Possiamo comprendere il tono di approvazione di questi versi perché Dumuzi era lo sposo promesso di Inanna, scelto con l'approvazione di suo fratello Utu/Shamash. Ma come spiegare un altro testo, in cui Inanna descrive un appassionato incontro d'amore col suo stesso fratello? Il mio amato è venuto a trovarmi, ha tratto da me il suo piacere, ha gioito insieme a me. Il fratello mi ha portato a casa sua, mi ha fatto distendere sul suo dolce talamo ... All'unisono, cinquanta volte ci siamo uniti ed era bellissimo il volto di mio fratello.
Tutto questo si può capire solo se teniamo presente che il codice amoroso proibiva il matrimonio, ma non i rapporti d'amore tra fratello e sorella figli degli stessi genitori. D'altra parte, era invece ammesso il matrimonio con una sorellastra; anzi, l'eventuale discendenza nata da questa unione avrebbe avuto la precedenza nell'ordine gerarchico. E se lo stupro era condannato, il sesso - anche se illegittimo e violento - era perdonato se fatto per il bene della successione al trono. Da un lungo racconto sappiamo che Enki, nel tentativo di avere un figlio maschio dalla sua sorellastra Sud (che era anche sorellastra di Enlil), si costrinse a dedicare a lei le sue attenzioni e, un giorno in cui la trovò da sola, «versò il suo seme nel suo grembo». Quando essa diede alla luce una figlia femmina, al posto di un maschio, Enki non perse tempo e fece l'amore con la ragazza non appena essa divenne «giovane e bella ... Egli trasse piacere da lei, l'abbracciò, giacque tra le sue braccia; egli tocca le sue cosce, tocca ... con la giovane donna con la quale convive». E lo stesso fece con molte altre figlie femmine, finché Sud lanciò su di lui una maledizione che lo paralizzò; solo allora cessarono queste prodezze amorose finalizzate alla ricerca di un erede maschio. Mentre si lanciava in questo "tour de force" erotico, Enki era già sposato con Ninki, il che dimostra che quello stesso codice che condannava lo stupro non vietava le relazioni extra-coniugali in quanto tali. Sappiamo anche che gli dèi potevano avere quante mogli e concubine volevano (un testo catalogato come CT-24 elenca sei concubine di Anu), ma che dovevano sceglierne una come sposa ufficiale - preferibilmente, come già abbiamo detto, una sorellastra. Se il dio, oltre al nome proprio e ai molti