Magazine M - Marzo 2011

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Marzo 2011

M

MAGAZINE MARE MARLINTREMITI inserti speciali in lingua : Russa e Inglese

Специальный выпуск на русском языке Special English language

una sorprendente varietà di ambienti naturalistici

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TremitiMMXI :

Elemento NATURA N u m b e r

E i g h t



The Trasure of Tremiti Sandbanks, caves and rocky walls which push themselfes down in the deep blu rich with life, colors and alive with every species of pelagicus living organism.

There are over than 40 dive sites.

Special English language page 93



I AM your destination

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Il Tuo Viaggio nei colori della Puglia Mare azzurro, verde natura, terra rosso intenso, tramonti dorati... Da Porto Cesareo a Peschici, da Bari a Taranto, da Vieste a Brindisi, da Otranto alle Isole Tremiti, le vacanze in Puglia sono emozioni multicolore per tutto l’anno. Cerca tutte le informazioni turistiche su località balneari, castelli, luoghi di culto, prodotti tipici, cattedrali e parchi naturali pugliesi‌

Il tuo viaggio comincia da qui



Isole Tremiti UNDERWATER Magic dive Franate, secche, grotte e pareti che si spingono gi첫 nel blu profondo ricche di vita, colore e frequentate da ogni specie di vita pelagica. Sono oltre 40 i siti d'immersione.


Tutto è per noi “Elemento Natura”, che da milioni di anni segue un percorso evolutivo straordinario ed in cui l’uomo è spettatore che “guarda” e altre, per fortuna, spettatore che “vede”. “Vedere la natura” significa avere una maggiore consapelvolezza sull’importanza di impegnarsi per la sua salvaguardia. A volte bastano poche regole, facili da applicare, da seguire e da condividere. Mi auguro che questo numero Vi possa entusiasmare e nello stesso tempo Vi aiuti a “vedere”. Un saluto e buona lettura. Adelmo Sorci

Magazine M

Magazine MARLINTREMITI Sito internet www.marlintremiti.it e.mail info@marlintremiti.it Phone / fax +39 0882 46 37 65 Phone / Mobile +39 336 82 97 46

MARLINTREMITI Via A. Vespucci 71040 - ISOLE TREMITI - FG

Специальный выпуск на русском языке

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Il Magazine può essere scaricato in formato pdf, ed in questo numero le procedure da seguire sono descritte a pag. 100.

M n.8 - Marzo 2011

Siamo a Marzo, ci stiamo avvicinando alla primavera, ad una stagione che prelude ad una esplosione di vita sopra e sotto il mare. Questo numero lo dedichiamo tutto alla NATURA delle Tremiti cercando attraverso immagini e parole di descriverne la morfologia, la geologia, la fauna e l’ambiente marino.


Keyforevolution con il patrocinio

Magazine MARLINTREMITI

Magazine Reportage - Storia - Photo - Cultura

In questo numero: Foto di Adelmo Sorci ( ADphoto) , Paolo Fossati

Progetto grafico MARLINTREMITI

Redazione

Mare Ambiente - Immersioni - Vita Sottomarina Attività - Informazione

MARLINTREMITI

Direzione

Adelmo Sorci info@marlintremiti.it adelmo.sorci@marlintremiti.it

Attività Subacquee

Michele Tancredi michele.tancredi@marlintremiti.it

Laboratorio del Mare Andrea Riina andrea.riina@marlintremiti.it Vincenzo Ferraro vincenzo.ferraro@marlintremiti.it Storia e cultura

Rachele Di Palma rachele.dipalma@marlintremiti.it

Inserti Speciali

Natalia Ivantchenko edizione in lingua Russa Andrea Mancini edizione in lingua Inglese

Testi e foto di proprietà MARLINTREMITI. E’ vietata la riproduzione totale o parziale dei contenuti e delle immagine inserite nel presente Magazine M.

M Attività Subacquee - Ricerca Scientifica Esplorazioni - Formazione professionale Eventi


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65 milioni di anni fa... le Isole Tremiti

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Natura Tremiti

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Operatore Subacqueo Specializzato

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Viste dal Mare

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Natura Sottomarina

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Photo

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Inserto in lingua Inglese

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M n.8 - Marzo 2011

Sommario


Immersi nella natura senza nessun compromesso a disposizione degli ospiti:

Il villaggio è situato nell'isola di San Domino, la piÚ grande e verde dell'arcipelago, tra Punta del Diamante, da cui si gode una vista magnifica sui 10 camere Pagliai e Cala Tamariello, da cui si accede direttamente al mare e nella 10 villette quale è possibile l'attracco di piccoli natanti.

15 tende prefabbricate


Villaggio Internazionale Punta del Diamante

Villaggio Internazionale Punta del Diamante San Domino - 71040 Isole Tremiti (FG) Tel. 0882- 463405 / 463460 Fax 0882-463206 www.puntadeldiamante.it info@puntadeldiamante.it Recapito invernale tel. e fax: 0733-226107


Le Isole Tremiti sono state sempre così? La risposta è no. In passato, molti milioni di anni fa, non c’era neanche un pezzetto dell’attuale arcipelago. Non è facile comprenderlo, perché un po’ tutti pensiamo che il nostro mondo non sia mai stato diverso. Ma in realtà tutto cambia e, nel passato, l’aspetto delle Isole non era certamente uguale a quello attuale. E chiediamoci ancora: le Tremiti sono isole “vecchie” o “giovani”? La risposta è: “giovani”. Misurando la storia in tempi geologici (la geologia è la scienza che studia, fra l’altro, proprio la storia della Terra, la natura e la formazione delle sue rocce), possiamo certamente dire che la Regione Puglia e le Tremiti sono una regione giovane, molto giovane. Ma attenzione! I tempi geologici sono lentissimi. Per la storia della Terra, un milione di anni corrisponde a meno di una giornata della nostra vita!


Gli eventi geologici che hanno interessato il Mediterraneo ed in particolare il bacino Adriatico negli ultimi

65

milioni di anni

hanno portato alla configurazione attuale Testo di Paolo Balocchi e Giorgio De Luca

dell'arcipelago delle Tremiti.

Foto di Adelmo Sorci e Paolo Fossati 15 Magazine M - Number Eight


Storia geologica delle isole Tremiti Le prime indagini e le prime attenzioni arrivarono alla fine del XIX secolo e durante i primi anni del XX secolo. Le isole Tremiti furono oggetto infatti di ricerche rivolte ad identificare l'età e la natura dei suoli. Fu un periodo molto attivo di studi, durante il quale si gettarono le fondamenta delle conoscenze delle isole Tremiti. Da subito si pensò seriamente ad inquadrarle nel più vasto ambito scientifico dei rapporti geologici tra la penisola italiana a ponente e la penisola balcanica a levante. Le isole infatti sarebbero state una grande passerella calcarea che avrebbero congiunto il

promontorio del Gargano con la Dalmazia e che avrebbe diviso in 2 bacini il mare Adriatico, lasciando a sud la depressione Ionico-Adriatica ed a Nord la fossa Adriatica, che raggiunge la profondità di 200 metri a largo di Ancona. Le vicende geologiche che hanno portato prima alla formazione delle rocce che costituiscono l'arcipelago e successivamente alla genesi dello stesso, si sono svolte in un arco di tempo durato circa 200 milioni di anni. All'inizio di tale periodo, i geologi fanno risalire la frattura della Pangea, il supercontinente che si ritiene includesse tutte le terre emerse. All'inizio dell'allontanamento delle placche (o zolle) così determinatisi ne conseguì l’apertura di distese oceaniche. Lo spazio gradualmente formatosi fra la zolla africana e quella euroasiatica fu occupato dalla Tetide, un immenso oceano sul cui fondale si sono formate le


spesse piattaforme carbonatiche (di cui fanno parteanche le rocce delle Tremiti) a seguito della sedimentazione, protrattasi per circa 120 milioni di anni, dei resti carbonatici di innumerevoli organismi marini. Successivamente, i movimenti tettonici determinarono il ravvicinamento della zolla africana e di quella euroasiatica, causando la frattura, l'accavallamento e l'emersione di parte delle piattaforme carbonatiche. Gli eventi geologici che hanno interessato il Mediterraneo ed in particolare il bacino Adriatico negli ultimi 65 milioni di anni (durante il Cenozoico e il Quaternario), hanno portato alla configurazione attuale dell'arcipelago delle Tremiti. Durante il Quaternario, le isole Tremiti, già emerse, sono state interessate da processi di erosione e modellamento, principalmente a causa

delle variazioni del livello marino dovute alle glaciazioni. E’ proprio a questo ultimo periodo che si fa risalire la formazione dei sedimenti continentali (löess, crostoni calcarenitici, conglomerati e ghiaie) che coprono le più antiche rocce carbonatiche di origine marina rappresentate principalmente da dolomie, calcari e doloareniti. La testimonianza di una evoluzione geologica dell’area delle Tremiti risulta essere lunga e travagliata. Ne sono testimonianza la morfologia, le strutture geologiche (piani di stratificazione, inclinazione e piegamento degli stessi, piani di faglia), nonché la presenza di resti fossili di organismi inconfutabilmente legati all'ambiente marino quali conchiglie, coralli, resti scheletrici di pesci.

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Aspetti geomorfologici Dal punto di vista geografico e turistico è la morfologia costiera quella che attrae il visitatore, divenendo l’elemento predominante del paesaggio. Tale morfologia può essere racchiusa in tre morfotipi principali: costa alta a falesia: caratterizzata dalla presenza di una scarpata verti cale (a strapiombo sul mare) generalmente rocciosa e formata dall’azione erosiva del moto ondoso sulle rocce; costa rocciosa bassa e degradante verso il mare: spesso la linea di costa è frastagliata ed articolata in ampie insenature; costa sabbiosa bassa: l’unica presenza è nella cala delle Arene nell’isola di San Domino. Si possono distinguere le falesie vive se la scarpata è a diretto contatto con il mare e soggetta ai processi di erosione marina. Quando ai piedi della scarpata si accumulano dei sedimenti (di diversa natura: sabbia litorale, detrito di versante, frane) che la separano dal mare e quindi i processi erosivi del moto ondoso non modificano la sua forma, si parla di falesia morta. Altre forme caratteristiche delle isole sono rappresentate dalle numerose insenature lungo la costa a formare delle piccole baie denominata “cala” (Cala del Bue Marino, Cala delle Murene, Cala degli Inglesi, Cala delle Rondinelle, ecc.). Associate ad esse sono le numerose grotte litorali di origine carsica localizzate soprattutto lungo le coste dell’isola di San Domino. La Grotta del Bue Marino è una cavità a forma di cupola tondeggiante e leggermente allungata in direzione NE-SO. L’imboccatura direttamente sul mare è stretta e bassa. La Grotta delle Viole si presenta come una cavità a forma tonda con apertura direttamente sul mare e di forma rettangolare (la forma dell’apertura è influenzata dalla stratificazione), mentre la porzione terminale della grotta si apre verso l’alto, mostrando il cielo (grotta a pozzo). La genesi delle grotte di San Domino è legata alla dissoluzione delle rocce carbonatiche da parte delle acque meteoriche che alterano le litologie sulla superficie topografica mentre l’acqua marina attacca dal basso. Per effetto dissolutivo si formano delle cavità all’interno della roccia che si allargano formando, inizialmente, una piccola grotta generalmente a forma di cupola e invasa dalle acque marine (a testimonianza che il carsismo procede dal basso, per maggiore alterazione chimica da parte dell’acqua del mare). L’assottigliamento della volta, in tempi successivi, provoca il suo collasso per gravità formando un’apertura verso l’alto. I detriti che si depositano all’interno del piccolo bacino possono essere successivamente allontanati per effetto del trasporto da parte del moto ondoso. La diversità tra le grotte lungo la costa NO e quelle lungo la costa SE di San Domino è legata alla struttura monoclinalica dell’isola. Infatti a SE le coste sono basse e i processi di dissoluzione con maggiore facilità possono formare delle grotte a pozzo con la volta collassata, mentre lungo le coste alte a NO, la successione stratigrafica presenta uno spessore maggiore e quindi è più resistente ai processi di alterazione permettendo il formarsi di grotte a cupola (in prossimità del mare) e non a pozzo con il successivo

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collasso della volta. Con molta probabilitĂ le piccole baie dell’isola di San Domino, possono essersi formate a causa dei processi carsici che inizialmente hanno generato una grotta a forma di pozzo con la volta collassata. I processi erosivi del moto ondoso insieme ai processi di alterazione chimica, hanno messo in collegamento il piccolo bacino interno con il mare formando cosĂŹ una piccola baia, che con il passare del tempo si è allargata fino alla conformazione attuale. Altre forme di dissoluzione dei carbonati sono rappresentate da piramidi e scanalature dovute al ristagno di acqua lungo le fratture e sulla superficie della roccia che la altera chimicamente. Dopo l’allontana-


Altre forme di dissoluzione dei carbonati sono rappresentate da piramidi e scanalature dovute al ristagno di acqua lungo le fratture e sulla superficie della roccia che la altera chimicamente. Dopo l’allontanamento delle acque di ristagno vengono messe in luce le forme di dissoluzione.


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Numerosi depositi di versante ricoprono le coste NE e NO dell’isola di San Nicola. Una frana per scivolamento rotazionale di notevole entità e probabilmente attiva, è localizzata lungo la costa NE con il distaccamento di alcuni blocchi evidenziato dall’apertura delle fratture e dal loro ribassamento rispetto il piano campagna, mentrenella parte bassa è visibile del detrito di versante a differente granulometria. Una frana per ribaltamento lungo la costa NO mostra un blocco leggermente ruotato in direzione nord e alla base del versante è visibile una spessa coltre detritica.



Aspetti litologici La successione affiorante è caratterizzata da litologie sedimentarie di origine marina di età compresa fra il Paleocene ed il Pliocene medio su cui segue, in discordanza angolare (angular unconformity), una successione continentale clastica del Pleistocene medio-superiore. La successione marina viene rappresentata prevalentemente da una serie calcarea, calcareo-dolomitica e calcareo-marnosa che passa verso l’alto a una serie di mare aperto con liste e noduli di selce, per chiudere con delle calcareniti di ambiente neritico. Dal basso verso l’alto, sono distinte le seguenti unità litologiche: Formazione del Bue Marino (dolomie-calcaree e calcareniti organogene biocostruite di ambiente neritico; Paleocene superiore,), Formazione di Caprara (dolomie compatte con noduli e liste di selce di ambiente pelagico; Eocene inferiore), Formazione di San Domino (comprendente varie litofacies di acqua bassa: calcareniti a Nummuliti e Calcari organogeni biocostruiti; Eocene inferioremedio), Formazione del Cretaccio (dolomie calcareo glauconitiche e marne gialle, di ambiente variabile da litorale a mare aperto; Langhiano-Messiniano p.p.), Formazione di San Nicola (calcari dolomitici in discordanza angolaresulla Formazione del Cretaccio e al tetto calcari organogeni di mare basso e riccamente bioclastica; Messiniano p.p., Pliocene medio). I depositi continentali, raramente affioranti in successione completa, sono caratterizzati alla base da conglomerati calcarei (Pleistocene medio) seguiti da alcuni metri di calcari marnosi (Pleistocene medio), e da una successione di depositi sabbioso-siltosi di origine eolica (Loess Rosso e Loess Giallo del Pleistocene medio-sup., Loess Bruno del Pleistocene sup.) contenenti sporadiche intercalazioni ghiaiose. Dalla decalcificazione dei loess derivano infine i caratteristici “crostoni” intercalati, a più livelli, entro la successione continentale.

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L'arcipelago delle Isole Tremiti appartiene alla microplacca Adria, collocato su un alto strutturale delimitato ai bordi da faglie. Riferimento bibliografico allo schema strutturale a lato. ANDRIANI G.F., WALSH N., PAGLIARULO R. (2005); The influence of geological setting on the morphogenetic evolution of the Tremiti Archipelago (Apulia, Southeastern Italy). Natural Hazards and Earth System Sciences, 5, pp. 29-41.


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Dott. Paolo Balocchi - Geologo del GeoResearch Center Italy - GeoBlog Laureato nel 2003 in Scienze Geologiche presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia con una tesi in geologia strutturale, ho collaborato con il dipartimento di Scienze della Terra nel 2004 e successivamente ho iniziato l’attività di geologo dedicandomi al rilevamento geologico – oceanografico in mare aperto (Mar Tirreno, Mar Mediterraneo, Golfo di Genova).

A partire dal 2006 mi sono dedicato alla professione in uno studio geologico e al rilevamento dei dati geotecnici mediante prove penetrometiche statiche e dinamiche per la caratterizzazione geomeccanica dei terreni di fondazione. Dopo un lungo periodo di stasi nel 2010 ho fondato il GeoResearch Center Italy - GeoBlog allo scopo di promuovere la divulgazione sci-


entifica attraverso la rete internet. Attualmente mi occupo di ricerca indipendente nel campo della Geologia-Strutturale, Sismotettonica e Neotettonica alla scala regionale e locale. Mail: georcit@gmail.com web: www.georcit.blogspot.com

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Le Isole Tremiti, come tutti gli ambienti insulari, rivestono particolare interesse sotto il profilo della flora e della fauna determinata dalle peculiari caratteristiche ambientali che si vengono a determinare. In esse si riscontra una elevata biodiversitĂ se rapportata alle modeste dimensioni dell'Arcipelago.

Natura Tremiti Foto di Adelmo Sorci, Giannini , Pittalunga e Archivio

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Faun


L' Arcipelago delle Isole Tremiti, ricco di

scogliere a picco sul mare ,

di lussureggianti pinete e boschi, di una macchia mediterranea caratterizzata da coloratissime e profumatissime fioriture primaverili, offre una sorprendente varietà di ambienti naturalistici idonei ad ospitare una fauna terrestre (invertebrati e vertebrati) quanto mai interessante. Elemento di pregio della fauna delle isole è certamente la Berta maggiore (Calonectris diomedea), la famosa Diomedea che da secoli raggiunge le Tremiti in primavera per nidificare sulle scogliere laddove, durante i rituali del corteggiamento e dell' accoppiamento, emette le famose grida scambiate in passato per lamenti funebri o lamenti di neonati. Sulle Tremiti, alzando lo sguardo, si possono notare le spettacolari acrobazie del Gabbiano reale (Larus cachinnans) che qui rappresenta l' unica colonia pugliese nidificante. Con un pò di fortuna e con un occhio più attento si può assistere alle velocissime picchiate del Falco pellegrino (Falco peregrinus) in caccia. Le Tremiti si trovano lungo una rotta migratoria dell' avifauna europea e rappresentano un importante punto di sosta; su di esse alcune specie si fermano per poco tempo, per riposarsi, mentre altre sostano più a lungo, anche per riprodursi. Tra i piccoli passeriformi, le specie più comuni sono il Passero (Passer domesticus italiae) e l'Occhiocotto (Sylvia melanocephala) mentre le più interessanti sono il Passero solitario (Monticola solitarius) e il Rondone pallido (Apus pallidus). Per quanto riguarda gli altri vertebrati bisogna sottolineare che sulle Tremiti a causa della mancanza di acque superficiali non è presente alcuna specie appartenente agli Anfibi. I Rettili sono invece rappresentati da tre specie innocue: la Lucertola campestre (Podarcis sicula), il Geco verrucoso (Emidactylus turcicus) e il Biacco (Coluber viridiflavus). Pochi sono i Mammiferi: esemplari di Coniglio (Oryctolagus cuniculus) e di Capra selvatica sono ancora presenti su Caprara mentre il Topolino domestico (Mus musculus) e il Ratto nero (Rattus rattus) sono più diffusi su S. Domino e S. Nicola. Elemento di estremo rilievo naturalistico, di cui è sicura la presenza storica nelle Tremiti, è la Foca monaca (Monachus albiventer), da cui il nome della Grotta del Bue Marino. Questa specie, di cui di tanto in tanto si segnalano sia a Pianosa sia alle Tremiti sporadici avvistamenti di individui della popolazione residente dalmata, potrebbe ritornare a frequentare nuovamente le isole se venisse realizzata una effettiva limitazione del disturbo ambientale nelle aree a protezione completa della riserva marina. Infine tra gli Invertebrati è qui da segnalare il ragno più pericoloso presente in Italia, la Malmignatta (Latrodectes tredecemguttatus), alcune specie di piccoli Scorpioni (Euscorpius italicus), la Scolopendra (Scolopendra cingulata) nonchè una entomofauna rappresentata da grilli, cavallette, scarabeidi, farfalle, la caratteristica Mantide religiosa (Mantis religiosa) e lo straordinario Insetto stecco (Clonopsis gallica).

na


il Falco Pellegrino


Da un punto di vista faunistico, è sicuramente l'avifauna l'elemento di spicco nelle isole. Sulle Tremiti, infatti, basta alzare lo sguardo o guardarsi intorno per assistere alle spettacolari acrobazie dei gabbiani che si librano nel vento oppure alle sorprendenti e velocissime "picchiate" del falco pellegrino (Falco peregrinus) in atteggiamento di caccia, il falco della regina (Falco eleonorare) e la rondine di mare (Sterna hirundo). Inoltre la zona è frequentata dall'avifauna migratoria europea che, lungo la rotta nord Europa-Africa, trova nell'unico arcipelago italiano dell'Adriatico un importantissimo punto di sosta. Tra le specie migratrici caratteristica e tipica di questo arcipelago è la berta maggiore (Colonectris diomedea), un uccello marino perfettamente adattato a sfruttare tutte le possibilità di vita offerte dal mare. Da secoli una colonia di berte maggiori raggiunge ogni anno le isole Tremiti. 39 Magazine M - Number Eight


La berta maggiore è la più grande delle due berte presenti nei mari italiani. È una specie preva abitualmente in cavità rocciose costiere tranquille. La berta minore occupa anch’essa cavità na

le Tremiti... un paradiso marino per gli uccelli 40 Magazine M - Number Eight


alentemente pelagica, nidifica aturali e tane di coniglio.

La Berta maggiore e' dal 2008 sotto stretta osservazione della Lipu nell'ambito del progetto 'Iba marine', volto a studiare le aree marine piu' significative per l'avifauna. Partito l'anno scorso (con il supporto del ministero dell'Ambiente) con un articolato studio nell'isola di Linosa, in Sicilia, dove vive una grande colonia di Berta maggiore formata da 10mila coppie, lo studio e' proseguito quest'anno con fondi propri dell'associazione appunto nell'arcipelago delle Tremiti, dove la specie nidifica sia sull'isola di San Domino e che su quella di Capraia. Obiettivo del progetto 'Iba marine' e' quello di studiare le aree di nidificazione e alimentazione in mare aperto utilizzate dalle specie marine indicate nell'allegato I della direttiva comunitaria 'Uccelli', che in Italia sono per esempio la Berta maggiore, la Berta minore, il Marangone dal ciuffo e alcune specie di gabbiano come il Gabbiano corso, il Gabbiano Roseo e il Gabbiano corallino. Nelle tre settimane di lavoro passate nell'isola di Capraia, scelta come sede dello studio, i ricercatori della Lipu hanno inserito sul dorso di 16 esemplari di Berta maggiore un dispositivo elettronico (chiamato Gps logger) che ne ha ricostruito i movimenti in mare aperto, dal momento in cui l'animale si allontana dal nido per recarsi in mare aperto e alimentarsi, fino al ritorno, dopo qualche giorno, al nido stesso. In collaborazione con l'Osservatorio faunistico della regione Puglia, gli uccelli sono stati inoltre pesati, misurati e dotati di anello identificativo. "Con questa ricerca- dichiara Giorgia Gaibani, responsabile settore Iba e Rete Natura 2000 Lipu-BirdLife Italia- aggiungiamo un altro tassello importante sulla strada della conoscenza e della tutela delle specie marine. Ci auguriamo di poter proseguire il nostro progetto anche nei prossimi anni per poter arrivare nel piu' breve tempo possibile a un quadro piu' preciso della situazione". In media, i viaggi delle berte in mare aperto sono durati oltre sei giorni, da un minimo di due giorni fino a un massimo di 12. "Durante l'incubazione- spiega Jacopo Cecere, del dipartimento Conservazione Natura Lipu-BirdLife Italia- il maschio e la femmina di Berta maggiore fanno i turni: mentre uno dei due rimane sull'uovo, l'altro compie un viaggio di diversi giorni durante i quali si alimenta accumulando depositi di grasso che gli permetteranno di sopravvivere per diversi giorni una volta rientrato al nido". E' stato osservato come le berte, in mare aperto, si spostino lungo una direttrice distante tra i dieci e i 20 chilometri dalla costa, e si concentrino per alimentarsi prevalentemente in quattro aree marine: due si trovano presso l'arcipelago delle Tremiti, una di fronte al primo tratto di costa Sud delle Marche, e un'ulteriore piu' a Nord quasi all'altezza del Monte Conero. Un esemplare ha anche effettuato un tragitto piu' lungo spingendosi fino alle isole della Dalmazia (Croazia), sul lato opposto del Mar Adriatico, per poi rientrare al nido.


VIAGGI RECORD PER LA BERTA MAGGIORE
 REGISTRATI COL PROGETTO “IBA MARINE”
REALIZZATO DALLA LIPU PER CONTO MINISTERO DELL’AMBIENTE
 Lo studio prosegue all’arcipelago delle Tremiti
 e all’isola di Linosa 1.350 chilometri percorsi in sei giorni, tra l’isola di Linosa, in Sicilia, e la costa libica, alla ricerca di cibo. E’ il viaggio record effettuato da un esemplare di Berta maggiore e registrato da un dispositivo elettronico applicato sul dorso dell’animale che ne ha permesso di seguirne i movimenti, sia sulla terraferma che in mare aperto. L’esemplare - rende noto la LIPU-BirdLife Italia, che ha appena concluso un progetto per conto del Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare sulle aree marine italiane più significative per l’avifauna - fa parte della più grande colonia italiana di Berta maggiore, quella dell’isola di Linosa, formata da 10mila coppie. Tra i paradisi marini per gli uccelli che la LIPU-BirdLife Italia ha studiato durante la ricerca troviamo, oltre a Linosa, il Golfo di Orosei, l’isola di Tavolara e l’arcipelago della Maddalena (Sardegna), le isole Lampedusa e le Egadi (Sicilia), l’arcipelago delle Tremiti, in Puglia. Zone marine ad alto tasso di biodiversità fondamentali per la riproduzione e l’alimentazione di numerose specie, come la Berta maggiore, la Berta minore, il Marangone dal ciuffo e alcune specie di gabbiani come il Gabbiano corso, il Gabbiano roseo e il Gabbiano corallino. Pur essendo presenti in Italia 56 Zone di protezione speciale (ZPS) al cui interno vivono colonie di uccelli marini – sottolinea la LIPU - le specie pelagiche (che vivono soprattutto in mare aperto), come le berte, frequentano aree a tutt’oggi prive di tutela. “Il progetto svolto – sottolinea Giorgia Gaibani, responsabile IBA e Rete Natura 2000 LIPU e coordinatrice del progetto – rappresenta un primo contributo per una maggiore conoscenza delle aree marine più rilevanti per gli uccelli. Ora – conclude – serve proseguire lo studio con nuovi dati e definire un quadro più preciso della situazione”. Il progetto, che ha previsto una raccolta dati di nove mesi, si è completato solo nei giorni scorsi con la consegna, al Ministero dell’Ambiente, della relazione finale.
 Svolto in collaborazione con l’associazione portoghese SPEA (partner in Portogallo di BirdLife International) nell’ambito del progetto mondiale di BirdLife International sulle “IBA” marine, il progetto IBA marine ha visto impegnati decine di rilevatori della LIPU e non che, dal bordo di traghetti o imbarcazioni, hanno monitorato (con il metodo del “transetto”) quasi 12mila chilometri di mare: 58 le specie di uccelli incontrate, di cui 22 marine, oltre a quattro specie di cetacei (Balenottera comune, Grampo, Stenella, Tursiope) e la Tartaruga marina comune (Caretta caretta). Oltre ai transetti, circa 100 giornate sono state dedicate al conteggio di uccelli dalla costa (Capo d’Otranto, Stretto di Messina


viaggi da record per la Berta maggiore

Foto di Pittalunga Gian Pietro

1.350 chilometri percorsi in sei giorni 43 Magazine M - Number Seven


e dieci promontori in Sardegna) mentre, come già accennato, è stato realizzato uno studio specifico, durato oltre tre mesi e mezzo, sulla Berta maggiore a Linosa, grazie alla presenza di una colonia di 10mila coppie, la più ampia in Italia e la seconda nel Mediterraneo. 
Dalla costa di Linosa, dove gli uccelli sono impegnati già da fine maggio nella cova delle uova, fino all’involo dei piccoli che avviene a inizio settembre, gli uccelli si spostano infatti verso il mare aperto alla ricerca di cibo: sono stati 729 gli esemplari inanellati durante i tre mesi e mezzo di studio, e 79 gli esemplari di Berta maggiore ai quali sono stati applicati sul dorso dispositivi per la telemetria che e hanno permesso di registrarne la posizione. 135 chilometri la distanza media percorsa dai singoli uccelli durante il rilevamento. 
Il viaggio record registrato dagli strumenti è stato quello di un esemplare di Berta maggiore che da Linosa si è spostato alla ricerca di cibo fino alle coste libiche, in un viaggio durato sei giorni e lungo 1.350 chilometri, pari a una media percorsa di 224 al giorno. Proveniente dai mari al largo del Sudafrica, dove sverna, la Berta maggiore percorre migliaia di chilometri ogni anno per nidificare, in estate, nel Mar Mediterraneo e in Italia. Quindicimila le coppie nidificanti in Italia, 10mila delle quali, come detto, nell’isola di Linosa. Tutti i dati che la LIPU ha raccolto durante il progetto svolto per conto del Ministero Ambiente - sia quelli ottenuti dai conteggi dalla costa e da imbarcazione che dalla telemetria, sono stati cartografati e inseriti su GIS (Geographical Information System). Grazie a ciò, è stato possibile creare una sorta di data base che raccoglie tutte le informazioni per ogni specie di uccelli esaminate.

La Berta Maggiore ha dimensioni medio grandi, la sua apertura alare è di circa 100 130 cm. Il piumaggio è di colore grigio bruno superiormente, quasi completamente bianco inferiormente. E' dotata di un robusto becco uncinato dai bordi taglienti, con delle narici tubolari presenti sulla mandibola superiore.


chia di lentischo e da asbusti spinosi. Le Berte formano coppie stabili ed utilizzano lo stesso nido per più stagioni riproduttive. La femmina depone un solo uovo che viene covato a turno da entrambi i genitori per circa 54 giorni; la schiusa avviene tra il 10 ed il 20 Luglio. Il pulcino durante la prima settimana viene coperto da uno dei genitori giorno e notte; in seguito di giorno viene lasciato solo e visitato soltanto la notte, quando i genitori tornano al nido per nutrirlo. Negli ultimi giorni di permanenza al nido non viene più visitato dai genitori e sembra che ciò sia uno stimolo per l'involo, che avviene intorno al mese di Ottobre. Nel mese di Aprile la colonia è già al completo e dopo un lungo rituale di corteggiamento, tra Maggio e Giugno avviene la deposizione delle uova. Come nidi le Berte utilizzano cavità naturali o cespugli.

La Berta Maggiore è a distribuzione piuttosto limitata. Le sue popolazioni infatti sono localizzate quà e là in alcune isole e coste del mediterraneo ed in alcuni arcipelaghi dell'atlantico. Per tutta la durata della stagione riproduttiva, è possibile osservare, poco prima del tramonto, il formarsi in mare di grossi stormi in prossimità della costa. Quando è buio avviene il rientro a terra, accompagnato dal caratteristico canto, una specie di lamento simile al pianto di un neonato, he ha dato luogo in passato ad interpretazioni piene di fantasia. Una leggenda vede in questi uccelli la reincarnazione delle anime di Diomede, condannate a vagare in mare alla ricerca del loro condottiero scomparso in battaglia. Ascoltando il canto dei due sessi si può avere questa sensazione: il maschio ha un tono più penetrante mentre la femmina è più rauca. Le Isole Tremiti offrono a questi uccelli condizioni per la nidificazione: numerosissime sono le grotte ed i cunicoli con gli ingressi spesso protetti da una fitta mac-


Foto di F. Giannini

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E' il più comune di tutti i gabbiani costieri. Gli adulti si riconoscono dalle grandi dimensioni, dalle parti superiori grigio pallide, dalla punta delle ali bianca e nera, dal massiccio becco giallo con una macchia rossa e dalle zampe color carnacino. Impiega quattro anni per acquisire il piumaggio da adulto. Riconoscono i propri pulcini dal disegno delle piume della testa, parte del corpo che sarà ultima ad impiumarsi fino a quando non sarà compiuto l'accrescimento. Depone 2-3 uova di colore variabile dall'oliva chiaro al verdastro o rossiccio tendente al bruno scuro o bluastro pallido con macchie, puntiformi e virgoliformi, ricoprenti tutto il guscio o molto sparse di colore nero, nerastro o verdastro scuro; peso gr.90, ovali appuntite. Lisce, brillanti e granulose. L'incubazione dura 25-33 giorni e i nidiacei rimangono al nido 40-45 giorni. Sulle Isole Tremiti, è presente l'unica colonia nidificante dell'Adriatico. La colonia più consistente è sulle pareti rocciose di Caprara, altre colonie minori sono su S. Domino e S. Nicola e sul Cretaccio. Arrivando alle Tremiti, i gabbiani reali sono immediatamente visibili perchè fanno la spola tra le isole, sorvolando il braccio di mare che le separa. Qualcuno lo si nota sempre di vedetta sulle rocce, specialmente sul disabitato Cretaccio, sempre pronti ad accorrere verso le barche che tornano dalla pesca o dovunque possono reperire cibo.

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54 Magazine M - Number Eight


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Il futuro del Lavoro è Blu Oggi il mare, uno dei patrimoni ambientali assolutamente da salvaguardare, è sempre più, oggetto di studi e ricerche che spaziano dallo scientifico all'ambientale, dall'esplorativo al documentaristico, dallo sfruttamento al controllo. Per questo, conoscere il mare significa stimolare un interesse attivo intorno ad esso, e oltre a consolidarsi azioni di tutela, si svilupperanno sempre più attività e progetti che richiederanno figure professionali da inserire nel "settore mare", in campo tecnico, esplorativo, di ricerca e ricreativo, diventando così anche una grande fonte occupazionale. Il MARE rappresenta quindi una opportunità di sviluppo ed essere dei professionisti preparati significa essere competitivi ed al passo con il sistema delle tecnologie sottomarine. Per questo nelle Marche, è stato organizzato un corso per Operatore Subacqueo Specializzato volto alla formazione di una figura professionali da inserire in un settore in piena evoluzione. L'obiettivo del C.S.C. Gruppo Istituti Leonardo s.r.l. e del Marlintremiti è aiutare i partecipanti al successivo inserimento nel mondo del lavoro. Le aziende investono sui migliori e noi vogliamo "formare" i migliori.

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il Bando del corso può essere scaricato anche dal sito www.marlintremiti.it sessione > Laboratorio del Mare e poi > Formazione Professionale


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Gruppo Istituti Leonardo s.r.l. C.S.C.

OPERATORE SUBACQUEO SPECIALIZZATO N/QA Qualifica II° livello (Cod. Reg. TE1.30)

CORSO AUTORIZZATO DALLA PROVINCIA DI MACERATA (D.D. n. 48/VI del 03/02/2011) AI SENSI DELL'ART. 10 COMMA 2 E 3 L.R. 16/90 Cod. Corso 139176

FINALITA' DELL'INTERVENTO FORMATIVO Far acquisire a ragazze e ragazzi la specializzazione di Operatore Subacqueo Specializzato attraverso 580/780 ore e offrire sbocchi occupazionali nelle strutture turistiche ricettive, tour operator, agenzie di viaggio, aziende che operano nel settore subacqueo oppure come lavoro autonomo. DESTINATARI E REQUISITI D'ACCESSO Il percorso formativo è destinato a n° 20 allievi (uomini e donne) occupati e disoccupati. Per l'accesso sono richiesti i seguenti requisiti minimi: · compimento del 18° anno di età alla data d'iscrizione; · possesso del diploma di scuola media superiore o laurea · per i cittadini stranieri si richiede il titolo di studio equipollente e la conoscenza della lingua italiana.

per informazioni Segreteria Organizzativa Ente Gestore C.S.C. - Cooperativa Servizi Culturali Via M. Menghini 13 RECANATI (MC) – Tel 800.912.765 info@istleonardo.it MARLINTREMITI Via A. Vespucci 71040 ISOLE TREMITI (FG) info@marlintremiti.it

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Testo di Adelmo Sorci Foto di Adelmo Sorci e Paolo Fossati 58 Magazine M - Number Eight


Viste dal Mare Ed è proprio dal mare che si può apprezzare tutta la spettacolarità della forza della natura. Costa alta a falesia, con strapiombi che in alcuni casi superano anche i sessanta metri di altezza, costa rocciosa bassa degradante verso il mare, spesso con una linea di costa finemente frastagliata ed articolata in ampie insenature e costa sabbiosa bassa, di cui l'unica presenza è a S. Domino, nella Cala delle Arene.

Da un'isola all'altra, in un virtuale periplo delle Tre Isole più grandi


Isola di San Domino: Cala delle Arene è l'unica vera spiaggetta sabbiosa presente sull'isola, con fondali prospicienti anch'essi di natura sabbiosa. Durante l'estate, essa è quasi sempre presa d'assalto dai turisti. Lateralmente alla spiaggetta si apre Grotta dell'Arenile, una piccola grotta lunga circa 10 m e larga un paio di metri, con acque quasi sempre calme essendo la grotta alquanto riparata. Poco distanti Cala dello Spido e la successiva Cala Matano sono invece due splendide insenature naturali che scendono a strapiombo sul mare lasciando una piccola caletta sul fondo, facilmente raggiungibile dall'alto grazie ad un sentiero. Proseguendo incontriamo lo Scoglio dell'Elefante un promontorio di roccia sul mare, dalla forma morfologica curiosamente simile a quella di un elefante che inevitabilmente gli ha conferito il nome. Subito dopo si apre la Grotta delle Pecore completamente emersa, una volta adibita al ricovero di ovini. Proseguendo lungo il versante sud-orientale di S. Domino si incontra la Grotta del Sale costituita da una nicchia, vagamente emisferica e a pianta semicircolare, di circa venti metri quadrati. Più famosa e visitata è la Grotta delle Viole detta anche, anticamente, Grotta Minichello. Questa grotta è costituita da un corridoio, vagamente angolato, che si congiunge con un ampio pozzo carsico la cui volta è interamente crollata lasciando allo scoperto il tratto terminale della grotta e favorendo in tal modo, la presenza di splendidi riflessi bluastri nella parte semioscura del corridoio. Il pozzo, con le pareti a picco di altezza superiore ai 10 metri e rivestite, a tratti, di vegetazione spontanea. La grotta ha una lunghezza di circa una trentina di metri per circa sei metri di larghezza.


Tra la Grotta delle Viole e Punta del Diavolo, la costa si presenta alta a falesia, ricca di fessurazioni e di incisioni, tra cui la Grotta delle "Tre Senghe" con continue franate di massi che si affondano nelle limpide e profonde acque presenti in questa zona. Su tale punta è presente il Faro di S. Domino. La Grotta del Bue Marino è senza dubbio la grotta più famosa delle Isole Tremiti. Essa prende il nome dalla foca monaca (Monachus albiventer) che secondo la tradizione, era solita trascorrere una parte della propria vita in questa grotta, riproducendosi su una piccolissima spiaggia interna. La grotta è la più grande dell'isola, misurando una lunghezza di circa 70 m e una larghezza di circa 10 m che va restringendosi verso la parte terminale, piegata ad angolo retto. Anche in questo caso la luminosità è estremamente ridotta, soprattutto nella parte terminale, per cui i riflessi azzurri del cielo determinano una colorazione delle acque e dell'ambiente di grande effetto visivo.


Superato questo tratto di costa, si arriva a Punta Secca, laddove la morfologia costiera si modifica passando dall'alta falesia alla roccia lentamente degradante nel mare. Lungo la fascia costiera di Nord-Ovest di S. Domino si apre la Grotta delle Rondinelle, ampia caverna con duplice apertura. Questa grotta è larga circa una ventina di metri per circa dieci e si sviluppa lungo l'asse Est-Ovest. La Cala degli Inglesi è un'ampia insenatura con le rocce degradanti nel mare e con un fondo sabbioso-detritico almeno nei primi dieci metri d'acqua. L'ampia fascia rocciosa è attualmente adibita alla balneazione soprattutto da parte degli ospiti del prospiciente villaggio turistico. Essa è preceduta dalla Cala dei Benedettini anch'essa rocciosa. La Cala di Tramontana, riparata dalla Punta del Vùccolo, presenta al fondo una piccola insenatura cosparsa di massi e ciottoli e costituisce una zona frequentata dal turismo balneare. La Grotta di Cala Tonda, situata al fondo dell'omonima cala, si apre verso occidente ed è lunga circa una trentina di metri per circa 3 m di larghezza. Il fondo è posizionato a non oltre due metri di profondità ed anche la volta si presenta molto bassa, per cui la quasi totalità della grotta è in condizioni di oscurità. Le Grotte del Coccodrillo, sono particolarmente esposte verso settentrione e risultano intercomunicanti tra di loro; tali grotte risultano poco profonde e maggiormente aperte all'esterno con ampie imboccature. La luminosità di queste grotte è elevata sino al fondo delle stesse. Da Punta del Coccodrillo e sino a Punta Diamante la costa si presenta alta e frastagliata alternata a tratti rocciosi bassi, degradanti lentamente nel mare. A partire da Punta Diamante e sino a Cala degli Schiavoni (l'attuale zona di attracco di S. Domino), la costa torna ad essere alta a falesia e soggetta a continui fenomeni di crollo. Alcuni giganteschi massi sono rimasti isolati dalla linea di costa e costituiscono meravigliosi faraglioni denominati per la forma, i Pagliai. Uno di questi è anche forato, formando un arco navigabile per circa una ventina di metri. Al di là della spiaggia dei Pagliai si arriva allo Scalo Marittimo di S. Domino.



Isola di San Nicola: L'isola di S. Nicola presenta una costa molto alta, a picco sul mare, con tratti di falesia anche di sessanta metri di altezza. La mancanza di grotte va spiegata soprattutto con la scarsa durezza della roccia marnosa che, sottoposta al moto ondoso, frana continuamente verso il mare. Fortunatamente imponenti lavori di consolidamento della sua costa hanno evitato danni irreparabili alle strutture monumentali presenti sull'isola. Oltre allo spettacolo delle Mura, della fortezza, realizzata a strapiombo sul mare, punti importanti da un punto di vista paesaggistico, partendo dallo Scalo Marittimo e spostandosi in direzione NE, sono costituiti dalla zona detta dell' Acquedotto, e dello Scoglio Segato, dove i fenomeni erosivi legati alle mareggiate di scirocco, sono particolarmente intensi. A Punta del Cimitero la scogliera a strapiombo presenta una piccola zona di approdo con spiaggetta. Il versante Nord-Ovest di S. Nicola, dalla Spiaggia Marinella fino allo Scalo Marittimo si presenta a strapiombo sul mare; lungo la stretta fascia costiera sono presenti massi sparsi, franati dall'alto. Lungo questo tratto di mare sono presenti scogliere di protezione e nello stretto corridoio fra il Cretaccio e S. Nicola sono presenti i corpi morti per ancoraggio delle barche, molto utili soprattutto durante i periodi di tempo cattivo.


Isola di Caprara: L'isola che secondo alcuni prenderebbe il suo nome dalla presenza di numerose piante selvatiche di cappero (da cui l'antica denominazione di Capperaia) e da altri dalla presenza delle capre (così come per altre isole omonime presenti nel Mediterraneo), è attualmente disabitata e poco frequentata dai turisti essendo zona di riserva. Il versante meridionale esposto a scirocco si presenta con una costa piuttosto bassa nella quale si aprono numerose piccole calette rocciose con fondi sabbiosi e poco profondi. Spostandosi verso Nord-Est, superato l'attracco per piccole imbarcazioni a servizio del faro, si giunge a Punta Secca, all'estremità orientale di Caprara, al disotto del quale è presente uno dei più spettacolari fondali delle Tremiti. Da Punta Secca sino a Cala dei Turchi, l'isola di Caprara presenta una zona costieraesposta e battuta dai forti venti di maestrale e tramontana, con una falesia scoscesa che precipita rapidamente anche in acqua. In questo tratto di costa troviamo: il famoso Architiello di Caprara, un ponte naturale di circa 6 m di lunghezza; in prossimità si apre l'ampia Cala del Grottone detta anche della Madonna poichè in essa fu rinvenuta la statua ora venerata durante la festa patronale di Tremiti. Proseguendo, Punta Romito e il Grosso, caratterizzato da una ripida parete a strapiombo sul mare. Cala dei Turchi è una vasta e profonda insenatura, rivolta verso Nord-Ovest, ben protetta dai venti e pertanto caratterizzata quasi sempre da mare calmo. Punta della Stracciona rappresenta la punta meridionale dell'isola di Caprara ed è così chiamata poichè a causa delle correnti e della presenza di scogli sommersi, le reti da posta immerse in questa zona facilmente si impigliano sul fondo e si rompono. Lungo il versante meridionale è da segnalare la presenza degli Scoglietti lateralmente ai quali è stata immersa la statua di San Pio.


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Natura sottomarina

Testo di Vincenzo Ferraro Foto di Adelmo Sorci e archivio


In Mediterraneo il Mare Adriatico e nell’Adriatico, dove il mare è più BLU, una Riserva Marina Il Mediterraneo Pur avendo un'estensione modesta il Mar Mediterraneo può essere considerato un vero e proprio generatore di Biodiversità. Basti pensare ai continui scambi con l'oceano Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra, ed il Mar Rosso tramite il Canale di Suez. nell’Adriatico Particolare è l'ittiofauna dal Mar Adriatico, in quanto esso è il bacino dove si trovano le acque più fredde e meno salate di tutto il Mar Mediterraneo. Intuibile è quindi la peculiarità di tali popolazioni. Il maggior contributo è sicuramente offerto dalla ricchezza di sostanze organiche provenienti dai numerosi fiumi che si riversano nell'Adriatico. Queste sostanze offrono infatti un habitat ideale e tanto nutrimento per le specie bentoniche filtratrici come spugne, policheti, idrozoi, madrepore, antozoi, tunicati e molluschi bivalvi, che rivestono completamente di colori i fondali marini delle Isole Tremiti. alle Isole Tremiti Pareti rocciose giallo canarino colonizzate in ogni singolo centimetro quadrato da madrepore di polipi coloniali come Parazoanthus axinella, e da spugne dall'arancione intenso e acceso come Axinella cannabina, che si protendono spavalde dalle pareti rocciose, quasi a sfidare quel blu verso l'esterno per accaparrarsi più nutrimento possibile in balia delle correnti marine, e che regalano ai subacquei immersioni davvero indimenticabili, come quelle della Secca della Vedova (notturna d'autore), Cala Sorrentino, Cala dei Turchi, Secca del Ferraio e Cala caffè. Tanta vita bentonica, ma anche tanto pesce di tana, come gronghi, murene e musdee in ogni anfratto, scorfani di grossa taglia che si mimetizzano perfettamente sul fondo, alla base di massi accatastati, o a guardia delle numerose grotte sommerse presenti lungo tutto l'arcipelago. E poi molluschi come polpi e seppie, nudibranchi colorati che pascolano tra le alghe palla verde e tra le spugne incrostanti, crostacei come aragoste, astici, galatee, magnose, gamberi meccanici, granchi facchino, misidiacei, paguri, murici, che si nascondono tra le rocce, e poi ancora numerose specie ittiche, dai comuni tordi pavone, alle donzelle, ai labridi, alle castagnole brune e rosse, alle boghe e alle menole, che sembrano quasi giocare con i subacquei, e ancora banchi di salpe, di pagelli e di saraghi, che offrono scenari davvero suggestivi. Foreste di gorgonie screziate, dal giallo al rosso-violetto, in quella che viene considerata una delle dieci immersioni più belle del Mediterraneo, Secca di Punta Secca, a nord di Capraia. Ma qui è anche il regno dei grandi pelagici, come dentici, barracuda, palamiti, ricciole, che si incontrano spesso in agguato nel blu.

dal 1989, Riserva Marina


Alghe Acetabularia acetabulum - ombrellino di mare Codium bursa - alga palla verde Halimeda tuna - fico d'india di mare Peyssonnelia rubra - rosa di mare Dictyota dicotoma - alga a nastro bifido Padina pavonica - coda di pavone

Spugne Crambe crambe - spugna dello spondilo Axinella cannabina - spugna canna Axinella verrucosa Chondrosia reniformis - rognone di mare Spirastrella cunctatrix - spugna rossa Spongia officinalis - spugna da bagno

Policheti Spirografo spallanzani - spirografo Protula tubularia -ciuffo bianco

Celenterati Alicia mirabilis - attinia alice Anemonea sulcata - capelli di venere Astroides calycularis - madrepora arancione Parazoanthus axinella - margherita di mare Cerianthus membranaceus - cerianto Aiptasia mutabilis - anemone bruno

Echinodermi Sphaerechinus granularis - riccio di prateria Centrostephanus longispinus - riccio Diadema Paracentrotus lividus - riccio femmina Holothuria sanctori - cetriolo di mare Marthasterias glacialis - martasteria Chaetaster longipes - stella lunga

Molluschi Seppia officinalis - seppia Octopus vulgaris - polpo Luria lurida - ciprea Pinna nobilis - nacchera Cratena peregrina - cratena Flabellina affinis - flabellina lilla Janulus cristatus - ianulo Discodoris atromaculata - vacchetta di mare

Crostacei Maja squinado - granseola Stenopus spinosus - gambero meccanico Dromia personata - granchio facchino Scyllarides latus - magnosa Scyllarus arctus - magnosella Palinurus elephas - aragosta Homarus gammarus - astice Galathea strigosa - galatea

Tunicati Halocynthia papillosa - patata di mare Clavellina lepadiformis - clavellina cristallo

Pesci bentonici Epinephelus marginatus - cernia bruna Sciaena umbra - corvina Conger conger - grongo Muraena helena - murena Scorpaena porcus - scorfano nero Scorpaena scrofa - scorfano rosso

Pesci pelagici Seriola dumerili - ricciola Sphyraena barracuda - barracuda Diplodus puntazzo - sarago pizzuto Diplodus vulgaris - sarago fasciato Dentex dentex - dentice Sarda sarda - palamito



Le Isole Tremiti sono state dichiarate riserva marina con D.M. del 14 luglio 1989 - G.U. n. 295 del 19/12/89. Dal 1996 l’area è parte del Parco Nazionale del Gargano. La riserva non limita in maniera significativa le immersioni nella zona.

il mare delle isole è diviso in tre zone: Zona A: l’intera isola di Pianosa. Qui è vietata la balneazione e la navigazione, l’accesso e la sosta di barche non autorizzate dall’Ente gestore per finalità scientifiche e per visite guidate. E’ vietata anche qualsiasi forma di pesca. Zona B: è l’area tra il faro di Punta Provvidenza e Punta Secca, fino all’isobata dei 70 metri di San Domino. A Caprara comprende, inoltre, la zona che va da Cala Sorrentino allo scoglio Caciocavallo.Qui è vietata la pesca subacquea, sportiva e professionale, e la navigazione, tranne quella autorizzata dall’Ente gestore. Le immersioni sono consentite previo permesso delle autorità. Zona C: è l’area restante di San Domino, di Caprara e tutta l’isola di San Nicola, dove, oltre alle immersioni, è consentita la pesca sportiva. Per maggiori informazioni occorre rivolgersi alla Capitaneria di Porto di Manfredonia.

Oltre

45

le immersione

Alcune di queste sono considerate tra le più

belle del Mediterraneo


10 REGOLE PER TUTELARE IL MARE Non si tratta di impedire ai turisti di godersi il mare o ai pescatori di guadagnarsi da vivere, anzi, proprio del contrario. Tutelare il mare e dare delle semplici regole per poterne godere senza creare danni o mettere in pericolo l’ecosistema marino vuol dire rendere più accessibile il mare stesso. Per questa e per le prossime generazioni. Ecco perché è fondamentale educare al rispetto e alla convivenza con il mare, solo così rimarrà una risorsa a disposizione di tutti.

Prima regola: rispetta sempre le zone dove è vietata la balneazione: la natura sta lavorando anche per te. Fare un bagno in acque pulite e in una natura incontaminata è uno spettacolo meraviglioso e un’esperienza unica. Perché tutti ne possano godere però serve qualche piccola rinuncia, prima fra tutti non fare il bagno dove rari pesci e piante marine hanno trovato rifugio o dove si sta studiando come aiutare il mare a combattere le aggressioni dell’uomo. Seconda regola: rispetta le zone dove è possibile ormeggiare o ancorare. Una sola ancora può distruggere decenni di lavoro del mare. Se il traffico e il parcheggio selvaggio ti danno fastidio in città, almeno al mare evitalo. Scegli solo le aree predisposte, una semplice ancora può danneggiare irreparabilmente un fondale marino che ha impiegato decine di anni a svilupparsi. Terza regola: il mare è tanto grande, evita di navigare dove non è consentito e fai attenzione all’inquinamento acustico. Il rumore non da fastidio solo al vicino di ombrellone, anche il mare ha diritto alla quiete: rispetta i divieti di navigazione nelle zone riservate al traffico di pesci, molluschi e crostacei, e soprattutto cerca di limitare l’inquinamento acustico. No quindi a moto d’acqua, acquascooter o altro. Per le imbarcazioni a motore rispetta i limiti di velocità, soprattutto sui bassi fondali. Quarta regola: Sì alle gite tra amici, no ai rave party sull’acqua. Attenzione però a non trasformare un’escursione in un’invasione di barbari. Interi branchi di pesci si muovono silenziosamente sotto la tua barca senza fare rumore e senza lasciare tracce, cos’ puoi fare benissimo anche tu. Quinta regola: il mare è un investimento a lungo termine. No alla pesca selvaggia. I pescatori devono essere i veri custodi del mare. Se amministrato bene può essere una fonte di ricchezza inesauribile se viene rispettata. Sì alla pesca professionale, ma senza privare il mare dei pesci più rari e senza danneggiare i fondali. È importante calare e salpare le reti nelle rispettando distanze e orari stabiliti e usare solo reti consentite.

la s


sottile linea rossa 10 regole per tutelare il mare


Sesta regola: sei un appassionato di pesca? Sì alla pesca sportiva e alla “pesca turismo”, ma sempre rispettando le regole. Se volete che rimangano pesci da pescare bisogna informarsi sui periodi dell’anno e sulle specie protette, oltre alle zone dove la pesca è assolutamente vietata. Ci si può divertire senza rischiare di danneggiare irreparabilmente un ecosistema. Settima regola: La regola d’oro delle immersioni? Guardare e non toccare. Visitare fondali e grotte nascoste va benissimo, ma sempre rispettando l’ecosistema che vi sta ospitando. Attenzione a non alterare l’equilibrio di ciò che vi circonda: quello che per voi potrebbe essere un piccolo gesto potrebbe avere grandi conseguenze per la flora o la fauna marina. Ottava regola: il mare è un grande amico, fino a quando lo si rispetta. Anche quando si effettuano immersioni in gruppo ci sono regole da non dimenticare mai per la propria sicurezza e quella degli altri. Affidarsi sempre a guide e organizzazioni autorizzate e mai dimenticare che non ci si trova nel proprio ambiente. Nona regola: sì a foto e filmati, ma anche i pesci hanno diritto alla privacy. Come ricordo di una bellissima vacanza fotografie e filmati vanno benissimo. No a chi si porta via un “pezzo di mare”. Se ognuno dei turisti che ogni anno affolla le spiagge si portasse via una conchiglia o altro dal fondale marino, nell’arco di pochi anni sott’acqua ci sarebbe il deserto del Sahara. Sì quindi a riprese e fotografie, ma senza mai arrecare disturbo specie animali, vegetali o all’ambiente. ricordati che sei ospite a casa loro. Decima regola: rispetta le zone dedicate alla ricerca e alla tutela del mare. Senza di esse i vostri figli potrebbero non vedere mai le meraviglie del mare. Per vivere il mare e godere delle ricchezze che offre, la ricerca scientifica studia le specie che lo abitano e i metodi per conservarle. Rispettare le aree marine destinate agli studi significa tutelare un bene prezioso per l’ambiente e per l’uomo.

Riserva


Marina


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prossima-

Alla scoperta di un Mare antico:

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[ puoi vedere ] alcune immagini sulle Isole Tremiti nel web

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per 14 partecipanti (max per crociera) Soggiorno

Coordinati da esperti, sarete proiettati nell’affascinante mondo dell’esplorazione sottomarina.

Tante immersioni inoltre possibilità d’imparare nuove tecniche d’immersione, di monitoraggio ambientale, di rilievo batimetrico e topografico, di fotografia e ripresa, e vivrete così, in prima persona, l’esperienza della “Crociera Spedizione”. Saranno utilizzate attrezzature speciali: rov, sidescan sonar, propulsori subacquei, macchine fotografiche di ultima generazione e fotocamere 3D.

- Servizio Marlin - Soggiorno sul Caicco Esat – in formula All Inclusive - Assistenza durante il periodo di crociera

Attività Subacquee - Assistenza professionale MARLINTREMITI - Immersioni Illimitate e immersioni speciali - Miscele Nitrox – bombole di fase - Utilizzo di attrezzature speciali - Cintura e piombi - Deposito, Trasporto e risciacquo attrezzatura

Gadget per partecipante - n.2 T-Shiert Marlin Avventura - n.1 Zainetto Marlin Avventura

insomma un vero tuffo nell’Avventura

a bordo con Voi Adelmo Sorci > Responsabile del MARLINTREMITI Responsabile dei progetti di ricerca ed esplorazione del Laboratorio del Mare Istruttore Tecnico subacqueo Fotografo freelance Manfred Bortoli > Responsabile della IDEAVIDEO Cineoperatore specializzato in riprese subacquee. Cameraman subacqueo della trasmissione PianetaMare – Rete 4 - Mediaset

Massimo Boyer > Biologo marino Dottore di ricerca in scienza del mare, fotografo subacqueo dal 1982. Collabora con l’Università Politecnica delle Marche a progetti di ricerca è autore di testi divulgativi e collabora con varie riviste del settore tecnico-subacqueo. Francesca Scoccia > Naturalista Dottore di ricerca in biologia ed ecologia presso l’Univ degli Studi Perugia. David Scaradozzi > Ingegnere Ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Informatica, Gestionale e dell'Automazione (DIIGA) - Università Politecnica delle Marche. Dal 2001 è pilota di ROV small class.

MarlinAvventura puro Divertimento

per iscrizioni ed informazioni

A info@marlintremiti.it


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18-25 Settembre 2011



M n. 8 - March 2011 - Special English language It is very difficult to tell the beauty and the emotions this dive can give.

Testo di Andrea Mancini Foto di Adelmo Sorci e Paolo Fossati

Secca di Punta Secca , it’s : the dive everyone is dreaming of. As a matter of fact for us at MARLINTREMITI, the name does not mean the dive to the “arches”. For us this means four different underwater trails that everyone can enjoy as a unique place for its richness in life , colors and harmony. The marine and weather conditions though, must be good.

The dive is located away from the north-east of the Caprara island’s tip (Punta Secca). The emerged part of this stripe of land presents a wall slowly lowering toward south. In reality this stripe continue for 100 meters under the water and then it sinks. This is why this wall creates a natural barrier to the cold streams coming from northeast rich with oxygen and nutrition. Its peculiarity associated with its exposure and the geological shape, create the perfect “mix” to make this place ideal to develop every form of submarine life and to be the meeting point of every pelagic form of life.

It’s a magic moment and you can feel its charm as you get to the point. . From now on , everything will be special. We mentioned four different trials which we identify with the following names: trial -25, trial -35, the -55 trial and the tour dive (with the underwater propellers). What we describe in these pages, it's for us, the most beatiful thing we' ve ever seen.

Trial -25 mt Trial -35 mt Trial -55 mt Trial in Tour Dive

When speaking about this dive normally we say: Secca di Punta Secca same as Gorgonie. That’s right! While diving it is impossible not to remain astonished by the beauty of the Gorgonia (Paramunicea clavata) : Here there are unique models for the colors and uncommon size that makes this dive 1 of the 10 most beautiful dives in the Mediterranean sea. 93 Magazine M - Number Eight


TRIAL -35 Secca di Punta Secca Starting from the assumption that it is not the depth that makes a dive beautiful, the Trial -35 it is surely ideal to have a reasonable bottom time and therefore, have the opportunity to get a good vision on how the morphology of this site develops. The dive follows the rocky wall starting from the point where the wall is close to the surface. The anchorage is at 8 meters. From this point , we follow the wall (that immediately sink vertically) and then we move to the most far part which is exposed to the open sea. It will take us approximately 6 minutes to reach the point at -30meters. During this transfer, necessary to reach the goal of our dive, it is easy to remain astonished by the huge numbers of fishes which swim


along the wall heedless of the divers. Schools of saddled bream, sargos, black seabreams, salemas, damelsfishes , blotched picarels, bogues e picarels chalange the predetors who always patrol the area searching for preys. Common dentexes, atlantic bonitos and tunas seem to use the bubbles of the divers to distract and then attach their prey with more confidence. These scenes are more frequent in the months of July, August and September. However this first step of our dive, it is not just fishes‌‌ Those of you who are more careful explorers, may have noticed that the bottom at -20/-25 meters, it becomes extremely interesting for its richness of biocenosis of algae photophilous and the abundance of green algis like the Dicthyota dichotoma and the Padinia pavonia Acetabularia acetabulum , but aslo for the poriferan (Ircinia fascicolata, Crambe crambe, Petrosia ficiformis) and cnidari and big algis like Codium bursa which by the hundreds form a nice dark green carpet worthy of a Nordic sea. Frequently there are also colony of calcareous algae which creates big calcareous concentrations of many superimposed layers.


As we reach -30 and the light decrease, we can see sciafili organism who loves the gloom but also a spectacular expanse of red and yellow paramucee. Here we are ! The bottom is flat and there are many gorgonias, one after the other. Hundreds of models. In between them, there are big scorpion-fish waiting for the anthias. The scene is breathless. Thre aren’t many places with such a quantity of red and yellow paramucee so numerous and so beautiful. They follow one another, quite often, they octopus are opened, especially when there are water’s streams. Gorgonias are the master of substratus here ! They hardly leave rooms to the sponge Verongia which contributes to color the ambient. Around the 18th minutes we start our way back and dedicate time to explore within the cracks and ravines. It is impressive to see how the rocky wall becomes a condominium where many moray, congers, forkbeards and osctopus live. As we reach the boat we can spend the last few minutes to look for some brown grouper which normally lays on the bottom to check its territory. So did you understand now ? You will see everything, if you dive there.





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Magazine M • Una rivista mensile di 80-100 pagine > inviata per e-mail gratuitamente • Dedicata alla valorizzazione del patrimonio naturalistico, culturale e storico delle Tremiti • Distribuita con il patrocinio della: Regione Puglia Assessorato al Mediterraneo Cultura e Turismo della Regione Puglia Viaggiare in Puglia Parco Nazionale del Gargano Comune delle Isole Tremiti • Consultabile on line attraverso Pc/Mac, iPad, iPhone, etc. • Può essere condivisa sui social media : Facebook, Twitter, Google Buzz ed altri • Può essere scaricata gratuitamente in formato pdf e stampata • Se ne può richiedere la versione cartacea al costo di 10,00€ incluse le spese di spedizione

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Quando è iniziato il lavoro di ristrutturaziuone di San Nicola? ...Quali le difficoltà ? nei prossimi numeri le risposte e le immagini di un lavoro molto complicato.


Escursioni,eventi

e tanto altro

Tra le escursioni:

L'Abbazia fortezza di San Nicola Percorso storico-culturale sull'Isola di San Nicola per scoprire la storia , gli eventi che si sono susseguiti da 2000 anni ad oggi. Un percorso che consentirà di entrare nelle mura, nei torrioni e nell'Abbazia di Santa Maria e riviverne il glorioso passato.

durata escursione 2:00 h

Tra le escursioni:

Snorkeling & Sea watching Lo snorkeling è uno sport semplice, divertente ed economico; non ci sono limiti di età e può essere praticato quasi ovunque. Per ammirare le meraviglie del mondo sommerso si nuota a pelo d'acqua ed occorrono: pinne, maschera ed occhi pieni di curiosità. Nell'Area Marina Protetta delle Isole Tremiti sono innumerevoli i tratti di mare e le cale, dove è possibile ed entusiasmante praticare lo snorkeling. Con al fianco i Biologi Marini del MARLINTREMITI sarete Guidati in tranquille e rilassanti esplorazioni tra le rocce del sottocosta dell'Arcipelago, scoprirete e conoscerete tutte le straordinarie meraviglie del mondo marino.

durata escursione 2:00 h

Per conoscere le Isole Tremiti

Il Programma Multimediale

presso la sede del MARLINTREMITI


Il Mondo delle Isole Tremiti in un

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