Claudio Silvestrin. Liticità contemporanee. La verità ne la cava

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A R C H I T E T T U R E

Villa Neuendorf, 1991 Un primo cimento lapideo davvero convincente di Claudio Silvestrin è in Villa Neuendorf, progetto per un’abitazione a Maiorca, giocata sul tema mediterraneo delle interconnessioni fra spazi interni e spazi aperti. Questi ultimi si articolano fra patii e superfici attrezzate per il tempo libero. Sono caratterizzati dalla presenza estesa di pietra Santanyi locale, capace di ben individuare i percorsi nel paesaggio con le sue tonalità crema e nocciola sulla terra bruna del luogo. Al limitare dei corpi di fabbrica il pavimento in Santanyi diviene panca continua per la contemplazione dell’intorno. Essa risolve così l’attacco a terra di una tripartizione classica delle verticalità che vede il corpo centrale degli elevati incarnato dalle masse murarie color terra bruciata ed infine la sommità marcata in alto dalla sola linea sottile di stacco dall’azzurro intenso del cielo. All’ingresso negli spazi coperti il pavimento in pietra locale si fa arredo, non solo panca ma tavolo, elevandosi definitivamente dal suolo ad interagire con gli abitanti della casa. Casa B, 1992 In un intervento residenziale di recupero di fabbricato esistente in Provenza, dove ancora una volta la pietra è primariamente piano orizzontale di calpestio, si fanno largo due delle più tipiche presenze di Silvestrin legate agli spazi per la cura del corpo ed il bagno: il piatto doccia inglobato nel pavimento ed i lavabi e le vasche scolpite. La rassicurante naturalità lapidea fa dunque il suo ingresso anche in questi ambiti della casa, in lastre di grande formato, posate con ordinata regolarità ad inscrivere gli elementi costituenti e sostituenti il più classico e convenzionale piatto ceramico per la doccia. I giunti in malta a tratti scompaiono e divengono sottili fessure per la raccolta dell’acqua, metaforicamente restituita alla terra da cui è stata attinta. Rotondeggiante, morbida nelle curve, non distesa ma appoggiata al suolo, campeggia nello spazio ampio una delle prime vasche interamente lapidee dell’architetto, ricavate per sottrazione di materia dal blocco pieno di cava. La pietra Burgundy Beauval molto bene risponde in termini di luminosità e diffusione naturale ai raggi solari entranti negli ambienti.

Appartamento Barker Mill, 1993

Giorgio Armani store, London, 2003

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L’appartamento Barker Mill ci porta a Londra, sulla riva sud del Tamigi, in un celebre edificio in cemento e vetro a firma di Sir Norman Foster. Fa il suo ingresso in scena la pietra serena, con ruolo di orizzonte fisico ed in questo caso anche visivo, a considerare le ampie vetrazioni a tutta altezza portanti il calpestio ad estendersi fino al vero bordo praticabile percepibile dall’interno del fabbricato. L’omogeneità con cui il colore grigio di questa pietra tipicamente italiana - resa famosa nel mondo dall’opera geometrica di Filippo Brunelleschi - si conferma e si distribuisce su tutti i millimetri quadrati della lastra pavimentale, la fa preferire in quest’occasione ad altri materiali lapidei dai tratti più appariscenti. L’idea di uniformità cromatica pressoché totale garantita dalla pietra serena interpreta nella direzione della continuità le trasparenze ed il carattere industriale dell’opera di Foster. Si determina una tavolozza con gamma tonale oscillante dai cristalli, ora opalescenti ora trasparenti, al bianco delle pareti di maggior spessore, fino alle varie tonalità di gri-

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