Beyond Taste - Oltre il Gusto Spring 2022 Magazine

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SPRING 2022

Photographer Vittorio Sciosia Borgo Santandrea Costiera Amalfitana Maurizio Pelli: The 12th Italian Cusine World Summit Maurizio Pelli: Gulfood Dubai 2022 Maurizio Pelli: The Dubai Expo Italian Wine Crypto Bank: ***Michelin Chef Heinz Beck Chef José Andrés: Central World Kitchen Madrid Fusion: Actor Robert De Niro Sommelier José Luis del CampoVillares Sommelier Ricardo Gil Rodríguez Sommelier Filippo Freda Cybartender Luca Coslovich Photographer AdolfoLoyola Photographer Philippe Germain Chef Joseph Raney: Skögen Kitchen: Custer - South Dakota


Vittorio Sciosia


Vittorio Sciosia


9 - 12 Maggio 2022 Centro Fieristico Giotto - Palermo

infoexpocook@gmail.com




MAST HEAD SPRING 2022 Copyright 2022: Beyond Taste – Oltre il Gusto Magazine. All rights reserved. No part of this magazine maybe reproduced or used in any manner without written premission of the Publishers. Graphic Design: Alba Graphic Design Studio, Madrid, Spain. Graphic Designer: Raúl López Rojo. Advisory Board of Directors Chairman: Author and Photographer Philippe Germain. Founder, Publisher & Editor in Chief: Margaux Alexandria Cintrano. Co Publisher, Author & Italian Translator: Maurizio Pelli. Official Spanish Editor in Chief: José Luis Del Campo Villares. Official Photographer: Giovanni Panarotto. Website Design & Technical Support Team: Maui Marketing, Maui, Hawaii. Multi lingual Website: www.beyond-taste.com Collaborating Photographers & Press Offices: Edition Spring 2022 Vittorio Sciosia – Borgo Santandrea, Costiera Amalfitana Philippe Germain – Visions Gourmandes Food Photographer Adolfo Loyola – Buenos Aires, Argentina Gulfood Media – Dubai Dubai Expo The 12th Italian Cuisine World Summit 2022 – Dubai Wine Estates and Restaurants of the Spring 2022 Edition World Central Kitchen: Chef José Andrés Italian Wine Crypto Bank ***Michelin Chef Heinz Beck Restaurant Social - Dubai Skögen Kitchen: Custer, South Dakota Madrid Fusion Cover Photographer: Photographer & Author Vittorio Sciosia: Borgo Santandrea, Costiera Amalfitana


Fotografia di Giovanni Panarotto


Edizione Primavera 2022

Pagina Editoriale a cura di Margaux Alexandria Cintrano Iniziamo dedicando un momento per esprimere le nostre più sentite condoglianze, alla famiglia dello Chef Luis Irizar Zamora, uno dei più grandi chef e professore culinario basco, venuto a mancare lo scorso gennaio 2022, all’età di novantuno anni. La rivista già dall’inizio del 2022 è indirizzata a una nuova tendenza statisticamente positiva, da sempre dedicata principalmente alle interviste agli chef si concentrerà più su eventi internazionali, prodotti, tapas bar, ristoranti di prim’ordine, viaggi fotografici internazionali e realtà vitivinicole. Perché questo cambiamento di tendenza? Le statistiche dimostrano che le edizioni con il maggior numero di lettori sono quelle che comprendono gli articoli dedicati agli eventi e le copertine con foto dei viaggi. L’edizione Primavera 2022 comprende gli articoli dedicati agli eventi internazionali dell’autore - editore Maurizio Pelli; “Dubai Expo 2021”- La dodicesima edizione del “Italian Cuisine World Summit 2021- 22”e Dubai “GulFood 2022”. “Madrid Fusion 2022” a cura di Margaux Cintrano e altri articoli scritti da reporter provenienti da Argentina, Emirati Arabi Uniti, Dubai - Francia - Italia, South Dakota, Usa e Spagna. L’autore - fotografo Vittorio Sciosia presenta l’hotel “Borgo Santandrea”- Costiera Amalfitana, un antico castello riconvertito in un lussuoso “hotel life style” ricco di tre consolidati ristoranti gourmet che poche altre strutture alberghiere possono vantare. Dal Casinò di Montecarlo - Principato Monaco, il Cybartender Luca Coslovich presents le ricette delle ultime tendenze primaverili dell’arte dei cocktail. I nostri sommelier spagnoli, José Luis Del Campo Villares e Ricardo Gil Roríguez ci portano a Girona- Cataluyna e nella Sierra Cantabria a visitare i migliori soggiorni negli hotel enogastronomici. Il nostro sommelier italiano Filippo Freda presenta un eccezionale articolo riguardo un vino rosso italiano di grande prestigio. L’intervista in lingua inglese di Margaux Cintrano a Joseph Raney, gentiluomo straordinario chef e albergatore di origini norvegesi che sei anni or sono si trasferì da Los Angeles – California a Custer - South Dakota al “The Black Hills”. L’Edizione Primavera conclude con un articolo in lingua italiana-inglese dedicato allo Chef José Andrés, fondatore della “World Central Kitchen”, organizzazione non a scopo di lucro non governativa fondata nel 2010 dedita alla distribuzione grautuita di pasti a seguito di disastri naturali. I nostri migliori auguri per una rigenerante primavera Margaux Cintrano Fondatrice & Maurizio Pelli Autore - Editori www.beyond-taste.com Magazine – Madrid.


Fotografia di Giovanni Panarotto


Edizione Primavera 2022 Co.Publisher Page a cura di Maurizio Pelli editore Articoli: Italian Cusine & Wine World Summit 2021-22 Gulfood Trade Show 2022 Expo 2020 Dubai Italian Wine Crypto Bank & Michelin Starred Chef Heinz Beck


SPRING 2022 CONTENTS Photographer Vittorio Sciosia – Borgo Santandrea – Costiera Amalfitana ................................................................... 1 Maurizio Pelli: Gulfood Dubai 2022 .............................................................................................................................9 Maurizio Pelli: The Dubai Expo ................................................................................................................................... 21 Maurizio Pelli: The 12th Italian Cuisine World Summit – Dubai ................................................................................ 27 Maurizio Pelli: Italian Wine Crypto Bank: ***Michelin Chef Heinz Beck .................................................................37 Sommelier José Luis Del Campo Villares – Girona Gastro Eno Tourism ....................................................................43 Sommelier José Luis Del Campo Villares – Bodega Alvia – La Ruta de Santiago de Compostela .............................49 Sommelier Ricardo Gil Rodriguez – La Bodega y El Restaurante El Puntido ............................................................. 55 Sommelier Filippo Freda .............................................................................................................................................. 63 Food Photographer Adolfo Loyola ............................................................................................................................... 69 Cybartender Luca Coslovich ......................................................................................................................................... 75 Margaux Cintrano: Chef Joseph Raney: Skögen Kitchen - Custer, South Dakota ....................................................... 81 Photographer Philippe Germain: Visions Gourmandes ................................................................................................ 89 Margaux Cintrano: Chef José Andrés – World Central Kitchen ...................................................................................97 Madrid Fusion: Actor Robert De Niro ......................................................................................................................... 105




Borgo Santandrea

Articolo e fotografia di Vittorio Sciosia

Ci sono poche esperienze da non perdere assolutamente nel Sud Italia, come quella di guidare sugli ipnotici tornanti che accarezzano il mare e la montagna della Costiera Amalfitana. Arrivando da Sorrento si scollina a Sant’Agata sui Due Golfi e dopo una teoria di curve a gomito, si imbocca finalmente la panoramica SS 163 che tra scorci incantati a metà tra la terra e il cielo arriva, attraversando alcuni dei borghi più famosi al mondo come Positano e Amalfi, fino a Salerno.

Una particolarità che credo “unica” nel panorama dei grandi resort, è quella di veder servito il ricchissimo buffet della colazione direttamente in cucina, tra fornelli e piani riscaldati, territorio notoriamente off limits per la clientela, sia per ragioni di igiene che di sicurezza. Il massimo è stato, ormai da un bel po’ di anni, le cucine a vista dove i clienti possono guardare ogni mossa dei cuochi e vedere preparata in tempo reale la loro ordinazione. Ma andare “dentro” la cucina, tra i banchi e i fuochi, in mezzo ai cuochi in “toque blanche” e divisa, questo, non era ancora stato sdoganato, almeno non a conoscenza di chi scrive.

Nel primo tratto soprattutto, la strada che taglia la montagna a metà altezza, attraversa una fitta pineta. Sul mare, che scorre in basso, a destra, si staglia l’isolotto de Li Galli, il “buon retiro” di Rudolf Nureyev fino alla sua morte, nel 1993. Il nastro d’asfalto scorre silenzioso sotto le ruote, snodandosi come uno scuro serpente per attraversare il pittoresco presepe di Positano fino ad arrivare alle soglie di Amalfi. Per l’esattezza a 3,5 chilometri e mezzo dalla ex Repubblica Marinara, nel territorio di Conca dei Marini. Qui troviamo Borgo Santandrea, una nuovissima struttura abbarbicata alla falesia, un resort a cui si accede dalla statale ma che si sviluppa in verticale fino alla spiaggia privata, 80 metri più in basso. L’anno scorso, il 2021, è stato il primo anno di vita dopo una lunghissima ristrutturazione che ha trasformato completamente la struttura preesistente.

In realtà il trucco c’è. Che non è proprio un trucco, ma la conseguenza di una perfetta macchina organizzativa. Le cucine dove si sfiletta il pesce, si taglia la carne, si preparano gli impasti, insomma dove si fa il lavoro “sporco” e che abbisognano di un’atmosfera quasi sterile, sono posizionate qualche piano più sotto, invisibili al pubblico. Laddove si fa entrare la clientela invece, è più di rappresentanza, per quanto, fuori dall’orario di colazione, è comunque usata per impastare il pane e i lievitati. La cucina, tra l’altro, è di per sé bellissima, con maioliche personalizzate e macchinari che sembrano usciti in quel momento dalla fabbrica tanto sono tirati a lucido. Ma forse la parte più bella è la vista che si gode dalle vetrate. E ancora migliore è la vista dalla terrazza al livello del ristorante Alici, con Amalfi a sinistra e più in là Maiori e Minori. Sulla destra, in basso, invece, il piccolo abitato colorato di Borgo Santandrea da cui mutua il nome il Resort.

E’ stata un’apertura “slow”, un’apertura che volutamente ha tenuto i numeri dell’occupazione al di sotto della piena funzione appieno. 45 camere, di cui 15 suites, 8 ascensori scavati nella roccia che coprono il dislivello tra il ricevimento e la spiaggia sabbiosa privata, caso rarissimo nella rocciosa Costiera Amalfitana, 3 ristoranti di cui uno aperto 24 ore per mangiare manicaretti cucinati al momento, fossero anche le 4 del mattino, una piscina panoramica con acqua di mare. Sono solo alcuni dei dettagli di questo paradiso. Inutile sottolineare la vista dalla terrazza dove si fa colazione, pranzo e cena e dove insiste Alici, il ristorante aperto 24 ore.

Ci sono altri due ristoranti, La Libreria, ristorante gourmet in cerca di stella e il Beach Club, giù al mare per una cucina più “sfiziosa” seppur di alta qualità. Le stanze sono tutte panoramiche e guardano il blu del cielo del mare impreziosite da maioliche di Vietri sul Mare, vanto dell’artigianato locale. E’ difficile descrivere la struttura a parole, di sicuro le fotografie rendono meglio il concetto e danno un’idea più precisa dell’angolo di paradiso che si nasconde in questa curva della SS 163 a Conca dei Marini. All’apertura, nel mese di Aprile, ci sarà una ulteriore novità rispetto all’anno scorso. Una nuovissima SPA la cui offerta sarà all’altezza del servizio extra lusso di cui gode il cliente una volta entrato in questo luogo incantato. Provare per credere, da Aprile 2022 il sogno ritorna ad essere realtà!

Lo chef a capo di questa macchina così complessa e perfettamente funzionante è Crescenzo Scotti, un ischitano già insignito di una stella Michelin qualche anno fa presso una struttura a Vulcano, nelle isole Eolie. Chiacchierando con lo chef, si percepisce la voglia di mettersi in gioco ben oltre i limiti circoscritti ad un normale rapporto di lavoro. Anzi, una dedizione al progetto h24, quando aperto, ma un lavoro altrettanto importante per pianificare e preparare tutto durante i mesi invernali.

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Gulfood Trade Show 2022

Maurizio Pelli editore fotografia: Gulfood 2022

Gulfood Trade Show 2022. 13-17 Febbraio, World Trade Center - Dubai, Emirati Arabi Uniti. La più grande fiera alimentare del mondo, mai interrotta durante questi ultimi pandemici anni, è giunta alla sua ventiseiesima edizione dedicata alla sostenibilità “Zero Waist” – “Sustainable EAE Eating”. Già si respira l’euforico ritorno alla normalità pre pandemia, nonostante, Gulfood non abbia mancato una sola edizione, grazie al consistente dispiegamento degli addetti alla sicurezza sanitaria e alla perfetta e razionale organizzazione presente, nonostante oggi ancora si cammina mascherati su tutta l’area nell’enorme Dubai World Center il più grande centro di esposizioni commerciali del Medio Oriente. “Gulfood da anni è riconosciuta tra le più importanti fiere di uno dei settori in più rapida crescita del pianeta con un mercato valutato oltre i 5 trilioni di dollari a livello globale, le opportunità di business sono enormi e la posta in gioco è molto alta. “Per crescere, bisogna rimanere agili, acquistare i prodotti più recenti dai fornitori più competitivi, conoscere i prezzi del settore in tempo reale e riconoscere le future tendenze”. Ecco perché Gulfood è la tua porta di accesso alle nuove attività alimentari dei mercati consolidati, emergenti in evoluzione”. Il motto degli organizzatori. Gulfood, il più vivace spettacolo annuale del cibo e dell’ospitalità al mondo, una porta d’accesso per il Medio Oriente, Asia e Africa. Coinvolge tutti i settori legati al cibo: Food & Drink - Beverage Equipment - Restaurant &

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marchi. Ministri e leader commerciali di alto livello provenienti da oltre 21 Paesi partecipano ogni anno a questo evento approfittano dell’unicità, qualità, grandezza e funzionalità degli ambienti per firmare accordi a lungo termine, partecipare a riunioni, congressi e forum per condividere gli scambi delle esperienze e conoscenze a livello mondiale. Gulfood offre l’accesso a più di 5000 fornitori locali, regionali e internazionali provenienti da 5 continenti, durante questa fase critica del ciclo annuale del raccolto mondiale. Buona parte dei prezzi globali sono fissati in questa struttura.

Cafe - Food Service & Hospitality – Multi Media online food delivery e tutti i sistemi innovativi operanti online. Rinomato per la sua efficiente e perfetta organizzazione (largamente dimostrata non mancando nessuna edizione durante gli ultimi anni) gli spazi sontuosi e le opportunità commerciali leader a livello mondiale. Gulfood 2022, circa 5000 espositori, 120.000 visitatori e oltre 20.000

Un’edizione fondamentale che ha unito le comunità del cibo e delle bevande di tutto il mondo non solo per mobilitare il commercio alimentare globale, ma anche per dare forma a un’industria più resiliente e proiettata verso il futuro con un’enorme espansione delle e-commerce per favorire la riduzione degli sprechi alimentari a livello globale “Zero Waste”. Zero Rifiuti grazie anche all’ingegno dei nuovi giovani talenti, Gulfood 2022 e’ diventata territorio d’azione per i creatori di significanti cambiamenti in favore della sostenibilità, il motore delle nuove tendenze del settore. L’azienda italiana Neronobile crea un’altra innovazione globale: la prima capsula ecologicamente compatibile e riciclabile per caffè presentandola durante questa edizione.

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La mia prima giornata al Gulfood Trade Show 2022 Dubai inizia nell’efficientissimo “Media Center” dove in pochi minuti ottengo l’accredito stampa, plastificato e pronto all’uso valido per tutti gli accessi e le conferenze in programma. La più attesa; “Unifying With Purpuse, For a Food Secure- World” quella del Ministro del Cambiamento Climatico e dell’Ambiente degli Emirati Arabi Uniti H.E. Mariam Bint Mohamed Saeed Hareb Almheiri, in collaborazione con la FAO “Food For Future Summit & Expo and Global Agtech Expo” mirata alle soluzioni globali e innovative per sicurezza del cibo nel futuro. “Accelerating Vision 2051 UAE And Empowering SDG Agenda”. Dopo 15 minuti di camminata attraversando diverse aree sono riuscito a localizzare il nostro padiglione “Italian Food Lab” - “Live Coking Shows and Tasting Sessions” coordinato dal Culinary Director Chef Marcello Rivetti, dove durante tutti i 5 giorni della manifestazione verranno performate le Masterclass dei Michelin Starred Chef e gli Show Cooking degli Chef dei migliori ristoranti italiani degli Emirati Arabi Uniti. Organizzato e realizzato in collaborazione con l’Italian Cuisine & Wines World Summit 2021-22.

Trade Agency Dubai – ICE, Istituto Commercio Estero.

Le Masterclass: ***Michelin Starred Chef Heinz Beck -Social by Heinz Beck, Waldorf Astoria The Palm Dubai. *Michelin Starred Celebrity Chef Gal Ben-Moshe, iniziò la sua carriera con i grandi Chef Jason Atherton, Marcus Wareing e Grant Achatz prima di approdare a Berlino nel 2012 dove aprì il suo ristorante “Glass” che chiuse nel 2018 quando aprì “Prism”. Dove ottenne 16 punti della guida Gault & Millau per la maestria artigianale, per la sua cucina unica è stato nominato per il “Berlin Master Chef Award”. Nel 2020 Prism ha ricevuto la prima Stella Michelin.

Sempre presenti le nostre istituzioni nei padiglioni ufficiali patrocinati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Durante la terza giornata, grande affluenza del pubblico e dei Media in occasione della visita ufficiale del Corpo Diplomatico Italiano con la gradita presenza dell’Ambasciatore S.E Nicola Lener - Ambasciata d’Italia ad Abu Dhabi - Il Console Generale S.E. Giuseppe Finocchiaro - Consolato Generale d’Italia Dubai - Dr Amedeo Scarpa - Italian Trade Commissioner - Italian

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Live cooking shows: Chef Rosario Giuseppe Accaria - Chef Federico Cieri - Chef Federico Anzellotti - Chef Modestino Pescatore - Patrick Durastanti - Angelo Bisconto - Chef Gianluca Cabrini - Chef Marco Legittimo - fuori programma Chef Fortunato Ostacolo e Chef Domenico Stranieri - Chef Devid Di Benimeo - Chef Alessandro Miceli - Chef Francesco Acquaviva - Chef Marco Sarracino. Sempre in crescita, circa 200, gli espositori delle aziende italiane presenti a Gulfood 2022, la più prestigiosa vetrina del Medio Oriente. Le aziende italiane che hanno supportato con i loro prodotti le attività dell’Italian Food Lab: Giacinto Calippo - Casa Radici Caseificio Pugliese - Pastificio Di Bari Tarall’oro Srl. - Esposito Forni - Argiolas Formaggi - Pasta Reggia - Delicious - Eurovo Srl - Confectionery Cheri - Solchim Srl. La prossima ventisettesima edizione Gulfood 2023 è prevista il 20-24 febbraio 2023.

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Expo 2020 Dubai - The Italian Pavillon.

di Maurizio Pelli editore fotografia: Expo Dubai 2020

Dubai, Emirati Arabi Uniti, Martedì 9 Novembre. Prima visita a Expo 2020 Dubai, raggiunto senza difficoltà il “Media Office” per l’accredito stampa. Niente di fatto, le registrazioni sono possibili solo online. Direzione “Padiglione Italia”, ricevetti l’invito per la Conferenza “Innovation Talks” - “Sustainable and secure food for a sustainable life” la stessa mattina durante la visita al “Italian Food Lab di “Gulfood Manufacturing 2021” dall’Italian Trade Agency di Dubai al “Dubai World Trade Center”. Grazie al traffico limitato dalle imponenti opere di viabilità realizzate della “RTA” (Road and Transport Authority) per l’accesso all’area e i controlli all’ingresso di Expo 2020 Dubai giunsi in perfetto orario per attendere alla Conferenza patrocinata dall’Ambasciata d’Italia ad Abu Dhabi / Embassy of Italy in Abu Dhabi - Consolato Generale d’Italia Dubai - Italian Trade Agency Dubai. Il Padiglione Italiano Expo 2020 (3.500 mq) è facilmente raggiungibile perché in posizione strategica situato vicino all’ingresso di Expo e al Padiglione degli Emirati Arabi Uniti, tra i distretti “Opportunità” e “Sostenibilità” nella più visitata delle aree. La Conferenza “Innovation Talks”- “Sustainable and secure food for a sustainable life” si svolge dell’Anfiteatro all’interno del Padiglione. Aprono i lavori della conferenza S.E Giuseppe Finocchiaro, Consul General of Italy in Dubai - Paolo Glisenti, Commissioner General Italy’s Pavilion - Moderatore Carlo Ferro President Italian Trade Agency. Evento patrocinato dall’Ambasciata d’Italia ad Abu Dhabi / Embassy of Italy in Abu Dhabi e dal Consolato Generale d’Italia Dubai. Relatori Luigi Scordamaglia - Emil Moukarzel - Paolo Zanetti - Sara Roversi e Sabrina Stoppato. Dopo la conclusione del Console Generale, nella Galleria del Padiglione seguirà il “Networking Cocktail” rigorosamente italiano; dai vini, agli assaggi delle specialità della nostra cucina sino all’acqua minerale, preparati nel Ristorante e nella Caffetteria interni aperti al pubblico. Per i partecipanti alla conferenza è stata organizzata un V.I.P “Guided Tour of the Italian Pavilion”. Il motto del Padiglione Italia “Beauty connects People” - La Bellezza unisce le Persone, lo è a buon ragione, la bellezza è tangibile lungo tutto il percorso e le persone, oggi 18 febbraio 2022 mentre sto scrivendo questo articolo, i visitatori hanno raggiunto un milione di presenze e dieci milioni di visioni online sulla App del Padiglione Italia. La visita inizia con “Orologio Atomico” PHM (Passive Hydrogen Maser) il più preciso e tecnologico al mondo, già componente dei satelliti della Galileo. Camminando sulla passerella sospesa rivestita da vernici e resine ecologiche del Gruppo Mapei si raggiunge la riproduzione della sequenza di Fibonacci di Mario Merz, installata da Bulgari, dedicata all’artigianato italiano che da sempre interpreta la nostra più classica tradizione, che dotata di agilità e versatilità, è già pronta e operativa per la realizzazione dell’ artigianato del futuro. Durante il percorso si intravede la cascata delle tecnologiche liane realizzate con all’interno una coltura microalgale che alimentata il fotobioreattore di energia rinnovabile. Il muro del “Belvedere” costruito a secco con le pietre e le varietà di piante alla sommità del Mastro Bernardo di Alicudi al “Capocuoco” Tre Stelle Michelin. Narrazione artistica di Davide Rampello, filmato di Gabriele Salvatores. La Trivella di Leonardo che andrà su Marte presente tra le innovazioni tecnologiche Made in Italy. Altamente tecnologica bucherà Marte recuperando campioni di materia a due metri sotto la superficie, li conserverà eseguendo direttamente le analisi con gli strumenti interni. Il tutto, consumando meno energia di un comune trapano. Il “Gemello tecnologico in 3D” del David di Donatello, al centro del Padiglione Italia, creato con le più sofisticate tecnologie in collaborazione con “l’esperienza storica” dell’artigianato fiorentino e italiano, più che una semplice copia è uno straordinario risultato tra il passato e il futuro del “Made in Italy”. Un’opera di grande impatto, già divenuta “cult” di Expo 2020, piacevole inaspettato connubio tra il Rinascimento Fiorentino e la nascita della futuristica Dubai, dove a breve verrà inaugurato il “Museum of The Future - Showcasing a New Era.

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Nel circolare Belvedere di Alessandro Camera, esternamente avvolto dalle lame d’acqua, è coltivata la spirulina di Tolo Green, un trattamento naturale - ecologico che bio fissa l’anidride carbonica espirata dai visitatori. Si cammina sull’intarsio della “Rosa dei Venti” tra esedre e nicchie rinascimentali. Sotto cupola centrale in stile Pantheon è installato uno schermo circolare dove si susseguono le immagini dei più belli “Cieli d’Italia’ delle opere pittoriche italiane. Al di sotto della cupola, si possono vedere le coltivazioni delle erbe mediterranee “Smart Lighting” a frequenze luminose da fotosintesi. Proseguendo sulla parte più alta della passerella sono posizionati il blocco motore e l’elica del “Convertiplano” AW609 di Leonardo, vertice nella nostra industria aeronautica. Il Padiglione Italia è stato progettato dall’architetto di Carlo Ratti, in collaborazione Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria “Connecting minds, creating the future” si è già messo a disposizione della sostenibilità, a Dubai, dove poco si parla è molto si agisce non sono giusto slogan, già sono stati convertiti in stile di vita operativo. Di fatto, Expo 2020 Dubai, 192 Padiglioni estesi su 4.38 kmq dove sono impiegati più dì 300 mila lavoratori, riciclerà il 90% dei materiali impiegati nella costrizione degli edifici permanenti post Expo. Diverrà un’area energicamente a basso impatto ambientale alimentato con sistemi fotovoltaici di energia rinnovabili. Mentre sto chiudendo questo articolo, mi è giunta improvvisa notizia (non ancora ufficialmente confermata) che molto probabilmente la durata dì Expo 2020 Dubai sarà estesa per ulteriori due mesi.

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Maurizio Pelli e Laila Gramaglia

Italian Cuisine & Wine World Summit 2021-2022 L’Edizione del Summit 2021-2022 sara ricordata come “Edizione Storica”, in quanto unica e diversa dalle precedenti, non essendo limitata a un breve di una settima ma permanente collegata e interagirà con Expo Dubai 2020 per tutta la durata dell’Esposizione Universale. Mandarin Oriental Jumeira, Dubai - Sabato 6 Novembre “Opening Gala Dinner”. La Cena di Gala, apre i lavori della 12° Edizione dell’Italian Cuisine & Wines World Summit 2021-22. Con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia ad Abu Dhabi e la gradita presenza del nostro Ambasciatore S.E. Nicola Lener e di S.E. Console Generale Giuseppe Finocchiaro del Consolato Generale d’Italia Dubai, in collaborazione Italian Industry & Commerce Office in the UAE - Dr Mauro Marzocchi - Dr. Amedeo Scarpa dell’Italian Trade Agency Dubai e le autorità rappresentanti della Regione Calabria. Dopo due anni di forzata pandemica inattività, finalmente con questo Open Gala Dinner, si ”riaprono” i lavori del Summit e di Itchefs-GVCI - The Extraordinary Italian Taste Week – Melius, The World’s 100 Best Italian Restaurants - Sustainable UAE Eating - Euro-Toques Italia - Accademia Italiana della Cucina e CIBUS International Food Exhibition. Dubai World Trade Center - Gulfood Manufacturing 7-9 Novembre.

di Maurizio Pelli editore fotografia: ICWS

In collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Ministero dello Sviluppo Economico coordinato dallItalian Trade Agency Dubai - I.C.E. Istituto Commercio Estero. The Extraordinary Italian Taste presentano le ottanta italiane presenti a “Gulfood Manufacturing”. Aperti i lavori del Italian Food Lab da S.E. Console Generale Giuseppe Finocchiaro , il Dr. Amedeo Scarpa Italian Trade Commissioner, Marilena Procaccio ICE Roma. Evento patrocinato dall’Ambasciata d’Italia ad Abu Dhabi dal Consolato Generale d’Italia Dubai. Gli show cooking ”Educating-Tasting-Promoting” dei Michelin Starred Chef sono stati organizzati e realizzati in collaborazione con il Dr. Rosario Scarpato e lo staff dell’Italian Cuisine & Wines World Summit 2021- 22 coordinati dal Culinary Director Chef Marcello Rivetti. I grandi chef che sostengono la sostenibilità negli Emirati Arabi Uniti ricevono i loro premi. Riduci l’impatto sulla natura, riduci gli sprechi in cucina, disegna il nuovo lusso. In nome delle parole chiave della campagna www.uaeating.ae, tre chef residenti a Dubai hanno ricevuto ieri i “Sustainable UAE Eating Awards” allo Specialty Food Festival - Dubai World Trade Center; Sebastian Nohse, a nome dei 17 chef dell’Hilton Hotel coinvolti in “Growth Of The UAE” - The First 100% Local Menu - Matthijs Stinnissen - Ristorante Boca, per esaltare i migliori sapori dei prodotti locali anche con tecniche insolite.

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degli Emirati Arabi Uniti, in particolare durante Expo 2020 Dubai e in occasione del “Golden Jubilee” (Giubileo d’Oro, i cinquant’anni dalla nascita degli Emirati Arabi Uniti). Durante la prima giornata di “Gulfood Manufacturing”, verranno assegnati gli Award (riconoscimenti) della 12° Edizione dell’Italian Cuisine & Wines World Summit per il “Circular food Economy” – “The Road to Sustainable Eating Conference” (Conferenza della Tecnologia Alimentare), presentata e moderata dallo Chef Walter Potenza. Alla fine della conferenza segue la cerimonia della premiazione, il Presidente del Summit Dott. Rosario Scarpato consegna i premi ai vincitori.

Raymond Wong - Atlantis Sea Fire Restaurant Steakhouse, per aver selezionato solo gli ingredienti provenienti delle fattorie di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, che non utilizzano pesticidi risparmiando il 90% di acqua. La campagna “Sustainable UAE Eating” ha premiato questi campioni della “Sostenibilità”, come esempi da seguire sia per l’industria alimentare che per l’intera comunità

Seguono tre giornate molto impegnative per gli tutto chef partecipanti il 7-8-9 Novembre all’Italian Food Lab coordinate dal Culinary Director Chef Marcello Rivetti dove i Michelin Starred Chef e gli Executive Chef dei migliori ristoranti italiani di Dubai e degli Emirati Arabi Uniti hanno performato le loro masterclasses. Evento patrocinato dall’Ambasciata e Consolato Generale a Dubai, organizzato dallItalian Trade Agency Dubai I.C.E. Istituto Commercio Estero - The Extraordinary Italian Taste - Gli show cooking ”Educating-TastingPromoting” sono stati organizzati e realizzati in collaborazione con il Dr. Rosario Scarpato e dallo staff del Summit. Michelin Starred Chef: ***Heinz Beck Gianni Tarabini - Paolo Gramaglia - Pasquale Palamaro. Executive Chef: Alessandro Miceli - Francesco Acquaviva - Sara Preceruti - Lucio Russo - Gianluca Cabrini - Enrico Derflingher - Sebastiano Ferlito - Davide Jack Gardini Pierluigi Ceribelli - Devid Di Benimeo.

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Cibus Fiera Di Parma, tra le fiere alimentari più prestigiose al mondo, in collaborazione con la 12° Edizione del Summit 2021-22 presentano “La migliore Cucina Italiana a Expo 2020 Dubai”. Quindici chef residenti a Dubai e negli Emirati Arabi Uniti, coadiuvati da altri provenienti dall’Italia e dal resto del mondo, saranno i protagonisti delle video ricette raccolte in una pubblicazione. Evento celebrativo sia per la migliore espressione della nostra italiana durante Expo Dubai 2020. Un riconoscimento della Cucina Italiana alla missione degli chef che la rendono grande fuori dall’Italia, soprattutto negli Emirati Arabi Uniti. L’inedita iniziativa è stata ufficialmente lanciata, alla presenza dei Michelin Master Guest Chef del Summit a M-Eating Italy, lo spazio culinario di CIBUS International Food Exhibition a Expo 2020, dove ogni settimana da novembre 2021 a marzo 2022 “Gli Eroi della Cucina Italiana” terranno le loro Masterclasses.

Nella tre giorni non sono mancati gli appuntamenti mondani e le cene evento a tema. Al Central Park Towers at DIFC - Le Terrazze by Gate 32 - Mercoledì 10 Novembre - “The Venetian Night”, cena evento ispirata dalla cucina veneziana della 12° Edition Italian Cuisine & Wines World Summit 2021-22 performata da tre Michelin Starred Chef; Sara Preceruti Gianni Tarabini - Pierluigi Ceribelli. Segue la presentazione di un artistico – esclusivo bicchiere veneziano raffigurante lo “skyline” di Dubai.

Nella foto: Gianni Tarabini Chef - Le Presef - Alessio Cirelli e Marco Bottega (Aminta-Genazzano) - Enrico Derflingher (Presidente Eurotoques international) - Simone Vineis (Il Patio-Pollone) - Pietro D’Agostino (La CapineraTaormina) - Marcella Pedroni (Cibus Internazional) Massimiliano Mascia (San Domenico-Imola) - Pasquale Palamaro (Indaco-Ischia)’- Paolo Gramaglia (PresidentePompei) - Luca Carbini (Capital Club-Dubai) - Sebastiano Ferlito (Le Terrazze di Gate 32-Dubai) - Lucio Russo (M.Eating-Dubai) - Sergio Vineis (Il Patio-Pollone) Davide Gardini (Hilton Hotel-Dubai) - Rosario Scarpato (Italian Cuisine & Wine World Summit) - Sara Preceruti (Acquada-Milano) Marcella Pedroni, Direttore Progetti Internazionali Fiere di Parma.

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& Wines World Summit 2021-22 in collaborazione con “Gulfood Manifacturing” performata dai Michelin Starred Chef Paolo Gramaglia - Pasquale Palamaro - Gianni Tarabini e dal Summit Culinary Director Chef Marcello Rivetti. Recentemente, lo scorso febbraio, all’hotel Hilton Hotel JBR, Dubai l’Italian Cuisine & Wines World Summit 2021-22 ha organizzato la Conferenza Stampa della collaborazione tra - Regione Abruzzo – ARAP - Expo 2020 Dubai - Agrifood. Introduzione di Rosario Scarpato, apre i lavori della della settimana 7-11 Febbraio il Console Generale S.E. Giuseppe Finocchiaro - Consolato Generale d’Italia Dubai, alla presenza delle Autorità locali di Dubai -UAE. Italian Business Council Dubai - Italian Consulate Trade Center Dubai - I.C.E. Istituto Commercio Estero. Seguiranno le Masterclass degli chef a “Unico - Italian Dining Lab” -al Ristorante “Vero” dell’ Hilton JBR “Hand of Workshop”: un assaggio di tutti i prodotti abruzzesi presenti al “Sustainable Abruzzo Promotion”.

Al Capital Club, DIFC - Dubai International Financial Centre - Giovedì 11 Novembre - MonViso Water ‫م ه یام‬ ‫ وزیفو ن‬- Mr Stefano Iorini. “The Brand with a Heart” in seguito a una donazione di 1.021,094 litri di acqua alla “Al Jalila Foundation”. Cena evento “Sustainable Dinner With Michelin Star Chef”, cena chiuderà gli eventi di questa prima parte della 12° Edition of the Italian Cuisine

Durante la seconda giornata, la Regione Abruzzo - ARAP presenta la falconeria, brand “Paesaggi culturali” e Ippovia del Gran Sasso. Abruzzo sostenibile nell’agrifood, il falconiere Maurizio Raggio sostiene, a buon ragione che : “I nostri falconieri sono un ottimo biglietto da visita per i Paesi del Golfo”, in effetti la falconeria negli Emirati Arabi Uniti e in tutto il Golfo è lo sport d’élite per eccellenza, heritage tramandato delle nobiltà locali, tra gli sport più tradizionali esclusivi e costosi. Raggio e partners, applicano la tecnologia alla falconeria in modo inedito e innovativo che susciterà grande interesse e troverà riscontro in questa parte del mondo.

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Seguono le Masterclass a “Unico - Italian Dining Lab at Vero” Hand of Workshop: Culinary Director Chef Marcello Rivetti, Chef Federico Cieri e Chef Federico Anzellotti con i prodotti degli espositori partecipanti al Sustainable Abruzzo Promition. La terza giornata della settimana “Abruzzo sostenibile - settore Agrifood” si svolge nella bellissima e attrezzatissima ICCA Dubai (International Centre of Culinary Arts). Il Capo delegazione Vicepresidente della Regione Abruzzo e assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudende, il Presidente Giuseppe Savini e il Direttore Generale Antonio Morgante ARAP. Emanuele Imprudente e Rosario Scarpato aprono i lavori delle Masterclass degli degli Chef Federico Cieri e Federico Anzellotti coordinati dal Summit Culinary Director Chef Marcello Rivetti dove cucineranno e spiegheranno agli allievi dell’Accademia le ricette preparate esclusivamente con gli ingredienti forniti dalle aziende abruzzesi partecipanti. La quarta giornata della settimana di “Abruzzo sostenibile”comprende un “extra virgin olive oil tasting” degli oleifici abruzzesi presenti a “Unico - Italian Lab” al Vero Restaurant. Relatore Mr Timaudo De Juliis - www. oleificiotimaudodejuliis.com. coordinati dal Summit Culinary Director Chef Marcello Rivetti. Segue un “Wine Tasting” delle Cantine abruzzesi presenti sempre a “Unico - Italian Lab” Introduzione e presentazione a cura dell’Italian Cuisine & Wines World Summit 2021-22 Sommelier Simone Luca Gagliardi. Aziende abruzzesi: Olearia Vinicola Orsogna - Tenuta Tre Gemme - Cantina Collefrisio - Azienda Agricola AgriTerzista Stella - Azienda Agricola Core - Azienda Agricola Chiusa Grande - Vini casalbordino - Vini Contesa - Vigna Madre - Citra - Casal Thaulero Wines - Frantoio Ranieri - Società Agricola Genuina - Oleificio De Juliis - Rustichella d’Abruzzo - ADI Apicoltura - Pasticceria C&P - Azienda Colancecco Tenuta Sant’Ilario - Casa di Nanni - Cuor di tartufo - Cooperativa Altopiano di Navelli - Orfanotrofio Ricciconti. Italian Cuisine & Wines World Summit 2021-22. Expo 2020 Dubai - Regione Abruzzo - ARAP - Italian Business Council Dubai - Italian Consulate Trade Center Dubai - I.C.E. Istituto Commercio Estero - Dubai, United Arab Emirates.

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Sommelier Simone Luca Gagliardi

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Rosario Scarpato


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Italian Wine Crypto Bank & ***Michelin Starred Chef Heinz Beck di Maurizio Pelli editore fotografia: IWCB - Social by Heinz Beck Il Primo Conio NFT (non fungible token) in anteprima mondiale della Serie Heinz Beck legato a all’esperienza unica e irreperibile “Dine Wine Art” con uno Chef Tre Stelle Michelin è stato creato a Dubai, Emirati Arabi Uniti da Heinz Beck (La Pergola, Waldorf Astoria Roma) nel Ristorante Social by Heinz Beck al Waldorf Astoria The Palm. Durante una cena inedita, dato che le ricette dei piatti non solo non sono mai state presentate prima ma non saranno mai più cucinate dallo Chef Heinz Beck. Tutti i vini serviti durante la cena provenivano esclusivamente da cantine italiane molto prestigiose e tutte associate dell’Italian Wine Crypto Bank: Mazzei (“Castello di Fonterutoli” Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017) Michele Satta (“Giovin Re” Bianco Bolgheri IGT 2017) - Tua Rita (“Per Sempre” Syrah Toscana IGT 2018) - Podere La Regola (“L’eccezione” Brut Nature Metodo Classico NV) e Argiano, per l’occasione rappresentato dal suo Direttore Generale (Bernardino Sani) per presentare il vino della notte (“Solengo” Toscana IGT 2018) e per annunciare il lancio di un NFT nella raccolta Catch 22 da parte della Italian Wine Crypto Bank. Il Conio di questo NFT è storico perché Heinz Beck è anche l’autore dell’opera d’arte che lo rappresenta. Heinz Beck è diventato uno chef…tra i più Grandi Chef! Per esaudire un desiderio del padre, il quale fermamente disapprovava la scelta di Heinz di diventare un pittore. L’opera d’arte originale è stata debitamente distrutta da Heinz Beck e dal fondatore e presidente della IWCB Rosario Scarpato in presenza degli ospiti, alla fine questa storica cena Dine Wine Art. L’unica traccia esistente è rimasta nei 35 esemplari degli NFT coniati. Sarà interessante vedere se i possessori di questo NFT lo manterranno collezionando, a quale prezzo decideranno di metteranno vendita e a quanto sarà quotato sul mercato. Palm Jumeirah Dubai, 17 Febbraio 2022.

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Castel de Peralada - Arxiu Images

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Experiencias de lujo en esta primavera en la Costa Brava y en el Pirineu de Girona

Autor José Luis Del Campo Villares Fotografias del los hoteles y los lugares en el articulo

En un año como este 2022, donde los amantes de los viajes quieren retomar su pasión por descubrir lugares como hacían antes de la actual pandemia, así como vivir experiencias turísticas diferentes, hoy os acercamos un viaje completo a una zona de España que la podemos considerar como una de las joyas del Mediterráneo. Os presentamos un viaje a través de los sentidos para esta primavera que os transportará a la Costa Brava y el Pirineude Girona. Quienes os animéis a realizar esta aventura que os acercamos, os encontraréis con un territorio que permite vivir el verdadero lujo, a través de las experiencias auténticas, sostenibles y respetuosas y de los productos de proximidad, calidad y personalizados que se ofrecen a medida de cada viajero. La esencia del lujo en el destino se encuentra en lo cercano, lo personal, lo auténtico y en la acogida cálida del visitante que hace que este no se sienta como un turista, sino como un invitado del territorio. Sensaciones de bienestar gracias a experiencias que permiten a los visitantes integrarse en las actividades y el estilo de vida genuino de su gente y de su territorio. Experiencias que os proponemos

¿Queréis disfrutar de paseos en caballo, golf, trekking o esquí? Pues os proponemos realizar una escapada al corazón de la Cerdanya, con la posibilidad de que os alojéis en una villa magnífica como es Villa Pyrenees en Puigcerdá, un entorno privilegiado del Pirineo de Girona. Además de todas las comodidades que ofrece este alojamiento, se organizan actividades para los huéspedes, como, por ejemplo, paseos en caballo, golf en Fontanals, trekking por senderos locales y por el GR11 o esquí en las cercanas estaciones de La Molina y Masella. Además de poder deleitarse con la excelente gastronomía pirenaica de los restaurantes Das1219, Cal Cofa y la Formatgeria. Si lo que buscáis como elemento diferenciador son las experiencias gastronómicas, os encontraréis con La Garoinada, la excepcional campaña gastronómica de Palafrugell que se lleva a cabo todos los años, durante la que se pueden degustar un menú compuesto por un entrante de erizos de mar o garoinas, un plato principal típico del Empordà y un postre de músico con moscatell. La experiencia se puede completar con un paseo por algunos de los espacios y comercios de la zona, como Sa Calma en Pals o Gla Empordà en la Bisbal d’Empordà y culminarla,

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alojándose en Mas de Torrent, una masía catalana del siglo XVIII convertida en un exclusivo boutique hotel de cinco estrellas, miembro de Relais Chateaux, donde se respira calma, elegancia y exclusividad. También tienen cabida las actividades turísticas personalizadas, si lo que quieres es huir de lo convencional y poder disfrutar de un viaje y un conjunto de experiencias único, pensado por ti y para ti. Podéis cumplirlo de la mano de Viu Empordà, quiénes a través de la cuidadosa selección de casas en alquiler, se ofrecen de forma conjunta servicios personalizados como, chef privado, clases de yoga o cata de vinos. Además, proponen descubrir el destino junto a expertos locales y grandes apasionados del territorio a través de experiencias únicas y auténticas, como cenas entre viñedos, talleres de artesanía, sobrevolar la costa en una avioneta, salidas en velero o rutas a pie y en bicicleta, entre otras. Si eres de perfil hedonista, la propuesta te llevará al Hotel Peralada Wine Spa & Golf. Este hotel de cinco estrellas, ubicado en uno de los pueblos con más encanto e historia de la Costa Brava, permite sumergirse en un oasis lleno de sensaciones, a través de la vinoterapia, aprovechando las propiedades beneficiosas de la uva, que se realiza en su WineSpa. Y culminar esta experiencia en el restaurante, con estrella Michelin, Castell Peralada que ofrece una propuesta gastronómica vanguardista que reinterpreta la tradición culinaria de una forma creativa basada en la calidad de los productos del Empordà.w

También tienen cabida en esta oferta de actividades turísticas aquellas en las que queráis disfrutar de la familia y la naturaleza en Mas Rosset, una masía del siglo XVIII, totalmente restaurada, ubicada en el entorno natural del Pla del Estany, un remanso de paz y tranquilidad, con todas las comodidades. Además, desde aquí, se pueden realizar diversas excursiones de día, como por ejemplo al lago de Banyoles o perderse por las calles y el casco histórico de Girona, a través de sus callejuelas empedradas para descubrir sus iglesias, los baños árabes o su pequeña judería. Sabemos que muchos sois amantes del golf y que muchos de vuestras propuestas de viajes giran alrededor del mundo de este deporte. Pues para vosotros nos encontramos con la propuesta del Hotel Camiral en el PGA Catalunya Golf & Welness, un moderno hotel de 5 estrellas que cuenta con una de las mejores infraestructuras de España para este deporte. Un lugar con infinitas posibilidades en el que el bienestar es la máxima prioridad y que ofrece también otras muchas actividades, más allá del golf, como, por ejemplo, la observación de aves con el biólogo del hotel hotel para descubrir la biodiversidad de la zona o aventurarse en el Forest Park. Pero si solo buscas descansar y desconectar, os presentamos la propuesta de Mas Falgarona Hotel Boutique. Un espacio privilegiado para descansar, relajarse y disfrutar de un entorno vivo, con un paisaje excepcional y muy

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próximo a las mejores propuestas culturales y de ocio de ciudades como Figueres, Roses y Girona. Este hotel propone, además, diferentes experiencias a sus huéspedes como salidas en e-bikes o actividades enogastronómicas. La Costa Brava y el Pirineu de Girona es, sin lugar a dudas, un destino que acoge a sus invitados durante todo el año con multitud de propuestas y opciones dirigidas a todo tipo de viajeros que desea gozar de una estancia tranquila, privada y memorable. Si os ha parecido interesante este amplio abanico de actividades para organizar vuestro viaje esta primavera, podéis encontrarlas, y más propuestas aun, en la web que nos acerca las propuestas de lujo que se adaptarán a todas vuestras expectativas, Web Club UniquePremium. Costa Brava Girona, garantía de calidad El Patronat de Turisme Costa Brava Girona es el máximo organismo de promoción turística de la Diputación de Girona. Su función es la de promover, fomentar y garantizar la calidad en la prestación de los servicios turísticos que os hemos presentado. Un elemento diferenciador que convierte a todas y cada una de las propuestas que os hemos acercado en este reportaje en únicas, diferentes y que os permitirán disfrutar de un viaje primaveral único e inolvidable.

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Bodegas Alvia, el Camino de Santiago como ruta de cultura, conocimiento …. y vino Autor José Luis Del Campo Villares – Sobrelias.com Fotografias del Camino de Santiago, Galicia.

Hablar del Camino de Santiago, es hablar de un viaje por la cultura europea, que da comienzo en la Edad Media y que ha llegado hasta nuestros días más vivo que nunca. En este viaje los peregrinos, procedentes de todos los países del mundo, ya sean devotos de la fe Cristiana o no, buscan algo más que la mera peregrinación religiosa. Es por eso que muchos comparan la realización del Camino de Santiago, también conocido como Ruta Jacobea, como un viaje introspectivo, una experiencia única en la que el peregrino busca en muchas ocasiones el dar sentido a su vida, el descubrir su yo interior o tener un tiempo de reflexión en el que poder ver todo lo que le rodea en el mundo desde una perspectiva diferente. Otro aspecto que caracteriza al Camino de Santiago es la sensación de hermandad, el de compartir una experiencia con otros peregrinos que buscan el mismo viaje interior. Un viaje que es un aprendizaje de la vida, de una mismo y de poder encontrar respuestas a muchas preguntas. A todo lo anterior se le une el proceso de aprendizaje, no solo interior, sino de todo el entorno que rodea al Camino. Las culturas, las gentes, la naturaleza, son algo que el peregrino palpa durante todas las etapas de su peregrinación. Y, como no podía ser de otro modo, el Camino de Santiago está muy ligado a la cultura del vino, no solo de nuestro país, sino de toda Europa.

Camino de Santiago y su relación con la cultura del vino A lo largo del Camino de Santiago, el peregrino se da cuenta de que, pase por donde pase, gran parte de sus senderos trascurren entre viñedos. Hay quien dice qué, en los inicios de esta ruta de peregrinación, la falta de alimentos de los peregrinos los llevaba a ir

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buscando algo que poder comer, siendo los racimos de uvas una fuente de energía en sus largas caminatas. De ahí que gran parte de las rutas oficialmente reconocidas hoy en día transcurran a lo largo de varias Denominaciones de origen de vino españolas. También hay quien dice que fueron los propios peregrinos los que en sus viajes traían entre sus viandas racimos de uvas que fueron dejando a lo largo del Camino en diferentes zonas y que, posteriormente, los agricultores de los lugares procedieron a su cultivo dando lugar a la aparición de granes viñedos. No nos meteremos en quién tienen razón, solo en que realmente existe un vínculo claro que une a los peregrinos y al Camino de Santiago con la cultura del vino. Muestra de ello era que muchos en su peregrinar eran agasajados por los agricultores de las diferentes comarcas con vasos de vino a su paso, para poner en práctica aquella ‘obra de misericordia’ de la religión Cristiana que indicaba que había que ‘dar de beber al sediento’, un claro signo de dar hospitalidad al prójimo. Como ejemplo nos vale el que, en alguna etapa del Camino de Santiago por la comarca leonesa de El Bierzo, hay bodegas que ofrecen el ‘vino del peregrino’ de forma gratuita aun a día de hoy, donde puede realizar un descanso en su camino a Santiago de Compostela, contemplar el entono y la naturaleza, a la vez que calmar su sed. Lógicamente, hoy en día, además de símbolo de hospitalidad, también es una estrategia de marketing.

Las bodegas en el Camino de Santiago, Bodegas Alvia Hoy se entiende como Camino de Santiago al conjunto de itinerarios oficialmente reconocidos que llegan a la ciudad de Santiago de Compostela, aunque el itinerario original (con alguna variante a lo largo del trayecto) era el que partía de los Pirineos Occidentales, desde la localidad de Roncesvalles para acabar en la localidad gallega, tumba del Apóstol Santiago (conocido como Santiago mayor). Cuando emprendes el Camino de Santiago desde Roncesvalles, pronto comienzas a ver viñedos en las diferentes etapas, muchos de ellos con uvas que traían los primeros peregrinos y se han quedado hasta el día de hoy en sus cultivos. Uvas como la Chardonnay o la Cabernet Sauvignon originarias de Francia, fueron traídas por los peregrinos y ahora se pueden ver en las viñas españolas. Pero el paisaje vitivinícola aumenta cuando entramos en La Rioja. Y en este peregrinaje hoy nos hemos querido parar en pleno corazón de La Rioja Alta, en la localidad de Ventosa, donde nos encontramos con Bodegas Alvia, un ejemplo estupendo de la viticultura riojana y que muestra a la perfección la unión de peregrinación y mundo del vino. Nada más acercarnos a la bodega podemos ver como la ‘concha del peregrino recibe a los visitantes, ya sean enoturistas o peregrinos. Una concha que aparece en el propio logo de la bodega donde se ve una hoja de una vid que se une al suelo donde sus raíces presentan la forma de la concha del peregrino. Más unión entre ambas cosas no podíamos encontrar sin duda.

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Alfredo Bernáldez, gerente de la bodega, hace gala de la hospitalidad a los peregrinos y nos recibe con un vaso de vino que se lo agrademos sin duda. Nos cuenta como muchos de los peregrinos que pasan a diario por su bodega, ubicada en pleno Camino de Santiago, se paran, contemplan la naturaleza, el entorno, prueban sus vinos y se dan cuenta de que hay una fuerte conexión entre la Ruta Jacobea y el mundo del vino. Nos lleva de visita a algunos de sus viñedos, en los cuáles coincidimos con muchos peregrinos que pasan justo a nuestro lado, a los que saludamos y les deseamos ‘un buen Camino’ y les damos muchos ánimos, no en vano aún les quedan muchas etapas del Camino por recorrer. Más de treinta hectáreas de viñedo de Tempranillo, Garnacha, Graciano, Viura y Malvasía son las varietales estrellas de sus vinos Todos ellos con el rasgo común de situarse en pleno Camino de Santiago o escasos metros del camino de los peregrinos. Están repartidos en diferentes localidades como la zona de la Sierra Cantabria: Leza, Labastida, San Vicente de la Sonsierra, Rivas de Tereso, zonas altas con influencia de un clima Atlántico, al resguardo de los vientos fríos del norte. Atravesando el Ebro y más cerca de la bodega tienen viñedos viejos en Huercanos, Cenicero, Ventosa y la zona del Alto Najerilla. En todos ellos se ha tenido en cuenta para su selección, el microclima, la orientación de las parcelas, la baja productividad de las cepas y la edad del viñedo. Algunos, de más de 100 años que en muchos casos son parcelas únicas dentro de la Rioja, lo que le permite elaborar vinos realmente con personalidad propia. Nos comentan en la bodega como muchos de los peregrinos se ponen en contacto con ellos cuando ya están de vuelta en sus localidades y países, comentando la experiencia que vivieron en el paso por la bodega, lo cual, como nos indica Alfredo, siempre es algo muy reconfortante, que alguien Australia o de Korea, como ya les ha ocurrido, se ponga en contacto con ellos para compartir y recordar momentos que pasaron allí. Un claro ejemplo de lo que os comentábamos que el lazo entre vino y camino de Santiago está más latente de lo que al principio nos podíamos imaginar. Y no solo el vínculo de ambos mundos está en La Rioja, sino que en todas las localidades por donde pasan las diferentes rutas del Camino, nos encontramos con Denominaciones de Origen, como las aragonesas, Ribera del Duero, León, Bierzo, Valdeorras y Ribeira Sacra (en el Camino de Invierno), Rías Baixas y Ribeiro (en el Camino Portugués) o incluso la Vía de la Plata que, aunque no es una Ruta Jacobea, sí que es un trayecto que muchos peregrinos realizan hasta llegar a alguna de las etapas de las rutas oficiales donde comienzan su caminar hacia Santiago de Compostela. Sin duda si consideramos que el mundo del vino es la cultura del vino, tan arraigada en la cultura europea y mediterránea, era lógico pensar que tendría una fuerte relación con algo tan emblemático como es para Europa el Camino de Santiago.

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Restaurante El Puntido, la nueva oferta enogastronómica de Sierra Cantabria Viñedos y Bodegas

Autor Ricardo Gil Rodriguez , Sumiller Fotografias de Restaurant El Puntido

Quién tiene en mente los vinos españoles con reconocimiento internacional, y más si estamos hablando de la Rioja, Sierra Cantabria Viñedos y Bodegas es uno de los referentes sin lugar a dudas. Los vinos que elaboran están año tras año en los rankings de los principales críticos de vinos de todo el mundo. Por ese motivo, esta visita que os proponemos hoy nos parece una experiencia única para los amantes del vino que, además, quieran disfrutar a la vez de una aventura gastronómica. Y es que la familia Eguren, que se encuentra detrás de esta bodega, ha inaugurado su nuevo restaurante, denominado Restaurante El Puntido, dentro de una de las bodegas de su grupo, Viñedos de Páganos, donde se elabora su icónico vino, El Puntido, que es quién da nombre a este nuevo establecimiento gastronómico. Han querido que las experiencias de enoturismo se unan a las gastronómicas consiguiendo que, aquellos que realicen una visita a la bodega, puedan disfrutar con todos los sentidos de una experiencia enogastronómica completa y, seguro, inolvidable.

Restaurante El Puntido Viñedos de Páganos, ubicado en los límites de la Rioja Alavesa, es la bodega de esta familia que acoge este nuevo restaurante. Junto al viñedo El Puntido, plantado en 1975 por Guillermo Eguren, al pie de la Sierra Cantabria, próximo a la Villa Medieval de Laguardia y al pueblo de Páganos (que da nombre a la bodega), nos encontramos las instalaciones de la bodega en las que este Restaurante El Puntido. Con un mimo y cuidado al máximo en los detalles, nos encontramos con este establecimiento que engloba un amplio salón comedor, un rincón de sobremesa y una tienda en la que podemos adquirir los vinos que elabora esta familia bodeguera referencia en el mundo de Rioja. Desde las mesas del comedor tenemos una doble visión que no deja indiferente a nadie. Por un lado, con amplios ventanales, tenemos el viñedo El Puntido, donde la Tempranillo con la que se elaboran los vinos de la bodega muestra su esplendor. Por otro, podemos ver la sala de crianza de sus vinos, con las barricas y foudres donde se están elaborando los vinos que luego podremos disfrutar. Un recorrido por la vida completa de cada vino, desde

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donde nace la uva (viñedo), pasando por donde se elabora y cría (sala de crianza), para llegar finalmente a nuestra mesa para acompañar a los manjares gastronómicos que nos ofrece el restaurante. Sin duda un viaje en la línea del tiempo de la vida de los vinos, desde que solo es una simple uva, un racimo en la vid, hasta que lo podemos disfrutar en nuestra copa. Todo ello sin movernos de nuestra mesa. Un encanto que sin duda es una ‘historia’ de la vida de los vinos de esta bodega. La propuesta gastronómica que quiere ofrecer esta bodega en su restaurante se centra en la cocina de cercanía, de proximidad, donde los productos de la tierra, propios de cada temporada, son lo que nos encontramos presentes en su carta. Respeto al máximo por los sabores de los productos y las recetas ‘se siempre’ pero con una presentación de ‘nouvellecuisine’, buscando en todo momento aunar la tradición y modernidad para aumentar la ya de por sí experiencia fantástica de disfrutar de la cata de sus vinos. Quién se sienta en la mesa de este restaurante se transporta no solo al mundo del vino, sino también al mundo de la gastronomía vasca, de tanta fama y reconocimiento a nivel nacional e internacional. Pescados y carnes propias de la gastronomía de la zona, primando siempre los productos de cercanía y de la temporada, potenciando los sabores propios y aprovechando las texturas y las nuevas elaboraciones para potenciar los sabores de la cocina de toda la vida. Tener el viñedo al lado de la mesa invita a probar los vinos y querer explorar ese mundo tan maravilloso de los

maridajes, combinando y buscando siempre el máximo disfrute de esta combinación de comida y vino. ¿Quién se puede negar a disfrutar de un Guiso de Txangurrocon Kokotxas de Bacalao, de unas espectaculares Alcachofas, Papada Ibérica y Trufa o de una Merluza con Guiso de Calamares a la Brasa? Todo ello con algunos de los vinos más afamados y de mayor calidad que se elaboran al amparo de la Denominación de Origen Calificada Rioja Rincón de sobremesa Justo al lado del salón comedor, tras una experiencia de maridaje que a nadie dejará indiferente, nos encontramos con el ‘rincón de la sobremesa’, un espacio desde que también se disfruta de las vistas del viñedo y de la Sierra Cantabria, que permitirá tener unos momentos de tranquilidad tras nuestra comida o cena, respirando en todo momento el ambiente al mundo del vino. Tienda Como tercer punto de interés dentro de la bodega, tras el salón comedor y el rincón de la sobremesa, nos encontramos la tienda, donde podremos encontrar los diferentes vinos, muchas añadas diferentes y otras curiosidades vinculadas al mundo del vino que la familia Eguren quiere mostrar como parte de su dilatada y prestigiosa historia. Entorno natural e histórico Pero toda esta experiencia enogastronómica que ofrece el Restaurante El Puntido, tiene un añadido para los amantes

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del enoturismo, la historia y la naturaleza. Y es que cuando nos aproximamos al restaurante se puede ver el enclave físico único en el que se ubica, en consonancia total con el entorno, respetando al máximo la orografía del terreno, las instalaciones de la bodega y del viñedo y con una naturaleza que lo rodea realmente llena de belleza. Como os comentábamos antes, el viñedo El puntido, plantado en 1975, se encuentra en el límite cultivable de la Rioja Alavesa, dejando al fondo la imagen impresionante de la Sierra Cantabria, donde sus picos nevados nos transmiten la magnificencia y majestuosidad que rodea al restaurante. Muy próximo al restaurante, los amantes de la cultura pueden disfrutar de una visita por la Villa Medieval de Laguardia, paseando por unas calles llenas de historia que nos transportan a siglos pasados. También nos podemos acercar al pueblo de Páganos, que es el que da nombre a esta bodega de la familia Eguren, Viñedos de Páganos. Ni que decir tiene que para los que sean amantes de las experiencias enoturísticas, la visita a los viñedos ubicados en el entorno de la bodega y del restaurante es obligada.

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“Terre di Petrara, Terra di Aglianico” Scritto da Filippo Freda, Foto di Filippo Freda Degustare un calice di aglianico, oltre ad essere incredibilmente appagante a livello sensoriale, rappresenta per me un vero e proprio viaggio nel tempo. Reminiscenze di un antico passato mi trascinano agli albori della nostra civiltà, quando un gruppo di coloni greci portarono fra mille peripezie tralci di Vitis Hellenica, ponendoli a dimora sulle verdi colline irpine. Nel corso dei secoli molti illustri ammiratori cantarono le lodi di questo vitigno: mi piace ricordare Orazio, Annibale, Papa Paolo III e Carlo D’Angiò Re di Napoli. Oggi ho l’onore di aprire una bottiglia di Taurasi Terre di Petrara 2012. Questo vino nasce dalla passione vitivinicola della famiglia Simonelli, che sin dal 1816 si è prodigata nella produzione di vino, per lunghi anni a beneficio unicamente della famiglia stessa e di pochi intimi amici. Nel 2009, grazie all’intuizione di Giuseppe Simonelli si è deciso di commercializzare questo prezioso nettare. Oggi la cantina è gestita dalle nuove generazioni, che con entusiasmo e competenza assicurano grande crescita ai vini di Terre Di Petrara. Verso il Taurasi nel calice e l’impatto visivo è forte, quasi disarmante. Un rosso rubino concentrato si unisce a splendidi riflessi granati. Archi e lacrime rispettivamente stretti e lente, annunciano una presenza alcolica che in bocca risulterà sapientemente celata. Il naso è emozionante: profumi intensi e variegati si fanno largo senza troppi complimenti. Ho apprezzato in principio le note fruttate di mora e prugna, per poi godere delle spezie dolci, della liquirizia e di ricordi di tabacco e caffè. In bocca è totalizzante: entra e si prende lingua, palato e gola come un fiume in piena, mantenendo però il garbo di un gentleman dal tannino vellutato, elegante. Non mancano di certo le giuste componenti acide e sapide che rendono la bevuta un Bolero di Ravel dal crescendo trionfale. Vino equilibrato, armonico ed estremamente persistente. Degustando questo splendido aglianico in purezza mi convinco sempre più che il vino non è altro che un tuffo nella reminiscenza; suoni, profumi ed immagini di un passato vissuto o tramandato ripiombano nella nostra mente, con la forza di un’onda sulla scogliera.

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Costumbres argentinas en Buenos Aires

Escritor y Fotografo Adolfo Loyola Buenos Aires - Argentina

En Argentina contamos con diversas culturas que se incorporaron a lo largo de los años. Ello trajo consigo, no solo idiosincrasias, sino también, las costumbres que se convirtieron en una simbiosis lenta, pero contundente; siendo la gastronomía, una de las formas más bellas en la unión de los pueblos, culturas y almas. Hoy tenemos un invitado de lujo, el chef pastelero Javier Todaro. Gran maestro de la pastelería, chocolatería y panadería. Nadie mejor para contarnos, en esta ocasión, como las medialunas y los churros se convirtieron en un emblema nacional. Bienvenido Javier a Beyond Taste. Contanos como fueron tus inicios en el mundo gastronómico. Hola Adolfo, un gusto. Siempre de joven me gustaba cocinar, es por eso cuando terminé mis estudios secundarios empecé a estudiar pastelería y panadería. Era joven tenía 18 años. Y desde ese momento nunca paré de trabajar en este gran universo de la pastelería y panadería. Sos uno de los asesores gastronómicos más relevantes en el país. Trabajar con grandes empresas, no es solo capacitar personal. ¿Cómo llevas a acabo tan intensa tarea? Bueno, después de tantos años trabajando en panaderías y casas de pastelería acá en Buenos Aires, empecé a darme cuenta que me gustaba enseñar todo lo que había aprendido en todos los trabajos que estuve. Es un gran compromiso y vocación en dar todos mis conocimientos y trasmitir al personal de cada empresa alimenticia. La gastronomía argentina fue duramente golpeada por la pandemia que atraviesa el mundo entero. ¿Cómo afectó esto tu trabajo? Si es cierto, fue muy golpeada por esta pandemia que nos tocó vivir a todo el mundo. Sin embargo, hay que buscarle la vuelta y no soltarle la mano como quien dice al cliente. Asesorándolo en forma virtual y a distancia por video llamadas. La gastronomía dio un gran salto profesional en los últimos años. ¿Cómo ves a los pasteleros profesionales hoy? Acá en Argentina tenemos los mejores pasteleros ya que hay muy buena mano de obra calificada. El pastelero argentino es muy completo ya que elabora pastelería regional o europea, chocolatería artística y siempre estamos al tanto de las tendencias y necesidades al consumidor. Nosotros, los argentinos, acompañamos el enriquecimiento culinario, aunque nos cuesta desprendernos de lo tradicional. ¿Por qué crees que sucede esto? Los argentinos buscamos tendencias nuevas, pero realmente lo tradicional se inclina más. Siempre en las pastelerías de Buenos Aires, hay postres europeos y los tradicionales de acá, según el barrio y las zonas. Si hablamos de lo tradicional, las medialunas y los clásicos churros (Productos que incorporamos de otros continentes) son un emblema nacional. Casi como si fueran nuestros y de todos los tiempos. ¿Por qué crees que es así, algo que no distingue status social? Las medialunas de manteca como las llamamos acá, son un emblema de la Argentina, mas precisamente en Buenos Aires. Es la reina de la panadería. En todas las pastelerías y panadería hay medialunas, todos los días se elabora y se cocina. Y lógicamente no todas son iguales, ya que los insumos son iguales en todos los negocios, pero la mano calificada de cada pastelero no es igual. Por lo tanto cada negocio vende su medialuna. Es igual que el churro otro producto muy buscado en las panaderías más que nada en época invernal por los clientes. ¿Qué debe tener una medialuna para ser un excelente producto? Aparte de los insumos de excelente calidad que debe tener es la pasión que uno le pone y la impronta que le pone cada pastelero. Desde el comienzo con el amasado hasta el horneado. El churro es uno de los productos que adoptamos con el alma y el corazón. Está presente en las fiestas patrias junto al chocolate caliente y, hasta en las playas de la costa argentina. ¿Qué debe tener un churro para ser de excelencia? Si es cierto, el churro argentino es un emblema de nuestro país. Se consume en nuestras fiestas patrias con una buena tasa de chocolate caliente, yo diría la mejor combinación, hasta en las playas argentinas cuando estamos de veraneo o descanso. El churro tiene que ser bien crocante para ser de excelencia.

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¿Podrías compartir con todos nuestros lectores tu receta de churros? Sería fantástico poder elaborarlos en casa con la familia. Si claro: en un recipiente disponemos de harina 500gr, sal 15gr, agua caliente 600cc. Amasamos todo junto hasta lograr una masa sedosa y suave. Pasar por la churrera y cortar a medida. Fritar con aceite y grasa. ¡Rebosar con azúcar y a comer! Muchas gracias Javier Todaro por acompañarnos. Todo el equipo de Beyond Taste, te desea el mayor de los éxitos. Facebook: Javier Todaro Instagram: Javier Todaro Mail: javitodaro@hotmail.com Adolfo Loyola. Chef & Food Photographer. Buenos

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Fotografia di Valentina Coslovich

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Quando Inizia la Primavera Articolo di Luca Coslovich Fotografia di: Luca Angeli - Janez Pukšič (Pravda Champagne) Daniele Cancellara - Alessandro Molfese Angelo Lo Greco - Valentina Coslovich La primavera, tra tutte le stagioni, é quella che piu induce ai cambiamenti: si rinnova il guardaroba, nuovi colori, nuove playlist ed un nuove te. Allora anche il nostro angolo bar si rinnova, in questo caso con le proposte di valenti bartender. Cominciamo con Luca Angeli, toscano quarantenne, “nipote d’arte” visto che la zia Annalia Fontanini é stata la vincitrice del primo “Lady drink” concorso dedicato al gentil sesso ideato dalla vulcanica mente di Danilo Bellucci. Innamorato dalle movenze dei Barmen delle giacche bianche ed i cocktails colorati, finita la scuola ha iniziato a frequentare corsi professionali e lavorare dapprima in versilia poi con la zia nel bar di famiglia. La crescita professionale é poi continuata con esperienze in Inghilterra, Russia, Milano e a Firenze. Fautore del Km 0 da anni dove la ricerca di prodotti del territorio di qualità e con una storia sono importarti per conoscere le nostre origini e per essere visibili a livello internazionali . Barman dell’anno 2012 per l’Associazione Italiana dei Barmen (Aibes) e bar manager dell’anno nel 2020 Barawards di Bargiornale. La sua proposta per la primavera:

Fotografia di Lucal Angeli

Il Baffo di Luca Angeli 2,0 cl Gin Glacialis 3,0 cl Essentiae Lunae Prumi 7,0 cl Ginger beer Lamponi, mirtilli Cetrioli arancia, limone

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Fotografía di Janez Puksic

Pravda Champagne di Luca Coslovich 2 cl.Vodka Beluga aromatizata allo zafferano 2 cl. Cointreau Champagne Marguerite Guyot Cuvée Désir blanc de noir Oro in polvere vodka e cointreau nel mixing glass, versare in flute ghiacciata e completare con champagne. Oro in polvere, per completare, in superficie. La mia proposta in realtà non è una novità. Nasce al Pravda cafè di Sanremo, nel 2006 e da allora mi accompagna, con successo, nei miei spostamenti lavorativi. Il colore dorato del drink ispira allegria e l’oro in superficie aggiunge il tocco glamour che tanto piace alle donne

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Fotografia di Daniele Cancellara

Tokyo Blues di Daniele Cancellara Suntory Roku Gin 35ml Akitora Junmai Ginjo Sake 35ml Midori 5ml Sciroppo al Tè Verde Sencha 20ml Bitter al Sichimi Togarashi 3 Dash Il tutto nello shaker e poi servito in old fashioned con ghiaccio Daniele Cancellara, classe 1984, dopo numerose esperienze in vari cocktail bar ed alberghi di Firenze, nel 2016 approda alla guida del bar di Rasputin, il Secret Bar di Firenze. Ha portato la sua esperienza in tutta Italia, con Guest Night in tutto lo Stivale, e anche nel mondo, come a Tokyo, Londra, Dublino e a Tirana, il che gli ha permesso di provare dal vivo l’hospitality e lo stile di miscelazione di grandi colleghi. Appassionato di storia della miscelazione, negli ultimi anni si è approcciato in maniera più approfondita al mondo del whisky, fino al 2019 quando ha iniziato, insieme a Federico S. Bellanca e Michele Tamasco il web format “Whisky for Breakfast”, in cui ogni settimana racconta una distilleria, un imbottigliamento o un approfondimento storico, sempre legati al celebre distillato di cereali. Nel quartiere Santo Spirito, a Firenze, si trova uno dei rari secret bar della regione, una sicurezza da cinque anni. Il nome evocativo Rasputin, in omaggio al mistico russo, è stato scelto per lo stile vittoriano del locale, preso in prestito dai salotti di 200 anni fa. I cocktail, ideati dal bar manager Daniele Cancellara, sono il risultato di una ricerca sulla materia prima e sull’attenzione allo spreco. Oltre un terzo dei signature è a base whisky e non potrebbe essere diversamente, viste le oltre 350 referenze presenti. Nel suo cocktail il concetto di primavera, più che dal colore è dato dagli ingredienti, come il Tè Sencha, uno dei simboli della primavera giapponese.

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Fotografia di Alessandro Molfese

La Rosa Rossa di Alessandro Molfese 45 ml di bitter del professore 35 ml di succo d’arancia 20 ml di sciroppo di rose homemade Shakerare e filtrare in coppetta cocktail ghiacciata Alessandro Molfese nato a Torino , classe 1974 é un barman di professione con un trascorso nella ristorazione in generale dalle cucine alla sala per poi passare al banco. Crescendo in una famiglia di ristoratori capisce subito la vocazione per questo mestiere, anche se il suo sogno era fare il calciatore. Oggi porta come rappresentante della bella stagione cioè la primavera un drink con le rose simbolo di questo periodo fantastico che personalmente adora più di tutti. Chi volesse degustare le sue creazioni, lo può trovare al DAF Elite in centro a Torino.

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Fotografia di Angelo Lo Greco

Mer Ek di Angelo Lo Greco Gli ingredienti sono: 25 ml Broken Clock Vodka, 15 ml Cordiale alla Rosa e Cardamomo Top Lanson Champagne Angelo Lo Greco é il Bar Manger dello Stables Bar al Milestone Hotel nel cuore di Kensington, a Londra. Il suo concept di mixologia è l’innovazione, la ricerca di sapori nuovi ed a volte inusuali che possano lasciare un ricordo positivo nell’esperienza dei suoi clienti. Il nome del suo cocktail evoca i sapori profumati e speziati di una primavera mediorientale: A questo punto non ci resta che cominciare a respirare l’aria di primavera, sorseggiando un cocktail creato apposta per esaltarne i colori ed i profumi “Non importa quanto freddo sia l’inverno, dopo c’è sempre la primavera.” Eddie Vedder.

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Eliza & Chef Joseph Raney


Chef Joseph Raney - Restaurant Skogen Kitchen Custer, South Dakota

Interview by: Margaux Cintrano Photo credit: Restaurant Skogen Kitchen

Tell us about where were you born and raised, and what or who inspired you, and were the catalyst to study the Culinary arts and where did you study? I was Born in Los Angeles, California and wasmostly raised in Big Bear Lake California. I didn’tgrow up appreciating the art and science of food. Food for our family was less about enjoyment and more about survival. We ate what we had, not what wenecessarily wanted. When I moved away from myparents my goal was to find direction in my life. I went to college in Las Vegas to study philosophy. However, I was taught that you can’t know that you exist and thatmorality is subjective. I was in search for Objectivereality. Something absolute. I would go to The Eiffel Tower Restaurant in Las Vegas at least once a month, which I could barely afford a month, which I could barely afford. It became a place of peacefor me, a place I could sit and contemplate my life, and also just have an amazing meal. I loved the theatre of it all. I wondered frequently, what it would be like towork in a restaurant. I believe this was the beginningof my culinary considerations. A couple years later, I enrolled in Culinary school in Los Angeles. When did your passion to become a working Chef begin? Probably after my fifth year working in restaurants. Quite frankly, the first five years wereexcruciatingly difficult for me. I was a hard worker, but I just felt like I never knew what I was doing. I feltlike it was a matter of time before I messed somethingup. And I did, many times. And I was yelled at manytimes. Once I started to understand, I began beingmore confident in what I was doing. Once I begangaining confidence, I started to envision a life time working in this industry. What was your most aesthetically rewarding gastronomic trip you have been on? San Sebastian, Spain. I found my favourite restaurant here. It is called Amelia.

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I have read that you had a restaurant in California. Why Custer, South Dakota? I didn’t own a restaurant in California. I worked my whole career there though. I met my wife Eliza Her heart and soul needed to be in a small town. My heart and soul needed to be with her. So we found Custer. I don’t neccessarily know why we chose it, other than the fact that it was closer to her family and awa y from the city life. But I am so thankful that wechose it and that we found it. Your icons in the food world and why? Nick Weber and Eric Ripert. I’ve had theopportunity to work with Nick for many years. I lovedthe way he challenged himself every day. He trulyloved the process of creating dishes. I struggled tounderstand how he created, but being around someonelike that it Works its way into your subconscious. I do not think I’m even half as creative as him, but I findmyself at time getting caught up in the process in the process justlike he did Eric Ripert is a source for motivation forme. If you’ve ever read how he grew up and I don’t necessarily know why we chose it other than the fact that it was closer to her family and away from the city life. But I am so thankful that wechose it and that we found it. how he accomplished his success, it’s a very sad but inspiringstory. When I feel self doubt, I remember Eric Ripert. I remember that if I just keep working hard, I will finda way through everything. What spring products radiate for your new carte? English Peas, Morels, Fiddlehead ferns, zucchini blossoms. What has it been like surrounded by such a different culture and life style in the rurals of the Black Hills, South Dakota? Is there anything that you miss in California?

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I miss being able to go eat after work. In South Dakota, everything except the bar, is closed after work. I feel like I know myself better out here. Overall, I feelmuch more at peace and happier here. At the culture here was an adjustment, but now I embrace it. I lovethe people out here, and if I ever need my city fix, mywife and I just hop on a plane and go wherever, even ifit’s just for a night. A dish closest to your heart that you renovated depending on the season? Oysters. I love the natural flavor of the ocean. With oysters, you don’t need to be creative, you just maybe need a solace of lemon juice. Somtimes youdon’t even need that. I love finding dishes that need theleast amount of manipulation or creativity. In a sense, when you choose not to adjust something, that is themost important part of being creative. Tell us, about your Bed & Breakfast Rural Hotel. It’s not a hotel. It’s a house sitting on 9acres that we rent out in the Spring in Summer. It’s great tohave another piece of the Black Hills, and it’s great tobe able to direct customers there. In what direction is Skogen Kitchen goingin 2022? To stay debt free. During the pandemic wefortuntely had very little overhead. As we werewatching and hearing restaurants closing, we realizedthat this has to be our financial strate gy movingforward. Running a restaurant is difficult enough, butwith lots of debt, I can only imagine how much more difficult it is. Having a debt free business also meansfreedom. It means were able to créate what ever wewant, and don’t feel preassure to cook one way oranother. You have been enriching your tables in Custer, South Dakota with elegant glassware, pottery, earthenare and international cuisine adopted to thepalates of the región. Please tell the readership, whatdo you believe are the secrets to your success? Constantly changing the our wine and foodsmenus.

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Having a culture of employees that are alwaysdriven by how well they perform. And being present as owners. My wife and I want to make sure ouremployees aren’t left understaffed, and if they are, weare there. If we can’t be there, we close the restaurant. We don’t make our employees do what we are unwilling to do ourselves. Last but not least, if money were no object, where is your gastronomic dream trip and why? I wish I could work in Europe for a year. When you own your own business, you becomesomeone who has to teach themselves. You start toappreciate all the teachers you had in the past. I wish I could afford to go learn in Europe just so I can be exposed to new ways of doing things. Reading is myonly way of doing that now, however nothing beats thehands on experience.

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Quelques trucs en plus Auteur: Philippe Germain Photographies: Philippe Germain Éditions www.visionsgourmandes.com Nous abordons là un domaine qui pourrait faire l’objet d’un livre entier. Chacun connaît ou a déja inventé quelques “trucs” qui lui sont personnels. Chaque grand chef a ses secrets de fabrication ou de décoration. Avec des fruits ou des légumes, des fleurs, du sucre ou du caramel; avec des colorants ou de la gelée, avec quelques astuces de cuisine moléculaire, ce chapitre examine quelques moyens supplémentaires d’inventer vos décors. Le web regorge de trucs et astuces en tous genres. Fouillez internet, notez chaque astuce qui vous semble originale, promenez-vous sur les forums qui traitent de cuisine ou de dressage. Bref! Soyez audacieux, créatifs, inventifs... Et inspirez-vous des quelques propositions ci-après pour parfaire vos présentations.

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Research Credit: Club Gourmet & World Central Kitchen.

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Chef José Andrés 2022. Photo credit: World Central Kitchen When chef José Andrés doesn’t run his existing business empire and / or serves food to people affected by natural disasters around the world through his NGO, World Central Kitchen, he’s launching new high-end restaurants. He and his Think Food Group are opening three new restaurants in downtown Los Angeles, all at the Grand LA Complex, designed by architect Frank Gehry. Two of the restaurants will be inside the hotel on the 10th floor. One will be on the rooftop serving Asian and Latininspired cuisine and the other, Spanish. There will also be a lobby bar serving tropical cocktails, Spanish Andalusian spirits and sherries. José Andrés’ third Bazaar Meat restaurant is a concept the chef originally created in 2008. Tom moving forward, World Central Kitchen is a non-profit, non-governmental organisation dedicated to providing food and meals before, during and after natural disasters, Founded in 2010, the organisation prepared food in Haiti after the devastating earthquake. His operating method is to be a first responder and then collaborate and galvanise solutions with local chefs to solve hunger and thirst problems, immediately after a disaster. Since its founding, this NGO has organised food and meals in the Dominican Republic, Puerto Rico, Nicaragua, Peru, Cuba, the United States, including Louisiana, Hawaii, South Carolina, Miami, Bahamas, Cambodia, India, Zambia, Uganda, Guatemala and on the volcanic island of Palma in the Canary Islands, among other countries. In 2018, Chef Andrés was awarded The Humanitarian of the Year by the James Beard Culinary Foundation of New York City. Response to Covid 19 In early March 2020, the Grand Princess cruise ship was in quarantine near San Francisco due to the Covid pandemic. Chef Andrés has partnered with Frontline Foods to provide an open source effort to deliver meals from local restaurants to local hospitals. In April 2020, Andrés partnered with the Washington Nationals and World Central Kitchen to use the team’s stadium in Washington DC as a kitchen to distribute free meals to all those in need. José Andrés has been recognised for his work in Time Magazine, the Red Cross, the Washington Post, the newspaper El Pais and thousands of other humanitarian organisations and government alike.

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Chef José Andrés 2022.

Fotografia: World Central Kitchen e Ricerca della Storico della Fundazione WCK

Quando Chef José Andrés non gestisce il suo impero commerciale o è impegnato in opere umanitarie organizzando e fornendo cibo e pasti alle persone colpite da disastri naturali nel mondo, tramite la sua ONG, “World Central Kitchen”, sta inaugurando altri nuovi ristoranti di alto livello. La sua società “Think Food Group” sta aprendo tre nuovi ristoranti al centro di Los Angeles, tutti presso il “Grand LA Complex”, progettato dall’architetto Frank Gehry. Due dei ristoranti saranno all’interno dell’hotel al 10° piano, quello sulla terrazza all’ultimo piano proporrà cucina asiatica di ispirazione latina, l’altro cucina spagnola al piano terreno aprirà anche un “lobby bar” che servirà cocktail tropicali, liquori e sherry spagnoli andalusi. Il terzo ristorante “Bazaar Meat” è un locale che José Andrés progettò originariamente nel 2008. La sua World Central Kitchen è un organizzazione non governativa non scopo di lucro, impegnata a fornire cibo e pasti prima, durante e dopo i disastri naturali, fondata nel 2010, ha preparato e consegnato cibo ad Haiti dopo il devastante terremoto. Il suo metodo operativo è quello di essere presente tra i primi soccorritori per poter collaborare e galvanizzare soluzioni con gli chef locali per risolvere le necessità primarie di fame e sete, immediatamente dopo un disastro. Dalla sua fondazione al presente, questa ONG ha fornito. organizzato e distribuito cibo e pasti nella Repubblica Dominicana, Porto Rico, Nicaragua, Perù, Cuba, Stati Uniti, tra cui: Louisiana, Hawaii, Carolina del Sud e Miami. Recentemente nelle Bahamas, Cambogia, India, Zambia, Uganda, Guatemala e a Las Palmas durante l’eruzione del vulcano Cumbre Vieja nell’arcipelago delle Isole Canarie. Las Palmas Gran Canaria. Nel 2018 Chef Andrés è stato premiato “The Humanitarian of the Year” dalla “James Beard Culinary Foundation” di New York City. Risposta al Covid 19 Durante i primi di marzo del 2020, la nave da crociera “Grand Princess” era in quarantena vicino a San Francisco a causa della pandemia Covid 19, Chef Andrés collaborò con “Frontline Foods” fornendo un immediato sostegno per distribuire e consegnare pasti direttamente dai ristoranti locali agli ospedali di ogni zona colpita. Nell’aprile del 2020, Andrés collaborò con la squadra “Washington Nationals” con la sua World Central Kitchen per utilizzare lo loro stadio di “Washington DC” come base per le cucine per distribuire pasti gratuiti a tutti i bisognosi. José Andrés è stato riconosciuto per il suo impegno umanitario dal “Time Magazine”, dalla Croce Rossa, dal “Washington Post”, dal quotidiano “El Pais” e da migliaia di altre organizzazioni umanitarie governative.

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Fotografía Colección de World Central Kitchen

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Bob De Niro ya es uno de los nuestros Nota de Prensa y Photo Credit: Madrid Fusión El actor se entrega con entusiasmo al “menú impagable” de Madrid Fusión Alimentos de España y cautiva a los cinco grandes chefs con su interés por la gastronomía y su cercanía. “Esto no es una comida, es algo increíble que recomendaría a cualquiera que tuviera a la posibilidad de vivirlo”. El actor disfrutó durante más de tres horas con el menú preparado exclusivamente para él en la suite real del Mandarin Oriental Ritz, Madrid. Cortó jamón, pidió mojar pan en el plato de kokotxas, se comió con ganas las angulas y se entusiasmó con los grandes vinos del maridaje. Robert De Niro cumplió. Dijo sí en mayo pasado y hoy ha acudido a degustar el menú impagable que le ofreció Madrid Fusión Alimentos de España a cambio de participar en la promoción del congreso de gastronomía más importante del mundo. Los cómplices de aquella propuesta, Quique Dacosta, Mauro Colagreco, José Andrés, Joan Roca y Martín Berasategui, han sido los encargados de ofrecerle una comida irrepetible que nunca olvidará. Durante más de tres horas disfrutó de ese menú único en la suite real del Mandarin Oriental Ritz, Madrid, junto a su actual pareja, Tiffany Chen. Cortó jamón, pidió mojar pan en el plato de kokotxas que preparó Martín Berasategui y se comió con ganas las angulas de Ribadesella que José Andrés había conseguido gracias a La Huertona. Iba predispuesto a pasarlo bien. Nada más entrar en el salón, antes de sentarse, comentó en broma: “Pónganme todo lo que sobre para llevar”. Luego, durante la comida, se levantó varias veces a fotografiar el emplatado de los chefs. Se mostró cercano, interesado por los productos y sorprendido por las presentaciones, los sabores y las texturas de muchos de los platos. Más de tres horas durante las que el actor de Uno de los nuestros, Taxi Driver, Toro Salvaje o El Padrino 2 se mostró entusiasmado con las propuestas culinarias que prepararon los cinco cocineros. Los platos salían vacíos del comedor. A la cita solo faltó José Andrés, aunque no sus platos. El cocinero asturiano afincado en EE.UU., capaz de dejarlo todo por acudir en ayuda humanitaria donde sea requerido, está desde el lunes con su ONG, World Central Kitchen, en la frontera de Polonia y Ucrania, sirviendo comida a los refugiados. Pero para la comida de De Niro estaban sus platos, los que iba a preparar en Madrid, de los que se encargó su mano derecha, Carles Tejedor.

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El menú final de la comida impagable había sido consensuado hace tres semanas por los cinco chefs en una videoconferencia conjunta y, para esta ocasión tan especial, eligieron platos icónicos de sus cartas con guiños a productos de temporada representativos de sus cocinas. Era el colofón a la campaña que el año pasado ideó la agencia Leo Burnett y plasmó en un vídeo la productora Attic Films en la que se pedía a De Niro su participación a cambio de este menú irrepetible. Los 16 pases de la comida quedan en la minuta de un menú irrepetible. La experiencia comenzaba con una serie de aperitivos a base de producto, con jamón ibérico de bellota 5J 2018 y queso Olavidía de Quesería Quesos y Besos -mejor queso del mundo en el World Cheese Awards 2021-, que acompañaron con panes de Panem, mejor panadería de Madrid en 2019, y maridaron con un vino a la altura: Dom Pérignon Plenitud 2, 2003 de Pinot Noir, Chardonnay y Pinot Meunier de la AOC Champagne. Aparecían después los chefs con los entrantes. En concreto lo hacía Quique Dacosta con sus salazones en atmósfera salina y la rodaja de tomate seco, acompañados por un González Byass Viña AB Estrella de los Mares Palomino Fino de la DO Jerez-Xerez-Sherry, la cava de ida y vuelta que ha recorrido los mares y océanos del planeta a bordo del Buque Escuela de la Armada Española Juan Sebastián de Elcano. En los platos principales llegaban los otros tres cocineros con algunos de sus platos más representativos: la contesa de espárragos blancos y trufa de Joan Roca, la remolacha con salsa de caviar Osciètre de Mauro Colagreco y el milhojas caramelizado de anguila ahumada, foie gras, cebolleta y manzana verde de Martín Berasategui. Esta primera entrega de los platos del menú irrepetible exigía un cambio de copas para catar uno de los vinos más singulares españoles, una cosecha mítica: López de Heredia Viña Tondonia, Blanco Gran Reserva 1964, Viura y malvasía, de la D.O.C a Rioja. La sinfonía en el maridaje proseguía con otro de vino emblemático, Vega-Sicilia Único 1989 de tinto fino y cabernet sauvignon, una de las mejores cosechas de la D.O Ribera del Duero. Con él maridaron las propuestas de José Andrés (Fresas con nata y erizo), Quique Dacosta (Gamba roja de Dénia hervida en agua de mar), Joan Roca (Toda la gamba. Gamba marinada en vinagre de arroz, jugo de la cabeza, patas crujientes y velouté de algas) y de nuevo José Andrés (angulas ahumadas con guisantes lágrima y chicharrón de soja). Los tacos de merluza con kokotxas, emulsión de café y escamas de pimentón de Martín Berasategui y el arroz variedad Sénia entre cenizas de trufa negra del mastrazgo de Quique Dacosta cerraban la parte salada de la impresionante jornada gastronómica en la suite real del Ritz. Dos postres finales para cerrar la cita: Naranjo en flor del argentino Mauro Colagreco y el Postre Láctico, dulce de leche, helado de leche de oveja, espuma de cuajada de oveja, yogur de oveja y nube de Joan Roca. El brindis final a esta colosal comida lo puso un Noé Pedro Ximénez VORS de González Byass. “Esto no es una comida, es algo increíble que recomendaría a cualquiera que tuviera a la posibilidad de vivirlo”. Así resumió Robert De Niro esta aventura gastronómica que no olvidará. Ni él ni los cocineros que participaron. Desde ahora, Bob es uno de los nuestros.

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