggio - Pi.M.U.S. Progetto e calcolo del ponteggio Libretto e verifiche di manutenzione delle macchine per ponti sospesi con relativi argani Libretto e verifiche di manutenzione delle macchine per ponti mobili su carro Libretto ponte autosollevante con disegno esecutivo per montaggio e progetto eseguito da tecnico abilitato per strutture oltre 20 mt. di altezza Copia del libretto del ponte su ruote

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ALLEGATO XV del D.Lgs 81/08 3.2. - Contenuti minimi del piano operativo di sicurezza 3.2.1. Il POS é redatto a cura di ciascun datore di lavoro delle imprese esecutrici, ai sensi dell’articolo 17 del presente decreto, e successive modificazioni, in riferimento al singolo cantiere interessato; esso contiene almeno i seguenti elementi: a) i dati identificativi dell'impresa esecutrice, che comprendono: 1) il nominativo del datore di lavoro, gli indirizzi ed i riferimenti telefonici della sede legale e degli uffici di cantiere; 2) la specifica attività e le singole lavorazioni svolte in cantiere dall'impresa esecutrice e dai lavoratori autonomi subaffidatari; 3) i nominativi degli addetti al pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori e, comunque, alla gestione delle emergenze in cantiere, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, aziendale o territoriale, ove eletto o designato; 4) il nominativo del medico competente ove previsto; 5) il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione; 6) i nominativi del direttore tecnico di cantiere e del capocantiere; 7) il numero e le relative qualifiche dei lavoratori dipendenti dell'impresa esecutrice e dei lavoratori autonomi operanti in cantiere per conto della stessa impresa; b) le specifiche mansioni, inerenti la sicurezza, svolte in cantiere da ogni figura nominata allo scopo dall'impresa esecutrice; c) la descrizione dell'attività di cantiere, delle modalità organizzative e dei turni di lavoro; d) l'elenco dei ponteggi, dei ponti su ruote a torre e di altre opere provvisionali di notevole importanza, delle macchine e degli impianti utilizzati nel cantiere; e) l'elenco delle sostanze e preparati pericolosi utilizzati nel cantiere con le relative schede di sicurezza; f) l'esito del rapporto di valutazione del rumore; g) l'individuazione delle misure preventive e protettive, integrative rispetto a quelle contenute nel PSC quando previsto, adottate in relazione ai rischi connessi alle proprie lavorazioni in cantiere; h) le procedure complementari e di dettaglio, richieste dal PSC quando previsto; i) l'elenco dei dispositivi di protezione individuale forniti ai lavoratori occupati in cantiere; l) la documentazione in merito all'informazione ed alla formazione fornite ai lavoratori occupati in cantiere. 3.2.2. Ove non sia prevista la redazione del PSC, il PSS, quando previsto, é integrato con gli elementi del POS.

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CARTELLI O TABELLE DI CANTIERE Legge 11.02.94, n. 109 - Circ.Min. 1729/UL del 01.06.90

All’esterno dei cantieri di lavoro per opere pubbliche deve essere esposto un cartello informativo avente dimensione non inferiore a mt. 1,00 (larghezza) per mt. 2,00 (altezza) recante i seguenti dati :

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Amministrazione Centrale ..................................................................................................………. Ufficio competente ..............................................................................................................…….. Titolo generale dell’opera ....................................................................................................……… Immagini e/o grafici illustrativi dell’opera (quando tecnicamente possibile) :

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Titolo del lavoro in appalto ..................................................................................................……… Immagini e/o grafici illustrativi del lavoro in appalto (quando tecnicamente possibile) :

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Estremi della legge o del piano ............................................................................................. Concessionario dell’opera ..................................................................................................... Impresa/e esecutrice/i (compresi i dati di iscrizione all’A.N.C. per categorie ed importi oppure di iscrizione alla C.C.I.A.A.).......................................................................……………………………………. Importo complessivo dei lavori ...........................................................................................………. Data di consegna dei lavori ..................................................................................................…….. Progettista .............................................................................................................................…. Assitente tecnico ..................................................................................................................……. Direttore del cantiere ...........................................................................................................…….. Direttore dei lavori ...............................................................................................................……. Ingegnere capo ......................................................................................................................…. Responsabile Unico del Procedimento ………………………………………………………………………………………. Coordinatore per la progettazione…………………………………………………………………………………………….. Coordinatore per l’esecuzione dei lavori…………………………………………………………………………………….. Subaffidatario/i (compresi i dati di iscrizione allo A.N.C. per categorie ed importi oppure di iscrizione alla C.C.I.A.A.)...................................................................................... Spazio per aggiornamento dei dati o per comunicazioni al pubblico :

Regolamento edilizio comunale Art. 35 – Disciplina generale del cantiere da costruzione Nei cantieri edili, dove siano in esecuzione gli interventi disciplinati dal presente regolamento, deve essere affissa, in vista del pubblico, una tabella chiaramente leggibile di dimensioni di m. O,75x1,50 con l’indicazione degli estremi della concessione o autorizzazione edilizia, del titolare di essa, del nome dell’impresa assuntrice dei lavori, del responsabile del cantiere e del direttore dei lavori x x x x x x x x x x

COMMITTENTE ...................................................................................................................…….. PROGETTISTA .....................................................................................................................……. DIRETTORE DEI LAVORI ..................................................................................................……….. COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE ………………………………………………………………………………. COORDINATORE PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI……………………………………………………………………… RESPONSABILE DEI LAVORI ....................................................................................…………………. UBICAZIONE DEL CANTIERE…………………………………………………………………………………………………….. NATURA DEI LAVORI………………………………………………………………………………………………………………. CONCESSIONE O LICENZA EDILIZIA ( N. e Data )……………............................................................ IMPRESA COSTRUTTRICE CON INDIRIZZO E DATA .................................................……………………

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LUOGHI DI LAVORO LA RECINZIONE DEL CANTIERE EDILE Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Articolo 96 - Obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti 1. I datori di lavoro delle imprese affidatarie e delle imprese esecutrici, anche nel caso in cui nel cantiere operi una unica impresa, anche familiare o con meno di dieci addetti: b) predispongono l'accesso e la recinzione del cantiere con modalità chiaramente visibili e individuabili;

Art. 109 - Recinzione del cantiere 1. Il cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, deve essere dotato di recinzione avente caratteristiche idonee ad impedire l’accesso agli estranei alle lavorazioni

Articolo 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettere. a), b), c), d), e) ed f), e 97, commi 3 e 3-ter, nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

Dal Regolamento Edilizio comunale Art. 38 - Recinzioni provvisorie 38.1. Il titolare di autorizzazione o concessione edilizia, prima di dar corso a interventi su aree poste in fregio a spazi pubblici o aperti al pubblico, deve, previa denuncia all’Amministrazione Comunale, recingere provvisoriamente l’area impegnata dai lavori o, comunque, adottare i diversi accorgimenti tecnici secondo prescrizioni che saranno impartite dai competenti uffici comunali; la denuncia deve essere corredata dal nulla-osta degli enti esercenti le condutture e i cavi aerei e sotterranei interessati. 38.2. In ogni caso devono essere adottati provvedimenti atti a salvaguardare l’incolumità pubblica, ad assicurare il pubblico transito e ad evitare la formazione di ristagni d’acqua. Le porte ricavate nelle recinzioni provvisorie non devono aprirsi verso l’esterno e hanno da rimanere chiuse quando i lavori non sono in corso. Gli angoli sporgenti delle recinzioni o di altre strutture di cantiere devono essere dipinti per tutta la loro altezza a strisce bianche e rosse con vernice riflettente e muniti di segnale illuminato a luce rossa che deve rimanere acceso dal tramonto al levar del sole. 38.3. Le recinzioni provvisorie devono avere aspetto decoroso, essere alte almeno 2 m. e risultare non trasparenti. 38.4. Il titolare dell’autorizzazione o della concessione edilizia, quando le opere di chiusura comportino l’occupazione temporanea di area pubblica, deve preventivamente richiedere all’Amministrazione Comunale la relativa e formale concessione: se la recinzione racchiude manufatti che interessino servizi pubblici deve essere consentito pronto e libero accesso agli addetti a tali servizi.Quando sia necessario prolungare l’occupazione oltre il termine stabilito, il titolare dell’autorizzazione o della concessione edilizia ha l’obbligo di presentare almeno 15 giorni prima della scadenza, domanda di rinnovo della speciale concessione, indicando fa presumibile durata dell’ulteriore occupazione.

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Recinzione realizzata con struttura portante in legname e rete plastificata arancio

Recinzione metallica provvisoria cieca

Recinzione in legname cieca

Recinzione metallica provvisoria

Esempio accesso al cantiere

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VIABILITA’ Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Articolo 108 - Viabilità nei cantieri 1. Fermo restando quanto previsto al punto 1 dell’allegato XVIII, durante i lavori deve essere assicurata nei cantieri la viabilità delle persone e dei veicoli.

ALLEGATO XVIII del D.Lgs 81/08 1. Viabilità nei cantieri 1.1. Le rampe di accesso al fondo degli scavi di splateamento o di sbancamento devono avere una carreggiata solida, atta a resistere al transito dei mezzi di trasporto di cui è previsto l'impiego, ed una pendenza adeguata alla possibilità dei mezzi stessi. L’accesso pedonale al fondo dello scavo deve essere reso indipendente dall’accesso carrabile; solo nel caso in cui non fosse possibile realizzare tale accesso, la larghezza delle rampe deve essere tale da consentire un franco di almeno 70 centimetri, oltre la sagoma di ingombro del veicolo. Qualora nei tratti lunghi il franco venga limitato ad un solo lato, devono essere realizzate piazzuole o nicchie di rifugio ad intervalli non superiori a 20 metri lungo l'altro lato 1.2. I viottoli e le scale con gradini ricavati nel terreno o nella roccia devono essere provvisti di parapetto nei tratti prospicienti il vuoto quando il dislivello superi i 2 metri. 1.3. Le alzate dei gradini ricavati in terreno friabile devono essere sostenute, ove occorra, con tavole e paletti robusti o altri sistemi che garantiscano idonea stabilità. 1.4. Alle vie di accesso ed ai punti pericolosi non proteggibili devono essere apposte segnalazioni opportune e devono essere adottate le disposizioni necessarie per evitare la caduta di gravi dal terreno a monte dei posti di lavoro. 1.5. I luoghi destinati al passaggio e al lavoro non devono presentare buche o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito delle persone e dei mezzi di trasporto ed essere inoltre correttamente aerati ed illuminati. 1.6 Le vie ed uscite di emergenza devono restare sgombre e consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro. 1.7 In caso di pericolo i posti di lavoro devono poter essere evacuati rapidamente e in condizioni di massima sicurezza da parte dei lavoratori. 1.8 Il numero, la distribuzione e le dimensioni delle vie e delle uscite di emergenza dipendono dall’impiego, dall’attrezzatura e dalle dimensioni del cantiere e dei locali nonché dal numero massimo di persone che possono esservi presenti. 1.9 Le vie e le uscite di emergenza che necessitano di illuminazione devono essere dotate di una illuminazione di emergenza di intensità sufficiente in caso di guasto all’impianto.

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STECCATO

la larghezza delle rampe deve essere tale da consentire un franco di almeno 70 centimetri, oltre la sagoma di ingombro del veicolo

STECCATO

PIAZZOLE O NICCHIE

Qualora nei tratti lunghi il franco venga limitato ad un solo lato, devono essere realizzate piazzuole o nicchie di rifugio ad intervalli non superiori a 20 metri lungo l'altro lato

STECCATO

I viottoli e le scale con gradini ricavati nel terreno o nella roccia devono essere provvisti di parapetto nei tratti prospicienti il vuoto quando il dislivello superi i 2 metri.

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ALLEGATO IV, del D.Lgs 81/08 1.4. Vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi 1.4.1. Le vie di circolazione, comprese scale, scale fisse e banchine e rampe di carico, devono essere situate e calcolate in modo tale che i pedoni o i veicoli possano utilizzarle facilmente in piena sicurezza e conformemente alla loro destinazione e che i lavoratori operanti nelle vicinanze di queste vie di circolazione non corrano alcun rischio. 1.4.2. Il calcolo delle dimensioni delle vie di circolazione per persone ovvero merci dovrà basarsi sul numero potenziale degli utenti e sul tipo di impresa. 1.4.3. Qualora sulle vie di circolazione siano utilizzati mezzi di trasporto, dovrà essere prevista per i pedoni una distanza di sicurezza sufficiente. 1.4.4. Le vie di circolazione destinate ai veicoli devono passare ad una distanza sufficiente da porte, portoni, passaggi per pedoni, corridoi e scale. 1.4.5. Nella misura in cui l'uso e l'attrezzatura dei locali lo esigano per garantire la protezione dei lavoratori, il tracciato delle vie di circolazione deve essere evidenziato. 1.4.6. Se i luoghi di lavoro comportano zone di pericolo in funzione della natura del lavoro e presentano rischi di cadute dei lavoratori o rischi di cadute d'oggetti, tali luoghi devono essere dotati di dispositivi per impedire che i lavoratori non autorizzati possano accedere a dette zone. 1.4.7. Devono essere prese misure appropriate per proteggere i lavoratori autorizzati ad accedere alle zone di pericolo. 1.4.8. Le zone di pericolo devono essere segnalate in modo chiaramente visibile. 1.4.9. I pavimenti degli ambienti di lavoro e dei luoghi destinati al passaggio non devono presentare buche o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito delle persone e dei mezzi di trasporto. 1.4.10. I pavimenti ed i passaggi non devono essere ingombrati da materiali che ostacolano la normale circolazione. 1.4.11. Quando per evidenti ragioni tecniche non si possono completamente eliminare dalle zone di transito ostacoli fissi o mobili che costituiscono un pericolo per i lavoratori o i veicoli che tali zone devono percorrere, gli ostacoli devono essere adeguatamente segnalati.

1.8. Posti di lavoro e di passaggio e luoghi di lavoro esterni 1.8.1. I posti di lavoro e di passaggio devono essere idoneamente difesi contro la caduta o l'investimento di materiali in dipendenza dell'attività lavorativa. 1.8.2. Ove non sia possibile la difesa con mezzi tecnici, devono essere adottate altre misure o cautele adeguate. 1.8.3. I posti di lavoro, le vie di circolazione e altri luoghi o impianti all'aperto utilizzati od occupati dai lavoratori durante le loro attività devono essere concepiti in modo tale che la circolazione dei pedoni e dei veicoli può avvenire in modo sicuro. 1.8.4. Le disposizioni di cui ai punti 1.4.1, 1.4.2, 1.4.3, 1.4.4, 1.4.5, 1.4.6, 1.4.7, 1.4.8, sono altresì applicabili alle vie di circolazione principali sul terreno dell'impresa, alle vie di circolazione che portano a posti di lavoro fissi, alle vie di circolazione utilizzate per la regolare manutenzione e sorveglianza degli impianti dell'impresa, nonché alle banchine di carico. 1.8.5. Le disposizioni sulle vie di circolazione e zone di pericolo di cui ai punti 1.4.1, 1.4.2, 1.4.3, 1.4.4, 1.4.5, 1.4.6, 1.4.7, 1.4.8, si applicano per analogia ai luoghi di lavoro esterni. 1.8.6. I luoghi di lavoro all'aperto devono essere opportunamente illuminati con luce artificiale quando la luce del giorno non è sufficiente. 1.8.7. Quando i lavoratori occupano posti di lavoro all'aperto, questi devono essere strutturati, per quanto tecnicamente possibile, in modo tale che i lavoratori: 1.8.7.1. sono protetti contro gli agenti atmosferici e, se necessario, contro la caduta di oggetti; 1.8.7.2. non sono esposti a livelli sonori nocivi o ad agenti esterni nocivi, quali gas, vapori, polveri; 1.8.7.3. possono abbandonare rapidamente il posto di lavoro in caso di pericolo o possono essere soccorsi rapidamente; 1.8.7.4. non possono scivolare o cadere. 1.8.8. I terreni scoperti costituenti una dipendenza dei locali di lavoro devono essere sistemati in modo da ottenere lo scolo delle acque di pioggia e di quelle di altra provenienza.

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PAVIMENTI E PASSAGGI

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Articolo 95 - Misure generali di tutela 1. I datori di lavoro delle imprese esecutrici, durante l'esecuzione dell'opera osservano le misure generali di tutela di cui all'articolo 15 e curano, ciascuno per la parte di competenza, in particolare: a) il mantenimento del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità; e) la delimitazione e l'allestimento delle zone di stoccaggio e di deposito dei vari materiali, in particolare quando si tratta di materie e di sostanze pericolose;

Articolo 96 - Obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti 1. I datori di lavoro delle imprese affidatarie e delle imprese esecutrici, anche nel caso in cui nel cantiere operi una unica impresa, anche familiare o con meno di dieci addetti: c) curano la disposizione o l’accatastamento di materiali o attrezzature in modo da evitarne il crollo o il ribaltamento; f) curano che lo stoccaggio e l'evacuazione dei detriti e delle macerie avvengano correttamente;

Articolo 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettere. a), b), c), d), e) ed f), e 97, commi 3 e 3-ter, nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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Articolo 130 - Andatoie e passerelle 1. Le andatoie devono avere larghezza non minore di m 0,60, quando siano destinate soltanto al passaggio di lavoratori e di m 1,20, se destinate al trasporto di materiali. La loro pendenza non deve essere maggiore del 50 per cento. 2. Le andatoie lunghe devono essere interrotte da pianerottoli di riposo ad opportuni intervalli; sulle tavole delle andatoie devono essere fissati listelli trasversali a distanza non maggiore del passo di un uomo carico

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

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CORRENTI

0,40 m

1m FERMAPIEDE

0,40 m

0,40 m 0,20 m

0,60 m

Le andatoie e passerelle devono avere larghezza non minore di cm 60 quando siano destinate soltanto al passaggio di lavoratori e di 120 cm se destinate al trasporto di materiali. Esse devono essere munite verso il vuoto di normali parapetti e tavole fermapiede, ed avere inclinazione non superiore al 50%

No

Si

No

Si

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SCAVI Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Articolo 118 - Splateamento e sbancamento 1. Nei lavori di splateamento o sbancamento, se previsto l’accesso di lavoratori, eseguiti senza l'impiego di escavatori meccanici, le pareti delle fronti di attacco devono avere una inclinazione o un tracciato tali, in relazione alla natura del terreno, da impedire franamenti. Quando la parete del fronte di attacco supera l'altezza di m 1,50, è vietato il sistema di scavo manuale per scalzamento alla base e conseguente franamento della parete. 2. Quando per la particolare natura del terreno o per causa di piogge, di infiltrazione, di gelo o disgelo, o per altri motivi, siano da temere frane o scoscendimenti, deve essere provveduto all'armatura o al consolidamento del terreno. 3. Nei lavori di escavazione con mezzi meccanici deve essere vietata la presenza degli operai nel campo di azione dell'escavatore e sul ciglio del fronte di attacco. 4. Il posto di manovra dell'addetto all'escavatore, quando questo non sia munito di cabina metallica, deve essere protetto con solido riparo. 5. Ai lavoratori deve essere fatto esplicito divieto di avvicinarsi alla base della parete di attacco e, in quanto necessario in relazione all'altezza dello scavo o alle condizioni di accessibilità del ciglio della platea superiore, la zona superiore di pericolo deve essere almeno delimitata mediante opportune segnalazioni spostabili col proseguire dello scavo. 6. Nei lavori in pozzi di fondazione profondi oltre 3 metri deve essere disposto, a protezione degli operai addetti allo scavo ed all'asportazione del materiale scavato, un robusto impalcato con apertura per il passaggio della benna. 7. Nei pozzi e nei cunicoli deve essere prevista una adeguata assistenza all’esterno e le loro dimensioni devono essere tali da permettere il recupero di un lavoratore infortunato privo di sensi.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148;

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SCAVI CON MEZZI MECCANICI LIMITE DELLO SCAVO SBRACCIO MASSIMO DELL’ESCAVATORE

STECCATO

Nei lavori di escavazione con mezzi meccanici deve essere vietata la presenza degli operai nel campo di azione dell’escavatore e sul ciglio del fronte di attacco

SCAVI MANUALI

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COESIONE NATURALE DEL TERRENO

Angoli di declivio naturale DENOMINAZIONE TERRE

Rocce dure Rocce tenere o fessurate, tufo Pietrame Ghiaia Sabbia grossa non argillosa Sabbia fine non argillosa Terra vegetale Argilla, marne Terre forti

asciutte

umide

bagnate

80°-85° 50°-55° 45°-50° 35°-45° 30°-35° 30°-40° 35°-45° 40°-50° 45°-55°

80°-85° 45°-50° 40°-45° 30°-40° 30°-35° 30°-40° 30°-40° 30°-40° 35°-45°

80°-85° 40°-45° 35°-40° 25°-35° 25°-30° 10°-25° 20°-30° 10°-30° 25°-35°

ANGOLI DI DECLIVIO O INCLINAZIONE NATURALE PER DIVERSI TIPI DI TERRENO

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Art. 120 - Deposito di materiali in prossimità degli scavi 1. E' vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli scavi. Qualora tali depositi siano necessari per le condizioni del lavoro, si deve provvedere alle necessarie puntellature

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

SOVRALZO MINIMO OLTRE LA QUOTA DEL TERRENO

30 cm

E’ vietato costituire deposito di materiali presso il ciglio degli scavi. Qualora tali depositi siano necessari per le condizioni del lavoro, si deve provvedere alle necessarie puntellature

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Art. 119 - Pozzi, scavi e cunicoli 1. Nello scavo di pozzi e di trincee profondi più di m 1,50, quando la consistenza del terreno non dia sufficiente garanzia di stabilità, anche in relazione alla pendenza delle pareti, si deve provvedere, man mano che procede lo scavo, alla applicazione delle necessarie armature di sostegno. 2. Le tavole di rivestimento delle pareti devono sporgere dai bordi degli scavi di almeno 30 centimetri. 3. Nello scavo dei cunicoli, a meno che si tratti di roccia che non presenti pericolo di distacchi, devono predisporsi idonee armature per evitare franamenti della volta e delle pareti. Dette armature devono essere applicate man mano che procede il lavoro di avanzamento; la loro rimozione può essere effettuata in relazione al progredire del rivestimento in muratura. 4. Idonee armature e precauzioni devono essere adottate nelle sottomurazioni e quando in vicinanza dei relativi scavi vi siano fabbriche o manufatti le cui fondazioni possano essere scoperte o indebolite dagli scavi. 5. Nella infissione di pali di fondazione devono essere adottate misure e precauzioni per evitare che gli scuotimenti del terreno producano lesioni o danni alle opere vicine con pericolo per i lavoratori. 6. Nei lavori in pozzi di fondazione profondi oltre 3 metri deve essere disposto, a protezione degli operai addetti allo scavo ed all'asportazione del materiale scavato, un robusto impalcato con apertura per il passaggio della benna. 7. Nei pozzi e nei cunicoli deve essere prevista una adeguata assistenza all'esterno e le loro dimensioni devono essere tali da permettere il recupero di un lavoratore infortunato privo di sensi.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154;

Modalità di installazione di sistemi di sostegno e contrasto

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Le tavole di rivestimento delle pareti devono sporgere dai bordi degli scavi di almeno 30 centimetri

Idonee armature e precauzioni devono essere adottate nelle sottomurazioni e quando in vicinanza dei relativi scavi vi siano fabbriche o manufatti le cui fondazioni possano essere scoperte o indebolite dagli scavi

Nello scavo di pozzi e di trincee profondi piĂš di m 1,50, quando la consistenza del terreno non dia sufficiente garanzia di stabilitĂ , anche in relazione alla pendenza delle pareti, si deve provvedere, man mano che procede lo scavo, alla applicazione delle necessarie armature di sostegno

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PROTEZIONE DEI POSTI DI LAVORO Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 114 - Protezione dei posti di lavoro 1.Quando nelle immediate vicinanze dei ponteggi o del posto di caricamento e sollevamento dei materiali vengono impastati calcestruzzi e malte o eseguite altre operazioni a carattere continuativo il posto di lavoro deve essere protetto da un solido impalcato sovrastante, contro la caduta di materiali. 2. Il posto di carico e di manovra degli argani a terra deve essere delimitato con barriera per impedire la permanenza ed il transito sotto i carichi. 3. Nei lavori che possono dar luogo a proiezione di schegge, come quelli di spaccatura o scalpellatura di blocchi o pietre e simili, devono essere predisposti efficaci mezzi di protezione a difesa sia delle persone direttamente addette a tali lavori sia di coloro che sostano o transitano in vicinanza. Tali misure non sono richieste per i lavori di normale adattamento di pietrame nella costruzione di muratura comune.

ZONE DA PROTEGGERE:

BETONAGGIO LAVORAZIONE FERRO ZONA STOCCAGGIO MATERIALI TAGLIO LEGNAME I REQUISITI NECESSARI DI SICUREZZA PER QUESTI POSTI SONO:

ESSERE RAGGIUNTI SENZA ALCUN PERICOLO

AVERE UNA BUONA VISIBILITA’ DELLA ZONA CIRCOSTANTE

ESSERE PROTETTI CONTRO AGENTI ATMOSFERICI, CONTRO LA CADUTA DI OGGETTI

NON ESSERE ESPOSTO AD AGENTI NOCIVI O IN ZONE CON ELEVATO RUMORE

ESSERE RAGGIUNGIBILE PER I SOCCORSI NON COSTITUIRE MOTIVO DI INCIAMPO O

SCIVOLAMENTO

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Anche se protetto dalla tettoia, l’addetto al betonaggio deve comunque indossare il casco di protezione

LAMIERA

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Protezione della zona di azione della base della gru. Quando la base di rotazione di una gru a torre, lascia uno spazio limitato per il passaggio di persone, questa deve essere opportunamente delimitata da idonea protezione, resistente e ben visibile, in modo tale da evitare possibili schiacciamenti contro strutture esistenti ( murature, ponteggi o altro )

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Art. 117 - Lavori in prossimità di parti attive 1. Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 83, quando occorre effettuare lavori in prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, ferme restando le norme di buona tecnica, si deve rispettare almeno una delle seguenti precauzioni: a) mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti attive per tutta la durata dei lavori; b) posizionare ostacoli rigidi che impediscano l’avvicinamento alle parti attive; c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchi di sollevamento, ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza. 2. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate e delle tensioni presenti e comunque la distanza di sicurezza non deve essere inferiore ai limiti di cui all’allegato IX o a quelli risultanti dall’applicazione delle pertinenti norme tecniche.

Tab. 1, Allegato IX Distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non sufficientemente protette da osservarsi, nell’esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli ingombri derivanti dal tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati, nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del vento e degli abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche. Un (kV) D (m) 1 3 1 < Un 30 3,5 30 < Un 132 5 > 132 7 Dove D equivale alla distanza minima consentita

Nota del CPT Quando si deve lavorare in prossimità di linee elettriche ( aeree o in fregio alla facciata ) è indispensabile eliminare il rischio elettrico mediante interventi di protezione dei conduttori oppure mediante, laddove possibile, lo spostamento o la messa fuori tensione dell’impianto elettrico. Qualora si opti per la collocazione degli interventi di protezione dei conduttori contro i danneggiamenti per causa meccanica, è obbligatorio predisporre una specifica procedura che prevede: 1)

L’attivazione dell’ente gestore delle linee elettriche (ENEL), da parte di chi dirige i lavori (Dir. Lavori, Coordinatore per la Sicurezza, Impresa esecutrice, Committente ecc..) per mezzo di apposita RICHIESTA DI INTERVENTO da inviare al n° di fax 800 04 66 74 ( Gli uffici del CPT mettono a disposizione tale stampato ).

2)

Un sopralluogo congiunto fra ENEL e richiedente per definire modalità e tempi dell’intervento di messa fuori tensione dell’impianto per consentire l’installazione delle protezioni della linea da parte di Ditta qualificata regolarmente iscritta alla Camera di Commercio e in possesso dei requisiti di cui al Decreto 37/08.

3)

L’intervento di Enel per mettere fuori servizio la linea interessata.

4)

La richiesta di riattivazione della linea ad ENEL .

5)

Lo smantellamento delle protezioni installate, al termine dei lavori edili, con le stesse modalità di cui al punto n° 2 e 3.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148;

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DIFESA DELLE APERTURE Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 146 - Difesa delle aperture 1. Le aperture lasciate nei solai o nelle piattaforme di lavoro devono essere circondate da normale parapetto e da tavola fermapiede oppure devono essere coperte con tavolato solidamente fissato e di resistenza non inferiore a quella del piano di calpestio dei ponti di servizio. 2. Qualora le aperture vengano usate per il passaggio di materiali o di persone, un lato del parapetto può essere costituito da una barriera mobile non asportabile, che deve essere aperta soltanto per il tempo necessario al passaggio. 3. Le aperture nei muri prospicienti il vuoto o vani che abbiano una profondità superiore a m 0,50 devono essere munite di normale parapetto e tavole fermapiede oppure essere convenientemente sbarrate in modo da impedire la caduta di persone.

PARAPETTI PROVVISORI Norma UNI EN 13374:2004

Parapetto provvisorio universale a vite di classe A

Parapetto registrabile per cordoli verticali di classe A

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

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APERTURE NELLE PARETI

Tutte le aperture prospicienti il vuoto devono essere sbarrate mediante regolare parapetto avente altezza non inferiore a 1 mt.

APERTURE NEI SOLAI PARAPETTO

IMPALCATO

Difesa di un apertura nel pavimento mediante impalcato continuo chiodato su traversine

Difesa di un’ apertura nel pavimento mediante parapetto per consentire il passaggio dei materiali

N.B. Possono essere anche utilizzati i parapetti provvisori di classe A

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Art. 147 - Scale in muratura 1. Lungo le rampe ed i pianerottoli delle scale fisse in costruzione, fino alla posa in opera delle ringhiere, devono essere tenuti parapetti normali con tavole fermapiede fissati rigidamente a strutture resistenti. 2. Il vano-scala deve essere coperto con una robusta impalcatura posta all'altezza del pavimento del primo piano a difesa delle persone transitanti al piano terreno contro la caduta dei materiali. 3. Sulle rampe delle scale in costruzione ancora mancanti di gradini, qualora non siano sbarrate per impedirvi il transito, devono essere fissati intavolati larghi almeno 60 centimetri, sui quali devono essere applicati trasversalmente listelli di legno posti a distanza non superiore a 40 centimetri.

Tavolato per il transito sulle rampe sprovviste di gradini

Tavole per impedire lo slittamento del tavolato

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154;

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N.B. Possono essere anche utilizzati i parapetti provvisori di classe A

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Art. 148 - Lavori speciali 1. Prima di procedere alla esecuzione di lavori su lucernari, tetti, coperture e simili, fermo restando l’obbligo di predisporre sistemi collettivi di protezione dei bordi, deve essere accertato che questi abbiano resistenza sufficiente per sostenere il peso degli operai e dei materiali di impiego. 2. Nel caso in cui sia dubbia tale resistenza, devono essere adottati i necessari apprestamenti atti a garantire la incolumità delle persone addette, disponendo, a seconda dei casi, tavole sopra le orditure, sottopalchi e facendo uso di idonei dispositivi di protezione individuale anticaduta.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148;

LAVORI SU TETTI, LUCERNARI, ECC..

GLIgK Disposizione delle tavole sopra le orditure da usare per gli spostamenti

Gli addetti ai lavori, in mancanza di rete anticaduta, dovranno indossare idonee imbracature di sicurezza ed essere agganciati ad un punto sicuro ( linee vita, ecc… ). Attorno alla costruzione è inoltre necessaria idonea opera provvisionale ( ponteggi, parapetti, ecc..) atta a garantire la sicurezza contro le cadute dalla copertura verso l’esterno.

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COPERTURE NON PORTANTI CON SOTTOPALCO DI SICUREZZA Cappellotto di protezione

Esempio di sottopalco di sicurezza realizzato con ponteggio metallico

UTILIZZO DI MENSOLE PER LAVORI SU COPERTURE

Esempio di mensola pedonabile

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OPERAZIONI DI MONTAGGIO DEI SOLAI La fase di montaggio dei vari elementi che compongono un solaio è da sempre un’operazione critica per quel che riguarda il rischio di caduta dall’alto. Durante la fase di progettazione dell’opera, la scelta progettuale inerente la tipologia di solaio da impiegare risulterà fondamentale nella determinazione delle condizioni di sicurezza da affrontare nell’ambito dell’esecuzione delle fasi di montaggio degli elementi che compongono il solaio.

Le tipologie evidenziate in figura, pur non rappresentando l’intera gamma delle tecnologie impiegabili nella realizzazione dei solai, bastano a sollecitare qualche riflessione sulla diversa connotazione del rischio di caduta dall’alto in ragione della scelta progettuale effettuata. A seconda dei casi, la posa degli elementi che dal punto di vista strutturale sono pressoché assimilabili, comporta, sotto il profilo operativo, differenti condizioni di rischio. Nell’ipotesi di un solaio realizzato in opera la presenza di un cassero continuo, costituente la superficie di posa dei componenti il solaio, annulla buona parte dei rischi di caduta dall’alto. Nel caso del solaio a trevetti e laterizi si può ben immaginare, solo prendendo in considerazione le sottofasi di posa dei travetti e di inserimento dei laterizi, come il rischio di caduta dall’alto sia costantemente presente e richieda rilevanti interventi in termini di approntamento di misure protettive. Per altro verso, nei solai a lastra, la posa di elementi completi permette una gestione meno onerosa del rischio di caduta dall’alto. Un solaio costituito da elementi a pannello garantisce la formazione di un piano continuo sul quale il lavoratore ha la possibilità di muoversi con una certa facilità; anche con queste tipologie di solaio è possibile ricavare fori, botole. Aperture la cui posizione deve, però, essere prevista nell’ambito della progettazione esecutiva. Sono riportate di seguito delle possibili soluzioni per poter eseguire in sicurezza le operazioni di montaggio delle tipologie di solaio sopra evidenziate.

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Formazione di solaio in opera

Formazione del solio dal basso con apprestamento di sicurezza collettivo.

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Formazione di solaio in travetti e laterizi

Altre soluzioni‌

Impiego di reti di sicurezza

Impiego di materassi di protezione

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Formazione di solaio con elementi a pannello

L’OPERATORE E’ ATTACCATO MEDIANTE CORDINO DI TRATTENUTA AL GANCIO DI SOLLEVAMENTO DEI PANNELLI

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SCALE SEMPLICI PORTATILI Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 113, commi 3, 4, 5, 6, 7 - Scale 1. Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso agli ambienti di lavoro, devono essere costruite e mantenute in modo da resistere ai carichi massimi derivanti da affollamento per situazioni di emergenza. I gradini devono avere pedata e alzata dimensionate a regola d'arte e larghezza adeguata alle esigenze del transito. Dette scale ed i relativi pianerottoli devono essere provvisti, sui lati aperti, di parapetto normale o di altra difesa equivalente. Le rampe delimitate da due pareti devono essere munite di almeno un corrimano. 2. Le scale a pioli di altezza superiore a m 5, fissate su pareti o incastellature verticali o aventi una inclinazione superiore a 75 gradi, devono essere provviste, a partire da m 2,50 dal pavimento o dai ripiani, di una solida gabbia metallica di protezione avente maglie o aperture di ampiezza tale da impedire la caduta accidentale della persona verso l'esterno. La parete della gabbia opposta al piano dei pioli non deve distare da questi più di cm 60. I pioli devono distare almeno 15 centimetri dalla parete alla quale sono applicati o alla quale la scala è fissata. Quando l'applicazione della gabbia alle scale costituisca intralcio all'esercizio o presenti notevoli difficoltà costruttive, devono essere adottate, in luogo della gabbia, altre misure di sicurezza atte ad evitare la caduta delle persone per un tratto superiore ad un metro. 3. Le scale semplici portatili (a mano) devono essere costruite con materiale adatto alle condizioni di impiego, devono essere sufficientemente resistenti nell'insieme e nei singoli elementi e devono avere dimensioni appropriate al loro uso. Dette scale, se di legno, devono avere i pioli fissati ai montanti mediante incastro. I pioli devono essere privi di nodi. Tali pioli devono essere trattenuti con tiranti in ferro applicati sotto i due pioli estremi; nelle scale lunghe più di 4 metri deve essere applicato anche un tirante intermedio. E' vietato l'uso di scale che presentino listelli di legno chiodati sui montanti al posto dei pioli rotti. Esse devono inoltre essere provviste di: a) dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità inferiori dei due montanti; b) ganci di trattenuta o appoggi antisdrucciolevoli alle estremità superiori, quando sia necessario per assicurare la stabilità della scala. 4. Per le scale provviste alle estremità superiori di dispositivi di trattenuta, anche scorrevoli su guide, non sono richieste le misure di sicurezza indicate nelle lettere a) e b) del comma 3. Le scale a mano usate per l'accesso ai vari piani dei ponteggi e delle impalcature non devono essere poste l'una in prosecuzione dell'altra. Le scale che servono a collegare stabilmente due ponti, quando sono sistemate verso la parte esterna del ponte, devono essere provviste sul lato esterno di un corrimano parapetto. 5. Quando l'uso delle scale, per la loro altezza o per altre cause, comporti pericolo di sbandamento, esse devono essere adeguatamente assicurate o trattenute al piede da altra persona. 6. Il datore di lavoro assicura che le scale a pioli siano sistemate in modo da garantire la loro stabilità durante l'impiego e secondo i seguenti criteri: a) le scale a pioli portatili devono poggiare su un supporto stabile, resistente, di dimensioni adeguate e immobile, in modo da garantire la posizione orizzontale dei pioli; b) le scale a pioli sospese devono essere agganciate in modo sicuro e, ad eccezione delle scale a funi, in maniera tale da evitare spostamenti e qualsiasi movimento di oscillazione; c) lo scivolamento del piede delle scale a pioli portatili, durante il loro uso, deve essere impedito con fissaggio della parte superiore o inferiore dei montanti, o con qualsiasi dispositivo antiscivolo, o ricorrendo a qualsiasi altra soluzione di efficacia equivalente; d) le scale a pioli usate per l’accesso devono essere tali da sporgere a sufficienza oltre il livello di accesso, a meno che altri dispositivi garantiscono una presa sicura; e) le scale a pioli composte da più elementi innestabili o a sfilo devono essere utilizzate in modo da assicurare il fermo reciproco dei vari elementi; f) le scale a pioli mobili devono essere fissate stabilmente prima di accedervi. 7. Il datore di lavoro assicura che le scale a pioli siano utilizzate in modo da consentire ai lavoratori di disporre in qualsiasi momento di un appoggio e di una presa sicuri. In particolare il trasporto a mano di pesi su una scala a pioli non deve precludere una presa sicura.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli …………………………………., nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

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SCALE IN LEGNO

TIRANTE

LE SCALE APIOLI IN LEGNO DEVONO ESSERE PROVVISTE DI TIRANTI IN FERRO POSTI SOTTO I DUE PIOLI ESTREMI

TIRANTE

QUANDO LE SCALE HANNO UNA ALTEZZA SUPERIORE A 4 MT., DEVE ESSERE APPLICATO UN TIRANTE INTERMEDIO TIRANTE

DISPOSITIVO ANTISDRUCCIOLEVOLE

E’ ASSOLUTAMENTE VIETATO L’USO DI SCALE CON LISTELLI CHIODATI SUI MONTANTI

NO

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LE SCALE A MANO DEVONO SPORGERE A SUFFICIENZA DAL PIANO DI ACCESSO, PER DARE UN PUNTO DI PRESA SICURA. LE APERTURE NEI SOLAI PER L’ACCESSO AI VARI PIANI DEVONO ESSERE DELIMITATE DA UN SOLIDO PARAPETTO. L’INTERRUZIONE DI DETTO PARAPETTO È POSSIBILE SOLO NEL PUNTO DOVE APPOGGIA LA SCALA.

PER AVERE L’ESATTA INCLINAZIONE DELLA SCALA, BISOGNA ADOTTARE QUESTO RAPPORTO: L = ¼ x h dove: L è la distanza tra la proiezione del punto di appoggio dei montanti a quello inferiore h è l’altezza misurata verticalmente da terra al piano di appoggio della scala

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LE SCALE A MANO USATE PER L’ACCESSO AI VARI PIANI DEI PONTEGGI, NON DEVONO ESSERE POSTE L’UNA IN PROSECUZIONE DELL’ALTRA

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Art. 113, commi 8, 9, 10 - Scale 8. Per l'uso delle scale portatili composte di due o più elementi innestati (tipo all'italiana o simili), oltre quanto prescritto nel comma 3, si devono osservare le seguenti disposizioni: a) la lunghezza della scala in opera non deve superare i 15 metri, salvo particolari esigenze, nel qual caso le estremità superiori dei montanti devono essere assicurate a parti fisse; b) le scale in opera lunghe più di 8 metri devono essere munite di rompitratta per ridurre la freccia di inflessione; c) nessun lavoratore deve trovarsi sulla scala quando se ne effettua lo spostamento laterale; d) durante l'esecuzione dei lavori, una persona deve esercitare da terra una continua vigilanza della scala. 9. Le scale doppie non devono superare l'altezza di mt. 5 e devono essere provviste di catena di adeguata resistenza o di altro dispositivo che impedisca l'apertura della scala oltre il limite prestabilito di sicurezza. 10. È ammessa la deroga alle disposizioni ci carattere costruttivo di cui ai commi 3, 8 e 9 per le scale portatili conformi all’ ALLEGATO XX.

Nota del C.P.T. L’Allegato XX del D.Lgs 81/08 prevede che possono essere utilizzate scale costruite antecedentemente l’entrata in vigore del Decreto, purché siano rispettate le seguenti condizioni: a) le scale portatili siano costruite conformemente alla norma tecnica UNI EN 131 Parte 1ª e Parte 2ª; b) il costruttore fornisca le certificazioni, previste dalla norma tecnica di cui al punto a), emesse da un laboratorio ufficiale.

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Scala semplice

Scala multiusi

Scala a sfilo Scala a castello

TIPOLOGIE DI SCALE

Etichetta di identificazione del prodotto

Scala doppia

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PONTEGGI IN LEGNAME E FISSI Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 122 - Ponteggi ed opere provvisionali 1. Nei lavori in quota, devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose conformemente ai punti 2, 3.1, 3.2 e 3.3 dell'Allegato XVIII.

Art. 123 - Montaggio e smontaggio delle opere provvisionali 1. Il montaggio e lo smontaggio delle opere provvisionali devono essere eseguiti sotto la diretta sorveglianza di un preposto ai lavori.

Art. 136 - Montaggio e smontaggio 1. Nei lavori in quota il datore di lavoro provvede a redigere a mezzo di persona competente un piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), in funzione della complessità del ponteggio scelto, con la valutazione delle condizioni di sicurezza realizzate attraverso l'adozione degli specifici sistemi utilizzati nella particolare realizzazione e in ciascuna fase di lavoro prevista. Tale piano può assumere la forma di un piano di applicazione generalizzata integrato da istruzioni e progetti particolareggiati per gli schemi speciali costituenti il ponteggio, ed è messo a disposizione del preposto addetto alla sorveglianza e dei lavoratori interessati. 2. Nel serraggio di più aste concorrenti in un nodo i giunti devono essere collocati strettamente l'uno vicino all'altro. 3. Per ogni piano di ponte devono essere applicati due correnti, di cui uno può fare parte del parapetto. 4. Il datore di lavoro assicura che: a) lo scivolamento degli elementi di appoggio di un ponteggio è impedito tramite fissaggio su una superficie di appoggio, o con un dispositivo antiscivolo, oppure con qualsiasi altra soluzione di efficacia equivalente; b) i piani di posa dei predetti elementi di appoggio hanno una capacità portante sufficiente; c) il ponteggio è stabile; e) le dimensioni, la forma e la disposizione degli impalcati di un ponteggio sono idonee alla natura del lavoro da eseguire, adeguate ai carichi da sopportare e tali da consentire un'esecuzione dei lavori e una circolazione sicure; f) il montaggio degli impalcati dei ponteggi è tale da impedire lo spostamento degli elementi componenti durante l'uso, nonché la presenza di spazi vuoti pericolosi fra gli elementi che costituiscono gli impalcati e i dispositivi verticali di protezione collettiva contro le cadute. 5. Il datore di lavoro provvede ad evidenziare le parti di ponteggio non pronte per l'uso, in particolare durante le operazioni di montaggio, smontaggio o trasformazione, mediante segnaletica di avvertimento di pericolo generico e delimitandole con elementi materiali che impediscono l'accesso alla zona di pericolo, ai sensi del Titolo V. 6. Il datore di lavoro assicura che i ponteggi siano montati, smontati o trasformati sotto la diretta sorveglianza di un preposto, a regola d'arte e conformemente al Pi.M.U.S., ad opera di lavoratori che hanno ricevuto una formazione adeguata e mirata alle operazioni previste.

Art. 159 Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148; b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

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PONTEGGI

Nei lavori in quota, devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose.

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Art. 111, comma 5 - Obblighi del datore di lavoro nell'uso di attrezzature per lavori in quota 5. Il datore di lavoro, in relazione al tipo di attrezzature di lavoro adottate in base ai commi precedenti, individua le misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, insiti nelle attrezzature in questione, prevedendo, ove necessario, l'installazione di dispositivi di protezione contro le cadute. I predetti dispositivi devono presentare una configurazione ed una resistenza tali da evitare o da arrestare le cadute da luoghi di lavoro in quota e da prevenire, per quanto possibile, eventuali lesioni dei lavoratori. I dispositivi di protezione collettiva contro le cadute possono presentare interruzioni soltanto nei punti in cui sono presenti scale a pioli o a gradini.

Riconoscimento di efficacia di un sistema individuale anticaduta per gli addetti al montaggio e allo smontaggio dei ponti metallici. (D.M. 28-5-1985- G.U. n. 151 del 28-6-1985) Art.2 Le attrezzature di cui al presente decreto sono costituite da: una cintura di sicurezza di tipo speciale comprendente, oltre la imbracatura, un organo di trattenuta provvisto di freno a dissipazione di energia; b) una guida rigida da applicare orizzontalmente ai montanti interni del ponteggio, immediatamente al di sopra o al di sotto dei traversi di sostegno dell’impalcato; c) un organo di ancoraggio scorrevole lungo la suddetta guida, provvisto di attacco di cintura di sicurezza.

a)

I singoli componenti dell’attrezzatura possono essere prodotti e commercializzate da ditte diverse. Ogni componente deve essere venduto completo in ogni sua parte e provvisto di idonea documentazione come previsto dalle rispettive normative vigenti in materia

Art. 159 Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

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IMBRACATURA DI SICUREZZA

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ALLEGATO XVIII, del D.Lgs 81/08 2.1.4. Intavolati 2.1.4.1. Le tavole costituenti il piano di calpestio di ponti, passerelle, andatoie ed impalcati di servizio devono avere le fibre con andamento parallelo all'asse, spessore adeguato al carico da sopportare ed in ogni caso non minore di 4 centimetri, e larghezza non minore di 20 centimetri. Le tavole stesse non devono avere nodi passanti che riducano più del dieci per cento la sezione di resistenza. 2.1.4.2. Le tavole non devono presentare parti a sbalzo e devono poggiare almeno su tre traversi, le loro estremità devono essere sovrapposte, in corrispondenza sempre di un traverso, per non meno di 40 centimetri. 2.1.4.3. Le tavole devono essere assicurate contro gli spostamenti e ben accostate tra loro e all'opera in costruzione; è tuttavia consentito un distacco dalla muratura non superiore a 20 centimetri soltanto per la esecuzione di lavori in finitura. 2.1.4.4. Le tavole esterne devono essere a contatto dei montanti.

Nota del C.P.T. Per i ponteggi metallici, con passo tra i traversi pari a m. 1,80, le dimensioni dell’impalcato devono essere quelle previste al punto 2.1.3.3., lettera b ( 4x30 o 5x20 )

Intavolato metallico ( I.S.P.E.S.L. – d.t.s. V/02/88M ) L’utilizzo delle tavole metalliche è possibile solo in base alla presenza di un certificato di prova presso laboratori autorizzati che attestino la rispondenza del dimensionamento delle tavole garantendo una costanza di prestazioni e sicurezza in base a un valore dato di portata massima. Per la conformità, farà fede il marchio della ditta sopra appostovi. Se non gia presenti e menzionate sull’Autorizzazione Ministeriale del ponteggio, potranno essere utilizzate solo se si è in possesso della certificazione sopra menzionata e della attestazione che l’utilizzo non modifica gli schemi tipo del ponteggio.

Art. 138, commi 1 e 2 - Norme particolari 1. Le tavole che costituiscono l'impalcato devono essere fissate in modo che non possano scivolare sui traversi metallici. 2. E' consentito un distacco delle tavole del piano di calpestio dalla muratura non superiore a 20 centimetri.

Art. 159 Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148;

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IMPALCATO PER PONTEGGIO CON INTERASSE DI 1,80 mt

Tavola metallica

Tavola di legno Dimensioni: cm 400x20x5sp oppure cm 400x30x4sp per passo 180 cm

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Art. 126 - Parapetti 1. Gli impalcati e ponti di servizio, le passerelle, le andatoie, che siano posti ad un'altezza maggiore di 2 metri, devono essere provvisti su tutti i lati verso il vuoto di robusto parapetto e in buono stato di conservazione.

ALLEGATO XVIII, del D.Lgs 81/08 2.1.5. Parapetti 2.1.5.1. Il parapetto di cui all’articolo 126 è costituito da uno o più correnti paralleli all'intavolato, il cui margine superiore sia posto a non meno di 1 metro dal piano di calpestio, e di tavola fermapiede alta non meno di 20 centimetri, messa di costa e poggiante sul piano di calpestio 2.1.5.2. Correnti e tavola fermapiede non devono lasciare una luce, in senso verticale, maggiore di 60 centimetri. 2.1.5.3. Sia i correnti che la tavola fermapiede devono essere applicati dalla parte interna dei montanti. 2.1.5.4. E' considerata equivalente al parapetto definito ai commi precedenti, qualsiasi protezione, realizzante condizioni di sicurezza contro la caduta verso i lati aperti non inferiori a quelle presentate dal parapetto stesso.

Art. 138, comma 5, lettera b) e c) - Norme particolari 5. Per i ponteggi di cui alla presente sezione valgono, in quanto applicabili, le disposizioni relative ai ponteggi in legno. Sono ammesse deroghe: b) alla disposizione di cui all'articolo 126, comma 1, a condizione che l'altezza del parapetto sia non inferiore a 95 cm rispetto al piano di calpestio; c) alla disposizione di cui all'articolo 126, comma 1, a condizione che l'altezza del fermapiede sia non inferiore a 15 cm rispetto al piano di calpestio;

Art. 159 Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

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Parapetto per ponteggio a tubi e giunti

Parapetto per ponteggio a telai prefabbricati

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Art. 128 - Sottoponti 1. Gli impalcati e ponti di servizio devono avere un sottoponte di sicurezza, costruito come il ponte, a distanza non superiore a m 2,50. 2. La costruzione del sottoponte può essere omessa per i ponti sospesi per le torri di carico, per i ponti a sbalzo e quando vengano eseguiti lavori di manutenzione e di riparazione di durata non superiore a cinque giorni.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 97, comma 1, 100, comma 3, 111, commi 1, lettera a), e 6, 114, comma 1, 117, 118, 121, 122, 126, 128, comma 1, 145, commi 1 e 2 e 148;

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PONTE

SOTTOPONTE

Gli impalcati e ponti di servizio devono avere un sottoponte di sicurezza, costruito come il ponte, a distanza non superiore a m 2,50.

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Art. 125 - Disposizione dei montanti 1. I montanti devono essere costituiti con elementi accoppiati, i cui punti di sovrapposizione devono risultare sfalsati di almeno un metro; devono altresì essere verticali o leggermente inclinati verso la costruzione. 2. Per le impalcature fino ad 8 metri di altezza sono ammessi montanti singoli in un sol pezzo; per impalcature di altezza superiore, soltanto per gli ultimi 7 metri i montanti possono essere ad elementi singoli. 3. Il piede dei montanti deve essere solidamente assicurato alla base di appoggio o di infissione in modo che sia impedito ogni cedimento in senso verticale ed orizzontale. 4. L’altezza dei montanti deve superare di almeno m 1,20 l’ultimo impalcato; dalla parte interna dei montanti devono essere applicati correnti e tavola fermapiede a protezione esclusivamente dei lavoratori che operano sull’ultimo impalcato 5. La distanza tra due montanti consecutivi non deve essere superiore a m 3,60; può essere consentita una maggiore distanza quando ciò sia richiesto da evidenti motivi di esercizio del cantiere, purché, in tale caso, la sicurezza del ponteggio risulti da un progetto redatto da un ingegnere o architetto corredato dai relativi calcoli di stabilità. 6. Il ponteggio deve essere efficacemente ancorato alla costruzione almeno in corrispondenza ad ogni due piani di ponteggio e ad ogni due montanti, con disposizione di ancoraggi a rombo o di pari efficacia.

Art. 138, comma 5, lettera a) - Norme particolari 5. Per i ponteggi di cui alla presente sezione valgono, in quanto applicabili, le disposizioni relative ai ponteggi in legno. Sono ammesse deroghe: a) alla disposizione di cui all'articolo 125, comma 4, a condizione che l'altezza dei montanti superi di almeno 1 metro l'ultimo impalcato;

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del capo II del presente titolo non altrimenti sanzionate;

TIPOLOGIE DI ANCORAGGIO ALLA COSTRUZIONE a cravatta

con tasselli e barra di ancoraggio

ad anello

a vitone

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120 cm

Nota del CPT In virtù di quanto previsto dagli articoli 125, comma 4 (“L’altezza dei montanti deve superare di almeno m 1,20 l’ultimo impalcato; dalla parte interna dei montanti devono essere applicati correnti e tavola fermapiede a protezione esclusivamente dei lavoratori che operano sull’ultimo impalcato” ) e 138, comma 5, lettera a) (alla disposizione di cui all'articolo 125, comma 4, a condizione che l'altezza dei montanti superi di almeno 1 metro l'ultimo impalcato ), si consiglia di mantenere il più vicino possibile l’ultimo impalcato del ponteggio dal piano di gronda ( vedi figura sopra ), oppure, se ciò non fosse possibile, alzare il montante fino a garantire l’altezza del parapetto di almeno 1 mt. dal piano di gronda. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con una circolare del 27/08/2010 che fornisce chiarimenti sui quesiti in merito al Titolo IV D.Lgs 81/08 sul tema dei lavori in quota, stabilisce quanto segue: “ Si è dell’avviso che è possibile l’impiego di ponteggi di che trattasi come protezione

collettiva per i lavoratori che svolgono la loro attività sulle coperture e quindi anche in posizione diversa dall’ultimo impalcato del ponteggio, a condizione che per ogni singola realizzazione ed a seguito di adeguata valutazione dei rischi venga eseguito uno specifico progetto. Da tale progetto, eseguito nel rispetto dell’art. 133 e quindi firmato da ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all’esercizio della professione, deve tra l’altro risultare quanto occorre per definire lo specifico schema di ponteggio nei riguardi di carichi, delle sollecitazioni e dell’esecuzione, naturalmente tenendo conto della presenza di lavoratori che operano, oltre che sul ponteggio, anche sulla copertura “

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Art. 129 - Impalcature nelle costruzioni in conglomerato cementizio 1. Nella esecuzione di opere a struttura in conglomerato cementizio, quando non si provveda alla costruzione da terra di una normale impalcatura con montanti, prima di iniziare la erezione delle casseforme per il getto dei pilastri perimetrali, deve essere sistemato, in corrispondenza al piano raggiunto, un regolare ponte di sicurezza a sbalzo, avente larghezza utile di almeno m 1,20. 2. Le armature di sostegno del cassero per il getto della successiva soletta o della trave perimetrale, non devono essere lasciate sporgere dal filo del fabbricato più di 40 centimetri per l'affrancamento della sponda esterna del cassero medesimo. Come sottoponte può servire l'impalcato o ponte a sbalzo costruito in corrispondenza al piano sottostante. 3. In corrispondenza ai luoghi di transito o stazionamento deve essere sistemato, all'altezza del solaio di copertura del piano terreno, un impalcato di sicurezza (mantovana) a protezione contro la caduta di materiali dall'alto. Tale protezione può essere sostituita con una chiusura continua in graticci sul fronte del ponteggio, qualora presenti le stesse garanzie di sicurezza, o con la segregazione dell'area sottostante.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ……………………………………., nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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PARASASSI ( mantovana ) E STECCATO

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Art. 131 - Autorizzazione alla costruzione ed all'impiego 1. La costruzione e l'impiego dei ponteggi realizzati con elementi portanti prefabbricati, metallici o non, sono disciplinati dalle norme della presente sezione. 2. Per ciascun tipo di ponteggio, il fabbricante chiede al Ministero del lavoro e della previdenza sociale l'autorizzazione alla costruzione ed all'impiego, corredando la domanda di una relazione nella quale devono essere specificati gli elementi di cui all'articolo seguente. 3. Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, in aggiunta all'autorizzazione di cui al comma 2 attesta, a richiesta e a seguito di esame della documentazione tecnica, la rispondenza del ponteggio già autorizzato anche alle norme UNI EN 12810 e UNI EN 12811 o per i giunti alla norma UNI EN 74. 4. Possono essere autorizzati alla costruzione ed all'impiego ponteggi aventi interasse qualsiasi tra i montanti della stessa fila a condizione che i risultati adeguatamente verificati delle prove di carico condotte su prototipi significativi degli schemi funzionali garantiscano la sussistenza dei gradi di sicurezza previsti dalle norme di buona tecnica. 5. L'autorizzazione è soggetta a rinnovo ogni dieci anni per verificare l'adeguatezza del ponteggio all'evoluzione del progresso tecnico. 6. Chiunque intende impiegare ponteggi deve farsi rilasciare dal fabbricante copia della autorizzazione di cui al comma 2 e delle istruzioni e schemi elencati al comma 1, lettere d), e), f) e g) dell'articolo 132. 7. Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale si avvale anche dell'ISPESL per il controllo delle caratteristiche tecniche dei ponteggi dichiarate dal titolare dell'autorizzazione, attraverso controlli a campione presso le sedi di produzione.

Art. 135 - Marchio del fabbricante 1. Gli elementi dei ponteggi devono portare impressi, a rilievo o ad incisione, e comunque in modo visibile ed indelebile il marchio del fabbricante.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………………………, nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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ELEMENTI DEL PONTEGGIO

Correnti e diagonali

Telaio

Parapetto

Spine a verme

Mezzo telaio

Chiusura di testata

Basette

ELEMENTI ACCESSORI DI PONTEGGIO 1) Trave carraia 2) Elemento per partenza rastremata o ristretta

1

2

N.B. Ogni singolo elemento deve obbligatoriamente riportare il marchio inciso del costruttore

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Art. 133 - Progetto 1. I ponteggi di altezza superiore a 20 metri e quelli per i quali nella relazione di calcolo non sono disponibili le specifiche configurazioni strutturali utilizzate con i relativi schemi di impiego, nonché le altre opere provvisionali, costituite da elementi metallici o non, oppure di notevole importanza e complessità in rapporto alle loro dimensioni ed ai sovraccarichi, devono essere eretti in base ad un progetto comprendente: a) calcolo di resistenza e stabilità eseguito secondo le istruzioni approvate nell'autorizzazione ministeriale; b) disegno esecutivo. 2. Dal progetto, che deve essere firmato da un ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all'esercizio della professione, deve risultare quanto occorre per definire il ponteggio nei riguardi dei carichi, delle sollecitazioni e dell'esecuzione. 3. Copia dell'autorizzazione ministeriale di cui all'articolo 131 e copia del progetto e dei disegni esecutivi devono essere tenute ed esibite, a richiesta degli Organi di vigilanza, nei cantieri in cui vengono usati i ponteggi e le opere provvisionali di cui al comma 1.

Uso promiscuo dei ponteggi metallici fissi Estratto della Circolare n. 20 del 23 maggio 2003 del M.L.P.S. L'autorizzazione ministeriale, sia dei ponteggi a telai prefabbricati che dei ponteggi a montanti e traversi prefabbricati, consente l'impiego anche di elementi di ponteggio a tubi e giunti, appartenenti ad una unica autorizzazione ministeriale, per la realizzazione di schemi tipo riportati nell'Allegato A della stessa autorizzazione. Infatti gli elementi di ponteggio a tubi e giunti, purché appartengano ad una unica autorizzazione ministeriale, possono essere utilizzati nell'ambito di uno specifico schema di ponteggio, insieme ai ponteggi a telai o insieme ai ponteggi a montanti e traversi prefabbricati, per la realizzazione di: parasassi, montanti di sommità, piazzole di carico, mensole, travi carraie, particolari partenze e particolari connessioni. In relazione a quanto sopra esposto, si ribadisce che per uno specifico schema di ponteggio non è consentito, e quindi non trova applicazione l'art. 133 del D.Lgs n. 81/08, l'uso promiscuo di elementi di ponteggio a: x telai prefabbricati appartenenti ad autorizzazioni diverse, x montanti e traversi prefabbricati appartenenti ad autorizzazioni diverse, x tubi e giunti appartenenti ad autorizzazioni diverse. Detta conclusione discende dalla considerazione che le autorizzazioni ministeriali dei ponteggi metallici si riferiscono, ciascuna, ad un complesso di componenti ben individuati il cui corretto impiego, secondo gli schemi autorizzati, è condizione indispensabile perché ne sia garantito il livello di sicurezza accertato dagli esami e dalle prove effettuate sui prototipi. Ciò considerato, in ordine alla possibilità di utilizzo promiscuo di elementi di ponteggio a montanti e traversi prefabbricati con quelli a telai prefabbricati, su conforme parere del Consiglio Nazionale delle Ricerche si ritiene che tale possibilità debba essere consentita esclusivamente per particolari partenze (terreni declivi, condizioni di appoggio non comuni, ecc.) di uno specifico schema di ponteggio purché vengano soddisfatte le condizioni di seguito elencate: 1. Lo schema specifico di utilizzo deve essere realizzato in base ad un progetto, ai sensi dell’art.133 del D.Lgs n. 81/08, firmato da ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all’esercizio della professione; 2. Il progetto suddetto deve contemplare, oltre agli aspetti statici specifici, anche i requisiti di accoppiabilità fra i due tipi di ponteggio sovrapposti, i quali inoltre devono appartenere, ciascuno, ad una unica autorizzazione ministeriale; 3. Gli elementi di ponteggio a montanti e traversi prefabbricati, utilizzati per la realizzazione della particolare partenza, devono appartenere ad una classe di carico (costruzione o manutenzione) non inferiore a quella del ponteggio a telai prefabbricati; 4. Il piano di separazione fra i due tipi di ponteggi sovrapposti deve essere correttamente ancorato e fornito di irrigidimenti orizzontali; 5. Sia per la realizzazione degli irrigidimenti orizzontali del piano di separazione fra i due tipi di ponteggi sovrapposti, che per la realizzazione del requisito di accoppiabilità fra gli stessi, devono essere utilizzati solo elementi di ponteggio, appartenenti alle autorizzazioni ministeriali dei due tipi di ponteggi sovrapposti, o elementi di ponteggio a tubi e giunti appartenenti ad una unica autorizzazione ministeriale; 6. In cantiere devono essere tenuti ed esibiti, a richiesta dell’organo di vigilanza, oltre al progetto di cui al punto 1, i libretti di autorizzazione dei due tipi di ponteggio sovrapposti e, se utilizzato, il libretto relativo al ponteggio a tubi e giunti.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ………………………………………….r, nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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ESEMPIO DI SCHEMA RIPORTATO SU LIBRETTO DI AUTORIZZAZIONE MINISTERIALE

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Art. 134 - Documentazione 1. Nei cantieri in cui vengono usati ponteggi deve essere tenuta ed esibita, a richiesta degli Organi di vigilanza, copia della documentazione di cui al comma 6 dell'articolo 131 e copia del piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), in caso di lavori in quota, i cui contenuti sono riportati nell'Allegato XXII del presente Titolo. 2. Le eventuali modifiche al ponteggio, che devono essere subito riportate sul disegno, devono restare nell'ambito dello schema_tipo che ha giustificato l'esenzione dall'obbligo del calcolo.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli …………………………………., nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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Allegato XXII Contenuti minimi del Pi.M.U.S. 1. Dati identificativi del luogo di lavoro. 2. Identificazione del datore di lavoro che procederà alle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio. 3. Identificazione della squadra di lavoratori, compreso il preposto, addetti alle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio. 4. Identificazione del ponteggio. 5. Disegno esecutivo del ponteggio. 5.1. generalità e firma del progettista, salvo i casi di cui al comma 1, lettera g) dell’articolo 132, 5.2. sovraccarichi massimi per metro quadrato di impalcato 5.3. indicazione degli appoggi e degli ancoraggi. Quando non sussiste l’obbligo del calcolo, ai sensi del comma 1, lettera g) dell’articolo 132, invece delle indicazioni di cui al precedente punto 5.1, sono sufficienti le generalità e la firma della persona competente di cui al comma 1 dell’articolo 136. 6. Progetto del ponteggio, quando previsto. 7. Indicazioni generali per le operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio ("piano di applicazione generalizzata"): 7.1. planimetria delle zone destinate allo stoccaggio e al montaggio del ponteggio, evidenziando, inoltre: delimitazione, viabilità, segnaletica, ecc.; 7.2. modalità di verifica e controllo del piano di appoggio del ponteggio (portata della superficie, omogeneità, ripartizione del carico, elementi di appoggio, ecc.); 7.3. modalità di tracciamento del ponteggio, impostazione della prima campata, controllo della verticalità, livello/bolla del primo impalcato, distanza tra ponteggio (filo impalcato di servizio) e opera servita, ecc.; 7.4. descrizione dei DPI utilizzati nelle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio e loro modalità di uso, con esplicito riferimento all'eventuale sistema di arresto caduta utilizzato ed ai relativi punti di ancoraggio; 7.5. descrizione delle attrezzature adoperate nelle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio e loro modalità di installazione ed uso; 7.6. misure di sicurezza da adottare in presenza, nelle vicinanze del ponteggio, di linee elettriche aeree nude in tensione, di cui all'articolo 117; 7.7. tipo e modalità di realizzazione degli ancoraggi; 7.8. misure di sicurezza da adottare in caso di cambiamento delle condizioni meteorologiche (neve, vento, ghiaccio, pioggia) pregiudizievoli alla sicurezza del ponteggio e dei lavoratori; 7.9. misure di sicurezza da adottare contro la caduta di materiali e oggetti. 8. Illustrazione delle modalità di montaggio, trasformazione e smontaggio, riportando le necessarie sequenze "passo dopo passo", nonché descrizione delle regole puntuali/specifiche da applicare durante le suddette operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio ("istruzioni e progetti particolareggiati"), con l'ausilio di elaborati esplicativi contenenti le corrette istruzioni, privilegiando gli elaborati grafici costituiti da schemi, disegni e foto. 9. Descrizione delle regole da applicare durante l'uso del ponteggio. 10. Indicazioni delle verifiche da effettuare sul ponteggio prima del montaggio e durante l'uso. (vedasi ad es. ALLEGATO XIX)

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Art. 127 - Ponti a sbalzo 1. Nei casi in cui particolari esigenze non permettono l'impiego di ponti normali, possono essere consentiti ponti a sbalzo purché la loro costruzione risponda a idonei procedimenti di calcolo e ne garantisca la solidità e la stabilità.

ALLEGATO XVIII, del D.Lgs 81/08 2.1.6. Ponti a sbalzo 2.1.6.1. Per il ponte a sbalzo in legno di cui all'articolo 127 devono essere osservate le seguenti norme: a) l'intavolato deve essere composto con tavole a stretto contatto, senza interstizi che lascino passare materiali minuti, e il parapetto del ponte deve essere pieno; quest’ultimo può essere limitato al solo ponte inferiore nel caso di più ponti sovrapposti; b) l'intavolato non deve avere larghezza utile maggiore di metri 1,20; c) i traversi di sostegno dell'impalcato devono essere solidamente ancorati all'interno a parte stabile dell'edificio ricorrendo eventualmente all'impiego di saettoni; non è consentito l'uso di contrappesi come ancoraggio dei traversi, salvo che non sia possibile provvedere altrimenti; d) i traversi devono poggiare su strutture e materiali resistenti; e) le parti interne dei traversi devono essere collegate rigidamente fra di loro con due robusti correnti, di cui uno applicato contro il lato interno del muro o dei pilastri e l'altro alle estremità dei traversi in modo da impedire qualsiasi spostamento.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154;

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120 cm

LARGHEZZA MAX 120 cm

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ALLEGATO XVIII, del D.Lgs 81/08 3.1. Castelli per elevatori 3.1.1. I castelli collegati ai ponteggi e costruiti per le operazioni di sollevamento e discesa dei materiali mediante elevatori, devono avere i montanti controventati per ogni due piani di ponteggio. 3.1.2. I montanti che portano l'apparecchio di sollevamento devono essere costituiti, a seconda dell'altezza e del carico massimo da sollevare, da più elementi collegati fra loro e con giunzioni sfalsate, poggianti sui corrispondenti elementi sottostanti. 3.1.3. I castelli devono essere progettati ai sensi dell'articolo 133 del Capo V ed ancorati alla costruzione ad ogni piano di ponteggio.

3.2. Impalcati e parapetti dei castelli 3.2.1. Gli impalcati dei castelli devono risultare sufficientemente ampi e muniti, sui lati verso il vuoto, di parapetto e tavola fermapiede normali. 3.2.2. Per il passaggio della benna o del secchione può essere lasciato un varco purché in corrispondenza di esso sia applicato un fermapiede alto non meno di 30 centimetri. Il varco deve essere ridotto allo stretto necessario e delimitato da robusti e rigidi sostegni laterali, dei quali quello opposto alla posizione del tiro deve essere assicurato superiormente ad elementi fissi dell'impalcatura. 3.2.3. Dal lato interno dei sostegni di cui sopra, all'altezza di m 1,20 e nel senso normale all'apertura, devono essere applicati due staffoni in ferro sporgenti almeno cm 20, da servire per appoggio e riparo del lavoratore. 3.2.4. Gli intavolati dei singoli ripiani devono essere formati con tavoloni di spessore non inferiore a cm 5 che devono poggiare su traversi aventi sezione ed interasse dimensionati in relazione al carico massimo previsto per ciascuno dei ripiani medesimi.

3.3. Montaggio degli elevatori 3.3.1. I montanti delle impalcature, quando gli apparecchi di sollevamento vengono fissati direttamente ad essi, devono essere rafforzati e controventati in modo da ottenere una solidità adeguata alle maggiori sollecitazioni a cui sono sottoposti. 3.3.2. Nei ponti metallici i montanti, su cui sono applicati direttamente gli elevatori, devono essere di numero ampiamente sufficiente ed in ogni caso non minore di due. 3.3.3. I bracci girevoli portanti le carrucole ed eventualmente gli argani degli elevatori devono essere assicurati ai montanti mediante staffe con bulloni a vite muniti di dado e controdado; analogamente deve essere provveduto per le carrucole di rinvio delle funi ai piedi dei montanti quando gli argani sono installati a terra. 3.3.4. Gli argani installati a terra, oltre ad essere saldamente ancorati, devono essere disposti in modo che la fune si svolga dalla parte inferiore del tamburo. 3.3.5. Il manovratore degli argani "a bandiera" fissati a montanti di impalcature, quando non possano essere applicati parapetti sui lati e sulla fronte del posto di manovra, deve indossare la cintura di sicurezza. 3.3.6. La protezione di cui al precedente punto 3.2.3. deve essere applicata anche per il lavoratore addetto al ricevimento dei carichi sulle normali impalcature.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro, i dirigenti e i preposti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli …………………………………., nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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Gli intavolati dei singoli ripiani devono essere formati con tavole di spessore non inferiore a cm 5, e parapetto normale con tavola fermapiede

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PONTEGGI MOVIBILI Art. 139 - Ponti su cavalletti 1.I ponti su cavalletti non devono aver altezza superiore a metri 2 e non devono essere montati sugli impalcati dei ponteggi. I ponti su cavalletti devono essere conformi ai requisiti specifici indicati nel punto 2.2.2. dell'Allegato XVIII.

ALLEGATO XVIII, del D.Lgs 81/08 2.2.2. Ponti su cavalletti 2.2.2.1. I piedi dei cavalletti, oltre ad essere irrigiditi mediante tiranti normali e diagonali, devono poggiare sempre su piano stabile e ben livellato. 2.2.2.2. La distanza massima tra due cavalletti consecutivi può essere di m 3,60, quando si usino tavole con sezione trasversale di cm 30 x 5 e lunghe m 4. Quando si usino tavole di dimensioni trasversali minori, esse devono poggiare su tre cavalletti. 2.2.2.3. La larghezza dell'impalcato non deve essere inferiore a 90 centimetri e le tavole che lo costituiscono, oltre a risultare bene accostate fra loro ed a non presentare parti in sbalzo superiori a 20 centimetri, devono essere fissate ai cavalletti di appoggio. 2.2.2.4. E' fatto divieto di usare ponti su cavalletti sovrapposti e ponti con i montanti costituiti da scale a pioli.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli …………………………………., nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

I ponti su cavalletti devono essere posizionati su un piano stabile e devono essere utilizzati con tavole da ponteggio di spessore minimo di cm. 5. Non possono essere utilizzati assolutamente, come piano di calpestio, i pannelli per eseguire le casserature

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LISTELLI PER EVITARE LO SCORRIMENTO DELLE TAVOLE SUI CAVALLETTI

E’ VIETATO USARE PONTI SU CAVALLETTI SOVRAPPOSTI

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Art. 140 - Ponti su ruote a torre 1. I ponti su ruote devono avere base ampia in modo da resistere, con largo margine di sicurezza, ai carichi ed alle oscillazioni cui possono essere sottoposti durante gli spostamenti o per colpi di vento e in modo che non possano essere ribaltati. 2. Il piano di scorrimento delle ruote deve risultare livellato; il carico del ponte sul terreno deve essere opportunamente ripartito con tavoloni o altro mezzo equivalente. 3. Le ruote del ponte in opera devono essere saldamente bloccate con cunei dalle due parti o con sistemi equivalenti. In ogni caso dispositivi appropriati devono impedire lo spostamento involontario dei ponti su ruote durante l’esecuzione dei lavori in quota. 4. I ponti su ruote devono essere ancorati alla costruzione almeno ogni due piani; è ammessa deroga a tale obbligo per i ponti su ruote a torre conformi all'Allegato XXIII. 5. La verticalità dei ponti su ruote deve essere controllata con livello o con pendolino. 6. I ponti, esclusi quelli usati nei lavori per le linee elettriche di contatto, non devono essere spostati quando su di essi si trovano lavoratori o carichi.

ALLEGATO XXIII – D.Lgs 81/08 Deroga ammessa per i ponti su ruote a torre E' ammessa deroga per i ponti su ruote a torre alle seguenti condizioni: a) il ponte su ruote a torre sia costruito conformemente alla norma tecnica UNI EN 1004; b) il costruttore fornisca la certificazione del superamento delle prove di rigidezza, di cui all'appendice A della norma tecnica citata, emessa da un laboratorio ufficiale. Per laboratori ufficiali si intendono: - laboratorio dell'ISPESL; - laboratori delle università e dei politecnici dello Stato; - laboratori degli istituti tecnici di Stato, riconosciuti ai sensi della legge 5-11-1971, n. 1086; - laboratori autorizzati in conformità all’ ALLEGATO XX sezione B titolo IV capo II, con decreto dei Ministri del lavoro e della previdenza sociale, dello sviluppo economico e della salute; - laboratori dei paesi membri dell'Unione europea o dei Paesi aderenti all'accordo sullo spazio economico europeo riconosciuti dai rispettivi Stati. c) l'altezza del ponte su ruote non superi 12 m se utilizzato all'interno (assenza di vento) e 8 m se utilizzato all'esterno (presenza di vento); d) per i ponti su ruote utilizzati all'esterno degli edifici sia realizzato, ove possibile, un fissaggio all'edificio o altra struttura; e) per il montaggio, uso e smontaggio del ponte su ruote siano seguite le istruzioni indicate dal costruttore in un apposito manuale redatto in accordo alla norma tecnica UNI EN 1004. 2. L'attrezzatura di cui al punto 1 è riconosciuta ed ammessa se legalmente fabbricata o commercializzata in altro Paese membro dell'Unione europea o nei Paesi aderenti all'accordo sullo Spazio economico europeo, in modo da garantire un livello di sicurezza equivalente a quello garantito sulla base delle disposizioni, specifiche tecniche e standard previsti dalla normativa italiana in materia.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 1. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ……………………………………………………….., nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate; 2. Il preposto è punito nei limiti dell'attività alla quale è tenuto in osservanza degli obblighi generali di cui all'articolo 19: b) con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da 300 a 900 euro per la violazione dell’ articolo 140, commi 3 e 6.

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PARAPETTO

TAVOLA FERMAPIEDE

INTAVOLATO CROCIERE

PARAPETTO

SPALLA

SCALE DI ACCESSO AI PIANI

STAFFA STABILIZZATRICE

LIVELLATORI A VITE CUNEI

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MACCHINARI DA CANTIERE Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 17 Attuazione della direttiva 2006/42/CE, relativa alle macchine e che modifica la direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori. L’art. 1 stabilisce che il provvedimento si applica ai seguenti prodotti, così come definiti all’articolo 2: a) macchine; b) attrezzature intercambiabili; c) componenti di sicurezza; d) accessori di sollevamento; e) catene, funi e cinghie; f) dispositivi amovibili di trasmissione meccanica; g) quasi-macchine. Ogni macchina nuova deve essere corredata dei seguenti documenti: 1. dichiarazione di conformità; 2. marcatura CE; 3. manuale di istruzioni; 4. fascicolo tecnico. 1. Dichiarazione CE di conformità per le macchine ( All. II del Decreto ) La dichiarazione CE di conformità deve contenere gli elementi seguenti: 1. ragione sociale e indirizzo completo del fabbricante e, se del caso, del suo mandatario; 2. nome e indirizzo della persona autorizzata a costituire il fascicolo tecnico, che deve essere stabilita nella Comunità; 3. descrizione e identificazione della macchina, con denominazione generica, funzione, modello, tipo, numero di serie, denominazione commerciale; 4. un'indicazione con la quale si dichiara esplicitamente che la macchina è conforme a tutte le disposizioni pertinenti della direttiva 2006/42/CE e, se del caso, un'indicazione analoga con la quale si dichiara la conformità alle altre direttive comunitarie e/o disposizioni pertinenti alle quali la macchina ottempera. Questi riferimenti devono essere quelli dei testi pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea; 5. all'occorrenza, nome, indirizzo e numero di identificazione dell'organismo notificato che ha effettuato l'esame CE del tipo di cui all'allegato IX e il numero dell'attestato dell'esame CE del tipo; 6. all'occorrenza, nome, indirizzo e numero di identificazione dell'organismo notificato che ha approvato il sistema di garanzia qualità totale di cui all'allegato X; 7. all'occorrenza, riferimento alle norme armonizzate di cui all'articolo 4 che sono state applicate; 8. all'occorrenza, riferimento ad altre norme e specifiche tecniche applicate; 9. luogo e data della dichiarazione; 10. identificazione e firma della persona autorizzata a redigere la dichiarazione a nome del fabbricante o del suo mandatario. 2. Marcatura CE ( All. III del Decreto ) La marcatura CE di conformità é costituita dalle iniziali “CE” secondo il simbolo grafico

Ogni macchina deve recare, in modo visibile, leggibile e indelebile, almeno le seguenti indicazioni: - ragione sociale e indirizzo completo del fabbricante e, se del caso, del suo mandatario, - designazione della macchina, - marcatura "CE" (cfr. allegato III), - designazione della serie o del tipo, - eventualmente, numero di serie, - anno di costruzione, cioè l'anno in cui si è concluso il processo di fabbricazione.

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3. Manuale di istruzioni Ciascun manuale di istruzioni deve contenere, se del caso, almeno le informazioni seguenti: a) la ragione sociale e l'indirizzo completo del fabbricante e del suo mandatario; b) la designazione della macchina, come indicato sulla macchina stessa, eccetto il numero di serie; c) la dichiarazione di conformità CE o un documento che riporta il contenuto della dichiarazione di conformità CE, i dati relativi alla macchina ma non necessariamente il numero di serie e la firma; d) una descrizione generale della macchina; e) i disegni, i diagrammi, le descrizioni e le spiegazioni necessari per l'uso, la manutenzione e la riparazione della macchina e per verificarne il corretto funzionamento; f) una descrizione del o dei posti di lavoro che possono essere occupati dagli operatori; g) una descrizione dell'uso previsto della macchina; h) le avvertenze concernenti i modi nei quali la macchina non deve essere usata e che potrebbero, in base all'esperienza, presentarsi; i) le istruzioni per il montaggio, l'installazione e il collegamento, inclusi i disegni e i diagrammi e i sistemi di fissaggio e la designazione del telaio o dell'installazione su cui la macchina deve essere montata; j) le istruzioni per l'installazione e il montaggio volte a ridurre il rumore e le vibrazioni prodotti; k) le istruzioni per la messa in servizio e l'uso della macchina e, se necessario, le istruzioni per la formazione degli operatori; l) le informazioni in merito ai rischi residui che permangono, malgrado siano state adottate le misure di protezione integrate nella progettazione della macchina e malgrado le protezioni e le misure di protezione complementari adottate; m) le istruzioni sulle misure di protezione che devono essere prese dall'utilizzatore, incluse, se del caso, le attrezzature di protezione individuale che devono essere fornite; n) le caratteristiche essenziali degli utensili che possono essere montati sulla macchina; o) le condizioni in cui la macchina soddisfa i requisiti di stabilità durante l'utilizzo, il trasporto, il montaggio, lo smontaggio, in condizioni di fuori servizio, durante le prove o le avarie prevedibili; p) le istruzioni per effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di trasporto, movimentazione e stoccaggio, indicanti la massa della macchina e dei suoi vari elementi allorché devono essere regolarmente trasportati separatamente; q) il metodo operativo da rispettare in caso di infortunio o avaria; se si può verificare un blocco, il metodo operativo da rispettare per permettere di sbloccare la macchina in condizioni di sicurezza; r) la descrizione delle operazioni di regolazione e manutenzione che devono essere effettuate dall'utilizzatore nonché le misure di manutenzione preventiva da rispettare; s) le istruzioni per effettuare in condizioni di sicurezza la regolazione e la manutenzione, incluse le misure di protezione che dovrebbero essere prese durante tali operazioni; t) le specifiche dei pezzi di ricambio da utilizzare, se incidono sulla salute e la sicurezza degli operatori; u) le seguenti informazioni relative all'emissione di rumore aereo: - il livello di pressione acustica dell'emissione ponderato A nei posti di lavoro, se supera 70 dB(A); se tale livello non supera 70 dB(A), deve essere indicato; - il valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata C nei posti di lavoro, se supera 63 Pa (130 dB rispetto a 20 µPa); - il livello di potenza acustica ponderato A emesso dalla macchina, se il livello di pressione acustica dell'emissione ponderato A nei posti di lavoro supera 80 dB(A). …. v) se la macchina può emettere radiazioni non ionizzanti che potrebbero nuocere alle persone, in particolare se portatrici di dispositivi medici impiantabili attivi o non attivi, le informazioni riguardanti le radiazioni emesse per l'operatore e le persone esposte. 4. Fascicolo tecnico Facendo riferimento all’allegato VII, l’art. 3 c. 3 lett. b) e l’art. 10 c. 1 lett. a) del D.Lgs n. 17/2010 stabiliscono la compilazione di un fascicolo tecnico da conservare presso il costruttore o l’effettuazione, a seconda del tipo di macchina, di diverse modalità di certificazione.

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Sega circolare elettrica a banco Allegato V, D.Lgs 81/08 5.5.3. Le seghe circolari fisse devono essere provviste: a) di una solida cuffia registrabile atta a evitare il contatto accidentale del lavoratore con la lama e ad intercettare le schegge; b) di coltello divisore in acciaio, quando la macchina è usata per segare tavolame in lungo, applicato posteriormente alla lama a distanza di non più di 3 millimetri dalla dentatura per mantenere aperto il taglio; c) di schermi messi ai due lati della lama nella parte sporgente sotto la tavola di lavoro in modo da impedirne il contatto. Qualora per esigenze tecniche non sia possibile l'adozione del dispositivo di cui alla lettera a), si deve applicare uno schermo paraschegge di dimensioni appropriate. Possibili rischi connessi - punture, tagli, abrasioni - elettrici - rumore - caduta di materiale dall’alto Prima dell’uso verificare la presenza e la registrabilità della cuffia di protezione -

verificare la presenza del coltello divisore in acciaio posto dietro la lama e registrato a non più di 3 mm dalla dentatura di taglio

-

verificare la presenza del carter nella parte sottostante il banco di lavoro

-

verificare la disponibilità dello spingitoio per il taglio di piccoli pezzi

-

verificare la stabilità della macchina

-

verificare la pulizia dell’area circostante la macchina

-

verificare la pulizia della superficie del banco di lavoro

-

verificare l’integrità dei collegamenti elettrici e di terra visibili

-

verificare il buon funzionamento dell’interruttore di manovra e della bobina di sgancio

-

verificare la corretta disposizione del cavo di alimentazione

Durante l’uso registrare la cuffia di protezione in modo tale che l’imbocco sia solo poco più alto del pezzo in lavorazione o che sia libera di alzarsi al passaggio del pezzo e di abbassarsi successivamente -

per il taglio di piccoli pezzi fare uso dello spingitoio

-

se nella lavorazione specifica la cuffia di protezione risultasse insufficiente a trattenere le schegge, indossare gli occhiali

Dopo l’uso lasciare il banco di lavoro libero da materiali -

lasciare la zona circostante pulita

-

verificare l’efficienza delle protezioni

-

segnalare le eventuali anomalie di funzionamento

Dispositivi di Protezione Individuale - guanti, calzature di sicurezza, casco, cuffie o tappi auricolari, occhiali, tuta

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IL COLTELLO DIVISORE DEVE ESSERE IN ACCIAIO E POSTO POSTERIORMENTE ALLA LAMA A DISTANZA NON SUPERIORE A 3 mm DALLA DENTATURA DELLA STESSA

LA CUFFIA DEVE ESSERE SOLIDA, REGISTRABILE, ATTA AD EVITARE IL CONTATTO ACCIDENTALE CON LA LAMA E AD INTERCETTARE LE SCHEGGE

Protezione obbligatoria degli occhi

Guanti di protezione obbligatoria

Protezione obbligatoria dell’udito

Non rimuovere le protezioni

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Betoniera per calcestruzzo Possibili rischi connessi -

urti, colpi, impatti, compressioni punture, tagli, abrasioni elettrici rumore cesoiamento, stritolamento allergeni caduta di materiale dall’alto polveri, fibre getti, schizzi movimentazione manuale dei carichi

Prima dell’uso -

verificare la presenza delle protezioni alla corona, agli organi di trasmissione e agli organi di manovra

-

verificare la presenza dell’impalcato sovrastante il posto di manovra, se la macchina è sotto il raggio d’azione della gru o in vicinanza del ponteggio

-

verificare l’integrità dei collegamenti elettrici e di messa a terra, per la parte visibile, e il corretto funzionamento degli interruttori e dei dispositivi elettrici di alimentazione e di manovra

Durante l’uso -

non modificare le protezioni

-

non eseguire lubrificazioni, pulizie, manutenzioni o riparazioni sugli organi in movimento

-

le lavorazioni non devono comportare la movimentazione di carichi troppo pesanti o, in condizioni disagiate, utilizzare le attrezzature manuali messe a disposizione

Dopo l’uso -

disattivare i singoli comandi e la linea generale di alimentazione

-

lasciare la macchina pulita e lubrificata

-

controllare la permanenza di tutti i dispositivi di protezione

Dispositivi di Protezione Individuale -

guanti calzature di sicurezza casco cuffie o tappi auricolari maschere respiratorie tuta

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Betoniera a bicchiere

CARTER DI PROTEZIONE DELLA CORONA DENTATA

GRIGLIA ANTINTRUSIONE SUL VOLANTE

INTERRUTTORE E PRESA A SPINA DI TIPO INDUSTRIALE CARTER PROTEZIONE PEDALE DI SGANCIO DEL BICCHIERE

Betoniera a inversione

QUADRO COMANDI

PROTEZIONE DELLA ZONA DI SALITA E DISCESA DELA VASCA

DISPOSITIVI DI STAZIONAMENTO

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Apparecchi di sollevamento ADEMPIMENTI PER APPARECCHI DI PORTATA SUPERIORE A 200 KG. La documentazione rilasciata dal costruttore o dal venditore al momento dell’acquisto di un apparecchio nuovo, deve essere inviata, unitamente ad un apposito modulo di denuncia, all’INAIL competente per territorio prima della messa in servizio. VERIFICA APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO Le gru e gli altri apparecchi di sollevamento di portata superiore a 200 kg., esclusi quelli azionati a mano e quelli già soggetti a speciali disposizione di legge , devono essere sottoposti a verifica, una volta all’anno, per accertarne lo stato di funzionamento e di conservazione ai fini della sicurezza dei lavoratori. IMPIEGHI DI RADIOCOMANDI PER GRU, ARGANI E PARANCHI Oltre a fissare le caratteristiche tecniche dei dispositivi il decreto prevede che essi siano muniti di targa di identificazione, di libretto di istruzioni tecniche e che essi siano accompagnati da una dichiarazione di conformità al prototipo approvato dall’INAIL e rilasciata da fabbricante. L’installazione di tali sistemi su apparecchi di sollevamento già muniti di libretto matricolare è considerata “modifica sostanziale” e pertanto l’utente di questi apparecchi ne dovrà fare denuncia alla sede dell’INAIL competente per territorio. GRU IN ROTAZIONE LIBERA Lasciare in rotazione libera il braccio della gru quando il lavoro è interrotto è una delle più comuni norme di sicurezza per assicurare la stabilità del mezzo in caso di forte vento: ovviamente il braccio tende ad orientarsi parallelamente al vento stesso che quindi solleciterà di meno la struttura delle gru. In relazione alla intensità del vento previsto e alla configurazione della gru sono utilizzate ( e prescritte nelle norme di uso e manutenzione che devono accompagnare le singole macchine) anche altre misure che vanno dal bloccaggio dell’apparecchio sulle vie di corsa mediante ganasce all’ancoraggio del tronco della gru a parti fisse. STABILITA’ DEL MEZZO DI CARICO Nell’esercizio dei mezzi di sollevamento e di trasporto si devono adottare le necessarie misure per assicurare la stabilità del mezzo e del suo carico, in relazione al tipo del mezzo stesso, alla sua velocità, alle accelerazione in fase di avviamento e di arresto ed alle caratteristiche del percorso.

NOTA DELLA REGIONE LOMBARDIA n. 13316 del 17/2/99 Il gruppo di lavoro “Apparecchi di sollevamento” ha stabilito l’obbligo, da parte della ditta utilizzatrice dell’apparecchio di sollevamento, di garantire l’idoneità del piano di appoggio attraverso un calcolo da parte di tecnico abilitato.

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PREPARAZIONE APPOGGI GRU La Tabella qui sotto indica la resistenza dei vari tipi di terreno da tenere in considerazione quando si deve installare un apparecchio di sollevamento. Tabella 1 RESISTENZA DEI VARI TERRENI Terreno Terreni molto consistenti Marne o argille compatte

Kg/cmq 25-50 8

Sabbia umida mista a ghiaia

6-10

Ghiaia, ciotoli

4-5

Sabbia umida fine

5

Argilla compatta umida

3

Sabbia argillosa acquifera

2

Ghiaia terrosa

2-5

Terra vegetale asciutta

2

Terra vegetale battuta

1

Sabbia di riporto assestata

0,8-1,2

RISCHIO DI INTERFERENZA FRA PIÙ GRU OPERANTI NELLA STESSA ZONA DI LAVORO ( Circolare M.L.P.S. 12 novembre 1984 ) Quando due o più gru operanti nel medesimo cantiere possono reciprocamente intralciarsi, perché installate a distanza ravvicinata inferiore alla somma delle lunghezze dei rispettivi bracci, occorre adottare almeno le seguenti precauzioni: a) I bracci devono essere sfalsati fra loro in modo tale da evitare ogni possibile collisione fra elementi strutturali,, tenuto conto delle massime oscillazioni e garantendo un conveniente franco di sicurezza. b) La distanza minima fra le gru deve essere tale da evitare comunque l'interferenza delle funi e dei carichi della gru più alta con la controfreccia della gru più bassa, pertanto tale distanza deve sempre essere superiore alla somma tra la lunghezza del braccio, relativa alla gru posta ad altezza maggiore, e la lunghezza della controfreccia, relativa alla gru posta ad altezza inferiore. c) I manovratori delle gru devono poter comunicare fra loro, direttamente o tramite apposito servizio di segnalazioni, le manovre che si accingono a compiere. d) Le fasi di movimentazione dei carichi devono essere programmate in modo da eliminare la contemporaneità delle manovre nelle zone di interferenza. e) Ai manovratori devono essere date precise informazioni ed istruzioni, preferibilmente per iscritto, sulle zone di interferenza, sulle priorità delle manovre, sulle modalità di comunicazione e sul posizionamento del mezzo, ivi compreso braccio e carico, sia nelle fasi di riposo che nelle pause di lavoro. Nel caso di più imprese con apparecchi di sollevamento operanti ella stessa zona di lavoro (cantieri adiacenti), in sede di predisposizione dei cantieri, si deve porre ogni cura affinché l'installazione dei mezzi di sollevamento sia prevista in maniera ché non vi siano possibilità di interferenze tra di loro. Pertanto gli apparecchi di sollevamento dovranno essere installati a distanza superiore alla somma delle lunghezze dei rispettivi bracci. Nei casi in cui sussista l'impossibilità pratica di attuare la disposizione suddetta, l'osservanza delle precauzioni minime di cui al capo precedente deve avvenire mediante accordi interaziendali. Qualora le installazioni avvengano in tempi diversi, l'impresa che installa l'apparecchio di sollevamento in un tempo successivo dovrà osservare le disposizioni di cui ai punti a) e b) e concordare con i responsabili del cantiere confinante le modalità di gestione delle precauzioni-di cui ai punti c), d) ed e).

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PREPARAZIONE DEL POSTO DI INSTALLAZIONE Appoggio su travi in c.a.

Altezza trave 0,5 m Da dimensionare in relazione del tipo di terreno (vedi Tab. 1) b Da dimensionare in relazione del tipo di terreno (vedi Tab. 1) L Sistemare tra i piedi della gru e le travi in c.a. traverse di legno duro sp. 50cm

Appoggio su plinti in c.a.

Altezza plinti 0,5 m Da dimensionare in relazione del tipo di terreno (vedi Tab. 1) b Sistemare tra i piedi della gru e i plinti in c.a. traverse di legno duro sp. 50cm

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Appoggio su traverse di legno duro (sp. 180/200 mm)

b L

Da dimensionare in relazione del tipo di terreno (vedi Tab. 1) Da dimensionare in relazione del tipo di terreno (vedi Tab. 1)

Appoggio su platea in c.a.

Altezza platea L

0,3 m Da dimensionare in relazione del tipo di terreno (vedi Tab. 1)

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Argani e montacarichi ALLEGATO XVIII, del D.Lgs 81/08 3.3. Montaggio degli elevatori 3.3.1. I montanti delle impalcature, quando gli apparecchi di sollevamento vengono fissati direttamente ad essi, devono essere rafforzati e controventati in modo da ottenere una soliditĂ adeguata alle maggiori sollecitazioni a cui sono sottoposti. 3.3.2. Nei ponti metallici i montanti, su cui sono applicati direttamente gli elevatori, devono essere di numero ampiamente sufficiente ed in ogni caso non minore di due. 3.3.3. I bracci girevoli portanti le carrucole ed eventualmente gli argani degli elevatori devono essere assicurati ai montanti mediante staffe con bulloni a vite muniti di dado e controdado; analogamente deve essere provveduto per le carrucole di rinvio delle funi ai piedi dei montanti quando gli argani sono installati a terra. 3.3.4. Gli argani installati a terra, oltre ad essere saldamente ancorati, devono essere disposti in modo che la fune si svolga dalla parte inferiore del tamburo. 3.3.5. Il manovratore degli argani "a bandiera" fissati a montanti di impalcature, quando non possano essere applicati parapetti sui lati e sulla fronte del posto di manovra, deve indossare la cintura di sicurezza. 3.3.6. La protezione di cui al precedente punto 3.2.3 deve essere applicata anche per il lavoratore addetto al ricevimento dei carichi sulle normali impalcature.

ALLEGATO IV, del D.Lgs 81/08 3.2.8. Quando argani, paranchi e apparecchi simili sono usati per il sollevamento o la discesa dei carichi tra piani diversi di un edificio attraverso aperture nei solai o nelle pareti, le aperture per il passaggio del carico ai singoli piani, nonchÊ il sottostante spazio di arrivo o di sganciamento del carico stesso devono essere protetti, su tutti i lati, mediante parapetti normali provvisti, ad eccezione di quello del piano terreno, di arresto al piede. I parapetti devono essere disposti in modo da garantire i lavoratori anche contro i pericoli derivanti da urti o da eventuale caduta del carico di manovra. Gli stessi parapetti devono essere applicati anche sui lati delle aperture dove si effettua il carico e lo scarico, a meno che per le caratteristiche dei materiali in manovra ciò non sia possibile. In quest'ultimo caso, in luogo del parapetto normale deve essere applicata una solida barriera mobile, inasportabile e fissabile nella posizione di chiusura mediante chiavistello o altro dispositivo. Detta barriera deve essere tenuta chiusa quando non siano eseguite manovre di carico o scarico al piano corrispondente.

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Argano a cavalletto Puntone di reazione

Quadretto elettrico con interruttore di comando esclusivo per l’argano

Leva per fine corsa

Leva di comando con bloccaggio contro il movimento accidentale

Staffoni cm. 20 minimo

Tavola fermapiede

Cassoni contenitori con chiusura a serramento mediante lucchetto

A bandiera Tirante Elemento di assemblaggio al ponteggio a mezzo di morsetti

Pulsantiera di manovra

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IMBRACATURA E SOLLEVAMENTO DEI CARICHI Accessori di sollevamento ( Da Linee Guida ISPESL – “Movimentazione dei materiali” ) Sono cosi definiti “accessori di sollevamento”: componenti o attrezzature non collegate alle macchine e disposte tra la macchina e il carico oppure sul carico per consentire la presa. Gli accessori di sollevamento, all’atto della immissione sul mercato, devono recare i seguenti dati: -

identificazione del fabbricante; identificazione del materiale identificazione del carico massimo di utilizzazione; marcatura CE

Sugli accessori ove non è materialmente possibile la marcatura ( funi, cordami, ecc.. ), i dati devono essere apposti su una targa solidamente fissata sull’accessorio. Ogni accessorio deve essere accompagnato da istruzioni per l’uso che forniscano almeno le seguenti indicazioni: -

le condizioni normali di esercizio; le prescrizioni per l’uso, il montaggio e la manutenzione; i limiti di utilizzazione

Forche di sollevamento ( Da Linee Guida ISPESL – “Uso delle forche” ) Per forca di sollevamento si intende l’attrezzatura costituita da due o più bracci fissati ad un montante con un braccio superiore, essenzialmente per sollevare carichi su pallet o simili. La forca deve essere dotata di Dispositivo di ritenuta ( catene, cinghie, fasce, ecc ) atta ad impedire lo scivolamento del carico dalla forca I carichi si suddividono in: carico unitario: carico su pallet di legno riutilizzabile, avvolto in plastica ( involucro termoretraibile ) e reggiato con regge incrociate; carico non unitario: carico pallettizzato difforme per almeno un elemento (pallet, involucro, regge) rispetto al carico unitario come definito sopra I pallet possono essere di due tipi: pallet di legno personalizzato riutilizzabile: pallet appositamente costruito dal produttore che può essere riutilizzato purché non si superi il suo carico nominale originario; pallet a perdere: o pallet non riutilizzabile o monouso, destinato ad essere scartato dopo un solo ciclo di utilizzo; questo pallet non può essere utilizzato per la movimentazione in quota dei carichi; Il sollevamento di carichi unitari, potrà avvenire semplicemente assicurando il carico alla forca con il dispositivo di ritenuta; il sollevamento di carichi non unitari invece, potrà avvenire solo se vengono usati sistemi e attrezzature che impediscano in qualunque condizione la caduta del carico o di singoli elementi o componenti che lo costituiscono ( ceste, gabbie, cassoni, reti, ecc.. )

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Forca di sollevamento con dispositivo di ritenuta

Pallet di legno personalizzato riutilizzabile

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SOLLEVAMENTO DI CARICHI UNITARI Carico unitario

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SOLLEVAMENTO DI CARICHI NON UNITARI

E’ possibile utilizzare una forca anche non a norma UNI EN 13155:2007, purché l’altezza di utilizzo sia inferiore a 1,5 mt

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Accessori di imbracatura ( Da Linee Guida ISPESL – “Movimentazione dei materiali” ) Sono cosi definiti “accessori di imbracatura”: accessori di sollevamento che servono alla realizzazione o all’impiego di una braca, quali ganci ad occhiello, maniglie, anelli, golfari, ecc.. Poiché quasi mai i carichi possono essere collegati direttamente al gancio di un apparecchio di sollevamento, si devono usare sistemi di imbracaggio o elementi intermedi. Nella maggior parte dei casi si ricorre alle cosidette “brache”.

Tipologie di brache Brache di fune di acciaio

Le funi per brache sono normalmente di acciaio lucido, e sono di tipo flessibile a 6 trefoli, con anima tessile oppure metallica. Sono anche disponibili brache di funi di acciaio zincato o di acciaio inossidabile.

Brache di catena

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Brache di fibre sintetiche e naturali

La versatilità di queste imbracature risolve efficacemente tutti i problemi di collegamento tra il gancio del mezzo di sollevamento ed il carico da sollevare. E’ preferibile l’utilizzo di questo tipo di brache nei casi in cui i carichi da sollevare presentino particolari forme o superfici tali che non sopporterebbero, ad esempio, lo sfregamento di una catena. Non è da sottovalutare il fattore sicurezza, dovuto al fatto che tali mezzi non sono conduttori di elettricità e vanno quindi a favore della sicurezza del lavoratore.

Catene e funi Ogni fune o catena o cinghia che non faccia parte di un insieme, deve recare un marchio oppure, se la marcatura è materialmente impossibile, una targa o un anello inamovibile con i riferimenti del fabbricante e la relativa attestazione, che deve contenere: -

-

nome fabbricante; indirizzo; descrizione della catena o fune, comprendente: - dimensioni nominali; - la sua costruzione; - il materiale di fabbricazione; - qualsiasi trattamento metallurgico speciale subito in caso di prova, l’indicazione della norma impiegata il carico massimo durante il funzionamento sopportato Le funi e le catene devono essere sottoposte a verifiche trimestrali

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Protezioni per catene e funi in corrispondenza di spigoli del carico sono da prendere in considerazione se il carico presenta asperità o spigoli o altre particolarità per cui risulti opportuno interporre degli spessori in legno o gomma.

Procedure di imbracaggio e consigli d’uso generale Le fasi di imbracatura dei carichi va effettuata tenendo in considerazione le seguenti procedure: -

-

-

effettuata l’imbracatura, controllarne la corrispondenza a quanto voluto e la buona equilibratura del carico, facendo innalzare il carico lentamente e soltanto poco; effettuata la revisione dell’imbracatura, può essere iniziato il sollevamento del carico avendo cura che esso avvenga verticalmente evitando le inclinazioni che sono pericolose per la stabilità del carico; La partenza, i successivi movimenti e gli arresti devono essere graduali e non bruschi; il carico sospeso non va guidato con le mani, ma con funi e ganci; non va spinto ma solo tirato, evitando di sostarvi sotto; Le brache di funi di acciaio e di catene devono essere ispezionate prima della loro messa in servizio, onde evitare cedimenti; E’ opportuno ricordare che bisogna evitare nodi e incroci, attorcigliamenti, abrasioni, inclusione di elementi che possono danneggiarle nell’uso; I tiri obliqui devono essere evitati scrupolosamente al fine di non incorrere in sollecitazioni anomale; Non bisogna usare le brache con carichi superiori alla portata accertata; Per le brache a più bracci e per carichi la cui superficie induce ad angolare le stesse in modo accentuato, bisognerà tenere presente che tale portata varia notevolmente con il variare dell’angolo al vertice. Vedi alcuni esempi nella tabella sotto riportata.

Angolo al vertice 0 10 20 30 40 50 60 70 80

Fattore di aumento di carico 1 1,004 1,015 1,035 1,064 1,103 1,155 1,221 1,305

Angolo al vertice 90 100 110 120 130 140 150 160 170

Fattore di aumento di carico 1,414 1,556 1,743 2,000 2,366 2,924 3,864 5,759 11,474

Per conoscere la portata effettiva di una braca avente un determinato angolo al vertice, bisogna dividere la sua portata verticale, per il coefficiente riportato in tabella.

-

E’ buona norma che l’operatore esamini lo stato generale della braca prima dell’uso; le brache danneggiate non dovranno essere in nessun modo usate; Evitare di piegare le funi su perni e ganci che diminuiscono la portata nominale anche fino al 50%; Le brache non dovranno mai essere utilizzate e poi abbandonate sul terreno o a contatto con agenti di degrado; Al fine di proteggere le brache di catena alla fine del ciclo lavorativo, è bene che vengano immagazzinate e sistemate su rastrelliere previa lubrificazione per evitare fenomeni di corrosione.

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UTENSILI ELETTRICI MOBILI E PORTATILI ALLEGATO VI , del D.Lgs 81/08 6.2. Apparecchi elettrici mobili e portatili 6.2.1. Per i lavori all'aperto, ferma restando l'osservanza di tutte le altre disposizioni del presente decreto relativo agli utensili elettrici portatili, è vietato l'uso di utensili a tensione superiore a 220 V verso terra. 6.2.2. Nei lavori in luoghi bagnati o molto umidi, e nei lavori a contatto od entro grandi masse metalliche, è vietato l'uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra. 6.2.3. Se l'alimentazione degli utensili nelle condizioni previste dal presente punto è fornita da una rete a bassa tensione attraverso un trasformatore, questo deve avere avvolgimenti, primario e secondario, separati ed isolati tra loro e deve funzionare col punto mediano dell'avvolgimento secondario collegato a terra.

D.M. 20/11/68 artt. 3 - 2 Nei cantieri gli utensili elettrici portatili alimentati a tensione > 25 Volt devono essere corrispondenti alla classe II ( con doppio isolamento e senza collegamento di terra). Sull’involucro dell’utensile deve essere riportato il simbolo del doppio isolamento

Simbolo che indica la classe di appartenenza: Cl. II con doppio isolamento

L’utilizzo in sicurezza degli utensili elettrici in cantiere prevede che l’alimentazione degli stessi avvenga tramite l’uso di prese a spina di tipo industriale. Spesso però questi utensili sono dotati di spine ad uso civile, che per il cantiere non danno garanzie di protezione e sicurezza. Il consiglio è quello di fare sostituire la spina con una di tipo industriale ad opera di un elettricista abilitato.

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IMPIANTI ELETTRICI DI CANTIERE ALIMENTAZIONE E SISTEMI DI DISTRIBUZIONE ( Norma CEI 64-17 ) L’impianto elettrico di cantiere può essere alimentato secondo varie modalità, sulla base dei carichi prevedibili e delle misure di protezione, soprattutto contro i contatti indiretti e contro le sovracorrenti. Esso può essere alimentato sia da una rete di alimentazione a bassa tensione o a media tensione, sia mediante autoprotezione con gruppi generatori. L’alimentazione viene inoltre definita in funzione del sistema di conduttori attivi ( monofase o trifase ) e del modo di collegamento a terra.

ALLESTIMENTO LINEA DI ALIMENTAZIONE DEL CANTIERE ( Norma CEI 64-17 ) A valle di ogni punto di consegna dell’energia elettrica e comunque non oltre i 3 mt., deve essere installato un interruttore automatico magnetotermico. Questo interruttore ha la funzione di protezione della linea dalle sovracorrenti poiché dispone di uno sganciatore termico per sovraccarichi e uno sganciatore elettromagnetico per i cortocircuiti.

INSTALLAZIONE ( D.M. 37/08 ) Il datore di lavoro dell’impresa appaltatrice deve affidare la realizzazione dell’impianto di cantiere ad un tecnico abilitato ( installatore ). L’art. 10 del D.M. 37/08 non obbliga l’installatore alla redazione del progetto e dell’attestazione di collaudo solo per gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l’obbligo del rilascio della dichiarazione di conformità. La dichiarazione deve essere integrata da allegati obbligatori, quali la relazione sulla tipologia dei materiali usati per la realizzazione dell’impianto e lo schema dell’impianto.

TRASFORMAZIONI DI EDIFICI ESISTENTI ( Norma CEI 64-17 ) Quando si procede ad attività di trasformazioni di edifici esistenti, siano o meno in stato di attività, il titolare di detti locali deve fornire le più elementari informazioni in merito ai rischi ambientali, e tra queste: informazioni relative alla presenza di impianti ( o linee ) elettrici attivi; presenza di ambienti a maggior rischio in caso di incendio; presenza di ambienti con pericolo di esplosione Si deve inoltre specificare l’utilizzabilità o meno degli impianti esistenti.

UTILIZZO DI UN IMPIANTO ESISTENTE ( Nota CPT ) Ove risultino disponibili prese di un impianto fisso preesistente al cantiere, è consentita, previo accordo con il titolare dell’impianto, l’alimentazione per il cantiere, ma è necessario collegarsi con un proprio quadro elettrico da cantiere ASC munito di interruttore magnetotermico differenziale con corrente nominale di 30 mA. All’atto dell’allacciamento, l’installatore deve accertarsi dell’esistenza dell’impianto di terra. Nel caso quest’ultimo non esista, provvederà alla sua realizzazione.

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ALTEZZA DEI CONDUTTORI SUL TERRENO E SULLE ACQUE NON NAVIGABILI (D.P.R. 21-6-1968, N. 1062) I conduttori non devono avere in alcun punto una distanza verticale dal terreno e dagli specchi lagunari o lacuali non navigabili minori di : - 5 m. per le linee di classe zero e prima e per le linee in cavo aereo di qualsiasi classe; - (5,50 +0,006 Um) e comunque non inferiore a 6 m. per le linee classe seconda e terza. Le distanze di cui sopra si riferiscono a conduttori integri in tutte le campate e devono essere misurate prescindendo sia dall’eventuale manto di neve, sia dalla vegetazione e dalle ineguaglianze del terreno dovute alla lavorazione. Linee classe 0- linee telefoniche, telegrafiche, per segnalazione e comando a distanza che abbiano in comune sostegni con linee elettriche di trasporto o distribuzione, oppure dichiarate appartenenti a questa categoria. Linee classe I - Linee di trasporto o distribuzione con tensione nominale uguale o inferiore a 1000 V e linee in cavo per illuminazione pubblica in serie, con tensione nominale uguale o inferiore a 5000 V. Linee classe II - > 1000 fino a 30000 V Linee classe III - 30000 V Evitare l’utilizzo di cavi con giunzioni; utilizzare cavi elettrici autoportanti o dotare i cavi di strutture di sostegno.

PARALLELISMI FRA CAVI DI ENERGIA E TUBAZIONI METALLICHE INTERRATE (Norma C.E.I.- II - I ) Nei parallelismi, fra cavi di energia e le tubazioni metalliche interrate si deve in ogni caso mantenere un distanziamento minimo in proiezione orizzontale di almeno: - 0,50 m. per gasdotti e metanodotti; - 0,30 m. per le altre tubazioni. Ogni qualvolta sia possibile, negli impianti di nuova costruzione la distanza in proiezione orizzontale fra cavi di energia e tubazioni metalliche interrate posate parallelamente ad essi non dev’essere inferiore a : a) 3m. nel caso di tubazioni esercite a pressione massima uguale o superiore a 25 atm.; tale minimo è ridotto a 1 m nel caso in cui il tratto di tubazione interessato è contenuto in un idoneo tubo o manufatto di protezione munito di sfoghi fra loro distanziati lungo il percorso della protezione stessa di non oltre 100m. b) 1 m. da tubazioni esercite a pressione massima inferiore a 25 atm.

Linee aeree con cavo

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ALIMENTAZIONE MEDIANTE GRUPPI ELETTROGENI L’impianto elettrico di cantiere può essere alimentato da gruppo elettrogeno nei casi di zone non servite dal distributore pubblico. Per potenze medie o elevate, i gruppi elettrogeni trifase rendono disponibile il centro stella ed il relativo collegamento a terra viene in genere effettuato secondo i sistemi TN-S, come previsto per le cabine di trasformazione. Se i gruppi elettrogeni sono di potenza limitata, (in genere monofase) e alimentano un solo apparecchio utilizzatore, la protezione contro i contatti indiretti può essere ottenuta mediante separazione elettrica, cioè senza realizzare alcun collegamento intenzionale a terra delle masse.

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QUADRI ELETTRICI PER CANTIERI ASC ( Norma CEI 64-17 ) Quando si realizza un impianto di cantiere, questo va alimentato da un quadro generale di cantiere, anche se l’alimentazione è derivata da un impianto fisso esistente o anche se l’impianto di cantiere è composto da sole parti mobili. I quadri elettrici utilizzati nei cantieri sono sottoposti a severe condizioni di esercizio e gravose condizioni esterne e pertanto devono essere adatti a sopportare le corrispondenti sollecitazioni. I quadri devono soddisfare le seguenti aspettative: x avere una buona flessibilità di utilizzo e un elevata riutilizzabilità in successivi cantieri; x impiegare materiali di facile reperibilità per eventuali sostituzioni; x possedere una buona facilità di installazione, trasporto e immagazzinamento; x sopportare le sollecitazioni che si possono presentare sul cantiere; x assicurare il mantenimento della sicurezza nelle condizioni di esercizio previste. I quadri per la distribuzione dell’elettricità nei cantieri debbono essere conformi alla Norma CEI EN 60439-4. I quadri ASC si distinguono in: x ASC trasportabili, quando destinati ad una postazione fissa ( impianto fisso di cantiere ); x ASC mobili, quando possono essere spostati senza essere messi fuori tensione Ogni quadro ASC, indipendentemente dalla sua funzione, deve essere composto di: x unità di entrata con: o dispositivo di sezionamento che deve potere essere bloccato in posizione di aperto; o dispositivo di protezione contro le sovracorrenti x

unità di uscita con: o dispositivi di manovra con azionamento simultaneo dei contatti di fase; o dispositivo di protezione contro le sovracorrenti; o dispositivi di protezione contro i contatti diretti e indiretti ( differenziale con Idn 30mA )

Prescrizioni normative particolari x Il quadro deve risultare adatto al posizionamento anche in luoghi impervi, mantenendo comunque la posizione verticale; x Le uscite cavi devono avere una distanza minima dal suolo compatibile con il raggio di curvatura dei cavi allacciabili; x Il quadro deve essere dotato di mezzi per sollevamento e trasporto; x I morsetti terminali debbono essere adatti a ripetuti allacciamenti; x Il gradi di protezione minimo richiesto è IP44

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Quadro elettrico principale – ASC trasportabile

TARGA DI IDENTIFICAZIONE ( particolare 1 )

INTERRUTTORE DIFFERENZIALE ( 30mA )

INTERRUTTORE GENERALE

Quadro elettrico secondario – ASC mobile

NORMA EUROPEA CEI EN 60439-4

ASC Apparecchiature assiemate per cantiere

PARTICOLARE 1 ( targhetta )

NOME FABBRICANTE Cod. 1234567-A CEI EN 60439-4 ~125A, 50-60 Hz 400V

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CAVI ELETTRICI ( Norma CEI 64-17 ) Per la realizzazione degli impianti di cantiere si devono adottare i seguenti tipi di cavi:

Legenda 3 – Cavi entro tubi a vista senza guaina 11 – Cavi con guaina o armatura posati a parete 12 – Cavi unipolari o multipolari con guaina su passerelle non forate 13 - Cavi unipolari o multipolari con guaina su passerelle forate 17 - Cavi unipolari o multipolari con guaina sospesi a funi Cavi multipolari con guaina sospesi su pali dotati di selle e fissati con fascette 34 – Cavi unipolari con o senza guaina posati in canale 61 – Cavi con guaina posati in tubi protettivi o cunicoli interrati 63 – Cavi con guaina interrati con protezione meccanica

Si intendono adatti per posa fissa, i cavi destinati a non essere spostati durante la vita del cantiere, mentre sono adatti per posa mobile i cavi destinati ad essere soggetti a frequenti spostamenti. Durante la realizzazione di una linea aerea, le eventuali giunzioni devono essere eseguite con appositi dispositivi.

Temperature minime di posa Le basse temperature irrigidiscono gli isolanti e le guaine, per cui si possono verificare danneggiamenti tali da compromettere le sicurezza dei cavi stessi. Ogni tipologia di cavo ha dei limiti di temperatura di posa imposti dalla sua costruzione e definiti dai costruttori; in via generale è sconsigliata la posa di cavi isolati e rivestiti in PVC a temperature inferiori a 5°C ( es. cavo N1VV-K ), mentre i cavi con isolante in gomma e guaina in PVC possono essere posati anche a 0°C ( es. FG7OR ); infine cavi con guaina e isolante in gomma possono essere maneggiati anche a –25°C ( es. H07RN-F )

LEGENDA F = conduttura a posa fissa M = conduttura a posa mobile U = cavi degli apparecchi utilizz.

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CORDONI PROLUNGATORI ( PROLUNGHE ) I cordoni prolungatori, destinati ovviamente ad uso mobile, devono essere equipaggiati con spine di tipo industriale che abbiano grado di protezione IP67. Il cavo deve essere del tipo H07RN-F o equivalente, la sezione minima deve essere di 2,5 mmq per prolunghe con prese da 16°, di 6 mmq per prese da 32°, e di 16 mmq per prese da 63°.

AVVOLGICAVO Gli avvolgicavo devono essere di tipo industriale e conformi alla Norma CEI EN 61316 e avere le seguenti caratteristiche: x Incorporare un protettore termico o di corrente che protegga il cavo da surriscaldamenti dannosi, sia con cavo avvolto che con cavo svolto; x Il cavo deve essere di tipo H07RN-F con sezione minima di 2,5 mmq per avvolgicavo da 16°, 6 mmq per prese da 32°, e di 16 mmq per prese da 63°; x Riportare il nome o il marchio del costruttore, la tensione nominale, e le massime potenze prelevabili a cavo avvolto e a cavo sciolto.

Avvolgicavo

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TIPOLOGIE DI PRESE A SPINA Le prese a spina utilizzate in cantiere devono essere in grado di resistere alle condizioni di impiego che si possono verificare durante l’uso, e quindi devono essere protette adeguatamente contro gli effetti dannosi dell’acqua e avere adeguata resistenza meccanica. Nelle comuni condizioni di cantiere le prese a spina devono garantire un grado di protezione almeno IP44, sia con spina inserita che con spina disinserita, ed una resistenza meccanica a basse temperature (fino a –25°C). Queste precisazioni fanno si che le prese a spina utilizzate siano del tipo industriale conformi alla Norma EN 60309 ( CEI 23-12 ). Per le attività di breve durata, di finitura e per piccoli cantieri di ristrutturazione, è frequente l’utilizzo di attrezzature portatili equipaggiate con spine di tipo domestico e similare ( CEI 23-5, CEI 23-16, CEI 2350 ) quando l’ambiente di lavoro e l’attività in essere non presentano particolari rischi in presenza di acqua, polveri e urti. E’ ammesso l’uso di adattatori di sistema per uso temporaneo.

MODALITA’ DI IMPIEGO DELLE PRESE A SPINA Le prese a spina devono essere protette da un dispositivo a corrente differenziale, con corrente di intervento Idn 30mA se aventi corrente nominale non superiore a 32°. Le prese a spina mobili possono venire impiegate in condizioni diverse da quelle per le quali erano state progettate, e trovarsi così in contatto con pozzanghere o condizioni simili; per questo è preferibile siano realizzate con grado di protezione IP67; gradi di protezione inferiore sono ammessi, ma solo per ambienti e lavorazioni ove certamente non esistano particolari rischi nei confronti di presenza di acqua o polveri. Qualora le prese a spina di tipo mobile vengano a trovarsi in punti di passaggio, debbono essere adeguatamente protette contro i danneggiamenti meccanici. Le connessioni per le prese a spina trifasi devono essere realizzate in modo da rispettare lo stesso ordine delle fasi.

GRADO DI PROTEZIONE IP DELLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE Di seguito si riporta una tabellina che descrive il grado di protezione delle apparecchiature elettriche dalla penetrazione di polvere e acqua. GRADO DI PROTEZIONE

1^ CIFRA CARATTERISTICA Contro la penetrazione di polvere

IP 01

Nessuna protezione

IP 12

Protezione contro la penetrazione di corpi solidi con dimensioni superiori a 50 mm Protezione contro la penetrazione di corpi solidi con dimensioni superiori a 12 mm Protezione contro la penetrazione di corpi solidi con dimensioni superiori a 2,5 mm Protezione contro la penetrazione di corpi solidi con dimensioni superiori a 1 mm Protezione contro la polvere ( nessun deposito nocivo ) Protezione totale contro la polvere (nessuna penetrazione)

IP 23 IP 34 IP 45 IP 56 IP 67

2^ CIFRA CARATTERISTICA Contro la penetrazione di liquidi Protezione contro le gocce d’acqua con caduta verticale Protezione contro le gocce d’acqua con caduta fino a 15° gradi di inclinazione Protezione contro le gocce d’acqua con caduta fino a 60° gradi di inclinazione Protezione contro gli spruzzi d’acqua da tutte le direzioni Protezione contro i getti d’acqua da tutte le direzioni Protezione contro le ondate e i colpi di mare Protezione contro gli effetti dannosi dell’immersione temporanea

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ILLUMINAZIONE DI CANTIERE Nelle lavorazioni di durata superiore a quella diurna, o nelle attività in gallerie, locali interrati e altri ambienti generalmente bui, è obbligatorio fare uso di illuminazione di tipo artificiale, soprattutto per motivi di sicurezza. La realizzazione dell’impianto deve essere eseguita tenendo presente le specifiche richieste dal Piano di Sicurezza e Coordinamento. Esistono tre tipi di illuminazione: impianti fissi, impianti trasportabili e impianti portatili. Impianti fissi di illuminazione Devono avere le stesse caratteristiche degli impianti elettrici di cantiere, in particolare si deve porre attenzione al grado di protezione, che in ambiente normale deve essere IP44, e al posizionamento degli apparecchi di illuminazione che non deve risultare di intralcio e deve essere possibilmente protetto contro gli urti accidentali. Impianti di illuminazione trasportabili Generalmente si utilizzano a questo scopo proiettori dotati di lampade alogene installati su appositi sostegni. Funzionano in posizione fissa e possono essere trasportati solo dopo aver disattivato l’alimentazione. Si consiglia che siano utilizzati apparecchi con isolamento di Classe II e con grado di protezione minimo IP44. I cavi di alimentazione devono essere adatti alla posa mobile, quindi di tipo H07RN-F o equivalenti. Lampade portatili Queste lampade se utilizzate in luoghi conduttori ristretti devono essere alimentate mediante circuiti a bassissima tensione. Le lampade portatili devono essere conformi alla Norma CEI EN 60598-2-8 ed avere almeno le seguenti caratteristiche: Impugnatura in materiale isolante; parti in tensione completamente protette; protezione meccanica della lampadina Il grado di protezione minimo è IP44.

Lampada portatile

Proiettore con lampade alogene

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PROTEZIONE IN LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI Si intendono quei luoghi limitati essenzialmente da superfici metalliche o comunque conduttrici nel quale è probabile che una persona possa venire a contatto con tali superfici attraverso un’ampia parte del suo corpo, ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto. Queste prescrizioni non si applicano ai luoghi che permettano ad una persona libertà di movimento per lavorare, entrare e lasciare il luogo senza impedimenti fisici. Esempi di luoghi conduttori ristretti presenti nei cantieri sono piccole cisterne metalliche, interno di tubazioni metalliche, cunicoli umidi, scavi ristretti nel terreno e tralicci. Il luogo conduttore ristretto può essere applicabile anche a situazioni in cui l’operatore è in ambiente ampio ma a stretto contatto, su larga parte del corpo, con superfici conduttrici, per esempio lavori con cinture di sicurezza su strutture metalliche. Gli utensili portatili e gli apparecchi di misura trasportabili o mobili utilizzati in questi luoghi, devono essere alimentati a bassissima tensione di sicurezza ( SELV ) o devono essere protetti per separazione elettrica a condizione che venga collegato un solo componente elettrico ad ogni avvolgimento secondario del trasformatore di isolamento. I trasformatori di isolamento devono essere tenuti all’esterno del luogo conduttore ristretto.

Simbolo grafico

Trasformatore di sicurezza

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IMPIANTO DI MESSA A TERRA E DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE DISPERSORE PER LA PRESA DI TERRA Il dispersore per la presa a terra deve essere, per materiale di costruzione, forma, dimensione e collocazione, appropriato alla natura ed alle condizioni del terreno, in modo da garantire per il complesso delle derivazioni a terra, un valore di Resistenza che risulti coordinata con il valore della corrente max di guasto del dispositivo di protezione, secondo la formula:

Rterra =

25V ---------IG max

La prima verifica del coordinamento della protezione con il valore della resistenza di terra deve essere eseguito dall’installatore ( elettricista ), che ne darà atto nella dichiarazione di conformità. Per tensioni superiori a 1000 V e per le cabine ed officine elettriche il dispersore deve presentare quella minor resistenza di sicurezza adeguata alle caratteristiche ed alle particolarità degli impianti. Non sono ammesse come dispersori per le prese di terra, le tubazioni di gas, di aria compressa e simili. Sono invece ammesse, per impianti a tensione non superiori a 1.000 Volt le tubazioni di acqua, purché facciano parte di reti estese e l’attacco del conduttore di terra sia riportato a monte delle eventuali derivazioni. Ove tale risultato non sia conseguibile, dovrà farsi ricorso ad accorgimenti atti a garantire le necessarie condizioni di sicurezza.

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ELEMENTI DI DISPERSIONE Per migliorare l’equipotenzialità, è consigliabile che i conduttori che collegano i vari elementi del dispersore siano realizzati in corda nuda, onde costituire essi stessi elementi del dispersore. I conduttori orizzontali devono essere posati entro uno scavo: risulta economicamente conveniente posarli nello scavo eseguito per la costruzione dei plinti. La profondità di posa deve essere almeno di 0,5 m dalla superficie calpestabile e gli elementi devono essere ricoperti con terra, argilla, humus, limo, bentonite e non con ghiaia di risulta del cantiere. Possono essere utilizzati anche i ferri delle fondazioni di plinti, platee, ecc., in contatto con il terreno per mezzo del calcestruzzo perché costituiscono una grande superficie disperdente in grado di mantenersi inalterata nel tempo.

Esempio di dispersore ad elementi orizzontale

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Esempio di plinti di pilastri

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CONDUTTORI DI TERRA Il conduttore di terra collega tutti i dispersori tra di loro e deve avere una sezione adeguata alle eventuali protezioni contro l’usura meccanica e la corrosione ma comunque non inferiore a 16 mmq. Se il conduttore utilizzato é nudo e non isolato deve essere interrato svolgendo così anche la funzione di dispersore e deve quindi avere le sezioni minime di 35 mmq. se di rame o 50 mmq. se di ferro zincato.

CONDUTTORI DI PROTEZIONE Il conduttore di protezione collega le masse delle utenze elettriche al nodo di terra creato al quadro elettrico. Il conduttore di terra può far parte degli stessi cavi di alimentazione o essere esterno ad essi, cioè collegare le masse al dispersore , e deve avere la sezione adeguata all’intensità della corrente verso terra (vedi tab. A) e comunque non inferiore a 16 mmq se di rame, ed a 50 mmq se di ferro od acciaio zincato.

Tab. A Sezione minima del conduttore di protezione Sezione dei conduttori di fase S (mmq) S 16 16 < S 35 S > 35

Sezione minima del conduttore di protezione Sp (mmq) Sp = S (*) 16 Sp = S/2

(*) Se il conduttore di protezione non fa parte dello stesso cavo, o non è infilato nello stesso tubo dei conduttori di fase, valgono le seguenti sezioni minime: x 2,5 mmq se è presente una protezione meccanica; x 4 mmq se non è presente una protezione meccanica

COLLEGAMENTO ELETTRICO A TERRA Le macchine e gli apparecchi mobili con motore elettrico incorporato ( es. sega circolare a banco, betoniera a bicchiere, ecc… ), alimentati a tensione superiore a 25 Volt verso terra se alternata, ed a 50 Volt verso terra se continua, devono avere l’involucro metallico collegato a terra. L’attacco del conduttore di terra deve essere realizzato con spinotto ed alveolo supplementari facenti parte della presa di corrente o con altro idoneo sistema di collegamento. Sono esclusi dal collegamento a terra gli apparecchi realizzati in “Doppio isolamento” ( trapano, flessibile, martello elettrico, ecc… )

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Simbolo di messa a terra

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PROTEZIONE CONTRO I FULMINI La necessità o meno di proteggere dai fulmini le strutture di cantiere deve essere sempre predeterminata tramite una corretta valutazione del rischio. Si devono individuare tutte le strutture esistenti nel cantiere (es. tettoie, ponteggi, gru, baracche, ecc…). Per conoscere se è necessaria la protezione contro i fulmini, si possono applicare due tipi di procedure (generalmente è in grado di farlo il tecnico installatore): x procedura completa ai sensi della Norma CEI 81-4; x procedura semplificata ai sensi della Norma CEI 81-1 Le strutture metalliche di cantiere ( tettoie, gru e ponteggi )possono essere valutate con la procedura semplificata. Tali strutture metalliche all’aperto possono essere considerate sicuramente autoprotette, senza ulteriori valutazioni, se il terreno circostante ha una pavimentazione isolante o se può essere esclusa la presenza di persone in numero elevato o per un elevato periodo di tempo intorno alla struttura stessa. Protezione di baracca/tettoia Applicando le disposizioni della procedura semplificata ( CEI 81-1 ), si può affermare che tali strutture, anche se di grandi dimensioni, risultano generalmente autoprotette dalle fulminazioni dirette. Ad esempio una baracca nelle seguenti condizioni estreme: x superficie S = 1000 mq x Na = 0,05 fulmini/anno (carico d’incendio maggiore di 45 kg/mq) x Nt = 4 fulmini/anno kmq x C = 2 ( posizionamento in cima ad una montagna ) risulta protetta contro la fulminazione diretta fino ad un’altezza di 8 mt. Protezione di gru/ponteggi Applicando le disposizioni della procedura semplificata( CEI 81-1 ), è stato elaborato un grafico in situazione tipica, di rapida consultazione e immediato riscontro. Il grafico delle gru a torre e dei ponteggi a sviluppo lineare ( figura a fianco ) considera tali strutture come strutture metalliche all’aperto, di forma parallelepipeda, senza rischio di incendio, con solo rischio di tensioni di passo, ove sia prevista la presenza di persone in numero elevato e per un elevato periodo di tempo. Tale grafico è elaborato tenendo conto di semplificazioni che sono restrittive a favore della sicurezza: x Na = 0,1 fulmini/anno x Nt = 4 fulmini/anno kmq x C = 1 ( struttura isolata in pianura ) x Ponteggio a sviluppo rettilineo

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OMOLOGAZIONI E VERIFICHE Il datore di lavoro ha l’obbligo di affidare la realizzazione degli impianti di messa a terra e di protezione contro le scariche atmosferiche, ad un installatore qualificato ai sensi del D.M. n. 37/08. Deve altresì farsi rilasciare la seguente documentazione relativa all’impianto realizzato unitamente a quello elettrico di cantiere che consiste: x x x

dichiarazione di conformità dell’impianto realizzato a regola d’arte; relazione sulla tipologia dei materiali e componenti usati per la realizzazione dell’impianto; schema dell’impianto realizzato

La documentazione sopra elencata, unitamente ad apposito modello di trasmissione, deve essere spedita, entro 30 giorni dalla messa in esercizio dell’impianto, allo “sportello unico” del comune dove ha sede il cantiere o, in alternativa, direttamente al Dipartimento INAIL e all’ASL competenti per territorio. Per Mantova e provincia: INAIL Settore ricerca, certificazione e verifica

A.S.L. MANTOVA Servizio Impiantistica

Via Cefalonia, 52 25124 BRESCIA

Via dei Toscani, 1 46100 MANTOVA

l’INAIL effettuerà a campione la prima verifica sulla conformità degli impianti e trasmetterà le risultanze all’ASL. Ogni 2 anni( se il cantiere non è ancora ultimato ) è fatto obbligo richiedere la verifica periodica rivolgendosi all’ASL – Servizio Impiantistica competente per territorio.

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LAVORI DI DEMOLIZIONE Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 150 - Rafforzamento delle strutture 1. Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire. 2. In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi.

Art. 151 - Ordine delle demolizioni 1. I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine, devono essere eseguiti sotto la sorveglianza di un preposto e condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità delle strutture portanti o di collegamento e di quelle eventuali adiacenti. 2. La successione dei lavori deve risultare da apposito programma contenuto nel POS, tenendo conto di quanto indicato nel PSC, ove previsto, che deve essere tenuto a disposizione degli Organi di vigilanza.

Art. 152 - Misure di sicurezza 1. La demolizione dei muri effettuata con attrezzature manuali deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione. 2. E' vietato lavorare e fare lavorare gli operai sui muri in demolizione. 3. Gli obblighi di cui ai commi 1 e 2 non sussistono quando trattasi di muri di altezza inferiore ai due metri.

Art. 153 - Convogliamento del materiale di demolizione 1. Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato oppure convogliato in appositi canali, il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta. 2. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati. 3. L'imboccatura superiore del canale deve essere realizzata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone. 4. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve essere calato a terra con mezzi idonei. 5. Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 1. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ……………………………………., nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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Demolizione effettuata con macchine operatrici

Demolizioni effettuate a mano con uso di utensili elettrici

Canale per convoglio materiale di demolizione

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Art. 154 - Sbarramento della zona di demolizione 1. Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti. 2. L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del materiale accumulato deve essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo scarico dall'alto.

Art. 155 - Demolizione per rovesciamento 1. Salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di strutture aventi altezza sul terreno non superiore a 5 metri può essere effettuata mediante rovesciamento per trazione o per spinta. 2. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti di altre parti. 3. Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata. 4. Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non superiore a 3 metri, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi. 5. Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta delle strutture o di grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti pericolose per i lavoratori addetti.

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 1. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione degli articoli 108, 112, 119, 123, 125, commi 1, 2 e 3, 127, 129, comma 1, 136, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, 140, comma 3, 147, comma 1, 151, comma 1, 152, commi 1 e 2 e 154; c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli ……………………………………………………., nonché per la violazione delle disposizioni del Capo II del presente Titolo non altrimenti sanzionate;

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Demolizione per rovesciamento

Sbarramento della zona di demolizione

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CANTIERI STRADALI Rischi e misure di prevenzione per la formazione di manti bituminosi e il rifacimento di manti. Attività Le attività considerate per la realizzazione dei manti bituminosi sono: x preparazione, delimitazione e pulizia area x movimento autocarri e macchine operatrici x preparazione fondo x fornitura del conglomerato bituminoso x stesura manto con rifinitrice x rullaggio x finitura manuale x pulizia finale ( anche con macchina spazzolatrice – aspiratrice ) e apertura al traffico Per il rifacimento dei manti, oltre a quelle sopra elencate, sono state considerate anche le seguenti attività: x x x x x x x

rifilatura manti demolizione manti con escavatore fresatura pulizia fondo e bordo area ( moto-scopa e pulizia manuale ) trasporto materiali di risulta preparazione fondo fornitura di conglomerato bituminoso

Rischi Dall’analisi delle attività sopra elencate emergono i seguenti rischi: x x x x x x x x x x x x

urti, colpi, impatti, compressioni punture, tagli, abrasioni ( solo rifacimento manti ) vibrazioni scivolamenti, cadute a livello calore, fiamme rumore cesoiamento, stritolamento investimento ( da parte dei mezzi meccanici ) movimentazione manuale dei carichi polveri, fibre getti, schizzi ( solo rifacimento manti ) bitume ( fumi, gas/vapori, allergeni )

Misure tecniche di prevenzione Per ogni rischio individuato, con riferimento alle attività considerate, di seguito sono indicate le principali misure tecniche di prevenzione.

Urti, colpi, impatti compressioni Le attività che richiedono sforzi fisici violenti e/o repentini devono essere eliminate o ridotte anche attraverso l’impiego di attrezzature ed impianti idonei alla mansione. Gli utensili, gli attrezzi e gli

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apparecchi per l’impiego manuale devono essere tenuti in buono stato di conservazione ed efficienza e quando non utilizzati devono essere tenuti in condizioni di equilibrio stabile e non devono ingombrare posti di passaggio o di lavoro. Gli impianti, le attrezzature o le parti di esse che richiedono anche una attività manuale di ausilio non devono presentare rischi per gli addetti. I depositi anche provvisori di materiali e attrezzature in cataste, pile e mucchi devono essere organizzati in modo da evitare crolli o cedimenti e permettere una sicura e agevole movimentazione in ogni condizione metereologica. Nel caso di attività relative al rifacimento del manto bituminoso, l’area deve essere mantenuta pulita per evitare la proiezione del materiale di risulta e deve essere impedito il passaggio sotto i nastri trasportatori. Gli equipaggiamenti a bordo macchina di bombole e bruciatori devono essere correttamente e stabilmente vincolati. Gli addetti a terra devono mantenersi costantemente a distanza di sicurezza dai fianchi di contenimento della rifinitrice.

Punture, tagli, abrasioni ( solo rifacimento manti ) Deve essere evitato il contatto del corpo dell’operatore con elementi taglienti o pungenti o comunque capaci di procurare lesioni. Tutti gli organi lavoratori delle apparecchiature devono essere protetti contro i contatti accidentali. Dove non sia possibile eliminare il pericolo o non siano sufficienti le protezioni collettive ( delimitazione delle aree a rischio ), devono essere impiegati i DPI idonei alla mansione ( calzature di sicurezza, guanti, grembiuli di protezione, schermi, occhiali, ecc. ).

Vibrazioni Le attrezzature capaci di trasmettere vibrazioni al corpo degli operatori ( es. rullo compressore, rifinitrice ) devono essere dotate di tutti i dispositivi tecnici più efficaci per la protezione dei lavoratori ( dispositivi di smorzamento ) ed essere mantenuti in stato di perfetta efficienza, conformemente a quanto indicato nel rapporto di valutazione del rischio vibrazioni predisposto dall’azienda.

Scivolamenti, cadute a livello I percorsi pedonali interni al cantiere devono essere sempre mantenuti sgombri da attrezzature, materiali, macerie o altro capaci di ostacolare il cammino degli operatori. Tutti gli addetti devono indossare idonee calzature. Gli ostacoli fissi devono essere convenientemente segnalati e/o protetti ( es. ferri di picchettatura e tracciamento, attraversamento di altre utenze ). Per ogni postazione di lavoro è necessario individuare la via di fuga più vicina. Le vie di accesso al cantiere e quelle corrispondenti ai percorsi interni devono essere illuminate secondo le necessità diurne e notturne.

Calore, fiamme Durante le operazioni di fornitura e stesa del conglomerato bituminoso a caldo, dove si riscontra la presenza di potenziali sorgenti di innesco, è necessario allontanare dall’area di lavoro tutto il materiale facilmente infiammabile. Le attrezzature ed i loro accessori (tubazioni flessibili, bombole, riduttori, ecc.) dovranno essere conservate, posizionate, utilizzate e mantenute in conformità alle indicazioni del fabbricante. Le istruzioni per la sostituzione delle bombole e per la messa in sicurezza dell’impianto di riscaldamento devono essere precisate ai preposti ed agli addetti.

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Gli eventuali detriti di lavorazione accidentalmente depositatisi vicino alle sorgenti di innesco devono essere rimosse a fine ciclo, prima dell’inizio di una nuova lavorazione. Le stesse sorgenti devono essere protette contro i contatti accidentali. Nelle immediate vicinanze della zona di lavoro è necessario tenere a disposizione estintori portatili in numero sufficiente e gli addetti dovranno fare uso dei dispositivi di protezione individuali (DPI) idonei per evitare bruciature e/o lesioni cutanee per contatto con materiale ad elevata temperatura. I depositi di carburante, delle bombole di gas e degli oli minerali devono essere realizzati ed utilizzati in conformità alle norme di prevenzione incendi.

Rumore Nell’acquisto di nuove attrezzature occorre prestare particolare attenzione alla silenziosità d’uso. Le attrezzature devono essere correttamente mantenute e utilizzate, in conformità alle indicazioni del fabbricante, al fine di limitarne la rumorosità eccessiva. Durante il funzionamento le cabine ed i carter dei macchinari devono essere mantenuti chiusi e dovranno essere evitati i rumori inutili. Il personale non strettamente necessario alle lavorazioni dovrà allontanarsi dalla zona interessata. Gli addetti alle macchine ed attività rumorose dovranno adottare i DPI conformi a quanto indicato nel rapporto di valutazione del rumore ed essere sottoposti, se del caso, a sorveglianza sanitaria specifica.

Cesoiamento, stritolamento Il cesoiamento e lo stritolamento di persone tra le parti mobili di macchine e parti fisse delle medesime o delle strutture circostanti (es. nastro trasportatore delle fresatrici utilizzate per il rifacimento manti, vano coclea delle rifinitrici, cassoni ribaltabili degli autocarri e dei dumper, rulli compressori) deve essere impedito limitando con mezzi materiali il percorso delle parti mobili o segregando stabilmente la zona pericolosa. Qualora ciò non risulti possibile deve essere installata una segnaletica appropriata e devono essere osservate opportune distanze di rispetto; ove del caso devono essere disposti comandi di arresto di emergenza in corrispondenza dei punti di potenziale pericolo.

Investimento Durante la realizzazione della pavimentazione, e di fresatura per il rifacimento dei manti, di regola non devono essere eseguiti altri lavori che comportino la presenza di manodopera nella zona di intervento dei mezzi d’opera e di trasporto. La circolazione degli automezzi e delle macchine semoventi all’interno del cantiere deve avvenire utilizzando percorsi ben definiti e la velocità deve risultare ridotta a passo d’uomo. In tutti i casi deve essere coordinato l’intervento di attività con mezzi meccanici e attività manuali al fine di evitare interferenze pericolose. Per l’accesso degli addetti alle rispettive postazioni di lavoro ed alle installazioni di cantiere devono essere approntati percorsi sicuri e, quando necessario, separati da quelli dei mezzi meccanici. Tutte le macchine operatrici su ruote che per qualsiasi motivo si possono trovare a sostare su terreni in pendenza devono essere munite di freno di stazionamento in efficienza; se del caso si dovrà provvedere all’ulteriore bloccaggio delle ruote con le apposite “zeppe”.

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Le vie d’accesso al cantiere e quelle corrispondenti ai percorsi interni devono essere illuminate secondo le necessità diurne o notturne e mantenute costantemente in condizioni soddisfacenti. Qualora il cantiere sia in comunicazione con altre strade aperte al traffico, le intersezioni e le zone interessate dall’entrata e dall’uscita dei mezzi di cantiere devono essere delimitate e segnalate in conformità alle indicazioni del codice della strada; tutti i lavoratori interessati devono fare uso degli indumenti ad alta visibilità. Deve essere comunque sempre impedito l’accesso di estranei alle zone di lavoro.

Movimentazione manuale dei carichi La movimentazione manuale dei carichi deve essere ridotta al minimo e razionalizzata al fine di non richiedere un eccessivo impegno fisico del personale addetto, anche in funzione delle condizioni meteorologiche (es. rifinitura con utensili manuali a bordo pavimentazione). Il carico da movimentare deve essere facilmente afferrabile e non deve presentare caratteristiche tali da provocare lesioni al corpo dell’operatore, anche in funzione della tipologia della lavorazione (es. carico e scarico bombole, rifornimento di gasolio con recipienti). In relazione alle caratteristiche ed entità dei carichi e delle lavorazioni, l’attività di movimentazione manuale deve essere preceduta ed accompagnata da una adeguata azione di informazione e formazione, previo accertamento, per attività non sporadiche, delle condizioni di salute degli addetti.

Polveri, fibre Nelle lavorazioni che prevedono l’impiego di materiali in grana minuta o in polvere oppure fibrosi e nei lavori che comportano l’emissione di polveri o fibre dei materiali lavorati, la produzione e/o la diffusione delle stesse deve essere ridotta al minimo utilizzando tecniche e attrezzature idonee. Le polveri e le fibre captate e quelle depositatesi, se dannose, devono essere sollecitamente raccolte ed eliminate con i mezzi e gli accorgimenti richiesti dalla loro natura. La diffusione di polveri e fibre durante l’attività di demolizione e/o fresatura, necessaria al rifacimento dei manti, deve essere ridotta al minimo irrorando preventivamente il manto da rimuovere. Qualora la quantità di polveri o fibre presenti superi i limiti tollerati e comunque nelle operazioni di raccolta ed allontanamento di quantità importanti delle stesse, devono essere forniti ed utilizzati indumenti di lavoro e DPI idonei alle attività ed eventualmente, ove richiesto, il personale interessato deve essere sottoposto a sorveglianza sanitaria. Durante le operazioni di pulizia meccanizzata della sede stradale deve essere installata una segnaletica appropriata e deve essere comunque sempre impedita ogni attività a terra in prossimità delle macchine spazzolatrici-aspiratrici.

Getti, schizzi (solo rifacimento manti) Nei lavori a freddo e a caldo, eseguiti a mano o con apparecchi, con materiali, sostanze e prodotti che danno luogo a getti e schizzi dannosi per la salute devono essere adottati provvedimenti atti ad impedirne la propagazione nell’ambiente di lavoro, circoscrivendo la zona di intervento. Gli addetti devono indossare adeguati indumenti di lavoro e utilizzare i DPI necessari.

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Bitume (fumi, gas/vapori, allergeni) Deve essere evitato il traboccamento di materiale ad elevata temperatura dagli apparecchi di riscaldamento e dai recipienti per il loro trasporto. La quantità massima di materiale che può essere stivata nelle macchine operatrici deve essere conosciuta dal preposto e dagli addetti. I trasportatori, i vagli, le tramogge, gli scarichi dei bruciatori devono essere costruiti o protetti in modo da evitare la produzione o la diffusione di fumi, gas/vapori, polveri oltre i limiti dannosi, l’aria uscita dall’apparecchiatura deve essere indirizzata in modo da evitare che investa posti di lavoro nelle immediate vicinanze. Gli addetti a terra devono fare uso di occhiali, maschere per la protezione delle vie respiratorie, guanti, scarpe con suola termoisolante e indumenti di protezione; inoltre, ove richiesto, i lavoratori devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria e deve essere vietato mangiare e bere nelle zone di lavoro. Tra le sostanze utilizzate, alcune sono capaci di azioni allergizzanti (riniti, congiuntiviti, dermatiti allergiche da contatto). I fattori favorenti l’azione allergizzante sono: brusche variazioni di temperatura, azione disidratante e lipolitica dei solventi e dei leganti, presenza di sostanze vasoattive. La sorveglianza sanitaria va attivata in presenza di sintomi sospetti anche in considerazione dei fattori personali di predisposizione a contrarre questi tipi di affezione. In tutti i casi occorre evitare il contatto diretto di parti del corpo con materiali resinosi, polverulenti, liquidi, aerosoli e con prodotti chimici in genere, utilizzando indumenti da lavoro e DPI appropriati (guanti, maschere, occhiali, ecc.).

I lavoratori In ogni cantiere stradale deve essere sempre presente un addetto responsabile dell’applicazione e del rispetto delle norme di sicurezza da parte dei lavoratori, che sia a conoscenza delle direttive tecnicooperative fornite dai Piani Operativi di Sicurezza (POS) e dai Piani di Sicurezza e Coordinamento (PSC). I lavoratori dei cantieri stradali devono essere costantemente visibili, sia ad automobilisti e pedoni sia ai conducenti di macchine operatrici presenti nel cantiere. Per i lavori in autostrada con presenza di traffico, è consigliabile sospendere i lavori in caso di precipitazioni nevose, nebbia o in altre situazioni di scarsa visibilità, avendo cura di rimuovere qualsiasi sbarramento del cantiere e la segnaletica temporanea. Il personale di un cantiere stradale è chiamato al rispetto di alcuni obblighi, quali: • indossare indumenti ad alta visibilità; • indossare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) forniti dall’impresa (a tal proposito, si consiglia la consultazione dei manuali CPT); • rimanere all’interno dell’area del cantiere, non transitando di propria iniziativa sulla sede stradale, rispettando le direttive fornite in merito alla circolazione di lavoratori, mezzi e attrezzature nelle aree di lavoro; • in caso di lavori su tratti di strada aperti al traffico, delimitare e segnalare in maniera ben visibile la zona di lavoro, comprensiva delle aree di manovra delle macchine operatrici;

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• posizionare la segnaletica e i dispositivi di deviazione stradale con cura e attenzione, attenendosi scrupolosamente alle direttive impartite dal preposto o dal capo cantiere; • in presenza di sensi unici alternati, regolati da movieri, gli operatori impegnati alla regolazione del traffico devono fare uso, oltre che degli indumenti ad alta visibilità, delle apposite “palette” verde/rosso; • evitare di compiere di propria iniziativa azioni che possano compromettere la propria sicurezza e quella dei colleghi; • in cantieri ubicati su strade, le cui caratteristiche impongono di mantenere la segnaletica sempre efficiente (curve pericolose, tratti in salita, ecc.), l’ente titolare della strada o autostrada può richiedere all’impresa di presidiare la segnaletica, istituendo, per esempio, un servizio di guardia diurno e notturno svolto dal personale dell’impresa; • è obbligatorio che i lavoratori dei cantieri stradali ricevano un’adeguata formazione da parte dell’impresa.

I lavoratori devono indossare indumenti ad alta visibilità

Movieri per regolamentare il traffico

Semaforo provvisorio per regolamentare il traffico

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Interferenze esterne Prima di avviare un cantiere stradale, nel predisporre tutte le segnalazioni e delimitazioni necessarie, è fondamentale sistemare anche speciali apprestamenti a protezione dei pedoni che si trovassero a transitare nei pressi del cantiere. Tutti i cantieri edili stradali, gli scavi, i mezzi e le macchine operatrici (compreso il loro raggio di azione) devono essere sempre delimitati con barriere, parapetti o altro tipo di recinzione, in special modo nei tratti interessati dal transito pedonale. Nelle strade sprovviste di marciapiede o nel caso in cui esso sia occupato dal cantiere, l’impresa dovrà predisporre un corridoio di transito, lungo il lato prospiciente la carreggiata libera. Il corridoio, largo almeno 1 m, può essere costruito sulla carreggiata o delimitato da una segnaletica orizzontale temporanea; in ogni caso, esso va protetto con barriere o con un robusto parapetto, segnalati dalla parte della carreggiata con lampade rosse fisse e dispositivi rifrangenti, opportunamente intervallati lungo il perimetro interessato alla circolazione. Qualsiasi apertura realizzata dall’impresa in corrispondenza di marciapiedi o sedi stradali deve essere sempre recintata, anche quando le lavorazioni hanno breve durata. È altresì importante che i pedoni adottino un adeguato comportamento rispettando le delimitazioni e le segnalazioni predisposte dall’impresa a loro sicurezza.

Esempio di corridoio di transito per i pedoni

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Delimitazioni di cantiere edile stradale

Delimitazione/segnalazione di chiusino di ispezione aperto

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Depositi per cantieri stradali Le zone da destinare a deposito di materiali e attrezzature del cantiere devono essere individuate preliminarmente, in fase di progetto. Trattandosi di lavori stradali, è probabile che queste aree debbano trovarsi nelle immediate vicinanze del cantiere e che, quindi, vadano a interessare anche l’area destinata alla circolazione o alla sosta di veicoli e di pedoni. Di conseguenza è necessario adottare tutti gli accorgimenti utili alla sicurezza e alla fluiditĂ della circolazione veicolare e pedonale, nonchĂŠ rendere visibile, sia di giorno sia di notte, i depositi e il personale addetto ai lavori. I materiali che possono originare polveri o generare pericoli, cosĂŹ come le attrezzature utilizzate nel cantiere, devono essere coperti o ubicati all’interno di baracche prefabbricate munite di serratura. Le recinzioni dei cantieri stradali devono essere segnalate con luci rosse fisse e dispositivi rifrangenti, posti lungo il perimetro interessato alla circolazione e intervallati in modo che almeno tre luci e tre dispositivi siano sempre nel cono visivo di chi transita sulla strada.

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Le macchine operatrici Le macchine operatrici sono veicoli semoventi o trainati, a ruote o a cingoli, destinati ad operare su strada o nei cantieri, in alcuni casi equipaggiati con attrezzature speciali. Possono circolare su strada, anche per spostare oggetti e materiali necessari al loro ciclo operativo o a quello del cantiere. Su strada orizzontale, le macchine operatrici munite di ruote pneumatiche non devono superare la velocità di 40 km/h, mentre quelle a ruote non pneumatiche o munite di cingoli hanno come limite di velocità i 15 km/h. In ogni caso devono rispettare le sagome e la massa stabilite nel libretto di circolazione e devono essere munite di una targa di riconoscimento. Le macchine sprovviste di targatura possono lavorare esclusivamente nell’area di cantiere (area privata delimitata e chiusa) e, per gli spostamenti su strada, devono essere trasportate su appositi rimorchi muniti di targa. I veicoli operativi, i macchinari e i mezzi d’opera che vengono impiegati nei lavori stradali devono essere equipaggiati posteriormente con un pannello a strisce bianche e rosse, unitamente a un segnale di passaggio obbligatorio con la freccia orientata sul lato del sorpasso ( come da figura sottostante ). Il pannello e il segnale di passaggio obbligatorio devono essere realizzati con pellicola retroriflettente.

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I mezzi d’opera I mezzi d’opera sono veicoli o complessi di veicoli dotati di particolare attrezzatura per il carico e il trasporto di materiali di impiego o di risulta dell’attività edile stradale. Devono essere idonei allo specifico impiego nei cantieri e utilizzabili sia in strada sia fuori strada, come ad esempio autocarri, autobetoniere, ecc.. Esistono particolari prescrizioni riguardo alla massa limite a pieno carico e agli ingombri dei carichi trasportati. È importante verificare che il carico dei veicoli sia sistemato in modo da non cadere, non disperdersi, non diminuire la visibilità al conducente né impedirgli la libertà dei movimenti nella guida. Il carico inoltre non deve compromettere la stabilità del veicolo e, in nessun caso, coprire dispositivi di segnalazione e di illuminazione del veicolo. I carichi non devono superare i limiti di sagoma del veicolo e possono sporgere in senso longitudinale solamente dalla parte posteriore fino ai 3/10 della lunghezza del veicolo stesso. In tutti i casi, la sporgenza longitudinale di un carico va sempre segnalata mediante pannelli quadrangolari retroriflettenti, posti alle estremità della sporgenza. La massa complessiva del veicolo a pieno carico, quando è superiore a 10 t, può superare quella indicata nella carta di circolazione del 5%; quando è inferiore a 10 t, l’eccedenza non deve superare il 30% della massa complessiva.

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Segnalazione dei veicoli L’uso dei dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione è obbligatoria a partire da mezz’ora dopo il tramonto del sole fino a mezz’ora prima del suo sorgere. L’obbligo è previsto di giorno nelle gallerie, in caso di nebbia, di caduta di neve, di forte pioggia e in ogni altro caso di scarsa visibilità. L’uso dei dispositivi di segnalazione visiva è obbligatorio anche durante la fermata o la sosta, a meno che il veicolo non sia reso pienamente visibile dall’illuminazione pubblica o sia collocato fuori dalla carreggiata; l’obbligo sussiste anche quando il veicolo si trova fermo nella corsia di emergenza. In caso di ingombro della carreggiata, per esempio per guasto del veicolo o per caduta del carico, il conducente deve provvedere immediatamente a indicare l’ostacolo con il segnale mobile di pericolo o in altro modo e ad adottare le cautele necessarie per rendere sicura la circolazione e liberare il transito agli altri veicoli. I mezzi di sollevamento e trasporto, quando esistano specifiche condizioni di pericolo, devono essere provvisti di appropriati dispositivi acustici e luminosi di segnalazione e di avvertimento (cicalino di retromarcia, girofaro), nonché di illuminazione supplementare per rendere visibile l’area di manovra.

Trasporto di macchine operatrici Gli autoveicoli adibiti al trasporto di macchine operatrici possono circolare con il carico soltanto sulle autostrade o sulle strade che hanno: • carreggiata non inferiore a 6,5 m; • un’altezza libera delle opere di sottovia che garantisca un franco di sicurezza rispetto all’intradosso delle opere d’arte minimo di 20 cm. Durante il trasporto è obbligatorio vincolare adeguatamente le macchine operatrici sui rimorchi con dispositivi di ancoraggio quali catene, funi di acciaio, zeppe, cunei, ecc.. Particolare attenzione va riposta durante la stagione invernale, poiché la presenza di ghiaccio sul piano di carico del rimorchio e il suo contatto con i cingoli della macchina trasportata può essere causa di perdita di stabilità del mezzo d’opera durante il tragitto.

Trasporti eccezionali I trasporti e i veicoli eccezionali devono essere autorizzati alla circolazione dall’ente proprietario o concessionario della strada, autostrada o rete viaria in cui essi devono transitare. Durante il trasporto di macchine o manufatti che per dimensioni o massa eccedono i limiti stabiliti dal vigente Codice della Strada, è necessario predisporre una “scorta” che preceda l’automezzo durante tutto il tragitto, dalla partenza in stabilimento all’arrivo nella zona di lavoro. La scorta tecnica è realizzata da una società specializzata o dal trasportatore stesso, purché sia in possesso dello specifico patentino ottenuto superando il relativo esame. In caso di carichi particolari per peso o dimensioni, è richiesta la presenza di una scorta della Polizia, in genere quella Stradale, in quanto può essere necessario fermare o rallentare il traffico e avere particolari competenze che la scorta tecnica non possiede.

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Molta cura va riposta nella pianificazione del percorso: se la scorta tecnica può seguire il trasporto eccezionale per l’intero viaggio, occorrerĂ coordinare territorialmente le diverse scorte di Polizia (per questioni normative interne, hanno un raggio operativo limitato), di modo che si crei una staffetta tra le pattuglie che di volta in volta prenderanno in consegna il trasporto.

Trasporto di macchine operatrici

Trasporto eccezionale

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Indumenti ad alta visibilità Quando il conducente scende dal veicolo e circola su strada deve obbligatoriamente indossare un Dispositivo Retroriflettente di Protezione Individuale, vale a dire un giubbotto o delle bretelle, che svolgano la funzione di segnalare la sua presenza in qualunque condizione di luce diurna, in condizioni di scarsa visibilità e alla luce dei fari durante le ore notturne. L’obbligo sussiste anche se il veicolo si trova sulla corsia di emergenza o sulle piazzole di sosta.

Lavoratore che indossa DPI ad alta visibilità

Gli autisti delle macchine operatrici e mezzi d’opera L’uso di una macchina edile mobile prevede il rispetto di determinate regole, sia di utilizzo corretto e in sicurezza del mezzo sia di comportamento durante il transito nelle aree del cantiere o direttamente sulla viabilità pubblica. Per quanto riguarda il corretto utilizzo delle macchine e dei mezzi d’opera, è consigliabile la consultazione del manuale CPT, in cui sono presenti le schede tecniche di gran parte delle macchine di più frequente utilizzo. Riguardo al corretto comportamento richiesto agli autisti, occorre far riferimento al D.Lgs. 81/08, che abilita alla conduzione di questi mezzi, così come di tutte le attrezzature speciali, solo coloro che hanno svolto una formazione adeguata e specifica. La formazione deve fornire le informazioni necessarie sugli eventuali rischi presenti nell’ambiente di lavoro e garantire che l’uso delle macchine avvenga in modo corretto (compresa la pulizia e manutenzione del mezzo) rispetto ai rischi che possono verificarsi per il conducente stesso o per altre persone. Gli operatori di macchine movimento terra e gli autisti di autocarri e autobetoniere devono possedere specifici requisiti psicofisici per essere idonei a svolgere questo lavoro; pertanto l’uso di tali mezzi deve essere riservato esclusivamente a personale incaricato.

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Principali adempimenti per i conducenti Gli autisti di un mezzo meccanico, sia esso un autocarro, un’autobetoniera o simili, devono osservare le seguenti regole: • prima dell’inizio delle operazioni, verificare l’efficienza dei dispositivi frenanti, delle luci, degli indicatori di direzione, dei dispositivi acustici e luminosi e dei tergicristalli; • non posizionare utensili o materiali sul pavimento del posto di guida che, durante la marcia, potrebbero impedire il corretto utilizzo dei pedali del freno o della frizione; • verificare lo stato di usura dei pneumatici e la loro pressione; • utilizzare i dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione del veicolo durante la marcia e durante le fermate; • rispettare i limiti di velocità fissati dal Codice della Strada; • non superare la portata massima e l’ingombro massimo riportato sul libretto di circolazione del mezzo; • posizionare e vincolare i carichi in modo che risultino ben distribuiti e non possano subire spostamenti durante il trasporto; • non caricare materiale sfuso oltre l’altezza delle sponde; • verificare che, dopo lo scarico, non si siano depositati materiali (inerti) su parti del veicolo (specialmente i bilici), che potrebbero cadere durante il transito nella viabilità pubblica; • controllare di avere sempre la corretta visibilità dal posto di guida e il corretto orientamento degli specchietti retrovisori; • richiedere l’aiuto di personale a terra durante le manovre in spazi ristretti o in condizioni di scarsa visibilità; • adeguare la velocità in cantiere ai limiti stabiliti e transitare a passo d’uomo in prossimità dei luoghi di lavoro; • durante la circolazione sulla viabilità pubblica, adeguare la velocità e attenersi sempre al Codice della Strada; • nel caso in cui il traffico non sia regolato da semafori o dalle Forze dell’Ordine, dare la precedenza ai pedoni che transitano sugli attraversamenti pedonali, rallentando e all’occorrenza fermandosi: in ogni caso il conducente deve fermarsi quando ravvisi una situazione di pericolo derivante da comportamenti scorretti o maldestri da parte di pedoni; • non trasportare persone nei cassoni degli autocarri e nelle benne dei mezzi d’opera; • porsi alla guida con un abbigliamento da lavoro adeguato: una tuta che consenta libertà nei movimenti e scarpe antinfortunistiche con suola antisdrucciolo; • nel caso in cui si scenda dal veicolo e si circoli su strada, corsia di emergenza o piazzole di sosta, indossare un indumento retroriflettente ad alta visibilità, come un giubbotto o delle bretelle; • nel caso in cui si scenda dal veicolo nelle aree di cantiere, indossare sempre le calzature antinfortunistiche e, in caso di pericolo di caduta di materiali dall’alto, l’elmetto.

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Le principali macchine utilizzate nei lavori stradali

AUTOBETONIERA CALDAIA PER BITUME ESCAVATORE PALA MECCANICA SPAZZOLATRICE FINITRICE RULLO COMPRESSORE SCARIFICATRICE TAGLIASFALTO A DISCO COMPATTATORE A PIATTO VIBRANTE

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Auto Autobetoniera

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x x x x x x

Cadute dall’alto Urti, colpi, impatti, compressioni Scivolamenti, cadute a livello Calore, fiamme Rumore Cesoiamento, stritolamento Vibrazioni Getti, schizzi Caduta materiale dall’alto Oli minerali e derivati Allergeni

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI PRIMA DELL’USO: • Verificare l’efficienza delle luci, dei dispositivi di segnalazione acustici e luminosi; • Garantire la visibilità del posto di guida; • Verificare accuratamente l’efficienza dei dispositivi frenanti e di tutti i comandi di guida; • Verificare l’efficienza dei comandi del tamburo; • Controllare l’efficienza della protezione della catena di trasmissione e delle relative ruote dentate; • Verificare l’efficienza delle protezioni degli organi in movimento; • Verificare l’efficienza della scaletta e dell’eventuale dispositivo di blocco in posizione di riposo; • Verificare l’integrità delle tubazioni dell’impianto oleodinamico (con benna di scaricamento); • Controllare che i percorsi in cantiere siano adeguati per la stabilità del mezzo; • Verificare la presenza in cabina di un estintore.

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DURANTE L’USO: • Segnalare l’operatività del mezzo col girofaro in area di cantiere; • Adeguare la velocità ai limiti stabiliti in cantiere e transitare a passo d’uomo in prossimità dei posti di lavoro; • Richiedere l’aiuto di personale a terra per eseguire le manovre in spazi ristretti o quando la visibilità è incompleta; • Non transitare o stazionare in prossimità del bordo degli scavi; • Durante gli spostamenti e lo scarico tenere fermo il canale; • Tenersi a distanza di sicurezza durante le manovre di avvicinamento ed allontanamento della benna; • Durante il trasporto bloccare il canale; • Durante i rifornimenti di carburante spegnere il motore e non fumare; • Pulire accuratamente il tamburo, la tramoggia ed il canale; • Segnalare tempestivamente eventuali gravi guasti. DOPO L’USO: • Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione necessarie al reimpiego, con particolare riguardo ai pneumatici ed i freni, segnalando eventuali anomalie; • Pulire convenientemente il mezzo curando gli organi di comando. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Casco • Calzature di sicurezza • Occhiali • Otoprotettori • Guanti • Indumenti protettivi

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Caldaia per bitume

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x

Urti, colpi, impatti, compressioni Calore, fiamme Rumore Bitume (fumi, gas/vapori, allergeni) Oli minerali e derivati

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI PRIMA DELL’USO: • Verificare il corretto aggancio al mezzo di traino (per il trasporto); • Collocare in posizione verticale e stabile la bombola del gas e non esporla a fonti di calore; • Verificare l’integrità dei tubi di gomma del gas; • Verificare il funzionamento del riduttore di pressione; • Verificare il corretto funzionamento del bruciatore; • Verificare l’efficienza dello sportello per la fuoriuscita del bitume; • Verificare la presenza di un estintore. DURANTE L’USO: • Chiudere gli sportelli della caldaia bruciatore, dopo aver caricato il bitume solido e la sabbia; • Non salire sulla caldaia; • Non effettuare manutenzioni o riparazioni con la caldaia accesa; • Tenere la caldaia ad adeguata distanza dall’area di stesura del bitume (rumore, fumi); • Effettuare il rifornimento di carburante a motore spento e non fumare; • Segnalare eventuali gravi anomalie.

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DOPO L’USO: • Spegnere il bruciatore e interrompere l’afflusso di gas; • Svuotare completamente la caldaia e pulire lo sportello dello scarico; • Effettuare la manutenzione attenendosi alle istruzioni del costruttore; • Segnalare eventuali malfunzionamenti. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Calzature di sicurezza • Maschera per la protezione delle vie respiratorie • Otoprotettori • Guanti • Indumenti protettivi

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Escavatore

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x x

Vibrazioni Scivolamenti, cadute a livello Calore, fiamme Elettrici (contatto con linee elettriche aeree) Rumore Cesoiamento, stritolamento (ribaltamento) Oli minerali e derivati

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: • Verificare che nella zona di lavoro non vi siano linee elettriche che possano interferire con le manovre; • Controllare i percorsi e le aree di lavoro approntando gli eventuali rafforzamenti; • Controllare l’efficienza dei comandi; • Verificare l’efficienza dei gruppi ottici per le lavorazioni in mancanza di illuminazione; • Verificare che l’avvisatore acustico e il girofaro siano regolarmente funzionanti; • Controllare la chiusura di tutti gli sportelli del vano motore; • Garantire la visibilità del posto di manovra; • Verificare l’integrità dei tubi flessibili e dell’impianto oleodinamico in genere; • Verificare la presenza di una efficace protezione del posto di manovra contro i rischi da ribaltamento (rollbar o robusta cabina).

DURANTE L’USO: • Segnalare l’operatività del mezzo col girofaro; • Chiudere gli sportelli della cabina; • Usare gli stabilizzatori, ove presenti;

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• Non ammettere a bordo della macchina altre persone; • Nelle fasi di inattività tenere a distanza di sicurezza il braccio dai lavoratori; • Per le interruzioni momentanee di lavoro, prima di scendere dal mezzo, azionare il dispositivo di blocco dei comandi; • Mantenere sgombra e pulita la cabina; • Richiedere l’aiuto di personale a terra per eseguire le manovre in spazi ristretti o quando la visibilità è incompleta; • Durante i rifornimenti di carburante spegnere il motore e non fumare; • Segnalare tempestivamente eventuali gravi anomalie.

DOPO L’USO: • Pulire gli organi di comando da grasso, olio, ecc.; • Posizionare correttamente la macchina, abbassando la benna a terra, inserendo il blocco comandi ed azionando il freno di stazionamento; • Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione seguendo le indicazioni del libretto e segnalando eventuali guasti. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Calzature di sicurezza • Guanti • Indumenti protettivi

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Pala meccanica

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x x

Vibrazioni Scivolamenti, cadute a livello Calore, fiamme Rumore Cesoiamento, stritolamento (ribaltamento) Polveri, fibre Getti, schizzi (ad esempio di oli minerali e derivati)

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: x x x x

x x x x

Garantire la visibilità del posto di manovra (mezzi con cabina); Verificare l’efficienza dei gruppi ottici per le lavorazioni in mancanza di illuminazione; Controllare l’efficienza dei comandi; Verificare che l’avvisatore acustico, il segnalatore di retromarcia ed il girofaro siano regolarmente funzionanti; Controllare la chiusura degli sportelli del vano motore; Verificare l’integrità dei tubi flessibili e dell’impianto oleodinamico in genere; Controllare i percorsi e le aree di lavoro verificando le condizioni di stabilità per il mezzo; Verificare la presenza di una efficace protezione del posto di manovra contro i rischi da ribaltamento (rollbar o robusta cabina).

DURANTE L’USO: x x x x x x

x x x

Segnalare l’operatività del mezzo col girofaro; Non ammettere a bordo della macchina altre persone; Non utilizzare la benna per sollevare o trasportare persone; Trasportare il carico con la benna abbassata; Non caricare materiale sfuso sporgente dalla benna; Adeguare la velocità ai limiti stabiliti in cantiere ed in prossimità dei posti di lavoro transitare a passo d’uomo; Mantenere sgombro e pulito il posto di guida; Durante i rifornimenti di carburante spegnere il motore e non fumare; Segnalare eventuali gravi anomalie.

DOPO L’USO: x

x x x

Posizionare correttamente la macchina, abbassando la benna a terra e azionando il freno di stazionamento; Pulire gli organi di comando da grasso, olio, etc.; Pulire convenientemente il mezzo; Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione seguendo le indicazioni del libretto e segnalando eventuali guasti.

154


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE x x x x x

Casco Calzature di sicurezza Otoprotettori Guanti Indumenti protettivi

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Spazzolatrice

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x x x

Urti, colpi, impatti, compressioni (durante la manutenzione) Punture, tagli, abrasioni (durante la manutenzione) Vibrazioni Calore, fiamme Rumore Investimento Polveri, fibre Oli minerali e derivati (durante la manutenzione)

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: • Verificare l’efficienza dei freni, delle luci, dei dispositivi di segnalazione acustici e luminosi e di tutti i comandi di manovra; • Assicurare una perfetta visibilità al posto di guida regolando gli specchi retrovisori e detergendo i vetri.

DURANTE L’USO: • Segnalare l’operatività del mezzo col girofaro e luci di emergenza; • Mantenere sgombro l’abitacolo.

DOPO L’USO: • Tenere i comandi puliti da grasso, olio, ecc.; • Durante il rifornimento di carburante spegnere il motore e non fumare; • Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione a motore spento, seguendo le indicazioni del libretto; • Segnalare eventuali malfunzionamenti.

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Casco • Calzature di sicurezza • Maschera per la protezione delle vie respiratorie • Otoprotettori • Guanti • Indumenti protettivi

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Rifinitrice

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x

Calore, fiamme Rumore Vibrazioni Cesoiamento, stritolamento Bitume (fumo, gas/vapori, allergeni) Oli minerali e derivati

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: • Verificare l’efficienza dei comandi sul posto di guida e sulla pedana posteriore; • Verificare l’efficienza dei dispositivi ottici; • Verificare l’efficienza delle connessioni dell’impianto oleodinamico; • Verificare l’efficienza del riduttore di pressione, dell’eventuale manometro e delle connessioni tra tubazioni, bruciatori e bombole; • Segnalare adeguatamente l’area di lavoro, deviando il traffico stradale a distanza di sicurezza; • Verificare la presenza di un estintore a bordo macchina.

DURANTE L’USO: • Segnalare eventuali gravi guasti; • Per gli addetti: - non interporre nessun attrezzo per eventuali rimozioni nel vano coclea; - tenersi a distanza di sicurezza dai bruciatori; - tenersi a distanza di sicurezza dai fianchi di contenimento.

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DOPO L’USO: • Spegnere i bruciatori e chiudere il rubinetto della bombola; • Posizionare correttamente il mezzo azionando il freno di stazionamento; • Provvedere ad una accurata pulizia; • Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione attenendosi alle indicazioni del libretto. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Casco • Copricapo • Calzature di sicurezza • Maschera per la protezione delle vie respiratorie • Guanti • Indumenti protettivi

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Rullo compressore

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x

Vibrazioni Calore, fiamme Rumore Cesoiamento, stritolamento (ribaltamento) Oli minerali e derivati

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: • Controllare i percorsi e le aree di manovra verificando le condizioni di stabilità per il mezzo; • Verificare la possibilità di inserire l’eventuale azione vibrante; • Controllare l’efficienza dei comandi; • Verificare l’efficienza dei gruppi ottici per le lavorazioni con scarsa illuminazione; • Verificare che l’avvisatore acustico ed il girofaro siano funzionanti; • Verificare la presenza di una efficace protezione del posto di manovra contro i rischi da ribaltamento (rollbar o robusta cabina).

DURANTE L’USO: • Segnalare l’operatività del mezzo col girofaro; • Adeguare la velocità ai limiti stabiliti in cantiere e transitare a passo d’uomo in prossimità dei posti di lavoro; • Non ammettere a bordo della macchina altre persone; • Mantenere sgombro e pulito il posto di guida; • Durante i rifornimenti di carburante spegnere il motore e non fumare; • Segnalare tempestivamente gravi anomalie o situazioni pericolose.

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DOPO L’USO: • Pulire gli organi di comando da grasso, olio, ecc.; • Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione seguendo le indicazioni del libretto, segnalando eventuali guasti. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Casco • Copricapo • Calzature di sicurezza • Otoprotettori • Guanti • Indumenti protettivi

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Scarificatrice

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x

Calore, fiamme Rumore Cesoiamento, stritolamento Investimento Oli minerali e derivati

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: • Delimitare efficacemente l’area di intervento deviando a distanza di sicurezza il traffico stradale; • Verificare l’efficienza dei comandi e dei dispositivi di segnalazione acustici e luminosi; • Verificare l’efficienza del carter del rotore fresante e del nastro trasportatore.

DURANTE L’USO: • Non allontanarsi dai comandi durante il lavoro; • Mantenere sgombra la cabina di comando; • Durante il rifornimento di carburante spegnere il motore e non fumare; • Segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti.

DOPO L’USO: • Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione necessarie al reimpiego della macchina a motore spento, seguendo le indicazioni del libretto.

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Casco • Copricapo • Calzature di sicurezza • Otoprotettori • Guanti • Indumenti protettivi

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Tagliasfalto a disco

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x x x

Urti, colpi, impatti, compressioni Punture, tagli, abrasioni Vibrazioni Scivolamenti, cadute a livello Calore, fiamme Rumore Investimento Oli minerali e derivati

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: • Delimitare e segnalare l’area d’intervento; • Controllare il funzionamento dei dispositivi di comando; • Verificare l’efficienza delle protezioni degli organi di trasmissione; • Verificare il corretto fissaggio del disco e della tubazione d’acqua; • Verificare l’integrità della cuffia di protezione del disco.

DURANTE L’USO: • Mantenere costante l’erogazione dell’acqua; • Non forzare l’operazione di taglio; • Non lasciare la macchina in moto senza sorveglianza; • Non utilizzare la macchina in ambienti chiusi e poco ventilati; • Eseguire il rifornimento di carburante a motore spento e non fumare; • Segnalare tempestivamente eventuali gravi guasti.

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DOPO L’USO: • Chiudere il rubinetto del carburante; • Lasciare sempre la macchina in perfetta efficienza, curandone la pulizia e l’eventuale manutenzione; • Eseguire gli interventi di manutenzione e revisione a motore spento. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • Casco • Copricapo • Calzature di sicurezza • Otoprotettori • Guanti • Indumenti protettivi

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Compattatore a piatto vibrante

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x

Urti, colpi, impatti, compressioni Vibrazioni Calore, fiamme Rumore Movimentazione manuale dei carichi Gas, vapori

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: x x x x

Verificare Verificare Verificare Verificare

la consistenza dell’area da compattare; l’efficienza dei comandi; l’efficienza dell’involucro coprimotore; l’efficienza del carter della cinghia di trasmissione.

DURANTE L’USO: x x x

Non lasciare la macchina in moto senza sorveglianza; Non utilizzare la macchina in ambienti chiusi e poco ventilati; Durante il rifornimento di carburante spegnere il motore e non fumare.

DOPO L’USO: x x x

Chiudere il rubinetto del carburante; Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione necessarie al reimpiego della macchina a motore spento; Segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE x x x x

Copricapo Calzature di sicurezza Otoprotettori Guanti antivibrazioni

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Autocarro

RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI DEI PERICOLI E DELLE SITUAZIONI PERICOLOSE DURANTE IL LAVORO x x x x x x

Urti, colpi, impatti, compressioni Vibrazioni Calore, fiamme Cesoiamento, stritolamento Polveri, fibre Getti, schizzi (ad esempio di oli minerali e derivati)

MISURE DI PREVENZIONE E ISTRUZIONI PER GLI ADDETTI

PRIMA DELL’USO: x x x x x

Verificare accuratamente l’efficienza dei dispositivi frenanti e di tutti i comandi in genere; Verificare l’efficienza delle luci, dei dispositivi di segnalazione acustici e luminosi; Garantire la visibilità del posto di guida; Controllare che i percorsi in cantiere siano adeguati per la stabilità del mezzo; Verificare la presenza in cabina di un estintore.

DURANTE L’USO: x x x

x

x x x x

x x x x

Segnalare l’operatività del mezzo col girofaro in area di cantiere; Non trasportare persone all’interno del cassone; Adeguare la velocità ai limiti stabiliti in cantiere e transitare a passo d’uomo in prossimità dei posti di lavoro; Richiedere l’aiuto di personale a terra per eseguire le manovre in spazi ristretti o quando la visibilità è incompleta; Non azionare il ribaltabile con il mezzo in posizione inclinata; Non superare la portata massima; Non superare l’ingombro massimo; Posizionare e fissare adeguatamente il carico in modo che risulti ben distribuito e che non possa subire spostamenti durante il trasporto; Non caricare materiale sfuso oltre l’altezza delle sponde; Assicurarsi della corretta chiusura delle sponde; Durante i rifornimenti di carburante spegnere il motore e non fumare; Segnalare tempestivamente eventuali gravi guasti.

DOPO L’USO: x

x

Eseguire le operazioni di revisione e manutenzione necessarie al reimpiego, con particolare riguardo per pneumatici e freni, segnalando eventuali anomalie; Pulire convenientemente il mezzo curando gli organi di comando.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (da utilizzare durante le operazioni di carico-scarico al di fuori della cabina) x x x x

Casco Calzature di sicurezza Guanti Indumenti protettivi

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 74 - Definizioni 1. Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato "DPI", qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. 2. Non costituiscono DPI: a) gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore; b) le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio; c) le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell'ordine pubblico; d) le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto; e) i materiali sportivi quando utilizzati a fini specificamente sportivi e non per attività lavorative; f) i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione; g) gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.

Art. 75 - Obbligo di uso 1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.

Art. 76 - Requisiti dei DPI 1. I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475, e sue successive modificazioni. 2. I DPI di cui al comma 1 devono inoltre: a) essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; d) poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità. 3. In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti.

Art. 77 - Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI: a) effettua l'analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi; b) individua le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi di cui alla lettera a), tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti di rischio rappresentate dagli stessi DPI; c) valuta, sulla base delle informazioni e delle norme d'uso fornite dal fabbricante a corredo dei DPI, le caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato e le raffronta con quelle individuate alla lettera b); d) aggiorna la scelta ogni qualvolta intervenga una variazione significativa negli elementi di valutazione. 2. Il datore di lavoro, anche sulla base delle norme d'uso fornite dal fabbricante, individua le condizioni in cui un DPI deve essere usato, specie per quanto riguarda la durata dell'uso, in funzione di: a) entità del rischio; b) frequenza dell'esposizione al rischio; c) caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore; d) prestazioni del DPI. 3. Il datore di lavoro, sulla base delle indicazioni del decreto di cui all'articolo 79, comma 2, fornisce ai lavoratori DPI conformi ai requisiti previsti dall'articolo 76. 4. Il datore di lavoro: a) mantiene in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni d'igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie e secondo le eventuali indicazioni fornite dal fabbricante;

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b) provvede a che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante; c) fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori; d) destina ogni DPI ad un uso personale e, qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte di più persone, prende misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai vari utilizzatori; e) informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge; f) rende disponibile nell'azienda ovvero unità produttiva informazioni adeguate su ogni DPI; g) stabilisce le procedure aziendali da seguire, al termine dell'utilizzo, per la riconsegna e il deposito dei DPI; h) assicura una formazione adeguata e organizza, se necessario, uno specifico addestramento circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI. 5. In ogni caso l'addestramento è indispensabile: a) per ogni DPI che, ai sensi del decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475, appartenga alla terza categoria; b) per i dispositivi di protezione dell'udito.

Art. 78 - Obblighi dei lavoratori 1. In ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 20, comma 2, lettera h), i lavoratori si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro nei casi ritenuti necessari ai sensi dell'articolo 77, commi 4, lettera h), e 5. 2. In ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 20, comma 2, lettera d), i lavoratori utilizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all'informazione e alla formazione ricevute e all'addestramento eventualmente organizzato ed espletato. 3. I lavoratori: a) provvedono alla cura dei DPI messi a loro disposizione; b) non vi apportano modifiche di propria iniziativa. 4. Al termine dell'utilizzo i lavoratori seguono le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI. 5. I lavoratori segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione

Art. 159 - Sanzioni per i datori di lavoro e i dirigenti 2. Il datore di [lavoro] e il dirigente sono puniti con la pena dell’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione: d) degli articoli 75 e 77, commi 3, 4, lettere a), b) e d), e 5; 3. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti con la pena dell’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione: c) dell’articolo 77, comma 4, lettere e), f) ed h); 4. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500 a euro 1.800 per la violazione: c) dell’articolo 77, comma 4, lettere c) e g);

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PROTEZIONE DEL CAPO – Elmetti di protezione Che cos’è E’ un copricapo dotato di particolari sostegni interni che permettono di tenere distaccato il capo del casco. Può essere dotato di particolari cinghiette per tenerlo fissato al capo. A cosa serve L’uso di questo DPI è consigliato per quelle lavorazioni in cui c’è il pericolo di essere colpiti al capo per caduta di materiali, urti contro ostacoli, ecc. Tipi in commercio Caschi di protezione per l'industria (caschi per miniere, cantieri di lavori pubblici, industrie varie). Copricapo leggero per proteggere il cuoio capelluto (berretti, cuffie, retine con o senza visiera). Copricapo di protezione (cuffie, berretti, cappelli di tela cerata ecc., in tessuto, in tessuto rivestito, ecc.). N.B. Per il cantiere è obbligatorio usare il casco di protezione per l’industria. Quando usarlo _ lavori edili, soprattutto lavori sopra, sotto o in prossimità di impalcature e di posti di lavoro sopraelevati, montaggio e smontaggio di armature, lavori di installazione e di posa di ponteggi e operazioni di demolizione; _ lavori su ponti d'acciaio, su opere edili in strutture d'acciaio di grande altezza, piloni, torri, costruzioni idrauliche in acciaio, altiforni, acciaierie e laminatoi, grandi serbatoi, grandi condotte, caldaie e centrali elettriche; _ lavori in fossati, trincee, pozzi e gallerie di miniera; _ lavori in terra e in roccia; _ lavori in miniere sotterranee, miniere a cielo aperto e lavori di spostamento di ammassi di sterile; _ uso di estrattori di bulloni; _ brillatura mine; _ lavori in ascensori e montacarichi, apparecchi di sollevamento, gru e nastri trasportatori; _ lavori nei pressi di altiforni, in impianti di riduzione diretta, in acciaierie, in laminatoi, in stabilimenti metallurgici, in impianti di fucinatura a maglio e a stampo, nonché in fonderie; _ lavori in forni industriali, contenitori, apparecchi, silos, tramogge e condotte; _ costruzioni navali; _ smistamento ferroviario; _ macelli.

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PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO Cosa sono Questi DPI sono in genere occhiali o schermi protettivi realizzati con materiali infrangibili. A cosa servono Servono sostanzialmente per la protezione degli occhi e del viso da eventuali schegge di materiali, elementi roventi, caustici, corrosivi o comunque dannosi per la vista. Tipi in commercio Occhiali a stanghette. Occhiali a maschera. Occhiali di protezione, contro i raggi X, i raggi laser, le radiazioni ultraviolette, infrarosse, visibili. Schermi facciali. Maschera e caschi per la saldatura ad arco (maschere a mano, a cuffia o adattabili a caschi protettivi). Quando usarli _ lavori di saldatura, molatura e tranciatura; _ lavori di mortasatura e di scalpellatura; _ lavorazione e finitura di pietre; _ uso di estrattori di bulloni; _ impiego di macchine asportatrucioli durante la lavorazione di materiale che producono trucioli corti; _ fucinatura a stampo; _ rimozione e frantumazione di schegge; _ operazioni di sabbiatura; _ manipolazione di prodotti acidi e alcalini, disinfettanti e detergenti corrosivi; _ impiego di pompe a getto liquido; _ manipolazione di masse incandescenti fuse o lavori in prossimitĂ delle stesse; _ lavori che comportano esposizione al calore radiante; _ impiego di laser.

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PROTEZIONE DELLE MANI E DELLE BRACCIA Cosa sono Sono DPI realizzati con diversi materiali e vengono calzati alle mani. A cosa servono Servono per proteggere le mani dal contatto con agenti corrosivi, taglienti, ustionanti, e in generale che possono provocare lesioni alle mani. Tipi in commercio Guanti contro le aggressioni meccaniche (perforazioni, tagli, vibrazioni, ecc.); contro le aggressioni chimiche, per elettricisti e antitermici. Guanti a sacco. Ditali. Manicotti. Fasce di protezione dei polsi. Guanti a mezze dita. Manopole. Quando usarli _ saldatura; _ manipolazione di oggetti con spigoli vivi, esclusi i casi in cui sussista il rischio che il guanto rimanga impigliato nelle macchine; _ manipolazione a cielo aperto di prodotti acidi e alcalini.

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PROTEZIONE DEI PIEDI Cosa sono Sono DPI che devono sempre essere calzati ai piedi nell’attività edile e sono realizzati in vari modelli e materiali a seconda delle lavorazioni cui sono destinate. A cosa servono Servono a salvaguardare l’incolumità dei piedi dai rischi presenti in cantiere. Tipi in commercio Scarpe basse, scarponi, tronchetti, stivali di sicurezza. Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido. Scarpe con protezione supplementare della punta del piede. Scarpe e soprascarpe con suola anticalore. Scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro il calore. Scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro il freddo. Scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro le vibrazioni. Scarpe, stivali e soprastivali di protezione antistatici. Scarpe, stivali e soprastivali di protezione isolanti. Stivali di protezione contro le catene delle trance meccaniche. Zoccoli. Ginocchiere. Dispositivi di protezione amovibili del collo del piede. Ghette. Suole amovibili (anticalore, antiperforazione o antitraspirazione). Quando usarli _ lavori di rustico, di genio civile e lavori stradali; _ lavori su impalcatura; _ demolizioni di rustici; _ lavori in calcestruzzo e in elementi prefabbricati con montaggio e smontaggio di armature; _ lavori in cantieri edili e in aree di deposito; _ lavori su tetti.

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ATTREZZATURA DI PROTEZIONE ANTICADUTA (imbracature di sicurezza) Cosa sono Sono dispositivi di imbracatura e di vincolo collegati ad un punto di ancoraggio A cosa servono Servono per ancorare il lavoratore a punti saldi per salvaguardarlo da possibili cadute dall’alto. Tipi in commercio Attrezzature di protezione contro le cadute. Attrezzature cosiddette anticaduta (attrezzature complete comprendenti tutti gli accessori necessari al funzionamento). Attrezzature con freno "ad assorbimento di energia cinetica" (attrezzature complete comprendenti tutti gli accessori necessari al funzionamento). Dispositivo di sostegno del corpo (imbracatura di sicurezza). Quando usarli lavori su impalcature; _ montaggio di elementi prefabbricati; _ lavori su piloni. _

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PROTEZIONE DELL’UDITO Cosa sono Sono costituiti da materiale fonoassorbente e possono essere indossate sia esternamente (cuffie)che internamente(tappi) A cosa servono Servono a proteggere l’udito delle persone che sono esposte ad un livello di rumore eccessivo e/o prolungato nel tempo. Tipi in commercio Palline e tappi per le orecchie. Caschi (comprendenti l'apparato auricolare). Cuscinetti adattabili ai caschi di protezione per l'industria. Cuffie con attacco per ricezione a bassa frequenza. Dispositivi di protezione contro il rumore con apparecchiature di intercomunicazione Quando usarli _ lavori nelle vicinanze di presse per metalli; _ lavori che implicano l'uso di utensili pneumatici; _ battitura di pali e costipazione del terreno; _ lavori nel legname e nei tessili.

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PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Cosa sono E’ un DPI composto in genere da un facciale che copre il mento, il naso e la bocca, mediante il quale si può respirare attraverso un filtro. A cosa serve Questo DPI serve a salvaguardare gli operatori da agenti o sostanze nocive all’apparato respiratorio. Tipi in commercio Apparecchi antipolvere, antigas e contro le polveri radioattive. Apparecchi isolanti a presa d'aria. Apparecchi respiratori con maschera per saldatura amovibile. Apparecchi e attrezzature per sommozzatori. Scafandri per sommozzatori. Quando usarli _ lavori in contenitori, in vani ristretti e in forni industriali riscaldati a gas, qualora sussista il rischio di intossicazione da gas o di carenza di ossigeno; _ lavoro nella zona di caricamento dell'altoforno; _ lavori in prossimità dei convertitori e delle condutture di gas di altoforno; _ lavori in prossimità della colata in siviera qualora sia prevedibile che se ne sprigionino fumo di metalli pesanti; _ lavori di rivestimento di forni e di siviere qualora sia prevedibile la formazione di polveri; _ verniciatura a spruzzo senza sufficiente aspirazione; _ lavori in pozzetti, canali e altri vani sotterranei nell'ambito della rete fognaria; _ attività in impianti frigoriferi che presentino un rischio di fuoriuscita del refrigerante.

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INDUMENTI DI PROTEZIONE Cosa sono Sono indumenti realizzati in vari materiali e in genere si tratta di giacche, pantaloni e tute. A cosa servono Servono per proteggere le parti del corpo non protette dagli altri DPI. Tipi in commercio Indumenti di lavoro cosiddetti "di sicurezza" (due pezzi e tute). Indumenti di protezione contro le aggressioni meccaniche (perforazioni, tagli, ecc.). Indumenti di protezione contro le aggressioni chimiche. Indumenti di protezione contro gli spruzzi di metallo fuso e di raggi infrarossi. Indumenti di protezione contro il calore. Indumenti di protezione contro il freddo. Indumenti di protezione contro la contaminazione radioattiva. Indumenti antipolvere. Indumenti antigas. Indumenti ed accessori (bracciali e guanti, ecc.) fluorescenza di segnalazione, catarifrangenti. Coperture di protezione. Quando usarli - manipolazione di prodotti acidi e alcalini, disinfettanti e detergenti corrosivi; _ lavori che comportano la manipolazione di masse calde o la loro vicinanza o comunque un'esposizione al calore; _ lavorazione di vetri piani; _ lavori di sabbiatura; _ lavori in impianti frigoriferi. Grembiuli di cuoio: _ saldatura; _ fucinatura; _ fonditura.

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NORME GENERALI PER L’IGIENE DEL LAVORO ALLEGATO XIII D.Lgs. n. 81/08 PRESCRIZIONI PER I SERVIZI IGIENICO-ASSISTENZIALI A DISPOSIZIONE DEI LAVORATORI NEI CANTIERI 1. Spogliatoi e armadi per il vestiario 1.1. I locali spogliatoi devono disporre di adeguata aerazione, essere illuminati, ben difesi dalle intemperie, riscaldati durante la stagione fredda, muniti di sedili ed essere mantenuti in buone condizioni di pulizia. 1.2. Gli spogliatoi devono essere dotati di attrezzature che consentano a ciascun lavoratore di chiudere a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro. 1.3. La superficie dei locali deve essere tale da consentire, una dislocazione delle attrezzature, degli arredi, dei passaggi e delle vie di uscita rispondenti a criteri di funzionalità e di ergonomia per la tutela e l’igiene dei lavoratori, e di chiunque acceda legittimamente ai locali stessi. 2. Docce 2.1. I locali docce devono essere riscaldati nella stagione fredda, dotati di acqua calda e fredda e di mezzi detergenti e per asciugarsi ed essere mantenuti in buone condizioni di pulizia. Il numero minimo di docce è di uno ogni dieci lavoratori impegnati nel cantiere. 3. Gabinetti e lavabi 3.1. I locali che ospitano i lavabi devono essere dotati di acqua corrente, se necessario calda e di mezzi detergenti e per asciugarsi. 3.2. I servizi igienici devono essere costruiti in modo da salvaguardare la decenza e mantenuti puliti. 3.3. I lavabi devono essere in numero minimo di uno ogni 5 lavoratori e 1 gabinetto ogni 10 lavoratori impegnati nel cantiere. 3.4. Quando per particolari esigenze vengono utilizzati bagni mobili chimici, questi devono presentare caratteristiche tali da minimizzare il rischio sanitario per gli utenti. 3.5. In condizioni lavorative con mancanza di spazi sufficienti per l’allestimento dei servizi di cantiere, e in prossimità di strutture idonee aperte al pubblico, è consentito attivare delle convenzioni con tali strutture al fine di supplire all’eventuale carenza di servizi in cantiere: copia di tali convenzioni deve essere tenuta in cantiere ed essere portata a conoscenza dei lavoratori.

4. Locali di riposo, di refezione e dormitori 4.1. I locali di riposo e di refezione devono essere forniti di sedili e di tavoli, ben illuminati, aerati e riscaldati nella stagione fredda. Il pavimento e le pareti devono essere mantenute in buone condizioni di pulizia. 4.2. Nel caso i pasti vengano consumati in cantiere, i lavoratori devono disporre di attrezzature per scaldare e conservare le vivande ed eventualmente di attrezzature per preparare i loro pasti in condizioni di soddisfacente igienicità. 4.3. I lavoratori devono disporre sul cantiere di acqua potabile in quantità sufficiente nei locali occupati, nonché nelle vicinanze dei posti di lavoro. 4.4. Nei locali di riposo e di refezione così come nei locali chiusi di lavoro è vietato fumare.

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4.5. I locali forniti dal datore di lavoro ai lavoratori per uso di dormitorio stabile devono essere riscaldati nella stagione fredda, essere forniti di luce artificiale in quantità sufficiente, essere dotati di servizi igienici, di acqua per bere e per lavarsi, nonché di arredamento necessario 5. Utilizzo di monoblocchi prefabbricati per i locali ad uso spogliatoi, locali di riposo e refezione 5.1. Non devono avere altezza netta interna inferiore a m 2.40, l'aerazione e l'illuminazione devono essere sempre assicurate da serramenti apribili; l'illuminazione naturale, quando necessario, sarà integrata dall'impianto di illuminazione artificiale. 6. Utilizzo di caravan ai fini igienico assistenziali 6.1. L'uso di caravan o roulottes quali servizi igienico-assistenziali, è consentito esclusivamente ad inizio cantiere per un periodo massimo di 5 giorni, prima dell'installazione dei servizi di cantiere veri e propri. 6.2. L'uso di caravan o roulottes quali servizi igienico-assistenziali, è consentito nei cantieri stradali di rilevante lunghezza e brevi tempi di lavorazione su singole posizioni fra loro molto lontane in aggiunta agli ordinari servizi igienico assistenziali posizionati presso le aree di cantiere o i campi base.

Art. 159 - Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente 2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: c) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 500 a 2.000 euro per la violazione degli articoli 96, comma 1, lettere. a), b), c), d), e) ed f) 3. La violazione di più precetti riconducibili alla categoria omogenea di requisiti di sicurezza relativi ai luoghi di lavoro di cui all’allegato XIII, nella parte relativa alle “Prescrizioni per i servizi igienico-assistenziali a disposizione dei lavoratori nei cantieri”, punti 1, 2, 3, 4, 5 e 6, e nella parte relativa alle “Prescrizioni per i posti di lavoro nei cantieri” per i punti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8, è considerata una unica violazione ed è punita con la pena prevista dal comma 2, lettera c). L’organo di vigilanza è tenuto a precisare in ogni caso, in sede di contestazione, i diversi precetti violati. WC con lavabo da cantiere

PRIMO SOCCORSO

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PRIMO SOCCORSO Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Articolo 45 - Primo soccorso 1. Il datore di lavoro, tenendo conto della natura della attività e delle dimensioni dell’azienda o della unità produttiva, sentito il medico competente ove nominato, prende i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati. 2. Le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in relazione alla natura dell’attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio sono individuati dal decreto ministeriale 15 luglio 2003, n. 388 e dai successivi decreti ministeriali di adeguamento acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Dal D.M. 15 luglio 2003, n. 388 Dall’ Art. 1 - Classificazione delle aziende 1. Le aziende ovvero le unità produttive sono classificate, tenuto conto della tipologia di attività svolta, del numero dei lavoratori occupati e dei fattori di rischio, in tre gruppi. Gruppo A: I) ……………… II) Aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori appartenenti o riconducibili ai gruppi tariffari INAIL con indice infortunistico di inabilità permanente superiore a quattro, quali desumibili dalle statistiche nazionali INAIL relative al triennio precedente ed aggiornate al 31 dicembre di ciascun anno. Le predette statistiche nazionali INAIL sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale; ( EDILIZIA ) III) …………….. Gruppo B: aziende o unità produttive con tre o più lavoratori che non rientrano nel gruppo A. Gruppo C: aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel gruppo A.

Dall’ Art. 2 - Organizzazione di pronto soccorso Nelle aziende o unità produttive di gruppo A e di gruppo B, il datore di lavoro deve garantire : cassetta di pronto soccorso un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale Nelle aziende o unità produttive di gruppo C, il datore di lavoro deve garantire le seguenti attrezzature: pacchetto di medicazione un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale

Art. 55 - Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente 5. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti: a) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 750 a 4.000 euro per la violazione degli articoli 3, comma 12-bis, 18, comma 1, lettera o), 26, comma 1, lettera b), 43, commi 1, lettere a), b), c) ed e), e 4, 45, comma 1;

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Allegato 1 – D.M. 388/03 Contenuto minimo della cassetta di pronto soccorso x x x

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Guanti sterili monouso (5 paia). Visiera paraschizzi. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1). Flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3). Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10). Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2). Teli sterili monouso (2). Pinzette da medicazione sterili monouso (2). Confezione di rete elastica di misura media (1). Confezione di cotone idrofilo (1). Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2). Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2). Un paio di forbici. Lacci emostatici (3). Ghiaccio pronto uso (due confezioni). Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2). Termometro. Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa.

Allegato 2 – D.M. 388/03 Contenuto minimo del pacchetto di medicazione x x x x x x x x x x x x x x x

Guanti sterili monouso (2 paia). Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1). Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1). Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1). Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3). Pinzette da medicazione sterili monouso (1). Confezione di cotone idrofilo (1). Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1). Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1). Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1). Un paio di forbici (1). Un laccio emostatico (1). Confezione di ghiaccio pronto uso (1). Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1). Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza.

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SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 163 - Obblighi del datore di lavoro 1. Quando, anche a seguito della valutazione effettuata in conformità all'articolo 28, risultano rischi che non possono essere evitati o sufficientemente limitati con misure, metodi, ovvero sistemi di organizzazione del lavoro, o con mezzi tecnici di protezione collettiva, il datore di lavoro fa ricorso alla segnaletica di sicurezza, conformemente alle prescrizioni di cui agli allegati da XXIV a XXXII. 2. Qualora sia necessario fornire mediante la segnaletica di sicurezza indicazioni relative a situazioni di rischio non considerate negli allegati da XXIV a XXXII, il datore di lavoro, anche in riferimento alle norme di buona tecnica, adotta le misure necessarie, secondo le particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica. 3. Il datore di lavoro, per regolare il traffico all'interno dell'impresa o dell'unità produttiva, fa ricorso, se del caso, alla segnaletica prevista dalla legislazione vigente relativa al traffico stradale, ferroviario, fluviale, marittimo o aereo, fatto salvo quanto previsto nell'Allegato XXVIII.

Art. 164 - Informazione e formazione 1. Il datore di lavoro provvede affinché: a) il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e i lavoratori siano informati di tutte le misure da adottare riguardo alla segnaletica di sicurezza impiegata all'interno dell'impresa ovvero dell'unità produttiva; b) i lavoratori ricevano una formazione adeguata, in particolare sotto forma di istruzioni precise, che deve avere per oggetto specialmente il significato della segnaletica di sicurezza, soprattutto quando questa implica l'uso di gesti o di parole, nonché i comportamenti generali e specifici da seguire.

Art. 165 - Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro ed il dirigente sono puniti: a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione dell’articolo 163; b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 750 a 4.000 euro per la violazione dell’articolo 164.

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Principale segnaletica da adottare nei cantieri edili

segnali antincendio segnali di divieto

segnali avvertimento

Segnali d’obbligo segnali di salvataggio

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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Art. 167 - Campo di applicazione 1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso_lombari. 2. Ai fini del presente titolo, s'intendono: a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso_lombari; b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.

Art. 168 - Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori. 2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto dell'Allegato XXXIII, ed in particolare: a) organizza i posti di lavoro in modo che detta movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute; b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro in questione tenendo conto dell'Allegato XXXIII; c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie dorso_lombari, adottando le misure adeguate, tenendo conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche dell'ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta, in base all'Allegato XXXIII; d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 41, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all'Allegato XXXIII. 3. Le norme tecniche costituiscono criteri di riferimento per le finalità del presente articolo e dell'Allegato XXXIII, ove applicabili. Negli altri casi si può fare riferimento alle buone prassi e alle linee guida.

Art. 169 - Informazione, formazione e addestramento 1. Tenendo conto dell'Allegato XXXIII, il datore di lavoro: a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato; b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività. 2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l'addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi.

Art. 170 - Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro ed il dirigente sono puniti: a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 fino a 6.400 euro per la violazione dell’articolo 168, commi 1 e 2. b) con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 750 a 4.000 euro per la violazione dell’articolo 169, comma 1.

Nota del CPT Di seguito vengono analizzate le corrette posizioni e posture da assumere durante il sollevamento di pesi o durante una fase di lavoro nella quale si mette sotto sforzo la zona dorso-lombare.

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Sommario Prefazione

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DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008 n. 81 Definizioni Misure generali di tutela Obblighi del datore di lavoro non delegabili Obblighi del datore di lavoro e del dirigente Obblighi del preposto Obblighi di lavoratori Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale TITOLO IV – CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI Definizioni Obblighi del committente o del responsabile dei lavori Obblighi di trasmissione Obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti Obblighi del datore di lavoro dell’impresa affidataria DOCUMENTAZIONE DI CANTIERE Allegato XV – Contenuti minimi del Piano Operativo di Sicurezza CARTELLI O TABELLE DI CANTIERE Legge 11.02.’94, n. 109 – Circ. Min. 1729/UL del 01.06.’90 Regolamento edilizio comunale LUOGHI DI LAVORO La recinzione del cantiere edile VIABILITA’ Viabilità nei cantieri Allegato IV – vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi Allegato IV – Posti di lavoro e di passaggio e luoghi di lavoro esterni Misure generali di tutela Obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti Andatoie e passerelle SCAVI Splateamento e sbancamento Deposito dei materiali in prossimità degli scavi Pozzi, scavi e cunicoli PROTEZIONE DEI POSTI DI LAVORO Protezione della zona di azione della base della gru Lavori in prossimità di parti attive DIFESA DELLE APERTURE Scale in muratura Lavori speciali OPERAZIONI DI MONTAGGIO DEI SOLAI Formazione di solaio in opera Formazione di solaio in travetti e laterizio Formazione di solaio con elementi a pannello SCALE SEMPLICI PORTATILI PONTEGGI IN LEGNAME E FISSI Ponteggi ed opere provvisionali Montaggio e smontaggio di opere provvisionali Obblighi del datore di lavoro nell’uso di attrezzature per lavori in quota Sistema individuale anticaduta Intavolati Intavolato metallico Parapetti Sottoponti Disposizione dei montanti Impalcature nelle costruzioni in conglomerato cementizio Autorizzazione alla costruzione ed all’impiego

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Marchio del fabbricante Progetto Uso promiscuo dei ponteggi metallici fissi Documentazione Allegato XXII – Contenuti minimi del Pi.M.U.S. Ponti a sbalzo Castelli per elevatori Impalcati e parapetti dei castelli Montaggio degli elevatori PONTEGGI MOVIBILI Ponti su cavalletti Ponti su ruote a torre MACCHINARI DA CANTIERE Dichiarazione CE di conformità delle macchine Marcatura CE Manuale di istruzioni Fascicolo tecnico Sega circolare elettrica a banco Betoniera per calcestruzzo Apparecchi di sollevamento Argani e montacarichi IMBRACATURA E SOLLEVAMENTO DEI CARICHI Accessori di sollevamento Accessori di imbracatura Procedure di imbracaggio e consigli d’uso generale UTENSILI ELETTRICI MOBILI E PORTATILI IMPIANTI ELETTRICI DI CANTIERE Alimentazione e sistemi di distribuzione Allestimento linea di alimentazione del cantiere Installazione Trasformazioni di edifici esistenti Utilizzo di un impianto esistente Altezza dei conduttori sul terreno e sulle acque non navigabili Parallelismi fra cavi di energia e tubazioni metalliche interrate Alimentazione mediante gruppi elettrogeni Quadri elettrici per cantieri ASC Cavi elettrici Cordoni prolungatori Avvolgicavo Tipologie di prese a spina Modalità di impiego delle prese a spina Grado di protezione IP delle apparecchiature elettriche Illuminazione di cantiere Protezione in luoghi conduttori ristretti IMPIANTO DI MESSA E TERRA E DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE Dispersore per la presa di terra Elementi di dispersione Conduttori di terra Conduttori di protezione Collegamento elettrico a terra Protezione contro i fulmini Omologazioni e verifiche LAVORI DI DEMOLIZIONE Rafforzamento delle strutture Ordine delle demolizioni Misure di sicurezza Convogliamento del materiale di demolizione Sbarramento della zona di demolizione Demolizione per rovesciamento

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CANTIERI STRADALI Attività Rischi Misure tecniche di prevenzione I lavoratori Interferenze esterne Depositi per cantieri stradali Le macchine operatrici I mezzi d’opera Segnalazione dei veicoli Trasporto di macchine operatrici Trasporti eccezionali Indumenti ad alta visibilità Gli autisti delle macchine operatrici Principali adempimenti per i conducenti Le principali macchine utilizzate nei lavori stradali Autobetoniera Caldaia per bitume Escavatore Pala meccanica Spazzolatrice Rifinitrice Rullo compressore Scarificatrice Tagliasfalto a disco Compattatore a piastra vibrante Autocarro DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Definizioni Obbligo di uso Requisiti dei DPI Obblighi del datore di lavoro Obblighi dei lavoratori Protezione del capo Protezione degli occhi e del viso Protezione delle mani e delle braccia Protezione dei piedi Attrezzatura di protezione anticaduta Protezione dell’udito Protezione delle vie respiratorie Indumenti di protezione NORME GENERALI PER L’IGIENE DEL LAVORO Allegato XIII – D.Lgs 81/08 Prescrizioni per i servizi igienico-assistenziali a disposizione dei lavoratori nei cantieri PRIMO SOCCORSO Classificazione delle aziende Organizzazione del pronto soccorso Contenuto minimo della cassetta di pronto soccorso e del pacchetto di medicazione SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Obblighi del datore di lavoro Informazione e formazione MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Campo di applicazione Obblighi del datore di lavoro Informazione, formazione e addestramento

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