Artefatti comunicativi. Tra ricerca e didattica

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COPERTINA

I testi presentati nelle pagine interne all’agenda TeaPot sono stati tratti da: Kazuko Okakura, Lo zen e la cerimonia del tè, Milano, Feltrinelli, 2006 (quarta ed.), pp. 99. [gennaio] “Da noi il tè, più che l’idealizzazione di una forma del bere è diventato una religione dell’arte del vivere. La bevanda è diventata un pretesto per praticare il culto della purezza e della raffinatezza, una sacra funzione durante la quale ospite e invitato si uniscono per vivere un momento di massima beatitudine terrena.” [aprile] “Un preparato di foglie ha una propria individualità, una particolare affinità con l’acqua e il calore, Oriente e Occidente, come due draghi scagliati in un mare agitato, lottano invano per riconquistare il gioiello della vita… Beviamo nel frattempo un sorso di tè. Abbandoniamoci al sogno dell’effimero, lasciandoci trasportare dalla meravigliosa insensatezza delle cose.”

PAGINE INTERNE

[maggio] “La filosofica rassegnazione dell’ospite al destino che l’attende nel decotto dall’esito incerto testimonia che in quest’unico caso lo spirito dell’Oriente regna sovrano.” [luglio] “Esiste un tè buono e uno cattivo, così come esistono dipinti belli e altri brutti – questi ultimi più frequenti. Non esiste ricetta per preparare il tè ideale, così come non ci sono regole che consentano di creare un Tiziano o un Sesson.” [settembre] “Nel linguaggio comune diciamo che un uomo è “senza tè” quando appare insensibile agli aspetti tragicomici del dramma individuale. Per contro l’esteta indomito che, incurante della tragedia terrena, si abbandona senza ritegno alla marea delle libere emozioni, lo stigmatizziamo dicendo che ha “troppo tè”.” [novembre] “Il teismo è l’arte di celare la bellezza così che la si possa scoprire, di accennare quello che non osiamo rivelare apertamente. È il nobile segreto di saper ridere di se stessi, pacatamente ma senza reticenze, ed è quindi lo humor stesso, il sorriso della filosofia.” 110

MANIFESTO


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