BIVACCHI ALPINI : storia, attualità, futuro di unità abitative minime delle Alpi

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1.2.3.Anni ‘70-’90: il boom economico e la nostalgia

Gli anni ’70 vedono comparire nell’ambito della progettazione d’alta quota un’ importante serie di soluzioni progettuali innovative, che mettono in discussione i “modelli canonici” per spingersi verso modelli estremamente legati al periodo storico di appartenenza, infatti il benessere portato dal boom economico, in alta montagna come in pianura, permette di aumentare enormemente l’attività costruttiva, e architetti e designer possono sperimentare senza timore le nuove tendenze dettate dall’avanzamento tecnologico delle tecniche costruttive, dei materiali e della forma, prendendo spunto tanto dalla terra quanto dallo spazio, la cui conquista suscita immaginari futuristici composti da unità abitative iper-tecnologiche totalmente estra-

nee all’ambiente circostante. Le realizzazioni più significative sono in ambiente svizzero, come il Bivacco dello Stockhorn (2598 m) del 1974, il Bivacco del Dolent (2667 m) del 1973 e il Bivacco Grassen (2650 m) del 1970, ma anche in Italia come il famoso Bivacco Ferrario (2184 m) del 1978 sulla cima della Grignetta. Un altro interessante esempio, che precorreva di vent’anni le suddette sperimentazioni, e forse anche per questo di non molto successo, è il Refuge Tonneau, del 1938, di Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret, oggetto di recenti ricostruzioni dimostrative, che propone un’organizzazione spaziale e un design alternativo. Questi modelli, rimangono però solo utili sperimentazioni, nessuno diventerà un mo-

foto: ■□□ Stockhorn Biwak | □■□ Bivacco Ferrario | □□■ Bivacco Grivola

dello replicato. Negli anni ’80 e ’90 non si hanno sostanziali innovazioni per quanto riguarda la tipologia del bivacco-fisso, si continuano sostanzialmente a utilizzare i modelli più rodati (Apollonio e Fondazione Berti) di cui vengono minimamente ammodernati i materiali, soprattutto gli isolanti. Si cominciano a vedere i primi recuperi di Baite in pietra (Bivacco Arno, a Pila, 1997), e le prime “nostalgiche” costruzioni simil-chalet interamente in legno (Bivacco Regondi Gavazzi, 1995, al Piano di Breuil), adibiti prevalentemente a punti di appoggio per itinerari escursionistici a media quota.

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