Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Maggio 2014

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A pochi giorni dal voto europeo si ha sentore che i cosiddetti partiti euroscettici dovrebbero essere almeno il secondo partito in diversi paesi. Per esempio con Beppe Grillo in Italia, con Marine Le Pen in Francia, con Nigel Farage in Gran Bretagna, con Geert Wilders in Olanda. Nel complesso i partiti in polemica con l’euro o con l’Europa dovrebbero raccogliere grosso modo venti seggi in Francia e venti seggi in Italia, diciannove in Gran Bretagna, sei in Germania, cinque in Ungheria, quattro ciascuno nei Paesi bassi, in Finlandia e in Austria, due in Grecia e in Lituania. Aggiungendo a questi partiti vari partitini di estrema destra nei vari paesi ci si avvicina ad un totale di un centinaio di deputati fra i 751 seggi del parlamento di Strasburgo che non costituiscono certo una inezia, ma non sono nemmeno una rivoluzione capace di rovesciare completamente i rapporti di forza nel parlamento europeo. Il fatto è che, fra i venticinque paesi che fanno parte dell’Unione, i partiti euroscettici esistono quasi esclusivamente nell’Europa occidentale, mentre in genere in Europa orientale non si ha di che lamentarsi dell’Ue. Negli ultimi sei anni, ad esempio, il reddito medio di un polacco calcolato in euro è cresciuto da 5.900 a 8.600 euro e in Romania il tasso di disoccupazione è all’1,7 per cento. Per gli ultimi arrivati nell’Ue sono risultati importanti e seducenti anche se gli euroscettici potrebbero insinuare che i paesi dell’Est dell’Unione marciano abbastanza bene proprio perché hanno l’Europa, ma non hanno l’euro. Questo relativo successo degli euroscettici al prossimo 25 maggio renderà comunque più difficile trovare intese all’interno dell’assemblea e gestire l’intero parlamento. E questo radicalizzarsi della frammentazione politica sui banchi di Strasburgo avviene proprio ora che il parlamento europeo ha ottenuto un potere che prima non aveva. Finora il parlamento aveva una funzione praticamente consultiva o al limite ispettiva, ma dal 2009 secondo il Trattato di Lisbona su quasi tutte le materie il consiglio dei ministri dell’Unione può legiferare solo d’accordo con il parlamento europeo e il presidente della commissione europea che è il vero nocciolo del potere in Europa d’ora in avanti dovrà essere eletto

tenendo conto del risultato per la elezione del parlamento europeo. In pratica, nonostante che l’avanzata degli euroscettici riduca lo spazio dei partiti europeisti e punisca soprattutto il partito popolare europeo a cui nelle previsioni si attribuiscono una cinquantina di seggi in meno, al centro della scena rimangono ancora i due tradizionali partiti: i Popolari per cui si prevedono circa 217 seggi (a scanso di scissioni come quella possibile di Forza Italia) e i socialisti a cui, rafforzati dalla fresca adesione del Pd italiano, si attribuiscono circa 208 seggi. Subito dopo come quarto partito dopo il gruppo degli euroscettici sono previsti i liberaldemocratici di Guy Verhofstadt a cui in Italia ha dato la propria adesione Romano Prodi dopo l’ingresso del Partito democratico nel Pse. È ovvio che ogni partito è ancora lontanissimo dal potere sperare in una qualsiasi maggioranza assoluta, ma d’altronde finora il problema di formare una maggioranza in una assemblea che non deve sostenere un governo è stato sempre molto secondario e in passato ben il settanta per cento delle deliberazioni dell’assemblea è stato votato insieme da popolari e socialisti in un regime molto assembleare. Tuttavia ora è inevitabile che in questa campagna elettorale i due candidati più importanti alla presidenza della Commissione (il lussemburghese Jean Claude Juncker per i popolari e il tedesco Martin Schulz per i socialisti) tentino di distinguersi. Per i popolari, «l’Europa non è il problema, ma la soluzione», come dice il loro programma, e Juncker ha promesso «un’Europa in grado di creare nuovi posti di lavoro per mezzo della crescita senza spendere soldi che non abbiamo». È evidente insomma che per i popolari, almeno per quelli di più provata fede teutonica, il rigore non si tocca. Nell’agosto dell’anno scorso, durante la campagna per le elezioni tedesche, la Merkel cercò di distinguersi su questo piano del rigore anche dai socialisti ed accusò il suo predecessore Gerhard Schröder di aver permesso l’ingresso nell’euro della Grecia e di avere allentato durante la sua presidenza i vincoli di Maastricht. Secondo questa filosofia del rigore la disoccupazione si affronta solo attraverso le riforme, cioè soprattutto attraverso un mercato del lavoro più flessibile per non

dire più precario che vada incontro gli investimenti e agli interessi privati. Da parte sua il socialista Shultz afferma di volere mettere al centro del suo programma anche il tema della disoccupazione soprattutto giovanile, ma senza discostarsi troppo dalla Merkel sul piano del rigore. Ma, poiché ogni programma di lotta alla disoccupazione ha bisogno di risorse, si tratti di investimenti pubblici o privati, di diminuzione del costo del lavoro attraverso la riduzione del prelievo fiscale o di incentivi per il lavoro a tempo indeterminato, le proposte di Schulz appaiono piuttosto contraddittorie perché nel frattempo vogliono mantenere quei limiti invalicabili di spesa (deficit non superiore al tre per cento, debito non superiore al 60 per cento) che sembrano rimanere sacri. D’altra parte diversi osservatori hanno fatto notare che un socialista tedesco il cui partito in Germania governa con la Merkel non potrà anche in Europa dire e fare cose molto diverse da quelle della Merkel. Resta inoltre il fatto che al parlamento di Strasburgo il partito socialista si è fatto spesso paladino anche delle battaglie più difficili a condividere sui temi etici per un cattolico. Per portare solo l’esempio più recente, ancora nell’ottobre scorso il partito socialista presentò al parlamento europeo una risoluzione che definiva l’aborto un diritto fondamentale, stabiliva finanziamenti ad associazioni abortiste e sosteneva la procreazione eterologa anche per le lesbiche. A onor del vero va aggiunto che quella risoluzione fu votata anche dai «popolari» francesi, olandesi, belgi e svedesi come del resto a suo tempo alla soppressione delle «radici cristiane» nella costituzione europea diede il suo contributo fondamentale anche il presidente della Convenzione stessa che non era altro che il conservatore Giscard d’Estaing. In realtà da oltre venti anni, da quando cioè i partiti democratici cristiani europei decisero di aprire la porta anche ai conservatori del vecchio continente per convergere tutti insieme nel Ppe, è possibile per i cattolici trovare formazioni politiche che diano a loro meno insicurezza di altre nel difendere i propri valori. Impossibile è invece trovare qualche movimento politico che li faccia sentire completamente al sicuro.


In punta di piedi provo qui ad entrare nel dibattito politico apertosi in Ortanova durante la campagna elettorale ancora in atto, non certo per tentare un’incursione corsara in un contesto che non mi appartiene direttamente, essendo io molto rispettoso dell’autodeterminazione della comunità chiamata al voto domenica 25 maggio 2014, ma solo per introdurre qualche elemento di riflessione su una questione a me cara, come sanno bene coloro che mi hanno incontrato lungo il loro cammino. Parlo dell’“Unione” - un tema affrontato durante la campagna elettorale, forse perché non ritenuto importante, da un solo candidato sindaco (Pasquale Ruscitto) e sfiorato en passant da un altro (Costantino Mastrogiacomo), per quanto è a mia conoscenza - la cui sopravvivenza è fortemente a rischio, come testimonia il “silenzio assordante” che si è determinato intorno ad essa e che, accanto ai tanti pregressi segnali di indifferenza, se non di “sfascismo”, mi preoccupa notevolmente e mi fa disperare circa il futuro dell’organismo politico-amministrativo, faticosamente “costruito” sul finire del 2008. Comprendo facilmente come le aspettative dei più rispetto al progetto siano state deluse da tutta una serie di polemiche registratesi lungo il cammino e da moltissime altre défaillance, che hanno finora impedito la navigazione in mare aperto della nave dell’“Unione”, in vero oggi incagliatasi nelle secche della gestione della quotidianità e dei servizi da mettere in comune, oltre che nelle sabbie mobili della disputa politica, molto spesso inficiata da motivazioni che nulla avevano ed hanno a che fare con la pluralità delle idee, in una sorta di leopardiana batracomiomachia dei tempi moderni. Questo, tuttavia, non significa, come alcuni mestatori professionisti sperano, che è tempo di “gettare via il bambino con l’acqua sporca”, perché un tale esito sarebbe non solo l’ammissione dell’impotenza, ma anche la conferma dell’inadeguatezza della politica. Se è vero, invece, che “l’esperienza è madre di scienza”, occorre, da questo momento in poi, affrontare temi paulo maiora, per dirla con il poeta latino

(Verg. Buc. IV 1), perché l’“Unione” è oggi al giro di boa e ha bisogno di nuova linfa per poter volare in alto e per trovare il coraggio di andare oltre il contingente, di coltivare qualcosa che vada al di là del presente, di costruire una “narrazione” di quello che possa esistere dopo la forma sociale, economica e politico-amministrativa del territorio che abbiamo: un cambiamento, come quello che tutti attendono, in vero, si fa pensando all’avvenire, pro-

vando ad essere lungimiranti e, nel contempo, “costruttori di futuro”. In questa direzione l’“Unione” può e deve agire, dimostrando di essere in grado di assumere decisioni rilevanti e di saper operare scelte efficaci nell’interesse delle comunità amministrate, le une e le altre fondate sulla “responsabilità collettiva” di fare previsioni: in questo importante principio strutturale trova fondamento la “polis sovracomunale” che, tuttavia, può crescere solo se tutti provano a remare nella stessa direzione. Solo l’“etica della corresponsabilità” - che accoglie in sé l’idea di un destino comune e si configura come ideale regolativo della società complessa in cui viviamo, caratterizzata dal frammento e dalla solitudine - può fornire al nuovo ente locale una prospettiva di senso, a condizione, però, che l’“Unione” sappia coniugare la ratio della sua esistenza con un significativo modello

reticolare di organizzazione che renda tutti attori delle soluzioni in progress individuate, con una notevole capacità di radicamento tra la gente, con una marcata idea dinamica della pianificazione territoriale, con una pregnante mentalità di cambiamento costante, capace di fornire ai protagonisti della sperimentazione in atto sul territorio dei “5 Reali Siti” la possibilità di sapersi valutare in itinere ed eventualmente di sapersi migliorare lungo il cammino, sulla scorta di una interiorizzata cultura della ricerca continua. Il problema, pertanto, non è quello di gettare alle ortiche l’esperienza maturata nel quinquennio 2008 -2013, come sperano in molti tra i politici degli anni precedenti (e non solo), bensì quello di rimboccarsi le maniche per agire concretamente, senza trucchi e senza inganni, perché la scommessa di cui parliamo “o la vinciamo insieme o la perdiamo insieme”: possiamo farcela - ne sono sicuro - ma per raggiungere l’obiettivo è indispensabile operare di concerto e senza accettare spinte centrifughe, legate a prospettive particolaristiche o a comportamenti individualistici. Ai candidati sindaci chiedo, pertanto, di riflettere su come oggi ci si trovi davanti ad un bivio : o si sceglie, infatti, una sorta di immobilismo difensivo o ci si apre al cambiamento. Si tratta solo di chiedersi da quale parte sia l’“invenzione del futuro”. A tutti, infine, ricordo soltanto che, nonostante i tanti stregoni dell’iconoclastia incontrati lungo il cammino, tutto è ancora possibile, perché, per dirla con il filosofo Remo Cantoni, le cose accadono o non accadono, se noi vogliamo che accadono o non accadano: l’attivismo della volontà consapevole e ragionato, infatti, è più forte di ogni forma di pessimismo. In bocca al lupo a tutti!


Ad Iaia Calvio il Premio Nenni Iaia Calvio ha vinto la prima edizione del Premio Nenni, bandito dalla Fondazione Nenni per promuovere la buona politica, la democrazia e la pace. La vice segretario provinciale del PD ha ottenuto una “larghissima maggioranza” dei componenti la giuria e dei votanti che hanno espresso la propria preferenza partecipando alla votazione on line. La premiazione avverrà il prossimo 16 giugno nella Sala Minerva della Biblioteca del Senato della Repubblica. A comunicare il risultato della votazione ed a congratularsi con Iaia Calvio è stato il presidente della Fondazione Pietro Nenni, lo storico Giuseppe Tamburrano. “Sono più che onorata del risultato ottenuto nel confronto con donne e uomini che hanno mostrato così rilevanti qualità civiche e politiche” dichiara la vice segretario provinciale del PD, “Il premio lo condivido idealmente con tutti quanti hanno sostenuto la mia battaglia per affermare e praticare la legalità all’interno del Comune di Orta Nova. Sono convinta, oggi ancor di più, che nelle istituzioni, particolarmente quelle meridionali, bisogna innanzitutto affermare il valore del rispetto delle regole per contrastare la radicata cultura del clientelismo e la devianza affaristica che producono corruzione morale e materiale. Nel Comune in cui agisco ho svelato prassi consolidate e tentativi di condizionamento oggi all’attenzione della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti con l’esplicito intento di sollecitare i cittadini ad assumere maggiore consapevolezza e responsabilità rispetto al voto e alla partecipazione attiva alla vita comunitaria. Il Premio Nenni”, conclude Iaia Calvio, “è un’ulteriore testimonianza dell’attenzione civica a questo tema che il Partito Democratico deve svolgere con sempre maggiore convinzione e impegno”. Daniele Derogatis da Orta Nova a Roma È terminata alcuni giorni fa la prima stagione del musical: “Ti amo, sei perfetto, ora cambia” al Teatro dei Satiri di Roma. Tra i protagonisti e produttori c’è Daniele Derogatis ortese doc. Si tratta di uno spettacolo famosissimo negli Stati Uniti che il gruppo degli organizzatori sono riusciti a portare in Italia. Con il cantante e ballerino Derogatis ci sono nomi e volti noti del musical italiano come Valeria Monetti, Stefania Fratepietro e Piero Di Blasio, per la regia di Marco Simboli e le coreografie

di Stefano Bontempi. Derogatis ha studiato come cantante e ballerino, oramai la sua presenza nel mondo dei musical ha una professionalità riconosciuta, tra i suoi personaggi è doveroso ricordare quello di Shrek, l’orco verde tanto amato dai bimbi. Al CorriCerignola anche i podisti ortesi

Si è disputato il 12° CorriCerignola, valido come 6ª prova delle 22 previste del Campionato CorriPuglia 2014 e unica tappa della provincia di Foggia. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “Podistica Santo Stefano” di Cerignola con il patrocinio del Comune di Cerignola. Le condizioni meteorologiche avverse, più autunnali che primaverili, non hanno frenato i tanti podisti accorsi da tutta la Puglia nella cittadina di Capitanata e ben 941 hanno terminato la gara sulla distanza di 10,5 km su un percorso prevalentemente pianeggiante. Spettacolare e suggestivo il passaggio nelle prime fasi del lungo serpentone di atleti davanti al Duomo di Cerignola. Maddalena Carrino della A.s.d. Podistica FaggianoTaranto e Francesco Minerva, della Dynammyc Fitness-Bari, sono i vincitori della gara cerignolana. Presenti alla kermesse di Cerignola anche alcuni atleti ortesi e, infatti, tra i 20 Podisti di Capitanata, 5 erano provenienti da Orta Nova: Serafino Di Gianni, Giuseppe Franza, Michele Marseglia, Massimo Picchirallo e Nunzio Salierno, iscritti alla locale sezione de I Podisti di Capitanata che hanno egregiamente portato a termine la loro prova. Orta Nova: Lo sport vince il bullismo “Lo Sport vince il Bullismo”, una giornata di riflessione sul tema del bullismo attraverso lo sport, questo è stato il tema della manifestazione organizzata ad Orta Nova dall’Oratorio Anspi San Gerardo della Parrocchia del SS Crocifisso, il circolo parrocchiale, la Scuola Media Sandro Pertini e la Polizia di Stato.

La giornata ha avuto inizio presso il salone della parrocchia con un dibattito in cui sono intervenuti il Diacono Giovanni Laino, direttore della Caritas Diocesana, il Dott. Antonio Caricato Dirigente della Polizia di Stato di Foggia, il Dott. Giovanni Ippolito Psicologo della Polizia di Stato di Foggia e il Prof. Francesco Saverio Fasano docente di musica. Poi a seguire si è svolto un torneo di calcio a 5 e di pallavolo. Aperte le adesione alla Banda dell’associazione New Yort Band L’Associazione Musicale New Yort Band, dopo i recenti successi, lancia una nuova iniziativa: la Banda Città di Orta Nova. Il progetto dell’associazione ortese viene promosso con la finalità non solo di legare la città alla musica orchestrale, ma coniugare un’attività atta a coinvolgere chiunque ami tale genere di musica e voglia farne parte; in particolare è rivolta ai ragazzi, futuro non solo della Banda ma della società stessa. Il martedì pomeriggio, grazie alla passione e dedizione del Direttore Artistico, Maestro Francesco Ariemme, ci sono i corsi per questa attività concertistica. Chiunque è interessato può rivolgersi presso la sede della New Yort Band in via IV novembre. Ringraziamenti Un cordiale ringraziamento da parte dell’editore Annito Di Pietro e dall’intera redazione a sr. Maria Grazia delle Clarisse del Monastero di S. Lucia di Foligno per i cari auguri di Buona Pasqua Lutto

È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Francesco Del Vento, indimenticabile dipendnete comunale. Al dolore della famiglia si stringono l’editore Annito Di Pietro, il direttore Michele Campanaro e l’intera redazione.


Abuso di potere, sul Sacrario dei caduti in guerra, scempio urbanistico, prevaricazione, mancanza di rispetto dell’intera Comunità, pur di realizzare gli interessi strettamente personali, e non per il bene comune. Distruggendo così la crescita civile e culturale della nostra comunità che centinaia di volontari delle varie Associazioni cercano di costruire. Questo è quello che riesce a fare la mala politica, non solo a livello nazionale. Non si capisce o almeno non si riesce a trovarne una motivazione che un serio professionista (pagato dal popolo) partorisce sul Sacrario dei caduti in guerra, la costruzione di una cappella privata e non sindachiamo il perché è stato concesso il terreno gratuitamente. Bisogna spiegarlo agli ortesi. L’impegno dell’associazione nazionale familiari caduti e dispersi in guerra è nota, non solo nella nostra comunità, ma apprezzata e stimata in tutta la nostra regione. E non è solo il nostro rammarico, ma dell’intera comunità. Nel corso di un ventennio, oltre a diffondere la nostra storia a migliaia di scolari, di ogni ordine e grado, abbiamo operato per dare visibilità al sacrario dei caduti in guerra, inserendo il 1999 una lapide con

su scritto i nomi di settanta dispersi in guerra, in tal modo si è dato un riferimento alle famiglie per pregare i propri cari. Nel 2003 - durante la fase di ampliamento del cimitero abbiamo sollecitato l’allora amministrazione di ristrutturare il sacrario, costruito nel 1959 dal comm. Michele Ciociola. La nostra richiesta venne esaudita e alle spalle del sacrario venne creato un’ampio spazio per celebrazioni religiose. Troppo bello per ricordare i nostri padri. Credo che parlare di mala politica e di professionisti seri sia un complimento visto l’aborto che è stato prodotto. Il tutto è iniziato a novembre del 2012 quando alcuni soci mi avvisarono che il Sacrario era stato picchettato!!! Il 19 dello stesso mese denunciai il tutto e l’allora Sindaco l’avv. M.A. Calvio mi assicurò che il tutto si sarebbe “aggiustato”, denuncia e foto archivio per sistemazione sacrario sono sul sito www.saveriopandiscia Orta Nova. Il 14 april scorso alcuni soci mi avvisano che sono stati rimossi i due scalini del Sacrario e iniziati i lavori di una tomba privata. Ancora una volta ne l’Ufficio Tecnico né le fonti amministrative o la famiglia ritengono consultare l’associazione. Quando mai!!!

Il 15 di aprile denunciai il tutto al commissario straordinario dott. Sergio Mazzia. Concludendo la mia denuncia che il Sacrario non è proprietà del sottoscritto ma appartiene a tutto il popolo ortese!!! Intanto interpello l’ufficio tecnico, l’ing. Michele Bruno e il segretario Dott. Giuseppe Longo, in un primo momento pare che ci siano gli estremi per bloccare i lavori. Intanto passano i giorni. L’8 maggio scorso mi riceve il Dott. Mazzia per la risoluzione chiarificatrice del caso. Vengo a conoscenza che il 16 luglio 2013 il Consiglio Comunale vota all’unanimità il nuovo piano regolatore che tra l’altro prevede la rimozione dei due scalini e la costruzione della tomba di famiglia senza tenere conto del rispetto da una costruzione e l’altra e chiedo il perché della delibera del 16 luglio 2013. Iniziano i lavori il 14 aprile. In piena campagna elettorale e l’insediamento del Commissario, il Dott. Mazzia nel concedarmi mi dice: “Lei Sig. Pandiscia ha ragione quando denuncia che il Sacrario appartiene al popolo. Ma il popolo è rappresentanto dal Consiglio Comunale che il 16 luglio 2013 ha votato all’unanimità”!!! Nei giorni a seguire provo a chiedere ad alcuni consiglieri quali erano le motivazioni... ma non so - non mi pare mi viene da pensare è un’atto concreto, o un vecchio trucco di un famoso mago che dal cilindro tira fuori un conigilio - visto ch tale delibera è venuta fuori all’ultimo momento? Intanto l’associazione è in attesa di una risposta scritta alla nostra denuncia, cosa mai avvenuta. E noi nel rispetto dei ruoli e delle autorità costituite, così come recitano i valori dell’associazione rispetteremo le decisioni prese, con la speranza di ritrovare quell’entusiasmo e passione, che hanno contraddistinto la nostra sezione nel promuovere iniziative aggregative nel ricordare la storia del nostro paese e dei nostri padri. Il nostro rammarcio e poca cosa rispetto a uno scempio urbanistico che non ha niente a che vedere con la storia e che passerà alla storia. Nei miei incontri con le scolaresche, parlando della libertà - solitamente li saluto così: la libertà ci è stata donata con la perdita della giovane vita dei nostri padri (oggi ripetutamente calpestata). Essa, la libertà, non è un valore acquisito, ma deve essere conquistata giorno per giorno con responsabilità e nel rispetto democratico di tutti!!! * Il Presidente A.N.F.C.D.G.


Si chiama “Riprendere… in giro - essere il cinema, vivere il territorio”. Cofinanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità nell’ambito del “Bando pari opportunità nell’arte, cultura e sport a favore di persone disabili” (all’interno del quale “Riprendere… in giro” si è classificato terzo) è il progetto della coop. “SocialService” di Orta Nova che coinvolge 20 persone diversamente abili dei Comuni dei “Cinque Reali Siti”. Finalizzato all’integrazione e socializzazione dei diversabili attraverso la magica macchina del cinema e strizzando l’occhio alla creatività personale dei partecipanti e alla conoscenza del territorio, “R.I.G.” ha reso i partecipanti protagonisti di un viaggio alla riscoperta della diversità. Accanto alle attività di counseling pedagogico e terapeutico con esperti, i ragazzi hanno partecipato ad un cineforum sulla diversità aperto al pubblico presso il laboratorio urbano dell’Arte e dell’Archeologia di Ordona tenuto da Mauro Palma e ad un vero e proprio laboratorio teatrale creato ad hoc da Pino Casolaro con l’aiuto di padre Massimo Montagano per aiutare i giovani partecipanti a riscoprire la propria corporeità e a dare voce alle proprie emozioni. E non solo. Parte importante del progetto, infatti, è la visita alle location di alcuni dei film oggetto di dibattito. La prima tappa è stata a Foggia, alla scoperta dei luoghi immortalati dalla pellicole “AAA Achille” di Giovanni Albanese. A fine aprile, invece, i ragazzi sono andati a Roma, negli studios di Cinecittà per vedere i set cinematografici di alcune tra le pellicole e le fiction più famose degli ultimi anni (“Gangs of New York” di Martin Scorsese, “Francesco” con Raoul Bova, “Un medico in famiglia” con Lino Banfi), per ammirare il celeber-

rimo Teatro 5 (lo storico teatro di posa di Federico Fellini) e per assistere alle riprese di un film ambientato nell’antica Roma. La prossima tappa sarà Lucera, location del film “Le vie del Signore sono finite” di Massimo Troisi. “Interagire con loro è un qualcosa di straordinario”, sottolinea Gerardo Consagro, Presidente della coop. SocialService, “perchè sono persone capaci di dare davvero tanto, di coinvolgerti, di ricaricarti. Sono diventati la nostra forza”. E difatti tanti sono i ragazzi “normodotati” che, galeotto il cineforum, si sono lasciati coinvolgere, hanno creato un rapporto unico e davvero speciale con i protagonisti del progetto, ed oggi sono parte integrante ed entusiasta dello staff di “Riprendere in giro”. Insieme ai giovanissimi volontari della cooperativa “SocialService” e dell’As-

sociazione “Voce Nostra” di Carapelle, ci sono anche i gli Ortesi delle Parrocchie della Beata Vergine Maria di Lourdes e di Santa Maria Altomare. “Riprendere… in giro - essere il cinema, vivere il territorio” terminerà con il montaggio di un docu-fiction girato fin dall’inizio del percorso per testimoniare questa avventura che tra cinema, laboratori teatrali e incontri con esperti, ha portato alla riscoperta della diversabilità come “maniera privilegiata” di vedere il mondo e viverlo.



La nostra sede conserva intatte, tra le finalità, l’intenzionalità dell’apprendere ma anche quella dell’agire, come si evince dalla conferenza organizzata il 16 maggio, che ha trattato il tema: “I minori. Più tutele, meno abusi”. L'evento, patrocinato dall'Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti, dal Comune di Orta Nova, dall'Ordine degli Avvocati di Foggia e dalla Camera Minorile di Capitanata, ha affrontato l'argomento della tutela dei minori, non solo dal punto di vista del diritto civile, ma anche di quello penale e amministrativo. Il moderatore della serata, l'Avv. Gerardo A. Cavaliere (Docente Unitre) del corso di Diritto e Attualità dell'Unitre dei 5 Reali Siti, ha introdotto l'incontro, affermando che sono sempre più frequenti, purtroppo, gli innumerevoli episodi di maltrattamenti ai danni dei più piccoli, che vengono riproposti dalle cronache quotidiane. Le ripercussioni psicologiche che ne derivano possono segnare a lungo le vite di chi è più indifeso. Di fronte a questo quadro, che si delinea sempre più cupo e infelice per i più piccoli, sono molte le tutele che si possono attivare per rasserenare i volti dei minori. Proprio queste tutele, che portano lo Stato a prendersi carico di tristi vicende di cronaca che coinvolgono i minori, sono state discusse dall'Avv. Saverio Catalano, che ha relazionato sulla “Tutela del minore nel nostro ordinamento giuridico”. L'intervento dell'Avv. Catalano, esperto in diritto di famiglia, ha visto l'attenta partecipazione da parte dell'uditorio, che ha interagito con il relatore, ponendo numerose domande sul tema di interessante attualità. In un continuum con la relazione del primo esperto, è poi intervenuto anche l'Avv. Diego Petroni, in sostituzione del Dott. Armando Dello Iacovo. L'Avv. Petroni, consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Foggia, ha riportato numerosi episodi di vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti i minori, che hanno dato spunto a tutti i partecipanti di fare ulteriori interventi, mantenendo vivi l'attenzione e il dibattito in sala. Il tema assegnatogli (“L'errore sull'età del minore vittima di reati sessuali: ignorantia non excusat?”) è stato discusso, oltre che con riferimenti alle norme del diritto penale, anche con riferimenti a fatti di cronaca nazionale, come quelli delle c.d. “baby prostitute”, che hanno coinvolto giovani ragazze della Capitale e successivamente in altre città italiane. A seguire, poi, vi è stata la relazione dell'Avv. Gianluca Guastamacchio (Docente Unitre), sulla “Attribuzione del cognome della madre ai figli minori”, che si è occupato di commentare una recente sentenza della Corte Europea di Strasburgo sulla possibilità che i figli assumano il cognome della madre. In questo suo intervento, l'Avv. Guastamacchio ha precisato che, pur sembrando di primo acchito assurdo, non è prevista alcuna norma nel nostro ordinamento giuridico in cui si statuisca l'obbligatorietà per i figli di assumere il cognome esclusivamente del padre. La Corte, pertanto, ha precisato l'assoluta legittimità di attribuire il cognome materno, quando i genitori sono entrambi d'accordo, superando le difficoltà intraviste dai Tribunali del Belpaese, che non hanno soddisfatto le aspettative dei ricorrenti. Infine, il commento conclusivo dell'incontrodibattito è stato affidato all'Avv. Marco Gatta

(Docente Unitre), che si è espresso in favore della sentenza della Corte di Strasburgo, facendo ulteriori precisazioni in merito alla necessità di superare un contesto giuridico, a volte troppo legato a impostazioni arcaiche e poco moderne, che sono giudicate così dagli altri “cugini” europei. La trasmissione dei saperi e dei valori sociali diventa sempre più un fatto di gestione collettiva, mi riferisco all’ottava edizione del Premio “Stefano Cavaliere” che si terrà sabato 31 maggio presso il teatro comunale di Sant’Agata di Puglia con la Pro Loco e il Comune. Ospiti d’eccezione saranno il Dott. Franco Landella, l’On. Gianni Mongiello, il Dott. Giannicola De Leonardis e l’On.

Vittorio Salvatori. Anche quest’anno hanno partecipato gli alunni dell’I.P.S.I.A. “Piergiorgio Frassati”, sezione staccata dell’Istituto Professionale “Pacinotti” di Foggia. I luoghi e le agenzie, i meccanismi e le procedure di natura informativa si pluralizzano nella nostra società. La disponibilità e la capacità di realizzare insieme eventi sociali rilevanti, come questi sopra esposti, favorirne la visibilità, sono il nostro progetto, non costruito una volta per tutte, ma in continua trasformazione. Accademia di cultura nell’attuazione a porre in essere un programma di divulgazione nelle conoscenze di alto livello in tutti i rami del sapere.


Benvenuti a Stornarella, il paese dove gli intrecci della politica sono più complessi di quelli di una corda per portachiavi. Se c'è infatti una realtà territoriale in preda, in ogni tornata elettorale, a continui laboratori politici, essa risiede proprio nel piccolo comune dei Cinque Reali Siti. Dopo il fruttuoso esperimento di matrimonio tra Centrodestra e Centrosinistra nell'ultimo decennio di amministrazione guidata da Vito Monaco (grazie alla lista Alleanza Popolare) e senza mai una crisi neppure accennata, in vista delle imminenti elezioni amministrative si ripete un meccanismo di meltin pot di liste civiche, capaci di accogliere soggetti dagli orientamenti politici tra di loro anche diametralmente opposti. “Nei paesi con pochi abitanti più che l'appartenenza a un colore partitico, contano capacità, competenza e serietà nell'amministrare la cosa pubblica” è la voce unanime a giustificare tale pratica, irta però di contraddizioni e dibattiti. E così, a scendere in campo sono Massimo Colia che ha “volutamente scelto gente nuova” (tranne l'ex consigliere Pasqualino Ciccone e in secondo piano è comunque forte il sostegno dell'ex sindaco berlusconiano Antonio De Angelis), Do-

menico Ciccone e Michelina Costa, entrambi al via con liste civiche “minestrone”: il primo infatti si stacca dal sindaco uscente, di cui ha fatto il vice per cinque anni, e riparte da “Unità, Trasparenza e Progresso”, mentre la seconda, alla prima esperienza nel mondo della politica, mette “Stornarella nel cuore” riunendo ex consiglieri di Maggioranza e di Minoranza. Colia, imprenditore agricolo nato nel 1970, è stato il primo a rendere ufficiale la propria candidatura, identificandosi nella lista “Stornarella in movimento”: il segretario regionale di Italia dei Valori sceglie sette uomini e cinque donne, definiti “volti puliti per amministrare con serietà e impegno”. Domenico Ciccone, classe 1966 e di professione operaio alla SATA di Melfi, rompe con il Pd locale e decide di unire forze fresche all'esperienza di Franco Luce, Saveria Di Palma e Vito Ferrucci, già in quota alla Maggioranza Monaco, con l'obiettivo di “formare una squadra competente e piena di entusiasmo”: con lui si é accasato anche Pasquale Fiorilli, ex candidato sindaco dimessosi da consigliere per aver ricevuto alcune intimidazioni da un gruppo di immigrati

e in polemica anche lui con la sezione cittadina piddina. Infine c'é Michelina Costa, 48 anni, insegnante di scuola superiore: “ho scelto il simbolo del cuore, perché é dal cuore che mi farò guidare nel compiere tutte le scelte politiche verso la mia città” spiega motivando il simbolo della lista, formata tra gli altri da Arcangelo Colangiuolo, Giuseppe Nigro (consiglieri uscenti della Maggioranza), Gerardo Ciocia (con Monaco durante il primo mandato) e Alfonso Olivieri (ex all'opposizione). Se a dar manforte a Colia c'è De Angelis, a collaborare dietro le quinte con Costa ci sono proprio Vito Monaco e Tommaso Angerame, segretario cittadino del Partito Democratico e fervido sostenitore della candidatura della seconda donna a sindaco nella storia di Stornarella, dopo Maria Cassanelli, negli anni Novanta. Tra le altre curiosità, si osserva che la coalizione di Ciccone è quella dall'età media più alta, 45 anni contro i 38 delle altre due concorrenti; detto della scelta di Colia di più uomini che donne, Costa e Ciccone si affidano invece alla parità di genere, puntando entrambi su sei uomini e sei donne. La campagna elettorale è stata caratterizzata, come per Orta Nova, dall'unità di intenti tra Ciccone e Costa contro Colia: quest'ultimo infatti ha attaccato la malagestione dell'amministrazione Monaco e ha addirittura presentato un esposto alla Procura della Repubblica per l'abnorme numero di cittadini immigrati comunitari iscritti nelle liste elettorali, accuse rispedite al mittente con determinazione e veemenza.

Si è svolto domenica 18 maggio a Carapelle l’ormai consolidato raduno d'auto d'epoca. Un incontro decisamente diverso e innovativo rispetto agli anni precedenti. Dalle poche parole del dott. Andrea Rosiello, che abbiamo intervistato telefonicamente durante l'evento siamo riusciti a trarre l'emozione e l'impegno che lui e il suo staff ogni anno mettono in campo per la buona riuscita della manifestazione; “Come ogni anno è un emozione grandissima, ci sono più di 30 auto e stiamo aspettando altri amici che ci raggiungono in giornata. Sembra che andrà per il meglio, intanto, da parte nostra, abbiamo messo tutto il nostro impegno”. È così è stato, una giornata piena di felicità ed eventi. Ad allietare la manifestazione tenutasi nella piazza centrale del paese anche il Concorso Miss Macchina d’Epoca che ha visto interessante le ragazze di Carapelle e alcuni paesi limitrofi sfilare e conquistare il giudizio della giuria. L’esposizione delle macchine d’epoca si è svolta anche quest’anno grazie all’aiuto dell’amministrazione comunale di Carapelle e del Sindaco il dott. Remo Capuozzo. Una giornata all'insegna dell'amicizia e dello star bene ci racconta Franco Tarantino, partner dell'evento e socio dell’Autocarrozzeria F.lli Tarantino di Carapelle. Le macchine hanno sfilato

per l'intero territorio dei 5 reali siti a suon di clacson e allegria mentre nella piazza Giovanni Paolo II a Carapelle era gremita di gente che ha potuto apprezzare i gioielli d’Epoca come la Lambretta e la Vespa, pezzi quasi unici e rari soprattutto per

chi come Michele Schiavone ne prende cura e passione: “È la seconda volta che partecipo a questo raduno e ogni anno è un emozione, quest'anno qui con me ci sono 6 motori il più antico è del 1945 gli altri sono del 1954”.



Facebook oramai si sa, è uno die più famosi social network presenti sulla rete. Tra le varie amicizie e condivisioni di foto per “connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”c’è anche la possibilità di creare “Pagine” ovvero, la possibilità di raggiungere un pubblico diverso dagli amici, un pubblico più vasto. Spesso, questa funzione viene usata da personaggi pubblici oppure da chi vuole rendere pubblico qualcosa; la passione per la propria squadra del cuore oppure l’amore per la propria città per esempio. Attraverso le “Pagine Facebook” si posso apprendere notizie, foto, informazioni, eventi e tante altre curiosità. Anche i cittadini dei 5 Reali Siti stanno preferendo questo tipo di informazione, tanto che “Fiero di essere di Orta Nova” e “Benvenuto a Carapelle” stanno spopolando sul web: si tratta di 2.358 “Mi piace” per la prima e 510 “Mi piace” per la seconda. È stato proprio attraverso il social che li abbiamo contattati e gli abbiamo rivolto alcune domande in merito alla loro attività. “Il primo portale sulla vita, i modi di dire, le citazioni e gli aforismi della più bella città del mondo...Orta Nova!”. La più bella città del mondo, così il Fiero, chiameremo in questo modo l’autore della pagina, esordisce il 31 gennaio del 2012 data della creazione di “Fiero di essere di Orta Nova” che ci scrive: “L'idea è nata per gioco ed era quella di mettere in risalto il nostro dialetto e i nostri modi di dire. Il modo in cui vengono proposti i proverbi e i detti.” che precisa “Tutte le frasi sono volutamente scritte in un ortese letto e quindi non scritto correttamente, questo per facilitarne la lettura”.Il lavoro di Fiero consiste nel pubblicare foto sia storiche che attuali per cercare di mostrare il bello e le potenzialità della città “Ho creato delle vere e proprie rubriche in cui inserisco vignette, foto, immagini e anche dei video che condivido su YouTube. Pubblico anche delle notizie di ciò che accade ad Orta Nova ma li, mi limito esclusivamente a condividere notizie da altri blog o pagine. Ho voluto chiamare questa pagina “Fiero di essere di Orta Nova” perché io sono orgoglioso di essere di questa città, di vivere in questa città e cerco di riuscire a trovare le potenzialità presenti nella nostra realtà.” “Benvenuti a Carapelle” invece, è una comunità più piccola creata da Marco Rubino, un giovane carapellese che ci dice: “Tutto è partito con die ricordi di quando ero un ragazzino e dai vocaboli che usava mia nonna. Un giorno, ero con lei e mentre parlava usava delle parole che solo a sentirle non riuscivo a non ridere;

Domenica 30 marzo è stata inaugurata la nuova sede che ospita i volontari dell’Associazione di Protezione Civile di Carapelle “Doppia Vela 21”, coordinati come sempre dal presidente Felice Morra e dal vicepresidente Raffaella Bruno. Rimane la sede in via Caduti di tutte le guerre ma i locali sono stati interessati da lavori di ristrutturazione che hanno reso tale sede più ampia e attrezzata in modo da offrire ai cittadini un servizio sempre più rapido ed efficace. A benedire i locali c’era il parroco della chiesa “San Giuseppe artigiano” di Carapelle, don Angelo Festa, che ha espresso il suo apprezzamento per tutte le associazioni che svolgono attività di volontariato. Presenti all’inaugurazione c’erano alcuni membri dell’Associazione F.I.R. C.B. S.E.R. (Federazione Italiana Ricetrasmissioni

modifiche di nomi propri di persona, verbi, racconti del passato, ecc. Subito mi è venuta l’idea di trasferire su Facebook tutto quello che sentivo, per impedire che il tempo portasse via quelle poche cose che ancora permangono nella nostra piccola comunità. Successivamente ho cominciato a caricare delle foto che facevo in giro per il paese, a volte divertenti, nostalgiche e altre anche tragiche. Poi è nato “BaC24” dove condivido immagini in tempo reale del meteo, die risultati sportivi locali, cronaca e tanto altro.” Chi gestisce una pagina, spesso non sa che diventa un grande potenziale per quanto riguarda lo studio sociologico di determinati cambiamenti, soprattutto quelli attuali. Abbiamo posto la stessa domanda ad entrambi gli amministratori della pagina, per capire cosa ne pensano e cosa inconsciamente hanno rilevato; “Che potenziale ha Facebook per quanto riguarda la diffusione della vera informazione?” Fiero ha risposto: “Per quanto riguarda l'informazione tramite Facebook ben venga, a patto che si faccia della vera informazione. In questi anni anch'io ho postato delle foto che ritraevano situazioni accadute come atti di vandalismo, manifestazioni, fatti di cronaca, ma non mi sono mai espresso in merito. La cosa che ribadisco da sempre e che su questa pagina non si deve fare politica, anche perché chi vuole fare del bene a questa città deve andare oltre alle ideologie e ai colori politici. Molto spesso, purtroppo, c'è gente che non prende molto sul serio i social network e si permettono il lusso di calunniare, di insultare, di parlar male della gente e questo è un male. Informazione si, ma con

C.B. - Servizio Emergenza Radio) tra cui il coordinatore provinciale dott. Nardella, il segretario

molta cautela e sempre nel rispetto delle norme e soprattutto delle persone.” Anche “Benvenuti a Carapelle” ci dice qualcosa di molto sconcertante: “Facebook come altri social network è il futuro, ma non voglio soffermarmi su questo argomento perché ci vorrebbero pagine e pagine di riflessione su questo argomento. E’ vero che ha influenzato tutti dal più piccolo al più anziano, però sono dell'idea che ci dovrebbero essere die limiti. Ci sono persone che usano Facebook come se fosse un confessionale o un luogo dove sfogare la propria rabbia oppure fare amicizia e su questo non riesco a capacitarmi all'idea che ci siano ragazzi che non escono più dalle loro case solo perché Facebook li ha influenzati tanto da non avere più rapporti con il mondo reale!” Il mondo di internet è ancora un mondo nuovo per tutti, poche sono le regolamentazioni a riguardo ed è tutto gestito molto spesso dalla morale. Gli amministratori di queste pagine che offrono il loro tempo libero per gli altri, hanno la responsabilità morale di filtrare, cancellare o segnalare i commenti e le idee di chi, senza alcuna cautela e senza problemi, sparla o danneggia il prossimo con atti omofobi o insulti razzisti. Non solo, gli amministratori sono anche persone molto vicine al loro pubblico tanto che ricevono ogni giorni messaggi privati, ci dice Fiero: “Ho ricevuto molti messaggi dalla gente tra complimenti e alcune richieste di sponsorizzazione o pubblicità. Questa pagina è libera dalla politica e dagli interessi. Tutto ciò che faccio a servizio di questa pagina lo faccio perché sento il dovere di dare il mio contributo a questa città.”

provinciale Luca Calabrese e il presidente provinciale Pasquale Dimitrio, il quale ha sottolineato l’importanza del compito del S.E.R.: “In caso di emergenza i nostri operatori possono telecomunicare in tutti i settori, arrivano sul posto e in totale autonomia riescono ad assicurare il collegamento radio tra i punti di emergenza fino ad arrivare al Capo dello Stato”. Tra le attività che si svolgeranno presso l’Associazione “Doppia Vela 21” ci saranno corsi di AIB - antincendio boschivo con attestati nazionali e regionali, esercitazioni per calamità e riabilitazione detenuti. Per informazioni sui corsi è possibile contattare gli operatori via e-mail all’indirizzo doppiavelaradio@gmail.com oppure recarsi nel pomeriggio presso gli uffici in via Caduti di tutte le guerre, a Carapelle.


Il “mercato dell’ultimo minuto” (last minute market) è l’ultima novità in fatto di acquisti, effettuati all’ultimo momento, di biglietti per l’aereo o per una crociera, di “pacchetti-vacanze” da trascorrere in località esotiche. Pur di completare il carico e piuttosto che viaggiare con l’aereo o la nave semivuoti e di lasciare ugualmente semivuoto il villaggio turistico già prenotato, le agenzie di viaggio effettuano una drastica riduzione dei prezzi, rinunziando a una parte dei guadagni, per rientrare nelle spese. In tal modo ci guadagna il turista e non ci perde l’operatore turistico. È l’ultimo ritrovato dell’arte del vendere e del comprare, ma non è una invenzione dei nostri tempi. Come affermava saggiamente due mila anni fa il venosino Orazio “nihil (est) sub sole novi”, cioè non c’è nulla di nuovo sotto il sole: l’acquisto fatto all’ultimo minuto era già noto e praticato in Orta Nova da tempo immemorabile. Lo fanno ancora oggi le persone anziane che si aggirano fra i banchi del mercato ittico verso il mezzodì per ottenere uno sconto sul prezzo del pesce che, com’è noto, tende a deperire rapidamente nonostante l’impiego del congelatore. Ancor più lo facevano gli ortesi di mezzo secolo fa, quando i congelatori non c’erano e il ghiaccio, impiegato per conservare i prodotti della pesca durante il trasporto da Manfredonia o da Margherita di Savoia, accelerava il loro deterioramento. Il mercato del pesce si svolgeva su bancarelle situate all’aperto, sul marciapiede antistante il vecchio Carcere poi demolito per consentire l’ampliamento del nuovo Municipio. A proposito di Carcere: perché - come sostiene giustamente Potito Di Pietro - non viene intitolato Vicolo Carcere quello che attualmente è Via Antonio De Curtis? Si conserverebbe una traccia del nostro passato e non si umilierebbe la memoria del grande Totò perché, non essendoci una sola abitazione in quel vicolo, nessuna lettera porterà mai la dicitura: Al sig. XY, Via De Curtis n, Z - 71045 Orta Nova. Perdonate la digressione, che mi sembra comunque meritevole di attenzione, e torniamo all’argomento. Dopo i dodici rintocchi dell’orologio del Municipio e il suono lacerante della sirena azionata dal padre di Sandrino Caporale, quando intorno ai banchi del pesce non c’erano più compratori, il vecchio Biase Zanni, che per tutta la mattinata aveva aiutato gratuitamente

un suo amico pescivendolo inserendo il pesce nei pesanti fogli di carta gialla arrotolati a formare una sorta di cono (u cuppe), pronto per essere pesato sulla bilancia a due piatti (uno per i pesi e l’altro per la merce), cominciava a lavorare “in proprio”. Egli caricava sulla trainella (il carrettino a mano dei venditori ambulanti) le cassette di legno sottile nelle quali erano rimasti i pesci non venduti, generalmente quelli meno pregiati e perciò non richiesti, i più

piccoli oppure quelli di taglia più grande ma rovinati o semplicemente quelli avanzati perché superiori alla richiesta degli acquirenti. Il pescivendolo glieli vendeva “in blocco” per una cifra irrisoria o addirittura glieli regalava per compensarlo dell’aiuto ricevuto. Biase aveva così fatto il suo Last minute market e si apprestava a offrirne uno analogo ai potenziali clienti. Egli iniziava, infatti, il suo giro per le strade del paese, fermandosi ad ogni incrocio e lanciando il suo richiamo, con la sua inconfondibile voce roca, roca per il troppo fumo e per il troppo vino bevuto: “Accorrete donne! Qui c’è il pesce fresco a buon prezzo, alici e cicale vive e potete anche comprare nu bbelle ciambotte per

una zuppa o una frittura! (il ciambotto era una mescolanza di pesci piccoli, gamberetti di mare e di fiume (i salìppece), granchi, piccole sogliole (zanghette), piccolissime razze (i ràcquele), qualche cicala, una manciata di alici, di crugnalette e di calamaretti. Con essa si poteva preparare un brodetto saporitissimo nel quale venivano poi messi i tubbitte lessati o una ugualmente gustosa frittura). Le donne uscivano dalle loro abitazioni e si avvicinavano alla trainella spinte dal desiderio di integrare il piatto unico che stavano preparando con una gustosa frittura di pesce, oppure di approntare una zuppetta per la sera, consapevoli com’erano che avrebbero speso poco. La trattativa fra loro e Biase era vivace, perché le donne cercavano di tirare sul prezzo, ma alla fine l’accordo veniva trovato e la massaia tornava a casa col suo cartoccio di pesce, ovviamente non pesato perché Biase non portava con sé la bilancia. A volte, quando egli era quasi al termine del suo giro e si era fatto tardi, il sole scottava acuendo la sua sete e gli odori provenienti dalle pentole poste sul fuoco o emanati dalle acque di cottura rovesciate nelle cunette stimolavano il suo appetito, capitava anche che Biase vendesse “a muzze”,cioè in blocco, il pesce contenuto nell’ultima cassetta, eccezion fatta per quello racchiuso nel cartoccio messo da parte per il proprio pasto. A fare questo tipo di acquisto era generalmente un uomo con un nucleo famigliare consistente (che allora non erano infrequenti). Biase poteva così rientrare prima a casa, senza fare ulteriori giri e l’acquirente poteva offrire ai suoi numerosi figli un pasto diverso dalla consueta minestra di verdure o dall’altrettanto consueto piatto di pasta fatta in casa o da quello che le comprendeva entrambe. Erano contenti tutti e due, insomma, e Biase, oltre a racimolare qualche lira, si assicurava una zuppa o una frittura fatte con pesce migliore di quello venduto agli acquirenti dell’ultimo minuto. (Continua 1)


E con la primavera arriva l’asparago Si con la Primavera arriva l’asparago, vi confesso che ne sono ghiotto e ne faccio grossa provvista, grazie al mio collega Rocco Rauseo che con pazienza e gentilezza mi procura quelli coltivati a Borgo Giardinetto. Parenti di mughetti e gigli, gli asparagi sono un dono della natura impareggiabile per drenare, disintossicare, frenare la cellulite e persino la depressione Bianchi, viola o verdi, gli asparagi sono i re della tavola di primavera C'è chi preferisce gli asparagi bianchi, chi opta per gli asparagi violetti, chi per gli asparagi verdi. Si tratta di una differenza cromatica che si riflette sul sapore ma non sulle qualità nutrizionali degli asparagi, che rimangono le stesse e sono tante. Questi ortaggi sono davvero poco calorici - circa 25 calorie per 100 grammi - mentre hanno molta fibra, vitamina C (in un etto ce ne sono 25 mg, il che equivale a circa un terzo del fabbisogno di una persona adulta), carotenoidi (i precursori della vitamina A, che ha un'azione antiossidante e protettiva della pelle e delle mucose e stimola l'azione del fegato), vitamina B e sali minerali, tra i quali calcio, fosforo e potassio: mangiando 100 grammi di asparagi si assume circa il 75% della quantità quoidiana necessaria di acido folico, sostanza molto importante per la moltiplicazione delle cellule dell'organismo e per la sintesi di nuove proteine. Gli asparagi sono molto depurativi e diuretici, se non ci sono controindicazioni vale la pena di approfittarne per aiutare e eliminare il ristagno di liquidi nei tessuti e quindi ridurre la cellulite. Mangiane con parsimonia solo se tendi a soffrire di disturbi renali, di cistiti e di calcoli renali, perché contengono acido urico che può incrementare l'infezione già in atto. Sei soggetto ad attacchi di malumore? Allora gli asparagi fanno al caso tuo: infatti, secondo alcuni studi questi ortaggi avrebbero una funzione antidepressiva, probabilmente legata alla loro azione disintossicante e diuretica. Per preservarne il sapore e la consistenza degli asparagi, ma soprattutto per non incidere sul totale delle calorie quotidiane, è importante il metodo di preparazione. Il modo migliore per consumare gli asparagi è a crudo, tagliandoli a fettine piccole e unendoli all'insalata. Si tratta di una cottura molto valida dal punto di vista nutrizionale. Per prepararli, procedi in questo modo: taglia la parte finale legnosa del gambo, pioggia gli asparagi su un tagliere per evitare che si rompano, quindi sbuccia il gambo rimasto partendo dal centro verso la fine, in modo da togliere anche la parte più fibrosa. Sciacquati sotto acqua corrente, raccoglili a mazzetti e legali con spago da cucina, quindi mettili in piedi in una pentola alta, in acqua bollente, lasciando che le punte, più tenere, restino fuori dall'acqua e cuociano solo con l'effetto del vapore: di solito sono pronti dopo 10-15 minuti, in base allo spessore. Dato che assorbono molto il condimento, fai attenzione a non eccedere né con l'olio né tanto meno con il burro. Usa solo olio extravergine d'oliva e limone, oppure prepara gli asparagi, in un'insalata insolita, con qualche

gamberetto lessato oppure con carne di pollo o straccetti di carne di manzo. Quando acquisti gli asparagi, fai attenzione a queste caratteristiche, che ne testimoniano la freschezza: devono essere duri, quindi non piegarsi ma spezzarsi; non devono apparire legnosi (vuol dire che sono vecchi) e di colore spento; verifica soprattutto che quelli che si trovano al centro del mazzo sia ancora integri e non presentino un inizio di marcescenza. Ed ora diamo spazio alle ricette. Involtini di asparagi, prosciutto e fontina

Ingredienti per due persone: 10 asparagi, 100 g di fontina, 10 fette sottili di prosciutto cotto, olio di oliva per inumidire la teglia. Lavate ed asciugate gli asparagi. Tagliate la fontina a cubetti. Preparate gli involtini: stendete le fette di prosciutto, mettete in centro un asparago e un paio di cubetti di fontina, arrotolate. Disponete nella teglia e mettete a cuocere in forno a 160° C per circa 20 minuti. Se volete, prima di servire, potete cospargere gli involtini con parmigiano grattuggiato. Risotto agli asparagi Ingredienti: 350 gr. di riso, 400 gr. di asparagi, 2 carote, 1 litro di brodo vegetale, 50 gr di parmigiano, 1 cipolla piccola , olio extravergine q.b., burro q.b. Spuntate gli asparagi eliminando la parte più dura del gambo. Lavateli e metteteli a lessare nell’apposito cestello per circa 10 minuti (aumentare il tempo di cottura se gli asparagi sono particolarmente grossi). Eliminate le punte degli asparagi dai gambi e tenetele da parte. Frullate i gambi. Preparate del brodo vegetale. Mettete dell’olio in un tegame e aggiungeteci la cipolla tritata finemente. Lasciatela imbiondire poi unite il riso e fatelo tostare per alcuni minuti. Aggiungete un po’ di brodo e fate cuocere avendo cura di aggiungerne dell’altro quando il risotto si asciuga. Aggiungete il sale.Circa quattro minuti prima della fine della cottura del riso aggiungete la crema di asparagi. A fine cottura, spegnete il fuoco e aggiungete una noce di burro e il parmigiano. Mantecate bene. Servite decorando ogni piatto con le punte di asparagi ripassate in padella con una noce di burro.


Michele Fanelli La cucina del sottano Ricette, usanze e buone creanze baresi Disegni di Saverio Romito - Progedit

Michele Fanelli racconta, con lingua sapida e scanzonata, i piatti, le ricette e i menù della cucina del sottano. Il sott a n o è i l “basso”, il luogo ancestrale e popolare, sito al piano della strada, nel quale molti baresi sono nati e cresciuti. Emblema di un qualsiasi centro storico, il sottano aveva un cuore, la cucina, dal quale fluivano odori, sapori, in una parola la vita e l’amore. Conditi con aneddoti, leggende e fatterelli, i piatti e i menù del sottano restituiscono non solo una atmosfera e il senso di un tempo ma anche l’evoluzione, i cambiamenti di una sapienza gastronomica tramandata e sperimentata da secoli. Usi e accorgimenti che muovevano le nostre nonne a una cucina povera e risparmiosa, ma dispensatrice di calorie e di gusto. Molti di questi piatti, per esempio riso, patate e cozze, cicorie e fave, o la parmigiana, hanno una origine proprio lì, nel sottano, da mani sapienti che sapevano capovolgere le avversità con l’arte di arrangiarsi con pochi soldi. Michele Fanelli si muove attraverso un originale percorso, dai “piatti poveri”, per passare ai “piatti terapeutici”, dai “piatti forti” della tradizione alle portate e ai dolci delle feste. Segreti succulenti riservano infine le pagine su “conserve” e conservazione sott’olio, sui rosolii fatti in casa. Corona il libro il ricordo delle “buone creanze”, cioè il galateo della tavola, quando questa non era ancora diventata il bancone del mordi e fuggi solitario. Angelo Riccardi Ti racconto Lucio Dalla. da Bologna a Manfredonia viaggio inedito nella sua infanzia Claudio Grenzi Editore

L i b r o d’esordio di Angelo Riccardi, “Ti racconto Lucio Dalla” è, in estrema s i n t e s i , un’esperienza letteraria nata da un impulso emozionale: voler approfondire prima, e condividere, poi, le poco conosciute e a t r a t t i “misteriose” ragioni del legame affettivo di Dalla per Manfredonia. Un sincero senso di

appartenenza che lo accompagnò dalla più tenera età e che lo portò a dichiarare, pochi mesi prima dalla sua scomparsa: “Mi sento profondamente manfredoniano”. Un impulso autentico ispirato dalla personale amicizia che, negli ultimi anni di vita, ha legato il cantautore bolognese all’autore - attuale sindaco di Manfredonia - appassionato della musica del poeta Dalla e affascinato dalla personalità bizzarra dell’amico Lucio. Più che un romanzo, il libro si presenta al lettore come un diario. Denso di riflessioni, aneddoti, note a margine, stralci di conversazioni con altri amici in comune, come il cantautore Ron, la violinista Her, il grafico Francesco Logoluso, arricchito da episodi narrati dai familiari o dai vecchi amici d’infanzia. Tutti testimoni diretti di importanti passaggi di vita di Dalla. Un diario intimo, nella prima parte, che progressivamente diventa, nei toni e nel ritmo, un avvincente racconto “investigativo” che tenta di far luce, attraverso la ricerca e l’analisi rigorosa di documenti e testimonianze, su alcuni aspetti meno noti della vita dell’artista, svelando le origini del legame profondo con la città garganica, suo “luogo dell’anima” insieme alle Isole Tremiti. Un’indagine appassionata e funambolica, quindi, che viene raccontata soprattutto attraverso le preziosissime e inedite immagini contenute nel volume: un ricco corredo fotografico che è la parte più emozionante di questo progetto editoriale. Laura Zavatta Macolè Progedit U n a storia in cui si mescolano amore, violenza, amicizia, malav i t a . . . Macolé è una semplice ragazza di Orsara di Puglia che, all’età di diciassette anni, subisce uno stupro in discoteca e per dimenticare e sfuggire alla rabbia del padre va a vivere a Lucera. Il suo tragitto di vita incrocia quello di Babu, il suo amico di colore, emigrato dalla Nigeria, sbarcato sano e salvo sull’isola di Lampedusa e ingaggiato come bracciante da un latifondista del Tavoliere delle Puglie. La giovane donna si ritrova invischiata, erroneamente, in un losco traffico di armi e di rifiuti tossici collegato con la pirateria somala dell’Oceano Indiano. Le peripezie in cui rimarrà coinvolta, in una spedizione voluta da un magistrato che cerca di stanare un influente personaggio italiano coinvolto nel grosso intrigo internazionale, andranno a intrecciarsi pericolosamente con la brutta vicenda del suo passato che le ha segnato in modo grave la vita. Salvarsi da situazioni estreme, avendo tutto il mondo contro, non sarà per lei impresa facile.




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