FAD_Pescosolido_disf lacrimale

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Figura 61. Diverse formulazioni di corticosteroidi utilizzate per il trattamento dell’occhio secco

Figura 62. Rappresentazione della struttura del loteprednololo etaboato sovrapponibile a quella del prednisolone

prednisolone topico senza conservanti per due settimane seguito da occlusione dei puntini lacrimali (Gruppo 1), e un altro gruppo trattato solo con occlusione dei puntini lacrimali (Gruppo 2) (Sainz de la Maza Serra et al., 2000). Dopo 2 mesi, l’80% dei pazienti del Gruppo 1 e il 33% dei pazienti del Gruppo 2 hanno riscontrato una totale remissione dei sintomi irritativi oculari. La colorazione corneale con fluoresceina era negativa nell’ 80% degli occhi nel Gruppo 1 e nel 60% degli occhi nel Gruppo 2 dopo 2 mesi di trattamento. Non sono state osservate complicanze relative agli steroidi. In una sperimentazione aperta, non comparativa, la sospensione oftalmica di metilprednisolone 1% senza conservanti, preparata in maniera estemporanea, è risultata clinicamente efficace in 21 pazienti con KCS da sindrome di Sjögren (Marsh e Pflugfelder, 1999). Nella Regolamentazione Federale degli Stati Uniti, i corticosteroidi oculari sottoposti a «etichettatura di classe» sono indicati per il trattamento «...di condizioni infiammatorie della congiuntiva palpebrale e bulbare, della cornea e segmento anteriore del bulbo, come congiuntiviti allergiche, acne rosacea, cheratite puntata superficiale, cheratite da herpes zoster, iriti, cicliti, selezionate congiuntiviti infettive che

rispondono agli steroidi quando l’inerente rischio di uso di steroidi è accettato per ottenere una diminuzione dell’edema e dell’infiammazione ». Se ne deduce che la KCS è inclusa in questa lista di stati infiammatori che risponde agli steroidi. Numerosi studi su modelli animali suggeriscono l’efficacia di questi agenti. Infatti, i corticosteroidi sono gli agenti antinfiammatori più utilizzati nella ricerca di base sull’infiammazione e quindi anche sull’infiammazione in corso di KCS. In uno studio condotto sui topi, il metilprednisolone sembra preservare la regolarità dell’epitelio corneale e della funzione di barriera (De Paiva et al., 2006). Ciò è stato attribuito alla sua capacità di mantenere l’integrità delle giunzioni dell’epitelio corneale e di diminuire la desquamazione delle cellule apicali dell’epitelio corneale (De Paiva et al., 2006). Inoltre, il metilprednisolone previene l’aumento di proteina MMP-9 nell’epitelio corneale e l’attività di gelatinasi nell’epitelio corneale e nelle lacrime che si verifica in risposta all’occhio secco sperimentalmente indotto (De Paiva et al., 2006). Le preparazioni topiche di ormoni androgeni ed estrogeni steroidei sono al momento sotto osservazione in sperimentazioni cliniche randomizzate. Una sperimentazione sulla sommini-

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