Manuel Aires Mateus. Un tempio per gli Dei di Pietra

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Nient’altro che materia e spazio

Intervista a Manuel Aires Mateus Verona, 30 settembre 2010 Davide Turrini: In molte tue architetture hai rielaborato il tema del muro di pietra lavorando sulla geometria delle tessiture, sulla continuità della superficie del paramento, su di un calibrato bilanciamento tra pieni e vuoti. Penso in proposito al Rettorato dell’Università di Lisbona o al Centro Culturale di Sines. Perché la ricerca sulla muralità litica è al centro della tua opera? Manuel Aires Mateus: Credo che l’elemento fondamentale dell’architettura sia la materia. Abbiamo assoluta necessità della materialità degli edifici per poter distinguere le nostre opere dall’intorno e, allo stesso tempo, per far sì che l’architettura inneschi una qualche forma di rapporto con il contesto. Attraverso la nostra capacità di declinare la materia dal punto di vista costruttivo passa tutto il valore del nostro progettare. Per me il muro di pietra è una delle più alte espressioni architettoniche della materia, è ideale per definire e conchiudere lo spazio delle mie opere, che vedo come “contenitori di vita” destinati a durare. Voglio rapportarmi con la continuità della Storia e la pietra mi permette di farlo poiché resiste al trascorrere del tempo; stratificata nel dispositivo murario essa esprime un’idea di permanenza che mi sembra fondamentale per la realizzazione di edifici significativi, per dimensioni e destinazioni funzionali, in riferimento alla città. Non ho mai pensato fino ad ora di impiegare la pietra per costruire i muri di una piccola casa; ho sempre scelto la materia litica per opere consistenti, che dovevano dialogare con lo spazio urbano. È il caso del Centro Culturale di Sines, vicino all’antico castello, e del Rettorato di Lisbona, calato nell’ampio tessuto della nostra capitale, nei pressi di edifici dal forte valore simbolico. DT: Nelle tue opere oltre le pareti, aldilà dei muri, si aprono interni articolati e complessi. Quali sono i caratteri di questi spazi? MAM: Non prediligo una tipologia precisa di spazio, dico solo che la spazialità delle mie architetture deve essere chiara e progettata compiutamente dall’inizio alla fine; la conformazione di tutti

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