V Convegno

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omnia alia per se ipsum, non magis per intellectum quam per voluntatem vel essentiam, quia nec ista, puta in essentia, intellectus et voluntas in Deo, facta ipotesi, distinguuntur”. Pertanto, essendo diverso il supporto speculativo, anche le conclusioni saranno diverse. Sarebbe interessante approfondire la questione, ma occorrerebbe uno spazio proprio con tutto ciò che esso comporta. Tuttavia, prima di lasciare questo riferimento, sembra opportuno soffermarsi un attimo sull’ultimo paragrafo della medesima distinzione 36, sottotitolato “voluntas in Deo est primum principium liberum“. Come già espresso sopra, l’ipotesi di Duns Scoto è stata presentata dall’Appignanese come “rationabilior” 74,“magis probabilis”75 e“rationalis”76, e anche discussa con molta determinazione e attenzione, sembra ovvio accennare, anche se di sfuggita, al confronto veloce tra i due Dottori, almeno così come appare dalla stessa conclusione della distinzione espressa nel paragrafo 144: “voluntas in Deo est primum principium liberum“. L’espressione del sottotitolo così come suona può trarre in inganno il lettore frettoloso, perché lascerebbe aperta l’interpretazione che in Dio il principio della volontà sia il primo principio in forma assoluta, al contrario il testo ne puntualizza il senso con due relazioni: una, tra volontà e intelletto, in cui il primato viene riconosciuto alla volontà; e l’altra, tra volontà ed essenza, in cui il primato è riconosciuto all’essenza. Di conseguenza, l’espressione sottotitolata si capovolge in “essentia in Deo est primum principium liberum”. Difatti, a tale conclusione conducono le due versioni del testo. Così recita A: “dico quod voluntas in Deo est primum principium liberum respectu intellectus, non autem comparando ipsam ad essentiam, imo essentia est primum principium in quo est primo virtualiter libertas; ipsa enim continet eminenter vel virtualiter, quicquid est perfectionis: et ita essentia divina est, primo, libera; secondo, voluntas; tertio, intellectus in ordine ad voluntatem…”77. Ancora più esplicito sembra la versione B: “voluntas, respectus intellectus, est prius libera, non tamen ut comparatur ad essentiam, quia essentia est prius principium liberum virtualiter, voluntas secundarium formaliter”78. Per l’Appignanese, quindi, l’essenza divina è il primo principio della libera attività di Dio. E da questi stessi testi sembra si evi74. Ibidem,, n. 128. 75. Ibidem, n. 128, versione B. 76. Ibidem, n. 129. 77. Ibidem, n. 144. 78. Ibidem, n. 144, versione B.

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