V Convegno

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invece riguarda il motivo del fondamento del principio147. Dopo queste premesse, l’Appignanese pone tre conclusioni per sintetizzare il suo pensiero in merito alla produttività del principio. Nella prima conclusione, considerando il principio formalmente preso, afferma che si predica in modo univoco sia ad intra che ad extra; nella seconda, il principio fondamentalmente preso – sia in quod che in quo –, afferma che non si predica in modo univoco, ma solo in modo equivoco; nella terza, infine, considerando il principio verso il creato, lo distingue come formaliter preso e allora si predica in modo univoco sia ad intra che ad extra, come fundamentaliter preso invece si predica in modo equivoco148. Una distinzione alquanto delicata e di non facile lettura sembra la XXXV, in cui l’Appignanese si chiede: “Se l’effetto contingente [aperto] ad entrambe le parti della contraddizione sia determinato nell’essere a una parte della contraddizione o ad entrambe”149; e più semplicemente nella versione B: “Se l’effetto contingente prima di essere posto in esistenza sia determinato”150. Nella trattazione dell’unica questione viene prima esposta e poi criticata l’opinione di Pietro Aureolo, in tre articoli, anche se il terzo non viene posto in evidenza tipograficamente, perché coincidente con il paragrafo 32 dal sottotitolo “dico aliter ad quaestionem”. Con ricchezza di particolari, nel primo articolo, prende corpo la tesi dell’Aureolo, desunta dai testi di Aristotele, premettendovi la distinzione del concetto di “contingenza” o “effetto contingente”, che può essere duplice: “uno modo ut est in se ipso secundum se… alio modo potest considerari virtualiter tantum in causa contingente”151. Nel primo significato, il concetto di effetto contingente non può essere considerato come futuro, ma solo come presente e come tale è determinato a una parte della contraddizione nell’essere; mentre nel secondo significato, pur non essendo determinato a una parte della contraddizione, come futuro è indeterminato a una parte della contraddizione nella determinazione che una parte è vera e l’altra è falsa152. L’opinione viene sostenuta e confermata con diversi argomenti153, e alla 147. Cf Ibidem, n. 89-92. 148. Cf Ibidem, nn. 94-104. 149. Commentarius in IV libros, d. 35, I libri, q. un., n. 1, nel testo c’è “indeterminatus”. 150. Ibidem, n. 1, versione B. 151. Ibidem, n. 5, versione B. 152. Cf Ibidem, n. 5. 153. Cf Ibidem, nn. 9-16.

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