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I servizi a valore aggiunto
Figura 5. Analisi dei non rispondenti - strutture operanti nel SSN
I servizi a valore aggiunto
Complessivamente, sono stati indicati 54 servizi a valore aggiunto riassumibili in 44. Inoltre, 39 intervistati hanno indicato di aver avuto esperienza di servizi a valore aggiunto e 29 di questi hanno riportato almeno un esempio. In particolare, i servizi maggiormente citati riguardano l’educazione e l’aggiornamento scientifico dei professionisti sanitari e l’educazione e la formazione dei pazienti. L’analisi dei servizi a valore è qui proposta con riferimento rispettivamente a Istituzioni e Payor, Pazienti e Caregiver, Medici, Farmacisti e altri operatori. Si riportano di seguito i principali servizi identificati dalle tre categorie (Figura 6, Figura 7 e Figura 8, Figura 9 e Figura 10).
Figura 6. I servizi a valore aggiunto identificati dal gruppo A (Vertice strategico) 1/2

Figura 7. I servizi a valore aggiunto identificati dal gruppo A (Vertice strategico) 2/2

I servizi individuati dal vertice strategico riguardano prevalentemente la sfera organizzativa, come ad esempio, l’attivazione di Unità Operative di degenza a gestione infermieristica per cure transizionali, l’open access per le liste d’attesa e la creazione di centri clinici e percorsi clinici integrati. Ulteriori aspetti riguardano la tecnologia sia nell’accezione di supporti tecnologici alle attività assistenziali (piattaforma informativa per aderenza alla terapia e fascicolo sanitario elettronico) sia come applicazioni mobili – app (app gestione del rischio). Infine, si sottolinea come alcuni servizi a valore aggiunto siano orientati al supporto dell’ integrazione tra ospedale e territorio.
Figura 8. I servizi a valore aggiunto identificati dal Gruppo B (Medici, Infermieri e altri operatori sanitari)

Il focus dei servizi a valore aggiunto identificati da medici, farmacisti e operatori sanitari è, invece, prevalentemente posto sull’aggiornamento scientifico e sull’informazione. La formazione passa, però, anche mediante la condivisione con i colleghi, resa possibile facendo ricorso a comunità di pratiche virtuali. Il tema della tecnologia è presente anche in altre tipologie di servizio: piattaforma informativa per aderenza alla terapia, supporti informatici per attività clinica e sistema tecnologico assistenza domiciliare. Infine, questo target, pur non essendone il principale beneficiario, ha individuato ulteriori servizi che impattano e migliorano le attività clinico – assistenziali (call center per pazienti in terapia cronica).
Figura 9 I servizi a valore aggiunto identificati dal Gruppo C(Associazioni di pazienti) 1/2

Figura 10 I servizi a valore aggiunto identificati dal Gruppo C (Associazioni di pazienti) 2/2

Le associazioni dei pazienti, come anche il vertice strategico, hanno indicato una molteplicità di servizi a valore aggiunto. Tuttavia, è possibile identificare alcune aree prevalenti. In primo luogo, è stata riconosciuta la diffusione di servizi aventi ad oggetto la formazione e l’educazione del
paziente, anche tramite servizi collaterali come newsletter, campagne di prevenzione, corsi e gruppi di mutuo aiuto. Inoltre, alcuni di questi servizi prevedono il coinvolgimento diretto dei professionisti sanitari (sostegno psicologico, incontri tra pazienti e medici). L’educazione e la formazione dei pazienti ricoprono un ruolo fondamentale ed una frequenza maggiore e accompagnati dagli incontri tra pazienti e medici hanno l’obiettivo di creare una disease awareness maggiore e un corretto disease management, favorendo il corretto scambio di informazioni tra professionisti e pazienti.
In secondo luogo, come ampiamente prevedibile, sono stati individuati servizi correlati con il miglioramento dell’aderenza dei pazienti alla terapia. Il panorama di questi servizi spazia da quelli più legati alle tecnologie digitali (piattaforme informativa aderenza terapeutica, Patient Support Programme e SMS di promemoria per assunzione farmaco) a quelli più legati agli aspetti logistici (consegna farmaci e a domicilio, servizio domiciliare di nutrizione parenterale). Infine, in alcuni casi sono stati segnalati servizi aventi ad oggetto aspetti legati all’organizzazione.
Si è cercato di valutare l’esistenza di una relazione tra il gruppo di appartenenza dell’intervistato e il gruppo di appartenenza dei beneficiari, ed è stato ipotizzato che i membri di ciascun gruppo siano più sensibili a servizi pertinenti con la propria figura. Come si può notare dalla figura 11, mettendo in relazione la tipologia di soggetto intervistato con i beneficiari degli esempi di servizi a valore aggiunto riportati, è emerso che i servizi offerti dalle associazioni di pazienti sono prevalentemente destinati ai pazienti e caregiver, seguiti da medici, farmacisti e altri operatori e infine dalle istituzioni e dai payor (questi ultimi in percentuale sovrapponibile, rispettivamente 17% e 18%). I medici, i farmacisti e gli infermieri indirizzano invece i loro servizi prevalentemente ai pazienti e caregiver e ai medici, farmacisti e altri operatori. Infine, il vertice strategico offre una percentuale maggiore di servizi a valore aggiunto a pazienti e caregiver, rispetto alle istituzioni (13%) e ai medici, farmacisti e altri operatori (23%). Apparentemente può sembrare strano che i pazienti abbiano riportato servizi che hanno come beneficiari i medici e le istituzioni. Tale condizione si spiega considerando che come precedentemente detto ciascun servizio riportato presenta più beneficiari. In particolare un servizio che ha come beneficiario il paziente determina inevitabilmente ricadute positive sull’attività dell’operatore sanitario e in ultima analisi sul sistema.
Figura 11 Destinatari dei servizi a valore aggiunto offerti da A,B e C

L’analisi, riportata nella figura 12, mostra come i primi tre benefici attesi riferiti dai soggetti intervistati siano il disease management, il miglioramento dell’organizzazione e dei processi e, infine, l’aderenza alla terapia. L’aggiornamento scientifico e l’informazione, accompagnati dal
patient empowerment risultano comunque tra i principali benefici derivanti da tali servizi. Da non
sottovalutare, inoltre, è il ruolo svolto dalla prevenzione e dall’educazione al benessere che dovrebbe includere diverse classi di soggetti, dai più giovani sino agli adulti, e che oggi con l’aumento di determinate patologie potrebbe avere effetti positivi sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.
Figura 12 Grafico di Pareto dei benefici
