Sardinews novembre 2012

Page 22

Quelli che fanno

Un gruppo di giovani tecnici agrari dà vita al “Frutteto Gennargentu” sotto Punta La Marmora

Quaglie, trote, pistoccu, prosciutti, formaggio Adesso Villagrande vende anche le mele sarde Sabrina Cenni

L

a storia è tanto semplice quanto scontata. Perché è di una normalità così normale che – in un’isola dove il dinamismo non spopola - la fa apparire un’eccezione. La microstoria racconta di quattro amici, erano senza lavoro fisso, con le mani in mano. Una bella mattina decidono di darsi al vagabondaggio. Avviene una conversione veloce mentre oziavano in un supermercato di Tortolì. E leggono etichette di pere che arrivavano dall’Argentina, le clementine dalla Spagna, l’aglio dalla Cina, le patate dalla Baviera e dall’Emilia Romagna. E poi le mele, verdi e rosse, che provenivano soprattutto dal Trentino Alto Adige. “Ma noi non potremmo produrre almeno le mele?”, dice uno. Gli altri rispondono di sì. Basta avere un terreno adatto. Va subito detto che i quattro al supermarket sono di Villagrande. Un paese pressoché unico in Sardegna, uno di questi pochi paesi – come Dorgali, Fonni, Orosei, Oliena – dove la gente ha un dna che ama sporcarsi le mani lavorando. Da Villagrande partono mediamente ogni giorno tra i 9 e gli 11 quintali di pistoccu (uno dei tipi di pane di maggiore digeribilità confezionati nei forni di Tonello Peddiu, Alfredo Demurtas, Maria Paola Orrù e Arianna Rais), altri tipi di pane comune. E poi camioncini frigo che commercializzano ogni giorno le gustose trote del lago Flumendosa (una media di cento chili col lavoro degli otto soci – pescatori di montagna - di una cooperativa sorta nel 1978 e guidata da Pietro Barca). Villagrande è il paese che lancia sul mercato, ogni settimana, in tutta l’Isola, 15mila quaglie allevate con sacri crismi biologici nella collinetta di Genn’Antìne dove lavorano quattro soci con la collaborazione di altri dodici dipendenti teleguidati da Marcello Loi. Si vendono formaggi di pregio (è questo il paese che premia il Caprino d’oro). E poi botteghe artigiane, attività commerciali, anche un po’ di artigianato, edilizia, ricettività (alberghi e B&B, l’hotel Orlando del bosco di Santa Barbara ha ottenuto riconoscimenti internazionali per la qualità dei servizi offerti). Tutto ciò per dire che dopo la gita al supermercato, dopo aver riflettuto sul futuro, nasce la società “Frutteto Gennargentu”. È stata fondata circa un anno fa dall’idea proprio di quattro soci, tutti disoccupati: Stefania Sulis, 41 anni, madre di tre figli, 22

novembre 2012

Stefano Cabiddu di 27 e Fabio Cabiddu di 26 col guru Massimo Seoni di 27 anni. Tutti hanno voglia di lavorare ma Massimo ha anche le competenze giuste, visto che è perito agrotecnico diplomato nell’Istituto agrario di Tortolì e con una grande passione per il lavoro all’aperto. “Credo che il settore agroalimentare sia una delle molle che possono garantire forme valide di economia, di sviluppo locale, nelle nostre comunità”. Ovviamente la collaborazione con pubblico giova. Dice Seoni: “Il Comune di Villagrande ci ha assegnato un terreno di circa quattro ettari in località “Donnu Piriccu”, per la realizzazione di un frutteto. E ci siamo dati subito da fare, lavorando giorno e notte, al sole e sotto l’acqua. Non solo mele. Nel terreno sono già state messe a dimora circa mille piante di ciliegie di diverse varietà, a scalare in base a un periodo di maturazione che inizia a maggio per arrivare a luglio e più avanti sarà completato l’impianto con 8000 piante di mele. Già dalla prossima primavera pensiamo di essere presenti sul mercato con le ciliege del Gennargentu. Una bella soddisfazione”. Dice ancora Massimo: “Per fare esperienza sul campo, stiamo già seguendo un altro frutteto della socia Stefania, la dinamica mamma di tre bambini, e anche in questo caso si parla di mele. Ma non basta: stiamo seguendo dei corsi sia della provincia Ogliastra per quanto riguarda le ciliege ma ci confrontiamo anche con l’esterno, con

chi conosce i problemi da tempo e meglio di noi: nella penisola frequentiamo aziende con frutteti di mele nella zona del Bresciano a Montichiari e anche nella zona di Verona. Ovviamente abbiamo visitato le aziende del Trentino: veramente efficienti, gente capace”. Il nuovo impianto che regalerà ai sardi le mele sarde (oggi su mille mele consumate e acquistate al supermercato, 999 arrivano da Oltremare) è situato in località “S’Atha Orrubia” ed è composto da circa mille piante. Seoni: “Tra le più conosciute abbiamo la Royal Gala, Golden Delicius, Granny Smith, Fuji. Ovviamente abbiamo anche piantato le nostre produzioni, con la tipica mela di San Giovanni”. E il primo impatto col mercato? “Nonostante la produzione di queste prime piante, la richiesta del prodotto supera di gran lunga il quantitativo di raccolta”. E la qualità? “La bontà delle nostre mele è determinata dallo sbalzo termico del nostro territorio, fattore che limita in parte l’attacco alle mele dagli insetti dannosi. Gli insetti sono bloccati del tutto dalle reti di copertura e quindi abbiamo la possibilità di avere dei prodotti privi di insetticidi e immetterli sicuri nel mercato. Siamo certi che i consumatori gradiranno”. Un suo sogno? “Vorrei che molti giovani tornassero alla campagna. Non si vive nell’oro ma si vive. E si produce. E si dà valore alla buona terra sarda”. (Nelle foto: i quattro soci e, da solo, Massimo Seoni).


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.