Piero della Francesca

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Piero Della Francesca

Maria Carolina Amirante, Lorenzo D’Ovidio, Emanuele di Giorgio, Marco Doddi, Maria Vittoria Galimi


VITA Nato tra il 1412 e il 1418 a Borgo Sansepolcro Da ragazzo collabora con Antonio d'Anghileri per la pala della chiesa di San Francesco

con Domenico Veneziano per la realizzazione degli affreschi delle "Storie della Vergine"nel coro della chiesa di Sant'Egidio


PRIME OPERE

Mostrano personale carattere dell'artista: struttura prospettica rigorosissima e perfezione dei volumi geometrici Madonna col bambino, 1435

La Crocifissione, Piero della Francesca, tecnica mista su tavola, 1454-1469, 37,5×41 cm


SOGGIORNI NELLE CITTA’ ITALIANE

Piero della Francesca, tempera su tavola di castagno, 51x38 cm, 1450 Gemäldegalerie di Berlino

Leggenda della vera Croce, Piero della Francesca, 1447–1466


La Resurrezione, Piero della Francesca, 1465, dipinto a tecnica mista, affresco e tempera, 1458-1474, 225×200 cm, Museo Civico, Sansepolcro

Sigismondo Malatesta, Piero della Francesca, 1451, affresco, 257×345 cm, Tempio Malatestiano, Rimini


Piero della Francesca, basilica di San Francesco ad Arezzo,1458-1466, affresco

Piero della Francesca, affresco, 1452-1458


Battesimo di Cristo La tavola fu realizzata intorno al 1443/1445 per la Chiesa di San Giovanni Val d’Arfa a Sansepolcro. Oggi è conservata nella National Gallery di Londra. Vi troviamo continue allusioni alla Trinità e alla dottrina cristiana.


La figura di Cristo occupa il centro della tavola. A destra c’è San Giovanni Battista che battezza Gesù, a sinistra ci sono 3 angeli che assistono alla scena.

Non vi sono raffigurate le acque del Giordano, bensì la valle del Tevere con Sansepolcro vicino al fianco destro di Gesù.


La rigidità del corpo di Cristo è ripetuta da quella del tronco dritto dell’albero, il quale è: ● ●

un’allusione al legno della Croce è un noce perché Sansepolcro sorge nella Val di Nocèa la chioma è una cupola che copre la colomba sopra Gesù


A destra del Battista vi è un neofita in atto di spogliarsi (atto esteriore dello spogliarsi dei peccati) oppure che si riveste (la veste bianca è un’allusione alla nuova vita dopo il battesimo).

Dietro il neofita i Farisèi e i Sadducèi si allontanano seguendo il fiume. Uno di loro indica la colomba.


Alla Trinità alludono i 3 angeli. Quello a sinistra è vestito di blu, rosso e bianco, colori che caratterizzano l’Eterno. Inoltre, lo stesso angelo pone la mano rivolta verso il basso, simbolo di concordia voluta da Dio.

L’angelo al centro (coronato con rose) e quello a destra (coronato con foglie) simboleggiano l’unione tra Chiesa greca e cristiana. Il rosso, il blu e il bianco erano anche i colori degli abiti dell’Ordine dei Trinitàri.


Altre allusioni alla Trinità sono visibili nello schema geometrico-compositivo della tavola...


… e nelle figure di Gesù, la colomba e nella pioggia d’oro che investe queste due. Gesù infatti è naturalmente il Figlio, la pioggia d’oro allude al Dio Padre e la colomba è simbolo dello Spirito Santo che “procede dal Padre al Figlio”.


Essendo il paesaggio luminoso e nitido, come se tutto fosse in primo piano, la misura della profondità dello spazio prospettico è data solo da alcuni elementi. Ciò dimostra come Piero sapesse ignorare le regole della costruzione spaziale prospettica quando il discorso figurato lo richiedesse. Luci e colori: ● eredità plastica di Masaccio ● luminosità del colore ● alternanza di colori caldi e colori freddi ● luce zenitale che annulla quasi completamente le ombre e illumina i contorni che non sono evidenziati ● utilizzo del colore per rendere la trasparenza


La bottega Gli esperti hanno varie opinioni sulla presunta collaborazione di vari artisti alla sua bottega, tra i quali anche il Perugino. In realtà, l'unico allievo documentato è Pietro di Galeotto da Perugia. Tra i suoi collaboratori merita una citazione Giovanni da Piamonte, con cui lavorò ad Arezzo nell'esecuzione degli affreschi a San Francesco.

Polittico della Misericordia, 1444-1465, tecnica mista su tavola, 273x330 cm, Museo Civico, Sansepolcro


Il Polittico di Sant'Antonio L'opera, destinata al convento di Sant'Antonio di Perugia, venne cominciata poco dopo il rientro da Roma, verso il 1460. Come il Polittico della Misericordia si tratta di un'opera di impostazione arcaica, sicuramente su richiesta dei committenti, con le figure principali dipinte su un prezioso fondo d'oro e con un motivo che imita le stoffe preziose, forse ispirato a modelli iberici che l'artista poteva aver visto durante il soggiorno romano. Decisamente moderno è invece il riquadro superiore dell'Annunciazione. Il Polittico di Sant'Antonio, Piero della Francesca, tecnica mista su tavola (338x230 cm), 1460-1470, conservata nella Galleria nazionale dell'Umbria di Perugia


Il Polittico di Sant'Antonio L’annunciazione Madonna col Bambino

Aureole a specchio


Il Polittico di Sant'Antonio Sant’Antonio da Padova e San Giovanni Battista

San Francesco d’Assisi e Santa Elisabetta di Turingia


Il Polittico di Sant'Antonio Riquadri superiori

Pannelli della Predella

Sant’Antonio

San Francesco

Santa Elisabetta


La morte di Adamo L'affresco fu probabilmente il primo ad essere dipinto da Piero nel ciclo, sicuramente prima del soggiorno romano (1458-1459) ed è anche quello da cui iniziano cronologicamente le storie narrate. La storia descritta è tratta dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze ed è legata all'Albero della Conoscenza da cui sarebbe stato preso il legno per la Croce della crocifissione di Cristo, della quale si parla nelle altre storie. La Morte di Adamo, affresco (390x747 cm), Piero della Francesca, parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, 1452-1458.


I disegni


IL SOGNO DI COSTANTINO “Sogno di Costantino” appartiene al filone delle “Storie della Vera Croce” presenti nella cappella maggiore della Basilica di San Francesco ad Arezzo, ed è stata realizzata da Piero della Francesca e da diversi aiutanti che hanno contribuito al completamento perfetto di tale affresco.Piero della Francesca ambienta la scena all’interno del campo dove risiedono le truppe di Costantino insieme all’imperatore; durante la notte, un angelo appare in sogno e si dirige verso Costantino, mostrando un segno prodigioso a quest’ultimo: una croce con accanto la scritta “In hoc signo vinces” che tradotto vuol dire, “con questo segno vinci”.


IL SOGNO DI COSTANTINO Da questa immagine si può osservare l’angelo, che appare nel sogno di costantino.


IL SOGNO DI COSTANTINO In questo particolare dell’affresco, invece si può osservare, invece l’aiutante dell'imperatore.


LA FLAGELLAZIONE DI CRISTO Quest’opera è datata intorno al 1444 fino al 1472. Come tema principale ha la flagellazione di Cristo davanti a Ponzio Pilato.


LA FLAGELLAZIONE DI CRISTO Da questa immagine si può osservare la divisione del dipinto in due scene, a sinistra la flagellazione di Cristo, mentre a destra tre uomini che conversano.


LA FLAGELLAZIONE DI CRISTO


ADORAZIONE DEL SACRO LEGNO E INCONTRO TRA RE SALOMONE E LA REGINA DI SABA È un affresco di Piero della Francesca e con l’aiuto di alcuni suoi alunni. Questo fa parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, del 1452-1458. La parte dell'Adorazione, dal segno più duro e grafico, venne dipinta da aiutanti del maestro, tra cui spicca Giovanni da Piamonte. L'affresco ha un ritmo lento e solenne


ADORAZIONE DEL SACRO LEGNO E INCONTRO TRA RE SALOMONE E LA REGINA DI SABA Nel corteo figurano sei damigelle con eleganti acconciature tipiche dell'epoca di Piero e una serva nana, dal curioso copricapo a conchiglia. La composizione alterna toni caldi e freddi nei colori delle vesti, che sono attentamente graduati per ottenere equilibrio. La posa della dama dietro la Regina indica il sacro legno, indirizzando l'occhio dello spettatore.


ADORAZIONE DEL SACRO LEGNO E INCONTRO TRA RE SALOMONE E LA REGINA DI SABA Prima parte rappresenta la venerazione del legno. In quell'epoca un albero era stato tagliato ed usato per fare la trave di un ponte, ma la Regina di Saba, nel viaggio compiuto per incontrare il Re, riconobbe il legno prodigioso e, con la sua corte, si inginocchiò per adorarlo: questo episodio è raffigurato nella metà sinistra dell'affresco, in un paesaggio aperto. L'estremità sinistra è colmata da due palafrenieri che tengono i cavalli della corte reale. Uno dei cavalli si innervosisce e mostra il morso. Tipica di Piero è l'alternanza di colori, in questo caso tra i cavalli e i cappelli dei palafrenieri, impostati a un bianco/nero che si scambia, e le sopravvesti che hanno lo stesso colore dei pantaloni del compagno.


ADORAZIONE DEL SACRO LEGNO E INCONTRO TRA RE SALOMONE E LA REGINA DI SABA La parte destra della scena mostra l'incontro tra la Regina di Saba e Salomone, che avviene entro un palazzo classicheggiante. La metà sinistra è composta dagli uomini, cioè Salomone e i suoi accompagnatori, mentre quella destra è dominata dalle donne, con la Regina e il suo seguito. La Regina è rappresentata nell'atto di inchinarsi in segno di umiltà e sottomissione, un gesto che nell'arte dell'epoca simboleggiava la riunione tra Chiesa latina e Chiesa greca, avvenuta durante il Concilio di Firenze del 1439. Ciò spiegherebbe anche l'inserimento di questa scena, estranea nell'iconografia precedente. La Regina profetizzò anche in quell'occasione come quel legno avrebbe portato la rovina del giudaismo, per questo re Salomone diede l'ordine di seppellirlo.


ADORAZIONE DEL SACRO LEGNO E INCONTRO TRA RE SALOMONE E LA REGINA DI SABA La scena è dominato da un grande equilibrio, con uno stile sobrio ma maestoso e ricco di contrasti di colore. I due eventi, che si svolgono in momenti successivi, sono unificati ma rappresentati in luoghi distinti. Molti sono gli elementi speculari che tessono una fitta rete di rapporti tra le due metà: in particolare il doppio inchino della Regina e le due nobildonne dietro di lei, eseguite con lo stesso identico cartone ribaltato. Notevole è la cura nei dettagli dei tessuti degli abiti dei sovrani, decorati da un'opulenta damascatura, che si ritrova anche in altre opere di Piero.


TRATTATI MATEMATICI Oltre all'attività artistica fu anche autore di trattati matematici e di geometria prospettica: il primo un manuale di calcolo intitolato Trattato d'abaco, il secondo De prospectiva pingendi e il terzo De quinque corporibus regularibus. Questo testimonia il suo percorso di studio e il suo interesse per la matematica e la geometria greca. In queste tre opere matematiche è presente una sintesi tra geometria euclidea, appartenente alla scuola dei dotti, e matematica abachistica, riservata ai tecnici.


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