Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Anno XI - n° 10 - Ottobre 2013

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La pressione criminale in Capitanta è sempre più presente. E dei giorni scorsi il nuovo atto intimidatorio ai danni di un esponente politico ortese. Dopo la minaccia di morte al vice sindaco Franco Sauro, e a quelli a Antonio Bellino e Alfredo Ballatore, questa volta a farne le spese è il consigliere comunale di Scelta Civica Massimo Costantini. Ancora un atto che testimonia come sia elevato il rischio legato alla presenza della criminalità. “Sono molto preoccupata per questa inquietante escalation di intimidazioni ai danni di chi opera nell'istitu-zione cittadina”. In una nota il Sindaco Iaia Calvio interviene con fermezza, poi “Pur comprendendo la difficoltà di indagini di questo genere, è urgente che si arrivi a comprendere quanto meno cosa possa aver determinato la minaccia subita dal consigliere comunale Massimo Costantini, al quale ho personalmente espresso la solidarietà mia e dell'intera Amministrazione comunale, come quelle indirizzate al vice sindaco Franco Sauro e al consigliere comunale Antonio Bellino. Noi siamo fermamente intenzionati a proseguire la nostra azione e tenere fede all'impegno assunto con gli elettori, ma lo Stato deve garantire agli amministratori e ai cittadini sicurezza e serenità. Purtroppo la città di Orta Nova, al pari della gran parte dei centri della Capitanata, è teatro quotidiano di reati contro il patrimonio che alimentano il senso di insicurezza e frustrazione dei cittadini, già materialmente e moralmente colpiti dagli effetti della crisi economica. Ha ragione il sindaco Calvio quando sottolinea che sicurezza e ordine pubblico non sono materie di competenza del Comune, per questo si appella al Prefetto di Foggia, affinché si assuma piena consapevolezza della gravità di ciò che accade ad Orta Nova e si adottino le misure necessarie a rinsaldare la fiducia nelle istituzioni e nella loro capacità di schierarsi efficacemente al fianco dei cittadini particolarmente in frangenti così com-

plessi e drammatici. Ma bisogna assumere, da parte di tutti, la piena consapevolezza della gravità del fenomeno, un fenomeno partito in sordina e fino agli anni ’80 tutto era circoscritto al mondo dell’abigeato garganico, poi con la strage del Bacardi a Foggia è emersa la mafia della città capoluogo conosciuta come “La Società”, che trovò accordi con organizzazioni criminali come Cosa nostra siciliana, Camorra e la Ndrangheta, risentendo

dell'influenza della defunta Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, una mafia che, dopo essersi riciclata anche attraverso l’eliminazione dei vecchi boss, è entrata prepotentemente nel mondo delle estorsioni a imprenditori foggiani; poi la mafia di Peschici, di Rodi e quella di Lucera e la loro ferocia. In questi 33 anni non vi è stato da parte di tutti i cittadini onesti, la rivoluzione dei lenzuoli. Forse si ha paura di parlare di mafia. Il Procuratore della Repubblica Domenico Seccia scrive in suo libro: “Qui si continua a dire che non vi è alcuna infiltrazione mafiosa. Tutti dicono ‘qui’ e non ‘da noi’, e forse anche questo vuol dire qualcosa. La mafia rende tutto cenere. Se soffi sulla cenere non c’è nulla in essa che opponga resistenza per non volarsene via. Rendere cenere ogni cosa è la sua forza. Dove vi è cenere non vi è più nulla. Non c’è Stato. Non c’è svi-

luppo. Tutto è così come è. Immutabile”. Un giovane tossicodipendente mi confidò che la molla che lo spinse a cambiare rotta, fu quando iniziò ad avvertire di diventare cenere: per comprare droga fu messo nelle condizioni perfino di denunciare falsi incidenti con la propria auto, la malavita incassava in toto risarcimenti consistenti e mentre per lui c’era qualche dosa di polverina in più. Quella che c’è da noi è una mafia sociale perché è trasversale ai ceti che assoggetta, risponde alle esigenze sociali delle comunità e ha vinto l’indignazione sociale. Nella società di Capitanata è entrata prorompente. È un fenomeno assimilabile a un regime dispotico, oserei dire totalitario. Non nel senso politico del termine, ma sicuramente per penetrazione e condizionamento della società civile, quindi va a collidere con quelle che sono le logiche della società aperta che si fonda sul diritto, sulle regole, sulla tolleranza, sul merito e sulla competizione. Tutte logiche estranee ad ogni fenomeno criminale che fa della negazione del diritto, della prevaricazione, del potere della forza e non del confronto aperto i suoi punti di forza. Credo sia innegabile che la criminalità è un frutto della società chiusa e riesce a prosperare e sopravvivere nelle società chiuse. Questo sicuramente è stato il punto di forza che ha fatto leva sul nostro territorio. Anche da noi questo fenomeno ha avuto una forte componente familistica, con logiche tribali e di chiusura verso il mondo esterno, una “corte dei miracoli” dove vige la regola dello scannarsi e la vecchiaia resta una utopia. È iniziata prima la mentalità mafiosa poi quella criminale. Si può essere mafiosi e non essere criminali. Si cerca protezione, si cercano padrini, si cercano scorciatoie, non si reclamano diritti e libertà, ma protezione e favori. Tutto questo per essere cenere? Ora più che mai dobbiamo, con orgoglio e dignità, essere uniti per riappropriarci della nostra provincia ed iniziare la rivoluzione dei lenzuoli.


I malanni della politica italiana sono ormai chiari a tutti e non è il caso di rinnovare qui la litania delle lamentazioni della gente comune (e non) circa l’incapacità dei politici attuali di dare risposte ai bisogni concreti dei cittadini, specie di quelli maggiormente in difficoltà a causa della grave crisi economica che attanaglia oggi il Paese, a far data almeno dal 2008. Ragionar di politica, infatti, è diventato in questi ultimi anni un esercizio quotidiano per gli italiani, per i quali quanto avviene nei palazzi del potere è oggi l’argomento più amato e più odiato al tempo stesso, spesso appesantito anche da luoghi comuni e da sfumature demagogiche, del tipo «i politici sono tutti uguali e tutti ladri». Su questo terreno concimato da un’epocale decadenza politica e morale, acuita dagli scandali, dalle vicissitudini giudiziarie e soprattutto dall’incapacità e dall’impotenza dimostrate dai politici negli ultimi anni, è inevitabile che l’antipolitica abbia avuto ed abbia ancora gioco facile (vedi il successo elettorale del Movimento 5 stelle), occupando spazi un tempo riservati alla politica «bella», tanto per usare un aggettivo caro a Walter Veltroni al tempo della sua campagna elettorale per la premiership (elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008). Dinanzi al fenomeno sempre più forte dell’impoverimento culturale e morale della politica, pertanto, tutti coloro che nel marasma generale hanno perduto appeal, carisma e credibilità si affannano disperatamente a cercare altrove la salvezza (o forse dovrei dire

la «verginità»), non solo dando origine ad una indicibile transumanza da un «ovile» ad un altro, ma soprattutto «costruendo» a modo loro pantomime di assoluzione da ogni responsabilità per quanto è accaduto e sta accadendo nel Paese da alcuni anni a questa parte. Tutti, infatti, «gridano» nelle piazze e nei talk show televisivi che bisogna con urgenza voltare pagina per poter colmare la distanza che oggi si è determinata tra la politica e le masse ormai sfiduciate (o indignate e pronte a disordini sociali?), anche se su questo terreno non mi pare che sia stata finora messa in campo un’alternativa credibile, innervata in un convincente e soprattutto nuovo modello di sviluppo economico e sociale finalizzato a farci uscire finalmente dalla crisi, a causa forse anche delle lacerazioni interne ai diversi partiti, oggi in una fibrillazione mai vista in passato e che aumenta a dismisura la sfiducia della gente nei confronti della politica. Il “teatrino” è sotto gli occhi di tutti: da un lato il Pdl che sta implodendo sul tema della decadenza di Silvio Berlusconi, come testimoniano le spaccature endogene tra “falchi” e “colombe” (o, se si vuole, tra “lealisti” e “governativi”, pardon “innovatori”, come amano oggi chiamarsi quelli che hanno compreso che la partita non si può giocare solo intorno al nome del loro leader, padre-padrone del partito); dall’altro il giovane “rottamatore fiorentino” che sta accendendo una speranza tra la gente, ma che ha ancora molta strada da fare e non sempre in discesa, all’interno di un partito (Pd) lacerato e senza più la tensione ideale dei primi anni; dall’altro ancora la galassia di centro (Scelta civica) che sta faticosamente cercando la sua strada, come testimonia la vicenda delle dimissioni di Mario Monti. Dinanzi a tutto questo Beppe Grillo gongola, trovando ulteriori conferme al suo grido iconoclastico “tutti

a casa”. Le tensioni vissute al centro, poi, si ripercuotono inevitabilmente a cascata anche sulla periferia, dove persino i congressi per la nomina del coordinatore di circolo “si colorano” (si fa per dire) di trucchetti e stratagemmi per l’accaparramento delle tessere, oltre che di camuffamenti e di ricatti, per assegnare la vittoria a questo o a quel candidato. La vicenda dei congressi del Pd in atto in questi giorni docet, ma così è anche negli altri partiti, pronti a lanciare slogan sul cambiamento, salvo, poi, a disattenderli nella realtà. Credo proprio che oggi ci ritroviamo tutti immersi nella stagione dell’apparire, che non solo sovrasta l’essere, ma addirittura lo condiziona; nella stagione della vacuità della parola che sovrasta il pensiero e lo condiziona. Non è questo il cambiamento che la gente vuole, così come è diventato un luogo comune (topos), una frase fatta, un modo di dire stantio, ripetere, come in uno stanco ritornello, che il “nuovo” passa tout court attraverso le donne e i giovani, riducendo così il confronto politico ad una mera questione anagrafica. O forse oggi per “fare politica” bisogna travestirsi da donna o sottoporsi ad estenuanti lifting per eliminare le rughe del viso e recuperare qualche anno? Penso che le donne e i giovani in politica vadano benissimo, ma le donne e i giovani “innovatori”, capaci, cioè, di essere «imprenditori di idee», di guardare lontano, di proporre modelli e visioni non legati a preoccupazioni di breve periodo, di governare il cambiamento e non di subirlo. L’arroganza di chi pensa che si possa fare a meno dell’esperienza non ha mai generato nella storia movimento positivo. Parleremo più dettagliatamente la prossima volta di come si possa cambiare le cose, a partire da una diversa concezione dei partiti e, nello specifico, del partito del quale mi onoro di far parte.


Il Palazzo Gesuitico ancora più contenitore culturale L’Amministrazione comunale e il Gal Piana del Tavoliere operano in sinergia per proseguire il restauro dell’ex convento Gesuitico. Il progetto esecutivo per la riqualificazione di due locali a pianterreno sarà cofinanziato con i fondi del Programma di Sviluppo Rurale. L’investimento avrà un costo complessivo di 99.900 euro, così suddivisi: 58.211,51 euro fondi comunali; 41.688.49 euro fondi GAL. “Il progetto prevede la ristrutturazione funzionale e architettonica di due locali situati al piano terra della struttura” evidenzia l’assessore ai Lavori pubblici Leonardo Trecca, “in cui abbiamo deciso di realizzare il Museo della civiltà contadina, anche utilizzando il materiale messoci a disposizione da famiglie e associazioni ortesi”. “L’ex Gesuitico sarà sempre più un contenitore culturale ricco di servizi ed un bene comune ampiamente e utilmente fruibile”, aggiunge la sindaco Iaia Calvio, “Raggiungeremo questo obiettivo cogliendo ogni opportunità di finanziamento e concentrando la nostra pur ridotta disponibilità di finanziaria. Nel caso specifico, abbiamo indirizzato su questo progetto una quota dell’avanzo di gestione del 2012, frutto dell’attività di riorganizzazione e razionalizzazione della spesa”. Presentato l’ultimo lavoro letterario di Michele Mansolillo Si è svolto, nei giorni scorsi nel palazzo Gesuitico di Orta Nova, la presentazione dell’ultimo lavoro dello scrittore Michele Mansolillo dal titolo: “Il solco del Guarniello“, Edizioni del Rosone. All’evento, organizzato dall’Associazione di Studi Storici di Orta Nova “I 5 Reali Siti” e patrocinato dal Comune di Orta Nova, sono intervneuti la prof.ssa Falina Marasca della casa Editrice del Rosone, il prof. Alfonso Palomba, già preside dell’I.T.C. “Giannone” di Foggia e l’avv. Maria Rosaria Calvio, sindaco di Orta Nova. Il romanzo racconta le vicende di una famiglia della provincia di Foggia attraverso tre generazioni: sono infatti descritte le vicende dapprima di Ciriaco Guarniello e di sua moglie Filomena Procaccini a Panni a inizio Ottocento, poi dei loro cinque figli a Carapelle e infine, in una terza parte più corposa, dell’unico erede, il giovane Ciriaco, soprannominato “Rifolo di vento”. “Il solco dei Guarniello”, pur essendo un’opera letterarie del XXI secolo, lo scrittore Pasquale Braschi scrive in una recensione del libro “si lega sia alla tradizione verista, per l’accuratezza descrittiva degli ambienti e dei personaggi

sia alla narrativa antirisorgimentale, per l’ideologia su cui si fondano le vicende storiche”. “Come un abile cantastorie”, conclude Braschi “Michele Mansolillo seduce il lettore, nel senso latino del verbo “se ducere”, condurre a sé, e lo trascina per mano nelle pagine del libro, intrise di una poesia che è tutta nostra, della nostra Magna Capitana”. Presentazione del Dizionario Ortese L’ultima fatica letteraria di Potito Di Pietro: “Il Dizionario Dialettale Ortese” sarà presentata sabato 14 Dicembre prossimo presso il Palazzo Gesuitico di Orta Nova. La pubblicazione edita dall’Associazione Culturale l’Ortese, presieduta da Annito Di Pietro, ha una portata di grande interesse culturale per la città di Orta Nova, grazie al lavoro certosino fatto da uno studioso come Potito Di Pietro. Interverranno alla manifestazione l’on. prof. Michele Galante-Dialettologo, il sindaco avv. Iaia Calvio, il prof. Nicola Pergola e il rag. Annito Di Pietro, presidente dell’Associazione Culturale l’Ortese. Una messa per ricordare le vittime di Nassirya Anche quest’anno, con una S. Messa, celebrata da don Ignazio Pedone presso la chiesa parrocchiale del S.S. Crocifisso di Orta Nova, sono stati ricordati i caduti vittime del terrorismo nel corso della missione di Pace in Nassirya. L’iniziativa è stata promossa dalla sezione di Orta Nova dell’Associazione Nazionale Carabinieri, presieduta dal M.llo Mariano Bolumetti.

Tantissimi auguri a Claudia Sgarro e Savino Todisco che il 28 settembre scorso si sono uniti in matrimonio nella chiesa di Maria S.S. del Rosario di Carapelle. Nozze d’Oro

A Maria Marseglia e Cosimo Del Ninno Congratulazioni per i Vostri 50 anni di matrimonio, per la Vostra vita trascorsa insieme e per la splendida e sana famiglia che avete costruito. In questi 50 anni si sono alternati lacrime e sorrisi, lotte e pace, momenti felici e sacrifici, ma potete ritenervi orgogliosi per tutte le soddisfazioni che la vita vi ha riservato, avete seminato bene e avete raccolto buoni frutti. Siate orgogliosi di ciò che avete fatto e continuate a volervi bene. Grazie per la festa meravigliosa che avete organizzato. Auguri mamma e papà, nonna e nonno da Maria Rosaria, Loredana, Enza, Giuseppe, Sergio, Stefano, Valentina, Davide, Alessia, Federico, Gabriele Lutto

Nozze Sgarro-Todisco

Il Comune di Ordona, l'amministrazione comunale, i dipendenti e i cittadini tutti si stringono con affetto alla famiglia Addamiano per la perdita del carissimo Domenico, da tutti conosciuto come Mimmo. Ordona ha perso un uomo, un amico, un esempio di amore, devozione e rispetto per il prossimo e per le istituzioni, sempre presente, sempre disponibile. Ordona non sarà più la stessa senza di te Mimmo. Riposa in pace con affetto, il tuo amato paese.



Questa non è una campagna di sensibilizzazione contro la pena di morte. Ciononostante, ad essere in pericolo è qualcosa di altrettanto importante quanto la vita umana: la memoria delle idee che sopravvivono alla morte e perdurano attraverso le menti degli uomini, nei secoli avvenire. Nel caso specifico, a rischio è tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi, per le nuove generazioni, la figura di Adriano Olivetti. A tal riguardo, non usa parole di circostanza Annito Di Pietro, Editore de “Lo Sguardo sui Cinque Reali Siti”, nel commentare la notizia relativa al “sondaggio” richiesto dall’Istituto Olivetti per promuovere il cambio del nome “Olivetti” alla Scuola: “Mi viene in mente un paragone con chi riceve la telefonata che annuncia un’imminente visita in casa propria così, per disfarsi velocemente della polvere la nasconde sotto il grande tappeto.”, sottolinea l’editore, “Allo stesso modo, si ha come la forte impressione che i progressi fatti da questa Scuola conseguenti l’accorpamento del Classico e la nascita di nuovi indirizzi abbiano fatto nascere nella Dirigenza l’errata convinzione, che occorresse “nascondere” al resto del mondo il passato della stessa Scuola. Mi sembra una scelta questa, quanto meno discutibile. Da un lato perché i problemi dell’Olivetti, continueranno ad esistere pur mutandone il nome; dall’altro perché ancora una volta si tende a voler cancellare la memoria storica di Orta Nova; ed è inconcepibile che ad operare una scelta del genere, sia proprio l’Istituzione Scolastica dal suo interno. Mi auguro vivamente che vi sia la manifestazione di un forte dissenso, da parte di tutte le realtà locali ed in particolare della classe politica, al riguardo. Sento, tuttavia forte, il bisogno di una presa di posizione radicale, da parte della mia Testata giornalistica. Pertanto invito tutti: alunni, ex alunni ed abitanti dei Cinque Reali Siti a voler firmare la petizione presso la Direzione del Giornale in via XXV Luglio n° 2 (nelle vicinanze del distributore Tamoil di viale Ferrovia), o in uno dei numerosi punti di raccolta sorti un po’ ovunque ad Orta Nova. “ “Mi diventa difficile comprendere il sondaggio della Direzione della Olivetti”, interviene il direttore Michele Campanaro, “per

cambiare il nome all’istituto come se la figura e l’opera dell’ing. Adriano Olivetti devono necessariamente essere dimenticate. L’Università degli Studi di Bari per anni non ha mai reso pubblico la denominazione della propria università, solo qualche anno fa è stato intitolata ad Aldo Moro. Eppure

per oltre ottant’anni è stata dedicata a Benito Mussolini. Adriano Olivetti è un orgoglio nazionale con Enrico Mattei e Donato Menichella hanno dimostrato agli Stati Uniti che si può uscire con le ossa rotte dalla guerra e si può ricostruire l’Italia. Ho grande stima del Dirigente dell’istituto scolastico e sicu-

ramente don Nardino ci ripenserà”. Fin qui, il pensiero del nostro Editore e del nostro Direttore; tuttavia se da un lato cominciano a delinearsi nitidamente agli occhi del lettore, le ragioni di tanto accanimento nei confronti dell’illustre ingegnere, dall’altro bisogna considerare che l’imprenditore piemontese è riuscito a superare l'idea di “utopia” impossibile da realizzare; creando un progetto che sapesse realizzare i sogni della collettività. Queste, cari lettori, le ragioni che devono quindi spingerci alla difesa della memoria storica del nome Adriano Olivetti: ragioni che risiedono nella sua stessa vita e nelle scelte da lui operate, sempre volte al raggiungimento del bene comune; queste, cari lettori, le ragioni che devono richiedere - non solo - la conservazione del nome di Olivetti ma, la sua estensione a tutte le nuove realtà del neo Polo di Istruzione Secondaria, presente nel territorio dei Cinque reali Siti. Per concludere vorrei - pertanto - lanciare un appello alla Direzione Scolastica dell’Olivetti. È l’appello dell’uomo, giornalista, studente diplomato presso l’Istituto nel 2007, dopo aver precedentemente conseguito la Maturità Classica presso il Liceo Classico “V. Lanza” di Foggia. Un appello, il mio, ben lontano dai toni della provocazione; ma che vuol essere - semplicemente - l’invito, a voler tornare indietro rispetto a posizioni assunte a tavolino e, distaccate da qualunque contesto sociale in cui la Scuola opera, da decenni. Io credo invece, che occorra lavorare “insieme” per rilanciare la nuova “Realtà Scolastica Olivetti”, ripristinando quanto prima lo storico Indirizzo Turistico, che nei fatti da quest’anno è stato soppresso insieme agli stages aziendali riminesi.


È stata celebrata ad Orta Nova il 4 novembre scorso, la festa dell’unità nazionale. Una giornata in cui vengono messe da parte divisioni e parti politiche per rendere omaggio ai caduti di tutte le guerre e celebrate le forze armate italiane. La cerimonia di commemorazione con il tradizionale omaggio ai piedi dei monumenti ai caduti ha visto la partecipazione del sindaco di Orta Nova, Iaia Calvio; il sindaco di Ascoli Satriano, Savino Danaro; la presenza delle massime autorità militari, civili e religiose e un congruo numero di associazioni locali. Anche quest’anno hanno contribuito alla cerimonia le scolaresche ortesi. Il Giorno dell’Unità nazionale e la Giornata delle Forze Armate cade il 4 novembre, in ricordo del 4 novembre 1918, l’anniversario della fine della prima guerra mondiale per l’Italia. Il 4 novembre è stata l’unica festa nazionale che, istituita nel 1919, abbia attraversato le età dell’Italia liberale, fascista e repubblicana. Fino al 1977 è stata un giorno festivo a tutti gli effetti. Da quell’anno in poi, a causa di una riforma del calendario delle festività nazionali introdotta, per ragioni economiche con lo scopo di aumentare il numero di giorni lavorativi, è stata resa “festa mobile” che cadeva nella prima domenica di novembre. Nel corso degli anni ’80 e ’90 la sua importanza nel novero delle festività nazionali è andata declinando, ma recentemente, in corrispondenza con la Presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi, è tornata a celebrazioni ampie e diffuse. “Il 4 novembre”, ha dichiarato il Sindaco di Orta Nova, Iaia Calvio, “segnava la fine della prima guerra mondiale con l’epilogo di un conflitto bellico che richiese al nostro Paese un pesante tributo di vittime. Si celebrò una vittoria che fu frutto della dedizione e del sacrificio del popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a seicentomila italiani, mentre un milione furono i mutilati e i feriti. Le lotte e le sofferenze condivise per il completamento dell’Unità d’Italia hanno segnato una tappa importante nel processo di formazione della coscienza nazionale. Ai caduti di quel conflitto ed a quanti, militari e civili, hanno conosciuto i sacrifici e gli orrori della guerra, la Città di Orta Nova vuole esprimere rispetto e riconoscenza. Le sofferenze

La Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate è una ricorrenza che ricorda l’importanza della nostra identità nazionale, che quest’anno celebra il suo 152° anniversario. Dagli eventi che hanno visto protagoniste le nostre Forze Armate, è nata l’Italia, un paese libero, indipendente, unito. L’Italia è diventata un paese unito e democratico grazie anche all’impegno ed al sacrificio di persone umili come Ciro Raduazzo e Potito Selvitano, i due garibaldini che partiti da Ascoli per unirsi alle truppe del generale, perirono di fuoco amico nel terribile episodio dell’Aspromonte. L’Italia è diventata una grande nazione grazie anche al sacrificio di tanti nostri concittadini che non esitarono a sollevarsi contro gli invasori nazisti, cacciandoli dal Paese, per difendere la fiamma sacra della libertà. Proprio quest’anno ricorre il

dell’epoca siano spunto di riflessione su quei valori che sono il nobile veicolo e il fondamento della pacifica convivenza tra i popoli e della affermazione dei principi supremi ed indefettibili della Libertà e della Giustizia, pilastri della nostra Costituzione e della nostra società. La partecipazione alla commemorazione di questa storica data deve essere un impegno personale e sociale per esaltare maggiormente questi ideali che, troppo spesso, sono messi in discussione o, peggio, non adeguatamente presi in considerazione.

70° anniversario di quei tragici accadimenti che videro anche l’eroico gesto dell’amato Vescovo Cappuccino Mons. Consigliere, il defensor civitatis, che si offriva quale ostaggio ai tedeschi, salvando la città da un devastante bombardamento il 27 settembre del ’43. I grandi passi della storia sono sempre sostenuti dall’abnegazione, dalla compassione, dalla solidarietà di umili grandi eroi, martiri della fede, della libertà e dell’amore. Ne furono tanti proprio nel fronte della prima guerra mondiale. Come loro, nei decenni avvenire, tanti altri uomini e donne preferirono donare la vita per gli altri, i perseguitati, i deboli, i bambini, i deportati nei campi di sterminio. È una folla immensa e silenziosa, che ci propone un esempio vivo di come sia possibile contrastare il male con il bene, e ci aiuta a evitare che la sofferenza passata e presente venga dimenticata, rimossa,

Il sacrificio dei Caduti deve essere di stimolo al rafforzamento di sentimenti di gratitudine verso coloro che hanno compiuto tanti eroismi per il bene dell’Italia e deve essere di monito contro ogni forma di sopruso e di violenza civile. La missione delle istituzioni, oggi, è quella di favorire un’azione di progresso nel rispetto dei principi della Democrazia, della tolleranza, della pace, della coesione sociale e dell’Unità Nazionale affinché non si rischi di perdere il senso di Patria e dello Stato che sono alla base della nostra storia”. negata o banalizzata. Proprio per questo è necessario per ricordare e per testimoniare. Questa è la nostra trincea, la guerra che oggi siamo chiamati a combattere. La battaglia della solidarietà, della ricerca incessante della giustizia, del coraggio dell’umiltà, del perdono. Questa è la sfida, per non tornare a piangere altri nostri ragazzi, morti in guerra, per poter continuare a celebrare il nostro Paese come culla di cultura, di umanesimo, di civiltà, per continuare a portare in alto il nostro tricolore, simbolo di unità, di pace, di libertà. A tutti gli eroi conosciuti e sconosciuti del passato, a tutti quelli che servono la Patria vada il nostro grazie. Onore al merito, dunque, alle Forze Armate, che continuano a garantire ordine e stabilità alla vita civile; onore al merito alle forze politiche e sociali, che hanno fatto della democrazia un valore aggiunto e che, pur nella diversità di idee e di pensiero, sono accomunati da un unico obiettivo, che è quello della difesa della libertà e dell’Unità della nostra nazione. * sindaco di Ascoli Satriano


L’Associazione nazionale Unitre, egregiamente orientata dalla Presidente Irma Maria Re, ha organizzato dal 23 al 27 ottobre le “Unitriadi 2013” con l’adesione del Presidente della Repubblica, il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, del Comune di Torino e del Coni. La prima osservazione è che, in occasione di tale evento straordinario nel quale confluiscono cultura, sport, tempo libero e musica, per una volta si omette di essere spettatori inerti, ma si agisce, si collabora, si socializza per dare maggiore soddisfazione alla propria vita. Anche la nostra sede può divenire mezzo di promozione e trasformazione dell’ambiente sociale, preciso quadro di riferimento nel quale inserire le materie di studio programmate nei vari comuni, come si evince dalla locandina qui pubblicata. Presenta una scelta variegata di corsi e laboratori, costituiti non da astratte enunciazioni di principio, da nominalismi, da espressioni retoriche di moda, ma dai bisogni e dalle esigenze concrete dei corsisti, che ci auguriamo siano numerosi e motivati. Articolare un progetto, significa impostare un discorso ben preciso, principalmente in ordine. Da Dewey a Brunner è opinione condivisa che alla base di tutti i nuovi corsi di studio sia il metodo; preferire il come, piuttosto cosa s’impara. Accanto alla maturazione psicologia figura la compresenza dell’esperienza; si parte da uno studio chiaro, attento e preciso dell’oggetto per giungere all’acquisizione e al collegamento di nuove conoscenze. Si trasformerà così in una cellula di base di pianificazione nell’educazione che prevede forme globali d’intervento, valorizzando tutte le persone e modificando le strutture sociali. Il problema educativo, oltrepassando il settore scolastico, rimane strettamente collegato al mondo della produzione dei beni, alla loro distribuzione e al loro consumo. Proporre scelte diverse ispirate alla pedagogia dell’umanesimo plenario, realizzatore delle energie creatrici della persona umana contro

ogni forma di discriminazione e di emarginazione, rappresenta il risultato della sperimentazione e dell’educazione permanente e ricorrente. I problemi della scuola dell’obbligo, della onnicomprensiva, dell’aggiornamento degli insegnanti e del diritto allo studio di ognuno nell’arco dell’esistenza, sono garanzie di un nuovo modo di sviluppo della società educante, nell’espansione del regno della persona, che combatte l’area della massificazione e dell’anonimato e si concretizza in obiettivi di giustizia sociale. Inaugurato l’anno sociale degli Amici della Fondazione Bmf Inaugurato a Foggia l’anno sociale 2013/2014 dell’associazione “Amici della Fondazione Banca del Monte” presieduta da quest’anno, dalla professoressa Rina Di Giorgio Cavaliere. Nel corso della manifestazione, ospitata nella sala “Rosa del vento”, presso il Palazzo della Fondazione Banca del Monte di Foggia, sono stati illustrate alcune delle iniziative che saranno promosse dall’Associazione. “Pensiamo di svolgere un ruolo di collaborazione alle numerose attività promosse dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia nel campo artistico culturale, oltre che di promozione del territorio e per le iniziative di carattere sociale”, ha spiegato la presidentessa Di Giorgio Cavaliere. ANNO ACCADEMICO 2013-2014 CORSI ORTA NOVA: • Ballo di gruppo • Dialettologia e Cultura locale • Informatica (1° e 2° livello) • Inglese (1° e 2° livello) • Gastronomia • Il sapere permanente del vivere sociale • Il Benessere e la comunicazione con se stessi e con gli altri • Potatura e Giardinaggio • Ricamo • Chiacchierino

• Diritto e Attualità • Musica e canto • Officina della moda (Work Shop The Fashion) • Fisco e Famiglia • Arte Presepiale in collaborazione con la Social Service. Rivolgersi alla sede Unitre, via XXV Aprile, n. 2 Tel. 3384579531 CORSI CARAPELLE: • Ricamo • Informatica 1° e 2° livello • Ballo di Gruppo • Laboratorio di Chiacchierino • Tombolo Rivolgersi Prof.ssa Angela Mastropietro di Carapelle Tel. 3406235624 e presso l'esercizio “Punto D'Oro”, via Montebello, n. 40. CORSI ORDONA: • Informatica 1° e 2° livello • Ceramica e maiolica • Inglese • Taglio e cucito • Hobbistica • Archeologia • Storia dell'arte. Rivolgersi alla Prof.ssa Carmela Padalino Formoso e Avv. Marco Gatta, presso il Comune Ufficio Anagrafe Tel. 0885 796037 - Tel. 3335079079. CORSI STORNARELLA: • Informatica • Inglese • Taglio e Cucito • Ballo di Gruppo Rivolgersi a Franco Luce Tel. Cell. 3337354751. La quota di partecipazione ai i corsi è di ¤ 50,00 (cinquanta). Per gli uditori minorenni, gli studenti, giovani fino ad anni 30, la quota di partecipazione è di ¤ 30,00 (trenta).


Il SuperCinema Teatro Cicolella di Orta Nova, nonostante rischia seriamente la chiusura a fine anno quando tutte le sale cinematografiche saranno costrette a dotarsi di nuovi proiettori “digitali”, il cui costo è insopportabile per le piccole realtà come quella ortese, ripete l’interessante iniziativa organizzata da Apulia Film Commission e patrocinata da Regione Puglia, Circuito Regionale “D’Autore” e Fondi FESR della U.E. Infatti dal 22 ottobre, ogni martedì e mercoledì con spettacolo unico gratuito alle ore 18, verranno proiettati otto film “storici”, rientranti nella rassegna “Prima e dopo la chiusura delle case: sorelle d’Italia”. Otto lungometraggi che hanno segnato le abitudini degli italiani precedentemente e e successivamente l’entrata in vigore della legge Merlin del 1958, che ha abolito la regolamentazione della prostituzione e introdotto una serie di reati finalizzati a punirne lo sfrut-

tamento. I film vedranno come protagonisti alcuni tra i più importanti attori del cinema tricolore: da sottolineare le proiezioni di “Le notti di Cabiria” (premio Oscar come miglior film straniero), “Matrimonio all’italiana” (con una strepitosa interpretazione di Sophia Loren) e “D’amore e d’anarchia” a chiudere la rassegna il 10 e 11 dicembre. Il “Cicolella” non è nuovo all’adesione a manifestazioni di questo genere: già lo scorso anno fu messa su una rassegna dedicata ai spaghetti-western di Sergio Leone e più di recente, in primavera, furono trasmessi cinque film dedicati al mondo delle donne. Ci si augura che soprattutto giovani e anziani, che alle ore 18.00 dovrebbero essere liberi da impegni lavorativi e scolastici, possano partecipare a questa bella iniziativa culturale e rianimare un contenitore culturale che rischia una mesta chiusura.

Si chiama Code, Consorzio Didattico Europeo, l’ultima frontiera nazionale in campo didattico. Ne è esclusivista in tutta la Provincia ed in particolare nel comprensorio dei Cinque Reali Siti, il Centro Studi Santoro, inaugurato lo scorso 6 settembre, con sede legale in Corso Umberto I ad Orta Nova. I.P.AD. (Istruzione Programmata a distanza) è il rivoluzionario metodo che permette a tutti gli iscritti del Centro Studi Santoro, di studiare da casa per recuperare eventualmente gli anni scolastici persi e conseguire il diploma di maturità in maniera rapida ed efficace, senza rinunciare alla qualità dell’insegnamento. Ma come funziona? Subito dopo aver formalizzato l’iscrizione, l’allievo riceve un kit didattico contenente il corso di riferimento su cd-rom insieme a tutto il materiale formativo, una guida dello studente chiara ed intuitiva e, tutto il materiale necessario per seguire il corso comodamente dal proprio computer e, per essere sempre in contatto con la Scuola. Ad ogni studente viene inoltre assegnato un account di posta elettronica personalizzato, per mezzo del quale avrà la possibilità di contattare gli insegnanti e ricevere le esercitazioni ed i compiti da espletare, nonché i dati per accedere all’area riservata del portale. Verranno poi assegnati dei docenti di riferimento ai quali rivolgersi, per ricevere chiarimenti riguardanti la didattica ed il metodo di apprendimento, ogni qualvolta dovessero insorgere difficoltà durante lo studio. E’ possibile inoltre contattare gli insegnanti via Skype (quindi in “diretta” e non tramite lezioni pre-registrate), ininterrottamente per dieci ore al giorno: generalmente dalle 09:00 alle 19:00; inoltre 24 ore su 24 un operatore risponde al numero gratuito, dedicato esclusivamente agli studenti.

Nell’ambito di questo innovativo percorso didattico, un ruolo fondamentale è svolto dal Centro Studi Santoro di Orta Nova, dove gli studenti potranno recarsi per ricevere informazioni, formalizzare l’iscrizione attraverso la Segreteria Organizzativa o, avere chiarimenti sui programmi di studio direttamente dai docenti locali, attraverso incontri frontali prestabiliti. Contemporaneamente, l’Organizzazione del Consorzio Didattico Europeo, si occuperà di tutta la parte burocratica necessaria per l’ammissione

agli esami, reperendo tutta la documentazione utile. Al termine del corso di studio, l’allievo quindi dovrà semplicemente recarsi presso la scuola pubblica più vicina, designata per sostenere gli esami di idoneità o di maturità. Ma i servizi assicurati dal Centro Studi Code Santoro, sono davvero molteplici e spaziano dal recupero degli anni scolastici, al conseguimento della Licenza Media Inferiore, dal conseguimento del Diploma di Scuola Superiore negli Indirizzi Scientifico - Letterario e Tecnico, ai Corsi Pro-

fessionali (tra i quali - in particolare - quello per Assistente Socio Famigliare), dal conseguimento della Patente Europea, alla preparazione universitaria. Proprio così, infatti dall’anno accademico 2013/2014, il Centro Studi Code Santoro offrirà il servizio di tutoraggio universitario. Sarà - inoltre - possibile rivolgersi al Centro, per richiedere la valutazione dei titoli posseduti ed ottenere completa assistenza per: iscrizioni, immatricolazioni, prove d’ingresso, preparazione ai test di verifica, supporto, consulenza didattica ed altro. Al momento, è già operativo il servizio concernente i corsi di: Scienze Politiche presso Roma Tre, Diritto e Amministrazione Pubblica (Giurisprudenza Triennale) de La Sapienza e Giurisprudenza Magistrale presso Tor Vergata. Il Centro Studi Santoro, invita tutti gli studenti che per motivi di lavoro o personali hanno interrotto la propria carriera scolastica, a rivolgersi con fiducia presso la Sede Centrale di Corso Umberto I n° 51 ad Orta Nova o, presso gli Infopoint di Foggia in via Brindisi n°15, (traversa di Corso Roma) e di Manfredonia in via dei Celestini n°24, (di fronte al Porto). Qui, uno staff estremamente qualificato sarà lieto di mettersi a disposizione per studiare insieme al cliente la soluzione più idonea, finalizzata al recupero del tempo perso ed al conseguimento del traguardo scolastico prefissato. È inoltre possibile contattare il Centro Studi Santoro, attraverso il Numero Verde 800 177 579 o al 324 6182813 oppure, scrivendo a: centrostudisantoro.ortanova@gmail.com Il Centro Studi Santoro non vende titoli scolastici, ma offre servizi qualificati; tuttavia l’elevato numero di promossi che il Code vanta in tutta Italia, non rappresenta forse una garanzia ma di certo, neanche un caso.


“Una scuola acconciatori senza più alcun limite alle proprie vittorie!” ha affermato il dott. Antonio Bilancio, Presidente Mondiale della Coiffure. A distanza di un anno dalla conquista di ben tre titoli mondiali a Bangkok (Thailandia) nel settore acconciatori, la nota Accademia coratina sbanca la città di Capaccio, vicino Paestum, con numerose vittorie individuali, tra cui il prestigioso titolo europeo, rappresentando l'Italia Team Acconciatori. L'originalità e l'eleganza degli abiti da cerimonia di Edward Sposa e le preziose calzature di Lorusso Alta Moda, entrambi di Trani, circondate dal fascino floreale di Ausonia Vivai di Corato hanno impreziosito la coreografia del Direttore Artistico della Charm Hair School: Savino Caterina. Ne è conseguito che l'Accademia selezionata e scelta all'unisono da tutte gli istituti per acconciatori aderenti al C.A.T. Italia (Confederazione Artistica e Tecnica della Coiffure) ha conquistato a suon di risultati impressionanti il prestigioso premio Europeo, scavalcando il team della Germania. La C.M.C. (Confederazione Mondiale della Coiffure) a cui aderiscono tutti i CAT del mondo ha premiato con lode il Team Italiano Acconciatori, nel corso dell' “Hair and Beauty Congress - Festival Internazionale della Coiffure e dell'Estetica” svoltosi il 27/28 ottobre 2013. Protagonisti di squadra il team pluripremiato dei docenti della Charm Hair School: Mauro Magarelli di Molfetta, Franco Aruanno di Andria, Rocco Marano di Ortanova, Nicola Zagaria e Guido Dell'Oglio di Trani. Cura e premura tecnica in campo, coadiuvata dai Campioni del Mondo Acconciatori Maurizio Caterina e Raffaele Cuscito, con il supporto degli hair stylists Aldo Caterina, Gianni De Lucia e Carlo Frisari. La vittoria è giunta dopo aver svolto un Hair Show improntato sulla sposa del futuro, andando a ricercare look estremi su abiti eleganti che si sono rivelati vincenti, non per

Maurizio De Tullio è cittadino onorario di Biccari. Il giornalista e bibliotecario de ‘La Magna Capitana’ di Foggia è stato insignito dell’onorificenza nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 10 ottobre. “Perché la sua appassionata ricerca storica e giornalistica”, si legge nella motivazione ufficiale, “ha fatto conoscere a Biccari uno dei suoi più preziosi concittadini, restituendo la mitica figura di Ralph De Palma al patrimonio collettivo della comunità”. Tra le ragioni della emblematica pergamena, il fatto d’aver prestato opera filologica e culturale, nell’ambito della rivalutazione e promozione dell’italo-statunitense, provando le sue origini biccaresi. Nei mesi scorsi, il giornalista, già autore di diverse pubblicazioni sul grande campione automobilistico nato a Biccari nel 1882, ha contribuito fattivamente alla nascita del Comitato Pro De Palma, il cui statuto è stato approvato nella stessa seduta consiliare. Dal 12 agosto, una mostra permanente, allestita

nulla il Made in Italy della moda nel mondo è primo ovunque e l'Accademia Charm Hair School non ha tradito le aspettative dei tanti stylists ed hair stylists italiani. Sfavillanti modelle italiane impreziosite da look estremi, elaborati e ricercati negli appariscenti colori hanno dato lustro alla kermesse internazionale, trovando la definitiva consacrazione nella Medaglia d'Oro europea. “Sono fiero ed emozionato. Per me è stato come vivere un gran bel lungo sogno. Ecco cosa abbiamo creato con la nascita del mio Istituto per Acconciatori” spiega il giovane Presidente della Charm, Raffaele Caterina. “Ogni cosa che realizziamo è sinonimo di qualità e professionalità. Il dna che ci accomuna ci porta a rituffarci in altre situazioni importanti e sono certo che anche il nuovo anno sarà foriero di molteplici sorprese professionali. Charm è una realtà che punta fortemente sul futuro dei giovani, a dimostrazione che 'se vogliamo, otteniamo'. Basta solo crederci sempre e puntare alla vittoria, perchè vincere è

l'unica cosa che conta insieme alla preparazione di elevato livello”. Chi più osa, più vince: Antonio Marano e Angela Quatela, giovanissimi charmisti hanno conquistato rispettivamente la Medaglia d'Oro nelle gare “Acconciatura maschile/Moda commerciale” e “Raccolto Sposa/Eleganza”; Ida Falco e Mario Stragapede, 2° posto nelle gare “Acconciatura femminile/Moda Commerciale” e “Taglio/Acconciatura maschile/Moda Commerciale”; Miguel Bucci, 4° posto con “Taglio/Acconciatura femminile/Moda Trend”. Un altro grande successo dei giovani pugliesi è giunto ai “The Frenchmole” di Marco Ricciardelli, autori della visual comunication dell'Accademia Charm Hair School (lhttps://www.youtube.com/watch?v=cchUmTJIzf0). Il talento è la base dell'Accademia coratina Charm Hair School, che non punta alla quantità, ma alla qualità dei propri corsisti. La scuola guarda sì ad un umero limitato dei propri iscritti, ma che siano intraprendenti ed in grado di fare il pieno di successi in giro per il mondo.

con l’apporto dello stesso De Tullio, celebra ‘L’uomo più veloce del mondo’ nella Sala Conferenze del Municipio. De Tullio, direttore della rivista “Diomede”, già sette anni fa aveva dedicato un libro al mito

biccarese, dal titolo ‘Ralph De Palma. Storia dell’uomo più veloce del mondo che veniva da Foggia’ (Edizioni Agorà). L’opera monografica è unica nel suo genere in Italia, in ricordo al pilota scomparso a Los Angeles nel 1956 ma ancora piuttosto noto oltre oceano. E proprio in questo De Tullio, con la collaborazione dell’amministrazione comunale di Biccari, ha inteso agire, per ricordare De Palma nella sua terra d’origine. “Per il 2015”, ricorda il sindaco Gianfilippo Mignogna, “stiamo preparando grandi celebrazioni per il centenario della vittoria della 500 miglia ad Indianapolis. L’opera di De Tullio ha lanciato il nome di Biccari alla ribalta sportiva e non solo. Questo tributo era doveroso e giusto per quanto fatto e per quanto ancora da fare, sull’argomento, come prospettiva di valorizzazione del nostro territorio”. Un doveroso riconoscimento al collega ed amico Maurizio De Tullio dedito da anni, con professionalità ed abnegazione nell’informazione e nella ricerca storica della Capitanata.


Lo scorso 14 ottobre, presso il Teatro Dal Verme di Milano, il regista e sceneggiatore foggiano Carlo Fenizi è stato premiato come giovane talento del cinema italiano al “5th International Social Commitment Award”, un appuntamento importante organizzato dall’associazione no-profit Cultura & Solidarietà. Fenizi ha ricevuto la “Stella al merito sociale”, premio attribuito a personalità di spicco dell’imprenditoria, del volontariato ma soprattutto del mondo del cinema i cui lavori sono stati giudicati di alto valore sociale e culturale. Alla serata hanno preso parte anche i TerrAnima, band di punta del panorama etno-folk italiano che ha firmato la colonna sonora del film “Effetto paradosso” dello stesso Fenizi. Anche loro sono stati premiati con il premio “Stella al merito sociale” “per la forte determinazione e passione nella diffusione, a livello internazionale, della musica popolare italiana”. Carlo Fenizi, classe ’85, ha studiato a Roma presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma La Sapienza conseguendo prima la laurea triennale in Letteratura e Cinema, poi quella in Letteratura e Lingua, Studi Italiani ed Europei, ottenendo la lode. Spinto da questa grande passione per il cinema, decide di frequentare la scuola di cinema ‘Immagina’ di Firenze. Si cimenta nella realizzazione di spot, videoclip, cortometraggi, documentari e lungometraggi. Tre sono le sue fatiche più grandi: “La luce dell’ombra” (2009), pellicola noir realizzata tra Spagna e Italia; “Effetto paradosso” (2012), girato interamente nell’amata terra d’origine, la Puglia, sostenuto da Apulia Film Commission, inserito nel Circuito d'autore e distribuito in varie sale in Italia; “Quando si muore…!”, commedia realizzata in Calabria durante il 2013 che vanta tra gli interpreti nomi importanti come Maurizio Mattioli, Francesco Paolantoni, Giacomo Rizzo e Cloris Brosca. Abbiamo incontrato Carlo Fenizi. Ecco cosa ci ha raccontato. Domanda: Come è stato ricevere un premio così importante? Risposta: Sicuramente emozionante. Voglio considerare quel riconoscimento come uno sprone a fare sempre meglio. D.: Tra i tuoi lavori, quale senti più tuo, più vicino al tuo mondo? R.: I primi due film essendo scritti completamente da me, per ovvi motivi sono più vicini al mio universo. L’ultimo film, quello in uscita, è diretto da me ma è una co-sceneggiatura, una sperimentazione di un cinema più leggero, sicuramente con una parte di me, forse più frizzante e disimpegnata. Se dovessi sceglierne uno in particolare, sceglierei il primo, con tutti i suoi difetti, La luce dell’ombra, un film che ho girato in Spagna. D.: Quando è prevista l'uscita del tuo ultimo film? Di che si tratta? R.: Uscirà in distribuzione nazionale nelle sale all’inizio del prossimo anno. È una commedia leggera, estiva, un guazzabuglio surreale tra mare, barche, vacanze disattese e fantasmi. D.: Quanto sono durate le riprese? Hai qualche aneddoto divertente da raccontare? R.: Le riprese sono durate 5 settimane. Un aneddoto? Ne avrei tanti e per tutti e tre i film che ho fatto. Dell’ultimo film ne cito uno un po’ macabro. Giravamo in un obitorio vero, occasionalmente vuoto, ovviamente con tutte le autoriz-

zazioni del caso. Il fonico decide autonomamente di spegnere una cella frigorifera perché con il ronzio disturbava la presa diretta. A fine giornata, sbaraccato tutto, scopriamo che era in arrivo un corpo, ma la cella era scongelata. Immagina il panico! La stessa sera il carro funebre che ci avevano concesso per la scena si ritrova con la batteria a terra. È stato troppo divertente vedere la squadra di fotografia spingere il veicolo per farlo ripartire. D.: E’ stato difficile trovare la distribuzione per i primi due film? R.: È il problema principale del cinema in generale e soprattutto del cinema indipendente. Ogni difficoltà si supera gradualmente, così come

graduale è stata la distribuzione dei miei tre film, in crescendo naturalmente. D:. Qual è secondo te la situazione attuale del cinema italiano? R.: Un curriculum fatto di fasti del passato e di talenti viventi e in circolo ma povero di idee e volti nuovi e soprattutto schiavo di modelli statunitensi che non ci appartengono. Quando il cinema italiano è stato primo nel mondo? Quando era italiano! Con tutte le sue specificità tecniche e tematiche. Oggi pare si abbia paura della nostra identità. D.: I tuoi studi universitari sono stati utili? Cosa serve di più per fare il tuo lavoro? R.: Sono stati utilissimi. Senza dubbio per il mio lavoro serve l’esperienza e la pratica, solo facendo si impara. Nessuno ti insegna ad essere regista e autore. Ho fatto una scuola di regia, più per scrupolo che per completa volontà di farlo. Una scuola ti insegna la grammatica del cinema, le tecniche, l’uso della macchina da presa, nozioni di fotografia, suono, scenografia, trucco, etc. Tutto ciò è decisamente importante ma Kubrick diceva che “il miglior modo di imparare a fare un film

è farne uno” e sono convinto che le soluzioni creative di un regista si allenano con la cultura umanistica. Trovo che sia stato più utile per il mio lavoro fare decine di esami di letteratura italiana, storia, geografia, linguistica, filosofia e storia dell’arte, che imparare in maniera teorica il sistema dei piani e dei campi o la regola dei 180° (per citarne alcune) alla scuola di regia. Un regista racconta storie e per poterle raccontare si deve nutrire anche e soprattutto di cultura umanistica. D.: Quale fase del tuo lavoro è più affascinante? R.: Scrivere in assoluto. Poi dirigere gli attori e i tre reparti legati all’aspetto visivo ed artistico (scenografia, costumi e trucco). Mi emoziona particolarmente ascoltare per la prima volta un attore o un’attrice che ho scelto, leggere la parte e trasformarsi in ciò che avevo immaginato, così come mi emoziona vedere per la prima volta il set completo, allestito scenograficamente. D.: Le tue passioni cinematografiche e letterarie, che magari sono confluite nei tuoi lavori? R.: Amo il cinema spagnolo e anche quello sudamericano, in particolare il cinema di Luis Bunuel, Pedro Almodovar e l’argentino Juan Josè Campanella. Trovo Federico Fellini il più grande regista in assoluto. Sorrentino il più bravo e interessante regista italiano contemporaneo. Tim Burton, un genio vivente capace di far sognare. Riguardo alla letteratura, ho gusti un po’ arcaici e classicisti. Per esempio amo i classici greci e latini e Vittorio Alfieri. D.: Progetti imminenti? Magari una produzione che investa sui giovani talenti? R.: Un altro film scritto da me, come i miei primi due lavori. Questa volta sarà sul genere drammatico, sempre con quel tocco grottesco che amo tanto. Ovviamente una troupe di giovani. “Giovane” è una parola che in Italia suona quasi trasgressiva. Aggiungo che a volte io stesso mi sento in colpa di avere 28 anni. Se sei giovane, in Italia, soprattutto nel settore della regia cinematografica, sei sempre accolto con un certo grado di severità e diffidenza. Un’eccezione: alla premiazione di Milano c’era il grande regista Giuliano Montaldo, è stato emozionante vederlo rivolgersi a me con carineria, attenzione e un atteggiamento esortativo. La generosità intellettuale e la “pace artistica” dei grandi! D.: E i tuoi sogni? Credi di poterli realizzare prima o poi? R.: Girare a Cinecittà… in set totalmente ricostruiti. Come accade nel cinema, tutto si può, basta volerlo, e la volontà, per me, si traduce in impegno, perseveranza e serietà.

(minimo)

Contribuzione al giornale Mimmo Laquale (Milano)

¤ 30,00

Associazione Nuove Muse (O.Nova) ¤ 20,00

C.C.P. n. 4802949 intestato a: Associazione di Volontariato “L’Ortese” - Via XXV Aprile, 2 - 71045 ORTA NOVA (FG)


Dopo la pausa estiva, lo sport ortese ricomincia a scaldare i muscoli dei suoi atleti, impegnati nelle varie discipline nei campionati provinciali o regionali. Il calcio vuole tornare a ricoprire un ruolo da protagonista, dopo anni difficili e caratterizzati da difficoltà economiche. Quest’anno la gloriosa U.S. Orta Nova riparte nel Campionato di Seconda Categoria nel girone A con l’obiettivo di far meglio dell’opaco settimo posto dello scorso anno, ma deve far i conti con squadre ostili come San Marco, Sammarco e Real Biccari. Allenati da mister Michel Lionetti, i biancoazzurri hanno conquistato finora quattro punti, frutto di un ottimo avvio con una vittoria esterna sul campo del Troia e un pareggio interno contro Sauri per 3-3. Nelle ultime due partite sono giunte altrettante sconfitte, seppur di misura, contro le quotate Sammarco e Real Biccari; ora per la compagine presieduta da Paolo Martino e dalla sua vice Maria De Sanctis è necessario un pronto riscatto per evitare di venire risucchiati nella zona calda della classifica. La pallavolo è ormai una splendida realtà consolidata nel panorama degli sport di casa nostra: due le squadre femminili, la Real Sport e la Sporting Orta Nova impegnate rispettivamente in campionati di serie C e D con l’obiettivo di mantenere la prestigiosa categoria raggiunta con la promozione dello scorso anno. La Real Sport riparte da un nuovo staff tecnico capeggiato dall’allenatore Gino Verderosa, lo scorso anno a Bitonto, navigato coach nei campionati di serie C e D. Rinnovata anche la rosa, con l’ingaggio di numerose atlete provenienti da Molfetta, pronte a mettere a disposizione la loro esperienza a servizio delle com-

Lo scorso 19 e 20 ottobre si sono disputati al PalaDisfida Mario Borgia di Barletta le qualificazioni ai Campionati Italiani Esordienti e l'Edizione Coppa Italia 2013 di bodybuilding. A partecipare, oltre ai numerosi atleti da tutta Italia, tre giovani della Gym Star di Carapelle,

pagne al loro debutto in un torneo che si preannuncia quanto mai agguerrito per la presenza di realtà storiche come Barletta, Santeramo e Manfredonia. Sconfitta al debutto per la squadra del presidente Vincenzo Vece per 3-1 sul campo del Barletta, ma sono giunti segnali incoraggianti dal punto di vista della personalità e voglia di combattere su ogni punto. La Sporting Orta Nova partecipa al campionato di serie D dopo il ripescaggio dello scorso anno. Una nuova sfida attende le ragazze

allenate da Lino Pollo, ex coach, tra le altre, del Lapige Cerignola in un torneo regionale ben più complicato e difficile. Per la formazione guidata dal direttore sportivo Antonio Massa e presieduta da Alfredo Ballatore un debutto amaro, con la sconfitta 3-1 a Bitetto maturata dopo un ottimo avvio (primo set vinto agevolmente, poi subìta la rimonta delle baresi): nessun dramma anche in questo caso, ma la consapevolezza di poter far bene con allenamenti e impegno costanti.

guidati dal Tecnico Francesco Perdonò; la non appena quattordicenne Iulia Ilie, Laurentiu Stecko e Luca Lo Russo. Un orgoglio “rosa” quello della palestra carapellese che ha visto scendere in pedana la New Entry Iulia llie che a soli quattordici anni e con due mesi di preparazione ha partecipato sia per la Coppa Italia (categoria esordienti), sia per le Qualificazioni ai Campionati Italiani Esordienti. L'impegno e la tenacia della giovane ragazza durante i duri allenamenti si sono fatti palesi in gara mostrando una tenacia d'esecuzione perfetta sia nell’esercizio di strappo che di slancio arrivando cosi a conquistare il secondo gradino del podio aggiudicandosi la medaglia d’argento. Non solo, la piccolagrande Iulia sarà tra le 8 protagoniste che avranno accesso alle Finali dei Campionati Italiani Esordienti che si disputeranno il 16 e 17 novembre a Milano Malpensa.

Soddisfazioni non mancano anche per per l’atleta Luca Lo Russo che, assente dalle pedane di gara dal mese di febbraio in occasione delle Qualificazioni ai Campionati Italiani Seniores, conquista la medaglia d’oro nella categoria 105 kg e migliora di 11 kg il proprio record personale di slancio sollevando 106 kg. Ritorno per l’atleta Laurentiu Stecko che, dopo le Finali dei Campionati Italiani Juniores disputatesi a Courmayeur lo scorso luglio, conquista la medaglia d’argento in occasione della Coppa Italia 2013 nella categoria Under17. Stecko fallisce l’ultima prova di slancio che gli sarebbe valso il proprio nuovo record personale e il primo gradino del podio. In questi match la Gym Star sta subendo le assenze di due grandi nomi, Daniela Ilie e Christian Lo Russo che per motivi strettamente legati all'allenamento non hanno potuto partecipare. Gli atleti della Gym Star saranno di nuovo protagonisti il 10 novembre a Bari in occasione delle Qualificazioni ai Campionati Italiani Assoluti.


E camminando vide una grande fila di mitragliatrice FIAT; inosservato mi avvicinò e incominciò a mettere le mani vicino togliendo tutti gli otturatori in modo da non potersi servire nessuno, li nascosi sotto i mucchi di letami, per non far prendere il modello al nemico, quando furono quasi tutte disarmate mi avvicinò di nuovo ai compagni di fortuna. Così in quel luogo ci fecero passare tre giorni, di rancio da mangiare non se ne parlava di niente, in questi giorni di sosta venivano gli interpreti austriaci domandando chi avesse corrispondenze libri fotografie e tutti altri ricordi di famiglia di doverli consegnare a loro che l’indomani ce lo dovevano restituire, così sì ognuno di noi, che non si sapeva che cosa dovevano fare ce li consegnammo, la prima raccolta poi di nuovo, poi ancora una volta finché ci levarono i migliori ricordi per forza perché ci chiedevano di consegnarli alla buona ma se eravamo perquisiti e si trovava uno di questi in tasca passate i guai! La sera a notte tarda ci incolonnarono per quattro e incominciammo il nostro cammino; per la strada, via facendo si vedevano tanti foglietti per terra sotto i piedi e nessuno capiva cosa fosse, cosicché la strada era biancheggiata da tutte le nostre corrispondenze ma nessuno di noi ne prendeva una. Si arrivò a Lubiana una cittadina poco lontana dal fronte; lì si fece sosta, s’incominciò a domandare delle corrispondenze, nessuno ti dava una risposta finché si seppe che le fecero lacerare tutte per la strada. Ognuno diceva la sua: Io avevo la lettera della fidanzata, io avevo il ricordo di mia madre, io dei miei figli e così via dicendo parlavano di dolore per aver perduto ogni cosa in ricordo.Finalmente ci dissero di farci mangiare, tutti allegri, contenti, la fame cresceva allegramente, si arrivò alla distribuzione; gavette alla mano, chi ce l’aveva, chi si trovava sprovvisti si andava in giro per il paese, chi trovava una caldaia vecchia tutta sconvolta, chi un bacile che si lava la faccia, chi un tegame, secchio e tante altre porcherie, finanche gli orinali gettati dalla popolazione perché tutto questo? per non perdere quel poco di schifezza che ora. vi racconterò: ci fecero una grande caldaia di cicorie di campagna, non quelle di ortalizio; come li cavarono di sotto la terra così li misero a cuocere, senza mettere neanche una volta nell’acqua per lavarli, immaginate da voi stessi che cosa mettemmo sotto i denti? Terra! sotto i denti c’era altro che una batteria di fuochi artificiali che si spara quando si fanno le feste padronale. Ognuno di noi si gettava chi da una parte chi dall’altra, senza fame, così digiuni eravamo e più affamati restammo. 2° Episodio del diario L’indomani ci portarono alla stazione ferroviaria per partire per la destinazione che ci toccava, prendemmo in carrozza (cavalli 8, uomini 40) in quei vagoni ci lasciarono stare ancora un’altra giornata a porte

chiuse e nessun altro poteva scendere per le sentinelle; ogni vagone due ben armati che poi, dopo la notte, venne la macchina e si partì per un lungo viaggio; ad ogni stazione tre o quattro ore di fermata, dopo tre giorni si arrivò a Vienna che ci fecero fermare in linea morta; ci fecero scendere per prendere il rancio tanto da noi desiderato, perché la fame e il freddo più cresceva e a noi ci voleva una marmitta per uno, ma invece trovammo un mesto di brodo caldo e qualche pezzo di barbabietola a chi la capitava, chi no soltanto brodo così si purgarono gli intestini; ci si viaggiava a pancia vuota, senza soffrire qualche indigestione, ed d’alora in poi visto che menavano per farci morire s’incominciò ad andare girando dove si vedevano vagoni chiusi e rompere tutto, ogni tanto si trovavano quelli pieni di barbabietole da zucchero, e svaligiare tutto, e si mangiava. Le sentinelle anche loro andavano a trovare qualche co-

La sala Diomede del Museo Civico di Foggia ospita fino al 17 novembre la mostra di Raffaele Guastamacchio “Strutture Intime”. Lello sanseverese di nascita, ma foggiano di adozione dopo il primo biennio presso la facoltà di Ingegneria all’Università di Bari decise di dare corso alla sua grande passione per la pittura, iscrivendosi all’Accademia delle Belle Arti di Foggia. Diplomatosi nel corso di Pittura fu incoraggiato dal Direttore dell’Accademia dell’epoca, Elio Filippo Accrocca, a dare l’avvio alle prime Personali. “Strutture Intime” è il racconto serigrafico di Lello Guastamacchio dell’uomo e la natura. Si spazia dalle “Case nere” dove l’armonia del Creato viene rotta dalla complessività del tran tran quotidiano, al verde e all’armonia dei colori dei fiori. 25 serigrafie che raccontano i sentimenti intimi di Guastamacchio: la sua paura per la cementazione della natura, il suo grande amore per i fiori, per i prati, le panchine, i sentieri, la profondità degli spazi. Non manca una

mando per avere dei viveri per mangiare durante il viaggio e anche per loro era negativo. (continua 3)

chiara denuncia delle periferie abbandonate o la solitudine che si vive nei grattacieli. Ma “Strutture intime” è anche una immersione nel trascorso di Lello Guastamacchio, basta soffermarsi su alcune opere, nello specifico quelle piene di contrasti e da un nero cupo, che raccontano le difficoltà che ha incontrato per mantenere il proprio status di artista. Ma in tutto questo emerge la speranza, simbolicamente rappresentata nella panchina: la serena solitudine nell’attesa di rincontrare la natura in questo ma-


REALTÀ Tutt comincia per amore: si nasce, si vive, si diventa grandi. E sogno dopo sgno, tra bugie e verità, il tempo passa e la gioventù se ne va e non torna più. Come in autunno la plvere e le foglie degli alberi sfioriti il vento soffia e spazza via, così, quando pensi che il tuo cammino ancora sarà lungo, i accorgi di essere già vecchio! Che avresti potuto fare di più? Che avresti potuto dare di più? Ma il tempo passa: sogni bugie verità si dissolveno nell’aria come bolle di sapone e ti accorgi che già il tempo è passato. Giuseppe Maggio UN PROFETA TRA LA GENTE

e la chiara e profetica sua voce lacera di già i veli dei templi che tra loro si fan la “santa” guerra versando innocente e vano sangue sulla terra. Chi sia Francesco - Pastore d’anime ora lo so di sicuro. Egli è messaggero di grazia e di bellezza tra la gente che lotta contro il male scuro. Che Dio lo sostenga e noi di certo gli saremo al fianco con la vita e la fede e le opere giuste e le preghiere e i lieti canti.

Tommaso Lapenna

Raffaele Cera Una idea e una esperienza di scuola Edizioni del Rosone- Foggia - pp. 152

Mario Gravina SOLITUDINE In corso Garibaldi un anziano seduto all’angolo della via. E’ triste e solo. Si appoggia al bastone con rassegnazione e dignità. Il favonio d’Agosto proveniente da ponente non lo risparmia e gli sferza il viso senza rispetto. Rocchina Morgese PENSIERI AMICI

Chi sia Francesco - Vescovo di Roma - ora lo so con più chiarezza. L’uomo venuto da lontano - Mario Jorge Bergoglio - è una rosa bianca vera stesa sopra a un drappo di viva carne. Ecco la sua fulgente luce richiama a noi l’aurora di un nuovo giorno

Sempre vivi,ci accompagnano,si trasformano. Pensieri gioiosi e tristi. E quando le stanche membra cessano il loro pulsare di vita, si liberano nel vuoto, vagando nell’infinito. Persi per sempre

Svegliarsi al mattino e sentirsi dentro un volteggiare libero e allegro dei propri pensieri. Corrono nei labirinti dei ricordi, predispongono a un futuro già visto e sembra sentire un cantico in onore del nuovo giorno. Spaziano senza meta né soste. Vivono in noi,sono gli amici di sempre. Impongono,danno sollievo, rigenerano.

…Ed è questa finzione, messa in essere dai diversi soggetti che operano nella scuola… a frustrare qualsiasi tentativo di mettere un po’ di ordine e di richiamare tutti a un maggiore senso di serietà e di responsabilità. Il docente non può trincerarsi dietro l’alibi del proprio misero stipendio per celare il proprio disimpegno, o la propria ignoranza, o la propria inadeguatezza… L’alunno non può mascherare dietro le insufficienze delle strutture, le carenze organizzative, le inadempienze politiche e amministrative, la propria refrattarietà allo studio e alle fatiche che esso comporta… Il genitore non può pensare di farsi perdonare le sue assenze rispetto agli obblighi genitoriali schierandosi a fianco del figlio, proteggendolo, dandogli sempre ragione… Il burocrate non può fingere di cimentarsi coi massimi sistemi ignorando che la scuola ha bisogno di pochi, essenziali ed efficaci provvedimenti per farla funzionare meglio.




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