Lo Sguardo sui 5 Reali Siti -Luglio/Agosto- 2012

Page 1






Leggere è un privilegio esclusivo dell’essere umano. Coloro che amano leggere hanno vite più ricche e prospettive più ampie rispetto a chi resta indifferente davanti ad un libro o addirittura lo considera più un obbligo che un piacere. La colpa, in quel caso, è della scuola e della famiglia che non hanno saputo trasmettere il sano virus della lettura ed è per questo che tanti ragazzi considerano faticoso e poco interessante dedicare tempo anche ad una sola paginetta stampata. Il computer è divenuto così popolare che tanti ragazzi lo preferiscono ad un buon libro e perdono così una infinità di buone occasioni. Leggendo si trascende il tempo, si entra in contatto con filosofi, saggi e poeti vissuti migliaia di anni fa, si visitano luoghi lontani senza prendere aerei, s’incontrano nuovi maestri, si sviluppano nuove idee e nuovi punti di vista. Tanti non leggono perché hanno poca familiarità con la lettura, non l’hanno fatto da piccoli oppure l’hanno fatto male. Basta iniziare con libri semplici che parlino di cose interessanti, libri che sappiano catturare la nostra attenzione, che mettano in viaggio la nostra fantasia, che ci facciano scordare di stare nel salotto di casa e siano in grado di guidarci in realtà ancora sconosciute. Una volta scoperto qual è il giusto meccanismo possiamo cimentarci anche con sfide più grandi e vedrete che questo processo poi durerà tutta la vita. L’amore per la lettura si può trasmettere anche da piccoli: “Papà mi racconti una favola?”, dal racconto alla lettura il passo è breve. Si inizia raccontando a voce una storia e poi la si legge insieme al bambino e vi accorgerete che lui riscontrerà quasi sempre che abbiamo saltato alcuni passaggi; questo è un buon segno, vuol dire che abbiamo un figlio perspicace e attento. Ricordo ancora l’emozione di avere il mio primo libro delle elementari: annusavo la carta che sapeva di nuovo, guardavo continuamente le figure perché non sapevo ancora leggere e immaginavo quali storie potessero nascondersi dietro quelle figure; per paura che potessi sciuparlo mia madre me lo aveva foderato con un cartoncino giallo paglierino, di quelli che i salumieri incartavano il pane. Era la prima volta che avevo una cosa tutta mia e fu così che iniziò la mia passione per i libri che ancora conservo. I grandi uomini sono stati grandi lettori. Napoleone, ad esempio, nella campagna d’Egitto e di Spagna aveva con sé ogni genere di libri. Stendhal ogni mattina leggeva un centinaio di pagine che gli davano la carica giusta per affrontare la sua giornata di scrittore. Cosa ci spinge dunque a leggere? Si legge per conoscere attraverso l’uso di “parole accese” che, come tante luminarie ci indirizzano verso la casa della conoscenza. Il piacere di leggere lo conosce soltanto chi legge e sarebbe buona abitudine parlare

di libri in famiglia, avere libri in casa, vedere familiari che dedicano tempo al piacere della lettura, far percepire come normale e piacevole atto quotidiano e come cura di sé, quello di leggere un libro. A scuola si leggono spesso libri pallosi in funzione dell’esclusiva conoscenza dell’autore ed i giovani lo fanno con molta sofferenza, tanto per strappare una sufficienza e ciò rischia di spegnere l’interesse del giovane alla lettura. In realtà quelle letture devono prescindere dal “bello/brutto”, “mi piace/non mi piace”, perché servono a capire certi processi per cui si passa dal naturalismo al decadentismo che, altrimenti, non capiremmo. Se non si può indurre alla lettura, almeno la si può stimolare attraverso molteplici iniziative. Quando insegnavo, avevo istituito l’ora di lettura, avevamo una biblioteca in classe, con libri portati da casa, e così per un’ora alla settimana ciascuno doveva prendere un libro, leggerlo e, a turno, parlarne a tutta la classe. Come per miracolo, durante quell’ora anche le classi più scalmanate cadevano come in religioso silenzio, roba da pelle d’oca, e leggevano e raccontavano, ciascuno a modo

proprio. Bisognerebbe fare più esperienze di questo genere ed anche se non si aumenterebbe il numero dei giovani lettori, almeno si darebbe a ciascuno l’opportunità non di ripetere non semplicemente nozioni “a pappagallo”; ma di svolgere una sana pratica nel luogo maggiormente deputato allo scopo, l’aula scolastica. Termino con le parole di un giovane lettore: “Ci sono persone che si fanno le canne per amplificare i sensi, bèh io leggo e mi sconvolgo così!”. Buona vita! Don Tonino, umile viandante delle strade dei poveri vorrei che prendessi in consegna il mio paese, per fargli capire che i giudizi e le accuse gratuite distruggono vite, mentre abbiamo bisogno di far rinascere vite; che la droga presente nel nostro territorio non è solamente spacciata da mostri, ma da «nostri», ossia siamo tutti responsabili della illegalità diffusa, del commercio nei locali che sono coperture per loschi affari, della stasi coscienziale di tante persone. Prendici per mano e guidaci verso quella “Pasqua che è l’unica forza della storia perennemente eversiva”.


Nel Cristianesimo come nell'Ebraismo e nell'Islamismo, le tre religioni monoteiste, i divieti di alcuni alimenti hanno una valenza simbolica. Nell'induismo, religione politeista, è proibita la carne Bovina perché la vacca è considerata sacra e nell’Ebraismo e nell'Islam è proibita la carne suina perché il maiale è considerato un animale immondo. Il buddismo, il taoismo, il confucianesimo sono delle Filosofie; non sono religioni nel senso occidentale del termine, come nelle religioni del Libro che sono verità rivelate, ma sono soggette anch'esse ad interdetti Alimentari. Mi è sembrato interessante passare in rassegna le indicazioni alimentari della Chiesa Cattolica e della Chiesa Ortodossa. Gesù non lasciò, almeno non nelle fonti oggi ufficialmente accettate dalla Chiesa, alcuna indicazione in merito a cibi da preferire e ad altri da evitare. Malgrado ciò alcuni studiosi sostengono che, provenendo dalla setta ebraica degli esseni o avendo comunque avuto contatti con questo gruppo, la dieta di Gesù fosse a base di frutti ed erbe, latte, cereali e miele. Inoltre, sempre secondo queste fonti, Gesù raccomanda la sobrietà, di preferire pietanze semplici, facilmente digeribili. Nei Vangeli canonici non troviamo traccia di queste indicazioni: ciò che emerge è piuttosto una certa cautela da parte di Gesù nell'evitare di introdurre nuovi dogmi in un ambiente culturale dove erano già in vigore precise leggi ebraiche. Questo non significa che nel Nuovo Testamento manchino riferimenti al cibo, anzi sono piuttosto frequenti. Tuttavia, il messaggio di Gesù sembra focalizzarsi non tanto sulla qualità o sulla purezza del cibo quanto sul cuore dell'uomo, sul suo agire, sulle sue parole, sulle azioni a cui egli dovrebbe prestare maggiore attenzione. “Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo “Mc, 7-15-19 (cioè dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive), così Gesù risponde agli Scribi e ai Farisei che accusano i discepoli di non avere osservato i precetti della tradizione: lavarsi le mani prima di mangiare. Gesù lascia da parte gli atteggiamenti esteriori, vuoti di significato ed esorta piuttosto alla conversione nel senso etimologico del termine, ovvero rivolgersi verso la propria interiorità, per “curare” e purificare i propri atti ed i propri pensieri. Anche per quanto riguarda il digiuno, Gesù cerca di spogliano del suo significato esteriore (“E quando digiunate non assumete aria malinconica come gli ipocriti (Mt 6.1618): è importante che questa pratica sia personale, discreta, senza vantarsene con gli altri. Nella storia del Cristianesimo la rinuncia ad alcuni cibi con l'intento di seguire una via mistica riguarda non solo i prodotti animali, ma anche il vino, l'olio, i legumi, i frutti, il pane: “se ami la temperanza domina il ventre e non dargli pane a sazietà”, ammonivano

i Padri del deserto. Il rifiuto della carne non si inserisce per i cristiani nell'ottica vegetariana, pur valutando in modo differente la carne di pesci e di uccelli, considerata più “leggera” e quindi più digeribile, da quella degli animali terrestri. Dio, nella Genesi, non parla mai degli animali come fonte di sostentamento per l'uomo, concedendogli come nutrimento tutte le piante, ad eccezione del ben noto albero della conoscenza. È solo dopo il diluvio che viene consentito all'uomo di nutrirsi anche della carne degli animali (ad eccezione del sangue, secondo il precetto biblico) e di bere vino. E proprio con lo scopo di tornare in Paradiso che gli asceti cristiani cercheranno costantemente di eliminare dalle loro mense quei cibi di cui il primo uomo aveva fatto a meno. Se nella pratica del digiuno e della dieta la Chiesa d'Occidente ha modificato durante i secoli alcune sue regole, la Chiesa d'Oriente è rimasta fedele alla Tradizione antica ereditata dagli asceti dei deserto. Le restrizioni alimentari servivano secondo i Padri del deserto a imitare Cristo e partecipare alla sua passione. I regimi alimentari dei singoli asceti potevano essere anche più rigidi di quelli Delle comunità di cui facevano parte alcuni preferivano nutrirsi di sole erbe amare o di solo pane e sale rinunciando del tutto a verdura e frutta. Il pane, solitamente di frumento, di rado anche di orzo, con lenticchie e ceci, rappresentava il cibo essenziale per i Padri del deserto e spesso anche l'unico. Il regime alimentare seguito dagli asceti del deserto prende il nome di xerofagia termine greco che significa “mangiare asciutto”. La xerofagia prevedeva due varianti: la prima proponeva un'alimentazione fatta unicamente di pane e sale, la seconda ammetteva frutta e legumi, escludendo il pane. Sant'Agostino, pur vietando di consumare carne nelle sue comunità allo stesso modo dei Padri del deserto, accordava delle deroghe in presenza di ospiti. L'interdetto relativo al consumo di carne veniva sospeso se i monaci si ammalavano. Tornando all'esperienza mistica dei Padri dei deserto, ricordiamo che il loro

Digiuno era sospeso nei giorni di sabato e domenica durante i quali si Mangiavano cibi cotti, legumi, farinate, frutta ed era permesso il vino. Per molti secoli la storia della Chiesa d'Oriente non si distingue da quella della Chiesa d'Occidente. Tuttavia, se nella pratica del digiuno e nella dieta la Chiesa d'occidente ha modificato durante i secoli alcune sue regole, quella d'Oriente è rimasta fedele alla tradizione antica ereditata dagli asceti del deserto. Mentre la Chiesa d'Occidente ha lasciato che il digiuno, soprattutto per i laici, diventasse piano piano una scelta individuale, quella d’Oriente ha mantenuto due digiuni settimanali considerandoli una prassi essenziale della vita cristiana alla quale deve attenersi ogni individuo a partire dal 14° anno di età. Inoltre, mentre in Occidente l'astinenza riguarda o riguardava solo la carne, la Chiesa d'Oriente esclude anche latticini, uova, condimenti e grassi animali. Avendo preservato la tradizione, la Chiesa d'Oriente pratica la Xerofagia (il mangiare asciutto) il mercoledì e il venerdì di ogni settimana, tutti i giorni della Quaresima, ad eccezione della Domenica delle Palme quando sono permessi vino, olio e pesce, la Vigilia di Natale e dell'Epifania. Durante altri periodi, per es., dal primo al 14 agosto (Quaresima della Santa Vergine) e dal 15 novembre al 24 dicembre (Avvento), l'astinenza è meno rigorosa sebbene escluda carne, uova, latticini e in alcuni casi anche pesce. Recentemente si è andata attenuando la restrizione per l'olio d'oliva e per il vino che in ogni caso viene annacquato. Quando non è in vigore la xerofagia, per esempio durante le feste, cibi normalmente proibiti sono permessi con l'unica eccezione della carne, sempre vietata. In conclusione la religione cristiana ha posto notevole attenzione al Cibo, alla sua quantità e qualità, sebbene non abbia elaborato un sistema particolareggiato di divieti come nell'Ebraismo e nell'Islam. Anche presso i Cristiani troviamo gruppi di alimenti sconsigliati per la loro caratteristica di offuscare la mente e “incatenare” l'anima al corpo impedendole di rivolgersi a Dio. L'alimento sempre sconsigliato è la carne, seguono i formaggi, i latticini, il pesce (cibi considerati grassi) e le uova, spesso rifiutate perché contengono “il principio vitale”, concezione questa di origine orfica ed ebraica giunta alla Chiesa cristiana, così come l'uso di consumare vino annacquato e di limitare l'assunzione dell'acqua.


Il sindaco denuncia per peculato gli amministratori della GEMA Nelle casse di Orta Nova mancati versamenti per oltre 500 mila euro Il sindaco di Orta Nova ha presentato, presso la stazione dei Carabinieri di Orta Nova, una denuncia nei confronti dei rappresentanti legali ed amministratori di Gema SpA ipotizzando la commissione del reato di peculato per il mancato versamento nelle casse comunali di 535.841,90 euro rivenienti dalla riscossione dei tributi comunali. Comune di Orta Nova e Gema SpA sottoscrissero nel luglio 2007 la convenzione per la riscossione di tributi locali, Ici e Tarsu. Convenzione che ha cessato di produrre effetti il 31 dicembre 2010. A partire da questa data il servizio è stato affidato ad altra società, fermo restando il diritto di Gema a riscuotere i ruoli scaduti precedentemente. In coincidenza con il nuovo affidamento, l’Amministrazione comunale riscontra i primi ritardi dei versamenti di quanto dovuto che cessano del tutto a partire da maggio 2011. Nella denuncia, la sindaco di Orta Nova fa rilevare che il mancato incasso di oltre 500.000 euro, sommato alla riduzione dei trasferimenti statali ed alle crescenti difficoltà finanziarie complessive, mette a rischio la regolare erogazione dei servizi essenziali ed indispensabili, motivando l’iniziativa giudiziaria e, in caso di avvio del processo, la costituzione di parte civile per ottenere anche il risarcimento del danno. Festa del grazie

Nel giugno scorso, in piazzetta largo Mazzini, si è svolta la drammatizzazione teatrale dei piccoli della scuola dell’infanzia Padre Pio di Stornarella. La rappresentazione teatrale si è svolta in tre momenti fondamentali. Nella prima parte i piccoli attori hanno messo in scena “Festa per dire grazie”. Un tema di attuale importanza, dove la parola grazie diventa valore spontaneo, da scoprire - riscoprire. Grazie per educare alla riconoscenza, pronta per essere offerta con piccoli gesti a chi dà aiuto e che darà nel contempo, la felicità. Nella seconda parte, i piccoli attori si sono trasformati in provetti ballerini, che guidati dalla bravissima maestra di ballo Michela Menafro, si sono cimentanti nel tradizionale ballo napoletano della “Tarantella”

e in quello attuale di “Voglio ballare in Puglia”. A chiudere la serata, e lo spettacolo (ricco di applausi e commozione), la premiazione di tutti i piccoli della scuola, con un saluto speciale ai bimbi dell’ultimo anno. E proprio a loro, le maestre Desdeboh, Elvira e Anna hanno dedicato una poesia, augurando loro un felice cammino verso la scuola primaria. “Grazie, grazie a tutti voi, che ci siete vicini e che vi prendete cura di noi”. Auguri a Massimo L’informazione ortese e dei 5 Reali Siti si arricchisce di un nuovo giornalista, il nostro collaboratore Massimo Beccia è stato iscritto nell’albo dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia. Un caro ed affettuoso augurio a Massimo da parte dell’Editore Annito Di Pietro, dal Direttore Michele Campanaro e dall’intera redazione. Un gesto nobile È quello compiuto da Antonio Nannarone, che acquista un doppio valore nobile. Mentre era intento ai lavori di pulizia all’interno della Villa Comunale ha trovato un portafogli contenente documenti e 90 euro. Certo non si è trattato di una grossa somma di danaro, ma per Antonio, che vive con una pensione sociale di 600 euro, celibe e nullatenente, inserito nelle liste di Voiucher, poteva essere una boccata “d’ossigeno”, ed invece ha ritenuto giusto consegnarlo al comando di Polizia Municipale. Tutti lo conoscono per le passate vicissitudini dovute al suo precario stato di salute, oggi fortunatamente superato, ma forse nessuno lo conosceva come persona onesta e rispettosa degli altri. Un’altro episodio è opportuno evidenziare: nei giorni scorsi mentre lavorava al taglio dell’erba nelle strade, nei pressi del Comando dei Vigili Urbani, per la forte calura è entrato nell’ufficio per chiedere un bicchiere d’acqua, era tutto sudato e assetato. Dopo aver bevuto, con molta timidezza, ha chiesto un altro perché intendeva dividerlo con il suo collega di lavoro. Checché se ne dica ci sono ancora persone oneste e rispettose delle leggi ad Orta Nova. Ad Orta Nova Mucic Art C’è una nuova realtà musicale ad Orta Nova, promotore e fondatore della iniziativa è Enzo Pastore: l’Associazione Culturale Music Art. Pastore ne è il Presidente, ad affiancarlo con l’incarico di Vice Presidente è Alessandra Torchiarella. Ben 40 sono i socie del neo sodalizio musicale, composto da allievi e professori. L’intento è quello di divulgare la cultura musicale, nel contempo formare i nuovi musicisti. Nei giorni scorsi, nel cineteatro Cicolella, si è svolto il saggio conclusivo di fine anno. Una serata memorabile con un perfetto d’assieme, grazie alla prof.ssa di Canto Alessandra Torchairella, a quello di pianoforte Alessandro Inglese, a Pasquale

Soleo insegnante di chitarra, ad Antonio Cicoria insegnante di batteria, a Luciano Annese insegnate di basso per finire ad Enzo Pastore insegnante di musica d’insieme e teoria musicale. La sede dell’Associazione è in via Carità, 65, ad Orta Nova. Incontro a Napoli di Giovanni Scommegna La delegazione ortese del Circolo Culturale neoborbonico “Orta di Capitanata”, nel giorno 25 giugno scorso, si è recata a Napoli, per un importante evento. L’occasione è stata l’investitura dei nuovi Cavalieri e Dame del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, avvenuta nell’incantevole cornice della Basilica di Santa Chiara in Napoli, alla presenza delle LL.AA.RR. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie e la Principessa Camilla di Borbone delle Due Sicilie. Dopo la Santa Messa, officiata da Sua Eminenza Reverendissima, Card. Renato Raffaele Martino, è stato offerto un rinfresco nel meraviglioso chiostro di Santa Chiara, alla presenza delle Loro Altezze Reali. Tra gli invitati erano presenti numerosi delegati del Movimento nazionale Neoborbonico, molti dei quali provenienti dalla Puglia. Eliseo Zanasi confermato nel Comitato Esecutivo di Unioncamere Eliseo Zanasi, Presidente della Camera di Commercio di Foggia, è stato confermato per il triennio 2012-2015 componente il Comitato Esecutivo nazionale di Unioncamere, l’ente che rappresenta 105 camere di commercio italiane, 19 Unioni regionali, 16 Società di sistema. La conferma del Presidente Zanasi assume particolare rilievo perché avvenuta in un contesto di riduzione dei componenti di nomina elettiva, passati da 11 a 6 in base alle nuove prescrizioni di legge. Il Presidente Zanasi è inoltre risultato il più suffragato tra gli eletti, segno di un consenso ampio e di un riconoscimento nazionale per il suo proficuo impegno ed il fattivo contributo assicurati nel precedente mandato alle diverse articolazioni del sistema camerale in Italia ed all’estero. Lettere in Redazione Caro Annito, per ragioni di salute sono costretto, mio malgrado, a sospendere la collaborazione con l’Ortese, sono stati dieci anni grazie al tuo dinamismo. “E u timpe passe…..e cume passe….”. Un abbraccio a te, ad Adelina, gran signora e al Direttore Michele Campanaro. Ci vedremo sicuramente se non in questa “Valle di Lacrime” nella Parusia nel secondo avvento e definitivo di Cristo, quando verrà a giudicare i vivi ed i morti. Nino Iorio. Caro Nino, siamo tutti noi a volerti ringraziare per l’impegno costante da te profuso in questi dieci anni, ti saremo sempre vicini


e abbiamo deciso con il Direttore di non togliere la tua firma dalla gerenza, perché sarai sempre presente nella nostra redazione.

Lutti È venuto a mancare agli affetti dei suoi cari Antonio Ciccone, suocero del nostro redattore Franco Luce. Annito Di Pietro, Michele Campanaro e l’intera redazione sono vicini al dolore di Franco delle figlie, dei generi e dei parenti tutti.

Il prossimo 16 agosto è un giorno memorabile per Rocco Russo e Isabella Chiusolo compiono 50 anni di matrimonio. La famiglia Russo per anni è emigrata a Milano dove Rocco ha lavorato nel gruppo Falk e nella città meneghina sono nati i quattro figli. Infine in tutti questi anni coltiva con passione l’hobby del ciclismo ed è il più anziano della “Francesco Moser” ortese. Auguri infiniti a Rocco ed Isabella dall’editore e dalla intera redazione.

I Ricordi di Savino Luce Era il lontano 1947, quando Michele Ciociola insegnate di scuola elementare si recava dal suo paese Orta Nova a Stornarella per insegnare. Tra la numerosa scolaresca di quegli anni ne faceva parte Savino Luce che ci scrive ancora sbiaditi ricordi. “Frequentavo le scuole elementari e un giorno il maestro Michele Ciociola di Orta Nova, disse alla scolaresca di fare un esercizio, che consisteva nel dover mettere insieme più parole che avevano inizio con la stessa lettera, fu proprio quell’esercizio del lontano 1947 che il maestro ritenne di mettermi i maggiori voti e cioè 10, infatti,

riuscii quasi per gioco a coniugare 12 parole che avevano inizio con la lettera P, che sono: Prima, Pensa, Poi, Parla, Perché, Parole, Poco, Pensate, Posso, Portare, Perenni, Pentimenti. Con il passare degli anni, avendo più esperienza nella vita, quelle dodici parole le ho denominate Michele Ciociola: Fu un noto insegnante di scuola elementare nei Cinque Reali Siti, durante gli anni del dopoguerra, fondò e fu presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra. Successivamente divenne assessore presso il comune natio con la lista DC. Benefattore e sempre attento e impegnato nel volontariato sia in prima linea che dietro le quinte. Amante della cultura, fu inventore e promotore del monumento dei caduti. Savino Luce: Personaggio famoso, socio dell’Uni3, è un poeta e scrittore ortese, i suoi scritti sono in lingua italiana e dialettale ed è iscritto all’Ass. Naz. Poeti e scrittori d’Italia (A.N.PO.S.DI) “Ci tengo a precisare che il sottoscritto, non sa adoperare nessuna tipologia di computer. Ed è doveroso da parte mia dire che i miei scritti che vanno dalla poesia, al racconto alla fiaba sono solo frutto della mia immaginazione e della mia spontanea fantasia”.

l’Associazione nasce circa 22 anni fa per merito e volere del Presidente Antonio Festa che sin da giovane si dedica a questa attività e apre una attrezzatissima palestra ad Orta Nova in via Stornarella, 32/B. Veterano nelle arti di combattimento 7° Dan di Kick Boxing. Nella suddetta palestra si praticano varie attività da combattimento, pesistica, muscolazione e tutto quanto serve per lo sviluppo e l’armonizzazione del fisico. L’Associazione ha sempre partecipato a gare sportive in campo nazionale ed internazionale nel settore del Kick Boxing Thai Boxing - Muay Tiai e Ful Contact, ottenendo buoni successi. L’ultimo successo è stato ottenuto a Torino nel giugno scorso, al Palazzetto dello Sport con la gara di Kick Boxing, sconfiggendo la squadra locale con il risultato di tre vittorie e una sconfitta. Atleti tutti ortesi: Vincenzo Ferrara, Roberto Furio, Marco Iorio e Luigi Ferrandino. Tali successi li dobbiamo a mister Antonio Festa che funge da allenatore ed organizzatore, il cui lavoro e il serio impegno porta la

squadra a raggiungere i meritati traguardi nelle competizioni con varie formazioni molto prestigiose in questo campo. In merito a quanto detto è bene evidenziare Giuseppe 4° Dan figlio di Antonio che ci fa onore con le sue vittorie: Cinque volte campione italiano Ful Contact, Kick Boxing, Thai Boxing Muay Tiai, collaboratore instancabile del padre; contribuisce attivamente nella conduzione della squadra. I successi si raggiungono con il continuo lavoro, allenamenti e sacrifici anche economici. L’Associazione vive non fruendo di contributi da parte di chicchessia, ma solo con i “soldi” del Presidente. Tutto questo gratifica il Presidente e lo inorgoglisce perché tutto è frutto

della sua passione verso l’arte di combattimento. Per noi Ortesi e per tutti i cittadini dei 5 Reali Siti è vanto ed onore, e questo ci fa capire che non tutto è “negativo” sul nostro territorio. Grazie, grazie a chi con il loro lodevole impegno portano alla ribalta della cronaca bianca il nostro Paese, purtroppo sovente denigrato.

Nozze d’oro

*** La famiglia Russo piange la dipartita del caro Saverio. L’editore Annito Di Pietro e l’intera redazione sono vicini al dolore della moglie, delle figlie e l’intera famiglia.


Nella splendida cornice di Villa Demetra, ricca di verde e rigogliosa di piante varie che ospita la sede del Rotary Club di Cerignola, il 1° luglio 2012 si è svolto il rituale passaggio del Martelletto tra il Presidente uscente Berardino Graziano e Franco Dimunno, nuovo Presidente per l’anno 2012-2013. Alla presenza di numerose autorità rotariane:due Post Governor, alcuni Presidenti di Club viciniori ed Autorità amministrative, in un clima gioioso e festante, Berardino Graziano ha salutato tutti i presenti con accenni al programma svolto nell’anno 2011-2012 accompagnato da un CD che ha messo in luce il percorso del suddetto anno rotariano evidenziando i momenti più salienti dei vari incontri settimanali, questo lavoro doveroso e certosino si deve all’amica rotariana Giustina Specchio, compagna inseparabile della sua macchinetta fotografica. Prima dell’intervento del nuovo presidente, Mirella Guercia ha preso la parola, in qualità di ClubTrainer, apprezzando l’operato svolto da Berardino Graziano e dell’intero Consiglio Direttivo. A tale proposito il Club di Cerignola, per meriti acquisiti ha ricevuto una medaglia da parte del Distretto 2010, distretto cui appartiene. Subito dopo ha avuto luogo lo scambio dei distintivi e della sciarpa fra i due Presidenti, Graziano e Dimunno. A questa cerimonia ha fatto seguito anche lo scambio di doni e fiori. Il nuovo Presidente, prendendo la parola si è pregiato di rendere noto il suo motto: “Nel dialogo... la pace”, poi ha continuato leggendo la sua rela-

Arriva a Carapelle la fontana ecologica. Al solo costo di 5 cent al litro, i cittadini carapellesi potranno acquistare acqua frizzante e naturale depurata. L’impianto in fase di ultimazione lavori è situato presso via Caduti di Tutte le Guerre (zona mercato) a ridosso della Villa Comunale. Lo stesso impianto è presente a Ordona da circa un anno, quello di Ordona è il primo impianto pubblico in tutta la Puglia e il Meridione. La struttura di ultima generazione, eroga acqua filtrata e depurata proveniente dall’acquedotto pugliese. A realizzarla è una giovane impresa foggiana “Power Surf” di Rosario Mancini che abbiamo intervistato telefonicamente: “Questo impianto è un beneficio che il Comune sta portando al cittadino a livello economico e ambientale. Anche in altri paesi della provincia, le fontane ecologiche sono già esistenti o in fase di ultimazione lavori; per esempio a Stornara stiamo terminando un altro impianto la differenza però che è un privato

zione programmatica, soffermandosi principalmente sui valori della convivenza umana, chi sono i rotariani e cosa si propongono di fare. La relazione è stata apprezzata e applaudita da tutti gli astanti con entusiasmo. A conclusione si è compiaciuto di presentare i suoi collaboratori: Vice Presidente, Mirella Guercia; Segretario, Luigi Zangrilli; Tesoriere, Saverio Ladogana; Prefetto, Domenico Guercia; Consiglieri: Dina Pasquariello, Nicola Netti, Giuseppe Porcaro, Giuseppe Specchio; Past-Presidente, Berardino Graziano, Presidente in com., Nicola Grippo; Club Trainer Mirella Guercia. Successivamente ai vari interventi ha preso la parola il rappresentante del Governatore Riccardo Chingoli che oltre ai saluti del Governatore Rocco Giuliani, si è congratulato per il lavoro svolto dal Club nell’anno 2011-2012 augurando nel contempo un sereno e fruttuoso anno rotariano. Tutti i lavori della manifestazione sono stati coordinati e diretti egregiamente dal nuovo segretario del Club Luigi Zangrilli. L’incontro si è concluso con un ricco pranzo, grazie alla direzione del complesso turistico di Villa Demetra, allo chef eccellente e al servizio valido ed efficiente. Non può mancare una nota di apprezzamento positivo al complesso musicale che ha saputo con maestria accompagnare e allietare i vari momenti della giornata con le sue note appropriate svegliando nei presenti, dai più giovani ai meno giovani la spensieratezza e l’allegria goliardica del bel tempo che fu.

e non il Comune, le diversità tra il privato e il pubblico non sono eccessive, l’unica cosa e che quest’ultimo offre il servizio 24 ore su 24, il privato sospende l’erogazione durante le ore notturne. La sicurezza dei nostri impianti è molto elevata, questo perché effettuiamo le dovute analisi chimichefisiche-batteriologiche prima dell’attivazione dell’impianto e successivamente ogni 6 mesi”. Il Comune, a quanto pare, otterrà anche alcuni introiti che andranno a sostenere le finanze comunali. In termini di ambiente questo impianto porterà una significativa riduzione della produzione di contenitori di plastica e un numero inferiore di materiale da riciclare. Acquistare acqua alla fontana ecologica significa utilizzare e riutilizzare gli stessi contenitori e quindi evitare i fardelli d’acqua e le bottiglie di plastica che spesso e volentieri non vengono gettate nei bidoni della raccolta differenziata o per incuria o per mancanza di rispetto sia nei confronti della natura sia nei nostri che ne paghiamo

le conseguenze. Un altro punto in più al Comune di Carapelle sia sul rispetto dell’ambiente sia dal punto di vista dell’immagine del paese che serva da esempio per i comuni limitrofi.


Nei giorni scorsi sono comparsi su alcuni organi di stampa articoli che, enfatizzando sulla ridotta disponibilità di acqua negli invasi consortili, contribuiscono a creare panico tra gli agricoltori già preoccupati per l'insolito e certamente eccezionale andamento climatico degli ultimi mesi. In effetti, il caldo torrido e la completa assenza di precipitazioni degli ultimi due mesi, stanno destando qualche preoccupazione negli addetti al

settore. Le riserve d'acqua accumulate ad inizio stagione negli invasi gestiti dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata, in una stagione normale, avrebbero garantito il fabbisogno delle colture solitamente impiantate nel comprensorio irriguo. Purtroppo, la particolarità del clima di questa stagione, sta determinando un maggiore fabbisogno di acqua per la conduzione delle attività colturali ordinarie. Ciò detto, fornire informazioni

Sono trascorsi moltissimi giorni dalle elezioni Comunali di Stornara cosa è rimasto di tutta la bruttezza e la malvagità della campagna elettorale? È rimasto quasi sicuramente ciò che di più positivo e di più sano abbiamo nel nostro Comune: i Giovani. Quest’anno si è verificato qualcosa di davvero eccezionale ed encomiabile, da parte di un gruppo di giovani, i quali hanno apprezzato il lavoro svolto dai costituenti della lista “Nuove Idee”, ne hanno condiviso i contenuti ed hanno chiesto e immediatamente ottenuto uno spazio per rappresentare i loro pensieri, le loro idee ed il loro impegno. Per la prima volta abbiamo visto i giovani protagonisti nella campagna elettorale a sostegno di uno schieramento, il tutto però con proprie idee e proprie convinzioni. Ma la cosa più bella

è stata quella di vedere i ragazzi, circa 50 giovani, coalizzarsi come un’unica famiglia fino ad associarsi quale gruppo giovanile dell’associazione “Stornara in Movimento”, eleggendo democraticamente al loro interno un loro presidente ed un consiglio direttivo il tutto svolto con l’obiettivo di portare avanti senza steccati e senza pregiudizio alcuno le loro idee, con la voglia e la convinzione di cambiare qualcosa nel nostro Paese e convinti più che mai che il cambiamento deve passare attraverso di loro senza cercarlo altrove, forse dove lo stesso termine perde il significato. I loro modi di agire, le loro convinzioni, le loro positività sono stati per tutto il periodo della campagna elettorale di sostegno e di esempio non solo per tutti i componenti della lista, ma anche per tutti

parziali ed imprecise produce negli operatori del settore uno stato d' animo, che ha come conseguenza comportamenti poco razionali e dannosi, sia al livello di scelte aziendali sia per gli effetti negativi sull' intero settore. Pertanto, fermo restando che il problema esiste, è necessario affrontarlo con lucidità e consapevolezza. Gli eccessi di irrigazione, che si stanno attuando in questi giorni, non solo non portano beneficio alle colture, ma riducono la disponibilità di acqua nelle fasi successive. Si invitano quindi tutti i consorziati ad utilizzare la risorsa disponibile con criterio, evitando inutili sprechi e tenendo presente che allo stato non è possibile prevedere erogazione di acqua per le seconde colture. * Presidente Consorzio per la Bonifica di Capitanata

i sostenitori e gli iscritti dell’associazione Stornara in Movimento che giorno dopo giorno diventano sempre più numerosi. Le loro diversità di pensiero, i loro raffronti non hanno rappresentato un ostacolo ma li hanno avvicinati sempre più per ricercare il necessario punto comune per il proseguimento di un percorso condiviso, sinergico, motivato e diretto verso un progetto futuro. Oggi tocca a noi sostenerli, senza essere invadenti ma pronti a dare loro, solo se interpellati, le giuste risposte e i consigli più idonei, augurando loro quell’in bocca al lupo per una sana attività di crescita personale, culturale, professionale e sociale, affinché attraverso il percorso associativo e dimostrativo possano avviare un positivo processo di cambiamento, sempre in meglio, del nostro Paese.


Sì, è il momento, in questo periodo di fine Anno Accademico, per raccogliere le idee e fare, come si suol dire, il punto della situazione. Con questo secondo anno, appena concluso, la nostra Sede è uscita dalla prima fase, quella costitutiva; oggi cominciamo a vivere i sintomi della crescenza. I gusti si sono raffinati, le esigenze interne aumentate, alcune situazioni difficili sono state superate. Il mio compito è di rappresentare, ma anche di guidare con voi tutti il passaggio alla seconda fase, quella della maturità, che ci vedrà fedeli assertori di grandi progetti, gelosi protagonisti della nostra autonomia di pensiero e di azione. Difatti, insieme e numerosi, abbiamo organizzato la manifestazione a chiusura di quest’Anno Accademico. Un’imponente e meravigliosa mostra lavori degli associati corsisti dell’Unitre “Unione dei Comuni dei 5 Reali Siti” ha accolto gli ospiti, venerdì 22 giugno 2012 alle ore 18,30. I lavori hanno riguardato oggetti in ceramica, opere pittoriche, opere di chiacchierino, taglio e cucito, tutti sapientemente esposti. Il corridoio del palazzo ex Gesuitico è stato adornato di queste pregevoli opere, eseguite nel corso dell’anno. Il pubblico ha apprezzato moltissimo le capacità artistiche dei corsisti per la qualità, il gusto estetico dei lavori e la competenza didattica dei docenti. A seguire il convegno nella sala della Rimembranza, ove erano presenti, tra gli altri, il Sindaco di Carapelle, Prof. Alfonso Palomba, la Presidente e il Vice Presidente dell’Unitre, il Consigliere Delegato allo Sport del Comune di Orta Nova Antonio Tartaglia, il Sindaco di Stornarella rag. Vito Monaco e il Cons. dello stesso Comune Franco Luce e il Direttore dei corsi, Dott. Antonio De Carolis. Ha svolto egregiamente la funzione di moderatore Annito Di Pietro e ha evidenziato la forza aggregante dell’Università in tutti e cinque

i comuni dell’Unione, poi ha dato la parola al Sindaco di Carapelle per il rituale saluto e ringraziamento ai convenuti. In particolare ha rivolto parole di elogio ai Dirigenti dell’Unitre che guidano con sapienza l’Università, tanto che i lavori esposti ne sono una prova. L’Associazione nata in sordina nel 2007, oggi fa parte integrante del territorio. Il Consigliere del comune di Orta Nova, Antonio Tartaglia, ha parlato dei numerosi corsi, tutti seguiti con interesse dagli iscritti. L’Assessore alla Cultura dell’Unione ha ringraziato lo Staff dell’Unitre insieme ai docenti, che si sono prodigati in tutti e cinque i comuni. La Presidente ha ricordato che l’Unitre è un centro culturale che trasmette cultura e crea occasioni d’integrazione tra i partecipanti e società civile. L’anima di questo centro sono gli studenti che frequentano i corsi e i laboratori con interesse. Ha terminato con un ringraziamento a quanti hanno offerto un valido contributo per le attività dell’Unitre, riconoscendo

fondamentale l’appoggio delle istituzioni, in particolare quelle comunali. Il Direttore dei Corsi ha ringraziato i docenti responsabili per l’impegno profuso e la competenza professionale che hanno consentito il raggiungimento di buoni risultati in tutto il territorio. Ha informato che gli iscritti ai corsi nella globalità sono stati duecento, mentre i docenti sono stati quaranta. Le lezioni sono state sempre intervallate da relazioni e conferenze-dibattito aperte al pubblico sui problemi culturali di attualità, per realizzare quell’apertura al sociale e al territorio, prevista dallo Statuto. La Presidente ha ricordato che il Premio Stefano Cavaliere, giunto alla 6ª edizione, quest’anno è stato celebrato presso il teatro comunale di Sant’Agata di Puglia e ha invitato al tavolo Gerardo Lionetti, Presidente della Proloco di Sant’Agata di Puglia, che ha consegnato una targa ricordo alla Sede Unitre, avendo condiviso e sostenuto il Premio negli anni precedenti. La serata è proseguita con la messa in scena di un divertente scheck, organizzato da Antonella Pagliara, docente del corso di “Animazione teatrale e dialettologia” con la collaborazione di alcune iscritte, per dare spazio alle persone che hanno voglia di esprimersi nel tentativo di recuperare la genuinità di un teatro, come squisita espressione artistica. Il buffet conclusivo ha reso evidente le tecniche dell’alta pasticceria che le corsiste hanno appreso durante il corso di Gastronomia, sapientemente dirette da Angela Simone; la cura necessaria per la preparazione dei dolci con la regola d’oro di porre attenzione alla genuinità e alla freschezza delle materie prime utilizzate. Una serata, dunque, dedicata alle varie forme d’arte, perché le battaglie contro la crisi e il decadimento del territorio si vincono anche attraverso l’educazione alla cultura e la voglia di fare. Buone vacanze e appuntamento ad ottobre per il nuovo Anno Accademico.


Erano le ore 6,55 di lunedì 18 giugno, quando Salvatore Carbone, giunto sul cantiere edile ubicato in via Degli Aviatori a Foggia, si preparava ad iniziare la nuova giornata di lavoro. Stava dirigendosi a recuperare i propri attrezzi quando all'improvviso qualcosa cedeva sotto i suoi piedi e precipitando per circa 3,5 metri, cadeva nel vuoto sottostante. I compagni di lavoro, che poco prima lo avevano visto arrivare, dopo averlo chiamato più volte lo trovano ormai esanime, sul fondo dell'interrato, sotto un cumulo di pannelli ed altri materiali, gli stessi che gli avevano procurato lo schiacciamento del torace e di conseguenza la morte. Aveva ancora addosso il contenitore termico pieno di acqua fresca, che era solito portarsi dietro, utilizzato durante le ore di lavoro per sopportare l'arsura della calura estiva. Dal referto del medico legale, pare che Salvatore non abbia sofferto, la morte lo aveva ghermito dopo qualche secondo in uno stato già di profonda incoscienza. La sua morte ci ha colto tutti di sorpresa, sia l'intera comunità stornarellese, che l'Amministrazione Comunale di Stornarella nella cui Giunta sedeva ormai da otto anni. La notizia della grave quanto incredibile disgrazia, in un baleno aveva raggiunto conoscenti, amici e familiari, i quali con ogni mezzo cercavano di raggiungere il cantiere di Via degli Aviatori. La casualità, decideva così di porre la parola “fine” alla vita di Salvatore Carbone, un uomo che non aveva mai nascosto la sua profonda passione per la politica. Per l'attaccamento alla cosa pubblica e per il suo continuo impegno era considerato ormai un politico di “lungo corso”. Proveniente dalla sinistra democristiana, era approdato nel partito della Margherita nell'anno 1993 per confluire infine nel Partito Democratico. I suoi primi successi politici arrivano nel 1995, quando sposando la causa ed i malumori degli artigiani locali viene eletto per la prima volta in una lista civica con

a capo il candidato sindaco geom. Domenico Pistillo. Viene rieletto ancora con un buon suffragio nelle amministrative comunali del 2004 e riconfermato in quelle del 2009 nella lista civica di “Alleanza Democratica Popolare” capeggiata dal sindaco rag. Vito Monaco. In entrambe queste due ultime legislature aveva rive-

stito la carica assessorile con delega ad “Ambiente e verde pubblico”. La sua storia politica è terminata in modo inaspettato, anzi inimmaginabile, e per ironia della sorte, la sua vita si è spezzata tra gli attrezzi di un cantiere messo in opera non per costruire una normale abitazione, ma per portare a compimento una struttura a sfondo sociale: una casa di riposo per gli anziani. Il cantiere ora è sotto l'attenzione dell'Autorità Giudiziaria per accertare eventuali responsabilità sulla causa dell'incidente mortale. In seguito a tale

evento e per l'accertamento della verità sull'accaduto, i familiari per poter riabbracciare il corpo di Salvatore hanno dovuto attendere, da quel tragico lunedì 18 giugno, cinque lunghi e penosi giorni per l'espletamento delle pratiche di rito. Infine la cerimonia funebre iniziava alle ore 18 del 23 giugno 2012, in un infuocato pomeriggio, seguita da un lungo corteo di cittadini, familiari ed autorità. La partenza del corteo dalla casa paterna si avviava compatto lungo via Ludovico Ariosto, per seguire la salma del 58enne Salvatore Carbone fino alla chiesa parrocchiale S. Maria della Stella. Non è bastata la vecchia chiesa gesuitica a contenere tutte quelle persone che hanno voluto testimoniare con la loro presenza, chi all’interno e chi per forza di cose all’esterno, la loro partecipazione al dolore. Le esequie funebri, officiate dal nostro parroco don Rosario Lofrese si sono svolte in forma solenne, alla presenza dell'intera Amministrazione Comunale di Stornarella e dei rappresentanti degli altri comuni dei “Cinque Reali Siti”. Anche la città di Cerignola non ha voluto far mancare la sua presenza per l'ultimo saluto con il sindaco dott. Antonio Giannatempo. Toccanti le parole espresse dal parroco, durante l'omelia, e quelle di addio fatte pervenire su apposito manifesto gigante dall'assessore regionale dott.ssa Elena Gentile. Addio Salvatore. Il tuo banco nell'emiciclo della nostra aula consiliare che ci ha visti insieme per otto lunghi anni, da ora in poi sarà occupato dalla prof.ssa Severina Di Palma che saprà certamente continuare la tua opera e seguire le tue vestigia. Addio Salvatore. Il mio non è un saluto suggerito dalla triste circostanza. È un addio ragionato, commosso ma soprattutto vorrei ti giungesse sincero, anche se qualche volta la dialettica politica ci ha portato a non condividere alcune scelte. Addio Salvatore.


Dalla lettura dei quotidiani di questi tempi, si evince molto chiaramente che viviamo in un mondo ansioso, incerto e in uno stato di continua fibrillazione, come se da un momento all'altro, fossimo destinati tutti a cadere in un profondo baratro senza avere alcuna possibiltà di poterne uscire. Stiamo attraversando certamente un periodo di crisi epocale, però personalmente non credo nella potenza del destino, anzi mi verrebbe da sorridere a queste isterie da fine del mondo, perché credo nella potenza dell'uomo, sempre pronto a potersi costruire un destino diverso. L'abbiamo visto nell'arco dei secoli, sempre vincitore sulle grandi catastrofi naturali, figuriamoci se non è in grado anche di far fronte a una catastrofe di tipo economica. Il rischio di un default economico si sta facendo sempre più probabile per i paesi dell'eurozona, ma ciò non può e non deve essere motivo valido per lasciarsi andare ad ansie e timori, anche perchè sono eventi non ancora avvenuti. Naturalmente dobbiamo pensare al nostro futuro e vederlo cosi incerto non ci rasserena. L'Italia ha deciso di ricorrere ad un governo di tecnici,a dimostrazione che in una situazione di estrema necessità, riesce a spegnere ogni “bollore” tra le opposte ideologie. Perciò, anche se la Germania è tutta protesa a mantenere la sua posizione, e gli altri paesi dell'Euro stanno facendo duri sacrifici dobbiamo prendere atto che stiamo lottando con encomiabile coraggio e determinazione. La violenza della crisi finanziaria globale che si è riversata su di noi, certo ci porta ad immaginare all'esistenza di una cabina di regia occulta e decisa a trarre profitto a tutti i costi pur di fare il proprio interesse. È indubbio che nel mondo esistono centri di potere politico, finanziario e sociale che operano attraverso una fitta rete di sistemi speculativi, ma questo non deve fermare l'opera di risanamento in atto da parte dei governi. L'esito sarà tanto più positivo, quanto più ci convinciamo che è sbagliato pensare che l'intero sistema mondiale sia asservito ad un solo programma di corruzione e di consociativismo politico-economico delinquenziale. Personalmente sono convinto che i problemi da interpetrare ci pongono di fronte ad un pluralismo di idee, ideologie, modi di vivere tanto complessi,

da stordirci e disorientarci. La Globalizzazione e l'avvento, negli ultimi 50 anni, di un’economia oligarchica multinazionale, insieme ad una sempre più crescente cultura borghese, ci hanno negato la possibilità di applicare le teorie degli economisti di tutto il mondo da oltre un secolo. In parole povere, siamo privi di una vera e propria teoria economica, finanziaria e sociale. I tempi cambiano, così pure gli uomini, intesi come società. Le conseguenze di tutto ciò è che le previsioni degli economisti nel loro insieme, non si realizzano mai nei

modi che loro hanno indicato per poi vedere gli effetti sui mercati tramite le agenzie di rating. Le politiche sociali degli stati, inoltre, vengono frenate dagli umori delle grandi multinazionali e da una classe politica, sempre troppo stressata e vittima di una guerriglia tra fazioni politiche e bersagliata dai mass media. In verità, siamo tutti nella stessa barca e stiamo tutti remando per uscire dalle torbide acque di una forte tempesta nel mare economico-sociale. Di conseguenza, sono convinto che non si possa, volendo favorire una grande economia, soffocare intere nazioni con politiche economiche e sociali che portano ad un sicuro impoverimento dei ceti inferiori oltre a ridurre notevolmente le capacità dei cosiddetti ceti medi. Tuttavia valutate le attuali necessità contingenti, un governo tecnocratico, unica alternativa possibile in questo momento, non può soddisfare le necessità

di una nazione, in egual misura anche un governo politico di parte, il quale attirerà sempre i dubbi, la foga, le confutazioni della controparte politica. Neppure un governo nato con un'unione di partiti è ideale o sufficientemente efficace nel produrre una politica sociale adatta, primo perché è soggetto a differenti identità politiche, non sempre concordanti, poi perché lascia spazio ad influenze esterne o/e a maggiori attacchi sulla politica economica da parte delle opposizioni. La società non ha bisogno di continui contrasti, ne di conflitti sociali, anche se la confrontabilità politica ed economica delle parti politiche e sociali è parte di una vera democrazia. Questo perché le istituzioni, i codici, che regolamentano il nostro ordinamento sociale e legislativo non sono adeguate al confronto senza subire interferenze esterne ed affidate alla gestione di politici che sembrano avere solo l' interesse di una parte dell'elettorato, anche se governano tutta la nazione. A ciò i nostri politici e i loro consulenti universitari stanno lavorando da anni, ma di questo lavoro si è visto ben poco e nel frattempo la situazione economico, politica e sociale è mutata. Tutto ciò che fanno è dilungarsi nella formulazione di “Manovre Tappabuchi” nella speranza di risolvere i nostri problemi. Sperare in chi ci governa è sempre bene, ma sono ben poche le speranze che ci lasciano sulle loro capacità di fare qualcosa, il perché è presto detto: senza una riforma e una ristrutturazione delle istituzioni, dei codici, e delle leggi di questo paese non servirà a fare nulla. A nulla servirà alleggerire il debito pubblico, che è sempre in crescita e che, quindi, renderà parzialmente o completamente inefficaci ogni tentativo. Il solo risultato sarà che i governi vareranno manovre sempre più severe, e quando per non incollerire i ceti sociali più deboli, ricorreranno ad un alleggerimento della pressione fiscale, saranno i mercati a bacchettarli. A questo punto, siccome non ho mai creduto nella forza del destino, ma nella forza dell'uomo, mi auguro che un positivo cambiamento possa essere raggiunto solo con mezzi di confronto civile e non con sistemi traumatici.


Sono a nove mesi dalla fine del mio secondo mandato di sindaco di Carapelle e del mio incarico di assessore «unionista»b alla cultura, ma confesso che non andrò via aequo animo, perché sono in ansia per la «nave dell’Unione» che si muove oggi molto lentamente - non solo per le lungaggini amministrative - e in acque agitate e «perigliose»: Dopo anni e anni di impegno, infatti, proiettato a dare sostanza e dignità storica al mio sogno di contribuire a realizzare lo sviluppo dei «cinque reali siti» in maniera unitaria, cioè pensando il territorio come un unico sistema locale e con una regolamentazione costruttiva del processo di partecipazione, oggi comincio ad essere assillato dal tarlo del dubbio, che mi richiama continuamente alla mente un pensiero di Orazio interiorizzato al tempo del liceo: parturiunt montes; nascetur riduculus mus (Ars poetica, I 39). Con queste parole non intendo certo esprimere la volontà di puntare il dito verso chicchessia, ma solo la preoccupazione per un “grandioso” progetto che - per cause ancora tutte da chiarire - rischia, invero, di sfociare in una realizzazione priva di peso specifico per il territorio. Gli avvenimenti dell’ultimo semestre (gennaio-giugno 2112), infatti, hanno dimostrato come, aldilà delle divergenze delle posizioni politiche (?) e delle opinioni personali, il punto massimo di fragilità dell’«Unione» è dato dalla mancanza di un idem sentire de re publica, che da un lato è l’esito di diffidenze storiche ancestrali in un comprensorio in cui da sempre ognuno è abituato a cavarsela da solo, dall’altro il portato di una fuorviante visione dell’intero territorio e delle cose da realizzare, in cui c’è spazio solo per chi ritiene di farla da padrone in nome di inesistenti primati di qualsivoglia natura. Tutto questo ha evidenti ripercussioni negative sulla tenuta complessiva dell’«Unione» che, al contrario ha bisogno oggi di una spinta formidabile, non solo per riprendere il cammino con passo più sicuro e spedito, ma soprattutto per dimostrare, mutatis mutandis, con l’impegno di tutti gli attori coinvolti, è possibile ancora lavorare tutti insieme per la definizione di una strategia innervata nella volontà politica di macroterritorialità e per la costruzione collettiva di una visione condivisa del futuro del comprensorio dei «cinque reali siti», attraverso processi di partecipazione, discussione e ascolto da un lato attraverso un patto di lealtà reciproca tra amministratori, attori, cittadini e partner diversi dall’altro. Pur comprendendo, pertanto la difficoltà del territorio a fare sistema e gli impedimento posti dalle ristrettezze

finanziarie del momento storico che stiamo attraversando, credo che essi non possano diventare un alibi per restare immobili nella logica del quieta non movere, perché la stasi, peggio ancora, il tirare a campare i attesa di miracolistiche soluzione non possono mai produrre alcunché di positivo, anzi possono solo accrescere, così come sta avvenendo oggi a livello di opinione pubblica e non solo, il discredito e la sfiducia dell’«Unione». Non c’è una terza via (tertium non datur) per uscire dall’impasse in cui oggi l’«Unione» si dibatte: o facciamo nostro, senza scomporci più di tanto, il dilemma di Amleto To be or not to be, that is the question (W. Shakespeare, III 1) o, ricordando Galileo Galilei, ci proviamo e riproviamo ancora una volta, per evitare domani di riconoscere che, dopo tutti questi anni, oleum et operam perdidimus. Nulla quaestio se rispetto alla prima parte del dilemma rispondiamo che le cose sint ut sunt, aut non sint, perché, in caso di fallimento, ognuno sarà inchiodato dalla storia alle proprie responsabilità; se, invece, dopo l’esperienza maturata in questi ultimi anni, vogliamo dare nuova linfa al progetto avviato alla fine del 2008, facciamolo veramente, gettando il cuore aldilà dello steccato e facendo in modo che tutti i comuni - nessuno escluso grande o piccolo che sia - siano protagonisti del cambiamento auspicato. Si esca, dunque, fuori dal palazzo e si riprenda a dialogare con la gente, con le diverse comunità e soprattutto con i giovani, andandoli a cercare nelle scuole e nelle piazze, perché un progetto come il nostro ha bisogno del massimo consenso possibile per potersi realizzare: non ci sarà futuro per l’«Unione», se non saremo in grado di portare dalla parte della politica i cittadini del comprensorio. Solo dopo la fase dell’ascolto dei bisogni e/o delle aspettative della gente, l’innovazione può diventare partecipazione e la sperimentazione, nella logica dei Living Lab europei, può uscire dal palazzo e muoversi nella vita reale, facendo in modo che i cittadini diventino essi stessi «co-sviluppatori» del progetto in atto sul territorio. Solo così sarà possibile trovare nuove energie non solo per volare in alto e per un agire comunitario in una logica di insieme (penso in questo momento ad un PUG intercomunale e ad una distribuzione equa e di servizi e infrastrutture sul territorio) ma anche e soprattutto per pianificare il territorio in una logica di coordinamento e di razionalità strategica. Io sono per provarci ancora. *Assessore unionista alla cultura


Il 9 luglio scorso il Consiglio dell’Unione si è riunito, in seconda convocazione, per approvare il consuntivo 2011 il quale chiude con un avanzo di amministrazione di circa 77 mila euro. Analizzando le previsioni iniziali e i dati a consuntivo a fine esercizio possiamo rilevare che le entrate per trasferimenti sono state accertate in misura minore (¤ 61.250,00) principalmente a causa del mancato trasferimento delle funzioni ex Uma all’Unione da parte dei singoli Comuni aderenti ad essa, seppur previsto ma non attuato nel corso dell’esercizio. In secondo luogo si sono registrati minori trasferimenti dallo Stato per l’esercizio associato di funzioni da parte dell’Unione. Le entrate extratributarie (i conferimenti dei Comuni per funzioni trasferite) sono state accertate in misura minore a seguito del mancato trasferimento di risorse per servizi aggiuntivi all’Unione da parte dei Comuni aderenti ad essa, trasferimenti aggiuntivi ai due euro per abitante già conferite all’Unione, ma che non sono stati richiesti ai singoli Comuni aderenti, sia per la mancata attivazione di alcuni dei servizi aggiuntivi, sia per la disponibilità di risorse proprie di bilancio utilizzate per quei servizi aggiuntivi comunque attivati, come ad esempio per gli interventi di sanificazione delle scuole comunali dei Comuni aderenti all’Unione . Passando ad un analisi delle entrate possiamo rilevare che l’ente si basa per il finanziamento delle spese correnti principalmente su due entrate, i trasferimenti statali, e i contributi destinati dai vari Comuni per il funzionamento dell’Unione. Il totale degli accertamenti di queste due entrate ammonta a euro 149.631,33 rispetto ad un totale delle entrate di natura corrente pari a euro 150.154,79. Relativamente alle spese correnti la quota maggiore di risorse viene destinata al finanziamento delle funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo che assorbono risorse per circa 80 mila euro. Le principali spese per tali funzioni sono relative ai costi del personale

per circa 36 mila euro, mentre le spese relative agli organi di controllo (OIV e organo di revisione) sono pari a circa 22 mila euro. Le spese per funzioni di istruzione pubblica ammontano a circa 24 mila euro e riguardano gli interventi di sanificazione delle scuole comunali dei Comuni aderenti all’Unione. La terza funzione come rilevanza della spesa è rappresentata dalle spese per la cultura e i beni culturali, tra le quali sono comprese le spese per le manifestazioni estive e per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Le funzioni nel campo dello sviluppo economico hanno invece comportato una spesa pari a circa 12 mila euro. I principali interventi attivati riguardano contributi, patrocini e prestazioni varie per lo sviluppo del territorio e le spese per la cabina di regia per lo sviluppo locale.


Discende di qui la necessità di dare un “governo unitario” all’insieme di questi schemi idrici, costituiti da sorgenti, invasi, pozzi e acque non convenzionali; e si innesca,così, l’interrogativo sulla possibile fusione degli enti preposti alla gestione dell’acqua potabile e grezza. L’AQP e i Consorzi di bonifica hanno programmato e gestito la risorsa acqua ed hanno dato vita ad un patrimonio di strutture, di competenze di professionalità, un know-how ed un sistema di imprese unico nel nostro Paese, per l’utilizzo e l’impiego di un bene essenziale per fini potabili irrigui e industriali, che garantisce la vita e lo sviluppo di qualsiasi civiltà. Per una corretta politica delle acque c’è un ruolo istituzionale e politico ed un ruolo gestionale, che può essere anche privato. Nessun automatismo può essere stabilito tra il governo e la programmazione delle risorse idriche interconnesse con la gestione dei servizi a valle. Vi descrivo ora in breve il ciclo integrato dell’acqua. L’acqua viene prelevata dalla natura, o meglio la prendiamo in prestito, viene usata e restituita alla natura in un ciclo integrato - tra captazione, adduzione, potabilizzazione e distribuzione. Inizia a questo punto il suo ritorno verso la natura, tramite la fognatura verso l’impianto di depurazione dove subirà alcuni trattamenti che renderanno meno traumatico il suo ritorno alla natura. Non un viaggio di andata e ritorno, ma una triangolazione che passa per il rispetto dell’ambiente, che comporta tempi propri e soprattutto costi. E per ogni azione non fatta, per ogni passaggio saltato, per ogni spesa non sostenuta, per ogni trattamento non appropriato, per ogni errore commesso, ci ritroveremo a dover pagare altissimi costi per danni alla salute ed all’ambiente. Mi riferisco, in particolare, all’inquinamento di fiumi e corsi d’acqua dovuti alla mancata procedura di trattamento dei reflui o peggio se si tratta di acqua inquinata da prodotti nocivi o pesticidi. In un ciclo integrato e virtuoso dell’acqua viene logico affermare che tutto questo processo è prettamente di natura imprenditoriale e giustifica la presenza e la compartecipazione del privato per la gestione di tali servizi. L’acqua è un elemento vitale, ma è limitata, non infinita. E perciò è un bene da conquistare e proteggere, che ci impone di vigilare e combattere per la sua difesa. Sebbene nelle nostre regioni sia stato affrontato da tempo il problema

idrico, il suo approvvigionamento è tutt’altro che risolto e si presenta in tutta la sua drammaticità allorquando alle carenze strutturali si aggiungono congiunture particolarmente sfavorevoli, come gli andamenti pluviometrici siccitosi che riducono gli afflussi previsti negli invasi e condizionano i programmi di settori primari come l’agricoltura ed il comparto industriale. Di fronte a tale situazione, con uno scenario non certo roseo a causa dei mutamenti climatici e di una precaria situazione strutturale esistente, è essenziale progettare in primo luogo il recupero delle risorse che vanno disperse, come d esempio l’acqua in uscita dagli impianti di depurazione di acque reflue, oggi normalmente scaricata a mare. Sono già stati finanziati e realizzati, a valle degli impianti di depurazione, un gran numero di impianti di affinamento, ma quasi tutti però non ancora attivati dal momento che rientrano nella competenza dei comuni che notoriamente non sono nelle condizioni di farsi carico dei costi di gestione non coperti da tariffa. Si può pensare, invece, di rifornire i siti industriali e il sistema irrig u o d e i Consorzi di Bonifica proprio con le acque in uscita dagli impianti di affinamento, liberando così maggiori quantità di acqua per gli usi civili. Un altro significativo intervento per il recupero di acque disperse riguarda la rete di distribuzione, che notoriamente presenta perdite rilevanti e non solo da noi. Nella città di Londra, in un solo anno, grazie alla ristrutturazione della rete e i sistemi di ricerca perdite moderni, sono stati recuperati 10 milioni di metri cubi. Infine, lungo tutta l’area costiera pugliese assumono grande interesse gli impianti di dissalazione delle acque marine, che in particolari luoghi e condizioni possono risultare anche convenienti sotto il profilo dei costi di produzione. In definitiva, l’ottimizzazione delle risorse idriche con un suo utilizzo sostenibile, e le nuove frontiere di approvvigionamento rappresentano ormai un doppio binario, quasi obbligato, in aree che da sempre soffrono di carenza di acqua. Una strada obbligata da percorrere subito, prima che sia troppo tardi. Perché ci accorgiamo di essa (dell’acqua) solo quando ci viene a mancare. E la speranza, o meglio il dovere, è di consegnare ai nostri figli un mondo migliore di quello che ci hanno consegnato i nostri genitori. (Fine)


Negli ultimi anni, la diffusione della pratica sportiva nelle persone disabili ha subito grandi cambiamenti ampliando i propri spazi d’intervento, le finalità e, soprattutto, i concetti fondamentali sui quali si basa l’azione delle associazioni sportive impegnate. La SocialService e l’Asd Basket Volley Sporting Orta Nova hanno organizzato nei mesi scorsi un progetto che ha visto coinvolti squadre di atleti diversamente abili provenienti dai 5 Reali Siti che si sono cimentati nel calcio a 5 e nel basket in carrozzina. Il progetto della SocialService è stato ben mirato sulla singola persona, trasformando il soggetto in atleta. Comunque, pur avendo connotati sportivi, non si sono volutamente mai esasperati gli aspetti agonistici, sviluppando invece

all’interno degli aspetti terapeutici, ludico, ricreativi, la funzione sociale dello sport. È opportuno ricordare che lo sport è mirato a favorire l’aggregazione sociale, e nello specifico ad abituare il disabile al confronto con se stesso e con gli altri nella continua ricerca del proprio limite, e nel contempo preparare i partecipanti al superamento dei disagi materiali e psicologici. Nella persona disabile è cresciuta la consapevolezza d’appartenere con pieno diritto alla società e di poter contribuire al suo sviluppo con le proprie risorse fisiche, intellettuali e morali. Sul Piano prettamente sportivo, i risultati ottenuti, con questo progetto, possono essere considerati di altissimo livello, per alcuni atleti addirittura “fantastici”.



Durante la sua visita in Basilicata S.S. il Dalai Lama ha tenuto dei discorsi pubblici molto intensi e di forte impatto emotivo. Con la sua disarmante semplicità ha esortato ciascun individuo ad usare la propria intelligenza in modo corretto. In un mondo globalizzato è importante coltivare una mente gentile e più ampia, una “Etica morale” che vada aldilà del proprio credo religioso, appartenenza politica e tradizioni culturali, ma nasca dalla consapevolezza che gli uomini nella loro essenza sono tutti uguali ed interdipendenti, accomunati da un unico desiderio: tutti aspiriamo a raggiungere la maggior felicità possibile e non desideriamo la sofferenza. Ma allora se tutti vogliamo la felicità e la pace perché ci sono tante violenze e problemi creati dall'uomo stesso? S.S. il Dalai Lama sostiene che la maggior parte dei gravi problemi che affliggono il mondo derivano dalle attitudini mentali errate, i “Veleni della mente” - rabbia, avidità, odio - che nella società contemporanea anziché essere depotenziati sono alimentati. La liberazione dai veleni della mente è nel “palmo della nostra mano”. Per poter riuscire ad ottenere uno stato di felicità mentale è importante comprendere quali siano gli strumenti necessari per poterla sperimentare. I veri cambiamenti non li stabiliscono l'ONU o i potenti della terra,ma la coscienza individuale. Solo adottando una certa disciplina interiore possiamo mutare il nostro atteggiamento, la nostra visione del mondo e il nostro approccio alla vita. Una mente disciplinata combatte gli stati mentali negativi e coltiva stati mentali positivi: gentilezza, generosità, tolleranza verso gli altri. I cambiamenti di stato di coscienza avvengono all'interno di ciascun individuo, quando, su base esperienziale si impara ad avere volontariamente sotto controllo le proprio emozioni. Pertanto, l'autorevolezza e le qualità necessarie per rinnovare e permeare l'intera società devono emergere dalla coscienza individuale. S.S. il Dalai Lama insiste affinché si

riscopra la qualità umana per eccellenza: la compassione. Ci insegna a trasformare le avversità in occasioni per conquistare una stabile e profonda serenità interiore che può condurci ad un'esistenza più felice. Le nostre azioni possono essere morali o immorali a seconda che vengano generate da uno stato mentale disciplinato o indisciplinato. Esempio: costruiamo una discarica per rifiuti tossici o edifichiamo la cittadella della pace per ospitare bambini provenienti da nazioni dilaniate dalla guerra? Sua Santità continua evidenziando che una mente disciplinata conduce alla feli-

cità, invece una mente indisciplinata conduce alla sofferenza. L'essenza dell'insegnamento del Buddha consiste proprio nell'imparare a generare una disciplina all'interno della propria mente. Per disciplina deve intendersi l'energia che investiamo per superare le nostre qualità negative. Il famoso stato di 'illuminazione' non è una sorta di entità fisica come una dimora celeste, bensì una qualità della mente nella sua massima potenza positiva. Il secolo scorso è stato tra i più sanguinari che il genere umano ricordi. In questo preciso momento storico ci troviamo in uno stato di rilassamento dei valori umani pertanto è di fondamentale importanza coltivare una morale etica universale che non derivi da credi religiosi o verità assoluta, ma da un esercizio di pratica quotidiana, difficile ma possibile: imparare a conoscere qual è la nostra vera natura (se stessi), aprirsi al prossimo,aprire la mente al diverso e guardare le cose in modo nuovo. Tenzin Gyatso XIV Dalai Lama conclude impegnandosi a diffondere messaggi di pace e fratellanza fino a quando avrà vita.


Ancora una volta, mio malgrado, sono costretto a ritornare su un argomento che abbiamo già trattato in passato, ma che, mano mano che passano i giorni, diventa sempre più di attualità. Il cine teatro Cicolella di via Stornarella rischia la chiusura! Forse avrei dovuto chiamarlo teatro Cicolella, visto che il prefisso “cine” non è più attribuibile: infatti, come molti lettori sanno, dallo scorso primo maggio è stata sospesa la proiezione dei film. Quindi ci rimane solo il teatro, e che teatro, ad avere la fortuna di possederlo! Molte città ne sono sprovviste e noi che ce l’abbiamo, lo stiamo perdendo per sempre. In questo pezzo non mi limiterò a fare un’ode al teatro che fu, ma vorrei avanzare alcune proposte che spero diventino

Enorme successo al Cinema Club 2000 di Orta Nova, mercoledì 30 Maggio, per lo spettacolo messo in scena dai bambini della Scuola Primaria 1° Circolo “N. Zingarelli”. Bravissimi i 102 alunni delle classi quinte che hanno presentato il musical “Ladri di favole”, liberamente tratto dall’omonimo libro di Rosa Tiziana Bruno, anch’essa presente nel parterre gremito di docenti, dirigente scolastico, dirigente amministrativo, personale della scuola, allievi e genitori. I piccoli attori, pur essendo emozionati, hanno dimostrato di aver lavorato con tanto impegno ed entusiasmo, sotto la guida delle docenti Annamaria

fattibili. Il teatro per sopravvivere ha bisogno di ospitare spettacoli, ma i costi di noleggio non sono accessibili a tutti, avendo la struttura bisogno di un minimo di spese di gestione. Pertanto, invito ufficialmente il comune di Orta Nova e l’Unione dei 5 Reali Siti ad interessarsi, magari coprendo

anche parzialmente i costi di gestione, lasciando il rimanente saldo a carico di chi ne usufruisce. Scuole, palestre, compagnie teatrali, scuole di danza, tutti dovrebbero avvicinarsi al Teatro Cicolella, dargli quella linfa che ne garantirebbe la sopravvivenza. Spero innanzitutto nell’interessamento delle istituzioni e della cittadinanza di Orta Nova e di tutti i comuni dei 5 Reali Siti: in fondo, il teatro non è solo degli ortesi, ma appartiene a tutti coloro che lo amano. Abbiamo sempre parlato di cultura, e allora dimostriamo che vogliamo farla questa benedetta cultura! Spero in una risposta da chi di dovere. PS. Seguiranno altre iniziative per salvare il nostro Teatro.

Celozzi, Anna Rita Di Conza, Maria Rosaria Di Meo, Anna Rosa Di Pietro, Antonella Gesù, Silvia Iorio, Laura Luongo, Antonella Parracino, Maria Grazia Pelullo, Teresa Trecca e dell’esperta di danza Nadia Pandiscia, realizzando uno spettacolo teatrale appartenente al genere del musical, in cui il linguaggio della recitazione si fonde con quello della musica e della danza. Entusiasta, l’autrice Bruno, di ciò che il 1° Circolo è riuscito a progettare e realizzare: un’originale trasposizione in scena della fiaba da lei scritta. Una fiaba raccontata grazie all’aiuto di altre fiabe, un turbinio di colori e di emozioni

che hanno fatto sognare adulti e bambini, in cui la protagonista, Angiolina, compie un viaggio avventuroso, attraverso i cinque continenti, alla ricerca della fantasia perduta, scoprendo culture differenti ma soprattutto imparando che il reciproco donare può salvare dal nulla e colorare la vita. La serata è proseguita con l’esibizione del coro scolastico “Enarmonia”, costituito da un gruppo di alunni delle classi prime e seconde del primo Circolo, che si è esibito in una rassegna musicale e canora dedicata ai nonni, da cui il titolo della manifestazione “Specialmente nonni”. Riproponendo brani di vario genere, i piccoli cantanti in erba, hanno dato prova delle loro capacità canore, sotto la preziosa guida dell’esperto, prof. Alfonso Massa, coadiuvato dalle docenti Antonietta Chiusolo, Anna Rosa Di Pietro e Concetta Marseglia. A conclusione della sorprendente serata, una pioggia di applausi sono stati il regalo più bello per chi non ha risparmiato fatica ed impegno e ha regalato forti emozioni ai presenti. Un grazie va alla Dirigente della Scuola “N. Zingarelli”, dott.ssa Margherita Palma, la quale, vigile dietro “le quinte” ha tenuto unita la “grande famiglia”della scuola del 1° Circolo Di Orta Nova.


Si è svolta a Carapelle, presso la Piazza Giovanni Paolo II, la seconda edizione de “Il Festival della Danza dei 5 Reali Siti”, come ogni anno, anche quest’anno ad organizzare l’evento sono state le associazioni sportive dilettantistiche di danza e ballo sportivo del Team Gianfranco Galeone e Biagina Calignano. All’evento erano presenti due associazioni sportive il “Team Cuore Giso” di Orta Nova, il Team di Andria e un corpo di ballo proveniente da Cosenza. A presentare la sfilata Chiara Fina, Speaker ufficiale della Federazione Danza e manager del Club Casadei Danze Rimini che abbiamo intervistato a fine serata: “Ruggiero Cuore e Libera Giso sono competitori di classe A1, il 26 febbraio scorso su 200 coppie e 80 gruppi hanno occupato in tutte le discipline il podio, conquistando la medaglia d’oro e d’argento nelle danze Standard e Liscio Unificato. Il prossimo anno contano di passare nella classe special e quindi a livello internazionale per rappresentare l’Italia all’estero. La loro disciplina sono le danze standard e la loro carriera come competitori vanta 15 anni di studio. L’unione dei vari team è dovuta al fatto che vengono

seguiti da due maestri di ballo Gianfranco Galeone e Biagina Calignano competitori a livello nazionale. La qualità di questa scuola, e che viene proprio da questi due maestri è la voglia di stare insieme, di fare gruppo e di sentirsi famiglia, in modo tale che quando si balla, non si balla per la scuola ma per il Team. Si cerca di tramandare non solo la tecnica del ballo ma i valori fondamentali della danza sportiva e del sport in generale. L’attività porta tanto divertimento e non solo ma aiuta e far uscire quel lato del carattere che si sviluppa attraverso la competizione con altri atleti e altri paesi, è un modo per le famiglie per fare qualcosa insieme, attraverso il ballo i genitori seguono i propri figli e tra i genitori stessi si crea un’armonia che anche se non c’è lezione di ballo ci si incontra perché si è creta un’amicizia straordinaria, questo contesto non è molto facile da trovare e questa manifestazione è stata una dimostrazione palpabile di questa realtà”. Abbiamo intervistato anche il maestro Ruggero Cuore di Orta Nova: “L’idea del festival della danza nasce circa 5 anni fa con il nostro maestro ma qui nei 5 reali siti abbiamo voluto aspet-

tare perché i tempi non erano maturi ma ora siamo alla seconda edizione e ogni anno è sempre un grande successo, sia per il team che per gli allievi. Quello che ci sprona e ci fa andare avanti è il nostro obbiettivo, ovvero quello di creare un’accademia, cosa che in puglia e in altre regioni del sud non c’è. Infine vorrei ringraziare l’amministrazione comunale di Carapelle per aver messo a disposizione, per il secondo anno consecutivo, la piazza ma vorrei soprattutto ringraziare sia da parte mia che da parte del team il Signor. Gerardo Longo che ci ha aiutato molto sia per la realizzazione dell’evento sia nella parte organizzativa”. A seguito della manifestazione di ballo, a suscitare tanta emozione è stata la sfilata di abiti e acconciature per capelli organizzata da “Sexy and City” e “Il Bello delle Donne”, di grande scena e tocco d’arte i due organizzatori hanno, con ben 20 modelle del posto, mostrato abiti e acconciature sfarzose curate nei minimi particolari. Insomma un festival tutto nostro per riscoprire la bellezza e le capacità del nostro corpo, dallo sport all’abbigliamento, dal ballo alle acconciature, quelle piccole cose che ci fanno emozionare.

Un magnifico sole ha accompagnato la manifestazione organizzata per la giornata mondiale dell’ambiente dalla ludoteca “Il Paese dei Balocchi” di Veronica Di Gaetano e Maria Gonnella e dalla società “Minus è la differenza che fa il totale”, società nata un anno fa a seguito di un progetto vinto con la Regione Puglia da due giovani, Antonio Di Stolfo e Sergio Izzi, nell’ambito dell’iniziativa “Principi attivi” 2010. Il progetto nasce per informare e sensibilizzare i cittadini, grandi e piccoli, sui temi del rispetto e dell’educazione ambientale. In occasione di questa ricorrenza, il 6 giugno scorso sono stati invitati tutti i bambini delle scuole materne, statale e private, nel piazzale antistante il comune di Carapelle. I bambini accompagnati dalle loro maestre e dai genitori sono arrivati con striscioni e cartelloni che raffiguravano le loro idee sulla raccolta differenziata e sull’inquinamento, hanno recitato anche una poesia e cantato una canzoncina. Dopo una breve introduzione di Antonio Di Stolfo sul significato e l’importanza dell’evento, i bambini hanno assistito ad un bellissimo spettacolo teatrale messo in scena dalla ludoteca di Carapelle “Il Paese dei Balocchi”. Il titolo della storia animata creata in esclusiva per la manifestazione era “Senti chi parla” ed era suddiviso in due piccoli atti preceduti e separati da una narrazione che introduceva i diversi momenti della storia. Nella prima parte la scena si apre su un tempo

lontano in cui la natura era incontaminata e l’aria era pulita. Accompagnato da una dolce musica inizia il dialogo tra la Terra e l’Acqua felici e spensierate, che si divertono a ballare e a giocare con gli animali. All’improvviso cambia lo scenario e cambia la musica, pian piano tutto si incupisce e preannuncia l’arrivo dell’uomo che comincia a sporcare tutto con i rifiuti. In questa parte della storia sono stati chiamati i bambini ad intervenire attivamente attaccando i rifiuti sui vestiti della Terra e dell’Acqua. Nella seconda parte entra a far parte del dialogo anche il personaggio della lattina di alluminio (interpretato da Katerina Swierk), che simboleggia un rifiuto qualsiasi gettato dall’uomo e ascolta le proteste degli altri due personaggi.

Non sa nulla del posto in cui dovrebbe essere gettato e così fa domande per saperne di più. Viene a conoscenza alla fine dell’esistenza di vari tipi di rifiuti e della necessità di dividerli negli speciali cassonetti colorati per la raccolta differenziata. Rientrano in scena i bambini che ripuliscono la Terra e l’Acqua e gettano i rifiuti nei diversi cassonetti per la raccolta differenziata. La manifestazione ha riscontrato un apprezzamento generale da parte dei genitori e di tutti coloro che vi hanno assistito. Già nei mesi scorsi, Antonio Di Stolfo e Sergio Izzi avevano cominciato ad entrare direttamente nelle scuole per parlare della necessità di fare qualcosa di concreto per migliorare il territorio partendo dalla raccolta differenziata. Sono state organizzate alcune giornate di formazione con i ragazzi delle scuole medie e della scuole elementari per spiegare l’importanza del rispetto dell’ambiente e della raccolta differenziata, avvalendosi, nel caso dei ragazzi delle elementari, di video illustrativi animati e di esempi pratici che hanno permesso una migliore comprensione degli argomenti. Vogliamo credere che iniziative come questa o simili vengano prese nella giusta considerazione da tutti i cittadini in modo da migliorare insieme l’ambiente in cui viviamo. Io amo l’ambiente, rispetto gli animali, non getto i rifiuti per terra e faccio la raccolta differenziata. E voi?


Anche quest’anno il consueto appuntamento per l’apertura dell’estate 2012 si è svolto a Carapelle, con l’ormai quasi nota “Notte da lupi”. La notte bianca carapellese giunta alla IV edizione, unica nel suo genere, è punto d’incontro di tantissimi musicisti, artisti e giovani non solo della provincia di Foggia, ma da quest’anno possiamo dire con orgoglio di tutta la regione; infatti, l’appuntamento dell’ultimo sabato di luglio è rientrato nell’elenco delle migliori notti bianche del panorama regionale e interregionale. All’evento di quest’anno secondo una stima fatta dagli organizzatori c’è stato il coinvolgimento di circa 20.000 persone che hanno raggiunto Carapelle per l’apertura dell’estate 2012. La notte bianca carapellese non si è fatta mancare proprio niente, le strade del paese erano gremite di punti di ristoro gastronomico tipico del territorio, attrazioni per i più piccoli, artisti di strada e prestigiatori. Quest’anno come ogni edizione, la “Notte Bianca Carapellese” ha voluto valorizzare il lavoro dei piccoli imprenditori e artigiani del posto, che con i loro stand espositivi hanno fatto apprezzare e rivalutare l’arte dell’artigianato dei 5 reali siti, una tradizione che va man mano scemando. A fare da padrone è il considerevole calendario musicale che ha visto la

realizzazione di 4 palchi e la presenza di 12 artisti di grande spessore e di livello internazionale. La protagonista in assoluto della “Notte da lupi” è stata la musica, tutto il percorso cittadino era denso di artisti di ogni genere, i “Flower’s Child” di Francesco Roccia, gruppo di giovanissimi percussionisti e batteristi della scuola del grande maestro ascolano, i “Terra nostra”, gruppo folk di Troia (Fg) che ha proposto tematiche borboniche e del brigantaggio, poi il rock dei “Ruah” e dei “Nahima”, bands del circondario dei reali siti che

hanno omaggiato i grandi del rock e Luciano Ligabue. Di grande effetto sono stati i “White queen”, la cover tarantina dei leggendari Queen, considerata una delle migliori cover in circolazione al mondo della band londinese, con alle spalle continue tourneè in tutta Italia ed Europa. I “Celentanorock”, i “Fame monster tribute band”, band milanese che ha fatto rivivere il grande effetto dei concerti di Lady Gaga grazie alla suggestiva somiglianza e bravura della loro leader Dale Lapointe. Non poteva non mancare la musica popolare pugliese, in particolare la pizzica salentina, che ha riscosso nelle precedenti edizioni il picco di presenze, dopo il successo degli “Alla Bua” e de “Lu Rusciu Nosciu”, quest’anno è stata la volta dei “Calanti”. Il momento più ‘cool’ è stata l’esibizione dei “Moda’ndo”, cover band barese del Modà con il “Fixforb”, trio strumentale bergamasco composto da Milly Fanzaga, Diego Arrigoni e Stefano Forcella, rispettivamente chitarrista e bassista dei Modà. Al termine della nottata alle 03:00 circa del primo luglio, l’appuntamento ormai tradizionale è stato con la musica dance in piazza con schiuma party che quest’anno dopo la parentesi dell’anno scorso con Provenzano Dj, torna la partnership con Radionorba, con la speaker ufficiale di Battiti Live, la foggiana Roberta De Matthaeis.


L’estate, si sa, è la stagione del divertimento, del tempo libero e della riscoperta (o scoperta) di nuove forme d’arte e di intrattenimento. Una delle più attese e desiderate è sicuramente la musica live che, attraverso concerti dal vivo, dà spazio a band affermate o giovani gruppi intenti a farsi conoscere ed entrare nel cuore di chi li ascolta. L’estate 2012 si mostra come una delle più ricche dal punto di vista di performance musicali in tutta la Capitanata. E tra i tanti appuntamenti, una menzione particolare la merita la partecipazione del gruppo ortese Harlem Blues Band allo storico “Porretta Soul Festival”, una manifestazione internazionale giunta alla 25esima edizione che si svolge ogni anno al Rufus Thomas Park di Torretta, in provincia di Bologna, e che ospita le più prestigiose voci blues e jazz del mondo nonché giovani band emergenti, come quella originaria di Orta Nova. Il gruppo, composto da Richard Blues (voice), Matteo Fioretti (guitar), Francesco “Draft” Bozza (piano e keyboards), John Trip (Organ), Daniele Del Gaudio (bass), Rocco Di Cosmo (drums), Potito Moscato (trumpet), Antonio Riccardo (sax tenor) ed Enzo Pastore (trom-

bone) si esibirà sabato 21 luglio a partire dalle ore 18.00, ripercorrendo sonorità blues e soul che fanno parte del bagaglio culturale e artistico di questi musicisti, uniti tutti assieme per la prima volta in un progetto così importante e stimolante. L’Harlem Blues Band si esibirà subito prima del concerto dei “big” della musica internazionale, come Otis Clay e Syl Johnson, autentici mostri sacri della musica afroamericana rispettivamente R&B e gospel. Facciamo un grosso in bocca al lupo ai ragazzi dell’Harlem Blues Band affinchè l’esperienza che stanno per fare sia per loro uno scambio di idee e opinioni sul mondo della musica e uno stimolo a continuare a impegnarsi per sviluppare nuove sonorità e conquistare un pubblico di fan sempre più numeroso e affezionato alle loro performance.


“Danza per me è comunicare agli altri la mia passione attraverso un gesto, uno sguardo, arrivare al cuore con il linguaggio dell’arte e della musica, una filosofia di vita: il gesto e l’anima” - questo il messaggio della insegnante Nadja Pandiscia della scuola di danza classica e moderna “Blu Fantasy” di Orta Nova che, anche quest’anno, in occasione della 27ª edizione de “Il gesto e l’anima”, si è distinta per le sue coreografie artistiche e tecniche, emozionando ancora una volta i genitori di tutti gli allievi e non solo... Lo spettacolo si è svolto in due serate presso la sala teatro “Cicolella” di Orta Nova attirando, nonostante le elevate temperature di stagione, un pubblico folto che ha ammirato sbalordito i progressi degli allievi che, quest’anno in particolare, hanno dato saggio di un elevato livello di preparazione tecnica. Sono intervenuti vari ospiti: nella prima serata erano presenti il dott. Potito Mauriello, Antonio Tartaglia e le assistenti di volontariato; nella seconda serata erano presenti il sindaco di Orta Nova, dott.ssa M.R. Calvio, il consigliere comunale, Monica Ladogana, il vice sindaco di Ascoli Satriano, N.P. Marano, l’assistente alla cultura, Biagio Gallo, l’editore de “Lo sguardo sui 5 reali siti”, Annito Di Pietro, e le assistenti di volontariato. Il sipario si è alzato intorno alle ore 21:00 e lo spettacolo è stato suddiviso in tre atti. Il 1° tempo, “Emozioni in musica”, ha visto susseguirsi sul palco le coreografie tecniche eseguite dagli allievi dei corsi accademici, prendendo spunto dagli esami accademici sostenuti dagli stessi allievi, con risultati eccellenti, presso il teatro “Greco” di Roma. Da qui, la coreografa e insegnante d’Accademia Elisabetta Melchiorri, ospite d’onore, ha realizzato uno spettacolo interamente dedicato alla storia della nostra amata terra: “Il sorriso della Puglia”, un omaggio per Nadja che le ha fatto conoscere ed apprezzare questa terra meravigliosa. A conclusione, non poteva mancare di onorare il caporal maggiore Mario Frasca, figlio di questa terra, per

il quale l’intera platea ha dimostrato grande sensibilità con un caloroso plauso... Nel 2° tempo, “Tra sogno e fantasia”, è stata inscenata l’opera classica di LèoDelibes, “Coppèlia”, la storia di una bambola in una magica atmosfera, dove tutto per una notte sembra possibile... Stupendo il costume di Coppèlia, realizzato ad arte dal laboratorio Blu fantasy. Nel 3° tempo, è stata presentata una carrellata di stili che si è aperta con il musical di “Peter Pan”, in un trionfo di colori dei costumi che erano, a dir poco, spettacolari, e si è conclusa con il “Cabaret”, che ha visto danzare Nadja al fianco dei suoi allievi. È sempre un’emozione ammirare Nadja danzare... mi torna in mente un commento di Elisabetta Melchiorri che diceva che “Nadja ha la capacità di catalizzare su di sè l’attenzione del pubblico in sala”: è proprio vero, tutti seguono i suoi movimenti a bocca aperta perché, con la sua leggiadria ed eleganza, trasmette tutta la sua passione

per l’arte della danza. Ecco, questa è una delle caratteristiche che deve avere un insegnante esperto: il successo come danzatore e la reputazione come insegnante... e Nadja ne ha da vendere! Può vantare un cospicuo bagaglio di esperienze: diplomata all’Artist Centre Studio di Torino, giovanissima ha aperto la scuola Blu Fantasy che, da 27 anni, forma nuovi ballerini, portando al successo allievi del calibro di Giovanni Vavalle che danzano in giro per l’Italia. Grazie alle sue qualità personali - coscienziosità, pazienza e metodicità - ha ottenuto di diplomare 18 allievi presso l’Accademia del Maestro-Coreografo “Renato Greco” di Roma. Con immensa soddisfazione e tra l’ammirazione generale, lei stessa quest’anno ha conseguito un attestato come insegnante d’Accademia, riconosciutole dallo stesso Greco per i netti miglioramenti dimostrati dai suoi allievi. Oggi, come ha fatto notare il presentatore Saverio Pandiscia, padre di Nadja, la scuola può vantare un nome: Elio Zingarelli, che si distingue per il suo talento e che ha, davanti a sé, un brillante futuro, forte del sostegno di una scuola come la Blu Fantasy. Il saggio si è concluso con la passerella di tutti gli allievi, presentati uno per uno, a ciascuno dei quali è stato consegnato un piccolo omaggio di partecipazione da parte della maestra. Infine, tutti insieme gli allievi hanno presentato Nadja, che ha ringraziato tutti i genitori per la pazienza e la collaborazione dimostrata, suo marito Mimmo Farella, presidente della Blu fantasy, suo padre, Saverio Pandiscia, presentatore dello spettacolo, Elisabetta Melchiorri, che ogni anno ritorna da Roma per l’occasione, Enzo e Gianni Petrone per le scenografie, Master Sound di Maurizio Onesto per le luci e l’audio, tutti gli ospiti intervenuti, in particolare il sindaco M.R. Calvio. Grande spettacolo, tanti ospiti, grande affluenza di pubblico, tanta commozione, ma soprattutto grande saggio di danza e di arte... brava Nadja!


Rosy è una ragazza di 21 anni, vive in un paese dei Cinque Reali Siti e purtroppo non è riuscita a realizzare ancora molti dei suoi sogni. Le sue passioni, il suo modo di vestire e di relazionarsi si rifanno ad una vera e propria espressione artistica. Vuole fuggire dal suo paese perchè li, “la vita degli altri diventa più interessante della propria nonostante sia più vuota” si sente “schiava di se stessa” e pur restando libera crede di “muoversi come un cagnolino bendato”. “Io non capisco perché oggi le donne si lascino andare cosi, non riesco a darmi nessuna spiegazione, c’è davvero tantissima volgarità in giro. Tra le ragazzine questo fenomeno è molto accentuato, nelle foto, nelle pose e nelle cose che scrivono. Sicuramente non si tratta di essere sexy, e forse lo fanno solo per farsi guardare e non per se stesse. Non capisco perché ci sia bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione per un ragazzo che ha solo bisogno di sfruttarti”. Rosy Domanda: Le ragazze di oggi si comportano in questo modo perché non riescono ad accettarsi? Risposta: Secondo me non si tratta di accettarsi, manca proprio una sicurezza di fondo. Le famiglie probabilmente con la crisi economica di questi anni vanno in cerca di lavoro e quindi separano i propri ruoli, in modo tale che la madre non sia più la madre ma siano entrambi due figure lavorative. Le ragazze non hanno più un punto di riferimento, manca la sicurezza fondamentale, mancano i sogni. Le ragazze di oggi sono nettamente diverse da quello che eravamo noi alla loro età, adesso è importante la sigaretta, è importante mostrare le forme del corpo. Non so per quale motivo specifico ci sia tutta questa espressione di volgarità, ma sicuramente questo porta a pensare che ci sia molta insicurezza e per colmarla e sentirsi sicuri di se bisogna essere per forza piacevoli agli occhi degli altri. Siamo nell’era del “tutto subito” e quindi più si avanza e più si accorcia l’età; un ventenne di oggi forse fa le cavolate di un bambino di 12 anni, ma ci sono ben otto anni di differenza tra i due, per il bambino c’è una spiegazione: infatti, deve ancora trovare una posizione nella società e per fare ciò deve commettere errori che lo porteranno a capire cos’è il buono e cos’è il giusto, ma è inspiegabile che il ragazzo 20enne che ha già, spero, trovato il suo obbiettivo, faccia determinati errori. D: Secondo te, ci troviamo di fronte a un’ evoluzione sbagliata del modello sociologico dell’educazione? R: L’avvento della scuola come elemento fondamentale nella vita, nell’educazione e nella formazione di un ragazzo porta il genitore a credere che parte dell’educazione riservata al figlio sia responsabilità della scuola stessa. Il genitore quindi, involontariamente, si sente sollevato da alcuni oneri ma questi ha l’obbligo di essere un modello per il proprio figlio, se è assente questo non può farlo. Il genitore quindi, come dicevo prima, si culla sul fatto che le insegnanti dovrebbero educare i propri figli a

scuola mettendo a frutto non solo il loro ruolo di maestre, professori, educatori, ecc ma ricoprire anche il ruolo di mamme. Questo tuttavia non può avvenire perché un insegnante non riesce a seguire un bambino alla volta, e quindi il bambino sviluppa delle potenziali abitudini di gruppo che crescono di pari passo con esso e che magari individualmente non vengono fuori e che l’insegnante riesce a gestire nella classe con uno ‘state zittì’ o con una punizione. Il comportamento dunque del bambino è un ‘trasporto’ che si è deciso insieme al gruppo e che alla fine non va via, per cui il bambino non riceve nessuna educazione se non quella del gruppo, il gruppo magari decide si sentirsi

importante e si muove come un branco, che sia alla ricerca di violenza o che vada alla ricerca di cose nuove per soddisfare degli istinti “animali”. D: Ma parliamo un po’ di te: che tipo di educazione ritieni di aver ricevuto? R: Io ritengo che la mia educazione sia stata impartita più che altro dalla mia esperienza personale, dal mio vissuto. L’educazione data dai miei genitori è stata, penso, tutta una conseguenza dei miei errori ma errore fatto, ho imparato che non andava più ripetuto. Nonostante le punizioni impartitemi - sono una ragazza molto testarda - ho voluto fare i miei errori, ho imparato solo sbagliando. Ho imparato molto dalle mie situazioni nel campo del pettegolezzo e del chiacchiericcio di paese, infatti se una volta me la prendevo per un pregiudizio o per un’opinione sbagliata che la gente mi addossava, ora mi lascio scivolare tutto addosso perché per gente che vale zero ci sono parole che valgono zero. D: Pensi di rimanere in questo paese? R: Io mi chiedo perché ci sono ancora! Il mio sogno era di andarmene appena finita la scuola e vedevo questa come un legame, come un ultimo ostacolo, però finita la scuola sono ancora qua e non capisco per quale motiva sono rimasta. I miei sogni erano di andarmene in qualunque altra parte del mondo, di avere una vita per conto mio. Ancora non lo faccio… da

una parte possa essere la paura di non riuscire, dall’altra non so ancora cosa mi trattenga, però si vorrei andarmene. D.: Ora che sei qui a sognare che svolta dai alla tua vita? R.: Non lo so, credo stia prendendo tempo, ma non ho capito ancora per cosa. Mi sono diplomata con il sogno di fare la stilista, con la voglia di andarmene e con tante cose nella testa, sono uscita dalla scuola nella fase in cui un bambino si chiede ancora cosa vuol fare da grande e avevo venti anni. Adesso a ventuno anni mi rendo conto che sono ancora in quella fase, non so ancora cosa voglio dalla mia vita e nel frattempo sto facendo dei lavoretti nell’attesa di una decisione. Penso che sia un anno di attesa, perché non so cosa farò dopo quest’anno. D.: Credi che questo paese non ti abbia dato le possibilità per vivere a pieno la tua vita? R.: Come si suol dire “la mela non cade lontano dall’albero” per cui, sono poche le persone che questo paese non lo sopportano, molti lo adorano e lo amano per quello che è, perché quest’abitudine di parlare degli altri è un passatempo che si trasmette di padre in figlio, indi è nella personalità del paese. …Questo è un paese agricolo, un paese che si alza presto per lavorare e tornare nel primo pomeriggio per dormire, un paese dove non si guarda la tv, dove lo svago è semplicemente parlare delle persone che si conoscono del vicinato, di quello che si è comprato e di quello che ha fatto. Mio mal grado è una cosa che viene trasmessa anche ai figli che magari non lavorano, che non hanno nulla da fare. Nella mentalità delle persone e nel pettegolezzo è racchiuso lo sfogarsi, il distrarsi da un’intensa giornata di lavoro… Quando non c’è nulla da fare, la vita degli altri diventa più interessante della propria nonostante sia più vuota! D.: Credi di vivere a pieno la tua vita nella più totale libertà di pensiero e di movimento? R.: Si, penso di essere nella totalità di libertà di pensiero e movimento. Anche se il mio pensiero, in questo momento è talmente confuso che è lui stesso che mi tiene legata; sono “schiava di me stessa” per cui si, confusamente sono libera, mi muovo come un cagnolino bendato però mi muovo a modo mio. D: Qual è la tua passione? R: Credo di aver messo da parte le mie passioni, principalmente nell’ultimo periodo, credo di essere “tutto ciò che può racchiudere un artista” fa parte di me il disordine, fa parte di me l’arte dello scrivere, l’arte del disegnare, l’arte dell’apparire. Tempo a dietro non appena mi ricavavo un angoletto nella giornata riuscivo a scrivere o a disegnare qualcosa, invece ora devono chiedermi di farlo, non c’è più quello sprono che mi porta a farlo di spontanea volontà. D: Credi che facendo cosi tu stia ammazzando a poco a poco i tuoi sogni? R: No, gli sto dando uno spazio secondario in attesa che io mi decida a dargli tutto, perché dargli uno spazio a metà non serve a nulla quindi accantonarli per un po’ per trovagli una nuova strada.


Gianpaolo Tartaglia si è classificato 3° al campionato italiano 5 birilli 2012 finale di terza categoria, organizzati dalla F.I.B.I.S. (Federazione Italiana Biliardo Sportivo). Dopo aver superato brillantemente prima la fase provinciale e poi quella regionale, veniva ammesso di diritto alla fase nazionale, svoltasi nella prestigiosa cornice del “Casinò della Vallèe” di Saint Vincent in Valle d’ Aosta. A questa fase nazionale sono stati ammessi ben 256 giocatori, provenienti da ogni parte d’Italia. Il nostro Gianpaolo partiva alla grande già nel girone eliminatorio svoltosi sabato 7 luglio eliminando in rapida sequenza Santambrogio di Como, Orrù do Cagliari, Saladino di Firenze e Palma di Imperia, vincendo così il girone di qualificazione numero 10 e acquisiva quindi il diritto a disputare la fase finale svoltasi domenica 8 luglio, davanti ad un folto e qualificato pubblico. Un pubblico che ha molto apprezzato le belle giocate del giocatore ortese, gratificandolo con scroscianti applausi, quando appunto Gianpaolo realizzava il famoso “filotto”. In questa fase finale il nostro Tartaglia superava Gorini di Milano e Cortina di Palermo, fermandosi purtroppo al cospetto di un altro pugliese, il giovane Lacalamita di Modugno (Ba). È stata una semifinale avvincente vinta dal barese come si dice sul filo di lana, o meglio l’ultimo tiro. Dopo una minima delusione, viene poi da pensare il nostro giocatore si è dedicato al gioco del bi-

liardo da soli 2 anni per poi essere arrivati già a tanto è di sicuro un bel risultato. Gianpaolo ha disputato questa fase nazionale in rappresentanza del circolo “IL MASSÈ” guidato dal campione italiano ed europeo Giovanni Triunfo, dal quale Gianpaolo ha imparato le giocate più belle. Abbiamo chiesto al campione Triunfo dove può arrivare il suo giovane allievo, lo stesso ci rispondeva che “la strada da percorrere è ancora lunga, soprattutto sul piano dell’esperienza, nel gestire alcune partite con avversari difficili”; però assicura ancora Giovanni:

“Gianpaolo è sulla buona strada perché è un giovane che segue ed ascolta i consigli dei giocatori più esperti e ha voglia d’imparare”, infine chiude Triunfo: “Gianpaolo ha una sbracciata, sarebbe come nel calcio un bel tiro, favolosa già da grande giocatore, speriamo che non si perda per strada”. A fine torneo i dirigenti nazionali si congratulavano con il nostro Tartaglia e gli preannunciavano il passaggio alla categoria superiore, cioè la 2ª. Complimenti Gianpaolo, ma la prossima volta vogliamo il titolo italiano.


Si è svolta anche quest’anno la manifestazione sportiva “Granfondo dei Quattro Colli Dauni”, un evento per gli appassionati su due ruote che ha visto la partecipazione di centinaia di atleti amatoriali provenienti da ogni zona del Sud Italia, pronti a sfidarsi lungo le strade del nostro territorio. La kermesse, tappa di ben due circuiti nazionali amatoriali, Giro Arcobaleno e Centro Italia Tour, ha avuto luogo domenica 17 giugno, una giornata particolarmente afosa e a stento mitigata da una lieve brezza sui Monti Dauni. La partenza è stata sancita in Piazza Nenni dal sindaco Maria Rosaria Calvio, dopodiché i corridori hanno percorso 130 km, toccando il Santuario Incoronata e i selettivi colli di Castelluccio dei Sauri, Bovino, Deliceto e Ascoli Satriano, per poi giungere al traguardo nuovamente a Orta Nova, fissato davanti alla Villa Comunale, dove ad alzare le braccia al cielo per primo è stato Gaetano Coletta, della ASD Grottaglie. Di fianco a questo duro percorso, gli organizzatori, ossia i soci dell’Associazione Sportiva Dilettanti Pantani CRS di Orta Nova, hanno previsto un tracciato leggermente più semplice, di 90 km, ma ugualmente duro e selettivo, che ha visto trionfare, sempre della ASD Grottaglie, Antonio Manigrasso. Al termine della cerimonia delle premiazioni, come da tradizione, i ciclisti si sono rifocillati con il gustoso Pasta Party

Il 1° luglio scorso, si è svolta la prima edizione della cronometro a Coppia di Ciclismo, organizzata dall’Associazione a.s.d “Francesco Di Palma”di Stornarella, sotto il fregio della Libertas. L’associazione, presente sul territorio da due anni, ha l’intento di far conoscere gli aspetti salienti del ciclismo. Infatti attraverso queste “piccole gare” si vuol dimostrare come anche il ciclismo possa divertire e appassionare. La cronometro a coppia è una competizione ciclistica, che rispetto a quella individuale è meno faticosa, in quanto vi è il sollievo, la pausa del turno di riposo del cambio che permette un recupero nella scia del patner che fa da scudo. L’andatura diventa così un esigenza assoluta della coppia. La gara ha visto la partecipazione di 15 coppie provenienti, oltre che dalle associazioni dei 5 Reali Siti, anche da altre province. Considerando le condizioni atmosferiche della giornata con picchi di caldo che hanno raggiunto i 40°, l’itinerario della crono coppia si è snodato su un percorso molto tecnico di 24 km con partenza in via Ascoli Satriano percorrendo la SP 82, SP direzione Candela, SP direzione Corleto e infine la SP 89 con traguardo volante

presso la Palestra del II° Circolo Didattico. Ennesimo dunque successo per questa manifestazione, giunta alla sua quarta edizione, grazie al notevole sacrificio ed impegno dei ragazzi dell’associazione Pantani, dei numerosi volontari, degli sponsor che hanno sostenuto economicamente la gara e delle forze dell’ordine impegnate nel veicolare il traffico urbano ed extraurbano. Un plauso anche alle

in Stornarella. Le coppie in gara sono partite con una distanza tra loro pari a 2 minuti. Ogni partenza è stata cronometrata da due giudici di gara predisposti uno per la partenza e l’altro per l’arrivo. Un terzo giudice invece rilevava le eventuali scorrettezze durante il percorso. Tra l’entusiasmo delle tifoserie, la prima coppia a vincere con un tempo impiegato di 00.34.34 sono stati NotarangeloIarussi aggiudicandosi il premio di un telaio mtb offerta da DPF bike di Fabio Di Palma e da una confezione di vino Primis. A seguire, la coppia CatapanoEsposto con un tempo di 00.36.14, premiati con una sella da cronometro offerta da La Notte Bike e confezione vino Primis; E la coppia LuceDi Palma con un tempo di 00.36.20 premiati con

squadre ciclistiche ortesi, ASD Pantani dei Cinque Reali Siti, Associazione Francesco Moser e il neonato Team RDR Bikes, che hanno messo in campo corridori determinati e agguerriti, che ben si sono disimpegnati durante la gara, come Vincenzo Tarantino, Ludovico Colangelo (della Pantani), Gaetano Roggia e Francesco Gasbarro (della RDR Bikes). una sella offerta da RDR Bike di Rocco Roggia e relativa confezione vino Primis. Inoltre tutti i corridori sono stati omaggiati da un pensiero offerto dalla Farmacia Simone. L’organizzazione è stata davvero impeccabile, sia per la sicurezza dei corridori durante il percorso di gara, garantendo loro ogni incolumità, sia per la collaborazione offerta dalle associazioni del paese (Associazione Volontari Santa Maria della Stella, club Inter) che si sono prodigate alla riuscita della gara. Al termine della crono l’associazione organizzatrice e gli sponsor (panificio Manfredi, caseificio Idea, Cantine Primis) hanno offerto ai corridori un ricco buffet.


salsicce. Oleare la carta vegetale (oppure utilizzare la carta da forno) e avvolgere le salsicce ripiegando le estremità. Incartate metterle sotto la cenere calda del camino e lascarle cuocere per 20/25 minuti. Toglierle dalla cenere e servirle calde.

Siamo in piena estate e questo mese voglio dare spazio alla cucina al cartoccio e poi in prossimità della festa di S. Anna, il 26 luglio, un piccolo omaggio agli amanti della cucina tradizionale, il piatto tipico dei foggiani crocesi e no: Lumachine di S. Anna e pizze fritte. La cucina al cartoccio ha molte virtù: è semplice, genuina e possiede un suo personale ed elegante lato estetico. I cartocci possono avere diverse forme: a rettangolo, rotondi piccoli o grandi, a sacchetto strizzati in cima, a mezzaluna oppure allungati a ovale. Anche i materiali possono essere svariati: carta da forno, asciutta o bagnata che ha il pregio di non attaccarsi agli alimenti ma può bruciare; alluminio che riscaldando più velocemente cuoce in maniera meno dolce ma è più facile da sigillare; foglie di verdure come verza, scarola o lattuga per involucri più estetici e d'effetto. Ma vediamo un po' alla volta tutte le accortezze e i segreti per cucinare e creare queste piccole camere di vapore che racchiudono aromi e profumi. Dalle verdure alle carni e ai pesci, dal riso alla pasta fino ai dessert e alla frutta, ogni alimento può essere cotto utilizzando questo metodo leggero e delicato. I pesci in particolare, dagli spaghetti ai frutti di mare, al pesce cotto da solo, riescono a trattenere il profumo e il sapore del mare. È importante sigillare bene il pacchetto per evitare fuoriuscite e permettere ai cibi di cuocere senza asciugarsi o aggiungere troppi condimenti. Si ottengono così piatti gustosi e salutari che conservano i sapori originari e sono perfetti per chi vuol mangiare sano con un occhio alla linea. Quando si usa la carta forno è sempre meglio spennellare i bordi con dell'albume, prima di chiudere. Per piatti più elaborati e ricchi è meglio usare sia la carta forno che l'alluminio. Il doppio strato aumenta la sicurezza. Un po' di esercizio e un pizzico di fantasia e vi permetteranno di eseguire ricette sempre più impegnative. Ricordatevi sempre di decidere in anticipo tutti gli ingredienti, gli odori, i profumi e le spezie da utilizzare, perché una volta chiuso il cartoccio il piatto è finito e sarà semplicemente pronto da scartare e da mangiare. Spaghetti al cartoccio ai datteri di mare Ingredienti: 500 gr. di datteri di mare freschi ed interi, 150 gr. di olio extravergine d'oliva, 400 gr. di spaghetti, 300 gr. di po-

modori pelati, 200 gr. di acqua di cozze, prezzemolo, sale fino, uno spicchio di aglio, un pizzico di peperoncino piccante Ecco un piatto mediterraneo fino in fondo che sposa ai prodotti della terra quelli del mare. Occorre che i frutti di mare siano freschissimi. Far imbiondire l'aglio in una padella dove si è fatto preventivamente riscaldare l'olio, versate i datteri crudi dopo averli ben lavati. Lasciare sul fuoco per una decina di minuti, quindi aggiungere l'acqua di cozze e far cuocere per pochi minuti. Nel frattempo lessare gli spaghetti in acqua abbondante: toglierli dal fuoco appena sono al dente e farli mantecare a fuoco lentissimo nel fondo già preparato. Preparare quattro fogli di carta stagnola da circa un metro l'uno, suddividere in porzioni gli spaghetti conditi e metterli al centro di ciascun foglio, facendo attenzione a non farlo bucare: la chiusura dovrà essere ermetica. Dopo aver raggiunto un altro pizzico di prezzemolo crudo chiudere la carta stagnola e mettere i cartocci nel forno a temperatura elevate per circa quindici secondi: appena i cartocci si gonfiano togliere dal forno e servire in tavola. Re Salsicce Briatore (Salsicce al cartoccio) È il piatto conclusivo, delicetano, del menù natalizio. Ingredienti: Carta vegetale (debitamente oleata) oppure la carta da forno; kg. 1 di

Lumachine di S. Anna (Ciammaruchelle de Sand’Anne) Ingredienti: 1 Kg di lumachine, 3 foglie di alloro, 3 foglie di mentucccia, 2 spicchi di aglio, olio di oliva extravergine, sale e pepe q.b. È il piatto del Terrazzano, una pietanza tradizionale per festeggiare la Festa di S. Anna a Borgo Croci a Foggia. Per due giorni fare spurgare le lumachine dalla loro impurità, poi lavarle con acqua corrente possibilmente più volte. In una pentola con acqua metterle e a fuoco lento portare a bollitura, eliminare con una schiumarola le impurità che si formano. Scolarle e rimeterle in una pentola con un po’ d’acqua aggiungendo la mentuccia, l’alloro, aglio a spicchi interi, olio extravergine, sale e pepe, quindi fare cuocere per 15 minuti. Servire con un filo d’olio accompagnando con le pizze fritte. Pizze Fritte Ingredienti: un kg. di farina, 30 gr. di lievito di birra, sale, zucchero, olio di oliva extravergine. Si deve preparare un normale impasto di farina ed acqua, ponendolo a lievitare per un paio di ore, poi va nuovamente lavorato. Lasciare riposare ancora per una mezz'ora. La pasta deve restare piuttosto morbida, stenderla in modo che resti piuttosto sottile, facendone dei triangoli che vanno fritti in olio molto caldo. Scolarli su carta assorbente e condirli a seconda dei gusti o con zucchero o un pizzico di sale.


Savino Roggia Pinocchio Ritrovato (la forza di riconoscersi burattino) Tecniche Nuove pp. 326

“Pinocchio ritrovato - la forza di riconoscersi burattino” è l’ultima fatica letteraria di Savino Roggia, farmacista e giornalista, di origine ortese, ma trapiantato da anni nel cunese. Il testo, edito da Tecniche Nuove di Milano, rilegge le Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, e lo fa con un approfondimento accurato, mettendo ben evidenza quei meccanismi, come sottolinea l’autore: “a scoprire i meccanismi che nutrono i burattini e i burattinai dell’esistenza”. Il personaggio Pinocchio inviata riflettere sui mutamenti mentali necessari a sottrarsi alla schiavitù dell’istinto, dei pregiudizi, dei preconcetti ideali e delle passioni, per giungere alla coscienza di sé, a essere un bravo bambino, un Uomo. E così ad esempio la vanità di Pinocchio si scontra con il concetto di limite, di finitezza delle possibilità umane. Lo si paragona al mito di Icaro e all’annien-tamento del sè. Ogni personaggio ha una sua specificità e diventa un mezzo per la crescita e la trasformazione in uomo per Pinocchio. Il Grillo Parlante, secondo Roggia, rappresenta l’interiorità sui cui il burattino deve lavorare per trasformare ogni volta la tonalità del

suo sentimento. Pinocchio Ritrovato è un saggio psicologico perché indaga sulle situazioni, sui vizi e le abitudini che creano dipendenze e nel contempo incita a riflettere sui mutamenti mentali necessari per sottrarsi alla schiavitù dell’istinto, dei pregiudizi e delle passioni, per giungere alla coscienza di sé, ad essere un bravo bambino, un Uomo. Archivi storici dei Cinque Reali Siti a cura di Maria Di Meo e Luigi P. Marangelli Editrice Parnaso Questa pubblicazione è stata presentata nel corso di una manifestazione svoltasi, oltre un’anno fa, presso il Palazzo ex Gesuitico di Orta Nova. Di primo impatto potrebbe dare parvenza di una pubblicazione di storia locale ed invece come si legge nella presentazione: “È il risultato dell’opera di inventariazione dei documenti degli archivi storici dei comuni dei Cinque Reali Siti. Esso si propone come strumento di consultazione di questi archivi”. Insomma una pubblicazione riservata agli studiosi di storia locale. Con un pizzico di esperienza editoriale in più si poteva, sicuramente, realizzare un libro alla portata di tutti e nel contempo si arricchiva la biblioteca della storia locale.

L’AURORA

A PADRE PIO C’era il buio. È apparsa la luce, c’era il dolore, ha vinto la gioia; c’era lo sconforto, ci ha pervaso la serenità. Il tuo profumo inconfondibile ci ha fatto capire che la montagna da superare è diventata un dolce pianoro. Rocchina Morgese BACI I baci della mamma sono baci speciali.

Spesso sanno di pianto. Rocchina Morgese

SOLITUDINE D’ESTATE E quando l’Estate appare immensa e senza orizzonti, la solitudine allunga la sua ombra subdola e tenta di schiacciarmi. Rocchina Morgese

È notte. Vicino al mare seduto sulla sabbia sono solo con le stelle e la luna. Ad un tratto una stella cadente si specchia nel mare e la mente va a lidi lontani. Il fragore delle onde che battano la battigia mi scuote. Ed ecco l’aurora con il suo mare rosso fuoco che infiamma l’orizzonte. Le onde schiumose bagnano i miei piedi, il sole sale sempre più su, lasciando nitido lo spettacolo della natura: il mare una grande distesa azzurra e piatta. Giuseppe Maggio




Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.