Lo Sguardo sui 5 Reali Siti - Settembre/Ottobre - 2012

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Il sogno dell'uomo è stato da sempre quello dell'immortalità, da quando ha acquisito la coscienza di esistere e la consapevolezza dell'ineluttabilità della morte. Nella mitologia greca Titone era un aitante mortale di cui Eos si era invaghita. Sapendo che Titone era destinato a morire, Eos, la dea dell'aurora, implorò Zeus di donare a Titone l'immortalità. Zeus era un Dio geloso, disposto ad ingannare per sedurre le più belle fra le dee e le mortali e non gradiva l'infatuazione di Eos per un rivale. Come nel più classico patto con il diavolo, esaudì il desiderio di Eos, letteralmente rese Titone immortale, ma non gli garantì l’eterna giovinezza. Invecchiando, Titone divenne sempre più debole e demente portando Eos all'esasperazione. Il destino di Titone oggi sfida tutti noi, sempre più longevi, più debilitati, più “acciaccati”. Questo è lo scenario di Titone, rispetto al quale dobbiamo decidere, come società, se accettano come destino o fare qualcosa. Morte e invecchiamento saranno i problemi determinanti del XXI secolo. Se la morte continuerà ad arretrare mentre continuerà l’invecchiamento, l’impatto più ovvio sarà economico; per sostenere una popolazione in crescita di persone molto anziane sempre più disabili e disagiate, saranno falcidiate tutte le risorse economiche. Gli studiosi dell’invecchiamento stanno sollecitando la società perché si prepari ad un’era in cui la durata della vita è sensibilimente aumentata. Ma l’estensione della speranza di vita non preserva gli individui dalle malattie dell’invecchiamento: il mondo sviluppato è pieno di anziani malati cronici che convivono relativamente bene con le loro patologie fermando un lucroso mercato per i farmaci. L’industria farmaceutica, infatti, trova più redditizio vendere un farmaco che argina una malattia che uno che la curi. Se una malattia viene guarita, il farmaco sparisce dal mercato e i capitali investiti per sviluppare detto farmaco vengono perduti. Pazienti e medici sono comprensibilmente più preoccupati di prevenire la morte che le malattie. La gente è più propensa a pagare per evitare la morte che per prevenire le malattie. I governanti preferiscono guardare alla statistiche di morte che a quelle sulla qualità della vita: il risultato è lo scenario di Titone.

Quel che conta è favorire una migliore qualità della senescenza. Ma a che età inizia la vecchiaia? Oggi tendiamo a guardare l'età del pensionamento come lo spartiacque fra maturità e vecchiaia. In realtà l'invecchiamento inizia molto tempo prima e continua a lungo dopo. Noi iniziamo ad invecchiare il giorno della nascita: il processo dell'invecchiamento è una conseguenza inevitabile della vita. Ma perché e come invecchiamo? L'invecchiamento è un progressivo declino delle funzioni del corpo: negli esseri umani l'invecchiamento è accompagnato da una motilità ridotta, da un aumento dei tempi di recupero da una diminuzione della vista e dell'udito, da una memoria più debole, da una minore resistenza alle malattie. Per tutto il corso della storia ci è stato detto che la morte è un processo naturale, inevitabile. Il Predicatore dell'Ecclesiaste afferma: “per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo, un tempo per nascere e un tempo per morire”. Era ancor prima che Omero poeticamente scrivesse: “la stirpe degli uomini è come la stirpe delle foglie; una generazione fiorisce, un'altra muore”.

Per oscure ragioni ci affanniamo per tutta la vita a creare carriera, successo, fortune solamente per vederceli portar via dall'invecchiamento e dalla morte. Esiste una cura per l'invecchiamento? L'invecchiamento è progressivo e ad oggi inevitabile. Alla fin fine cosa possiamo farcene di una vita senza fine? Dante e Virgilio, dopo aver fronteggiato la morte e avere scandagliato i nove cerchi dell'Inferno, alla fine riemergono per tornare a “riveder le stelle”. A dispetto del profondo desiderio che noi e i nostri cari si possa sopravvivere, non esiste alcuna valenza controllata empiricamente della sopravvivenza dopo la morte. La morte è parte della vita. Non dovremmo essere così preoccupati di chi eravamo o saremo, ma di chi siamo ora e di che cosa facciamo ora. Smettiamo di vivere se fossimo immortali. Cerchiamo l'immortalità, se può essere trovata, ma non ad ogni costo. L'immortalità e al momento irraggiungibile. La medicina e la ricerca medica attuali sono concentrati nella prevenzione della morte, trasformando la “morte acuta” in “morte cronica”. Dobbiamo modificare il funzionamento della ricerca e della pratica clinica, prendere la priorità all'estensione della vita in salute e non della vita ad ogni costo: più vita alla salute e non più anni alla vita”.


Orta Nova: il parco eolico Eurowind produrrà energia pulita per 50 mila abitanti. Il Consiglio comunale approva lo schema di convenzione. Il territorio di Orta Nova ospiterà, in località Santo Spirito, un parco eolico della potenza complessiva superiore a 28 megawatt, sviluppata dai 14 aerogeneratori installati dalla società Eurowind Orta Nova Srl a seguito dall’autorizzazione della Regione Puglia. A conti fatti, sarà prodotta energia pulita utile a soddisfare i consumi annui di circa 50.000 persone evitando di bruciare il contenuto di oltre 88.000 barili di petrolio e di immettere nell’aria circa 31.000 tonnellate di anidride carbonica. La centrale elettrica alimentata da fonte rinnovabile e non inquinante è previsto sia attivata prima del 31 dicembre e lo sarà al massimo per 29 anni, al termine dei quali la società dovrà smantellare gli impianti e bonificare le aree utilizzate. Quest’ultima è una delle previsioni della convenzione sottoscritta, venerdì 24 agosto, tra la sindaco di Orta Nova e il legale rappresentante della Eurowind Orta Nova Srl a seguito dell’approvazione del documento da parte del Consiglio comunale nella seduta di martedì 21 agosto. L’atto fissa a vantaggio dell’Amministrazione comunale un corrispettivo onnicomprensivo e forfetario pari al 2% del fatturato, al netto dell’IVA, derivante dalla vendita di energia elettrica, dal possesso di certificati verdi e da qualunque altra forma di incentivazione. Somma che, è specificato in convenzione, non ha natura compensativa e comprende anche gli oneri di urbanizzazione e costruzione derivanti dal progetto autorizzato. Sono esclusi dal corrispettivo il pagamento dell’Imu e delle altre imposte previste dalla legge, nonché gli oneri di costruzione e urbanizzazione relativi ad eventuali modifiche o ampliamenti del progetto autorizzato. Il corrispettivo dovrà essere versato entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello della produzione. Orta Nova: La Giunta adotta il Piano comunale di Protezione civile La Giunta ha adottato il Piano comunale di Protezione civile e approvato il progetto per il rafforzamento delle strutture comunali dedicate a questo servizio con cui concorrere ai finanziamenti europei messi a bando dalla Regione Puglia. Il Piano è stato predisposto dalla KartoGraphia - GIS and Mapping Applications utilizzando il contributo finanziario di

17.mila euro stanziato dalla Giunta regionale nel marzo del 2008. Grazie alla adozione del documento tecnico, la Giunta ha potuto partecipare all’avviso pubblico relativo al ‘Rafforzamento delle strutture comunali di protezione civile’, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, e concorrere all’assegnazione di un contributo dell’importo massimo di 70.000 euro destinati alla migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina della Protezione civile rispetto alle calamità naturali e al rischio idraulico, idrogeologico e sismico. “Oltre ad aver finalmente messo a frutto risorse assegnateci dalla Regione Puglia ed a concorrere per l’assegnazione di ulteriori finanziamenti”, ha commentato il sindaco Iaia Calvio, “la Giunta ha eliminato un deficit operativo della struttura comunale. L’efficiente organizzazione della Protezione civile è una buona prassi amministrativa che evita di pagare ben più alti costi, anche in termini di vite umane, laddove una calamità naturale dovesse colpire il nostro territorio. Quello della prevenzione è un concetto difficile da far passare nella cultura di governo e civica, a maggior ragione in periodi di crisi finanziaria”. Conclude Calvio: “ma dobbiamo assumere piena consapevolezza della fragilità del nostro territorio, troppo spesso determinata da azioni errate dell’uomo, ed essere pronti ad operare con la massima efficacia in caso di necessità e pericolo”. Palazzo di città: il sindaco ignora le interrogazioni delle minoranze J’accuse di Peppino Moscarella “Come nelle migliore tradizione della sinistra, i campioni delle chiacchiere in materia di democrazia, trasparenza e parteci-

pazione alla prova dei fatti si rivelano i soliti venditori di fumo. Tutta la storia della sinistra politica ce lo ha insegnato, ed il sindaco Calvio, degna erede di quel mondo, non perde occasione per confermarlo”. Questo è j’accuse di Peppino Moscarella, leader dell’opposizione in seno al Consiglio comunale, nei confronti del primo cittadino ortese. “Il sindaco Calvio è riuscita addirittura a segnare un non facile primato. Dal momento del suo insediamento non ha mai risposto ad una sola delle numerose interrogazioni che la minoranza le ha rivolto circa l’andamento della sua amministrazione. Siamo stati addirittura costretti a rivolgerci al Prefetto affinché fossero ripristinate le più elementari forme di agibilità democratica, che all’interno di una istituzionale non possono in alcun modo essere un optional”. Al via i lavori di costruzione del “Dopo di noi” Sono iniziati i lavori di costruzione della struttura destinata ad accogliere i diversamente abili rimasti senza genitori o familiari che possano assisterli ed avere cura di loro. Il cosiddetto 'Dopo di noi' sarà realizzato in via Campania, all'interno della zona di edilizia economica e popolare, su un suolo di proprietà del Comune. Il costo dell'opera ammonta a 400.000 euro, fondi assegnati all'Amministrazione comunale di Orta Nova dal Piano Sociale di Zona. La struttura potrà accogliere fino a 7 ospiti e sarà dotata di cucina, sala mensa, spazi per attività e laboratori, e sarà gestita da chi si aggiudicherà il bando pubblico adottato dal Comune all'esito dei lavori di costruzione, previsto fra 12 mesi.


Il Comune ortese attiva il servizio di consulenza gratuita per la creazione di impresa Amministrazione Comunale e GAL Piana del Tavoliere hanno organizzato un workshop per divulgare le misure di finanziamento adottate dallo stesso GAL con l’obiettivo di rafforzare il tessuto imprenditoriale e promuovere l’autoimprenditorialità. Sarà questa l’occasione per presentare alla cittadinanza il servizio di consulenza gratuita per la creazione d’impresa attivato dall’Amministrazione comunale. “Dopo aver superato le difficoltà che hanno incomprensibilmente contrapposto Comune e Gal Piana del Tavoliere”, sottolinea il sindaco Iaia Calvio, “attiviamo questa collaborazione con l’obiettivo di ampliare quanto più è possibile la platea dei beneficiari dei fondi e, magari, di invogliare i giovani ortesi ad investire le proprie energie e competenze nello sviluppo di un progetto imprenditoriale incentrato sulle ricchezze e le vocazioni territoriali”. Alla caserma Pedone di Foggia passaggio di consegne Passaggio di consegna al 21° Reggimento Artiglieria Terreste “Trieste” di Foggia. La manifestazione si è svolta venerdì 28 settembre scorso presso la caserma “Pedone”. Nel corso della manifestazione con la consegna della bandiera di Guerra del Reggimento al Col. Gaetano Ricciarelli da parte

L’archivio della resistenza e della memoria di Barletta ha realizzato, in questi ultimi anni, scrupolosi impegni nella Ricerca storica contribuendo ad una rivisitazione e ad un rinnovato consolidamento della Memoria Pubblica dell’occupazione nazista della nostra terra, nel Settembre del ’43. L’Amministrazione comunale di Barletta, nell’intento di attuare un uso pubblico della Storia che valga da supporto ad una doverosa e corretta conoscenza degli eventi, dei fatti e delle persone che, nel periodo del settembre ’43, hanno vissuto gli accadimenti per i quali la città è onorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare e di Medaglia d’Oro al Merito Civile, da molti anni organizza nel mese di Settembre, il mese della Memoria. Nel rispetto di scelte rivelatisi significative, apprezzabili, convergenti e condivise si organizzano iniziative pubbliche caratterizzare da larga partecipazione di cittadini e di numerose rappresentanze amministrative e culturali di molti Comuni italiani, quali il Convegno e il Raduno Nazionale della Po-

del col. Vincenzo Cipullo si è svolta la cerimonia di passaggio delle consegne. Il col. Ricciarelli è il 78° comandante del reggimento foggiano. Nozze Cavaliere-Lo Surdo Il sogno d’amore tra Gerardo Antonio, carissimo collaborato del nostro giornale e docente presso l’Unitre dei 5 Realis Siti, e Lorenza è stato coronato domenica 22 settembre scorso presso la chiesa del S.S.Salvatore di Foggia. Auguri vivissimi alla giovane coppia e felicitazioni per la prof.ssa Rina e Leonardo Cavaliere, dall’Editore, dal Direttore e dalla intera redazione e dal Comitato Direttivo dell’Unitre e dai corsisti.

le rughe sul viso il loro amore è sempre più forte e solidale e vederli sorridere e sapere che per “noi” sono i più grandi punti di riferimento è meraviglioso. Un augurio speciale a mamma e papà, dalla vostra famiglia. Lutto nel giornalismo di Capitanata

40 anni di matrimonio

Tra ago, filo e stoffe varie Peppino e Filomena Rubino hanno festeggiato, il 21 agosto scorso, i loro primi 40 anni di matrimonio. Nonostante i capelli bianchi e

Dopo inenarrabili sofferenze, amorevolmente assistito dalla moglie e dai figli si è spento il collega Pietro De Michele, editore e direttore editoriale del periodico “Il Castello - il giornale dei pannesi”. Da sedici anni si definiva “il giornalista paesano”, riuscendo con grande professionalità, con la sua rivista, a divenire il punto d’incontro dei pannesi che vivono nel mondo con la loro città di origine. L’Editore Annito Di Pietro, il Direttore Michele Campanaro e l’intera redazione sono vicini alla famiglia De Michele.

lizia Locale. Anche quest’anno si iscrivono in questo quadro di riferimento le iniziative svoltosi con il Convengo della Polizia Locale sulla Sicurezza, in collaborazione con il Sulpl, l’apposizione della Targa commemorativa sul luogo di lavoro dei Vigili e dei Netturbini falciati dai nazisti, la commemo-

razione dell’affondamento della corazzata Roma, in collaborazione con la sezione Anmi di Barletta e la premiazione degli studenti che hanno realizzato dei corti cinematografici su le Persone che fanno... la Storia, fornendoci un chiaro indice del lavoro di ricerca storica nelle scuole barlettane.


Ebbene si, cari lettori, parafrasando un andante popolare: “Tanto tuonò che non piovve”, è quello che è accaduto a noi. Spesso qualcuno dimentica che il nostro ruolo nel contesto sociale ortese e dei 5 Reali Siti è quello di essere al servizio della collettività, dando puntuale il meglio dell’informazione. Dedichiamo ampio spazio alla vita amministrativa del comune ortese e continueremo a farlo, anche se qualche ostacolo, da parte di qualcuno, non è stato ancora superato. Sin dal mese di maggio abbiamo chiesto al sindaco di Orta Nova, l’avv. Iaia Calvio di concederci una intervista per un bilancio sul primo anno di attività della Giunta che presiede, ma siamo stati totalmente ignorati. A nulla è servito nemmeno l’intervento di una sua carissima amica, però qualcosa è arrivato in soccorso alla nostra richiesta: il blog del primo cittadino ortese. Ringraziando pubblichiamo integralmente l’intervento dell’avv. Calvio: Dopo un anno da sindaco sento il bisogno, forte e urgente, di tornare a parlare con voi. È stato un anno faticoso, duro: decisioni da assumere in nome e per conto di tutti, scelte da compiere che fossero il più possibile rispondenti al bene dei cittadini, gravi difficoltà finanziarie, menzogne da sbugiardare, timore di commettere errori, emergenze da gestire, uffici e personale da organizzare. Tutto questo senza perdere mai di vista il progetto politico, quello che mi ha portata alla candidatura, quel progetto per cui mi avete eletta vostro sindaco. Quel progetto, che io non ho affatto dimenticato e che continua a rappresentare la linea direttrice lungo la quale continuo a camminare e che mi aiuta a superare i momenti di difficoltà, la stanchezza e le maldicenze di qualcuno. E riparto da quello che è accaduto ieri, sabato 26 maggio. Sono andata a un convegno organizzato da Capitanata Rifiuti Zero sulla “raccolta differenziata dei rifiuti”, animata da interesse e dal desiderio di im-

parare, per importare a Orta Nova buone pratiche civiche e amministrative. E, ferma restando l’utilità del tema affrontato, ho ascoltato l’ennesimo atto di accusa nei confronti del cosiddetto “ceto politico” e delle gravi responsabilità che sono attribuite agli amministratori per il sol fatto di essere amministratori della cosa pubblica. “Se la raccolta differenziata non parte è colpa della classe politica dirigente, la responsabilità è dei politici che sono molto più indietro e sono peggio di chi li ha votati”: questo ho dovuto ascoltare, con profondo rammarico e con una certa riprovazione. E così mi ritrovo ad essere scaraventata nel calderone delle generalizzazioni e degli slogan semplificatori, che tanto sono di moda, ahimé, in questo tempo malato, in cui la pratica della responsabilità personale è diventata così poco diffusa e dare la colpa agli altri - senza distinguere tra chi la merita e chi no - è un vizio spalmato ovunque. E allora, ditemi voi, sono io parte della “Casta”, che con la mia giunta ho rinunciato in questo primo anno di mandato alla mia indennità, lasciando circa 100.000,00 euro? Sono io “Casta”, visto che da quando sono sindaco (e anche prima

di diventarlo) combatto ogni giorno una battaglia per l’affermazione delle regole? O è “casta” chi sale su un ambone e si mette a fare proclami, ma nel frattempo lavora per le amministrazioni dietro lautissimi compensi? Sono io casta o è casta chi in soli sei mesi ha percepito dal Comune di Napoli 130.000,00 per un’attività di consulenza? Trovo inaccettabile che un tecnico incaricato dal Comune di Orta Nova per redigere un piano di “raccolta differenziata” (naturalmente, dietro compenso) incontri la giunta e i consiglieri per esporre i risultati del proprio studio e per definire una strategia di attuazione della raccolta differenziata, aggiungendo che è complicata da attuare visto che siamo con la Sia, salvo poi salire su quell’ambone e dire che tutto si può fare e se non si fa è colpa di chi amministra. Non mi piacciono quelli che non hanno il coraggio di dire la verità e che per accattivarsi il consenso della gente raccontano verità a metà, quando va bene, altrimenti vere e proprie menzogne. Non mi piacciono quelli che cavalcano la tigre del momento e non distinguono tra i disonesti, che pure ci sono, e quelli che onestamente fanno tutti i giorni il proprio dovere. Capisco il sentimento di rabbia e di angoscia: il momento è difficile, la crisi gravissima, le difficoltà tante, tantissime. Ma non è con la rabbia che si fanno le riforme: la rabbia va incanalata operosamente e deve tradursi in un’assunzione collettiva di responsabilità, che parta innanzitutto dalla responsabilità personale di ciascuno di noi, nessuno escluso. L’ho detto mille volte: occorre la “Solidarietà del Compito”, un disegno in cui ciascuno si senta responsabile di quel che accade a tutti e della cura e della tutela dei beni comuni. Fin qui la disamine del sindaco, avv. Iaia Calvio. Sull’argomento abbiamo ritenuto opportuno raccogliere le riflessioni di alcuni consiglieri comunali.


Domanda: A poco più di un anno dall’inizio dell’Amministrazione Calvio, quale è il Suo personale giudizio sull’operato? Quali aspetti l’hanno convinto positivamente e su quali punta l’indice? Giuseppe Moscarella (Pdl): Quest'anno di amministrazione guidata dal sindaco Calvio è stata contraddistinta da una costante azione di informazione distorta e falsa. Infatti ha sempre insistito sul fatto che il Comune di Orta Nova avesse debiti ed una situazione finanziaria precaria. Tale affermazione è stata smentita dagli atti che in questo anno il Comune ha prodotto e dai quali è risultato che la precedente amministrazione ha lasciato un bilancio attivo con un avanzo di amministrazione. I mutui che il Comune ha contratto per opere pubbliche necessarie per il paese sono diventate motivo di soddisfazione per questa amministrazione che non perde occasione per inaugurare le nuove realizzazioni. Inoltre l'attuale Sindaco che, in campagna elettorale ha parlato di “vento nuovo” nell'amministrare la cosa pubblica, in realtà ha dimostrato la sua scarsa propensione per i rapporti con i cittadini ed ha svilito il ruolo dei consiglieri comunali tanto che non ha ritenuto di rispondere alle numerose interrogazioni che rendono il consigliere comunale partecipe e vigile all'attività amministrativa. Aspettiamo di vedere attivati finalmente l'asilo nido e l'ex caserma dei carabinieri, opere fatte dalla precedente amministrazione ed oggi non ancora funzionanti. Inoltre la nomina dello staff del Sindaco, a mio avviso, dimostra la incapacità di amministrare e il bisogno di avere intorno persone che gli fanno da paravento e da compagnia. Quindi giudizio negativo. Gianni Lannes: Il mio non è semplicemente un punto di vista, ma un riscontro oggettivo della realtà ortese. La Giunta Calvio? Un disastro affaristico preannunciato. Perfino 6 deputati del Gruppo parlamentare del Partito Democratico hanno presentato interrogazioni al governo Monti sull'emblematico caso di Orta Nova. Chi gestisce il Paese? Il “sindaco” Calvio o l'assessore regionale Elena Gentile, e perfino il capogruppo del PD alla Provincia, tale Paolo Campo? Come è noto la Corte dei Conti a gennaio di quest'anno ha certificato una voragine di passività finanziarie nei conti del Comune, realizzata da Giuseppe Moscarella. L'ex sindaco ha indebitato paurosamente Orta Nova. Il blog “Su La Testa” (http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/) ne ha documentate di anomalie. Basta cliccare nel motore di ricerca interno il termine Calvio o Moscarella a piacimento per scoprirne delle belle! Antonio Tartaglia: Il mio bilancio sull’operato dell’Amministrazione Calvio è fortemente messo in difficoltà dai recenti tagli che il Governo Monti sta facendo nei confronti degli enti locali, e chiaramente anche noi ne soffriamo. Oltretutto stiamo subendo qualche decisione sbagliata della precedente amministrazione, su tutte quella relativa ai suoli della zona P.I.P.: l’investimento fatto è stato sbagliato, in quanto potenzialmente vendendo tutti i terreni avremmo in cassa 4 milioni di euro, anziché i 7 di debiti essendo gravati i mutui contratti da

quote di interessi, e tale scelta porta così a delle inevitabili decurtazioni. Il nostro merito è pertanto quello di sforzarci di mettere ordine ai conti e già il non aver contratto nuovi mutui ne è testimonianza; stiamo cercando di pagare tutti i fornitori aventi dei crediti nei confronti della Amministrazione Comunale perché non bisogna farsi ingannare dalle parole dell’ex sindaco Moscarella che parlava di avanzo di bilancio, senza però considerare che aveva pendenti numerosi debiti per mancati pagamenti. Stiamo dunque perseguendo l’impegno di fare dei tagli giusti, dove c’è spreco, attraverso una corretta regolamentazione dei servizi pubblici. Porre un criterio nell’uso e nella gestione degli impianti sportivi comunali: non più padri-padroni a comando delle strutture, ma tutti devo poterne fruire in quanto beni destinati alla collettività. Inoltre invertiremo la tendenza di dare noi soldi delle casse comunali per le attività sportive, ma saranno le varie società che utilizzeranno gli impianti a contribuire, secondo le loro disponibilità e necessità, al sostenimento delle spese di gestione delle strutture. Pur non essendo ancora visibile alla maggior parte della collettività, perché il nostro obiettivo è innanzitutto di regolarizzare tutto l’apparato dei servizi comunali. Esempio ne sono i voucher buoni-lavoro, che consentono a tanti ortesi in difficoltà economica di impegnarsi nello svolgere piccole attività di manutenzione verde pubblico, pulizia e manutenzione di scuole, strade ed edifici pubblici, lavori di

emergenza e nel campo dei servizi civili, con una retribuzione di 7.50 euro a ora; una iniziativa che tanti enti locali stanno ripercorrendo e che noi riattiveremo con un maggior stanziamento di fondi”. Antonio Porcelli: Il mio giudizio a poco più di un anno della nuova amministrazione è un giudizio sospeso, in attesa di vedere, si spera, almeno in parte tutto quanto promesso in campagna elettorale. L’amministrazione del paese Orta Nova resta oggettivamente molto difficile e tale continuerà a essere se davvero non si smette di fare vecchia politica e vecchia concezione di amministrare la cosa pubblica, intendo riferirmi all’ascolto del paese tutto, sui suoi malesseri più preoccupanti e smettere di riunirsi solo con chi ci ha votato a favore e continuare a restare sordi verso l’altra parte del paese, non esistono più colori di partito, ora esiste un solo problema Orta Nova. Come sono lontani i giorni in cui si confidava nelle consulte popolari, nei consigli comunali in piazza Nenni e ascoltare la gente fin nel mercato del giovedì .............. ecco direi di incominciare finalmente col sentire la voce del paese senza aspettare un’altra elezione. Arturo Gianluca Di Giovine: Il giudizio è negativo, in quanto l’amministrazione Calvio nasce da compromessi al ribasso che determinano le politiche governative. Mi convince la preparazione e la professionalità dell’assessore all’ambiente Attini, anche se si nota che non è del tutto libera nel professare e attuare le proprie idee.


È stata inaugurata a Carapelle lo scorso 1 settembre la nuova scuola paritaria dell’ infanzia “Fantasylandia” di Lucia Mansolillo. La struttura è attiva dal 1993 ma grazie al fondo Fesr della Regione Puglia, ha ottenuto i finanziamenti per effettuare i lavori di ristrutturazione e ampliamento del complesso. “Per me un sogno che si avvera” queste sono le parole della responsabile Lucia Mansolillo che abbiamo intervistato subito dopo la cerimonia di apertura e ancora ”L’insegnare ai bambini è una passione che ho da quando ero piccola. Nel 1993 appena diplomata ho aperto la scuola, la struttura era comunale dopo 15 anni l’ho acquistata e dopo 20 anni, realizzo quello che per me è stato uno dei miei sogni più grandi, quello di ampliarla. Ho sempre avuto tante richieste da parte delle mamme per accogliere altri bambini ma non ho mai potuto soddisfarle perché la struttura era piccola, ora con questo ampliamento, la struttura riuscirà ad accogliere più di 80 bambini. Fantasylandia è una scuola materna, dove si fanno progetti didattici in base all’età dei bambini, dove il personale è altamente qualificato, ed ha qualcosa in più rispetto alle altre scuole, la scelta del personale non è basata solo sulla tipologia del titolo di studio, che è requisito minimo per lavorare, ma deve avere una grande passione, solo chi ha una grande passione come quella che ho io può lavorare nella mia scuola”. All’evento hanno preso parte i parroci delle due parrocchie carapellesi, Don Angelo Festa e Don Vincenzo Patano che hanno aperto la cerimonia d’inaugurazione con il rito cristiano della benedizione e aggiunto: “Voglio congratularmi con Lucia e Leo e con i collaboratori per quello che hanno realizzato. L’asilo è un segno del regno di Dio, Gesù dice: lasciate che i piccoli vengano a me perché a chi è come essi, appartiene il regno dei celi, qui c’è il regno dei cieli, qui c’è Dio”. C’era anche l’assessore regionale al Welfare, dott.sa Elena Gentile che ha tagliato il nastro tricolore e spiega “La scuola per l’infanzia è uno dei tasselli importanti per il fattore crescita e sviluppo di un territorio, questo è uno dei 280 nuovi asili nido finanziati e realizzati sul nostro territorio. Carapelle ha goduto sia da parte dei comuni, con i finanziamenti anche per un’altra struttura e sia a favore dei privati che hanno voluto cimentarsi in questa esperienza. La gioia di una donna imprenditrice che ha voluto investire tutta la sua vita in questa splendida esperienza. Tanto abbiamo fatto per promuovere il valore della differenza, l’intelligenza, la creatività, la passione e l’amore che le donne mettono nel loro lavoro, quella di oggi costituisce un momento importante e bello. Questo evento sta a dimostrare anche, che quando le donne si impegnano, riescono a realizzarsi sfidando prima loro stesse e poi il contesto complessivo con risultati belli, significativi e a volte anche emozionanti e noi oggi insieme ci siamo emozionati.” A chiudere la cerimonia con una piccola nota ridanciana è il Sindaco di Carapelle Alfonso Palomba che rammenta: “Il protocollo degli interventi è stato invertito, perché va a scala dal più piccolo al più grande, questo è il protocollo della politica, ma nonostante ciò, non posso che unirmi alle congratulazione nei confronti di Lucia Mansolillo”. E ancora, “Io ritengo abbiamo voluto accompagnarti in questo percorso, perché tu hai messo altra ‘pietra militare’ nella storia amministrativa di questa comunità e questi sono dei servizi im-

portati perché la qualità della vita che noi inseguiamo, cambia in base ai servizi. I servizi a Carapelle stanno nascendo sia sul versante del privato sia sul versante del pubblico, anche questo è un passo importante verso la conquista di un livello di civiltà. Se ti siamo stati vicini è perché siamo convinti che ridisegnare il profilo di una cittadina che si sta sforzando di uscire dalla sua base di ruralità, ricordiamoci che nasce come paese contadino, e acquista una dimensione urbana, questa cittadina il cui obiettivo è la civiltà, lo conquista proprio attraverso questi servizi”. Per ogni evento

Nella seduta consiliare del 14 settembre la maggioranza Calvio ha approvato il bilancio di previsione 2012. Il documento programmatico dell’Ente comunale, stranamente licenziato quasi alla fine dell’anno in un momento in cui gran parte delle scelte risultano essere già effettuate, non presenta alcun elemento di novità e di discontinuità rispetto al passato, anzi registra elementi peggiorativi in alcuni capitoli in cui lo stesso si esplica. Sul piano fiscale, la maggioranza Calvio ha proceduto all’innalzamento delle aliquote IMU che per la prima casa passano dal 4 al 6 per mille mentre per le seconde abitazioni passano dal 7,60 al 9,60 x mille, restando fissate al 7,60 x mille per i terreni agricoli. L’addizionale Irpef, invece, viene raddoppiata passando dallo 0,4% allo 0,8%. Non è stata recepita la mia proposta di mantenere l’aliquota IMU al 4 per mille per la prima casa e massimizzare quella per le seconde abitazioni in modo da venire incontro ai cittadini economicamente più deboli. Capisco il momento di difficoltà della finanza locale ma non posso tollerare l’inganno ai cittadini dal momento che in campagna elettorale l’allora candidato Sindaco Calvio prometteva che una volta eletta avrebbe agito sulle leve fiscali per migliorare la situazione economica dei cittadini. Forse sono state le promesse mancate a spingere il Sindaco a nominare in questi giorni uno staff personale, costituito da quattro membri, che costerà alle casse comunali Euro 800,00 al mese. Mi chiedo se il Sindaco non avesse, a questo punto, riconosciuto la inadeguatezza della sua squadra di governo visto che ai membri dello staff sono state affidate le stesse materie (lavori pubblici,

a Carapelle le polemiche non mancano mai, infatti, alcuni hanno sollevato la domanda del perché la presenza di personaggi politici per una struttura privata, l’abbiamo chiesto direttamente alla responsabile e coordinatrice dell’asilo Fantasylandia, Lucia Mansolillo: “Il mio asilo fa parte del progetto per la ristrutturazione e ampliamento della scuola paritaria dell’infanzia, i finanziamenti sono stati stanziati dal fondo Feser 2007/2013 che ho avuto partecipando a un bando il quale ho vinto. L’amministrazione comunale che adesso amministra il nostro paese è stata vicino a questa struttura e a questo mio sogno proprio perché trattasi di finanziamenti pubblici. La presenza dell’assessore al Welfare della regione Puglia, dottoressa Elena Gentile è spiegata dal fatto che; oltre ad essere un mio sogno invitarla, la conosco perché seguo tutti i suoi convegni, ed è lei la promotrice del progetto regionale di ampliamento delle scuole materne, degli asili nido, scuola dell’infanzia e sezione primavera, ed è grazie solo al suo profuso impegno che la nostra regione può vantarsi di essere la prima in tutta Italia ad avere un numero maggiore di sezione primavera”. La polemica quindi è stata subito azzittita e messa a tacere.

ambiente, politiche sociali e cultura) delle quali in una normale amministrazione se ne occupano solo gli assessori. Nella stessa seduta la maggioranza Calvio ha approvato l’installazione di parcometri con una tariffa di Euro 1,00 per ogni ora. Nella proposta di delibera non si fa alcun cenno ad esigenze di cassa ma semplicemente alla volontà di regolamentazione del traffico. Ma allora non mi spiego il perché la maggioranza non abbia accolto la mia proposta di introdurre il “disco-orario” che egualmente regolamenta il parcheggio e il traffico senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Ho dovuto far presente alla maggioranza che con l’installazione dei parcometri si sarebbe finito per favorire i cittadini più facoltosi e, pertanto, la misura sarebbe risultata controbilanciata dall’introduzione di un servizio di mini-navetta che avrebbe consentito anche ai cittadini economicamente più deboli di raggiungere agevolmente il centro cittadino. Mi auguro vivamente che il servizio non finisca per incidere negativamente sulle casse comunali qualora venga affidato a concessionari, vista l’esperienza negativa del passato. Infine, dov’è la trasparenza amministrativa tanto annunciata in campagna elettorale quando la Calvio prometteva i Consigli Comunali in piazza con la presenza del maxi schermo, mi sembra che si sia andati peggio dal momento che ora i Consigli si fanno alle nove del mattino con la sola presenza dei soli addetti ai lavori e l’assenza di cittadini che inevitabilmente in quelle ore sono al lavoro. E’ forse questo l’annunciato vento nuovo?


Inizia il 3° anno accademico dell’Unitre “Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti”, in effetti, è il 6° anno da quando l’Unitre è presente sul territorio. Non sono molti, ma questa realtà si sta affermando socialmente e culturalmente valida per il riconoscimento di tutti. Non è una Università degli anziani, ma delle tre età: giovani e meno giovani insieme, per garantire sempre nuova linfa ed energia propulsiva al progetto Unitre. Il numero degli associati è aumentato, l’offerta dei programmi si è ampliata, gli obiettivi sono sati perseguiti con tenacia e decisione, perché si è lavorato tantissimo, con serietà e umiltà insieme ai docenti. Di fatti il successo dell’Unitre sta nella volontà e nell’impegno di tutti; oggi sempre più minacciati dalla diffusione di altre forme di comunicazione, che appaiono più efficaci, più gradite e più consone ai nostri interessi. Di fronte alla potenza mediatica, diversa dal contatto umano e personale, è opportuno chiedersi perché incontrarsi. Questa domanda che, prima dell’avvento dell’era telematica, poteva apparire sicuramente retorica, oggi rispecchia numerose motivazioni. Alla civiltà del libro si contrappone quella dei mass media che costituiscono il prolungamento degli organi sensori dell’uomo e contribuiscono, dicono, ad avvicinare gli abitanti delle varie parti del globo, ridotto ormai a poco più di un villaggio, favorendo la consapevolezza e la responsabilità umana, la comprensione e la pace fra i popoli. A queste ottimistiche considerazioni non si può fare a meno di contrapporre la reale visione dell’umanità tormentata dalle guerre, dalla fame e il processo di condizionamento e di massificazione che sembra travolgere ognuno di noi. Di fronte a questa visione dell’umanità violenta e distratta, che parla attraverso il computer e gli slogan pubblicitari non possono mancare voci che s’innalzano in difesa della socializzazione. Questa mette in opera un travaglio di mediazione critica di contenuti, di forme, di valori; instaurare un colloquio con gli altri significa anche allargare gli orizzonti della vita affettiva, oltre che arricchire le conoscenze, giacché offre una sempre più vasta apertura sul mondo dei sentimenti e dei pensieri capaci di orientare l’individuo verso il traguardo delle attività più congeniali. Educare al dialogo e alla personalizzazione

delle conoscenze significa, anche, saper dominare le molteplici fonti d’informazioni di cui direttamente o indirettamente tutti usufruiscono. Per questo l’Unitre è aperta a tutti quelli che hanno voglia di vivere, di sentirsi realizzati e accettati. Non è un centro di potere, ma una realtà culturale che dà senza chiedere, senza arrivismo e senza egoismo. Lo spirito d’unione e collaborazione muove gli iscritti e i suoi organizzatori, che operano a titolo gratuito. Le iscrizioni ai corsi e ai laboratori per l’anno accademico 2012/13, come da locandina pubblicata a parte, sono accolte

nei cinque comuni dell’Unione contestualmente all’adesione in qualità di soci dell’Unitre. La scelta dei corsi e dei laboratori è libera, ma dovrà essere compatibile con i posti ancora disponibili. Per iscriversi all’Università non è necessario alcun titolo di studio e non sono richiesti esami o tesi. Rivolgo in particolare un affettuoso saluto ai nuovi associati che per la prima volta si accingono a entrare nella grande famiglia Unitre con la voglia di conoscere, divertirsi, stare insieme con gli altri e dare una mano a chi ne ha bisogno. Buon anno accademico!


Largamente atteso e puntuale, ricco e prestigioso si è realizzato, in un torrido scorcio di fine estate, l‘evento musicale per eccellenza, destinato a lasciare indelebili tracce per l’eleganza, la raffinatezza e la carica emozionale che solo la grande musica sa sprigionare. La sera del 24 agosto, nella deliziosa location di piazza Duomo, a Stornarella, davanti ad un folto, motivato ed autoselezionato pubblico, proveniente oltre che dal circondario anche da tutta la Daunia e dal barese, si è concretizzata la terza edizione del Festival “Reali Siti in Tango & Jazz”, ormai divenuto appuntamento di grandissimo rilievo artistico-culturale del territorio che lo ha visto nascere e proseguire negli anni. Protagonista il trio di tango-jazz Nuevo Tango Ensable nelle persone dei talentuosi musicisti Gianni Iorio al bandoneon, Pasquale Stafano al pianoforte e Pierluigi Balducci al basso che vantano meritati successi in tutta Europa ed oltre, per il loro stile personalissimo ed irripetibile che sa coniugare brillantemente la musica sensuale di Buenos Aires ed il jazz americano in un continuo altalenare di serrati dialoghi strumentali che esprimono personalità ed inventiva in un mix di passione e sentimenti che si liberano nell’atto dell’improvvisazione grazie ad incredibile e profonda sensibilità tradotta in tecnica e creatività allo stato puro. Il cartellone, in questa edizione, ha previsto un solo grande concerto, ma innovativo ed originale non solo per i brani proposti, ma anche per l’unicità, la bravura ed il virtuosismo di un “mostro sacro” della grande musica contemporanea: il clarinettista Gabriele Mirabassi, ospite della serata e stretto collaboratore del trio da ormai lungo tempo. La loro collaborazione dura infatti già da 6 anni e nel 2008 è confluita in un bellissimo album intitolato “Tango Mediterraneo” prodotto dall’etichetta tedesca Jazzhaus Records, oggetto di numerosissime e ottime recensioni da tutto il mondo. Il genio musicale del grande ospite, considerato unanimemente uno dei più grandi clarinettisti mondiali in attività,

si è concesso all'attento pubblico in tutta la sua completezza, fatta di rigore e improvvisazione, tradizione e innovazione: elementi cardine di quelle sonorità limpide e liquide, misteriose ed avvolgenti, calde e sensuali che non smettono mai di stupire e di sorprendere, perchè il suono prodotto dal suo clarinetto ora è struggente, ora guizzante e imprevedibile, ora capace di inscrivere linee di sapore squisitamente jazzistico all’interno di ritmi in sofisticate costruzioni di ampie tessiture strumentali. Stupendi anche i suoi connaturati contorsionismi durante gli strepitosi assoli ed i lievi saltelli che caratterizzavano i momenti più intensi delle sue performances, come se si librasse nell'aria e facesse li-

brare così anche i suoi ascoltatori, immersi nelle più intense ed irripetibili emozioni. Quasi due ore ininterrotte di grande musica, di passionale tango e di inesprimibile jazz, di scorribande continue nell'improvvisazione, in un continuo discorso creativo che ha avuto i suoi punti fermi nei bellissimi brani dell'ultimo Cd del Nuevo Tango Ensamble, ”D'impulso” (2011, Jazzhaus Records, distr. Egea distribution), brani di cui i tre musicisti Iorio-StafanoBalducci sono anche autori ed arrangiatori. Il titolo “D’impulso” è proprio a sottolineare la natura improvvisativa del tangojazz, il carattere spontaneo e impulsivo della sua struttura che cambia continuamente esplorando nuove strade sia a livello di materiale melodico che ritmico, a definire comunque uno stile ben caratterizzato e personale del gruppo, che ha dato prova di una mirabile e convincente sintesi di influenze diverse, di jazz e di classica,

di etnico e di concettuale, ed altro ancora... Ampie sonorità mediterranee soprattutto a livello melodico insieme al codice stilistico del jazz nel fraseggio pianistico di Pasquale Stafano, nelle linee di basso di Pierluigi Balducci, nelle evoluzioni linguistiche del tango del bandoneon di Gianni Iorio, nella sua connotazione emozionale costituita da passione e sincerità. Ammirevole la corale partecipazione del pubblico entusiasta che sottolineava continuamente con intensi applausi i momenti di maggiore intensità ritmicocreativi ed emozionali dei vari brani. Un concerto davvero memorabile ad impreziosire la terza edizione del festival. Festival voluto fortemente dall’Amministrazione Comunale di Stornarella , patrocinato dalla Provincia di Foggia e sostenuto dagli sponsor che investono nella cultura sul territorio e che si è avvalso della direzione artistica dei musicisti Pasquale Stafano e Gianni Iorio, che hanno sempre creduto fermamente e continuano a credere che la diffusione della musica sia una delle maggiori risorse in grado di meglio qualificare il territorio e sulla quale valga sempre la pena di investire. Grande plauso, perciò, per questo bellissimo evento, non solo ai valentissimi musicisti ed allo strepitoso ospite, ma anche all'Amministrazione Comunale ed al nutrito gruppo di sponsor che ha spontaneamente aderito alla realizzazione di una siffatta colta manifestazione. Molto soddisfatti i musicisti per il successo ottenuto, sempre felici di poter dare il loro importante contributo di cultura, di arte e di bellezza al proprio territorio di appartenenza. E tutti noi, che abbiamo sognato e ci siamo fortemente emozionati mentre le loro note danzavano libere nell'aria, non possiamo che essere grati a loro e a tutti quelli che hanno contribuito a regalarci una serata così intensa e ricca di emozioni perchè “Le emozioni si lasciano descrivere a parole con difficoltà, ma nella musica sono direttamente trasmesse: ed in questo sta il suo potere ed il suo significato” (L. Tolstoj). Grazie ed arrivederci alla prossima quarta edizione del 2013.


Attualmente i politici vengono guardati con evidente diffidenza dai magistrati anche perché, come anguille, riescono quasi sempre a sgusciare via ed a sottrarsi con disinvoltura all’azione della giustizia. Leggendo la stampa di questi ultimi tempi quello che colpisce di più non è quanti politici abbiano avuto problemi con la giustizia, ormai sono tanti, ma quanti politici siano riusciti a risolvere brillantemente i loro problemi giudiziari, non perché risultati innocenti bensì grazie a strumenti come immunità, prescrizioni, leggi ad hoc e ricandidature. Credo che ormai molti hanno smesso di leggere queste notizie, tanta è la nausea che suscitavano queste storie di impunità. Trasferendoci nel campo della giustizia si nota che anche i magistrati sono considerati con diffidenza dai nostri politici perché, come “zanzare”, infastidiscono senza tregua il “libero”corso della politica. Non esiste un periodo di tempo, anche abbastanza breve, addirittura nell'arco di una giornata, in cui qualche politico, nazionale o locale che sia, importante o meno importante, che non incappi in un’indagine giudiziaria. Il corso della politica, in Italia, è punteggiato quasi quotidianamente da vicende giudiziarie, che interferiscono con il suo normale corso, e spesso questo “normale”corso viene pesantemente deviato. Le forze politiche non esitano a usare le vicende giudiziarie per delegittimare gli avversari, e anche la lotta interna ai partiti fa un uso spregiudicato delle indiscrezioni provenienti dalle inchieste. Se ci limitiamo ai personaggi più noti finiti nelle inchieste, oltre al solito Berlusconi, ci accorgiamo che la serie degli indagati è molto lunga e ce n'è per tutti: per la destra, per il centro e per la sinistra. Di fronte a questo stillicidio, che si ripete senza sosta, ormai da vent’anni, una parte della casta, specie a destra, ma non solo, invoca il proprio sacrosanto diritto di fare politica al riparo da quelle fastidiose “zanzare” della magistratura. Dall’altra parte, specie a sinistra, si usa invece la magistratura come arma politica, chiedendo le dimissioni (ovvero la non candidatura) dei politici indagati, ogni volta che a cascare nella rete è uno degli avversari. Osservando con obiettività la furia del giustizialismo, secondo la quale basta essere indagati per dover fare un passo indietro, ci accorgiamo che essa va a posarsi dove il vento dell’opportunità politica la porta. Di Pietro era intransigente, ma ha cessato di esserlo quando ha dovuto sostenere Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, nonostante fosse rinviato a giudizio per vari reati. E che dire di Fini e i finiani che hanno digerito di tutto e di più in passato, quando hanno governato, ma ora fanno i moralisti, per chi ricorda il caso Caliendo, addirittura esortato a dimettersi ancor prima di essere rinviato a giudizio. È evidente che c’è qualcosa che non quadra e finché l’azione dei magistrati viene usata stru-

mentalmente per la lotta politica, non possiamo ne dobbiamo stupirci se qualcuno teorizzi l’indifferenza alle inchieste giudiziarie e il diritto della politica a non farsi commissariare dalla magistratura. Tuttavia, fino a quando la politica non si assume l'onere di fare pulizia una buona volta al proprio interno senza aspettare le “zanzare” delle procure, è inevitabile che ogni indagato venga percepito, innanzitutto dall’opinione pubblica, più come probabile colpevole anziché un presunto innocente Purtroppo, cari lettori, sono troppo numerosi i politici sui quali pendono vicende davvero inquietanti e sono troppo frequenti i casi in cui i politici indagati riescono a farla franca solo grazie a ogni sorta di furbizie e protezioni! Come si esce da questa spirale? Ebbene, secondo chi scrive, le ricette avanzate da alcuni politici sulla non candidabilità degli indagati non possono essere valide in quanto basate sul concetto d'imparzialità ed anche di infallibilità della stessa magistratura. Nella realtà, nell'attuale condizione in cui versa l'Italia, significherebbe introdurre nella lotta politica una nuova arma certamente “non convenzionale”. Sarebbe molto più ragionevole che la politica si guadagnasse sul campo il diritto, quando lo ritiene giusto, di difendere legittimamente le proprie scelte e i propri uomini dall’azione della magistratura. La magistratura non è infallibile, e forse non è sempre imparziale. Però anche la politica deve prendersi le sue responsabilità. Per potersi difendere senza essere percepita come una corporazione che si sente al di sopra della legge, occorrerebbe che la politica prima di chiedere un passo indietro alla magistratura, facesse lei un passo avanti, e si occupasse di fare pulizia in casa propria senza aspettare che siano le procure della Repubblica a rivoltare i “tappeti”. Solo se prima avrà avuto il coraggio di liberarsi dei suoi uomini, indipendentemente se questi abbiano commesso dei gravi reati o solo scorrettezze, la politica potrà risultare credibile al momento in cui voglia difendere un proprio

uomo contro eventuali sbagli (o solo atti dovuti) della magistratura. I casi in cui bisogna difendersi da errori o automatismi della magistratura ci sono, ma per farlo credibilmente i partiti debbono avere le carte in regola. Mi sono chiesto spesso perché mai un uomo come Bassolino, nonostante i suoi tanti negativi trascorsi amministrativi e giudiziari, abbia avuto una vita politica così lunga nel Pd. Quante volte ci siamo chiesti un po' tutti noi perché il Pdl ha voluto difendere con caparbietà, addirittura conservando un atteggiamento ostinatamente di sfida alla richiesta di arresto per personaggi come Nicola Cosentino, una richiesta per concorso esterno in associazione mafiosa confermata dalla Corte di Cassazione? In egual misura mi sono chiesto, tante volte, perché l’Udc abbia sempre difeso con ogni mezzo Totò Cuffaro, ora condannato per mafia? Tutti errori giudiziari? Non lo so, non spetta a me giudicare, però è evidente come la luce del sole che se a suo tempo, questi partiti avessero fatto scendere dai rispettivi carrozzoni un po' di questi signori oltremodo ben pagati, una stragrande maggioranza di italiani, oggi li avrebbe guardati con occhio diverso, soprattutto nel momento in cui si adoperano per difendere qualche loro uomo finito nelle maglie delle procure. A questo punto bisogna fare una seria riflessione. Chi è il derubato? la magistratura oppure la politica? Sono convinto che quando viene perpetrata una rapina, il derubato non è mai incolpevole. A nulla servirà alleggerire il debito pubblico, che è sempre in crescita e che, quindi, renderà parzialmente o completamente inefficaci ogni tentativo. Il solo risultato sarà che i governi vareranno manovre sempre più severe, e quando per non incollerire i ceti sociali più deboli, ricorreranno ad un alleggerimento della pressione fiscale, saranno i mercati a bacchettarli. A questo punto, siccome non ho mai creduto nella forza del destino, ma nella forza dell'uomo, mi auguro che un positivo cambiamento possa essere raggiunto solo con mezzi di confronto civile e non con sistemi traumatici.


Ormai è diventata quasi una pratica quotidiana lamentarci di chi ci governa e di accusare i nostri politici di essere inadempienti, rissosi e di tanti altri aggettivi qualificativi che evidenziano la loro incapacità a governarci secondo il dettato della nostra Costituzione. In larga parte, tutto ciò corrisponde al vero, però bisogna prendere atto, da parte nostra, di essere bravi osservatori e critici attenti quando si tratta di valutare la politica degli altri, al contrario siamo osservatori distratti nel valutare i nostri atti, anzi molto spesso assumiamo un comportamento refrattario, quando dobbiamo giudicare alcune nostre responsabilità. Perciò se qualche volta decidiamo di guardarci allo specchio facciamolo con la massima onestà intellettuale, forse saremmo in grado di accorgerci che tutti noi, non siamo tanto diversi dai nostri politici e/o da chi ci governa. Infatti quando siamo noi a dover decidere e operare per migliorare il futuro delle nostre comunità, notiamo con vero stupore, che anche noi diventiamo inadempienti, rissosi e soprattutto incapaci non solo di governarci, ma anche di indossare le vesti del dialogo e del confronto civile. Sono trascorsi quasi quattro anni da quel famoso 10 dicembre 2008 in cui le comunità di Orta Nova, Carapelle, Ordona ,Stornara e Stornarella, espressero la volontà di un percorso sincero per una politica comune che sovrastava e andava oltre il proprio campanile. L'unanime approvazione dello Statuto dell'Unione aveva fatto capire che c'era una reale volontà di operare attraverso una strategia comune per lo sviluppo dei nostri territori. Però, sino ad ora di tutta questa volontà si è visto poco o nulla, addirittura si assiste al grande paradosso che con la costituzione dell'Unione, negli ultimi tempi, al contrario, si è intensificato il legame e la difesa del proprio campanile. Il perché di tutto questo?C'è qualcuno che ha sbagliato? Naturalmente, e come spesso si verifica in simili circostanze ognuno devolverà per “competenza” la colpa su un “altro”. Il bene ha infiniti padri, la colpa nacque orfana - diceva l'avvocato Agnelli. Questo è vero! Ma come si può nascondere la continua assenza di quasi un terzo dei consiglieri durante le adunanze del Consiglio dell'Unione? Anzi, prendiamo atto che sta diventando una consuetudine anche l'assenza dei sindaci-assessori che, credo, hanno il delicato quanto importante compito di serrare le fila degli amministratori di cui sono i capi e che conoscono bene la diversa tendenza politica. E che dire delle

violente dispute, portate avanti in seno al Consiglio, per difendere principi di scarso rilievo costruttivo, e che finiscono spesso in veri e violenti scontri? Certamente don Michele Pistillo, parroco e scrittore accreditato sulla storia dei Cinque Reali Siti che affermava: “questi cinque paesi fratelli sono venuti alla luce da un parto plurigemellare di questa madre terra” ora si starà voltando e rivoltando nella tomba. Mi accollo ogni responsabilità di quanto riportato su questo giornale, perché sono uno tra quelli che crede nell'Unione e sia del tutto inutile nascondersi dietro il dito mignolo. Se c'è qualcuno che vuole rompere è bene che si faccia avanti perché non è più concepibile di proseguire un cammino tra un continuo stillicidio di ammiccamenti e di messaggi pressoché “minacciosi”. Solo così potremo chiarire le varie posizioni ed avere la possibilità, sebbene con profondo dolore, di appurare chi è o chi sono i propositori del “default” dell'Unione. Non so se avrò la colpa dell'interpretazione, giusta o falsa che sia, però qualche volta bisogna seguire i suggerimenti dei grandi del giornalismo mondiale. La storica e giornalista Oriana Fallaci scriveva nella “Rabbia e l'orgoglio” - vi sono momenti della vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo, un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre. Perciò se ci sono validi motivi, come penso che ce ne siano, per migliorare quanto approvato nel 2008, mettiamoli sul tavolo, sarà la prova inconfutabile che la volontà di proseguire insieme su questo cammino esiste ancora. Nello stesso tempo, mettiamo in conto che se saremo noi a volerlo, saremo noi i pionieri dell'Unione, in quanto sono certo che nel prossimo futuro, sarà lo stesso Stato che potrà, senza il nostro consenso, imporcela dall'alto. L'augurio che mi faccio, e che faccio anche a tutti noi cittadini dei Cinque Reali Siti, che senza ombra di dubbio ci troveremo ad affrontare le stesse difficoltà, è che dobbiamo essere noi gli attori nel disegnare il futuro ed il destino del nostro territorio. Infine, se aspiriamo ad un ruolo degno nella nostra storia, non possiamo permetterci una memoria lacerata e incustodita, abbandonata alla polvere dell'odio e della indifferenza. Noi tutti, cittadini di Ortanova, Carapelle, Ordona, Stornara e Stornarella, lo dobbiamo sentire come un sacro dovere verso chi ci ha preceduto e verso chi verrà dopo di noi.


Settembre è il classico mese di bilanci di un’estate contrassegnata da crisi economica e spending review per le pubbliche amministrazioni, e che non poteva quindi non coinvolgere in prima persona il nostro territorio. Ciò nonostante, anche quest’anno a fare la parte del leone sono state le davvero ben organizzate Notte Bianche, svoltesi nei Comuni dei Cinque Reali Siti (con la new entry Stornara) grazie all’impegno e alla volontà di associazioni culturali di volontariato locali, in collaborazione con i contributi delle amministrazioni comunali: cinque serate, conclusesi all’alba, in cui hanno dominato suoni e luci della musica di band locali e non, odori e gusti degli stand enogastronomici (presi letteralmente d’assalto grazie alle prelibatezze locali messe in vendita) e vista delle bellezze artistiche e naturali dei centri storici cittadini. Dato curioso è che quattro di queste notti sono state messe su nel mese di agosto, a testimonianza di un andamento piuttosto “sonnacchioso” di eventi nei due precedenti mesi estivi e ravvivatosi improvvisamente nel giro di poche settimane. Carapelle è stato il Comune che ha maggiormente risentito della difficoltà nel reperire fondi e quindi nel programmare attività ludiche e culturali dedicate ai cittadini. Sul loro stesso sito internet, i rappresentanti della Proloco spiegano che “siamo spiacenti di informarvi che questa estate, causa spending review, scarsezza di fondi delle Amministrazioni/Imprese… e del fondo cassa, la Pro Loco di Carapelle non fornirà alcuna attività. Peccato! Ma dobbiamo adeguarci… noi…!!”. Il clou è stato così rappresentato dalla Notte Bianca del 30 giugno, giunta alla sua quarta edizione e organizzata, come in passato, dalla Proloco: ospiti di rilievo sono stati i Fixforb, band composta, tra gli altri, da Diego Arrigoni e Stefano Forcella, musicisti dei Modà, e le numerose cover band di artisti del calibro di Ligabue, Celentano e Queen. Fortunati i più piccoli che presso la Villa Comunale, grazie a giochi gonfiabili, balli di gruppo e attività di in-

trattenimento hanno potuto scatenare la loro energia e voglia di divertimento. Stornarella è stato invece uno dei Comuni più attivi: il festival “Reali Siti in Tango & Jazz”, giunto alla sua terza edizione, la sagra dei cavatelli di grano arso, una curiosa sfilata di abiti “riciclati”, omaggi musicali a Carosone, De Andrè e Battisti e, infine, l’attesa notte bianca con ospite Alexia hanno contribuito alla stesura di un calendario estivo accattivante ed estremamente interessante. Ordona ha messo l’abito da gran sera l’11 agosto, quando è stata protagonista della Notte Bianca, grazie al lavoro encomiabile dell’associazione Arci Ordona: anche qui sono state molto apprezzate le esibizioni di cover band di Pausini, Bob Marley e Rino Gaetano, nonché le sonorità etniche del gruppo Municipale Balcanica. Riuscitissime anche le sagre organizzate dalla Proloco e la serata dedicata a una sfilata di moda e alla visione del documentario “Herdonia, parlano di te” di Giorgio De Falco. La festa patronale, in onore di San Leone Vescovo, ha visto la performance di Giuseppe Povia, cantante vincitore nel 2006 del Festival di San Remo. Stornara ha concluso il ricco mese agostano di eventi nei nostri Comuni con la sua storica prima Notte Bianca organizzata dalla nuova amministrazione guidata dal sindaco Calamita: tanti gli eventi che hanno contraddistinto una notte intensa che ha finalmente messo in vetrina un paese spesso noto più per eventi di cronaca legati soprattutto al fenomeno del caporalato che per capacità imprenditoriali e artistiche. È stato Michele Zarrillo, cantante di fama internazionale, il protagonista della festa dedicata al patrono, San Rocco, che, come per il concerto ordonese di Povia, ha catturato l’attenzione di migliaia di persone provenienti da tutta la provincia. Insomma, è stato un bilancio in chiaroscuro per i comuni dei Cinque Reali Siti, che, colpisce la congiuntura economica negativa, sono stati lo scenario di eventi e manifestazioni solo a partire dal mese di agosto.


Sin dall’antichità la carta è stata considerata base importante di un ampio spettro di forme d’arte, utilizzata per il disegno, la pittura e la scrittura, ma quasi sempre relegata alla funzione di supporto o alla dimensione di elemento marginale rispetto al “messaggio” sopra impresso, con la conseguenza di un’accentuazione sempre più marcata tra “contenuto” e “contenente”, tra “significato” e “significante”. La mostra di Antonella Purgante, in arte Séline, tenutasi a Carapelle da sabato 1° settembre 2012 a domenica 9 settembre 2012, ha dimostrato in modo evidente come il superamento della dicotomia sopra enunciata sia possibile, tanto che nelle mani della giovane artista foggiana la carta palpita e si anima fino a dar vita, come per magia, a vere e proprie opere d’arte. Per questa via Séline, che ha già al suo attivo la partecipazione a numerose mostre di livello regionale nazionale e che per la maturità acquisita degnamente si colloca sul versante degli artisti della Paper Art, conduce con tenacia e con esiti di un certo rilievo una sua personale ricerca, sostenuta dal convincimento che la carta non sia un semplice supporto ma, in quanto “mezzo” molto flessibile, manipolabile e suscettibile di multiformi trasformazioni, rappresenti essa stessa una “modalità” di arte, un vero e proprio nodo comunicativo del “messaggio” che si intende trasferire. Proprio in questa capacità di dare un’anima a ciò che è animato non è riposa il talento di Antonella Purgante, capace di modellare a suo piacimento il materiale utilizzato, “piegandolo” alla rappresentazione di quanto dentro le urge o, meglio, di quanto le suggerisce la sua sensibilità di donna e di artista. Così Séline, sotto l’urgenza della vitalità del suo mondo interiore, è in grado di affidare alle sue originali opere la “narrazione” suggestiva del suo rapporto diretto con l’esistenza e con la complessità /molteplicità di ciò che intorno a lei palpita e si muove: in modo particolare, nella natura e negli elementi naturalistici - una sorta di punto d’appoggio archimedeo - Antonella Purgante fonda il nucleo portante della sua dimensione artistica (cfr. In una barca; Sky

and sea; Racconti del mare; Suggestioni marine; Senza titolo; Like; Memories;), ma nel contempo è anche angolata a nuovi percorsi sperimentali come in The other end of a wire, Note d’acqua, Mute parole, Frammenti, Maze o come nel caso dell’Omaggio a Kandinski n. 1 e n. 2. In tutte le opere, tuttavia, Séline è in grado di trasfondere qualcosa di “magico” - come afferma Riccardo Righini, mentore dell’artista foggiana - che trasforma il dato reale in un’isola da scoprire con gli occhi incantati di un fanciullo. Non è, poi, di secondaria importanza, in un approccio consapevole alle opere di Antonella Purgante, sapere che la talentuosa e raffinata artista foggiana realizza da sola la carta utilizzata, seguendo l’intero processo, dalla raccolta della vecchia carta alla macerazione alla triturazione al passaggio al setaccio, alla pressatura, fino a veder nascere tra proprie mani fogli unici e personalissimi, quasi opere d’arte a sé stanti, ad ulteriore conferma dell’interconnessione esistente tra carta ed arte (Cfr. Filigranare e marmorizzare, tecniche di lavorazione della carta, a cura di Antonella Purgante, Foggia, Sentieri meridiani edizioni, 2011). Tutto questo arricchisce di nuove suggestioni il “cammino” di Séline, della quale sono certo che sentiremo in seguito parlare,perché la sua vicenda artistica ha già oggi in sé elementi di futuro e di prospettiva. *Sindaco di Carapelle

La Giunta Calamita ha trovato una situazione debitoria molto grave che così si può riassumere: Euro 800.000,00 a favore SIA; Euro 400.000 già esecutiva per sentenza a favore Petroni. Inoltre è in corso di quantificazione debitoria a favore di una pletora di Legali per non meglio precisati incarichi; e altri debiti senza la necessaria copertura di spesa. Tutto questo fa temere che questa Amministrazione non potrà abbassare le aliquote di tassazione già al massimo da provvedimenti del Commissario Prefettizio. Tuttavia c’è qualcosa di positivo che viene da questa Giunta composta da imprenditori e laureati che con la propria esperienza cercheranno di risollevare la caduta verticale di Stornara. Ad affiancare il Sindaco Rocco Calamita ci sono come Vice Sindaco Brigida Andreano con le deleghe: Istruzione, sport, cultura, e spettacolo; Sviluppo socio-economico e programmazione negoziata; Personale; Servizi sociali; Politiche di integrazione e pari opportunità; Comunicazione sociale; Servizi e qualità della vita. Assessori: Ferdinando Iaculli con deleghe: Programmazione e realizzazione di opere pubbliche; Urbanistica e riqualificazione urbana; Governo del territorio; Attività produttive; Agricoltura e verde

pubblico; Demanio e patrimonio; Appalti pubblici; Fondi europei e regionali. Roberto Nigro con deleghe: Programmazione economica; Commercio; Contenzioso; Contratti; Tecnologie informatiche, Politiche giovanili; Sanità; Affari generali Presidente del Consiglio, Giovanni Di Corato. Capo Gruppo Consiliare, Francesco Bianchino.


Nella sala Giunta di Palazzo a Foggia, nel corso di una conferenza stampa è stato presentato il film “Effetto paradosso”, scritto e diretto da Carlo Fenizi, prodotto dalla Cpm Film e finanziato da Apulia Film Commission. Alla manifestazione sono intervenuti il regista, gli attori, tra cui le protagoniste Cloris Brosca e Julieta Marocco, il sindaco di Orsara di Puglia, Tommaso Lecce, e il consigliere d’amministrazione Afc Enrico Ciccarelli. Ad Orsara di Puglia si è tenuta l’anteprima del film, poi la programmazione presso la sala L’altrocinema di Foggia e la multisala Showville di Bari. “Effetto Paradosso” è una fiaba pugliese. Il film girato ad Orsara di Puglia racconta la storia di Demetra, una giovane ingegnera che conduce una vita grigia e dedicata esclusivamente al lavoro, nulla sfugge al suo controllo. Chiamata dal comune di un paesino del nord della Puglia per una perizia su un terreno, deve allontanarsi per una notte. Quel viaggio in terra dauna cambierè il senso della sua vita. Demetra si trova improvvisamente catapultata in una dimensione fiabesca, fuori dal mondo; il paese si presenta come un microuniverso magico, in cui le regole sociali e i rapporti umani sono improntati su modelli alternativi. Demetra è costretta a trattenersi più del dovuto in quanto continui imprevisti non le consentono di svolgere il suo lavoro e scopre che sul terreno in questione nasce l’Ipazia, una pianta spontanea dai sorprendenti poteri benefici, unica al mondo e alla base di tutti prodotti locali. Spiazzata, confusa e turbata dalla realtà che la circonda, Demetra viene messa alla prova. Quella dimensione riesce a far crollare in lei convinzioni e certezze di un’intera esistenza e a svelare misteriose coincidenze. Carlo Fenizi, regista e sceneggiatore del film, è nato a Foggia. A Roma ha studiato Letteratura e Cinema e si è laureato in Letteratura e Lingua, Studi Italiani ed Europei, con il massimo dei voti, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma La Sapienza. A Firenze ha frequentato il corso di regia presso la scuola di cinema Immagina. È autore di cortometraggi e videoclip musicali. Nel 2008, in Spagna, ha diretto il suo primo film “La luce dell'ombra”, un lungometraggio dal taglio noir, di cui è anche autore. Nel 2010 ha realizzato il documentario “Lo sguardo libero”.

Molti gli attori pugliesi: il cantante Konrad Iarussi che passa dalla musica al cinema direttamente come coprotagonista, l’attrice Mirna Kolè, da anni regina indiscussa del teatro comico foggiano in vernacolo, Chiara Fenizi attiva nel teatro fiorentino con la compagnia “Teatro a manovella” e già nel cast de “La luce dell’ombra” (opera prima di Carlo Fenizi), la garganica Maria Rosaria Vera dalla trentennale carriera teatrale, attiva al cinema con Luciano Emmer e nel film La luce dell’ombra, l’attore Francesco Ricciardi e, per la prima volta sul grande schermo, il piccolo Felice Clima. I collaboratori speciali anche questi pugliesi: gli Esposito Bros, fumettisti foggiani di fama internazionale della Sergio Bonelli Editore (Milano), disegnatori di Zagor, Martin Mystère e Nathan Never, hanno firmato la locandina alternativa del film; dei due fratelli, Denisio Esposito ha, inoltre, realizzato una illustrazione speciale per la scenografia del film e ha partecipato in un simpatico cameo. Ed infine altri pugliesi e foggiani tra le maestranze in ambito tecnico, veri artisti e artigiani del cinema: i costumi di Lucia Macro, le scenografie dell’architetto Anna Maria Cardillo, il trucco e le acconciature di Paola Bruno e la fotografia di Niki Dell’Anno. L’artista foggiano Sinuhe (al secolo Sergio Imperio) ha messo a disposizione le sue opere per alcune scenografie del film. Nella squadra di regia Laura Marinaccio, graphic designer, autrice della locandina fotografica e delle foto di scena del film. Maria Antonietta Di Pietro, attiva nella formazione cinematografica nelle scuole, è l’aiuto regia di Carlo Fenizi.



Davvero un’estate particolarmente ricca di appuntamenti quella conclusasi, proprio in questi giorni, ad Orta Nova. Ad animare le torride serate di residenti e villeggianti in cerca di refrigerio, le tante iniziative culturali ed enogastronomiche svoltesi nei pressi dei locali, maggiormente frequentati dalla movida del posto. In particolare, a farla da padrona, sono state le tante passerelle organizzate nella centralissima Piazza Pietro Nenni. Il 6 luglio è stata la volta della kermesse “Movida Fashion“, cui ha fatto seguito giorno 15, l’evento “Moda e Gusto”; infine nella Notte Bianca del 25 agosto è stata la volta di Hair & Style, l’ormai tradizionale appuntamento promosso da Boutique dell’Intimo, che si svolge per il terzo anno consecutivo ad Orta Nova. Tra le passerelle, tutte ben riuscite e seguite da un folto pubblico di appassionati, particolare attenzione nell’allestimento e nella cura dei dettagli ha caratterizzato la Prima Edizione di “Moda e Gusto”; l’iniziativa realizzata con la regia e le coreografie dell’Insegnante Nadia Pandiscia, della Scuola di Ballo Blu Fantasy, è stata organizzata da Maria Staffiere che vanta una ricca collaborazione professionale in note trasmissioni televisive nazionali. L’evento, in particolare, ha rappresentato un’importante occasione per ricordare il compianto stilista pugliese Max Cavaliere, con la sua visione creativa ed innovativa della moda, noto nel panorama musicale nazionale nelle vesti di deejay, per Radionorba e Radio Kiss Kiss. Tutte radiose le tredici ragazze negli splendidi abiti da sposa, sera e cerimonia, negli accattivanti costumi da bagno e nella raffinata lingerie; rese ancora più belle dal trucco e dalle acconciature realizzate per l’occasione, dallo staff del Beauty Center Staffiere: Daniela Basso, Valentina Colangelo, Francesca Gaeta, Francesca Iagulli, Francesca Longo, Melissa Mangione, Claudia Larovere, Brunella Lavista,

Maria Pia Marseglia, Marica Martire, Rossella Mazzacano, Federica Salzarulo e Rosanna Stragapede. Non hanno certo sfigurato, al loro confronto, i modelli: Federico Castellana, Davide Custode, Paolo Colonna, Antonio e Giuseppe De Palma, Pier Luigi Di Stasio, Mirko Pasqua e Fabio Quercia; i cui abiti sono stati forniti, come per le modelle e i baby modelli, da prestigiose aziende della provincia di Foggia. Infine è stata la volta dei più piccini, il cui ingresso in passerella ha scatenato grande entusiasmo e tenerezza: Gaia Giornetti, i gemelli Maria Pia e Raffaele Ladogana, Antonio Laquale, Savino Martire e Martina Sacchitelli. Tutte le sfilate, comprese quelle di moda bimbo, si sono susseguite accompagnate sullo sfondo da musica e balli, dalle elaborate e coinvolgenti coreografie. A presentare la serata è stato il simpatico collega della Gazzetta Eustachio Cazzoria, anche volto noto di Telenorba ed esperto sommelier; dote questa che non è passata inosservata agli organizzatori della manifestazione. Alla fine della serata, infatti, allo stesso Cazzoria è stato chiesto di procedere all’apertura di una bottiglia di spumante, mediante il caratteristico colpo di sciabola. Grande consenso è derivato dal pubblico presente all’evento; più volte intrattenuto nel corso della serata dal duo comico partenopeo degli Arteteca, ed omaggiato dalle degustazioni gratuite di pane, olio, vini e dolci offerti negli stand appositamente allestiti, da note aziende locali. In conclusione, vanno registrate due note di colore nello svolgimento dell’estate ortese, nel suo complesso. La prima: una costante partecipazione dello stesso gruppo di modelle e modelli, a tutte le passerelle che si sono susseguite nei mesi estivi; segno questo del forte entusiasmo che iniziative del genere, suscitano nei giovani del territorio. La seconda: il grande interesse (manifestato a tratti, con tanto di cori) da parte del numeroso pubblico femminile,

sempre presente a tutti gli eventi moda per sostenere i propri beniamini, alle esibizioni del giovanissimo Davide Custode che, appena diciannovenne, vanta già la partecipazione a numerosissime sfilate e “vetrine viventi”. Con grande disinvoltura ed eleganza, Davide ha dimostrato di sapersi muovere sul palco completamente a suo agio, come il più navigato dei modelli che frequentano le movimentate giornate, dell’alta moda italiana. Ed è lo stesso Davide a raccontare in anteprima di essere stato recentemente contattato da una nota agenzia pubblicitaria campana, con la quale è in trattativa per la realizzazione di alcuni servizi fotografici. Di più non vuole aggiungere, ma in molti che lo conoscono bene sono pronti a scommetterlo: questo ragazzo ha davvero tutte le carte in regola, per sfondare nel campo della pubblicità e della moda in particolare!

Si è svolta sabato 8 settembre scorso, presso il suggestivo scenario della Masseria Cirillo, lungo la strada provinciale che collega Orta Nova ad Ascoli Satriano km. 2,5, immersa tra vigneti e alberi d’ulivo, una serata all’insegna della solidarietà, della cultura e dell’enogastronomia. Dalla delegazione di Foggia della Fondazione ANT Onlus (Associazione Nazionale Tumori), in simbiosi con l’associazione di promozione culturale e artistica culturale Mentori d’Arte e col patrocinio di Provincia di Foggia e Amministrazione Comunale di Orta Nova, è stato organizzato l’evento intitolato “Sapori di Solidarietà nell’Arte”. La serata, nata dalla volontà di Maria Luisa Rizzello, padrona di casa, e Romina Passarelli Pala, ha presentato una collettiva di dipinti su tela, fotografie, aforismi e musiche realizzata dai membri dell’associazione Mentori d’Arte,

un ente che abbraccia artisti della Capitanata per svolgere attività come organizzazione di eventi culturali ed arti visive, laboratori d’arte visiva, fotografici, teatrali e musicali, raccolta di fondi di concerto con onlus, come in questa occasione. Era inoltre possibile acquistare il libro “La vulnerabilità spirituale” di Matteo Galasso, toccante testimonianza di giovane affetto da tumore osseo deceduto un anno fa che racconta pensieri e immagini di vita in un vero e proprio diario di amore e di speranza. Spazio è stato dato anche all’enogastronomia, con una cena in cui hanno dominato i profumi e i gusti delle bontà tipiche della cucina mediterranea nostrana. Oltre cento le persone che hanno partecipato all’evento, arricchito dalla proiezione di un video di presentazione delle attività di solidarietà svolte ogni anno dall’ANT, da sempre vicina ai bisogni e alle necessità delle persone

colpite da questo terribile male. Dal primo settembre la delegazione foggiana è anche tra la comunità dei Cinque Reali Siti: “Il nostro impegno” ci ha spiegato la responsabile dott.ssa Daniela Pedà “è di intervenire presso il domicilio di malati tumorali, affetti da patologie gravi e gravissime, con un medico e un infermiere esperti in cure palliative e uno psicologo, e finora ad Orta Nova abbiamo già svolto gratuitamente una decina di interventi. La raccolta fondi è finalizzata quindi a retribuire il personale sanitario e a coprire le spese di gestione”. Circa il punto di appoggio logistico, “per ora abbiamo in custodia farmaci e dispositivi medici presso la sede l’Asl di Orta Nova: per chi avesse la necessità di un nostro intervento o volesse fare una donazione, può telefonare al numero 0881.635448 o recarsi presso la sede foggiana in Viale Di Vittorio 183”.


A Stornarella, nella suggestiva e raccolta piazzetta di Largo Mazzini, gremita di un attento e motivato pubblico, la sera del 6 luglio scorso, si è tenuto il rituale saggio di fine anno degli allievi della Scuola di Pianoforte del M° Pasquale Stafano, organizzato dall’Associazione Culturale Musicale “Nuevo Tango Ensamble”. Una magnifica serata che ha visto esibirsi un gruppo di tenerissimi allievi, alcuni dei quali hanno iniziato gli studi solo da pochi mesi, ma altri già reduci dal successo di lusinghieri piazzamenti nei primissimi posti in importanti Concorsi Pianistici Nazionali ed Internazionali, tutti forti della loro motivazione, della crescente passione per la musica e della sicura competenza cui sono giunti, ognuno a suo modo. Considerata la giovanissima età, dai sette ai quasi dodici anni della più “grande”, la loro perfetta performance ha dimostrato, senza ombra di dubbio, l’efficacia della metodologia e della didattica del M° Stafano, ma ancor più lo speciale rapporto, il feeling magico che riesce a stabilire con ognuno di essi, tale da far emergere e far prendere coscienza delle particolari doti che ognuno può mettere a frutto con impegno, ma divertendosi e vivendo con gioia e naturalezza ogni nuovo piccolo grande traguardo raggiunto. La serata ha avuto due distinti momenti: l’esibizione degli allievi in deliziosi pezzi a quattro mani nella prima parte, in cui sono emersi già pienamente chiari i livelli di competenza acquisiti dagli allievi: rigore, sincronia, affiatamento, entusiasmo e sicurezza di sé, traguardi assai difficili da raggiungere in un’età così tenera. Applauditissimo e molto apprezzato dal pubblico presente, l’evento ha avuto il suo secondo ed importante momento musicale. Ogni piccolo pianista si è autopresentato ed ha annunciato il brano che andava ad eseguire, aggiungendone anche particolari note e notizie sull’autore. Un vero successo, uno spettacolo da emozioni e sensazioni forti ed irripetibili. Come artisti ormai “vissuti”, ognuno ha eseguito con maestria e precisione il brano o i brani, non semplici, assegnatigli, con la sicurezza, la naturalezza, la spontaneità e con la gioia che traspariva dai loro occhi, che solo la loro tenera età può regalare a piene mani. Applausi fragorosi e forte commozione si sono intrecciati e fusi in un caleidoscopio di emozioni indimenticabili, che ha pervaso l’intera piazzetta fino a notte. Felicissimo ed assai soddisfatto il M° Stafano che ha dichiarato: “Bravissimi i miei giovani pianisti ...davvero grande performance la loro!!! Una sicurezza e un controllo invidiabili... e pensare che la più grande ha solo quasi 12 anni! Bravi! Continuate a studiare così! Vi assicuro che di soddisfazioni ne avrete tantissime!Complimenti!”. Ha quindi aggiunto: “La musica è un bene culturale universale, è linguaggio universale: in tutte le culture si canta, si suona, si balla. Una vita senza musica è impensabile per la maggior parte delle persone: essa ci commuove e ci arricchisce fin dai primi anni della nostra vita, procura piacere e divertimento a ogni età. La musicalità è infatti una componente basilare dell’uomo, lo dimostrano chiaramente i risultati cui sono giunti importanti studi di ricercatori come Glenn Schnellenberg, Helen Neville, Lutz Janche delle più prestigiose università mondiali, per cui oggi molti genitori sono interessati che i propri figli possano raccogliere al più presto esperienze positive in questo

campo. Già gli antichi greci attribuivano un’enorme importanza all’abilità musicale dei loro figli e consideravano la musica una parte importante della formazione di una persona libera. Da non dimenticare l’altissimo contributo del pedagogista svizzero Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827), creatore delle basi spirituali della nuova pedagogia musicale, che si riflettono fino ai giorni nostri. Davvero grandi sono i benefici che la musica offre a livello formativo, ampiamente dimostrati da severissimi studi scientifici: stimola il talento dei bambini, aumenta l’intelligenza, sviluppa l’emotività, migliora la creatività, incrementa la capacità di concentrazione e memorizzazione e offre le premesse ideali per sviluppare al meglio il loro comportamento sociale, oltre alla conquista di una sempre crescente autostima. E, per completare, educa alla bellezza ed all’armonia ...davvero non poca cosa!”. Concordi con le dichiarazioni del Maestro, aggiungiamo che la musica è ben più di un semplice strumento capace di stimolare l’intelligenza; essa soddisfa, infatti, anche le esigenze spirituali dell’uomo ed è nata, in prima linea, per esprimere i propri sentimenti e per risvegliarli in chi l’ascolta, perché ha la capacità di toccare in profondità l’animo umano. Essa infatti procura gioia, ma

anche commuove e consente di esprimere sofferenza od offrire consolazione. E i bambini percepiscono intuitivamente ciò fin dall’inizio. Chi impara a conoscere il valore emotivo della musica fin da piccolo non vorrà farne a meno neanche da adulto, perché riuscirà a trovarvi sempre nella vita un importante e valido supporto. Per usare le parole del grande scrittore francese Victor Hugo: “La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio”. È però alquanto desolante constatare che un Paese di artisti, come il nostro, è agli ultimi posti nella graduatoria dell’insegnamento della musica, non solo in Europa ma anche nel resto del mondo, fermi nella speranza che una nuova classe dirigente possa dare maggior impulso alla cultura in generale ed alla musica in particolare, in tutte le sue innumerevoli declinazioni. Questi i piccoli pianisti: Alessandro Colucelli, Elisabetta Costa, Rebecca Matera, Franbcesca Pia Colia, Gabriella Faretra, Marisa Colucelli, Marilisa Colia, Marianna Ruggiero, Raffaele Cappiello e Giulia Pelullo, che hanno eseguito brani di Diabelli, Bayer, Henke, Clementi, Muller, Schumann, Mozart, Bach, Kuhlau, Beethoven, a tutti complimenti e felicitazioni.


Dopo tantissimi anni la lirica torna a Deliceto e sceglie come location il salone del Castello normanno-svevo. Si è svolto a fine agosto nel centro dei Monti Dauni la prima edizione del “Deliceto Musica Festival-Francesco De Matteo”, l’evento è stato organizzato dall’Associazione Turistica Pro Loco “Amedeo Iossa” di Deliceto e dall’Associazione Musicale Culturale “Bel Canto” di Foggia, con il patrocinio della Provincia di Foggia e del Comune di Deliceto. La kermesse musicale delicetana è stata occasione per far conoscere al grande pubblico alcuni brani del giovane talento Francesco De Matteo che sul finire dell’ottocento compose opere di straordinaria bravura, tanto da meritare il plauso da compositori come Pietro Mascagni, Giuseppe Verdi e Massenet. La manifestazione è stata ben strutturata, dal Direttore Artistico Maria Gabriella Cianci, in quattro serate con un percorso eccellente, si è partiti dalla vocalità da concerto con brani di Beethoven, Schubert, Brahms, Schuman, Fauré e Giordano eseguiti con maestria in lingua originale dal basso-baritono Davide Longo, accompagnato al pianoforte da Maria Gabriella Cianci. La seconda serata è stato un inno al pianoforte con un ampio spazio al romanticismo musicale, il maestro Nunzio Aprile ha eseguito brillantemente brani di Mendelssohn, Schumann e Chopin. Mentre la terza serata è stata dedicata all’arte del cantare con i Maestri del Belcantismo italiano e la romanza da salotto; il basso-baritono Davide Longo e l’Ensemble Vocale Italiano “I Belcantisti” hanno eseguiti brani di Bellini, Donizetti, Rossini e Verdi. I bassi Francesco Serra e Antonio Perrella hanno dato il meglio della loro bravura ed interpretazione dei

brani. Nel corso della serata è stato presentato il libro “I battiti del cuore”, della giovanissima Maria Nelide Longo. Ed infine nella serata finale con il tema: “l’evoluzione dell’opera lirica dal Barocco fino al tardo ‘800”, ha avuto luogo uno straordinario recital operistico con la partecipazione della soprano Maria Gabriella Cianci, del basso-baritono Davide Longo e dell’intero gruppo Ensemble Vocale Italiano “I Belcantisti” (soprano Lucilla Falcone, soprano/pianista Annita Giuva, soprano Monica Paciolla, basso Francesco Serra e basso Antonio Perrella) con brani di Haendel, Piccinni, Paesiello, Cherubini, Rossini, Puccini, e Verdi. Nel corso delle

serata sono state eseguite per voce e pianoforte alcune composizione di Francesco De Matteo: Rimpianto, È notte, Andante, Pastello pugliese, Stornello e Madame Bovary. “È stata una bellissima manifestazione con una grande affluenza di pubblico.” ha sottolineato il segretario generale del Festival Michele Campanaro “Già dal prossimo mese inizieremo a lavorare per la prossima edizione e cercheremo di mettere le basi per una Fondazione dedicata al musicista delicetano. Francesco De Matteo sarebbe stato sicuramente un artista di fama internazionale se non fosse morto giovanissimo colpito da una tubercolosi polmonare a soli 22 anni”. Il Direttore Artistico del Festival, Maria Gabriella Cianci, fa qualche anticipazione per la prossima edizione: “Sicuramente sarà più ricca di questa appena trascorsa, abbiamo in cantiere l’opera “Dramma Eterno” di De Matteo, che sicuramente rappresenteremo a Deliceto, con l’obiettivo di essere poi ospiti al Festival della Valle D’Itria di Martina Franca. Ora ci godiamo ancora per diversi giorni il successo, poi subito al lavoro”. Un doveroso ringraziamento va al Direttore Artistico, Maria Gabriella Cianci, al Presidente della Pro Loco di Deliceto, Benvenuto Baldassarro, al sindaco dott. Antonio Montanino, all’assessore alla cultura Mariano Laudesi, al presidente della Provincia di Foggia on. Antonio Pepe, al Presidente dell’Associazione Culturale Musicale “Bel Canto” di Foggia e ai tantissimi spettatori delicetani e non che hanno affollato le serate.


Joe Eleim o meglio conosciuto come Giuseppe Miele, è un ragazzo di Carapelle trasferitosi a Prato in Toscana all’età di diciotto anni. “Sono nato il 14 giugno dell’83 a Foggia, fino all’età di 15 anni ho vissuto a Orta Nova, poi sono andato a Carapelle. Ho avuto un’adolescenza normale e particolare allo stesso tempo, il divorzio dei miei genitori è stato il motore che ha scatenato in me una certa ribellione”. Sin da piccolo ha amato la musica, soprattutto la musica rock e metal, insieme alla passione della musica ha sempre coltivato anche quella dello scrivere. All’inizio Giuseppe era un semplice ragazzo che suonava e cantava nelle cantine di Carapelle, oggi è un cantante e musicista emergente, ha totalizzato 4 album musicali, più di 30 live nelle piazze d’Italia e da ottobre la sua musica sbarcherà all’estero. La cosa che colpisce di più di Giuseppe e delle sue opere e che nonostante la lontananza e il rapporto che dice di avere con il suo paese “amo et odio” è riuscito a non dimenticarsi del dialetto, delle tradizioni e della semplicità di chi vive in questo territorio. Anche in alcuni brani questo legame è molto evidente, si rimane sbigottiti di come la sua è una melodia ricercata e assemblata con destrezza, quasi a far rivivere quel momento come fosse tuo, questo anche grazie all’uso e alla presenza in alcuni testi del dialetto carapellese. La sua notorietà poteva farlo esaltare, invece no, è rimasto umile nei modi di fare e nei modi di essere. Il genere musicale rock è un genere che ha fatto e fa ancora oggi la storia della musica, il suo è un Hard Rock, un rock pesante, forte non solo nella musica ma sopratutto nei testi e nei temi che tocca, si, perché non si accontenta di sfiorare il giusto, ma mette a nudo la sua cruda verità. Domanda: Nasce prima la tua passione per la musica o prima quella della scrittura o entrambi nello stesso tempo? Risposta: La mia passione per la musica nasce quando in me dall’essere loquace mi sentivo sempre più estroverso nei modi di fare e nei modi di pensare. Il primo ravvicinamento con la musica è stato con i vinili di mio zio, con i gruppi Pinck Floid e Rollin Stones da qui è partita quella febbre vorace per la musica e per il rock. Ho iniziato a frequentare persone che suonavano e ricordo che si andava ad ascoltarli nelle cantine tra Carapelle e Foggi, poi iniziai ad avere il mio giro suonando e cantando anch’io in queste cantine. Questo per me è stato una valvola di sfogo, attraverso la musica e la scrittura potevo dire la mia su certi avvenimenti e su alcune situazioni o diatribe che accadevano nel paese e intorno a me. La passione per la scrittura l’ho sempre avuta ma non l’ho mai coltivata fino ad oggi, all’inizio ero molto più interessato alle arti visive, disegni e dipinti. Nella vita ho capito che l’arte in generale è un bel sistema per esprimere tutta la cattiveria che si ha all’interno senza ferire nessuno, dicendo quello

che provi e che senti. Io mi sentivo appagato quando spruzzavo il mio veleno e dicevo ciò che volevo, all’inizio infatti i miei scritti erano molto aggressivi, poi col tempo mi sono addolcito. Ho sempre suddiviso la mia personalità in due parti o anche in tre, c’è una parte di me, pacata rilassata, aperta a tutto e a tutti, un’altra più estroversa e quasi minacciosa, in poche parole non ha mezzi termini, non ha confini, questa parte delle volte mi ha recato grandi problemi. D: Con l’arte, con lo scrivere e con la pittura volevi far emergere la cattiveria che era in te, era davvero cattiveria? R: Era un anestetico, per i demoni del passato, ognuno di noi il passato non lo elimina mai, è sempre dentro. Le sofferenze famigliari, le incomprensioni, alcune situazioni e momenti vissuti durante l’infanzia quando cresci diventano delle cicatrici, che pian piano si iniziano a chiudere, ma che ti portano a un bivio e il problema è nella scelta della strada, o svolti dal lato giusto o da quello sbagliato, ma non puoi soffermati per sempre, devi svoltare. D: Per te il rock è un genere musicale, una religione o un modo di vivere? R: Per me è un modo di vivere da sempre, ora è diventata una moda. Il rock è una chiara espressione di quelle persone che dicono, la voce di una realtà nuda e cruda, senza mezzi termini. Almeno ti parlo di quando ero ragazzino, chi ascoltava il rock lo viveva anche, oggi è diventata una moda, una moda che ti porta ad apparire. Sono sempre stato uno che in base al gruppo che ascoltava in un dato periodo, si informava per scoprire i retroscena, la vita e i segreti di un cantante o di un gruppo e insomma ti facevi un idea dei personaggi. Ricordo che si acquistavano delle riviste “Metalschoc” o “Rock Hard” che ora non pubblicano più, ma oggi con internet le informazioni sono molto più facili da reperire. D: Hai avuto un personaggio o un mito che hai seguito? R: Io sono sempre stato per le situazioni ibride, prendere qualcosa da vari personaggi. I primi periodi che ascoltavo questa musica adoravo il modo camaleontico di imporsi sul palco di Mick Jagger o il modo estroverso di apparire di David Bowie, la poesia, i momenti crepuscolari che riuscivano a creare i Dire Straits, insomma un qualcosa da ognuno di loro, ci si fa un bagaglio di tutto. Seguire un solo idolo ti porta ad assomigliare sempre più al tuo idolo e questo non mi è mai piaciuto. D: Come hai vissuto la lontananza da Carapelle? R: Per me è stato come distaccarsi dal cordone ombelicale, perché io ho visto il sud sempre come una madre dove tutto era permesso, tutto era lecito come descrivo anche in un mio brano e dove tutto va a rilento. A differenza del nord che è tutto un correre, al sud il tempo scorre in un’altra maniera.

Rimanere fuori dal gregge giù era molto difficile. Il mio rapporto con Carapelle è di amore e odio, quando devo resettare le idee, devo coordinare le situazioni da affrontare, anche se sto sempre in giro con amici incontrare gente, c’è una parte del mio cervello che si rilassa nel vedere le vecchie strade del mio paese, il sorgere del sole a prima mattina, o la strada che hai fatto per anni quando andavi a scuola. Qui ogni tanto provo dei sentimenti di nostalgia e voglia di emergere, una sensazione un po’ strana, che mi da del benessere. D: Cosa è significato il trasferimento a Prato? R: All’inizio è stata un po’ dura, tanta gente pensa che trasferirsi è la soluzione di ogni problema e la realizzazione di ogni sogno, in fondo non è cosi, ci sono voluti anni per me mettere su un gruppo, soprattutto musicale perché in Italia prediligono le cover band, quindi una copia del tutto o quasi simile a un personaggio già esistente o famoso. Il mio modo di essere “fuori dal gregge” mi ha portato a staccarmi e vivere una situazione tutta mia. Ci fu un periodo che avevo preso come fissa dimora per scrivere un vecchio casolare sulle colline di Prato, si chiama “La villa del Barone”, li si vede tutto il panorama di prato con le luci, e scrivevo tutto ciò che mi frullava per la testa. Tutto ciò che scrivevo ero sicuro che mi ritornavano utili, infatti tanti demo di oggi sono il frutto di quello che ho scritto durante la mia adolescenza. Qualsiasi abbozzo scritto quando poi li inserivamo la musica, calzava a pennello, e questa cosa mi ha sempre affascinato, qui ho capito che ognuno di noi ha già una strada prestabilita o che ci sia qualcosa che bene o male ci guida. Abbiamo un destino già stabilito ma dobbiamo coltivarlo. D: Come e dove nasce la tua storia discografica? R: Il primo gruppo nasce a Prato, con il nome “Licantropia” inteso come malattia patologica mentale, quindi la trasformazione non dall’uomo a bestia, ma come atteggiamenti da persona pacata e calma a una persona fuori controllo. Il titolo del Cd era “Espliciti e realtà” con vari brani all’interno: ‘Pugni in Gabbia’, racconta la mia voglia di esprimersi mentre ero a Carapelle; ‘Silenzio’, è la descrizione di uno stato d’animo


che ho avuto, quando è venuto a mancare un mio carissimo amico, Alfonso Piteo è questo il brano a cui ci tengo molto e descrive i perché della vita, dei perché senza domanda! Parla di un saluto, di un addio e di un silenzio finale; ‘In tutti i miei veleni’, denuncia la violenza sulle donne che è una cosa a cui ci tengo molto; ‘Estremamente esplicito’, è un esplosione di enfasi e cruda realtà. La situazione del gruppo si iniziò a sfaldare giorno per giorno e dopo un anno e mezzo la band si sciolse. Successivamente nacque un altro un altro gruppo i “Mescal04” ma anche esso destinato a finire prematuramente. Nel frattempo riesco, in collaborazione con il fonico, a incidere una demo ‘My coma’ che è la descrizione di chi vive con l’utopia di essere puliti, ma che poi ha dei grossi scheletri nell’armadio, questo è il modo di vivere nel mio paese e mi stava stretto, era come vivere in coma; In ‘SudEst’ parlo di Carapelle, del vento che sfiorava il grano che sembrava un mare in balia del vento in questa canzone, ho cercato di utilizzare il modo di vedere di un bambino e il modo di pensare di un adulto. Ho avuto un esperienza fuori dagli schemi, mettendo da parte il metal e il rock e mi sono cimentato nel Reggae dove quasi tutte le mie canzoni sono in dialetto carapellese. Successivamente, nasce il gruppo gli “Schiva”, che subito diventa una famiglia, qui nel giro di pochi mesi mettiamo su il primo demo e ora stiamo preparando un album da inviare ad un etichetta che ci ha contattato. Ma non solo, con gli Schiva facciamo anche dei concerti e per me il palco è un altro pianeta, quando salgo sul palco

mi sento che entro in un’altra dimensione, non so spiegarvi cosa provo. D: Chi sono gli Eleim e qual è la loro storia discografica? R: Io vivo due realtà quello degli Schiva e il progetto “Eleim” un duo. Il progetto “Eleim” da sogno è diventata una piccola realtà. Siamo al 3° album pubblicato e il 4° sta per uscire, abbiamo una piccola distribuzione dei nostri cd, ma non solo, a settembre partiranno anche delle date per dei Live. Il genere musicale degli Eleim è Metal melodico ma un po’ crudo che denuncia la pazzia umana e quello che c’è di più marcio al mondo. Alcuni pezzi cantati dagli Eleim sono: ‘La morte degli eroi’, che è un pezzo dedicato ad Edoardo Costa, l’attore che fece un servizio fotografico per l’Unicef e poi si mangiò tutti i ricavati per proprio tornaconto; ‘Hyde’, che parlo dei retroscena di qualsiasi comune mortale, qui ho preso spunto dal modo di agire di alcuni paesani, quello del chiacchiericcio e dello sparlare; ‘Nel nome del profano”, dedicato a S. Giovanni Rotondo, per me è stato sconcertante andare a S. Giovanni Rotondo e trovare bancarelle, parcheggi a pagamento, negozietti con immagini sacre di tutti i tipi e colori, pubblicità di ristoranti e pizzerie. In quel momento ho subito collegato al versetto della bibbia dove Gesù, si reca alla sinagoga e vedendo tutti i mercati all’interno si arrabbiò perché in un luogo di culto, nella case del padre vedeva fare mercanzie e sbatte fuori tutti. Per me è stato rivivere la stessa situazione ma senza Gesù, da questa esperienza rimasi cosi colpito che scrissi ”Nel nome del profano” e in un versetto dico “Come

in una Babilonia moderna si commercia la profanità artigianale” e nella parte finale dico “Dio si è velato i suoi occhi con la mano, per non vedere quello che sta succedendo”; ‘Porci incravattati’, è un pezzo che parlo della massoneria, questo dell’occulto è un mondo che mi ha sempre affascinato e attraverso molti libri che ho studiato mi ha fatto capire cosa c’è oltre; ‘Sepolto vivo’, è un pezzo liberatorio, parla di un periodo particolare della mia vita, dopo la fine di una relazione sentimentale di sette anni, descrivo il distacco e l’impressione di soffocare all’interno di una scatola senza via d’uscita; ‘Marchiato sulla pelle’, per la prima volta affronto il tema dei miei tatuaggi, che sono l’esperienze e i ricordi che ho vissuto. D: Cosa significa salire su un palco? R: Sia gli “Schiva” che gli “Eleim” da quasi tre anni fanno concerti dal vivo, quest’anno per la prima volta usciamo dall’Italia per un tour in Svizzera, infatti staremo li ad ottobre per due date il 26 e il 28. I primi Live per me sono stati un po’ ‘strazianti’, scendendo dal palco c’erano donne da cinquant’anni a bambine di 13 anni che mi chiedevano di autografare il cd, qui sono rimasto un po’ destabilizzato, è piacevole come sensazione ma per me era una cosa stranissima, oppure vedevo sotto al palco persone che cantavano ciò che io ho scritto, e questo secondo me è la cosa che più appaga, quando noti che c’è gente che abbraccia la tua causa, il tuo modo di pensare che quello che tu hai scritto stimola delle sensazioni, appaga e gratifica molto, questa è la vera ricchezza!


Nel suo programma “Grifonissima d'estate 2012”, Ascoli Satriano ha annoverato l'evento inaugurale dell'Associazione Mario Frasca, “Ode alla vita”, un recital interamente dedicato al nostro “eroe” ortese, caduto in Afghanistan, per non dimenticare il suo sacrificio. A fare da cornice lo splendido scenario del Chiostro Polo Museale di Ascoli e un pubblico compito ed emozionato, composto soprattutto da familiari e cari amici. Momenti significativi della serata: la proiezione di video sulla vita di Mario in Afghanistan; la lettura di una lettera scritta per Mario dal suo “compagno d'avventura” Guglielmo, in cui viene risaltata non solo la figura di un grande amico, ma soprattutto, quella di una persona dedita al proprio lavoro, precisa e meticolosa, sempre pronta ad aiutare il prossimo; a seguire la straordinaria interpretazione lirica di Tania Frasca, accompagnata al pianoforte dal Ma-

estro Ciro Frasca; standing ovation durante “Il silenzio” suonato in onore di Mario e degli altri 50 caduti in Afghanistan; si procede con la consegna, da parte del sindaco di Ascoli Satriano, di una targa di riconoscimento ai genitori di Mario e con la preghiera recitata da don Sergio, parroco del centro dei Monti Dauni, rivolta al Caporal Maggiore Capo Mario Frasca e a tutte le vittime; a conclusione della serata, il volo di lanterne luminose, a forma di cuore, accese intorno ai bambini presenti, sulle note della meravigliosa canzone “Heal the world” di M. Jackson, al fine di accorciare le distanze dal cielo e far arrivare a Mario e agli altri 50 eroi caduti in Afghanistan l'affetto e la gratitudine di tutti. Belle parole, ospiti autorevoli, tra i quali il Maggiore Riccardo Proietti, in rappresentanza della caserma militare “Sernia Pedone” di Foggia, grande evento... ... ma dopo manifestazioni come questa, a noi, cosa resta in fondo all'anima? Quanti di noi conoscevano veramente Mario? Chi era Mario? Mario era, prima di tutto, un ragazzo giovane e spensierato, con i suoi sogni, i suoi progetti e le sue ambizioni, impegnato dal 2005 come esperto informatico presso il Confoter (Comando Forze Operative Terrestri) di Verona, ma ciò che lo contraddistingueva era la sua grande generosità d'animo e il suo altruismo, ragion per cui prese la decisione di partire per l'Afghanistan. Mancava davvero poco al suo rientro definitivo in patria, ma il destino ha fatto sì che le cose andassero diversamente...

Mario è ritornato in Italia in un feretro avvolto nel tricolore, accolto da applausi, lacrime di commiato, parole concitate, funerali solenni... Oggi, ad un anno dalla sua scomparsa, ci ricordiamo ancora che Mario ha scelto volontariamente di mettere rischio la propria vita in nome di un grande ideale? E i suoi cari, come hanno continuato a vivere dopo la sua perdita? Mario era mio cugino- orgogliosa di esserlo - figlio di gente comune, onesta, che mai si sarebbe aspettata, per il proprio amatissimo ragazzo, una fine così tragica, ma che l'ha affrontata con grande forza e che ha avuto il coraggio di reagire, concretamente, dando vita ad un'associazione che terrà sempre vivo il ricordo e il sacrificio di Mario. L’“Associazione Mario Frasca” nasce il 22 gennaio 2012, in occasione del compleanno di Mario, e il suo scopo è quello di perpetuare l'opera di solidarietà intrapresa dallo stesso Mario, di onorarlo insieme alle altre vittime dell'Afghanistan per i loro ideali di pace e di democrazia, rinnovandone ogni giorno il ricordo attraverso manifestazioni in ambito culturale e non solo... Il prossimo evento sarà organizzato ad Orta Nova, in quella terra che l'ha visto nascere, giocare, diventare adulto, partire... Ognuno di noi può contribuire alla crescita dell'Associazione Mario Frasca, ma dev'essere un atto che scaturisce dal cuore, un impegno importante per un fine ben preciso, e concludo citando alcuni versi di una poesia, che forse ci aiuteranno a capire meglio chi è un soldato: “Ho visto il volto del terrore Ho sentito il freddo morso della paura Ho gioito per il dolce gusto di un momento d'amore Ho pianto, ho sofferto e ho sperato... Ma più di tutto io ho vissuto quei momenti Che gli altri dicono sia meglio dimenticare” E aggiungo io: “Allora, forse, ne è valsa la pena...”

È stata inaugurata sabato 1 settembre a Carapelle la mostra d’arte di Antonella Purgante, artista foggiana particolarmente conosciuta per l’uso artistico e per la ricerca personale sulla carta come supporto artigianale alle sue opere d’arti. La mostra è stata visibile fino al 9 settembre nei locali della mensa scolastica (P.za Giovanni Paolo II) proprio dove circa un anno fa ospitò le grandi opere del maestro Angelo Grassi, pittore carapellese di fama mondiale. Durante la mostra è stato possibile incontrare l’artista, parlare e chiedere delucidazioni o spiegazioni sulle sue opere. Antonella Purgante in arte Sèline, è nata a foggia, nel 1995 ha conferito il Diploma di Maturità d’Arte Applicata in Decorazione Pittorica, ha proseguito i suoi studi diplomandosi nel 2000 all’accademia delle belle arti

di Foggia. Dal 2007 al 2010 ha partecipato a percorsi di alta formazione tra cui “Cobaslid” e “Fashion Art Design”, dall’inizio della sua carriera ha partecipato a diverse mostre di carattere regionale e nazionale. Nel 2011 ha pubblicato i suoi quaderni d’Arte, “Paper Mood” con la prefazione di Francesca di Gioia e “Filigranare e Marmorizzare” con la prefazione di Riccardo Righini. Le sue opere sono collocabili nella Paper Art, i soggetti sono per lo più astratti, non c’è l’utilizzo del pennello e le sue opere nascono insieme al loro supporto. Durante la fabbricazione della carta, fatta sempre dall’artista, c’è il miscuglio di colori che vanno a fissarsi nell’impasto, essiccandosi insieme formano quello che è il prodotto dell’artista. All’evento erano presenti il Sindaco di Carapelle Alfonso

Maria Palomba, che ha aperto la cerimonia con un introduzione sulle opere dell’artista, definendole originali e ricercate, “Non ho mai assistito e visto una mostra del genere. L’arte di Sèline è una novità, l’utilizzo della carta come supporto è indice di originalità e artigianalità”, erano presenti alcuni assessori del comune di Carapelle tra cui Gerardo Longo, Matteo Sgarro e Nunzia Tarantino assessore alla cultura e all’istruzione. Presenti anche il professore Riccardo Righini docente presso l’Accademia delle Belle Arti di Foggia e alcuni giornalisti locali. L’arte di Sèline è un arte tutta da scoprire, è un processo che nasce nella mente dell’artista e continua a vivere su carta, si perché la carta è materia viva e preziosa, è un viaggio tra colori e processi semantici.


Il castello normanno-svevo e il convento di S. Antonio di Deliceto sono state le location scelte dal regista Gerardo Marinari per il cortometraggio “Despertar”. Il film è stato presentato nell’ambito delle manifestazioni culturali estive nel salone del maniero delicetano con la partecipazione di Luigi Totaro, giovane artista rap, che oltre a firmare la sceneggiatura con il regista foggiano ha realizzato la colonna sonora, interpretando inoltre il personaggio della guida del castello. Il corto racconta la visita di due giovani fidanzati nel castello, che nel percorrere le nude stanze vengono invasi da ricordi e incubi, e cosi una carrozzina con una bambola o la palla che cade dalle scale è il ritornare all’in-

In contemporanea con la manifestazione “Deliceto Musica Festival - Francesco De Matteo” svoltasi il mese scorso a Deliceto, il salone del Castello ha accolto una installazione del pittore foggiano Piero Roca: “Macchie d’aria” del 1986 realizzata con colori indelebili su tela in una installazione di cm. 100x200x300. Roca a metà degli anni ’80 dopo aver partecipato con impegno al dibattito sull’arte e la politica culturale di Foggia e dopo aver viaggiato in Europa, tra Francia, Spagna e Germania, sente il bisogno di dare spessore, volume e consistenza all’immagine pittorica. Ispirato dalla lettura del saggio “La storia del vento” di Lyall Watson, nel 1986 inizia un attento

fanzia e alla fanciullezza, non mancano gli incontri di giovane e belle vampire, poi il risveglio (Despertar) fuori dal castello e il saluto della guida, ed infine un’altra coppia di giovani fidanzati sul portone d’ingresso per visitare l’antica struttura. Ottime le riprese di Tommaso Abatescianni. “Despertar” è un dolce connubio tra la musica rap e le immagini, eccellente l’intuizione di Luigi Totaro di scegliere come location due strutture simbolo di Deliceto che sono riuscite a “cucire” la sua creatività musicale e narrativa. Alla manifestazione inoltre sono intervenuti l’assessore ai lavori pubblici del comune di Deliceto, Roberto Campanella, lo storico Mattia Iossa e chi scrive.

sul vento, sulla sua portata e suoi movimenti, ed ecco che dà ampio spazio alla vela delle barche, come quella delle tavole del windserf, poi le maniche a vento degli aeroporti, per finire agli aquiloni dei bambini. Dopo alcuni mesi lo studio prende forma e si ispira alla pittura astratta del novecento, a quella di Klee e Kandishy. Le sette tele, unite dal filo di nylon, sono sette oggetti che fluttuano nell’aria e che vivono di aria. L’idea di queste installazione per Piero Roca nasce, anche, da una su esigenza particolare, quella di ripensare e di approfondire non solo la sua ricerca pittorica, ma la sua posizione e il suo atteggiamento nei confronti della stessa pittura.


Organizzato dall’Acd “Reali Siti” di Stornarella, il 3-4-5 agosto scorso in piazza Umberto si è svolto il I° Torneo Cittadino di Carte Napoletane: Briscola - Tre sette - Sco-

pone scientifico. La partecipazione al torneo è stata assidua (42 coppie) oltre 84 partecipanti. L’età non ha avuto ostacoli, dal ragazzo al nonno tutti appassionati del gioco delle

È stato un brillante successo la seconda edizione del Trofeo “Francesco Di Palma” svolta il 16 settembre 2012, organizzato dall’Asd ciclistica “Francesco Di Palma” di Stornarella. Una medio fondo di 111 km, che si è snodato tra i comuni di Stornarella, Ascoli Satriano, Stornara e Orta Nova. La novità del percorso è stata la crono scalata del monte Carpinelli (territorio di Ascoli Satriano), il cui tempo di velocità è stato calcolato nei due passaggi. Ad attendere il via alla gara, in piazza Umberto, vi erano circa 150 atleti, provenienti dal Lazio, Calabria, Campania, Basilicata e Puglia, che con forza e caparbia hanno affrontato il per-

corso tra piani, falsi piani, e salite. A solcare per primo il traguardo sotto l’arco di Tempo Gara è stato Borrelli Antonio del team Autotrasporti Convertini (Br). A seguire Colletta Gaetano del team Grottaglie (Ta), Nuha Alban (campione nazionale Mtb) del team Eurobike di Corato (Ba). E solo (con rammarico) un quarto posto per il campione nazionale amatori Pio Calò del team Fajarama-La Notte. A vincere la cronoscalata è stato lo stesso Borrelli con un tempo medio, nei due passaggi, di 06 minuti e 30 secondi. Seguito da Ernesto Centofanti e Colletta Gaetano. “Felicissimo di aver partecipato; non mi aspettavo un percorso così impegna-

carte. Il Turn over si è svolto tenendo conto delle regole classiche dei giochi. Ogni coppia partecipante si è scontrata prima con la Briscola, superata questa, il gioco è proseguito con il Tre Sette e in caso di pareggio i gareggianti si sono impegnati ne gioco dello Scopone scientifico. Ogni partita è stata seguita dal giudice di gara nella persona di Peppino Pistillo. Al termine di ogni “sfida” i partecipanti sono stati allegramente dissetati da un buon bicchiere di vino e dalle rinfrescanti mozzarelle del Caseificio Idea di Angelo Di Feo. “Il vino buono rallegra ogni uomo”. Lo scopo della manifestazione è stato quello non tanto di proclamare i vincitori, ma quello di socializzare, dove poter mettere insieme nello stesso situazione ragazzi e nonni, il vecchio con il nuovo, per riscoprire antichi valori e tradizioni, un interazione faccia a faccia, stando lontani per un po’ dall’ingannevole face book e da altri social network. Agli organizzatori Felice Sebastiano e Mimmo Quinto va la lode per l’impegno e il tempo preposto alla realizzazione del torneo, che hanno cercato in tutti i modi di rendere questa iniziativa un successo eccellente, il tutto a costo zero.

tivo con un dislivello medio 1250 metri e per di più con vento contrario per tutto il percorso”. Queste le parole del vincitore Borrelli, che nonostante le avversità il suo tempo ottimale è stato di 3 ore e 1 minuto con una velocità media di 36.60 km/h. Una gara davvero esaltante ed emozionante, che ha richiamato intorno a se molti spettatori stornarellesi, ignari delle caratteristiche attrattive e diversive delle gare ciclistiche. Dall’ottimo successo ottenuto, per le presenze eccellenti e della perfetta organizzazione, la ASD “Francesco Di Palma” vi darà appuntamento per altre iniziative per il 2013.


Ed ecco l’autunno L'autunno è arrivato, è ora di cambiare la nostra alimentazione integrando nella dieta i prodotti stagionali autunnali come funghi, zucca, mele, castagne, tartufi e tante altre cose buone. Vi propongo alcune minestre e poi una ricetta di pasta composta da bucatini con funghi e pancetta, una versione senza pomodoro e senza panna per assaporare il meglio del gusto di questi ingredienti senza essere sopraffatti dal sapore del pomodoro. Ecco alcune ricette autunnali. Castagne in minestra Ingredienti per 4 persone: 500g di castagne secche senza buccia, una menta fresca, prezzemolo, rosmarino, salvia, sale, olio extravergine di oliva Lavare bene le castagne sotto l’acqua corrente, tritare molto finemente tutte le erbette. Riempire una pentola d’acqua e portarla ad ebollizione, quindi aggiungere le erbe tritate e le castagne e riportare ad ebollizione, coprite con un coperchio e fare cuocere per 2 ore a fiamma bassa. Togliere dal fuoco e con un mestolo versare la minestra nei piatti aggiungere l’olio extravergine di oliva e servire. Minestra di patate Ingredienti per 4 persone: 1 carota piccola, 60g di funghi misti, 1 cipolla piccola, 500g di patate, burro. cimette di cavolfiori, brodo vegetale, sale, olio extravergine di oliva, 5 cucchiai di panna da cucina, prezzemolo Sbucciare le carote e le patate e lavarle sotto l’acqua corrente, poi lavare tutte le verdure e mondarle. Quindi sciogliere in una casseruola 50 gr. di burro e poi aggiungere la cipolla affettata, la carota a dadini, i cavolfiori e i funghi affettati, il prezzemolo tritato finemente. Fare cuocere a fiamma media per 5 minuti, unire le patate e il brodo e fare cuocere per 20 minuti. Se necessario salare, aggiungere la panna e mescolare, infine servire. Paccheri ripieni di Cime di Rapa Ingredienti: per 2 persone. 1 kg di cime di rapa da pulire, cucchiaio di pinoli, 200 di schiaffoni (paccheri), 6 filetti d’acciuga, 2 spicchi d’aglio, 1 dl di olio, sale, peperoncino q.b. Mondare le cime di rapa e lessarle in acqua salata tenendole al dente. Consrvare l’acqua delle cime di rapa per lessarci poi la pasta. In una casseruola mettere ad imbiondire i 2 spicchi d’aglio nell’olio e toglerli quando si sono imbruniti. Nell’olio aromatizzato

all’aglio spezzettare i 6 filetti di acciughe e attendere, a fiamma bassa, che si “sciogliono”. A questo punto aggiungere le cime di rapa scolate e far terminare la cottura nella casseruola (se è necessario, è possibile aggiungere qualche cucchiaio della loro acqua di cottura). Verso la fine aggiungere i pinoli e il peperoncino. Lessare la pasta nell’acqua dove precedentemente è stata messo a lessare la verdura, far cuocere per la metà del tempo indicato sulla confezione, scolarli e farli freddare su una teglia oliata. Quando si sono raffreddati riempirli con la verdura. Passare un filo d’olio sopra la pasta riempita e mettere la teglia in forno preriscaldato a 180° per 15 minuti. Bucatini con funghi e pancetta senza pomodoro Ingredienti per 4 persone: 400 gr. di bucatini, 1 cipolla, 1 spicchio di aglio, 200 gr. di pancetta dolce, 300 gr. di funghi freschi, 1 ciuffo di prezzemolo, Olio extravergine di oliva. 1 bicchiere di vino bianco, sale e pepe, 50 grammi di grana grattugiato (facoltativo) Un consiglio prima di dare inizio alla preparazione: per quanto riguarda i funghi si può scegliere tra pioppini, finferli, porcini, o champignon coltivati. Ancora meglio optare per un bel mix di tutti questi insieme. La pancetta invece la consiglio dolce e non affumicata perchè si sposa più delicatamente al sapore dei funghi, esaltandone la fragranza. Mondare i funghi freschi togliendo la terra e raschiando un poco i gambi e le cappelle. Lavarli velocemente sotto l’acqua e asciugarli con un panno pulito, tagliare a fettine. Mettere a soffriggere la cipolla tritata

con l’aglio schiacciato in un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva. Aggiungere la pancetta fatta a cubetti o a strisce, fai insaporire 5 minuti. Unire anche i funghi affettatati e dopo qualche minuto aggiungere il vino e far evaporare. Continuare la cottura a fuoco basso, coprire con un coperchio per circa 15/20 minuti. In una pentola piena d’acqua lessare i bucatini poi condire con i funghi e la pancetta, sale e pepe q.b., aggiungere il prezzemolo tritato e servire (se gradito, unire anche il grana grattugiato). Spalla di maiale con purea di castagne Ingredienti per 6 persone: 1.500 gr. di spalla di maiale in pezzi, 2 etti di pancetta coppata affettata sottilmente, 600 gr. di marroni, 1 tazzina di cognac o brandy, 1 rametto di rosmarino, 1 bicchiere di panna da cucina, 1 bicchiere di latte intero, un cucchiaio di strutto, olio di oliva extravergine, sale fino e pepe. La prima operazione è la realizzazione della purea: Sbucciare i marroni e poi lessarli in acqua bollente salata con 2 foglie d’alloro ed un cucchiaio di semi di finocchio, quindi spellarli a caldo e passarli a setaccio. Avvolgere nella pancetta i singoli pezzi di spalla, mettere il tutto in un tegame con olio, strutto e cipolla tritata e farli rosolare per circa 15 minuti a fuoco vivo. Quando avranno preso un bel colore, salate, pepate, bagnateli con la tazzina di cognac o brandy, non appena la fiamma è spenta aggiungere un mestolo di acqua bollente. Proseguite la cottura a tegame coperto e fiamma bassa per circa un'ora, aggiungere un altro po' di acqua se il fondo dovesse asciugarsi troppo. Nel frattempo mettere il passato di marroni in una casseruola con una noce di strutto, allungare con il mezzo bicchiere di latte, salare e pepare; tenere la fiamma bassa e mentre la purea è sul fuoco sbatterla con una frusta per renderla più soffice. Sul piatto da portata formare una corona circolare con la purea di castagne, al centro mettere i pezzi di spalla e servire.


Internet e minori Secondo quanto riporta l'Osservatorio della Società dell'Informazione di Federcomin, più del 13% dei navigatori è minore di età (dati riferiti al 2005). La durata di navigazione è di parecchie ore settimanali, ma, se si considera la crescente diffusione degli smartphone, si aumenta a dismisura il numero di ore. Secondo i dati rilasciati dall'associazione Save the Children, il 10% dei ragazzi fra i 12 e i 13 anni ha già incontrato un amico prima nel mondo virtuale, mentre il 32% degli adolescenti ha già comunicato ad altri il proprio numero di cellulare. Numeri preoccupanti, invece, sono quelli delle percentuali di chi ha postato video o immagini di sé nudo o in abbigliamento intimo. Insidie Il problema che avvolge la tematica “Internet e minori” si concretizza nell'enorme numero di insidie, che può incappare il minore. Fra le principali vi sono la pedofilia e la pornografia, la violenza e il razzismo; fra le altre problematiche, poi, vi sono furti di dati personali, violazioni delle normative sulla privacy o sul diritto d'autore, truffe, compimento di reati informatici, ecc. In tema di diritto d'autore, poi, si deve riflettere alle continue violazioni del copyright quando si scaricano canzoni protette oppure, semplicemente, quando si copiano immagini prese qua e là per Internet, per poi pubblicarle sul proprio blog. Va chiarito, infine, che su Internet si possono compiere tanti reati comuni alla vita reale (per esempio, la diffamazione) oppure specifici al mondo informatico (per esempio, la diffusione di password personali altrui). In tema di privacy, i ragazzi devono sapere che non si può pubblicare sul web una foto di un compagno di scuola senza averne ottenuto il consenso. La leggerezza di questi fatti condiziona pesantemente sia chi è oggetto della vicenda sia chi pubblica la foto. Si ricorda il famoso caso Vividown, cioè il caso del video in cui un ragazzo disabile è stato vessato dai propri compagni di scuola.

I dati personali di un utente rappresentano una merce importantissima per le aziende. È per questo motivo che si diffondono su Internet virus o altri malware capaci di comunicare i dati personali dei navigatori oppure vi sono veri e propri mercati neri di informazioni personali (come indirizzi e-mail, numeri di tessere sanitarie statunitensi, ecc.). Sapere che si sta indossando una certa marca di scarpe oppure qual è il proprio indirizzo e-mail oppure qual è il proprio gruppo sanguigno, ecc. è di grande importanza per un'azienda pubblicitaria o farmaceutica, per esempio. Cosa fanno con i nostri dati? Le attività che si possono svolgere con i nostri dati sono innumerevoli. Fra quelle più conosciute vi è la possibilità di creare profili di utenti, individuando facilmente i gusti e le esigenze che gli stessi navigatori forniscono tramite il web. In particolare, sui social network è facile capire tutto di un utente, poiché è lo stesso navigatore che dice quali sono i suoi interessi, quali sono i brand di riferimento, quali le amicizie, la musica, i film, ecc. che gli interessano di più. Insegnamento ed educazione Come uscire da questa situazione? L'unico metodo è quello di comprendere che cosa abbiamo di fronte e insegnare anche agli altri come si può gestire al meglio la propria identità digitale. Vi sono alcune regole da seguire per avere un giusto approccio con la tecnologia della Rete. Si trovano diversi consigli da seguire per evitare spiacevoli conseguenze per chi è più indifeso, come i minori. Innanzitutto, una grande funzione di guida è quella svolta dai genitori, i quali devono educare i bambini a navigare sempre in loro compagnia, a non comunicare a nessuno i propri dati personali, a non prendere mai appuntamenti con persone conosciute su Internet, a non utilizzare mai linguaggi volgari o offensivi, a non fidarsi mai ciecamente dei contenuti trovati sulle pagine web, ecc. Il difficile ruolo del genitore può essere

ammorbidito, comunque, da accordi fra operatori della Rete, volti a seguire regole specifiche per tutelare i minori. Per esempio, vi è un accordo specifico fra provider e Ministero delle Comunicazioni e il Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie del 2003 diretto a pubblicizzare il marchio “Internet e Minori”; secondo questo accordo, infatti, vengono analizzate tutte le possibili azioni per tutelare i minori durante la navigazione. Un modo per gestire al meglio la difficile situazione (soprattutto dei social network) viene dalla Scozia. Si è pensato, infatti, di creare un sito web apposito per ragazzi, basato sul sistema della tracciabilità dell'identità della persona. Kibooku, questo il nome, è un social network per minori, fatto appositamente per evitare malintenzionati. L'adesione al sito costa poco più di due Euro al mese, garantendo in questo modo la tracciabilità della persona (e dei genitori che pagano). Controllo La parte ulteriormente difficile, poi, è quella di controllare che le regole che ci siamo imposti vengano rispettate. Un esempio per tutti è quello di Facebook. Nel contratto di adesione al popolare social network, infatti, è stabilito chiaramente che non si può creare un account se si è minori di 13 anni; in realtà, sono tantissimi gli account di ragazzini che hanno quella età e che si registrano, magari inserendo dati falsi. Nessun controllo può essere svolto su queste situazioni e, dunque, come ci si fa a fidare di un social network così ingestibile?


La Fedora di Cassinelli è la descrizione di un universo parallelo e possibile: di quel che sarebbe stato se alcuni eventi accennati nel racconto si fossero verificati. Il libro si snoda attraverso un percorso che collega eventi tra loro perfino distanti, e racconta una storia di incontri: come l’incontro possibile di Florestano Rossomandi con Umberto Giordano al Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli, o l’incontro del principe del foro Bruno Cassinelli con la Fedora di Giordano.

Gabriele Consiglio La Fedora di Cassinelli - Pagine: 96 Illustrazioni: 12 in bianco e nero Claudio Grenzi Editore

Orta Nova La storia: dal Passo d’Orta ad Orta Nova Regia di Domenico Francone

Uno dei documentari di storia locale più utili e interessanti che abbia visto. Prodotto da Videoflah Francone di Orta Nova, il filmato è una riedizione del documentario “Orta Nova ieri e oggi” del 1999, con il testo di Gianni Cucinato per la regia di Domenico Francone. È un viaggio nella storia di Orta Nova, un contributo alla ricerca delle radici della città, si parte dalla Roma Imperiale per raccontare il sito di Santa Felicita, segue il periodo federiciano e il castello da caccia distrutto. Un grande spazio alla transumanza, bellissime le immagini del pastore con le pecore che canta un motivo popolare; agli insediamenti dei Gesuiti e la Masseria, per poi approdare alla creazione dei 5 Reali Siti del 1774 e la nascita del comune di Orta Nova il 1° maggio 1808, con le sue 320 famiglie e i suoi 1.439 abitanti. Un racconto con particolari minuziosi come il ricordare il 26 ottobre del 1833 quando fu aggiunto il nome di Nova ed ottenne, la città, il suo stemma: uno scudo sormontato da una corona con al centro l’immagine di due buoi ed un albero sotto il sole con la scritta “Sole-Lavoro-Fertilità”. Francone è riuscito mirabilmente, con alchimia professionale, a fondere le immagini filmate con le fotografie.

o Madre dei dolori? Ogni conforto è vano senza la Tua mano, o Vergine Maria! UNA BIANCA VELA A PORTO S. ELPIDIO Una bianca vela solca le onde sonnolente e placide. Il maree la culla e la fa scivolare lentamente guidandola. Noin si sentono rumori o sciabordii di grandi barche. La barchetta continua tranquillamente ad essere la regina del mare. Rocchina Morgese

L’ARCOBALENO L’arcobaleno, dopo la pioggia, mi ricorda parole magiche: il rosso, l’amore; il verde, la speranza; il rosa e l’azzurro, la nascita di un figlio; il viola, un cuore in tempesta; il giallo e l’arancione, i sogni; l’indaco, tutti i desideri che vorrei si avverassero. Rocchina Morgese

DOLORE E AMORE A che valgon gli onori senza il conforto tuo,

Presso la Croce muta del Tuo Figliol pendente ch’amor per duol Ti rende, trova conforto e pace col cuor dolente e muto, la Madre del Caduto! O Anime immolate pel nostro sacro suol accogliete il sospiro di questa madre in duol; fregate per la pace voi, che nel Ciel siate. O sacra terra cara, che ‘l monumento reggi, da ogni atto insano Ti prego: lo proteggi! È il doloroso appello che col cuorte muto rivolge ai generosi... La Madre del Caduto Antonietta Soldani Tarantino




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